Tag: depressione
Lun
05
Feb
2018
Mi sento depressa e senza uno scopo
Ho lasciato il lavoro perché l' ambiente era troppo duro e faticoso e ci stavo rimettendo la salute. Lavoravo in un call center e ho sempre fatto lavori di questo tipo per circa 10 anni, risultato? Oggi di anni ne ho 30 e lavorativamente non valgo niente. Sto cercando impieghi come segretaria o cameriera, barista, commessa ma non ho esperienza in nessuna di queste cose . Ho sempre e solo lavorato nei call center e per questo sono a priori considerata un'incapace perché non ho esperienza in altre cose . Mi sono umiliata a entrare in negozi o ristoranti chiedendo se avessero bisogno di assumere e la risposta è sempre la stessa, no, non mi vogliono . Se fossi piu giovane invece so che mi assumerebbero subito. Mi sento una sfigata. Vorrei tornare indietro e fare scelte diverse, ma so che è troppo tardi. Sto facendo colloqui per posti assurdi tipo promoter dove non ti pagano se non vendi ( e comunque poi non mi prendono mai dato che sono troppo vecchia). Sono depressa e non vedo via d'uscita . Mi sento fallita, arrivata, come se fossi alla fine di qualcosa. Di sera il senso di fallimento è così grande che piango senza riuscire a fermarmi. So che tante persone sono nella mia situazione ma io la vivo proprio come una sconfitta e mi sento inutile e sfigata.
Dom
04
Feb
2018
Mi sento depressa e senza scopo
Ho lasciato il lavoro perché l' ambiente era troppo duro e faticoso e ci stavo rimettendo la salute. Lavoravo in un call center e ho sempre fatto lavori di questo tipo per circa 10 anni, risultato? Oggi di anni ne ho 30 e lavorativamente non valgo niente. Sto cercando impieghi come segretaria o cameriera, barista, commessa ma non ho esperienza in nessuna di queste cose . Ho sempre e solo lavorato nei call center e per questo sono a priori considerata un'incapace perché non ho esperienza in altre cose . Mi sono umiliata a entrare in negozi o ristoranti chiedendo se avessero bisogno di assumere e la risposta è sempre la stessa, no, non mi vogliono . Se fossi piu giovane invece so che mi assumerebbero subito. Mi sento una sfigata. Vorrei tornare indietro e fare scelte diverse, ma so che è troppo tardi. Sto facendo colloqui per posti assurdi tipo promoter dove non ti pagano se non vendi ( e comunque poi non mi prendono mai dato che sono troppo vecchia). Sono depressa e non vedo via d'uscita . Mi sento fallita, arrivata, come se fossi alla fine di qualcosa. Di sera il senso di fallimento è così grande che piango senza riuscire a fermarmi. So che tante persone sono nella mia situazione ma io la vivo proprio come una sconfitta e mi sento inutile e sfigata.
Sab
03
Feb
2018
Non riesco a dimenticarla
Ho 25 anni e mi sono lasciato da circa un mese e mezzo con la mia ragazza. Premetto che so che ci sono passati tutti, so che è normale e col tempo andrà meglio. Ho avuto relazioni prima ma non mi sono mai e dico mai sentito così con nessuna. Sono un tipo molto razionale, quindi ne capisco i motivi e tutto, ma non riesco quasi oiu a vivere la mia vita. Sono così cosciente e razionale, che non ho mai detto a nessuna Ti amo. A nessuna tranne che a lei. Eravamo e siamo tutt'ora perfetti, lo sappiamo entrambi e ci amiamo ancora. Purtroppo la distanza non ci ha permesso di viverla. Ci siamo lasciati solo per questo, nessun problema o altro. Ci abbiamo provato ma riuscivamo a vederci per pochi giorni una volta ogni mese e mezzo, era durissima. Abbiamo avuto persino un passato difficile molto simile, ci siamo confessati cose mai dette a nessuno. Ho fatto il miglior sesso della mia vita perché era lei a renderlo così bello. Quando vi dico che era quella giusta, non è perché ne sono ancora innamorato o perché non riesco a pensare altrimenti. Lei era perfetta per me e non l'ho mai pensato delle altre una volta che ci siamo lasciati. Abbiamo deciso di non sentirci più per qualche mese perché non saremmo riusciti ad andare avanti. Ho perso tutto, ho perso interesse per qualsiasi cosa, non riesco a non guardarla su Facebook, non so cosa fare e ho paura perché ho avuto diverse relazioni ma mai mi sono sentito così. Mi sento morire a pensare che un giorno lei possa stare con un altro, farci sesso e dirgli le cose che diceva a me. Ho paura che quando ci risentiremo se ci risentiremo, non sarà come prima, che non provi oiu nulla per me. Ho paura che col tempo si dimentichi ciò che siamo stati. Vorrei sapere se le manco, se anche lei mi pensa ogni giorno (cosa che non credo, ha un carattere forte e avrà deciso di andare avanti e basta), se è tentata di scrivermi. Non so cosa fare, è un mese che ho perso tutto e sono depresso.
