Tag: depressione
Lun
21
Mar
2016
Senza Titolo
L'atteggiamento che hanno a casa mia nei confronti della depressione è molto sconfortante...
Voglio capire a cosa serve negare il responso del medico. La vedono Com una sconfitta personale avere una figlia in depressione? Ormai credo sia così... molto meglio negare l'evidenza e fingere che la malattia non esista, che sia una di quelle cose che capitano solo a chi ha disgrazie gravissime e inappellabili.
Io ho trovato il coraggio di dire ai miei della depressione anni e non sono creduta, pensano voglio solo attirare l'attenzione e fuggire dai miei problemi. Ma non è così! Ho chiesto aiuto anche al medico e sto cercando un tutti i modi di risollevarmi con le mie forze! Ma nessuno mi aiuta, mi sento incompresa e sola nell'affrontare questo "nemico"...
Dom
20
Mar
2016
Ho la barba e sono femmina
Sono una ragazzina di 14 anni...E mi vergogno dirlo....ma ho la barba,una barba scura,nera. Soffro di irsutismo e ho i peli dappertutto, sono la piu pelosa tra la mia famiglia. Ho più peli io che i miei compagni di classe maschi. Sono andata a fare diverse visite mediche,da genicologi a dermatologi...per poi finire dall'endocrinologo. Sono troppo grassa e mi odio troppo. I medici non vogliono darmi la pillola per il fatto che io sia troppo obesa. Ho cercato di dimagrire...ma non ci sono mai riusciata. Cazzo...ho i peli dappertutto, i peli nel culo,nel petto,nella pancia,sulle coscia,troppi peli nel viso.... tutto ciò mi ha portata all'autolesionismo. Io non so che fare. Non ho mai detto a nessuno di avere questo problema (apparte i miei che lo hanno notato)...più volte mi guardo allo specchio,più volte mi odio e ci rimango di merda. Non sto passando un bel periodo...i miei amici non mi danno tanto la giusta attenzione, sono caduta nella depressione,penso che non valgo nulla e che nessuno mi vorrà mai...e ultimamamente penso al suicidio. Non so se ci sarà qualcuno che capirà.
Mer
16
Mar
2016
Resterò sola.
Ho 25 anni e due malattie croniche limitanti.
Sento di non avere piú speranze nella vita, solo soldi da uscire per stupide visite mediche e farmaci che mi faranno ulteriori danni.
La mia famiglia, composta da mia madre e mia sorella, se ne frega completamente della mia salute e nonostante le parole dei medici mi tratta come se potessi fare facilmente anche ciò che mi é vietato dalla malattia.
Mio padre ci ha abbandonate dopo aver collezionato debiti mostruosi andando a caccia di soldi facili per mantenere una ragazza madre di quelle che usano le loro storie pseudo tragiche per addolcire uomini idioti e farsi fare regali di ogni tipo. Ora lavora di nuovo e probabilmente guadagna anche bene, ma fa tutto in nero per non essere costretto a passarci un centesimo dato che la signorina ha bisogno di fare acquisti dai negozi da 200€ a magliettina. Ogni tanto delle persone mi dicono di vederlo per strada felice e sorridente nonostante sia a conoscenza del fatto che mia madre ha un lavoro di merda che non porta niente a casa e che io mi ritroco in questa situazione tremenda.
Il mio ragazzo é tanto buono da aiutarmi economicamente con le spese mediche, ma per quanto durerà? Piú vado avanti e piú peggiorano le cose, aumentano i miei limiti e aumentano le spese e mi chiedo...ma chi lo obbliga a prendersi questo fardello?! So che tutti pensano a qualche risposta romantica, ma se comincio a pensarci anch'io mi sento peggio perché non merito nulla di tutto questo. Non possiamo uscire se non raramente e con mille attenzioni, sono spesso depressa ed anche peggiorata esteticamente visto che la mia dieta é povera di frutta e verdura e non posso fare attivitá fisica...sono solo un peso, non una persona che merita attenzioni.
