Tag: accidia
Dom
23
Set
2018
Amiche amiche, e poi..
Amiche..amici.. Questa parola è tra le più usate e tra le meno ponderate, perché quando la si usa ci si deve pensare 3000 volte prima di capire davvero il suo significato. Da quando ho la macchina nuova ti ho portata in vacanza due giorni insieme nelle ferie estive (ovviamente con la mia macchina nuova, ok che mi hai pagato benzina e tutto) ,quando vuoi uscire vengo io a prenderti in macchina perché comunque devo fare la strada dove stai tu per arrivare in centro, e riaccompagnarti io, e rifare di nuovo ciò ogni volta che vuoi uscire..tu se mi vieni a prendere è solo una tantum in estate per fare la strada che porta al mare ed è vicino casa mia..tu la macchina ce l'hai ma la usi solo per andare a lavoro o farti le tue uscite (sempre se esci con le altre amiche usando la tua auto). Settimane fa è stato il tuo compleanno (odio festeggiarli ma vabè ), mi hai voluta invitare e io ci son venuta al tuo compleanno.... Salvo poi sapere lo stesso giorno che dovevo venirti io a prendere,avevo una rabbia perché ti aspetto sotto casa tua con la tua macchina davanti la mia,maledetta ... Io.... a .. prenderti..invece di vederci direttamente in pizzeria ah no deve stare bella comoda lei . PORCA BUTTANA LADRA ma sai qual è la verità? Che se fosse per me tu il compleanno l'avresti passato a casa tua a guardare i puffi, brutta stronza approfittatrice, in più una tua amica ti ha fatto apposta un regalo sgradevole per dispetto, perché ci provi con il suo ragazzo, hai una confidenza così fastidiosi con gli altri,fosse il mio ragazzo ti avrei distrutta.. Comunque ho goduto per quel orribile regalo ahahah! Ogni volta trovi il modo per fregarmi, eppure hai un bello stipendio non sei povera..mi hai rotto il cazzo con la tua aria da strafiga, sei buona solo a metterti mini vestitini trucco e tacchi ma la verità è che sei solo una gatta morta e anche peggio dato quello che mi racconti con tutte le storie che hai con gli uomini, e quanti uomini! Dovresti baciarmi il culo per quanto sono stata buona e paziente a non incazzarmi, ma le battutine te le ho fatte, ovvero "di lasciare la macchina a casa sennò si rovina mi raccomando" . Dietro quell'aria da ragazza "ok" si nasconde solo egoismo e stronzaggine infatti gli uomini ti sfruttano perché sanno che con te si può. avevi detto che al compleanno avresti bevuto ecco perché dovevo guidare io invece sei stata una rincoglionita tutta la sera e non hai bevuto nulla, in più il mio regalo l'hai dimenticato nella mia macchina e l'hai aperto per ultimo. .A bella, vattene a fanculo dai, più cresci più diventi una deficiente, usa la testa no la f...a, sopratutto con maschi. Vaffanculo stronza , sti cazzi che ti scorazzo più in giro
Lun
27
Ago
2018
i vostri peccati capitali
quali sono i 3 peccati capitali che vi definiscono? e perchè? i miei sono accidia: sono pigra e non ho mai la voglia/coraggio di mettermi in gioco e fare cose per me stessa e per gli altri, vivo vegetando > orgoglio: il fatto di stare "sempre ferma" mi rende superiore agli altri e qualsiasi persona o fatto che mi minaccia mi irrita > invidia: la costante sensazione di impotenza mi fa invidiare il successo degli altri anche se, appunto, sono troppo orgogliosa per ammetterlo e troppo pigra per muovere il sederino. da qui il ciclo riprende.
commentate, il più disagiato/a vince una serata a suon di jojo references
Dom
05
Ago
2018
La mia odissea, perdita di speranza verso l'umanità e me stesso.
Il mio sfogo comprende vari vizi capitali, quindi alla fine l'ho buttato in altro.