Sab
06
Gen
2018
Immaturo, arrogante, colpevole e... pentito.
Salve a tutti.
A 23 anni sono tormentato dai pensieri dei miei errori, commessi con leggerezza e immaturità appena compiuti 18 anni. In breve, appena maggiorenne, ho denunciato mio padre perchè non si era mai occupato di me, non aveva versato quasi nulla per il mio mantenimento da minorenne, ed aveva letteralmente abbandonato me e mia madre quando avevo 3 anni, solo per spassarsela con le sue puttanelle dell'est. Io l'avro visto non più di qualche decina di volte in 18 anni, in media penso una volta ogni 4 mesi e più, ma in modo molto irregolare e perlopiù disinteressato da parte sua; in generale, lo ho incontrato solo quando avevo 1-3 anni, 2 volte a 9-10 e qualche volta a 16-17 anni. Quando ero adolescente, le ultime volte, veniva persino a vantarsi in casa mia di come lui se la spassasse in discoteca più sere a settimana., mentre io dovevo lavorare persino per pagarmi i libri del liceo. Lui, al massimo mi ha dato 50 euro a Natale e Pasqua, più 2000/2500 euro di regali a 16-17 anni. Tengo a precisare che lui aveva almeno 5-6 immobili residenziali, 3 commerciali, nonchè centinaia di migliaia, se non milioni di euro investiti. Mentre mia madre si doveva fare il culo per non farmi mancare nulla. Ebbene, a 16 anni pensavo di avere il diritto di essere mantenuto, il che è pur giusto per quando ero minorenne; tuttavia lo pensavo anche per quando sarei diventato maggiorenne. Così a 18, non appena acquisita la capacità giuridica, e dopo aver tentato di offrigli un accordo da lui neppure tenuto in considerazione (molto vantaggioso per lui, in quanto poco oneroso), lo cito in giudizio per avere non solo i soldi che mi avrebbe dovuto versare da minorenne, ma anche per il mantenimento al tempo futuro, dunque di quando sarei stato maggiorenne. A 22-23 anni invece ho cambiato mentalità, e sono convinto che sia stato un errore chiedere soldi per il periodo in cui sono stato maggiorenne, mentre giudico legittima la richiesta di denaro per quando ero stato trascurato nella fascia under-18. Alla fine vinco la causa, ma sono tormentato e tremendamente arrabbiato con lui, per avermi fatto "sporcare" con tutta questa vicenda giudiziaria; infatti mi sento completamente impuro per aver avanzato richieste di esser mantenuto oltre i 18 anni, anche se al tempo frequentavo ancora il liceo. E sono tremendamente arrabbiato con me stesso per aver avanzato certe richieste 5 anni fa, anche se io ho fatto tutto il possibile per evitare lo scontro, ed anche se nel frattempo ho cercato di svolgere qualche lavoretto durante l'università, per pagarmi almeno gli sfizi.
Mi sento così... sporco!! Sono pentito, almeno parzialmente, per ciò che ho fatto... Noto di non aver più quella sensazione di purezza e quel senso di giustizia che mi muoveva appena iniziata la causa. Neppure più riesco a guardarmi allo specchio, penso di essere stato un immaturo del c***o a 18 anni, e sono sostanzialmente depresso... mi sento un mostro per ciò che ho fatto!
