Tag: viaggiare
Lun
07
Ott
2019
Mi sento persa ..
Ciao a tutti !
Sono una ragazza di 21 anni, sento in me una grande voglia di scoprire il mondo e scoprire la vita al 100 %, l anno scorso sono stata 9 mesi in Inghilterra a vivere un esperienza come ragazza alla pari, poi appena tornata ho fatto una stagione lavorativa via di casa per tutta l' estate scorsa e in realtà pensavo che esperienze significative di questo genere mi potressero dare quella forza di aumentare la mia autostima e invece forse dato dal fatto che posso definirmi una ragazza ipersensibile, le esperienz eche faccio le vivo molto profondamente, mi sembra di vivere le situazioni delle persone che mi stano vicino..forse non ho amcora iniziato a vivere pineamente ascoltamdo me stessa, e questo è la cosa che mi blocca nel partire e vivere a pieno questa vita..
Io sento dentro di me che c' è quella grande voglia di partire e andare a scoprire il mondo assieme a qualcuno ma c' è anche la paura di partire da sola o la paura di vedere la mia sorellina di 4 anni crescere senza di me (perdere quei momenti speciali).
Ho voglia del cambiamento, sono stufa della solita vita ..
Voglio vivere una vita piene di emozioni, ecco posso dire che sono alla rierca di quelle emozioni che ti fanno sentire viva e che probabilmente non ho ancora mai provato.
C' è qualcuno qui che sta leggendo che come me ha provato o prova le stesse cose ed è in grado di darmi qualche consiglio ?
Grazieeeee !!
M.
Lun
03
Set
2018
Luci sull'oceano
Girovagavo per Galway alle prese con una nuova realtà.
Ero in viaggio, libero, occhi avidi di novità. Perso fra le strade irlandesi, decisi di fermarmi in un pub per inaugurare l'inizio di quella che sarebbe stata, a mia insaputa, una meravigliosa avventura.
Lì ci siamo conosciuti, in quella bettola di pub nascosto alle masse turistiche. Si veniva travolti dalla gioia di vivere del mondo, i musicisti si scatenavano in un angolo, qualcuno ballava, la barista ti chiedeva sorridente cosa volessi bere.
E noi?
Due viaggiatori solitari del Bel Paese che per puro caso si incontrano in un pub di Galway. Erano solo 10 minuti che ridevamo come due matti, eppure mi sembrava che ti conoscessi da una vita, come se avessimo già fatto quel viaggio insieme. Più ti guardavo negli occhi, più ero convinto di quel pensiero. Più mi innamoravo.
Ci rivedemmo la sera per andare a ballare il folk irlandese sempre in quella bettola, la quale dopo le 20 diventava il centro d'Irlanda. Ballammo per ore, ci interruppe un bacio, leggero, innocente, senza scopi. Momenti di un'intensità tale se ne vivono pochi.
A pub chiuso andammo a sederci sull'oceano. Le luci del centro illuminavano il cuore della città, qualche ubriaco perso cantava , qualche porta si spalancava all'improvviso facendo scappare un paio di secondi di musica dal vivo. Tutta quella vitalità, quella luce calda, quei volti in crisi mistica travolti da una felicità riscoperta lasciavano man mano il posto ai suoni della sottile pioggia che cadeva di traverso e del grande oceano che tormenta quelle coste.
Ci sedemmo dunque, e parlammo. Parlammo di cose meravigliose, del futuro, del passato, delle scarpe scomode e di quella nazione che sotto la sua aria umida, grigia e ventilata, nasconde un caldo cuore pulsante e vivo, capace di farsi ascoltare dai viaggiatori e di intontirli.
L'allegro caos della città si sentiva da lontano contrapponendosi con i suoni selvaggi delle scogliere e di qualche gabbiano insonne. Iniziai ad avvertire che la scintilla stava per diventar vampa.
Decisi di non innamorarmi di lei.
Anzi, me lo imposi. Volevo godermi gli attimi di quel viaggio per come venivano. Eravamo due viaggiatori con dimore distanti, sapevo che una volta tornato sarei caduto in preda ai tormenti della lontananza.
