Tag: suicidio

Ven

11

Ott

2019

Scuola

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Ira

Scegliere un liceo dove già una ragazza nel 2002 si era suicidata é stata la mia prima scelta sbagliata. Ho vissuto gli ultimi giorni li pensandomi gettata da quella stessa finestra del terzo piano e liberata finalmente da tutto quello che stavo vivendo. É cominciato tutto al secondo anno, quando stanca di passare le ricreazioni in bagno, ho deciso di perdere peso, non che fossi grassa, ma perché il magro in quella scuola piaceva a tutti. Cominciai il terzo anno piena di nuove ambizioni, persone che mi parlavano e persone che volevano essere mie vicine di banco, finalmente avevo amiche, amici e fidanzati. Da li tutto però mi sfuggì di mano, la gente che mi stava vicino voleva solo farsi vedere con me, non gli interessavo per nulla e così che continuai a perdere peso per voler acquistare l'amicizia, niente sapendo che era inacquistabile, non era per me, ragazza del sud, destinata ad essere terrona. Cominciai così a fumare e a tagliarmi, l'unico obiettivo era cercare di punirmi per non essere accettata, arrivai un giorno in classe con il braccio destro edematoso e pieno di tagli, tutti i compagni se ne accorsero preoccupati, i professori fecero finta di non vedere nonostante un ragazzo lo disse esplicitamente che avevo il braccio mal messo.quel giorno all'ultima ora scoppiai a piangere e al suono della campanella corsi a prendere l'autobus che mi avrebbe portato lontana da tutto e tutti, spensi il cellulare, ma fui ritrovata da mio padre che mi riportò a casa. Arrivata al mio nido, miaadre piangeva, lei é rimasta dal terzo anno al quarto appesso alla mia forma di depressione che aveva il nome di anoressia. Il malessere si esprimeva con la voglia di tagliarmi, poi si trasformò nella voglia di stare al buio, poi nella voglia di non mangiare e correre fino a che nom vedevo piú per poi finire con una bella sigaretta, la voglia di avere sempre un ragazzo attorno. Quest'ultima cosa mi fece compiere un grosso errore, andare a finire in casa di un ragazzo di 9 anni piu grande di me, io ancora minorenne, che al primo no, minacciò di uccidermi, cercò dapprima di strangolarmi, poi di soffocarmi con un cuscino e poi non ricordo piu nulla, solo che ero senza vestiti che piangevo all'angolo della stanza. Mi ricordo che ho passato i giorni a seguire chiusa in casa nel buio di camera mia, senza mangiare, dicendo che mi sarei uccisa perché nom avevo nulla da perdere. Infatti persi tutto, ma perché non avevo mai avuto niente, da quella terra arida e restia della pianura padana. Rischiai di essere il.secondo suicidio in quella scuola.

Ven

11

Ott

2019

Stupida troia inetta

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Accidia

Sono solo una stupida troia inetta. Sto qui, aspettando qualcuno che mi salvi dalla catastrofe, la catastrofe che ho preparato meticolosamente. Lo so che non arriva nessuno, che sono cazzi miei. Piagnucolo, dopo essermi rifugiata in illusioni, in una routine rincoglionente. Piagnucolo, tra un attacco di panico e l'altro. Mi autodistruggo, non è la prima volta che lo faccio, e distruggo gli altri con me. E non riesco a smettere, è un loop. Se non riesco io a lottare per me, se scelgo di non farlo, perché dovrebbe farlo qualcun altro? Prendermi a schiaffi, pugni, calci nello stomaco. Sparire, invece di continuare a decompormi. 

La colpa mi mangia da dentro, continuo a punirmi e non so perché. Vorrei almeno avere le palle per  morire, invece di stare ad aspettare la morte come un dono. Aspetto la morte come aspettavo l'amore. Nessuno dei due arriverà. 

 

Lun

16

Set

2019

Suicidio

Sfogo di Avatar di Silly95Silly95 | Categoria: Altro

E una domanda che mi pongo spesso. Come viene rappresentato  per voi il suicidio? Cosa significa per voi questa parola? Quando sentite qualcuno dire vorrei morire o qualcuno che si ammazza cosa pensate? 