Se le cose andranno avanti cosí inoltre non potrò nemmeno avere figli perché non posso badare a me stessa...quindi a che serve portare avanti questa relazione?! Io lo amo da morire ma non posso dargli nulla e se lui adesso ingoia il boccone amaro i suoi prima o poi gli diranno: "ma perché stai con lei?".
Sento che resterò sola, sola per sempre. Nonostante la sua gentilezza non é in grado di affrontare questa situazione e spesso nei periodi peggiori sembra tenermi il muso. Lui dice che lo fa perché si preoccupa per me, ma non posso fare a meno di pensare il contrario.
Sono sempre stata molto indipendente e avere gli altri che puliscono, lavorano, fanno la spesa al posto mio mi fa sentire malissimo...sono una mezza donna o peggio un mezzo essere umano.
Ieri notte mi sono svegliata in presa ad un mezzo attacco di panico. Dove finirò in questa vita?! Come?! Con chi?!
Vorrei tanto sparire per sempre e non sentire piú nulla, vorrei avere il coraggio di fare qualche sciocchezza...
Dom
06
Mar
2016
La mia ex mi odia
Premetto che ho letto un po' di post e vorrei parlarvi di un mio problema, ma non si tratta di peccati (mi viene in mente una canzonaccia se ci penso "padre mio se voi lo sapeste, ho commesso un grave peccato, laulaliulaliulalallà").
Il problema è come da titolo. La mia ex mi odia. Non stiamo più insieme da tempo ma mi sembrava che si fosse amici, e invece mi sbagliavo. Anzi, un po' me lo sentivo, ma oggi sono rimasto veramente male. Forse è un bene, invece, perché mi sembra di aver aperto gli occhi. Mi rendo anche conto di non farcela a spiegarmi in poche righe, ed è tardi, sono stanco. Forse posso buttarla là con un'introduzione, poi se mi rispondete darò tutte le precisazioni necessarie.
Provo a cominciare. 48 anni io al momento, lei 10 di più, ci conoscemmo 8 anni fa, io italiano lei straniera. Lasciati da 3 o 4 anni e rimasti sempre in contatto, ma lei da un po' di tempo fa le pulizie a mia madre che vive sola, oltre 80 anni, e anche a casa mia che vivo da solo, almeno una volta alla settimana.
Il fatto è che ho notato - impossibile non notarlo - che quando entra in casa mia non vede l'ora di andarsene. Siccome ho problemi di salute e sono depresso non posso fare a meno del suo aiuto. Sbagliando cerco anche contatto umano, non mi dispiace la sua compagnia (non parlo di sesso in questo caso). Mi dispiace di dipendere da lei, mi rendo conto che cerco accudimento, in più sono reduce da un incidente d'auto, sei mesi fa mi sono operato ad una spalla e lei mi ha accudito, ora sono un po' migliorato ma molto depresso, lei arriva e trova la casa in condizioni pessime, piatti da lavare ecc. Chiarisco che è pagata. Per il fatto che ogni volta ci sta poco, le ho chiesto di venire una volta sola alla settimana e starci di più, invece che due volte tre ore sole. Le avevo chiesto di cucinare per me dopo che avessi fatto il bagno in tarda mattinata. A volte sono debole, e dopo un bel bagno trovare pronto da mangiare per me scapolo è una cosa che mi fa star bene, altrimenti cedo alla stanchezza, non cucino e nemmeno mangio. E' arrivata tardi, io sono uscito per la spesa e abbiamo mangiato dopo le 14, quindi contavo di fare il bagno nel pomeriggio, un'oretta dopo pranzo, ma è venuto a trovarmi un amico per fare un lavoro burocratico che gli ho commissionato, e scaricando dei moduli dalla rete siamo arrivati alle 17. Aspettavo di fare il bagno dopo che se ne fosse andato ma lei se ne è andata facendosi dare un passaggio da lui.
