Tag: erasmus
Dom
12
Mag
2019
Impazzisco
Sono in una situazione pessima da quasi un anno: sono all'estero per Erasmus, ed oggettivamente quest'anno mi ha regalato molte esperienze anche piacevoli, ma non ho legato con nessuno (in parte per introversione, in parte perché non ho mai avuto la sensazione di aver bisogno di compagnia). Da tutto il periodo ho rapporti umani con una sola persona presente fisicamente e con i miei amici rimasti a casa, oltre ai convenevoli in aula con compagni casuali, e sto iniziando ad impazzire. A volte mi perdo le ore, non so come le ho trascorse, a volte interi pomeriggi. A volte sto per ore immobile davanti al computer, passo ore ed ore in telefonata o videochiamata con l'Italia, sto iniziando a perdere lucidità e senso della realtà. Per di più, ho iniziato ad avere disturbi fisici che non so se siano riconducibili ad una somatizzazione del disagio o ad un'alimentazione scorretta. E' una sensazione orribile, e vorrei fermarmi prima di andare troppo oltre, ma non so come fare. Devo solo tenere duro fino a metà Giugno, ormai è poco.
Dom
14
Apr
2019
Paura Erasmus
Mi hanno preso, che gioia.
L'ho presa bene ma non sono saltata dalla gioia, come avrei voluto.
Sembra di andare al patibolo. Strano perchè per fare il colloquio di ammissione, ho fatto sacrifici (oltre a risalire subito a Milano per farlo)ed è stato davvero duro passarlo. Credevo fermamente di non esser passata.
Ora che sono passata, sono contenta si ma non sprizzo felicità da nessun poro. Sarà perchè ho ansia come al solito e la mia famiglia non è che mi aiuta: mia sorella mi fa venire attacchi di panico, perchè crede che io non ce la faccia a stare lì da sola e che mi verranno anche lì attacchi di panico; mia madre credeva che non andassi, o quantomeno era fermamente convinta che prima della scadenza io mi sarei ritirata; mio padre è inutile quindi a lui non cambia niente,
La me stessa di 2 anni fa a quest'ora lo avrebbe gridato a tutto il mondo, sarebbe stata felicissima, com'è che adesso ho una paura grandissima?
Si, ho paura di sentirmi male e che lì non siano sufficientemente preparati. (mio cavillo onnipotente)
Poi non conosco nessuno dei ragazzi che verrà nella stessa città mia, insomma mi sento sola, come al solito.
Io vorrei che qualcuno mi supportossa, mi dicesse che andrà tutto bene ma se questi pensieri non partono da me, come faccio ad esigerli dagli altri?
Gio
04
Apr
2019
Alla fine dovrei esserne contenta e invece no
Sto benedetto giorno è arrivato, finalmente mi hanno fatto sapere se sono stata presa per andare in Erasmus: esito positivo, si parte a settembre.
Devo esser sincera, all'inizio tutto è partito come se fosse un gioco, perchè non volevo rimpiangere il non averci provato, come ho fatto l'anno scorso.
La situazione l'ho trascurata dopo la situazione di mamma, ma sono comunque risalita a Milano per far il colloquio. Insomma, un pò me lo aspettavo di esser presa, magari non nella prima destinazione ma nelle altre.. Ora è deciso, ma non so perchè, non ne sono tanto felice. Non salto dalla gioia, non festeggio come avrei dovuto (o avrei voluto?), come tutti gli altri.
I primi 5 minuti ero serena, ma subito dopo ho incominciato a farmi *********** trip mentali, ho paura che ualcosa possa andare male, ho paura d'esser la prima a rovinarmi questa esperienza, ho paura di avere attacchi di panico etc.. non voglio rinunciare a questa esperienza ma nello stesso tempo mi sento un'ansia addosso che non potete capire.
Ho controllato e ci stanno alri ragazzi con me, con uno ho provato a parlarci ma ha chiuso discorso subito (milanese antipatico ahahah eh) spero nel tempo di fare amicizia con gli altri e magari spero di prendere casa con loro, anche se non voglio risultare una psicopatica ma... vorrei avere come amici le persone che, sicuramente, dovranno chiamare l'ambulanza quando io avrò le convulsioni, no? :-)
Gio
04
Apr
2019
(ormai ex) Fidanzata in Erasmus
Siamo stati insieme 4 anni. Ci sono stati tanti alti e bassi come in tutte le coppie. Nell'ultimo periodo non la vedevo felice e si portava con se molte ansie e paure. Per questo l'ho spronata a partire per l'eramsus ed ero contentissimo per lei perchè sapevo che sarebbe potuta tornare a sorridere veramente, avevo piena fiducia. A gennaio è partita e dopo il primo periodo di adattamento dove è stata male, si è sbloccata. Tutto nuovo, nuove persone, nuova vita, il fare tutto da sola, le feste, la sentivo felicissima...
