Lun
16
Set
2019
Suicidio
E una domanda che mi pongo spesso. Come viene rappresentato per voi il suicidio? Cosa significa per voi questa parola? Quando sentite qualcuno dire vorrei morire o qualcuno che si ammazza cosa pensate?
30 commenti
Penso che se una persona arriva a tanto è perché non ha nessuno che possa aiutarlo a risolvere i suoi problemi.
È una via di fuga...
L'unica scelta rimasta, l'unica autodeterminazione, l'ultimo grido di ribellione, in una vita che è diventata una galera.
Un'uscita demergenza da una situazione insostenibile, io penso che sia venuto il momento di aprire un dibattito sulla morte assistita in Italia.
ci sono vari tipi di suicidio, in base alle motivazioni il suicidio egoista è uno di quelli.
http://www.homolaicus.com/teoria/suicidio.htm
"
Le tipologie di suicidio ch'egli (Durkheim, ndi) riuscì a individuare furono quattro:
- il suicidio egoistico, determinato da un dislivello, percepito come incolmabile, tra i propri desideri e la loro possibilità di realizzazione. In questo caso gli "altri" non vengono visti come fonte d'aiuto, ma come irriducibili concorrenti. Ci si toglie di mezzo per non aver saputo raggiungere uno standard vitale sufficientemente accettabile;
- il suicidio altruistico è invece tipico delle società primitive o di quelle comunità in cui il rapporto sociale è chiuso, nel senso che l'individuo dipende totalmente dal collettivo, come p.es. il capitano d'una nave in procinto d'affondare o un militare in guerra. L'autoimmolazione diventa quasi un gesto obbligatorio, che può anche essere caricato di ulteriori motivazioni di tipo mistico-religioso;
- il suicidio anomico è forse quello più interessante, nell'analisi di Durkheim, proprio perché il più moderno, o meglio, il più "occidentale". "Anomia" significa "mancanza di valori", di "punti di riferimento ideali". E' il gesto di chi non riesce a sopportare improvvise perturbazioni economiche che abbassano il livello del proprio stile di vita; ma anche il gesto di chi non riesce più a ritrovare se stesso all'interno di una società che, nel proprio benessere, evolve troppo in fretta. La corsa continua al successo stressa psicologicamente, rende insicuri e non permette di affrontare con serenità i momenti di crisi;
- il suicidio fatalistico, che Durkheim ha voluto contrapporre a quello anomico e che non ha molto convinto i sociologici successivi. Si ha quando esiste una sorta di disciplina caratterizzata da prescrizioni assolutamente esagerate, che impediscono all'individuo di emergere, di farsi valere come tale. Una situazione del genere è rappresentata dalla schiavitù."
Si vuole solo smettere di soffrire ..
Che non riesce a reggere alla sofferenza,che se lo sente addosso come un macigno sulle spalle e desidera solo liberarsene.
Ve lo chiede perchè mio cugino all'età di 22 anni ha deviso di commettere questo gesto impiccandosi in un albero nella campagna di casa sua.Ha lasciato mille domande senza risposte non si sa il motivo la sers prima aveva avuto una forte discussione con mio zio e l'indomani lo hanno trovato così.Quindi..
Il suicidio è l'epilogo di un grave disturbo/malattia psicologica/neurologica. Solo questi può portare a ciò. Chiaro che una fortissima depressione che ti porta all'atto estremo può essere scatenata da elementi esogeni oltre che avere una base endogena. D'altri canto può essere intesi come la via di fuga ad una condizione altrimenti insostenibile, ma di base c'è sempre un severo disagio psicologico. Come quando si sente: si è suicidato per colpa dei debiti o del fallimento della propria azienda, ma va'! Se non sei depresso reattivamente parlando col cazzo che ti fai la pelle, piuttosto te ne scappi a Berlino a fare il pizzaiolo!
Hyper ®
E tu come hai risposto alla tua domanda?
Immagino i sensi di colpa di tuo zio... Anzi no... Non li voglio immaginare, troppo forte come pensiero.