Bè, a che serve un'altra persona per fare il bagno direte voi? Diciamo che convalescente, in una casa ancora senza mobili, manca ancora l'armadio e lo specchio di camera, avrei voluto che uscito dal bagno mi preparasse un tè caldo, poi mi sarei sdraiato a riposare, ci saremmo salutati e via. Ma mi sa che chiedevo troppo. Il fatto è che vivo da malato in una casa che è ancora un cantiere. I problemi sono tanti e io sono diventato dipendente dalle sue cure. Boh. Mi rendo conto che sono solo al mondo. Mia madre comincia a non starci più con la testa, non ci si fa più un discorso serio, ed io ho mantenuto l'amicizia -dipendenza con la ex. Che una volta mi amava ma ora gli sto sulle scatole. Che dire di più? Sarebbe un discorso lungo, magari ne parliamo.
Buona l'idea di questo forum dove sfogarsi.
Arrivederci.
Nickname
PS - Il titolo del mio post non corrisponde al contenuto-accaduto, me ne rendo conto: diciamo che questo avvenimento mi ha fatto riflettere. Ho scritto che mi odia perché mi sono accorto che questo "fastidio" che manifesta nei miei confronti a mio parere si avvicina all'odio vero e proprio.
Buonanotte.
Intervenite numerosi!
Mer
02
Mar
2016
Aiuto!
Vorrei svegliarmi domani e non avere più i pensieri ossessivi di insoddisfazione ed inadeguatezza che mi perseguitano.Vorrei fuggire da me stessa.
Sab
27
Feb
2016
E nel pensier rinnova la paura.
Questo sfogo nasce dalla profonda frustrazione che provo in questo momento della mia vita, né attribuibile alla salute, né alla mia famiglia, né al mio amore.
Il mio problema è la mia tesi e più me ne lamento, peggio sto... meno me ne lamento, peggio sto.
Mi sembra di essere entrata in quel dannato circolo vizioso che alcuni chiamano "blocco dello scrittore" e che altri chiamano... boh, come lo chiamiamo?
E' già la seconda che scrivo, è già la seconda che patisco, soffro nel mettere alla prova me stessa e nell'affrontare i miei limiti. Umana sì, stupida? Forse. Essermi imbarcata in qualcosa più grande di me, come lo è questo lavoro, di sicuro è da stupidi.
Sento un improponibile senso di responsabilità che giorno dopo giorno mi schiaccia, mi dilania e mi provoca fiumi di lacrime. Non mangio, non dormo ma quel che è peggio: non produco.
Non produco qualcosa che E' GIA' ALLA SUA FOTT*TA FINE!
Cosa mi blocca? Cosa mi succede? Finirò in tempo?
Sento la pressione di un percorso universitario eccellente, sento la pressione delle mie aspettative e non accetto, nel mio piccolo, di essere umana anche io. Manie di grandezza/protagonismo, ovvio! Sono boriosa? Ancor più ovvio.
Ma sono fragile, fragile e disperata; sono in gabbia, una gabbia che ho forgiato io con le mie viscere irritate dallo stress.
Mi odio, mi detesto e sto facendo passare dei periodi bruttissimi a persone che non se lo meritano e che per me darebbero la vita: i miei ed il mio fidanzato.
Giuro, non controllo il mio comportamento, non controllo i miei istinti ferini: isterìa portami via.
Sono Pentita, leggo in fondo al box. Pentita sì, ma di cosa? Di aver scelto la tesi che ho scelto e mi logora ogni giorno di più, ogni giorno che si avvicina alla consegna? Sì, FOTT*TAMENTE Sì, ARCIPENTITISSIMISSIMISSIMA.
Pentita di trattare a pesci in faccia i miei cari? Ancora di più.
Pentita di stare facendo questo a me stessa? Altrettanto.
Non so quante persone si siano trovate o si trovino nella mia situazione, quati "malati di perfezionismo" come me stiano rovinando la vita a sé e agli altri.
MI PENTO, MI STRAPENTO E MI RIPENTO.
Depressione? Forse sì. Coerenza? Assolutamente.
L'angoscia più grande è svegliarsi la notte col cuore in gola e pensare che sarebbe tutto migliore, se la mattina non ci si svegliasse più.