Ven
29
Dic
2017
Voglio sentire qualcosa
Continuo a pensare alle relazioni delle mie coetanee di 24 anni. Cazzo sto per andare per i 25 e mi sento una vecchia fallita. Fallita per aver mollato un lavoro stupido che mi deprimeva piu' di quanto lo sia adesso, per riprendere gli studi. Ma andiamo con ordine.
La mia situazione sentimentale è un disastro dal momento che sono un disastro. Mi considero una vittima, ma allo stesso tempo mi autogiustifico, anzi ho una considerazione del mio intelletto molto alta. Indi per cui, con i ragazzi sono molto snob, devono aver studiato o almeno avere un interesse, non essere appiccosi o sdolcinati e blablabla.. ma poi me ne pento quando sono a casa. Ed ecco che rinizia il mio loop. Sono colpevole, ma allo stesso tempo i colpevoli sono gli altri.
Sono stata innamorata per 6 anni di un ragazzo codardo, che non ha mai voluto prendere in considerazione l'idea di provare ad avere una relazione con me. Non ho mai saputo il motivo, non me l'ha mai detto.. diceva sempre "No..perchè no, fidati di me" . Così continuavamo ad avere rapporti, lui si vedeva con altre ragazze e io mi piangevo addosso cercando di imitarlo indossando la maschera della ragazza forte a cui nessuno spezza il cuore. In realtà io piangevo ogni sera finchè non mi facevano male le orecchie. Però fra noi c'era l'intesa che so già quanta fatica riuscirò a trovare in un ragazzo e l'ho amato tanto. Finchè ho deciso di porre fine alla nostra codardia. Io di non volermi imporre e lui di non voler almeno provare a stare con me.
Da lì in poi apatia totale, non provo nulla
C'è stato il periodo di tante avventure a caso. Ragazzi di cui non me ne fregava nulla, che volevano solo scopare. A me andava bene. Per un ragazzo con cui mi sono frequentata recentemente mi sono presa una bella cotterella, stavamo bene assieme e per la prima volta pensavo che la mia vita sentimentale stesse prendendo il verso giusto, invece no "boh sono imparanoiato al momento, sono in un momento brutto della mia vita, cioè tu mi piaci.. ma" Ma.. se va beh. Rimango qui a pensarci ancora adesso, certo il rifiuto fa male, ma quello che fa piu' male a me è vedere quanto felici siano le altre persone. Quanto tutto sembri semplice, ma a me sembra solo una cogettura dove io non c'entro nulla. Forse chiedo troppo, ho aspettative troppo alte dalla vita in generale, forse ho una considerazione di me stessa che non rispecchia la realtà ed è il motivo per cui fallisco. Non saprei.
Mi annoio terribilmente, vorrei avere la vita degli altri, ma allo stesso tempo la loro vita di Despacito, aperitivi annacuati con apericena, filtri con lingue di cane e altri animali e congiuntivi sbagliati mi fanno venire voglia di buttarmi a letto drogandomi sperando in un attacco alieno.
(Bello comunque riassumere anni in pochi paragrafi su sto sito. Fatemi annegare)
Gio
28
Dic
2017
La vita che mi passa davanti
Non so nemmeno da che parte incominciare, ma sento da giorni il desiderio di scrivere cosa mi passa per la testa. Sono una ragazza di 24 anni, ogni tanto mi sento una vecchia, come ogni tanto mi sento come una teenanger imprigionata in un corpo vecchio. Sento che c'è qualcosa di sbagliato in me e c'è sempre stato. Fin da quando ero piccola sentivo di essere diversa dagli altri, ero più sensibile e rimurginavo riflessioni su riflessioni su tutto quello che mi dicevano le persone, come mi guardavano, come si rivolgevano a me, se ero l'ultima assegnata in una squadra: mi chiedevo il perchè di tutto. Credo che il problema fosse che da piccola, essendo figlia unica passavo troppo tempo da sola. Pensavo che con il tempo tutto questo passasse, ma invece nonostante abbia avuto dei veri momenti di felicità nella mia adolescenza tra "amicizie", serate, pomeriggi e altro, questa mio isolamento e questi miei pensieri di paranoia o angoscia non mi hanno mai abbandonata.