Sono invidioso per chi nella mia stessa situazione ha potuto di più, magari in termini economi o di dove è vissuto, permettendosi vie più semplici, di chi ha ricevuto affetto nella propria vita e riesce ancora a sentirsi compatibile con le persone.
Accidia, perché nel mio stato attuale e visto le uniche scelte che posso fare preferirei mille volte abbandonarmi a me stesso e non fare nulla.
Ira, per le istituzioni che non mi hanno mai calcolato, verso qualsiasi scherzo del destino che ha peggiorato la situazione con mio padre e tutte le persone (alunni, professori) colpevoli ormai della mia misantropia e desensibilizzazione verso il rapporto sociale.
Voleva essere uno sfogo pieno di risentimento verso questo mondo, e tutto il negativo che continua a rinconcorrermi, ma a un certo punto è diventato estenuante tanto da trasformarsi in una cronaca dei fatti. Ma mi sono sfogato.
La mia è una situazione abbastanza particolare, a seguito di atti di bullismo piuttosto pesanti ma non necessariamente gravi (la colpa è anche la mia, sono sempre stato una persona troppo sensibile e non inteso in senso positivo) passo i miei 3 anni delle medie a pelo con tante assenze, anni in cui ho probabilmente sviluppato anche la maggior parte dei miei meccanismi antisociali, nonostante sia rimasto per tutto il periodo sempre il "primo della classe". Già da allora non avevo nessuna ragione in particolare per studiare, ma il mio essere abbandonato a me stesso, l'essermi abituato ad essere quello che studia e la mia inesistente vita sociale mi ha fatto passare tutti i pomeriggi di quegli anni sui libri, così da eccellere anche senza essere particolarmente intelligente. Ironicamente ciò mi ha portato la maggior parte degli asti della classe, rendendo poi in futuro lo studio un trauma per me.
Iniziate le superiori, stavolta mi ritrovo a che fare col bullismo fisico e contemporaneamente, a seguito di una malattia fulminante, mio padre diventa infermo mentale. Siamo sempre stati tre in famiglia, quei pochi parenti esistevano soltanto dalla parte paterna e quindi ci siamo ritrovati completamente soli. I miei hanno iniziato a spostarsi per cliniche psichiatriche servite dal SSN, ritrovandomi da solo a casa. Da quel momento in poi ho vissuto completamente da recluso, abbandonando la scuola (senza mai aver ricevuto visite da assistenti sociali) fino ai miei 18 anni. Parliamo quindi di un periodo di circa 4 anni. La situazione in casa era brutta, ma ero solo, mia madre era già depressa di suo. Dai 14 e mezzo ai 17 anni - anche perché la nostra situazione economica era ed è ancora da mani nei capelli, sopravvivendo grazie a qualche soldo messo da parte negli anni - tutto ciò che ho avuto è stato questo portatile cui regge ormai a malapena Chrome e la connessione ad Internet. Non avendo quindi un computer con cui videogiocare ho passato i primi anni della reclusione semplicemente guardando quantità industriali di serie tv, poi anime (la mia passione più grande ma forse anche la mia rovina finale, per le aspettative che mi ha creato durante quella particolare fare dell'adolescenza verso la vita vera) e qualche film. Il tutto dormendo alle 10AM e svegliandomi a caso dalle 15-18PM. Non mi interessava avere contatti sociali, ne avevo pieno le scatole, e non riuscivo a trovare nemmeno luoghi in italiano in cui includermi online. Così il resto dei miei svaghi era visitare imageboard, reddit, qualsiasi sito in lingua inglese lurkandoli per ore intere senza mai partecipare alla discussione. Anche perché a furia di alimentare questo vizio, sono arrivato a capire quasi completamente l'inglese scritto di getto, ma non saper comporre due frasi più profonde.
