Mer
01
Nov
2017
Mi sono perso, sono a un punto morto della mia vita e non so più cosa fare
Oggi voglio confessare che mi sono completamente perso e mi sento a un punto di non ritorno della mia vita in cui vedo solo la tempesta e il naufragio. Non a caso ho scelto questo nickname. Non vi dico quanti anni ho perchè normalmente questo dato viene utilizzato contro di me. Non sono giovane, non lo sono mai stato, per me questa parola è un insulto. Da fuori sembro un ragazzino, ma sin dai tempi dell'asilo avverto una grandissima barriera culturale, esperienziale ed emotiva che mi fa essere un gradino più avanti agli altri ma anche un gradino più vicino alla disperazione e alla solitudine. Dico questo non per fare l'arrogante di turno, ma per esporre una semplice verità delle cose e uno dei noccioli della mia sofferenza. Al mondo esistono persone smart e persone che lo sono meno e non vedo perchè le prime se ne debbano sempre vergognare.
Sono cresciuto in una famiglia pessima fatta di vecchi traumi, urla, divorzi, malattie e morti premature. Ho perso i genitori, che comunque odiavo, e non ho nessun altro parente che non sia affetto da qualche malattia fisica e mentale, che non abbia problemi con la legge o che non viva a 100 km da me. Sono andato a lavorare prestissimo per potermi pagare da mangiare e gli studi in un'età in cui i miei coetanei giravano col motorino e il loro massimo pensiero era il voto che avrebbero preso nella verifica del giorno dopo. Solo con le mie forze ho preso prima il diploma e poi la laurea. Ho passato una selezione difficilissima per una specialistica di economia dove sono iscritto ma che non riesco a frequentare. Ho viaggiato tantissimo, ho raggiunto risultati che avrebbero reso fiero chiunque, ma per me non è mai abbastanza e non mi da nessuna gioia, perchè tanto non c'è nessuno a parte me che vi assista. Ultimamente ho anche l'impressione di non avere più nulla da dire e che la gente tutto sommato mi ignori perchè ha di meglio da fare nella vita, e che io non potrei in alcun modo interessarli o dargli qualcosa in più.
Ho coltivato me stesso con tenacia e spirito di sopravvivenza attraverso libri, corsi di molti generi (perchè sono curioso di tutto) e anche terapie pluriennali che mi hanno aiutato a guardare il mio schifoso passato. Ma non ad accettarlo. Non ci sono riuscito. Non riesco a calmare il dolore che ho dentro, non con le parole, non con la musica e i quadri, non con il sole di un posto esotico, nè con le amicizie o i farmaci.
La mia sembra una storia di rinascita, e invece è una lenta storia di caduta quotidiana. Da fuori sembro una persona normale, magari un po' stralunato, forte, sicuro, un sopravvissuto appunto. A volte gli amici si sono sfogati con me e gli sconosciuti mi fanno fare lo psicolgo. Io nascondo tutta la mia paura, il mio dolore, le idee strane, la mia visione del mondo acuta e sfaccettata...tutto nel retro del negozio. Sono troppi anni che ormai tengo in piedi la facciata del ragazzo intelligente e capace, magari un po' timido e certo molto sensibile, ma uno di cui ci si può fidare. Invece sento dentro di me bollire l'inquietudine e la rabbia verso le radici che mi sono mancate. Vado dove mi porta il vento, dove trovo luoghi di studio e di lavoro. Ma tutto dura poco. Gli amici pian piano si sono allontanati o li ho allontanati io. Non ho interesse per il sesso e questo mi rende una mosca bianca in una nazione che pensa solo a quello. Non mi drogo e l'alcol non mi consola. Ogni tanto mi faccio del male da solo perchè mi rilassa.
Non riesco a SENTIRE nessun affetto, nessun calore da parte degli esseri umani. Per questo passo tutto il tempo in natura sui monti, sulla spiaggia o a fare volontariato con gli animali abbandonati. Mi impedisce di impazzire e mi fa sentire a casa. Credo di essere molto più figlio delle rocce e dei pesci che non dell'umanità. Ma non ho il coraggio di andarmene a fare l'eremita: mi sembra di buttare via la mia vita e tagliare per sempre i ponti con la società, chiudendomi ancora di più in me stesso.