Ho sempre avuto il timore di alcune persone, ragazzi o ragazze che fossero, non so per quale motivo, ma alla fine succedeva sempre che mettevo in soggezione le persone e ciò mi deprimeva, perchè lo vedevo nei loro occhi che non gliene fregava nulla di me come a me non ne fregava nulla di loro. Non sapevo di cosa parlare. La verità l'ho scoperta solo ora. Quando non si sa di cosa parlare vuol dire che con loro non vuoi proprio parlare. Sono entrata in un loop tremedo, pensando che avrei dovuto accettare tutte le proposte ricevute dai ragazzi mettendo la mia dignità chissà dove, perchè ero convinta che facessi talmente schifo che se qualcuno mostrava interesse nei miei confronti avrei dovuto ringraziarlo a vita.
Per un periodo ho pensato che se avessi migliorato il mio aspetto fisico sarei stata meglio, quindi iniziai a dimagrire, a vestirmi meglio e a truccarmi (cosa che faccio tutt'ora, ma ora lo faccio per me). Eppure le persone continuarono a mettermi a disagio e io mettevo a disagio loro. Questo disagio ora si è trasformato in disprezzo puro. Odio la loro ignoranza, le t-shirt trash che si mettono, i film del cazzo non impegnati, il loro non sapere stare da soli,il non sapere leggere un libro, le batutte a cui non riesco a far finta di ridere, le faccine da coglioni di whatsapp, le storie su instagram, le fotone di rimpatriate con gli amichetti su Fb, le domeniche passate al centro commerciale. Se solo penso a queste cose mi viene voglia di buttarmi a letto e non alzarmi mai più dalla noia che mi schiaccia. Sono un'insoddisfatta e arrabbiata,una 24enne chiusa in un mondo che non mi piace.
Lun
20
Nov
2017
Frustrazione sessuale
Ho più di vent'anni e non ho ancora avuto rapporti sessuali. Non perché non ne desideri, ma perché con le persone con cui sono stata, per un motivo o per un altro, non è mai successo, perlomeno non davvero. Una volta l'insicurezza, un'altra motivi morali, insomma, adesso continuo a stare una merda. Le pochissime volte che si stava cominciando ho sentito un dolore lancinante. Stessa cosa se provo da sola. Anche con il mio attuale ragazzo ci sono problemi di questo tipo (non vuole per problemi personali gravi) e nonostante ci sia amore, inizio a pensare di non farcela.
Sento potentissima questa cosa e mi fa stare male. Vorrei capire cosa ho che non va, per quale motivo dovrei negarmi tutto questo. Dicono che sono carina e ho un bel corpo, ma che me ne faccio di queste parole se poi non si passa ai fatti?
Non è nemmeno questione di verginità, di prima volta, io voglio scopare e basta. Avere un rapporto affettivo e una sessualità sana, perché non ne posso più. Mi odio, inizia a farmi schifo il mio corpo, ho cominciato a trascurarlo e adesso lo odio ancora di più.
La mia psicologa pensa che dovrei trovarmi qualcuno di vicino e provare, come se fosse semplice. Io mi sento incompresa, e davvero non so come diamine fare.