Tags: suicidio

Mar

03

Set

2019

Ho 26 anni e ho buttato la mia vita

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sto brancolando nel buio e nella depressione più nera.

A causa di problemi in famiglia, una relazione distruttiva e tossica, disturbi alimentari ed autolesionismo, ho passato tutta la mia adolescenza chiusa in camera a non fare nulla. Non studiavo, non lavoravo, passavo tutte le giornate a letto e a trovare un nuovo modo per distruggermi.

A 21 anni, mi sono fidanzata con un altra persona e mi ha dato il coraggio di riprendermi e ho deciso di frequentare la scuola serale e quindi mi sono diplomata a 25 anni. Mi ero detta che dopo il diploma sarebbe tutto cambiato e invece dopo un anno non è cambiato nulla, sono rimasta a casa a lasciarmi andare, e i miei problemi si sono aggravati ulteriormente. 

Non ho nessuna e dico nessuna esperienza lavorativa, nessuna competenza, niente di niente da inserire nel mio curriculum. Ho una forte ansia sociale e non riesco nemmeno a provarci, non riesco a parlare con nessuno, non riesco a chiedere aiuto. I miei si limitano a mantenermi e se ci sono o non ci sono in casa non fa nessuna differenza. 

Mi sento invisibile, inutile. Non so che cosa fare.  Sono cosciente di avere bisogno di un aiuto psicologico, ma non riesco a chiedere ai miei di affrontare questa ulteriore spesa, dato che mio fratello è attualmente in terapia e spende tantissimi soldi. 

Inoltre il mio ragazzo ha 32 anni ed è nella mia stessa situazione, è rimasto senza lavoro e anche tra di noi le cose vanno malissimo. Lui vorrebbe partire all'estero ma materialmente non ha i soldi per farlo e nemmeno un appoggio per potere iniziare. Io non sono sicura di volerlo seguire, perchè già non ho mai fatto nulla qui, figuriamoci in un paese straniero. 

E' davvero un periodo di merda. Non ho nessuno con cui parlare di queste cose, mi sento sola, persa, non so cosa fare.

L'altro giorno sono arrivata a scrivere una lettera di addio perchè pensavo davvero di farla finita. Questa vita mi ha regalato solo sofferenza e da quando ho memoria mi sono sentita inadatta a vivere.

Sono arrabbiata, per essermi ridotta così.  Avrei voluto soltanto sentirmi normale. 

Ven

17

Mag

2019

Il capitolo più doloroso di tutti

Sfogo di Avatar di EvanescentStarEvanescentStar | Categoria: Altro

A fine agosto scorso, su un sito di incontri, avevo conosciuto un ragazzo milanese con il quale, nonostante l'enorme distanza, ci fu fin da subito, una notevole intesa. Dopo due settimane di chiacchiere abbastanza innocenti, abbiamo ceduto al magnetismo inspiegabile che esisteva tra di noi e ci siamo spinti più in là, senza comunque arrivare a mostrarci completamente senza veli. Ci piaceva dar sfogo alla nostra fantasia e provocarci per come potevamo.

Sentivamo il bisogno di vederci, a suo dire lui voleva esprimere i suoi sentimenti per me di persona, perché si era reso conto fossero più grandi di quanto immaginasse, così ho organizzato tutto e mi sono fatta tutta l'Italia in treno per andarlo a trovare. Sono stati i tre giorni più belli ed intensi della mia vita.

La prima cosa che ho fatto appena ci siamo incontrati, è stato baciarlo... Era tutto così naturale...  

La sera stessa abbiamo ceduto al desiderio, era inevitabile... Del resto non ho fatto che mangiarlo con gli occhi lungo tutto il tragitto dalla stazione a casa sua. Adoravo sentirlo parlare, inebriarmi col suo profumo... 