Non riesco più a fare niente. Non trovo un lavoro da mesi e se lo trovo non riesco a tenermelo perchè mi stressa troppo. Non vado a lezione all'università e racconto a tutti che ci sto andando. Che poi, questi "tutti", sono dei tutti fittizi e a distanza. Qualche parente che si informa vagamente su come sto o che chiama solo perchè lo aiuti a risolvere i suoi problemi legali e finanziari eludendo il blocco delle chiamate indesiderate. Qualche amico che non sento più da mesi mi chiama ogni tanto sbronzo marcio. Gli altri sono emigrati, o sono finiti a drogarsi, o hanno finito gli studi e ora pensano solo alla macchina e al lavoro. Qualcuno ha già figli.
E poi ci sono le schiere di conoscenti sui social che pensano che la vita mi vada alla grande. Pubblico un sacco di belle cose sui social, molto profonde e luminose, e infatti piacciono solo a quei quattro aficionados con l'anima più pensatrice e artistica. Per il resto non mi caga sostanzialmente nessuno.
Voglio mollare la specialistica, anche se ho fatto tanto casino per entrarci, ma non so nemmeno a cosa dedicare il resto della mia esistenza. Paradossalmente vado bene un po' in tutto ma non c'è più quel Sogno, quel progetto di vita che mi spingeva avanti pur avendolo cambiato molte volte nel corso degli anni. Non c'è nessuno che mi sostiene. Vivo in una vecchia casa di famiglia sfitta in un paesino di provincia, guardo passare le mie giornate aspettando che accada...non so, qualcosa? Che mi torni un po' di quella ispirazione che mi teneva in piedi e stordiva la mia consapevolezza di quanto sono solo e sbagliato in questo mondo. Qualunque cosa faccia mi sembra senza senso e deludente, inadatta alla mia personalità.
Chi non mi capisce e trova massima gioia nello sbattersi una donna, nel cibo e nel vino, in un lavoro ripetitivo e omologato mi da del narcisista, ovviamente senza capire un fico secco della profondità che possono raggiungere la mia consapevolezza e il mio dolore.
Mi trovo co-proprietario di due case per ragioni di eredità, ma anche pieno di debiti e con zero soldi liquidi sul conto. Ho dovuto accettare che un parente con cui non ho particolari legami mi mandasse dei soldi per gli studi e per tenermeli gli dico che è tutto a posto, che tutto procede, che sì, certo che do gli esami e vanno benone. Ma non è vero, cazzo. Combatto tutti i giorni battaglie contro il suicidio e la mancanza di scopo. E mi sento uno schifo a prendere quei soldi e pagarci il cibo che ho in frigorifero, anzichè l'università, senza essermeli guadagnati come ho sempre fatto in passato.
Mi rendo conto che sto annaspando e giro a vuoto come chi si è perso in montagna. E la vita scorre, il sole cala e io vado sempre più nel panico e continuo a imbroccare sentieri sbagliati, qualunque, pur di marciare convinto su uno qualunque di questi per far vedere che vado avanti.
Ho provato anche a fermarmi per 6 mesi, per un anno, viaggiando e basta, ma non è servito a niente. Ho creato solo più vuoto e ne sono uscito con zero risposte e ho dato fondo a risparmi che adesso potevano servirmi per mangiare o per rifarmi una vita una buona volta. Non so come uscire da questo maledetto loop.
Voi, e con voi intendo quelli come me, i disadattati, i "troppo" qualcosa per stare bene nel mondo; voi che fate per stare a galla? Perchè siete ancora vivi, cos'è che vi illumina da dentro e vi da la forza di alzarvi al mattino e pure con un sorriso in faccia? Come si esce da questo stato d'animo che nasconde più di vent'anni di sofferenza passata? Come si raddrizza un albero cresciuto storto da sempre, a parte farne legna per il camino?
10 commenti
Grazie Udon, apprezzo molto questi spunti e il fatto che tu abbia ascoltato lo sfogo.
Sono nostalgico dei pochi momenti di felicità che ho provato e di un clima sociale amichevole, familiare, coeso, che non ho mai conosciuto. Sono terribilmente nostalgico di un mondo alieno dal quale evidentemente sono cascato giù, dato il mio perenne malessere relazionale.