Ci siamo visti dopo circa un mese e da li, quando sono tornato, ha iniziato a cagarmi poco, mi scriveva dopo ore e ore. Le ho parlato un paio di volte di questa cosa, le ho detto "capisco che hai tremila cose da fare però per favore cerca di capire la mia situazione, sono qui a vivermi la vita ordinaria con una persona importante per me che sta affrontando una nuova esperienza, se ogni tanto mi scrivi un messaggio mi fai solamente che felice". Dopo queste volte in cui lei mi ha chiesto scusa, mi ha detto che voleva stare con me ecc. ecc. ha continuato con questo atteggiamento, fino a che ho deciso che non potevo sopportare più questa situazione.
Le ho chiesto di prendersi del tempo per pensare e, quando era giunta a una conclusione, di chiamarmi. Due giorni dopo mi ha chiamato e, dopo un'ora al telefono in cui in realtà lei era pressochè titubante e forse voleva chiedermi una pausa, ha deciso fosse meglio lasciarci. Mi ha detto che non le mancavo, che non sentiva il bisogno di "condividere" e che queste sensazioni non poteva trascurarle. Ho accettato la sua decisione senza battere ciglio anche perchè ero sicuro che una pausa non avrebbe portato a nulla mentre la "separazione" le sarebbe potuta servire per pensare.
Non ci siamo cagati per un mese fino a che lei, questo weekend, è scesa per 3 giorni. Ci siamo visti una sera, abbiamo preso una birra e abbiamo parlato. Sembrava un'altra persona, come se non la riconoscessi, come se quella con cui sono stato 4 anni non esistesse più. Mi ha detto che è decisa, convinta al 100% della sua decisione e che, anche se quando tornerà si pentirà della scelta fatta, per rispetto nei miei confronti non me lo farà mai sapere.
Io sono deluso, non mi capacito di come una persona riesca con questa facilità a buttare 4 anni di relazione, decidendo con una facilità disarmante ad accettare che le nostre strade non si incroceranno più. Finché era qui non mi ha mai dato la sensazione che potesse finire tutto e, soprattutto, sono convinto che la nostra relazione non fosse giunta ad una saturazione tale da dire che non c'era più niente da fare.
Ora ovviamente provo a tirare su la testa, provo a parlarne per sfogarmi ma è veramente difficile, soprattutto perché mi chiedo come farò mai a fidarmi di una persona se, come è successo, da un giorno ad un altro può cambiare totalmente idea. Non ho avuto la possibilità di fare l'erasmus nonostante fossi stato preso e quindi non so effettivamente cosa si vive, di questo senso di libertà, però quello che voglio capire effettivamente è: tutto quello che mi ha detto, che ha pensato, che ha deciso, quanto effettivamente può essere un suo pensiero e quanto effettivamente è condizionato da quell'ambiente?
Voglio capire se esistono margini, se dovrei farmi sentire e provare a riavvicinarmi piano piano oppure lasciarla perdere e chi vivrà vedrà...
Io sono convinto che la sua scelta sia stata poco razionale e molto di "pancia" e vorrei provare in qualche modo a farle rimettere i piedi per terra, provare a farla ragionare sulla sua scelta, perchè in fondo io sono convinto (chiamatemi pazzo) che lei, nella sua testa, non abbia per niente metabolizzato il fatto che lei possa perdermi. Sono convinto che lei capirà di aver fatto una cazzata ma vorrei che poi non fosse troppo tardi...
Lun
26
Feb
2018
Non sono la santa di nessuno
Qualche tempo fa scrissi su questo sito che, trovandomi in Erasmus, provavo una forte attrazione per un ragazzo che abitava insieme a me e che mi sentivo in colpa per questo con il mio ragazzo, pur non avendo fatto niente.
Bene.
Questa è la storia di come, alla fine della storia, quella che ha preso l'inculata sono stata io.
Scendo a Natale decisa a sistemare le cose. Voglio chiarire, confrontarmi ecc. Usciamo insieme io e il mio ora ex, la gelosia patologica di lui sembra scomparsa. Mi dico: riproviamoci. Diamo un'opportunità a quest'uomo, che mi vuole bene. Le chimere sono belle finchè non ti divorano: l'altro ragazzo probabilmente non ne vorrà mai sapere di me.