Verso i 16 anni ho iniziato a sviluppare una profonda depressione, non ne potevo più, iniziavo a sentire le ansie del mondo esterno (sempre grazie ad Internet) ma allo stesso tempo ero paralizzato. Da lì un vuoto totale. Verso la fine dei 17 anni ho iniziato a dormire soltanto qualche ore a notte, disperato ho trafugato ansiolitici di mio padre e sia per colpa loro che grazie a loro appena sono scattati i 18 ho festeggiato fiondandomi nel CSM della mia città.
Un mese dopo sono riuscito ad avere il mio primo appuntamento con lo psichiatra, mio primo ricordo lui a telefono che si lamentava dei turni in più da fare al Centro a causa di un corso d'aggiornamento svoltosi di recente, tutto davanti a me quando già da solo mi sentivo di troppo. Il colloquio durò cinque minuti, solita coppia di antidepressivo+benzo e sei colloqui psicologici. Finì al Diurno, un gruppo di ragazzi tutti esuberanti e senza freni che gettavano ombra su di me. Tutto ciò che facevamo erano delle passeggiate per le vie del centro con due infermiere che stavano aspettando la promozione in modo da finire in qualche ospedale, ero invisibile, non mi facevo sentire, abituati a quelle persone così esasperate nell'esporsi io sembravo al confronto già guarito. Le "visite psicologiche" consistevano soltanto nel raccontare cosa sperimentassimo al diurno e non riuscì ad avere più contatti con lo psichiatra, costringendomi a smettere con l'antidepressivo visto la nausea che mi portava.
L'ansiolitico però stava agendo, non avevo più troppa ansia ad uscire di casa da solo, bastava non dovessi parlare con nessuno, e dopo qualche mese la mia fuga dal CSM e l'impossibilità a detta del medico di base di frequentare altri posti convenzionati (qualche altro Centro magari) se non della mia città, chiesi a mia madre il sacrificio e iniziai a vedere uno psichiatra privato.
Mi prescrisse un altro tipo di antidepressivo e un ansiolitico più potente, dovendo mettere una pezza e sostituire Xanax e Tavor che ormai nel casino generale prendevo assieme entrambi massima dose. Stavolta l'antidepressivo fece il suo effetto, incominciai a voler uscire di casa, prendevo il treno per visitare qualche città vicina che gradivo, sedermi in qualche parco ecc... ma allo stesso tempo mi castrò completamente a livello sessuale e iniziai a provare sempre meno emozioni. All'improvviso ho aperto gli occhi verso un sacco di cose, ma ciò mi ha portato ad invidiare tantissimo quelle poche persone che conoscevo o potevo conoscere. In 19 anni della mia vita non sono mai andato a fare una vacanza con i miei genitori, nemmeno al di fuori della provincia della mia città. Non ho avuto gli effetti di un parente, nonni, zie.. tuti inesistenti. L'auto non c'è mai stata, non avevo mai avuto la possibilità di partecipare a quei pochi eventi culturali della provincia visto che tutti i mezzi dopo le 21 sono fuori uso. Parchi divertimento, luoghi turistici, culturali, di scambio sociale.. nulla, ero vuoto, come appena nato. E per la prima volta ho iniziato a rosicare forte per ciò, chiunque conoscessi era stato almeno 3-4 volte all'estero, chi con la passione di Anime e Manga si faceva varie fiere italiane, appassionati d'arte ai circoli di Van Gogh, di musica ai concerti, un parco divertimenti... nulla di niente, e oltre alla brutta invidia ero anche povero di esperienze, nulla da raccontare, il mio io non esisteva più. Ora mi ritrovavo a desiderare quelle cose, ma ancora naturalmente impossibilitate a farle a causa della situazione economica, ed in più mi ritrovavo pure castrato. Non ché abbia mai avuto un particolare interesse nel fidanzarmi a breve, soprattutto conoscendo la mia situazione e sapendo di non poter offrire nulla ad un eventuale partner, oltre a non sapermi relazionare con un dottore figuriamoci con una fidanzata, ma quell'effetto in più metteva definitivamente fine ad un altro aspetto della mia vita. Inoltre il mio carattere è sottomissivo, volevo essere io la ragazza da proteggere, iniziai a provare invidia verso i bei vestiti che potevano indossare le ragazze e le attenzioni che ricevevano. Magari invece il giorno dopo volevo apparire elegante in giacca e cravatta. Un casino, su quest'argomento mi fermo qui.