Purtroppo parlare con le persone che mi stanno accanto non sortirebbe effetto alcuno. Ci ho già provato molte volte. Ora mi arrendo.
Però chissà mai che io possa trovarne di nuove, magari andandole a cercare in ambienti più congeniali o magari riconoscendole se mi capitano fra i piedi per caso.
È che vivo un momento di stallo e di disillusione dove tutto mi sembra inutile e faticoso. Spero di uscirne perché è veramente pesante.
La mia storia è diversa dalla tua, ma anch'io sono una disadattata. Mi sveglio la mattina e indosso per bene la mia maschera, vado a lezione all'università e già per strada osservo la gente che si affanna, tutti pronti a lavorare tutto il giorno, pronti a barattare un'intera vita con uno stipendio e due orette di tv la sera, e non noto alcuna differenza con le formiche che vanno avanti e indietro da un buco scavato nella terra. Durante la giornata è una lotta e una tortura per me forzarmi a seguire una routine, studiare mi viene difficile e infatti nonostante ho la media del 30 la mia carriera universitaria procede a rilento e mi blocco continuamente, presa da nuove idee o al contrario dalla depressione più nera. Dopo una vita che sognavo di frequentare la facoltà in cui sono, ora non sento più nulla. Come un amore svanito, ma intanto in qualche modo mi fanno continuare gli i il voler diventare indipendente e il voler lasciare casa dei miei. Anch'io mi rifugio nella natura e trovo più connessione con gli animali che con le persone. Non ho amici, e quando decido di lanciarmi e provare ad uscire di solito resto delusa o annoiata, ed è comunque una cosa che faccio raramente perché preferisco restare a casa a leggere o a suonare. Anch'io ho mentito ai miei parenti e conoscenti riguardo la mia situazione universitaria, ma ti posso anche dire che la vergogna e il senso di colpa alimentano ancora di più l'umore nero che chi è più sensibile, più intelligente o ha sofferto di più, tendenzialmente si porta dietro come fardello. Anch'io non sono un 'amante del sesso, lo trovo sopravvalutato e non ho voglia di intimità con un partner. Sento però che potrei volerla se trovassi il livello di condivisione, scambio e connessione che cerco. La tua domanda finale è cosa può essere di spinta per andare avanti... Secondo me è una cosa molto soggettiva, nei periodi più bui si perde la speranza, la fiducia nella possibilità di un futuro diverso, e il piacere di qualsiasi cosa, quindi non so quanto potrà esserti di spunto o ispirazione la lista delle cose che fanno stare bene me, ma te la scrivo lo stesso. Il primo passo per me è stato perdonarmi, accettarmi per come sono, accettare tutto il tempo che ho sprecato stando sotto le coperte al buio della mia stanza e darmi una seconda chance di amare me stessa e rispettarmi, perché anch'io mi sono odiata e ho avuto i pensieri peggiori, ma ho poi capito che non voglio fare vincere la società, con le sue pressioni, né il male che nella mia vita ho incontrato. Ristabilito il rapporto con me stessa, mi sono liberata il più possibile dalla pressione del giudizio altrui, e dal mio perfezionismo, per quanto con queste due cose ci lotto ancora. Il cambiamento devi volerlo tu, l'atteggiamento mentale a volte è determinante. Poi personalmente io mi rifugio in tutto ciò che mi incanta e mi affascina, ma ripeto non so quanto possa esserti utile perché hai scritto che per te non funzionano amicizie, sole, quadri. Io ad esempio sto meglio quando creo qualcosa, che può essere da un testo che scrivo, a una musica, a una semplicissima teglia di biscotti, mi piace creare qualcosa di cui ho voglia. Sto meglio quando sono in mezzo al verde, spesso sono davvero piccole cose che mi sembra anche stupido scrivere. Tengo una scatola dove metto ogni tanto un biglietto in cui appunto una cosa bella della giornata, e quando sto male li ripesco. A volte riesco ad apprezzare piccole cose con occhi diversi, altre con gli stessi occhi non vedo niente, in me convivono molte contraddizioni. Mi tirano su anche i libri, il volontariato (che cambia la vita perché sposta il centro del mio interesse dai miei problemi a quello che invece riesco a dare) e i miei stessi sogni per il futuro, prima sognavo in grande, ora mi piace anche la sola idea di poter trovare in futuro un lavoro e vivere in una piccola casa, magari con una mosca bianca come me, come te, come altre che spero di incontrare nella mia strada, e che sono un'altra speranza per me. Ti auguro ogni bene e ti mando un forte abbraccio