Siamo stati travolti dalla passione, persino di notte ci svegliavamo per rifarlo. Mi ha fatto provare sensazioni che non avrei mai immaginato di poter provare ed insieme abbiamo esplorato le nostre fantasie più incoffessabili. Non sono mancati i momenti teneri, di docce assieme, coccole, abbracci e cene improvvisate... Persino sfoghi tra le lacrime... 

Lui sapeva della mia natura fragile, dei miei problemi di depressione, delle mie ideazioni suicide... Eppure voleva starmi vicino comunque. 

In un certo senso avrei voluto vedere Milano, ma non mi è dispiaciuto affatto trascorrere quei giorni in quella maniera. 

Il giorno della mia partenza lui era distaccato, distratto... Immagino fosse il suo modo di gestire il dispiacere per la separazione imminente. Sembrava essere così, perché per messaggi tornò ad essere il solito molto presto. 

Passò un mese, nella mia vita accadderò varie cose... Mi ritrovai a casa da sola e tentai il suicidio.

Il suo ultimo messaggio fu "amore, vado in palestra, ci sentiamo dopo".

Poi io sparii per due giorni... I carabinieri mi requisirono il cellulare per oltre un mese, per fare degli accertamenti.

Quando finalmente riuscii a chiamarlo, due giorni dopo, gli spiegai l'accaduto e lui era come gelato... 

Reazione più che comprensibile, pensai... Ma quando mi ritrovai bloccata ovunque senza una spiegazione, persi la testa e mi si spezzò il cuore...

A suo dire, con quella decisione, io lo avevo lasciato. In realtà stavo molto male, non c'era proprio niente di razionale in quello che ho fatto e la mia intenzione non era affatto quella. 

Tentai diverse volte di mettermi in contatto con lui, ma mi ignorava sempre, o in rari casi, mi liquidava freddamente.

Sono passati ormai 7 mesi da quando questa storia assurda si è conclusa, ma ancora mi logora.

Non posso fare a meno di pensare che se non avessi fatto quel che ho fatto, forse starei ancora assieme alla persona più straordinaria mai incontrata... D'altro canto però non riesco ad ignorare il fatto che lui mi abbia sbattuto, senza il minimo scrupolo, una colossale porta in faccia, nel momento in cui avevo più bisogno di averlo accanto... Dopo tutte quelle parole, quelle lacrime versate assieme... Mi sento presa in giro.

Vorrei solo trovare la forza per andare avanti e rimettermi in gioco... Ma non riesco a trovare nessuno che mi interessi.  

 

Ven

17

Mag

2019

Sospesa

Sfogo di Avatar di EvanescentStarEvanescentStar | Categoria: Accidia

Ho un disturbo di personalià diagnosticato, per il quale sono in terapia, anche farmacologica, da circa due anni.

In questo lasso di tempo ho avuto modo di conoscere il mio funzionamento più o meno, so cosa dovrebbe farmi star bene... Eppure quando arriva il momento di metterlo in pratica divento completamente incapace. 

Il mio psichiatra rincara puntualmente la dose di qualche farmaco dopo ogni colloquio, mentre la mia psicoterapeuta sostiene che dovremmo avviarci verso la sospensione ed io sinceramente mi sento confusa. A volte vorrei solo allontanarmi da tutti e tutto. Ho ancora pensieri fortemente autodistruttivi ed ideazioni suicide, ma la mia terapeuta non si scompone mai più di tanto, eppure in passato ci sono stati anche dei tentativi.

Ho conseguito alcuni obiettivi importanti, eppure non ne percepisco alcuna soddisfazione o appagamento. Non riesco ad essere felice per niente. Passo le mie giornate ad anestetizzarmi col cibo e le cose futili, mentre riprendo i chili faticosamente perduti l'anno scorso. Vado alla deriva, e non riesco nemmeno a preoccuparmene.

Mi sono ripromessa di riprendere dieta e palestra dalla settimana prossima, ma dubito mi faranno sentire più viva di così.

Non ho amici e ho troncato anche le conoscenze virtuali, per la gioia della mia terapeuta, dal momento che mi annoiavano. Non capisco se sono quel tipo di relazioni ad annoiarmi o proprio le persone in generale... So solo che a tratti mi sento estremamente sola e vorrei qualcuno attorno... 