Che stupida
Torno in Portogallo ma tornano, insieme a me, anche i vecchi demoni. La sua gelosia si accuisce anche perchè conosco nuove persone, esco con loro, molti italiani "emigrati" come me ma anche tanti e tante portoghesi. Faccio nuovi progetti per il futuro, mi propongono una magistrale all'estero ma io decido di pensarci, preferisco in Italia insieme a lui.
A lui che mi colpevolizza se si sente in sospetto o se si sente trascurato
A lui che mi dice che a letto faccio schifo.
Morale della favola. Alla fine non ce la faccio più. La tentazione non se n'è andata, e le cose non sono migliorate. Non ho più intenzione di fare nulla col coinquilino, ma prendere in giro un'altra persona no, questo no. Gli chiedo di sentirci su Skype, ne parliamo, ci molliamo. Lacrime da tutte e due le parti.
E direte, finita qui
No ecco l'inculata
Per farla breve, mentre io ero appena tornata su in Portogallo lui aveva già iniziato a guardarsi intorno, senza tanti riguardi per i miei sforzi di far funzionare le cose. E non era andato troppo lontano a cercare. Si è messo con la mia migliore amica, dopo averla frequentata, sì, anche mentre io titubavo all'estero se lasciarlo o meno. La persona di cui, sbagliando ciecamente, mi fidavo di più al mondo. E me l'hanno detto solo ora. Lei, per mail. pretendendo che l'amicizia continuasse come niente fosse.
Con un'ipocrisia e un egoismo beceri lei mi ha chiesto di non dirlo a nessuno perché ha paura del giudizio degli altri e condividiamo gli stessi amici.
Ma io non sono la santa di nessuno
Io ora le calo la maschera davanti a tutti, così che vedano che lupa si nascondeva dietro la maschera da santerellina che si mette tutti i giorni, ipocrita schifosa.
Perché dopo il dolore, tutto quello che mi è rimasto, è la rabbia.
Ven
09
Feb
2018
Erasmus o amore?
È il solito dilemma.
Sono tre anni che rimando l'erasmus: prima per mia madre, lasciata sola per un anno lavorativo da mio padre e che non volevo lasciare a mia volta sola; per un fidanzato che mi aveva detto con sufficienza di partire, ma con cui le cose andavano male e ho voluto aggrapparmici per salvare tutto; e ora mi si ripresenta una situazione simile.
L'anno scorso, mollandomi giusto prima dell'ipotetica partenza per l'erasmus, mi sono ripromessa di non rinunciare più a qualcosa che volevo per un uomo, soprattutto perché avevo appena rinunciato per un idiota che non mi amava nemmeno.
Adesso saranno 4 mesi che esco con un nuovo ragazzo, storia a distanza, 2 ore e mezza che ci separano. Cerchiamo di vederci il più possibile, a cadenza settimanale, e durante la sessione esami studiavo anche là da lui mentre lui lavorava per vedersi a pranzo e la sera e dormire insieme. Ha sofferto come un pazzo le due settimane fisse in cui non ci siamo visti durante la vacanze natalizie, quando io ero in vacanza dai nonni in spagna (per me si trattava di qualcosa di perfettamente sopportabile invece) e questo perché, come mi ha detto fin dall'inizio, lui non è uno da storie a distanza ma con me voleva comunque provarci.
Lui fin dall'inizio sapeva di questo mio desiderio di erasmus e lo accettava, dicendo che avrebbe poi visto a settembre, una volta partita, come sarebbero andate le cose e avrebbe cercato di resistere.
Ora le cose sono totalmente cambiate, un po' per qualche episodio in spagna e dopo, in cui io per leggerezza ed ingenuità ho avuto comportamenti e "no" che l'hanno fatto dubitare, non riesce più a fidarsi di me come prima e ad essere sicuro dei miei sentimenti.
Non si è più sempre felici da morire come all'inizio, lui si arrabbia anchd o è di umore cupo con me perché mette in dubbio moltissime cose.
Ma vuole stare con me e ha iniziato a cercare lavori in zona, io gli ho detto dall'inizio che pensavo fosse troppo presto per chiedergli un passo del genere, che doveva fare le cose anche per lui e non solo per me! Secondo lui invece è prima di tutto importante "viversi" per capire se stare insieme o meno. La mia reazione non immediatamente positiva e anzi dubbiosa è per lui un ulteriore segno che non proviamo lo stesso e motivo di passati litigi.
Alla fine ha trovato lavoro qua, non lo entusiasma al 100%, ma riuscirebbe a viverci e a starmi vicina.
Io però voglio mandare la candidatura per l'erasmus e lui vuole una risposta da me sul suo trasferimento.