A detta dello psichiatra mi serviva una psicoterapia, ovviamente al CSM ci ero già passato quindi via anche lì di privato. Online se ne trovano tantissime, tra cliniche, a metodi, che ti promettono di sbloccarti anche dalla più forte ansia sociale di questo pianeta, ma i soldi già è tanto che li stavo facendo uscire (sono consapevole di quel che ci è rimasto da parte e dell'entrate della pensione di mio padre) quindi sono finito in un piccolo centro privato della mia città a "basso prezzo" (meno di 150 euro al mese, 1 volta a settimana). In due mesi ho capito di aver fatto una cazzata, siamo partiti dal fatto che ero già a buon punto perché l'approccio che sembra essere più usato adesso è quello cognitivo-comportamentale, e riscontrando in me una capacità analitica di livello molto alto, praticamente era fatta. Il problema è che posso rifletterci anche mesi interi su "questo non è così perché ovviamente non fanno questo ragionamento ecc.." ma la mia paura, ansia, è proprio istintiva. Arrivati al punto mi blocco, divento un pezzo di ghiaccio, invisibile. Al ché quindi siamo partiti da cose come vai in questo negozietto e comprati qualcosa, magari scambiando due chiacchiere col cassiere, cosa che più o meno riesco anche a fare (se so di star andando lì a spender soldi). E lì la rivelazione, seguendo questo metodo di terapia e vista la mia situazione bisogna per forza partire così lenti, facciamo finta anche soltanto un anno, quanti soldi dovrei spendere? Di colpo mi sono pentito della scelta ed infatti ho intenzione di non presentarmi più dopo le ferie. Allo stesso tempo avevo smesso di contattare del tutto lo psichiatra, sempre per soldi, e così ho iniziato a dismettere da solo l'antidepressivo che mi stava facendo impazzire. Il calo di umore si è sentito contemporaneamente al ripristino parziale di alcune facoltà sessuali, e all'iperattività diminuita. Gli ansiolitici sono rimasti lì perché senza non dormo nemmeno 30 minuti e ho paura di poter fare qualcosa di grave con un periodo di insonnia così a lungo termine.
Da qualche anno il fenomeno degli "Hikikomori" ha avuto un medio momento di notorietà grazie a qualche organizzazione fondata di recente, ma appunto esso si isola volontariamente, io in realtà oscillo di nuovo anche su ciò ma ovviamente tutte queste strutture (sempre al Nord, poi) prevedono che siano i tuoi genitori dietro ad esserci, perché appunto devono essere loro a volerti fuori e non tu di tua spontanea volontà, quindi sono tagliato fuori.
Il resto, riabilitazioni NEET tramite associazioni (ho visto qualcosa anche per chi ha la terza media, che appunto puntava molto fortemente anche alla riabilitazione sociale) o scuole superiori sperimentali sempre su questo verso sono tutte situate Torino-Milano.
Nel mio paesino c'è giusto un serale, potevo scegliere fra industriale (elettronica-elettrotecnico) o moda, e non se ne parla molto bene.., anzi. Non ci sono nemmeno i fondi per il biennio ma nemmeno quelli per un piccolo corso in modo da passare al terzo anno direttamente, quindi in qualche modo, conoscendo anche qualche 50enne abbastanza messo male che parteciperà sicuro alla classe, finiremo magicamente tutti direttamente al triennio.