Oramai era notte fonda, i pub avevano chiuso. Un turista cercava di tornare sui propri piedi all'albergo, i musicisti di strada fumavano insieme dopo una jam session durata un giorno intero.
Arrivammo al bivio che separava le strade delle nostre sistemazioni. Ci guardammo negli occhi per un po', forse per un minuto forse per un'ora, non saprei. Un abbraccio e mi disse: "Il mondo è piccolo, riusciremo a rivederci, volendolo. O forse casualmente".
Il giorno dopo avevamo tanta strada da percorrere, chi in una direzione, chi in quella opposta. Avevo già ripreso a camminare quando le dissi, girandomi "Beh hai ragione, il mondo è piccolo... ma anche tondo! Prima o poi due direzioni opposte si incrociano, e questo è un fatto!".
Lei rise, e riprendemmo a camminare.
Mer
23
Ago
2017
Voglio andare via di casa e ricominciare una nuova vita
Ho 15 anni. Forse adesso mi giudicherete per la mia giovane età, penserete che saranno scenate di disperazione adolescenziale, capricci, vittimismo, ingratitudine verso mia madre che mi ha sempre pagato la scuola e le attività e che ha lavorato dalla mattina alla sera per poter mantenere me e mio fratello, la sua famiglia. Penserete che sarà colpa mia, anch'io lo penso, che forse l'ho resa io così infelice perché dice di essere un vegetale, di non avere più un'identità di donna, che tutti i suoi sogni sono andati in frantumi il giorno che mi ha messo al mondo, che doveva lasciare che mio padre, costantemente ubriaco, mi picchiasse quando ero piccola, che avrebbe dovuto abortire, che adesso sto rovinando la vita a lei e al suo fidanzato, che si vergogna di dire in giro che sono sua figlia, che doveva abbandonarmi in Ucraina dove sono nata. Che sono una stronza, una ritardata, un'idiota, che sono uguale a mio padre violento e nella vita farò la puttana perché non so fare altro. Io, in tutto questo sto zitta. Quando provo a ribellarmi ricevo solo schiaffi e pugni in testa, quando grido dal dolore dicono che voglio solo attirare l'attenzione, che io in verità non sto soffrendo dentro, che fingo e recito, che anzi sono un'assassina. Dicono che sono una pazza da manicomio, che merito di non esistere. Che non ho diritto ad alcuna libertà.
Di fatti non mi fanno mai uscire di casa, adesso non so nemmeno cosa significa avere degli amici, da tanto che non li vedo né sento. Mi hanno portato via la maggior parte dei vestiti, mi chiudono in camera a chiave senza computer o libri, mi riempiono di lavoro domestico. La mia privacy è costantemente violata, guardano le mie chat di whatsapp e scrivono ai miei compagni di classe, rivelando dei segreti sul mio passato, sul nostro passato tormentato. Quando volevo che la mia compagnia di amici conoscesse un'altra me, che a scuola è sempre con un sorriso e un'espressione serena in volto, che sa stare tranquillamente al mondo, che ha dei sogni da perseguire, delle persone su cui contare e che potessero contare su di lei. Volevo essere, all'esterno, una ragazza come tante, con tanti progetti e ambizioni, che ride e scherza con gli altri e non ha problemi a dire "mi piacerebbe venire al tuo pigiama party, grazie per l'invito". Volevo essere riservata e nascondere i miei sentimenti.
Poi tornavo a casa e vivevo una vita parallela, fatta di violenza e abusi, sia fisici che psicologici. Come si fa a vivere così. Questo non è vivere, è semplicemente esistere. Mi assumo anch'io le colpe dell'infelicità di mia madre, certo, sicuramente l'avrò delusa e ferita nel profondo, l'avrò fatta impazzire, perché ammetto anch'io di non essere una ragazza facile, anche se non capisco perché già all'eta di 5/6 anni mi dicesse che non valgo niente perché mia cugina parla bene il russo e io a malapena sapevo dire qualcosa in italiano. Non parlavo mai, ero taciturna, sola con i miei pupazzi e giocavo in silenzio con loro, ma questo la infastidiva e la faceva alzare le mani su di me. Non parlavo perché non ci riuscivo, era un mio difetto, ho iniziato tardi a comunicare: era ancora peggio però quando le maestre a scuola notavano i miei lividi e quando mi chiedevano spiegazioni, rispondevo ingenuamente che la mamma si era arrabbiata. Allora lì erano guai, ma non sapevo, allora, che dire la verità comportasse essere puniti.