Mar
23
Feb
2016
Depressione
Salve a tutti sono una ragazza di 19 anni,che dopo varie ricerche su siti di "aiuto"si é convinta di rivolgersi a qualcuno. Di base sono una ragazza introversa per quanto riguarda i miei problemi,ma ho deciso che era arrivata l'ora di accettare che avessi un problema e che forse condividerlo sarebbe stato utile per me. Sono sempre stata una ragazza che ha sofferto di problemi di salute più o meno importanti,dall'età di due anni che combatto con dottori e ospedali nuovi. La mia famiglia purtroppo non è da meno,e a volte io mi sento solo un peso per loro dato che i problemi sono tanti e io non voglio aggiungermi con i miei. Non so precisamente cosa mi ha portata a sviluppare questo senso di inadeguatezza. Due anni fa é venuta a mancare mia zia,mi sono sempre detta che chi non ha mai avuto un rapporto così speciale con i propri zii come lo ho avuto io, non può capire il dolore che si prova quando uno di essi viene a mancare. Mia zia é morta di cancro ai polmoni,e durante i suoi ultimi mesi di vita sono stata accanto a lei, giorno e notte senza riuscire a ritagliarmi dei piccoli spazi di tempo per me. Durante questo periodo ho sviluppato una sorta di paura verso il mondo,non riuscivo e non riesco tutt'ora ad uscire di casa senza portarmi dietro un borsellino pieno di medicine per ogni evenienza,ho paura di sentirmi male e di trovarmi troppo lontano da casa senza poter far nulla. Questo mi ha inevitabilmente creato dei disagi con i miei coetanei che a volte non capiscono perché rifiuto di uscire,perché alle volte mi isolo. Nonostante le amicizie che ho accumulato con il tempo,non riesco ad aprirmi con loro. In questi anni sono stata fidanzata per circa tre anni con un ragazzo poco più grande di me,la nostra relazione é finita a causa dei vari litigi che riguardavano la sua gelosia esagerata e la sua possessivitá nei miei confronti. Nel periodo dopo la rottura ho cercato di conoscere altra gente,ho cercato di relazionarmi per poi arrivare alla conclusione che nessun ragazzo con cui parlavo era seriamente interessato a cosa avessi dentro. Me ne sono fatta una colpa perché sono sempre stata una ragazza buona con tutti,pronta ad ascoltare...però quando arrivava il mio turno si tiravano tutti indietro. Con il tempo mi sono chiusa in me stessa, in camera a provare a studiare o quantomeno a provare di preparare qualche esame universitario ma con scarsi risultati. Il pensiero ricorrente é di essere sbagliata,di non andare bene e sopratutto il pensiero che per me un lieto fine non ci sia. Non ho mai avuto l'occasione di dire veramente cosa avevo dentro ai miei genitori perché ad ogni tentativo mi si veniva detto che non mi mancava nulla,che esageravo e che a venti anni quasi si deve essere solo felici. Come se io non lo volessi,come se non volessi essere felice davvero. In passato,durante momenti veramente bui mi sono fatta del male da sola,non so il perché ma so solo che è successo...e ancora oggi mi salta in mente questa idea anche se cerco di farmi forza da sola. Ho pensato che condividere un pezzo di vita con voi e con chiunque mi leggerá mi avrebbe potuto aiutare,parlare e raccontare dei tuoi problemi a chi ha vissuto situazioni simili alla tua alle volte ti fa sentire meno solo. Non giudicatemi. Un abbraccio.
Lun
22
Feb
2016
Non ne posso più di vivere in sta merda
Sono una ragazza di 17 anni, mi sono trasferita con mia madre in Francia da circa 1 anno emmezzo, e in quest'ultimo anno ho cambiato città in Francia ben due volte, ed é stato estremamente stressante per me, qui i Francesi sono antipatici, acidi e non cercano di aiutarti mai e in nessun caso, se poni loro una domanda risponderanno sempre '' Non lo so ''.
Per non parlare della scuola di peggio in peggio, non sto qui a soffermarmi troppo altrimenti scrivrei un libro su quello che penso del sistema scolastico francese, e degli studenti, INUTILE, da quando sono qui non ho imparato un emerito c***o i prof non cercano di capire che possa avere delle difficoltà, non mi aiutano e non insegnano nemmeno bene.