Io è come mi sentissi su una frequenza differente rispetto agli esseri umani ma sfortunatamente o fortunatamente sia perché mi presento abbastanza bene (coi farmaci sono diventato da sottopeso a normopeso), sia perché è come che agissi sempre in terza persona, tutto il mio malessere interiore non si nota. Quei pochi che ho conosciuto magari al CSM facendo il paragone con i loro figli mi hanno pure detto, se non ce la fai tu come potrebbero farcela loro. Eppure il mio è un malessere che corrode, d'incomprensione, come se interagisse un robot al posto mio durante una conversazione. Fingo, mento su tutto. L'aver avuto mio padre in quelle condizioni mi ha sempre represso, quando veramente sono arrivato a limiti estremi non ho mai tentato brutti gesti pensando a mia madre, e dico brutti qua quasi automaticamente perché è come che fosse la norma farlo ma in realtà non lo penso davvero, oppure richieste d'attenzioni forti quando ero adolescente come scappare di casa, dalla disperazione. Tutto ciò mi è rimasto, persino con la mia terapeuta sono bastate due sedute per poi entrare in un circolo vizioso facendogli capire che ci stavo provando e non penso alla mia vita ormai come finita o su come sia insostenibile tutto quel percorso.
Mi vedo vuoto, con quei piccoli desideri irrealizzabili, e altri tre anni da sopportare in un posto che già so mi toglierà tutte le speranze di questo mondo, preferirei mi dicessero vieni in una prigione dove si studia duramente dalla mattina alla sera e vivere come un robot. Invece dovrò reggere mentalmente e mi viene da ridere perché soltanto pensando a come vedo io attualmente l'esistenza, mi sembra tutto così senza senso. Perché le persone continuando ad andare avanti? Cosa le spinge? Chi magari lavora 15 ore giusto per sopravvivere e non ha una famiglia. Io dopo 10 anni sto impazzendo, lo sento. Per me sarebbe impossibile, ormai ogni minima interazione è uno stress mentale. Ora sono tutti partiti per le vacanze, ma anche uscire quelle poche volte con un piccolo gruppo di conoscenti per mangiarsi una pizza (avevo ristabilito qualche contatto delle elementari) per me era uno stress mentale incalcolabile, oltre a sentirmi fuori contesto in questa società dove sembro incontrare sempre qualcuno che più o meno ha iniziato a credere in qualcosa, e cerca di vivere la sua vita, io mi sento come un osservatore che non ha nemmeno più la voglia di partecipare.
Ah, al serale mi sono iscritto anche se la tentazione di chiudermi a riccio nei miei anime (tanto chi mi verrebbe a dire nulla) e "non vivere" fino a quando non sarò impazzito del tutto, visto le alternative, è sempre lì presente come una gazzella che fissa la sua preda.
Lo so, sono stato prolisso, è mia abitudine.
Lun
09
Apr
2018
Non lo so
non capisco bene cosa mi sta succedendo in questo momento.
ho perso diversi amici, il che rende difficile trovare qualcuno al quale traccintare ciò che mi passa per la testa.
non mi sto godendo nemmeno un secondo della mia vita.
non so se cercare un ragazzo o restare da sola, perché i ragazzi mi annoiano in fretta.
non capisco se sono io ad inciampare costantemente in casi umani che non suscitano il mio interesse o se è colpa mia, che evito i rapporti umani snobbandoli tutti.
non lo so, aiuto.
Mar
30
Gen
2018
I moderni la chiamano accidia e gli antichi aegritudo.