Non è disposto a vivere una relazione a distanza come ora (vorrebbe comunque, per andare avanti, che ci si vedesse più di metà settimana ogni volta e io posso rinunciare ai weekend, ma non anche a lezioni o starmene a casa meno di quanto stia da lui!), quindi per lui: o lui viene a viverr qua o quasi ci si dovrebbe già lasciare.
Ma se venisse qua non accetta nemmeno che io possa mandare la richiesta per l'erasmus e vedere se vincerei o meno il bando. Dice che lui mette in gioco tutta la sua vita per me, venendo qua da solo, e io invece così mi parerei solo il culo, tenendomi in riservo l'erasmus nel caso le cose non vadano, o vadano comunque ma ne abbia poi voglia.
Quindi o rinuncio ora (per settembre!!!) O tra noi è finita.
Io lo amo tanto, adoro le attenzioni e come lui mi ama. Dice però che il mio non è amore, perché mi voglio allontanare.
Io penso che il suo non sia amore, perché non mi permette di scegliere, mi sento solo sotto minaccia. O lui o l'erasmus.
Chiuderla per un erasmus di cui non so ancora nulla, è probabilmente la scelta che prenderò. Ma è giusto? Non lo so più.
Mer
01
Nov
2017
Madame Bovary c'est moi...in Erasmus
All'inizio non sembrava una cosa drammatica. Ho tre coinquilini, due persone normali e un sociopatico che in confronto Sheldon Cooper è una persona normale. Uno dei due coinquilini normali è timido ma gentile, conosce bene l'inglese, fa volentieri due parole, ed è anche molto carino.
Io però sono fidanzata, da quasi cinque mesi. Lui sapeva che partito per l'Erasmus da prima che ci cominciassimo a frequentare. E' molto geloso, quanto io sono distaccata. Lui ha avuto diverse storie finite male a causa di tradimento, io sono alla prima esperienza dopo ventuno anni di inadeguatezza e due cotte non ricambiate e una delle quali per un infame che mi ha veramente fatto male. Nonostante questo sembrava che nulla mi avrebbe distolto da lui. Lui è affettuoso, gli piacciono le effusioni in pubblico, ho conosciuto praticamente tutta la sua famiglia -nonne acquisite comprese-meno di un mese dopo che abbiamo deciso che "OK stiamo insieme". Io sono riservata, quando sono con gli amici preferisco ridere e scherzare piuttosto che fare i piccioncini, la mia famiglia mi ha gentilmente spiegato che non ritengo strettamente necessario conoscerlo perché sono affari miei e devo gestirmeli da sola.
Abbiamo avuto i nostri attriti. La sua gelosia in primo luogo. Non potevo nemmeno dare una sberla al mio migliore amico, o ridere di una battuta di un altro mio amico, che lui subito "Facevi la gattamorta con quello" "Lo guardi come guardi me". Scenate in strada, a volte davanti a nostri amici, della serie "tornatene a dormire a casa tua"- io abito lontano- "non mi toccare" ecc. . Per qualcosa che non mi era passato nemmeno per la testa di fare. Poi mi dice che sono gelida. Non mi piace mandare messaggi sdolcinati se non li penso davvero. E' uno dei motivi per cui i nostri amici mi stimano: sanno che quando dico una cosa affettuosa, viene dal cuore.
Però stiamo ancora insieme. Siamo stati insieme la penultima sera prima della mia partenza. "Prometti che non mi tradirai" mi ha chiesto. Io gli ho risposto sinceramente "Non ti tradirò, perché se mai mi passasse per la testa di farlo, prima tornerei in Italia, te ne parlerei e ti lascerei come si lasciano le persone civili: parlandone e non per sms, con il fegato di guardarsi in faccia". Ha capito e gli è stato bene così. Poi sono partita.
Sono quasi passati due mesi. All'inizio ci mancavamo molto. Io piangevo la notte perché avevo nostalgia di lui. Poi ho iniziato ad ambientarmi, e lui a diventare geloso. Dopo un mese i primi litigi per questo "Non ti fidi di me, ogni volta che esco mi fai il terzo grado". Mi ha detto cose che mi hanno fatto male. Poi si è scusato "Ti prometto ci sto lavorando". Dei miei coinquilini non me ne fregava assolutamente niente. Poi
Poi ho iniziato a socializzare di più con quello dei tre che sa meglio l'inglese. E ho iniziato a star male.
Non voglio tradire il mio ragazzo. Non voglio finire nel girone delle tipe/tipi Erasmus che hanno fatto le corna al partner. