Tag: aspettative
Mer
19
Giu
2019
Non provo
Non tutte le cose da raccontare devono seguire un filo rosso. Molte circostanze avvengono solo per un maledetto gioco del caso, anche se sembra che a volte sia tutto fin troppo assurdo per essere casuale.
I primi di giugno: mia sorella ed io ci mettiamo al lavoro per questa stagione estiva come animatori, lei capo, sesta esperienza, io in ruolo, seconda esperienza. Parliamo con il nostro capo agenzia che ci affida un villaggio, a detta sua, acquisito. Organizzo la programmazione, gli incontri di formazione, i ruoli.. e veniamo a sapere che in realtà quest’occasione era stata persa e non avevamo impiego praticamente.
Mentre mia sorella parlava direttamente con il capo, mi mise in contatto con un’altra agenzia che, nonostante la mia giovane età, pareva molto ben disposta a tenermi. Questo altro capo mi aveva chiesto molte cose, entusiasta, voleva sapere della mia scorsa stagione, le mie qualifiche, e mi aveva già inserito nel nuovo gruppo dei suoi ragazzi.
Nel frattempo anche mia sorella ci ha rinunciato alla vecchia proposta e stava parlando con il nuovo capo agenzia per poter entrare in ruolo, anche in un villaggio diverso dal mio: io e lei eravamo in contatto con la nuova agenzia come persone distinte ed indipendenti.
Alla fine lei è stata designata come capo nel villaggio in cui io ero stato inserito. Tutto abbastanza normale, siccome so come vanno queste cose a volte. Ero pronto alla partenza nel giro di qualche settimana e ad un colloquio da lí a qualche giorno, ma il datore mi diceva che praticamente ero ingaggiato.
Quando mia sorella decide di controllare il suo contratto, non essendo soddisfatta, decide garbatamente di tirarsi indietro. Anche qui nulla di anomalo, anzi meglio per me, pensavo. A me dopotutto il contratto non interessa nemmeno, quanto più l’esperienza in sè.
Una di quelle sere esco con lei. Viene telefonata dal nuovo capo agenzia. Le dice che se lei non c’è, non se la sente di avermi a lavorare, lui dice, per la mia età.
Qui comincia il mio flusso di coscienza:
Ero pronto a partire, senza che mi importasse del contratto, anche da solo, ed ero tirato da tutta questa voglia di conoscermi del capo agenzia, quando vengo a scoprire che praticamente lui mi accosta a mia sorella.
Da un punto di vista personale mi sento preso in giro, siccome mi aveva ingaggiato per primo senza di lei, e io con lei non c’entravo niente, ma nonostante questo mi ha usato come ricatto per mia sorella affinchè pertisse anche con un contratto irregolare.
Ma da un punto di vista umano.. da un punto di vista umano mi sento ridotto a poco più che un numero, una convenienza, una transizione.
Non solo quest’uomo mi aveva illuso che sarei partito al 100%, ma mi ha reso anche disposto a lasciare la vecchia agenzia per la nuova, la vecchia un po’ problematica, ma almeno fidata da molto tempo e per la quale, salvo l’inconveniente che ho raccontato, avrei lavorato quest’estate.
E quando mi sono visto chiudermi la prima porta per un problema di terzi non ci sono stato benissimo..
Ma quando la seconda porta si è chiusa per un problema che mi viene additato a convenienza, che prima non esiste e poi mi compromette i piani, beh quando è successo questo..
Non ho provato, e non provo, niente.
Sarà perchè le delusioni affettive della mia vita sono state tante, perchè tutti i miei amici sono fuggiti da me, alcuni mi hanno abbandonato dall’oggi al domani rivelandomi tutta la loro falsità e tutta la mia ingenuità, sarà forse perchè sono abituato alle brutte sorprese della vita, cosí abituato che non sono più sorprese, ma giuro che non ho provato niente, non tristezza, solo un grande senso di vuota rassegnazione, e ho continuato la serata con mia sorella come se nulla fosse, come se quella telefonata non avesse compromesso tutti i miei piani, i miei sogni e le mie aspettative per quest’estate.