Sono stato uno studente brillante durante la mia intera carriera scolastica. Negli ultimi due anni di liceo mi sono un po' perso: i risultati c'erano. Non c'ero io con la testa. Studiavo solo quello che mi piaceva, dedicando alle altre materie quel poco di tempo che mi permetteva di mantenere la stessa media (o quasi). Avevo sviluppato un'apatia totale verso la scuola, ma, soprattutto, verso la vita. I giorni scorrevano come granelli di sabbia fra le dita. I miei amico hanno notato che la mia timidezza se non scomparsa, era perlomeno affievolita. In realtà era la mia totale indifferenza verso il mondo circostante ed esterno da me a dare l'impressione che fossi sicuro di me o addirittura "sprezzante" rispetto a quello che gli altri pensavano di me. Avanti veloce fino all'università. Un anno buttato a frequentare una facoltà che non mi piaceva (ma era organica al capitale: ergo, mi avrebbe permesso di trovare subito un lavoro, smettendo di pesare sulle spalle della mia famiglia, condizione assolutamente detestabile, per me). Quest'anno ho deciso di darmi una possibilità, regalandomi il privilegio di una facoltà più "riflessiva". Speravo la metafisica mi saltasse da questa realtà. A questo punto ho dato 2 esami sui 4 previsti questa sessione. 29 e 30 e lode. Studio minimo. Mi sento la stessa apatia addosso. Forse anche peggio. Dovrei essere felice e motivato, a questo punto. Ma non lo sono. Lascio a metà ogni prigetto che inizio. Ogni volta che prendo un bel voto mi sento un impostore. Dato il prossimo esame, credo che andrò in terapia.
Sab
09
Dic
2017
Sogno d'amore
A metà settembre scorso conosco una ragazza Ceca, in Italia da molti anni, 25enne, più giovane di me, con un bambino nato da un suo coetaneo con cui ha chiuso due anni fa. Vive con i suoi genitori ed il bambino a 25 km da me. Iniziamo a uscire. Lei introversa caratterialmente, si concede poco, ogni tanto mi da' rispostacce ma si vede che tiene a me. Quando usciamo si vede qualcosa di magico, non mi chiede nulla di particolare, basta solo la reciproca presenza. Niente terzi uomini strani, niente ombre. Ogni tanto l'ex , padre del bimbo le scrive, ma lei si nega sempre.Lei è corretta e leale, ci scriviamo molto ogni giorno. Problema: lei va a scuola la sera, quando io non lavoro. E spesso non combiniamo a vederci. Inoltre la mamma spesso fa i turni di notte nel fine settimana. Quindi se la mamma lavora lei resta a casa col piccolo (il padre di lei è inaffidabile). Per questo ci vediamo mediamente una volta a settimana. Dopo i primi baci finiamo "a letto" i primi di novembre ma niente. Lei non sembra pronta per il sesso ed io non insisto e non glielo faccio pesare. Io comunque mi sento preso. Due settimane fa decidiamo di andare sabato e domenica a Venezia e, stessa scena, lei non si concede. E io, il giorno dopo le dico chiaramente che qualcosa non funziona. Lei mi dice "io ho i miei tempi ma voglio stare con te".Ero sul punto di lasciarla ma la perdono. Le credo. Sento un sentimento verso lei. Settimana scorsa le dico che vado a casa dei miei distante 600 km, li vedo poco. Lei comprende. Io rielaboro il "caso Venezia" e domenica scorsa ridiscutiamo. Lei esasperata mi dice di andare oltre e che non ha senso star lì su cose già chiarite. La sera di domenica un suo amico (che era stato suo ex e col quale non aveva più grandi rapporti di amicizia. Anzi lei mi aveva parlato di lui in precedenza dicendomi di averlo lasciato perché non lo amava e di aver rovinato anche l'amicizia) fa un incidente mortale. Lei me lo dice, io reagisco con freddezza. Torno "su" col treno il lunedì, lei annulla il nostro incontro di martedì perché dice di andare in ospedale con gli amici: il ragazzo è grave e sta per morire. Io le dico ok fammi sapere se questo fine ci vedremo. Ne parliamo martedì, decidiamo di vederci o domenica (questa) o lunedì. La sera lei va in ospedale (questo dice) ed è irreperibile tutta la sera. Io preoccupato esco con un amico ma mi perdo (risparmio dettagli), il cell va in panne. Riesco a riaccenderlo solo la mattina alle 10.30. Trovo messaggi preoccupati dei quali uno alle 03.00. Le racconto tutto. Lei irriconoscibile mi dice "ok spero tutto apposto ma non ho voglia di parlare e comunque stasera non ci vedremo perché ho da fare". Chiedo spiegazioni. Lei, che solo la sera del lunedì mi aveva dichiarato un Sebtimento sicuro al 100%(parole sue) mi dice: sai come sto. Dopo quello che è successo non ho voglia e forze ler uscire con nessuno". Insisto ancora, le chiedo un confronto dal vivo ma lei mi dice di voler chiudere la nostra frequentazione di due mesi e mezzo e da mercoledì pomeriggio è latitante. Nel frattempo il ragazzo ahimè muore. Per motivi di sintesi ho omesso un mondo di particolari. Io sto male. Ho pensato di andare davanti scuola la prossima settimana (questo fine sono riscappato lontano perché sapevo che non ci saremmo più visti) oppure di aspettare, oppure di inviarle dei fiori. Non so se è solo scombussolata dal momento e arrabbiata con me-e quindi la situazione è recuperabile- oppure la sua decisione è definitiva. Io ovviamente non ho più insistito da mercoledì ma sto da cani.
Sab
19
Ago
2017
Non ci capisco niente
Salve a tutti.
Vorrei parlarvi del mio "amico" ...in questo sfogo lo chiamerò Rinale (che fa rima col suo vero nome).
per due anni siamo stati ottimi amici, migliori amici. Abbiamo condiviso un sacco di cose, come due fratelli. Avevamo spesso degli intoppi ma si risolvevano in pochissimo tempo! In questi due anni ha avuto SEMPRE la mia spalla su cui appoggiarsi, io anche ho avuto la sua!
Dopo due anni una mattina si sveglia e mi dice che sono pesante, per poi sparire nel nulla per 5 mesi.
dopo varie mie prove nel capire cosa fosse successo, dopo tentativi di chiarire con Rinale e porte sbatture in faccia, mi sono arreso.
Rinale mi ha contattato in questi giorni dicendo di volermi vedere per ritornare come prima...
(ve l'ho fatta molto breve)
L'ho viso e sono stato freddo come non mai, perché un amico non si comporta come ha fatto lui. Quindi ho lasciato le cose come stanno, nonostante io voglia tornare come prima. Ma a parer mio, le cose rotte non si possono aggiustare...
che Rinale di amico.
accetterei consigli da parte vosra....
CHE NERVI !
Ven
24
Feb
2017
Sogno una Volontà Titanica
No, non sono riuscito neppure oggi. Eppure mi ero scritto un programma, calcolato le tempistiche e ogni cosa. Mancava solo questo: studiare. Cosa mi abbia poi tenuto lontano dai libri è un mistero anche per me: sicuramente non erano gli eventi mondani, nè i miei interessi extra-universitari, che ho accantato per concentrarmi sulla sessione. È la paura. Ho dannatamente paura di impegnarmi e fallire. Non c'è cosa che mi dia più timore di ciò. E intanto non mi sono presentato. L'umiliazione c'è comunque. E tanta. Brucia come una ferita aperta sul sale. Non merito la comprensione di nessuno. Merito derisione, sdegno, la gogna! Domani la vergogna verrà pubblicamente annunciata. La mia diligenza negli studi mi ha definito fino ad ora. Ma negli ultimi sei mesi....dopo quella grande delusione accademica....ho perso ogni passione, tutta la mia sicurezza. Forse, ho sbagliato facoltà. Forse non ho il coraggio di ammettere che vorrei fare qualcosa di più semplice, verso il quale sia più portato. Ma non importa. Sul piano professionale mi sentirei sminuito, vuoto, inconsistente. Della mia passione ne farò un hobby. Però ora è meglio che studi. Sul serio. O mi ritroverò a 25 anni ancora bloccato qui, senza laurea, senza la spina dorsale necessaria per affrontare di petto i problemi che fino ad ora ho evitato. Rimarrò debole finchè lo desidero ( è la via facile...). Sono al primo anno e già salto appelli su appelli. La vita mi ha già esaurito. Son superficiale e vanaglorioso. Frivolo, superficiale e inconsistente. Mi sto sabotando con le mie stesse mani, con un'abilità tale che rasenta il geniale, per la creatività con cui si manifesta. Tantalo, che mangiò i propri figli, è un misero principiante al mio cospetto. Anche con questo sfogo sto procrastinando lo studio per la prossima sessione. Beato Lucifero! Perlomeno lui fu coerente nelle sue scelte, pur disastrose! Non agogno che questo: una Volontà Titanica: che abbia ali abbastanza robuste e imperiose da sollevare da terra i miei sogni monumentali!