Io credo che dietro il suicidio ci sia tanta paura.... Paura di non farcela, paura di deludere, paura d essere deboli, paura di soffrire e quindi compio l atto più coraggioso che ci si possa immaginare :togliersi la vita. Io vinco la paura dimostrando a tutti e a me stesso che non ho paura, che non temo la morte, che ho il controllo delle cose ho l ultima parola. Io credo sia questo il suicidio poi ovviamente ci sono tantissime altre componenti e situazioni.
in questo caso la vedo diversamente... ovvio che c'è uno stato di mancanza di lucidità, ma secondo me ha voluto punire i genitori (il padre) e tutti quelli lo hanno "rifiutato"...
Fine della sofferenza
Dovrebbe essere legale
Si e' un casino, ora ti fanno il processo da morto.
Ti risponderei con un´altra domanda. Perché no?
Per un piatto saporito senza sapore in piú? Per un giorno in gabbia senza comunicare in piú?
Per una scena emozionante non condivisa in piú?
Probabilmente il sapore della vita é diverso in ognuno di noi. Chi ha lavorato notte e giorno nella sua azienda fallita, sacrificandovi la propria vita, sposandola come scopo, avvertirebbe ancora sapore facendo il pizzaiolo a Berlino?
Un tramonto col vento e col sole, dinanzi l´oceano, assaporato con la propria metá, ha lo stesso sapore se visto da soli?
Una breve vita vissuta nella paura, da sensibili, ha lo stesso sapore della spavalderia?
La vita é IL bene prezioso perché ci da in potenza la possibilitá di sapori immensi, di gioie, di dolori, di sentimenti. Porrervi fine serve, a volte, a dare a sé stessi la possibilitá di sottolineare ció che era, é stato, importante.
Un carissimo amico si è suicidato tanti natali fa (era proprio il giorno di Natale quando è stato ritrovato impiccato). La prima domanda che mi son fatto è stata: "com'è che non mi sono accorto di quanto male stava, perchè non me l'ha manifestato apertamente". Non siamo in grado di vedere la sofferenza altrui perchè siamo troppo concentrati su noi stessi...purtroppo.
Pochi argomenti sono tanto infarciti di taboo e pregiudizi. Totalmente falso che il suicida sia sempre un malato o un disturbato psichico. Può essere una scelta assolutamente razionale, oppure basata su una percezione distorta della realtà (effetto tunnel). VIsto che OJ ha citato Durkheim: L'unica cosa in comune fra dieci persone che si sono sparate è la pallottola.
https://bit.ly/2kDTF1M
qualche tempo fa lessi questa notizia, ho un'educazione piena zeppa di giudizi e pregiudizi cristiani, eppure non sono riuscito a trovare un solo motivo per non essere d'accordo.
Gagenore, mi hai fatto venire in mente mio zio. Professore di matematica, arrivato a 96 anni lucidissimo, chiedeva a gran voce di essere soppresso perché, dopo un ricovero in ospedale, non aveva alcuna voglia di ritornare a casa. Il motivo ? Era sazio della vita; sapeva che da quel momento lo attendevano soltanto sofferenza e malattie, oltre che una moglie francamente insopportabile (pace all'anima sua, morì un mese dopo). Per fortuna ci sono ancora dei medici comprensivi.
Fingertips, era ricoverato a Saronno e il medico aderiva al protocollo Cazzaniga?
https://bit.ly/2lRjQST
allora mi tocca per forza citare indro montanelli... ricordo una sua intervista video, disse una cosa che mi sorprese molto, ma allora ero ancora giovane, ora ho altri occhi.
purtroppo il link sopra non è il video di cui ho parlato, ma riassume bene il concetto.
SJ: No, no, nessun "angelo della morte". Lui era ridotto male (sarcopenia), si era quasi assottigliato e non aveva più niente da chiedere alla vita. Davanti a sé soltanto sofferenze, ricoveri in ospedale e operazioni. Ci parlai una settimana prima che morisse. Mi colpì la sua lucidità, la capacità di valutare i pro e i contro da bravo matematico. Una scelta più razionale non riesco a immaginarla.