Dom
19
Nov
2017
Apatia, ansia e depressione
Non mi sento la persona di primaNon riesco a capire in che momentosono cambiato Forse l estate del 2016 dopo la bocciaturaE i vari litigi la fine della mia ultima relazioneDa lì il buio totaleLa musica mi Da qualche soddisfazione minima e non sempre ma questo solamente per causa della mia poca autostima e insicurezza, mi capita spesso di scrivere testi e gasarmi come un pazzo dopo averli chiusi, ma subito dopo non mi piacciono più, o magari dopo qualche critica anche costruttiva che può solo aiutarmi mi ritrovo scoraggiato e abbandono il tuttoNon ho sicurezze, forse non me ho mai avute è un periodo che penso di essere depresso non ne sono sicuro però.Ci sono giornate in cui sono veramente tranquillo mi trovo a mio agio con tutti, ma basta davvero poco per far finire questa sensazione di calma apparente serenità. La situazione che ho a casa non aiuta, e purtroppo in famiglia non ho un grande rapporto ne con mio padre, me con mia madre forse con mia sorella, questo non significa assolutamente che io non voglia bene alla mia famiglia anzi, ma forse non c'è quella complicità, quel rapporto più intimo che vedo nei rapporti magari dei miei amici con i loro genitori. Parlare con loro dei miei problemi forse sarebbe la cosa più giusta ma non voglio che loro sappiano, non capirebbero o magari finirei solamente per peggiorare la situazione, lo so non sono l'unica persona che si trova in questa situazione, ci sono molti miei coetanei nella stessa mia situazione magari anche peggiore, ma questo non significa che io stia meglio di loro, ogni persona ha un proprio carattere ed ha vissuto una situazione particolare.Dall'anno scorso la mattina ho problemi a svegliarmi dormo troppo, il pomeriggio dopo la scuola o esco o resto in camera mia uscendo solo per cenare pranzare o nel caso qualcuno in famiglia abbia bisogno di una mano.Non ho voglia di vedere nessuno, e spesso i discorsi con la gente mi infastidiscono ed un semplice saluto riesce a mettermi in una situazione di disagio, nulla va bene, non c'è una minima cosa che vada per il verso giusto.Appena qualcosa sembra che vada per il verso giusto, succede qualcosa , qualcosa che rovina tutto e mi porta a scoppiare.Non ce la faccio più, non penso di essere abbastanza forte per reggere tutto questo da solo, e vicino non ho più nessuno con cui parlare ormai da troppo tempo, le cose le tengo per me, non mi sfogo, fingo di essere felice quando dentro sto morendo,sono completamente apatico, non provo soddisfazione nel fare Nulla, non pratico uno sport da almeno 1 anno, non ho una relazione da almeno 2 anni, e appena tentò di portare qualcosa di concreto avanti mi stanco, non trovo niente che mi stimoli, sono un cazzo di contenitore vuoto, non pensavo che un essere umano potesse soffrire così tanto, è bruttissimo, non voler uscire però uscire comunque perché restare dentro casa peggioretebbe solo la situazione, non affrontò il problema, continuo solo a rimandare al giorno dopo e il problema resta li Fermo sempre più grande.Tra poco compirò 20 anni, e non so quali sono i miei veri amici, le persone fi cui posso fidarmi davvero, le paranoie mi divorano e l'ansia mi paralizza.Perdonate eventuali errori grammaticali punteggiature sbagliate e ripetizioni, l'ho scritto di getto per sfogarmi, e non ho intenzione di rileggerlo, almeno per ora
Mer
01
Nov
2017
Mi sono perso, sono a un punto morto della mia vita e non so più cosa fare
Oggi voglio confessare che mi sono completamente perso e mi sento a un punto di non ritorno della mia vita in cui vedo solo la tempesta e il naufragio. Non a caso ho scelto questo nickname. Non vi dico quanti anni ho perchè normalmente questo dato viene utilizzato contro di me. Non sono giovane, non lo sono mai stato, per me questa parola è un insulto. Da fuori sembro un ragazzino, ma sin dai tempi dell'asilo avverto una grandissima barriera culturale, esperienziale ed emotiva che mi fa essere un gradino più avanti agli altri ma anche un gradino più vicino alla disperazione e alla solitudine. Dico questo non per fare l'arrogante di turno, ma per esporre una semplice verità delle cose e uno dei noccioli della mia sofferenza. Al mondo esistono persone smart e persone che lo sono meno e non vedo perchè le prime se ne debbano sempre vergognare.
Sono cresciuto in una famiglia pessima fatta di vecchi traumi, urla, divorzi, malattie e morti premature. Ho perso i genitori, che comunque odiavo, e non ho nessun altro parente che non sia affetto da qualche malattia fisica e mentale, che non abbia problemi con la legge o che non viva a 100 km da me. Sono andato a lavorare prestissimo per potermi pagare da mangiare e gli studi in un'età in cui i miei coetanei giravano col motorino e il loro massimo pensiero era il voto che avrebbero preso nella verifica del giorno dopo. Solo con le mie forze ho preso prima il diploma e poi la laurea. Ho passato una selezione difficilissima per una specialistica di economia dove sono iscritto ma che non riesco a frequentare. Ho viaggiato tantissimo, ho raggiunto risultati che avrebbero reso fiero chiunque, ma per me non è mai abbastanza e non mi da nessuna gioia, perchè tanto non c'è nessuno a parte me che vi assista. Ultimamente ho anche l'impressione di non avere più nulla da dire e che la gente tutto sommato mi ignori perchè ha di meglio da fare nella vita, e che io non potrei in alcun modo interessarli o dargli qualcosa in più.