Gio

16

Mag

2019

stanchezza di vivere voglia di andare ..

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

il lavoro la routine la pesantezza di una vita tra alti a bassi ...

si arriva cosi a 50 anni stanchi molto stanchi .

a volte quando rientro a casa e mi metto a letto la stanchezza lascia il campo a cattivi pensieri ti rilassi e pensi cavolo e se chiudessi qua’ ? se mi spengo salutando tutti e mi rilasso per sempre ?

lo farei davvero ma quando poi mia figlia ancora piccola si addormenta con la testa sul mio corpo penso che per lei non devo mollare e non posso riposarmi per non darle un dolore cosi grande .

e’ forse questa l’unica volta che penso se non avessi avuto figli bhe sarei stato libero di andare chiudere il sipario e finalmente riposarmi davvero .. è forse l’unica volta che rimpiango la scelta di aver deciso di essere genitore ...

sono molto triste ..

saluti a tutti . 

Gio

18

Ott

2018

Senza prospettive per il futuro

Sfogo di Avatar di MrNihilismMrNihilism | Categoria: Altro

Premetto che questo sfogo sarà un po' lungo perché ho bisogno di dire molte cose che mi tengo dentro da un po' e che non ho mai avuto il coraggio di dire a nessuno, anche perché non potrei perché sono solo come un cane. Quindi mettetevi comodi per chi ha voglia di leggere.. Sono arrivato all'età di 22 anni e mi sono finalmente reso conto che c'è qualcosa che non va in me... Soffro di ansia acuta e depressione cronica che a volte scompare per breve tempo ma poi si ripresenta più forte che mai causandomi dei periodi di seria instabilità emotiva in cui non riesco nemmeno a parlare. Tutto ciò si è sviluppato nel corso degli anni a causa dell'ambiente in cui vivo, un paesino del sud retrogrado e poco sviluppato rispetto ad una grande città, non ho amici ma proprio zero, nessuno su cui contare... Mai avuto una ragazza e mai penso che l'avrò.. Ho bassa autostima di me stesso, credo di soffrire anche di fobia sociale perché quando sto in mezzo alla gente mi sento sempre inappropriato, continuamente giudicato, sempre un gradino sotto agli altri, faccio fatica a parlare, parlo con lentezza come se il mio cervello andasse a rilento...  Ma nonostante questo non nego il contatto con la gente.. cerco quella che mi capisca veramente come mi sento e come sono fatto a differenza dei miei genitori che invece mi reputano "poco sveglio" e che gli altri fanno sempre qualcosa in più di me,quando invece sono sempre stato un ragazzo studioso, volenteroso di fare, sono sempre stato attento alla mia formazione, sono stato diversi periodi al nord per cercare lavoro, ho fatto sfacchinate per qualche colloquio per cercare di cambiare la mia vita.. Però poi torno sempre al punto di partenza.. nello stesso limbo di sempre.. nel vuoto che mi attanaglia e che mi stringe nella sua morsa... Non nego che spesso penso al suicidio ma sono troppo codardo per farlo.. e quindi piango da solo e inerme consapevole di non poter far nulla.. perché non vedo vie d'uscita o alternative per cambiare la mia vita... Non vedo prospettive... Penso che il destino di ognuno di noi sia scritto, nel mio mi vedo solo e senza nessuno accanto, fallito nell'intento di cambiare vita.. 

 

 

 

Mer

03

Ott

2018

La vita è una merda

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sono un ragazzo...gay. All'università c'é un ragazzo che mi piace (siamo nello stesso corso). Tramite fb gli ho scritto e abbiamo iniziato a parlare per qualche giorno. Tutto andava per il meglio...fino a quando non ci siamo incontrati, almeno io penso sia stato questo il motivo. Prima di vederci mi diceva che ero carino e altre cose molto belle. Dopo il nostro incontro era diventato freddo... Io gli ho detto qual era il motivo... Lui mi ha detto che comunque non poteva darmi più di quanto mi stava dando, insomma non provava le stesse cose che provavo io (io mi ero innamorato), voleva essere solo mio amico. Io non sono arrabbiato con lui perché comunque alla fine mi ha detto la verità (anche se fa male).