Sono stordita
mentre leggevo credevo che tu avessi letto nella mia mente fuori dal mondo, credevo di essere sola in questa sofferenza che nel mio caso mi porto appresso da ben 45 primavere. Se tiro avanti ammetto di farlo per le mie figlie, e perché amo profondamente la vita nel senso della natura. Disprezzo invece profondamente l’essere umano, da sempre credo e pertanto anche me stessa. Non mi capisco e non capisco le persone, sono come il lupo della steppa del libro di Hermann Hesse. Tiro avanti perché tanto prima o poi questo tormento finirà. E temo la morte, temo l’Inferno. Fondamentalmente sono un essere gentile, merito il Paradiso, già solo per la capacità di non ammazzare me o la gente cattiva ... Per ora indosso maschere brillanti e vago come un morto vivente nell’indifferenza di tutti. Se respiro ancora credo sia grazie all’idea folle di avere un compito da svolgere in questa vita. Non so quale sia ma credo sia l’aiutare qualche anima...non per forza umana. E poi ho delle figlie che meritano l’illusione di una mamma normale e felice. Nemmeno mio marito conosce il mio animo spento, inquieto, sono morta dentro ma respiro ancora. The show must go on... e leggo Louise Hay, e fingo di crederci ancora in questa vita. Ma forse invecchieró sola in montagna con una capretta per amica, come il nonno di Heidi... buona fortuna, sei giovane più di me, qualcosa di bello inventerai per tirare avanti.
Utenti anonime, grazie anche del vostro racconto. Come dicevo in un altro sfogo leggere degli altri sta risultando molto più terapeutico di quanto mi aspettassi. Le vite sono diverse, ma l'essere umano apprende per imitazione. Ed emotivamente parlando è bello anche ascoltare e capire di non essere l'unico sfigato della Terra.
O meglio, è una cosa che so già, che c'è tanta altra gente che soffre per vari motivi. Ma un conto è "saperlo" così e un conto è che qualcuno stia lì a farmi entrare un po' nella sua vita e mi racconti perchè e per come.
Poi le vostre sono storie di gente che tutto sommato è ancora in piedi e ha trovato una dose di risposte e motivazioni, quindi possono solo aiutare.
Capitan Aubrey, per tanti versi abbiamo vissuti differenti, per tanti altri uguali, è stato veramente bella la lettura di un altro disadattato come me. Bellissima la frase un anonimo qui sopra che dice che il primo passo sia perdonarsi, ed è vero. Perdonarci il nostro essere diversi, perdonare la nostra rabbia, il nostro rancore, la nostra inadeguatezza. Tu chiedi come cosa ci illumina da dentro e come si riesce a stare a galla. Beh, non so come stare a galla, io sono 30 anni nel baratro, ma ho decorato, con quello che amo, il mio baratro, abbellito con le mie ferite e le mie cicatrici, insomma, è il MIO baratro, lo amo così e lo accetto. Non ho amici, ma non ne ho bisogno, amo la mia compagnia. Ho i miei animali, che mi capiscono e mi accettano nel mio essere sbagliata. Un albero storto non è buono solo per far legna, se si accetta di non essere un perfetto pioppo in un filare di pioppi, io mi sento una bellissima quercia cresciuta piegata dal maestrale
Verso la liberta'