Quindi, da allora, ho capito che dovevo mentire su quello che succedeva a casa.
Mi sto dilungando molto, dubito che qualcuno leggerà questo sfogo. Voglio semplicemente andare via di casa, e volevo trasmettere il messaggio che questo non è solo uno sfogo: è un grido di aiuto. Mi rendo conto che non ho un posto dove andare e ovviamente non voglio farmi ospitare dai miei amici, disturbando le loro famiglie. Mia cugina, le mie zie e mia nonna abitano in Ucraina e mio padre ha perso la patria potestà, non voglio andare a stare con lui perché è la persona più schifosa del mondo per me. Mi sento persa e abbandonata, sola. Andare via di casa vuol dire stare da sola, al freddo e a digiuno tante volte, ma sono pronta anche a questo; voglio solo dimenticare il male che sto sopportando. Mi tengo tutto dentro, non so nemmeno se è giusto scrivere una cosa del genere, online tra l'altro, ma voglio solo buttare fuori il veleno che c'è nel mio cuore. Voglio solo guarire le mie ferite, vorrei qualcuno che mi volesse bene al punto da dire "non importa che abbia fatto degli errori nella vita, io ti voglio bene comunque e voglio proteggerti". Non chiedo altro.
Ho una media scolastica molto alta (liceo linguistico) e il mio sogno è quello di frequentare l'università in UK o USA e viaggiare tantissimo all'estero. Mi hanno detto che viaggiare rende liberi, e la libertà per ora è un lusso che posso solo sognarmi. Magari sono più libera di altri bambini nel mondo, ma certamente non sono felice. Voglio essere felice.
Tante volte ho pensato di togliermi la vita, ma poi riflettendo valgo di più di un suicidio. I miei professori dicono che ho tanto potenziale e qualità, che dovrei tentare di entrare in prestigiose facoltà perché sono una ragazza con la testa sulle spalle e meriterei di essere ammessa, ma soprattutto, ce la potrei fare. Ho pianto quel giorno, e la mia prof di inglese non capiva la mia commozione. Ovvio che non capisce, perché non sa, che le sue parole mi hanno salvato la vita. Letteralmente. I prof delle superiori mi hanno dato la forza, inconsciamente, di andare avanti.
Ma non so per quanto resisterò ancora. Ancora tre anni, mi ha detto la mia psicologa, e poi sarò maggiorenne. Ma non posso sopportare, scusatemi, non ce la faccio.
Voglio pensare a me stessa, mi dispiace lasciare mio fratello, ma se ci vogliamo così bene troveremo l'occasione, fra qualche anno, di rivederci, ognuno con la propria vita. Da grandi. E io gli ho promesso che l'avrei cercato sempre. Non so perché mio fratello lo adora, gli consente tutto, anzi dice che se non ci fossi lei si potrebbe dedicare di più al loro rapporto. Scusatemi.
Non voglio gettare via il mio futuro, sarò eternamente grata a mia mamma per i soldi investiti nella mia educazione e l'amore, nel suo modo, che mi ha dato. Ma lei adesso mi sta facendo del male, giorno dopo giorno, e devo allontanarmi da lei. Così avrà la vita che aspetta da tempo, e auguro solo che realizzi tutti i suoi progetti e trovi la felicità.
La domanda è: dove vado? Fra due settimane inizia la scuola. Ma la scuola non è rifugio per la notte. E tutti sanno che di notti arrivano gli incubi.
Ho paura, tanta. Ma solo così potrò essere una donna forte nella vita...