Un atto di libertà che sancisce la piena umanità dell'individuo.
Non posso scegliere se, dove, quando e come nascere, ma posso scegliere di morire alle mie condizioni.
Vuoi per sofferenza, vuoi per passione, vuoi per disequilibrio mentale chi si suicida ha un animo e una tempra talmente forti di andare contro l'ignoto per eccellenza. Chi si suicida ha dei nervi d'acciaio, anche se quei nervi, un secondo prima, erano intrisi di sofferenza.
Bisogna avere le palle per uccidersi, qualsiasi sia la circostanza.
E se mi permettete, un credente di qualsiasi religione che condanna il suicidio e si suicida, è ancora più coraggioso.
Con il suicidio la persona sconfigge l'ordine naturale delle cose ed è come se dicesse "me ne infischio della natura e del suo millantato ordine, qui comando!" e tutto ciò è meraviglioso.
Lotta
sono daccordo su tutto... ma una parte merita una menzione speciale.
"...E se mi permettete, un credente di qualsiasi religione che condanna il suicidio e si suicida, è ancora più coraggioso..."
non ho altro da aggiungere...
Io porto ancora sul polso il segno di quando anni fa ci provai e ci andai veramente vicino. Ma poi la paura ha prevalso...
Io penso che se si arriva a fare o a pensare questo gesto e perchè la vits non ci ha lasciato scampo. Viviamo in una società oggi giorno che non mette daccorso tutti.Ognuno ha i suoi odeali, le sue credenze il suo modo di vivere e percepire la vita. E quando sei costretto a vivere in un'era che non ti appartiene in un mondo dove vedi solo cattiviera e allora che decidi che non puoi più sopportare tutto. Io sono stata pure depressa ho avuto pensieri suicidi molte volte e non so se ne sono ancora uscita penso e ripenso al gesto che ha fatto mio cugino e devo dire che il coraggio che ha avuto lui io non lo riuscirò mai ad avere! Abbiamo diritto alla vita ma dobbiamo avere anche il diritto di morire liberamente.. Senza poi essere giudicati.Non sò cosa abbia pensato mio cugino in quel momento ma penso che se lo abbia fatto e perchè il suo cuore non poteva più reggere il dolore.
L'unico freno e la paura, e la certezza che di la non ci sia nulla. Anche paura di non riuscire. Sai che ridere se sopravvivi? Prima di tutto per la società diventi pazzo, ti fanno curare a suon di psicofarmaci, di sì preclude il lavoro, ti trovi ancora di più imprigionato in quello da cui vorresti scappare (es. famiglia di merda).
Ma ritornando al quesito: bè pensi al suicidio quanto nulla è come avresti voluto, quando senti che il mondo va avanti senza la tua volontà, ti alzi, lavori, ritorni. Non hai uno scopo, un qualcuno a cui pensare. Quelli che dovrebbero aiutarti sono i peggiori, mostri. Quelli che potrebbero, per un milione di buone ragioni non lo fanno e li capisco. Questa vita è una gabbia. Ma prima di andarmene vorrei gonfiare la faccia di 4 persone. Anche questo...non si fa.
Pensi al suicidio quando non ci vedi una fine, non hai un obiettivo (raggiungibile), rimani immancabilmente deluso.
E così via. Sì comunque forse è una malattia, non te la scrolli di dosso quell'idea.
Unito alla consapevolezza, che tutto il resto continuerà comunque, é la cosa migliore che un infelice può compiere.
Suicidio e’ un ingiusta resa
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Penso che chi commette un'atto simile da soddisfazione a chi lo vuole male e in secondo piano toglie la dignità al suo corpo...Bisognerebbe vendere in tutto il mondo delle siringhe ripiene cosicché chi davvero lo vorrebbe potrebbe attuare con dignità e rispetto verso se stesso morendo nel suo letto e gli altri che non si vedrebbero costretti a recuperare e ricercare corpi,pulire sangue,etc
Ps non è una istigazione la mia