Ho coltivato me stesso con tenacia e spirito di sopravvivenza attraverso libri, corsi di molti generi (perchè sono curioso di tutto) e anche terapie pluriennali che mi hanno aiutato a guardare il mio schifoso passato. Ma non ad accettarlo. Non ci sono riuscito. Non riesco a calmare il dolore che ho dentro, non con le parole, non con la musica e i quadri, non con il sole di un posto esotico, nè con le amicizie o i farmaci.
La mia sembra una storia di rinascita, e invece è una lenta storia di caduta quotidiana. Da fuori sembro una persona normale, magari un po' stralunato, forte, sicuro, un sopravvissuto appunto. A volte gli amici si sono sfogati con me e gli sconosciuti mi fanno fare lo psicolgo. Io nascondo tutta la mia paura, il mio dolore, le idee strane, la mia visione del mondo acuta e sfaccettata...tutto nel retro del negozio. Sono troppi anni che ormai tengo in piedi la facciata del ragazzo intelligente e capace, magari un po' timido e certo molto sensibile, ma uno di cui ci si può fidare. Invece sento dentro di me bollire l'inquietudine e la rabbia verso le radici che mi sono mancate. Vado dove mi porta il vento, dove trovo luoghi di studio e di lavoro. Ma tutto dura poco. Gli amici pian piano si sono allontanati o li ho allontanati io. Non ho interesse per il sesso e questo mi rende una mosca bianca in una nazione che pensa solo a quello. Non mi drogo e l'alcol non mi consola. Ogni tanto mi faccio del male da solo perchè mi rilassa.
Non riesco a SENTIRE nessun affetto, nessun calore da parte degli esseri umani. Per questo passo tutto il tempo in natura sui monti, sulla spiaggia o a fare volontariato con gli animali abbandonati. Mi impedisce di impazzire e mi fa sentire a casa. Credo di essere molto più figlio delle rocce e dei pesci che non dell'umanità. Ma non ho il coraggio di andarmene a fare l'eremita: mi sembra di buttare via la mia vita e tagliare per sempre i ponti con la società, chiudendomi ancora di più in me stesso.
Non riesco più a fare niente. Non trovo un lavoro da mesi e se lo trovo non riesco a tenermelo perchè mi stressa troppo. Non vado a lezione all'università e racconto a tutti che ci sto andando. Che poi, questi "tutti", sono dei tutti fittizi e a distanza. Qualche parente che si informa vagamente su come sto o che chiama solo perchè lo aiuti a risolvere i suoi problemi legali e finanziari eludendo il blocco delle chiamate indesiderate. Qualche amico che non sento più da mesi mi chiama ogni tanto sbronzo marcio. Gli altri sono emigrati, o sono finiti a drogarsi, o hanno finito gli studi e ora pensano solo alla macchina e al lavoro. Qualcuno ha già figli.
E poi ci sono le schiere di conoscenti sui social che pensano che la vita mi vada alla grande. Pubblico un sacco di belle cose sui social, molto profonde e luminose, e infatti piacciono solo a quei quattro aficionados con l'anima più pensatrice e artistica. Per il resto non mi caga sostanzialmente nessuno.
Voglio mollare la specialistica, anche se ho fatto tanto casino per entrarci, ma non so nemmeno a cosa dedicare il resto della mia esistenza. Paradossalmente vado bene un po' in tutto ma non c'è più quel Sogno, quel progetto di vita che mi spingeva avanti pur avendolo cambiato molte volte nel corso degli anni. Non c'è nessuno che mi sostiene. Vivo in una vecchia casa di famiglia sfitta in un paesino di provincia, guardo passare le mie giornate aspettando che accada...non so, qualcosa? Che mi torni un po' di quella ispirazione che mi teneva in piedi e stordiva la mia consapevolezza di quanto sono solo e sbagliato in questo mondo. Qualunque cosa faccia mi sembra senza senso e deludente, inadatta alla mia personalità.