Dom
18
Giu
2017
Non voglio più viaggiare all'estero!
Viaggiare mi è sempre piaciuto tanto, ma essendo una persona molto paurosa, sensibile e che si impressiona facilmente, non ho più voglia di farlo con tutto quello che succede. Ho paura di prendere un aereo, ma più di questo mi fanno paura gli aeroporti. Ho il terrore di sostare all'interno di un aeroporto e ciò a causa di quel che ho vissuto l'ultima volta: un'evacuazione d'emergenza nel terminal di un aeroporto per un allarme attentato che poi si è rivelato infondato. Anche se poi non era vero si sono verificate autentiche scene di panico che mi hanno coinvolta e che mi hanno traumatizzata.
Ho iniziato ad avere paura dei luoghi affollati e sono sempre guardinga se mi trovo presso una stazione o ad un concerto, sempre con l'ansia addosso. Scruto la gente per controllare che non vi siano facce sospette, studio le uscite d'emergenza e cerco di posizionarmi in punti strategici per potermi dare facilmente alla fuga, se serve. Più altri atteggiamenti paranoici che non vi dico.
Fosse per me, me ne andrei al mare...puglia o calabria, ma mi accontenterei anche della spiaggia più vicina, o in montagna. Io poi sono sempre per risparmiare. Mio marito invece vuole sempre fare qualche giorno all'estero, per lui è irrinunciabile e non capisce le mie paure. Quello che è successo l'ultima volta gli è scivolato addosso, l'ha dimenticato prestissimo. Io non riesco ad essere come lui e per questo litighiamo. Indovinate chi cede? Io alla fine!
Che palle...
Dom
24
Lug
2016
Viaggiare
Voglio viaggiare. Vedere nuovi posti, camminare su strade piene di persone che si godono l'estate e persone di fretta per il lavoro, o su strade dove non c'è un'anima e l'unico rumore che sento è quello dei miei passi.
VIsitare monumenti famosi e chiese sconosciute che mi affascinano nonostante io non creda.
Conoscere nuove persone provenienti da ogni angolo del mondo, parlare inglese, francese, tedesco e perché no, italiano.
Fare foto a qualunque cosa attiri la mia attenzione, anche se si tratta di un piccione.
Imparare nuove lingue, conoscere nuove culture, adattarsi ad esse.
Fermarmi davanti ad ogni artista di strada anche solo per il loro coraggio di inseguire i propri sogni nel modo che, secondo me, è il più bello che possa esistere.
Assaggiare nuovi cibi e aiutare chi invece non mangia seduto ad un tavolo da mesi.
Tutto questo da sola o in compagnia di persone con cui vuoi condividere il mondo, il tuo mondo.
Io lo farei da sola; molti dicono che queste esperienze vanno fatte con qualcuno, io invece penso che siano più efficaci se fatte in solitudine.
E inoltre non ho un rapporto così bello da dire "Giriamo il mondo insieme" con nessuno, per ora.
Anzi, forse un'esperienza così la condividerei con la mia famiglia. Deve proprio essere bello viaggiare tutti insieme.Peccato che non accadrà mai :)
Insomma, anche se probabilmente viaggio troppo con la testa, questo è il mio sogno più grande.
Ma viva la crisi che mi permette solo di starmene chiusa in casa mentre tutte le persone vicine a me scoprono il mondo.
Questa è la cosa più ingiusta secondo me: chi ha i soldi può viaggiare quando e dove vuole, anche se magari non gliene frega niente; chi non li ha non può farlo, anche se quello è il suo più grande sogno.
Viaggiare dovrebbe essere gratis; alla fine il mondo è di tutti e tutti abbiamo il diritto di vederne ogni centimetro della sua superficie.
Peccato che niente sarà mai gratis sulla Terra finché l'uomo la popolerà
Mar
25
Ago
2015
L'esaurita con la valigia!
Da circa 12 anni vivo con la valigia pronta davanti alla porta.
All'inizio era per l'università ed era divertente, facevo spesso su e giù e bene o male decidevo io quando era ora di prendere una pausa dall'università e tornare a casa e quando invece mi andava di restare nel mio appartamento condiviso con altre studentesse.