Aspettative. Già, meglio non averne. Ma infondo sapevo che qualcosa sarebbe andato storto fino alla fine, come se le cose si allineassero giusto per non farmi godere la vita, e l’ennesima delusione spunta dal meno atteso, ma più ovvio, degli angoli.
Per finire, anche se ci tengo solo a sfogarmi senza troppo ritegno, anticipo qualche idea: lo so che dipende solo da me dare una svolta, lo so che se penso che le brutte cose accadranno poi accadono davvero, lo so che arrendermi a quest’età è assurdo..
Voglio solo nuotare in quella che, in mancanza di un termine migliore, si chiama “sfiga” a tutti gli effetti.
Se cambierà qualcosa di quest’estata dipenderà da me, dalla fortuna e dalla sfortuna, ma adesso, dopo un lungo brutto periodo, diversi incidenti di percorso e delusioni più o meno inattese, ho solo una grande voglia di casa.
Mi pento di essermi riempito di aspettative, anche se spero che sognare sia ancora lecito, e nel mio pentirmi mi lascio trascinare dalla corrente delle circostanze, solo un’altra volta..
Gio
04
Apr
2019
Promemoria:
Devo farmi entrare in testa che:
Chi ti vuole
Ti cerca
Chi non ti cerca
È perché non ti vuole
Oppure cià i cazzi suoi!
Echeccazzo :-(
Vaffanculo a me!
Ven
15
Mar
2019
Quando e invece
Quando credi e invece
Quando speri e invece
Quando vorresti e invece
Quando desideri e invece
Invece quando poi...
Ma sono solo illusioni
Sab
27
Feb
2016
E nel pensier rinnova la paura.
Questo sfogo nasce dalla profonda frustrazione che provo in questo momento della mia vita, né attribuibile alla salute, né alla mia famiglia, né al mio amore.
Il mio problema è la mia tesi e più me ne lamento, peggio sto... meno me ne lamento, peggio sto.
Mi sembra di essere entrata in quel dannato circolo vizioso che alcuni chiamano "blocco dello scrittore" e che altri chiamano... boh, come lo chiamiamo?
E' già la seconda che scrivo, è già la seconda che patisco, soffro nel mettere alla prova me stessa e nell'affrontare i miei limiti. Umana sì, stupida? Forse. Essermi imbarcata in qualcosa più grande di me, come lo è questo lavoro, di sicuro è da stupidi.
Sento un improponibile senso di responsabilità che giorno dopo giorno mi schiaccia, mi dilania e mi provoca fiumi di lacrime. Non mangio, non dormo ma quel che è peggio: non produco.
Non produco qualcosa che E' GIA' ALLA SUA FOTT*TA FINE!
Cosa mi blocca? Cosa mi succede? Finirò in tempo?
Sento la pressione di un percorso universitario eccellente, sento la pressione delle mie aspettative e non accetto, nel mio piccolo, di essere umana anche io. Manie di grandezza/protagonismo, ovvio! Sono boriosa? Ancor più ovvio.
Ma sono fragile, fragile e disperata; sono in gabbia, una gabbia che ho forgiato io con le mie viscere irritate dallo stress.
Mi odio, mi detesto e sto facendo passare dei periodi bruttissimi a persone che non se lo meritano e che per me darebbero la vita: i miei ed il mio fidanzato.
Giuro, non controllo il mio comportamento, non controllo i miei istinti ferini: isterìa portami via.
Sono Pentita, leggo in fondo al box. Pentita sì, ma di cosa? Di aver scelto la tesi che ho scelto e mi logora ogni giorno di più, ogni giorno che si avvicina alla consegna? Sì, FOTT*TAMENTE Sì, ARCIPENTITISSIMISSIMISSIMA.
Pentita di trattare a pesci in faccia i miei cari? Ancora di più.
Pentita di stare facendo questo a me stessa? Altrettanto.
Non so quante persone si siano trovate o si trovino nella mia situazione, quati "malati di perfezionismo" come me stiano rovinando la vita a sé e agli altri.
MI PENTO, MI STRAPENTO E MI RIPENTO.
Depressione? Forse sì. Coerenza? Assolutamente.
L'angoscia più grande è svegliarsi la notte col cuore in gola e pensare che sarebbe tutto migliore, se la mattina non ci si svegliasse più.
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