Quindi penso prorprio di non essere un ragazzo carino. Per quanto io possa cercare di migliorare sia come aspetto, sia come carattere (sono molto timido) alla fine non c'e niente da fare...

In questi casi come si fa ad andare avanti...io vorrei tanto smettere di soffrire e un modo ci sarebbe...e sarebbe definitivo..

Lun

03

Set

2018

CONFESSIONE

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

QUESTA LETTERA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE INTENDANO BENEFICIARE DELLA MIA ESPERIENZA DI VITA, IN MODO TALE DA NON RIPETERE I MIEI STESSI ERRORI

 

Siccome non sarei capace di esprimere a parole ciò che sento, ho deciso di farlo in forma scritta. Mi chiamo ****** e al momento di scrivere ho 21 anni e 9 mesi circa. In questo scritto non voglio raccontarvi dettagliatamente la mia vita, bensì confessare il mio stato d’animo e cercare di capire insieme a voi come sia potuto arrivare ad un livello così pietoso ed umiliante. Dico confessare perché nessuno in realtà mi ha mai conosciuto, sono sempre stato un individuo estremamente riservato e restio a mostrare i propri sentimenti, sebbene non sia affatto sicuro di averne mai avuti. Questa mia incapacità di relazionarmi con il mondo, con i miei simili e di mostrare affetto alle persone care è forse il lato peggiore del mio carattere, nonché la principale causa della mia depressione attuale. Piano piano mi sono sempre più isolato da tutto e da tutti, fino a diventare completamente indifferente a ciò che mi circonda. Non cerco più la compagnia dei miei coetanei o dei miei familiari, convinto che ormai nessuno possa più darmi il calore umano di cui avrei bisogno, ma che in fondo so di non meritare. Ero convinto di poter convivere con la solitudine, di poter indurire il mio cuore a tal punto da non provare più dolore, rabbia e amarezza, ma mi sbagliavo. Gli esseri umani non sono fatti per vivere da soli come dei reclusi o degli eremiti e se adesso soffro a causa dell’isolamento è solo perché ho allontanato tutti quelli che mi erano vicini.

Sono nato da un matrimonio senza amore, probabilmente frutto più di convenienza che di altro, da due genitori ormai quarantenni che forse non si aspettavano neanche più di avere un figlio e che si sono guardati bene dal farne un secondo. Per tutta l’infanzia non ho avvertito queste mancanze, ma durante l’adolescenza qualcosa si è rotto e col tempo ho capito come stavano realmente le cose in casa mia. Non ho mai conosciuto i miei nonni, né quello paterno né quello materno, una cosa di cui mi rammarico molto, mentre le mie nonne non mi hanno accompagnato nemmeno fino all’adolescenza. Per quanto riguarda gli altri parenti, la maggior parte vivono in un’altra regione mentre uno zio vive all’estero. Li vedo e li sento pochissimo. Ci sarebbe anche mio cugino, ma sebbene da piccoli fossimo decisamente più affiatati adesso siamo quasi due estranei.

E’ vero, mi sento estremamente solo: ho pochissimi amici e ormai non so neanche se considerarli veramente tali. Non riesco più a fidarmi di nessuno. La maggior parte delle persone che ho conosciuto dall’infanzia all’età adulta passando per l’adolescenza sono state solo fugaci comparse: a volte mi sono illuso che fossimo veramente amici, ma quasi sempre sono stato smentito dai fatti. Alcuni mi si sono addirittura rivoltati contro, la maggior parte non mi ha mai considerato. Sono stato ignorato e messo in ombra così a lungo da un numero così elevato di individui diversi che a volte mi sono sentito un fantasma, il che si addice bene alla mia attuale vita. Il rapporto con i parenti è ormai inesistente, quello con i miei genitori irrimediabilmente compromesso e non trovo nessuno che abbia veramente voglia e tempo di ascoltarmi, tanto meno di capirmi.