Chi non mi capisce e trova massima gioia nello sbattersi una donna, nel cibo e nel vino, in un lavoro ripetitivo e omologato mi da del narcisista, ovviamente senza capire un fico secco della profondità che possono raggiungere la mia consapevolezza e il mio dolore.
Mi trovo co-proprietario di due case per ragioni di eredità, ma anche pieno di debiti e con zero soldi liquidi sul conto. Ho dovuto accettare che un parente con cui non ho particolari legami mi mandasse dei soldi per gli studi e per tenermeli gli dico che è tutto a posto, che tutto procede, che sì, certo che do gli esami e vanno benone. Ma non è vero, cazzo. Combatto tutti i giorni battaglie contro il suicidio e la mancanza di scopo. E mi sento uno schifo a prendere quei soldi e pagarci il cibo che ho in frigorifero, anzichè l'università, senza essermeli guadagnati come ho sempre fatto in passato.
Mi rendo conto che sto annaspando e giro a vuoto come chi si è perso in montagna. E la vita scorre, il sole cala e io vado sempre più nel panico e continuo a imbroccare sentieri sbagliati, qualunque, pur di marciare convinto su uno qualunque di questi per far vedere che vado avanti.
Ho provato anche a fermarmi per 6 mesi, per un anno, viaggiando e basta, ma non è servito a niente. Ho creato solo più vuoto e ne sono uscito con zero risposte e ho dato fondo a risparmi che adesso potevano servirmi per mangiare o per rifarmi una vita una buona volta. Non so come uscire da questo maledetto loop.
Voi, e con voi intendo quelli come me, i disadattati, i "troppo" qualcosa per stare bene nel mondo; voi che fate per stare a galla? Perchè siete ancora vivi, cos'è che vi illumina da dentro e vi da la forza di alzarvi al mattino e pure con un sorriso in faccia? Come si esce da questo stato d'animo che nasconde più di vent'anni di sofferenza passata? Come si raddrizza un albero cresciuto storto da sempre, a parte farne legna per il camino?
Mer
25
Ott
2017
Mi sento sola. Confessioni di una depressa.
Al mondo d'oggi sentirsi soli non è bello, alcuni dicono che la solitudine rende forti, ma io la penso diversamente. Per me la solitudine rende schiava una persona (di se stessa), non se ne esce facilmente è un vortice in cui vieni doppiamente risucchiato, non ti senti accettato, ti senti escluso, confuso e smarrito e sopratutto capisci di essere veramente solo anche quando stai in compagnia. In questi tempi, chi è solo non viene mai capito, viene sempre frainteso "no ma che dici hai inteso male", giusto per fare un esempio. A me in questo periodo sono successe tante cose, recentemente avevo cambiato classe perchè con quella di prima non mi ci trovavo molto (faccio il quinto liceo), speravo con tutto il mio cuore di trovarmi bene, infatti è così, però in certe circostanze mi sento di essere d'intralcio, capite che intendo. Io ho capito di essere sola, quando non sapevo relazionarmi con gli altri, fin dall'asilo ognuno aveva il suo gruppetto di disegno io no dovevo sempre aggiungermi, ritornavo a casa e piangevo mia madre mi consolava sempre, mi diceva: "Dai non ti preoccupare che poi quando andrai alle elemantari, troverai nuovi amici", le volevo dire: "Col cazzo che troverò nuovi amici!". Alcuni giorni mi sono sentita esclusa un pò dalle compagne di classe, specialmente questo sabato, volevo stare un pò con loro, però alcune mi dicevano che avevano impegni, altre che dovevano studiare. Chi è solo ha sempre quel fardello che si porta addosso e non riesce a liberarsene è come un nodo allo stomaco. Una ragazza mi disse: "La persona della tua vita arriverà quando meno te lo aspetti", beh alla fine ho capito che devo lasciar perdere tutto questo, forse sono destinata a stare sola il resto dei miei giorni.
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