Ven
17
Feb
2017
Cosa fate per allontanarvi dalla monotonia quotidiana?
Come vi alienate dal vostro quotidiano? Cosa fate per non essere sempre in balia della tediosità ?
Mer
29
Giu
2016
Sono una IGNAVA
Oh che posso dire... dopo un attenta analisi interiore sono arrivata a capire che purtroppo sono fatta così. Ho pregi e difetti come tutti. Credo di avere una sensibilità spiccata nell'ascoltare la gente, nel prendermi a cuore certi argomenti, nel trattare con serietà e concretezza problemi di vita pratica o problemi etici ma... mi rendo conto che su certe cose non riesco a prestare attenzione. Non sono una ragazza superficiale appunto però certi argomenti di attualità, politica, dinamiche della società proprio non mi interessano. Per quanto riguarda l'idea politica l'ho chiara e infatti quando vado a votare almeno lì sono informata, non voto a caz*o. Però perché mi sento in difetto al riguardo? Beh perché lo sappiamo tutti: "tu in questo mondo ci vivi, dovrebbe fregartene, dovresti informarti, farti un opinione, essere sul pezzo.... gente come te rovina il paese". Lo so. Ma per quanto io ci provi non riesco. Provengo da una famiglia di cultura non siamo dei caproni. Ma fin dall'adolescenza ho mostrato un carattere non apatico ma menefreghista a certi argomenti. La mia professoressa di italiano mi ha appellata "ignava" una volta. Anche nei rapporti interpersonali con amici io sono sempre quella a cui bene o male va bene tutto (salvo in rare occasioni) non sono mossa da spinte per scalare nella mia carriera lavorativa, mi va bene il mio lavorino sicuro e mi faccio trasportare così, dalla corrente. E dire che di interessi ne ho: sono appassionata alla fotografia, suono diversi strumenti, parlo 3 lingue, mi piace la pittura e l'arte e così via, non sono vuota. Invidio una ragazza che conosco alla lontana che su di me in generale suscita fascino. Lei, più giovane di qualche anno di me, è interessata alla politica, spesso su facebook argomenta fatti mostrando di interessarsi. Brexit, isis, politica, tasse, borsa, ministri, partiti... Io non è che vivo su marte, le sento anche io queste cose... ma cosa devo dire: non mi interessano. Ho provato tante volte a mettermi lì e a dire: ora mi leggo questo giornale, mi informo, mi mi mi... dopo un po chiudo perché mi perdo o poco mi interessa e non è che leggo giornali di gossip eh? Non li posso proprio reggere, piuttosto preferisco libri. Ascolto i tg o leggo qualche notizie per internet, ascolto giornalmente la radio. Le cose le sento, le vivo ma mi scorrono addosso. Lei la invidio perché sembra una persona informata, pragmatica, con un opinione costruita e ben formata, sicura delle proprie opinioni e scelte mentre io... io boh vivo e basta senza pormi tanti problemi. Sono una brutta persona.
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