Ho preso migliaia di treni intercity e regionali per anni e anni. Poi l'università è finita, sono tornata a casa e ho trovato lavoro giù, ma intanto continuavo a fare su e giù con trenitalia per stare con il mio fidanzato che aveva trovato lavoro al nord. A lui tra l'altro piace molto viaggiare e così appena ha un po' di giorni si prende e si parte, quindi altri treni, altri aerei e altre valige da fare e disfare. Poi mi sono trasferita da lui, in un posto che mi piace poco e in cui non riesco ancora ad integrarmi, e via di nuovo su e giù con treno/macchina/blablacar ogni 2 settimane e d'estate tutti i weekend (soprattutto in base alle sue esigenze dato che io non ho ancora trovato lavoro lassù).
Bene, mi sono stra-rotta le p@lle, non ce la faccio più!!!!! Voglio mettere le radici da qualche parte, non voglio più fare le valige, non voglio più salutare le persone che amo dopo 2 giorni, ho bisogno di stabilità fisica e mentale, non ne posso più di vivere così!!!! MI sento una profuga senza più radici.
Estate, periodo di ferie: finalmente mi godo un paio di giorni a casa, vedo anche qualche vecchio amico, inizio finalmente a rilassarmi e dopo 2 giorni che succede? Aereo prenotato per viaggio all'estero per una settimana, tappa a casa per un giorno al ritorno e poi di nuovo si riparte per tornare al nord. Sto per impazzire, lo giuro, al solo pensiero sto male! Sono stanca di tutto! E pensare che una volta mi piaceva andare all'estero e vedere posti nuovi, ma ora con la vita che faccio odio il solo pensiero di prendere un aereo. Ora dovrei preparare la valigia ma ho solo voglia di piangere, non voglio più andare in nessun posto, non ho più voglia di seguire gli altri e sacrificarmi!!!! Io non ho una casa, non più. Sapete cos'è una casa? E' il posto in cui ognuno di noi si sente di appartenere, la base, quello a cui far ritorno dopo un viaggio. Io non ce l'ho più. BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA...!!!! Aiutooooooooo...!!!! Sto male davvero, ma lui non mi capisce.
Dom
28
Set
2014
partner pigro...?
la gente c'è o ci fa? ooh! ma dico, sei idiota? faccio due scali e arrivo di sera in aereo per te, in una città lontana dal sud e tu invece di venirmi a prendere all'aeroporto mi dici di prendermi l'autobus o taxi per raggiungerti a casa perché non sai come raggiungermi? ma perché, io lo so? sarà ansia di muoverti la sera o la pigrizia che ti tiene per miracolo all impiedi? ca**o, come minimo trovi ogni modo di venirmi a prendere all aeroporto. guarda te lo pago io il taxi.. o sennò non parto proprio per te! ma quando cercherai di usare la parola "riconoscenza"? tanto se mi succede qualcosa la responsabilità sarà esclusivamente tua. idiota -.-(ha 28 anni).
Ven
23
Set
2011
Non sono normale.. ma tanto non siete normali nemmeno voi
Ma è possibile che mentre una si fa casa, pensando al matrimonio, un figlio ecc..ecc.. CONTEMPORANEAMENTE abbia la sensazione che invece avrebbe dovuto stare sola e viaggiare? Cioè ma che cazzzz de cervello c'ho? Eppure la casa la voglio, il marito lo voglio e il figlio pure. E vorrei anche farlo subito.
Apro internet e cerco immagini di posti nel mondo.. anche impensabili. Immagino di essere da qualche parte da sola, con uno zaino e le scarpe da ginnastica, di conoscere persone, parlare un'altra lingua, vedere come vive la gente ..posti che non si possono raccontare.
Poi penso che dovuto pensarci prima, perchè adesso ho 30 anni, un lavoro, una relazione stabile e nella vita vorrei combinare qualcosa. Quindi apro una nuova pagina e cerco parole "gravidanza" "bambino" "matrimonio"
Che palle.
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