Dicevo dei miei genitori: purtroppo non andiamo per niente d’accordo. Loro ormai mi considerano un fannullone, un buono a nulla, un freddo calcolatore, probabilmente una specie di aberrazione. Sono fermamente convinti che io li odi entrambi, soprattutto mia madre che non mi perdona di averle intimato in un momento d’ira ed esasperazione di andarsene di casa. Ora è lei che non vede l’ora di buttare me fuori di casa. In effetti ci sono stati dei momenti in cui ho provato un  forte risentimento verso di loro, ma adesso non posso far altro che ammettere di sentirmi in colpa nei loro confronti e di averli delusi profondamente. Da piccolo, nonostante il caratteraccio, promettevo bene: ero considerato un bambino intelligente e dal carattere forte, che nella vita avrebbe sicuramente fatto strada. Ahimè come si sbagliavano. La mia rovinosa caduta è cominciata a metà del secondo anno all’università. Dopo un inverno dispendioso a causa dello studio mi sono sentito stranamente prosciugato, ho iniziato a studiare sempre di meno, ad auto-escludermi dalle (poche) compagnie che frequentavo, ad evitare conoscenti e “amici”, per poi cadere nel vortice della depressione: la mia vita mi appariva vuota, priva di scopo, inutilmente flaccida e noiosa nel suo monotono incedere, ogni giorno era uguale a quello precedente e a quello immediatamente successivo…mi sentivo inutile e privo di stimoli, uno stupido essere insignificante senza sogni da realizzare e senza niente di interessante da offrire, con una vita grigia e un futuro privo di senso. Allora mi sono guardato indietro e ciò che ho visto mi ha atterrito: analizzando la mia vita a ritroso ho capito di non aver mai veramente vissuto, ma di aver passato i miei primi 20 anni dietro ai libri ad ammazzarmi di studio per sopperire alla mancanza di una vita sociale, di affetti sinceri e persino delle cotte che un qualsiasi ragazzo dovrebbe provare. Tutt’oggi non mi sono mai innamorato di una ragazza, non ho mai provato quelle sensazioni che dovrebbero accelerarmi il battito cardiaco, costringere la mia fantasia a voli pindarici e spingermi a compiere gesti al di là dei limiti imposti dalla mia indole chiusa e rigida. L’unica ragazza per cui abbia mai provato dei sentimenti (ma io stesso non saprei dirvi che genere di sentimenti) non lo ha mai saputo, non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi, nascondendomi dietro alle scuse più varie (non le interesso, non è il mio tipo, ormai è passato troppo tempo, siamo incompatibili come carattere, è superficiale…e altre barzellette tragicomiche per nascondere la mia mancanza di palle). Contemporaneamente a queste rivelazioni, mi sono trovato completamente solo: nessuno si era accorto del mio stato d’animo e nessuno ha preso sul serio le mie implicite richieste d’aiuto. Sono finito persino da uno psicoterapeuta per qualche mese, ma non è servito a un cazzo, per lo meno nel lungo termine. Sono riuscito a fatica a rialzarmi, ad andare avanti e a lasciarmi alle spalle tutta la tristezza che in poco tempo mi aveva ridotto ad un miserevole invertebrato, ma il prezzo da pagare è stato alto: sono cambiato, se possibile in peggio. Sono diventato più cinico e pessimista, mi sono incupito ulteriormente e ho perso completamente la fiducia nel prossimo, maturando l’egoistica idea di potermela e dovermela cavare da solo, facendo a meno degli altri. Questa filosofia nichilista e insieme materialista però non mi ha portato lontano, infatti, nonostante i miei voti non siano affatto bassi, riesco a dare pochissimi esami, non ho più la forza di volontà di mettermi a studiare con furore e competitività come facevo una volta, mi riprometto in continuazione di tornare lo studente brillante di un tempo ma all’atto pratico qualcosa mi blocca, mi sento svogliato e inerme, come se non avessi più obiettivi da raggiungere, un traguardo a cui mirare, o semplicemente l’ambizione di arrivare in  alto. Non riesco a dare un senso alla mia vita, ho paura di ciò che mi aspetta: riuscirò a laurearmi di questo passo? Cosa succederà dopo l’università? Farò un lavoro che odierò, semplicemente per portare a casa i soldi che mi permettano di sopravvivere? Ma troverò un lavoro, o farò il parassita a spese dei miei genitori? E anche se riuscissi a sistemarmi, cosa mi aspetta? Che prospettive ho? Che senso ha la mia vita? Vivrò e morirò da solo, dimenticato da tutto e da tutti come se non fossi mai esistito? Soffocherò lentamente nel grigiore della mia ridicola esistenza? Avrò mai una famiglia? Dei figli? Una donna che mi ami per quello che sono? Ma chi sono io? Chi potrebbe mai amare un essere insignificante come me?