La gente fa finta di capirmi, invece sono tutti degli stronzi superficiali a cui frega solo sapere i problemi degli altri e non come si sentono veramente, vaffanculo.
Tra l'altro, ho avuto una ricaduta dopo 2 anni nel mio dca, ero arrivata ad avere un bellissimo rapporto con il mio corpo, ero felice, andavo in palestra, mangiavo sano, uscivo con gli amici, avevouna vita sociale insomma, ora sono estremamente depressa, e stanca senza motivo, non ho la forza di fare niente, vorrei starmene tutto il giorno a dormire, sento che qui non avro' un futuro.
Sono disperata piango senza motivo, vorrei tornare ad avere una vita normale in Italia, come 2 anni fa, non ne ho mezza di stare tutto il tempo qui.
Sto pensando di tornarmene in Italia, tanto là ho mio Padre, finisco il Liceo e torno per fare l'uni in Francia, che ne pensate?
Questo weekend l'ho passato in una città in Italia, e non c'é niente da fare, gli Italiani sono Belli, si vestono da dio, il loro cibo é il migliore e sono simpatici.
(Che poi diciamocelo, volete mettere in confronto un piatto di lasagne a delle lumache e delle rane?)
Sab
20
Feb
2016
Non sopporto più la vita!!
sono un ragazzo di diciott'anni, omosessuale e credo che solo chi, come me, si trova in questa situazione possa effettivamente capire cosa si provi. è come se la mia vita si fosse spenta prima ancora di avere il tempo di iniziare. Mi è sempre sembrato che i ragazzi riuscissero a capire la mia diversità e questo mi ha sempre portato ad allontanarmi da loro. Ho provato a nascondere il tutto anche a me stesso cercando altro, impegnandomi nello studio ma niente, periodicamente questa consapevolezza mi assale e mi lascia nello sconforto più totale. in passato ho avuto una ragazza alla quale mi sono legato molto ma, una volta cresciuti, questa relazione è diventata un incubo per i miei tentativi continui di rimandare ogni tipo di rapporto sessuale a un futuro prossimo. Questo ci ha ovviamente fatto lasciare ma tutti i non detti, questo profondo implicito segreto che aleggiava fra noi ci ha logorato per anni senza che le nostre liti potessero portare a nulla visto che lei non poteva sapere la verità.
ora finalmente dopo tanti anni di solitudine finalmente sono riuscito a risollevarmi grazie ad una attività che mi ha fatto conoscere delle persone splendide. ma i problemi sono sempre lì. A diciott'anni è difficile non parlare di ragazze, di primi rapporti, di relazioni e io vorrei davvero poter fare tutte queste cose, vorrei poter andare alle feste e non sentirmi escluso da questi rituali, vorrei dover smettere di fingere di fare il bambino o il ragazzo che pensa ancora troppo alla ex. Vorrei smettere di mentire agli amici ai quali voglio bene. Vorrei poter fare un viaggio con loro senza il terrore di tradire il mio segreto. Vorrei essere normale, avere una vita normale e smettere di fare lo strano intellettuale folle per nascondermi. Vorrei non sentirmi tagliato fuori dalla mia generazione durante gli anni più belli teoricamente della mia vita.
ma soprattutto mi manca lei. La persona alla quale sono stato costretto a mentire per troppi lunghissimi anni e che, se potessi, vorrei avere al mio fianco per tutta la vita. La mia esistenza sarebbe stata perfetta. Invece è uno schifo e va sempre peggio e ormai questo rassegnato sconforto ha iniziato a non svanire più. Mi accompagna da mesi e temo non mi lascerà mai più. Una soluzione non c'è.
quelli come me sono condannati a vivere nell'ombra, vittime di una condanna per una colpa che non hanno mai commesso.