Ciao Capitan Aubrey. Anche a me e' capitato di sentirmi cosi, ma oggi le cose stanno cambiando. Trovo interessante che tu abbia menzionato la mancanza di scopo. E' stato un mio tormento per molto tempo. I miei scopi originari si erano sbriciolati. E' molto difficile immaginare uno scopo nuovo e cercare di realizzarlo. Ci sono gli ostacoli e i dubbi. C'e' il mondo esterno che boccia li scopi non validi. Ci sono le "cose da fare". Io ho riempito il mio vuoto con le cose che mi facco sentire viva. Ho faticato. Ma ho faticato come, e dove, volevo io. Ho fatto cio' che pensavo fosse, ormai, irrealizzabile. Ho eliminato la parola "ormai". Un'altra cosa che mi ha aiutato molto e' smettere di pensare alle persone che mi hanno fatto del male, in modo piu' o meno palese. Ho smesso di rincorrere le persone ed ho rincorso i libri, ad esempio. Sempre faticando, ma la mia e' una fatica esplorativa. Ho fatto le cose che avrei voluto fare quand'ero piccola. Forse sei come me. Forse non ti viene naturale seguire alcune regole, o la vita ti ha sorpreso negativamente e le cose sono andate in modo diverso. Forse hai bisogno di inventare le tue regole, che le persone che ti circondano non capirebbero. Forse hai scoperto cose che non fanno per te. Forse la tua autostima si e' appoggiata a pilastri che ora non hanno piu' senso per te, forse sei cambiato. Io ti dico che cio' che mi ha salvata e' la fantasia. Ho creato una nuova solitudine che non fosse solo uno spazio per la sofferenza. Mi sono anche stufata di sentirmi sbagliata quando gli altri mi puntavano il dito contro, senza alcun senso. Ho coltivato le passioni che avevo avuto in passato senza un progetto, le ho coltivate perche' momento dopo momento avevano senso. E mi sono perdonata. La mia "anima", non sentendosi piu' rifiutata, ha ricominciato lentamente a parlare. E' stato piuttosto bello, non pensavo sarebbe piu' successo. Un saluto. Laura
Spero non sia troppo tardi
ti va ancora di parlarne? Se vuoi io ci sono, ti ho capito al 100% in tutti i tuoi ragionamenti e le percezioni, se ti va di parlarne ancora fammi sapere qui
Io mi sento ora esattamente come ti sentivi in questo momento. A distanza ormai di tempo sei riuscito a ritrovare una strada? La tua risposta potrebbe essermi di grande aiuto. Se solo sapessi che c'é davvero per ognuno di noi un modo per salvarci e che quando non ne possiamo davvero più, può arrivare a bussare alla nostra porta.. Sicuramente lo attenderei con maggiore serenità!
Abbiamo solo bisogno d' Amore che in questa società odierna sta scomparendo sempre più .. o meglio dire si ha paura sempre più di mostrare le propire emozioni..
Ti senti cosi perchè probabilmente sei una persona molto sensibile ed emotiva e dopo tutto quello che hai passato hai semplicemente bisogno d' amore.
Dobbiamo cercare di cambiare la nostra routine e non avere paura di conoscere nuova gente e buttarci nel nuovo, nel cambiamento, scoprire il diverso.
Il cambiamento può portare risultati positivi basta solo la forza di volontà e non aver paura di vivere!!
La vita è una sola e se stiamo li ad aspettare che ci sia un cambiamento senza fare niente.. ci sbagliamo di grosso !
Tutto dipende da noi !
un bacioooo e buona vita a tutti !!
M.
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Mi sembri nostalgico di qualcosa che non c'è mai neanche stata.
Sembri "vivere" assecondando la frase "la felicità è reale solo se condivisa" ma sembri prendere le distanze da un qualsiasi compagno di viaggio.
Secondo te perché non riesci a essere soddisfatto di quello che fai?
Perché non ammetti con chi ti è vicino di avere bisogno di aiuto? Mettili alla prova, potrebbero stupirti e restarti accanto, accompagnandoti in queste difficoltà.
Così come con il parente che ti sta pagando l'università. Usi quei soldi per mangiare, non per andare a divertirti. Se non lo dici apertamente le persone non possono rendersi conto di quello che vivi, ma potrebbero esserci davvero poi per te.
Cosa ti fa stare meglio? Magari anche chiedendoti questo riesci a capire in che direzione vuoi andare con la tua vita, perché al momento non sembri saperlo nemmeno tu.
Hai avuto un passato veramente difficile, ma lo sai benissimo anche tu che queste brutte esperienze ti hanno arricchito come persona... sono comunque una parte di te che probabilmente non supererai mai del tutto, ma che non puoi cambiare. Come ogni cosa che si vive, hanno sempre un aspetto ambivalente in cui si può trovare qualcosa di buono, anche se sembra impossibile con una visione superficiale.
Sembri una persona dotata di notevoli risorse, cerca di sfruttarle anche per cercare di stare bene. :)
Un abbraccio