E così non posso che essere d’accordo con i miei genitori quando mi attaccano e mi umiliano denigrando la vita mollacciona e da mantenuto che sto conducendo, così come devo ammettere che in realtà a loro io voglio bene, anche se non gliel’ho mai detto, perché altrimenti non mi importerebbe del loro giudizio. Vorrei che ogni tanto spendessero parole di elogio nei miei confronti, che mi sostenessero di più e mi abbracciassero quando sbaglio, invece riversano su di me tutte le loro frustrazioni e le loro aspettative deluse. E non ho deluso solo loro, ma tutti coloro che credevano in me: amici come ******* e *******, che mi hanno sempre considerato una persona intelligente e colta anche se io non li ho mai aiutati come avrei dovuto e potuto; le mie maestre e professoresse di italiano di elementari, medie e superiori che mi hanno sempre stimato e apprezzato; le docenti di inglese e francese dell’università, con cui avevo un ottimo rapporto; mio zio, che mi ha sempre considerato come il nipote più giudizioso e intelligente e che si aspetta da me grandi cose; le uniche due amiche che io abbia mai avuto, ma a cui non detti mai l’importanza che meritavano per colpa della mia cecità e grettezza; e tutti coloro che ho fatto soffrire con il mio atteggiamento distaccato e a cui non ho dato l’importanza che meritavano. Chissà se ogni tanto pensano ancora a me, chissà se potranno mai perdonarmi.

In questo ultimo anno e mezzo ho cercato di sfogare la mia inquietudine dedicandomi a cinema, musica, mostre, a ciò che credevo potesse riempire la mia vuota routine, ho provato a rimettermi in carreggiata con tutta la buona volontà che possiedo ma è stato inutile, mi sento più solo che mai, sto perdendo la voglia di uscire di casa e di vedere altre persone, mi vergogno persino di espormi al giudizio altrui: che cosa potrebbe mai pensare di me chi mi vede per la prima volta, ora che sono l’ombra di me stesso, l’ombra di un uomo solo? E chi mi ha conosciuto in passato cosa penserebbe vedendo come sono appassito? Non mi va di parlare di me stesso, perché non ho niente da raccontare e ciò che potrei rivelare non mi piace per niente. Non vado fiero di ciò che sono diventato.

Saltuariamente ho anche pensato al suicidio, ma ho troppa paura di affrontare il dolore della morte e il nulla che mi attenderebbe dopo; anche se la mia vita non ha senso ho ancora la flebile speranza che qualcosa possa cambiare, che la scintilla che una volta animava i miei gelidi occhi possa tornare a bruciare, ma in fondo so che è solo un’illusione.

Se avete letto fino in fondo questa mia confessione spero che possiate imparare dai miei errori e non ripeterli: non crediate di potercela fare da soli, abbiate cura di chi vi ama, tenetevi stretti le persone che vi vogliono bene e non lasciate mai che la timidezza, la scontrosità, i pregiudizi, l’orgoglio o la paura vi impediscano di mostrare i vostri sentimenti, ma soprattutto non chiudetevi egoisticamente in voi stessi per schermarvi dalle intemperie della vita, o diventerete dei fantasmi come me.

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