Ven
12
Feb
2016
Sono giunto al punto di odiare mia madre
- Questa è una storia che dura da quando ho iniziato la scuola. Ma cercherò di essere breve perché ho veramente bisogno di qualche parere e non voglio farvi scappare per una storia troppo lunga. La situazione è questa: mia madre controlla in maniera ossessiva, malata e paranoica la mia vita scolastica come un duce (o un führer se preferite) dal primo istante in cui ho preso in mano una penna. Alle elementari ed alle medie funzionava cosi: se prendevo bei voti erano tutti baci e coccole, se prendevo anche solo un 6, per non parlare delle note disciplinari, mi picchiava finché non si stancava, lasciandomi spesso grossi segni e sopratutto mi diceva cose irripetibili, insulti pesanti ecc.. Alle superiori, non avendo piu il terrore delle sue botte, non trovavo più alcun motivo per studiare e il 70% del carico di studio mi annoiava a morte. Per cui erano liti continue e furiose in cui gli insulti e le maledizioni fioccavano come la muffa sul salame (ovviamente solo da parte sua). Al momento della scelta universitaria mi lasciai trascinare dal suo "pensiero" e scelsi giurisprudenza, nonostante il diritto per me fosse interessante quanto può esserlo per un criceto. Io volevo fare filosofia ma "filosofia non da lavoro". Il suo controllo non cambiò minimamente, voleva decidere date degli appelli, quando fare gli esami, quando seguire le lezioni (sempre), a che ora svegliarsi per studiare, insomma ragazzi io ero un pupazzo senz'anima e spirito, lei mi infilava la mano su per il deretano e mi manovrava secondo i percorsi che più le erano congeniali. Dopo un anno orribile a giurisprudenza, dove l'unico esame buono è stato, guarda caso, filosofia del diritto(28/30), decido di imporre il mio volere. Cambio facoltà e passo a filosofia. Non Vi parlo delle liti infernali che ciò provocò perché non sarebbe più uno sfogo ma un romanzo. Ora, a 20 anni, al mio primo anno di filosofia, ho già preso un 30 e un 30elode. Ma a lei non importa, continua a dirmi di prenotare nelle date che vuole lei, di fare cosi, di fare colà...vivo in un'altra città e torno a " casa" solo nel fine settimana ma ciò non le impedisce di controllarmi perché mi chiama tutti i giorni, più volte al giorno, spesso al mattino presto per controllare che io sia sveglio e se, ad esempio, ho la voce leggermente rauca inizia ad innervosirsi come un leone in gabbia e a chiedere insistentemente perché dormo tutto il tempo. Ora ho appena fatto un esame(30 e lode) e vuole che io mi metta subito a studiare per un appello che è fra 8 giorni. Ragazzi sono tre libri. Sono 600 pagine, ragazzi.
- Vi starete chiedendo se sono orfano di padre, visto che lui in questa storia non compare proprio: non l'ho citato perché effettivamente lui non compare mai. Il suo ruolo nella mia famiglia è portare soldi a casa, stop. Se osa dire una sola parola in mio favore e contro la moglie, scoppia la terza guerra mondiale e lei inizia a delirare come un demonio. Insomma il classico omuncolo spiritualmente sodomizzato dalla moglie.
- Questo è solo un riassunto, più scarno e freddo possibile, di ciò che è la mia vita universitaria. Dico universitaria perché per il resto potrei pure spacciare droga in pratica. Ad esempio, sono fidanzato con una meravigliosa ragazza da 4 anni. In quattro anni mia madre mi avrà chiesto qualcosa di lei forse tre volte, a voler essere generosi. Una volta ebbi una litigata furibonda con la mia ragazza al telefono e mia madre mi chiese perché urlavo. Avendole io risposto che io e la mai fidanzata eravamo sul punto di lasciarci lei rispose "si ma quando cavolo devi fare i compiti?"
- Ditemi qualcosa, per favore. Immaginando ovviamente che un 20 anni di esistenza infernale io abbia provato mille e mille volte a parlare con lei, a farla ragionare. Tutto inutile, intorno al suo cervello bacato c'è una corazza in titanio. Solo che questa corazza ora la posseggo anche io, ma nel cuore. Perché per me mia madre non è diventata altro che un grosso, enorme, fastidiosissimo dito nel c*ulo.
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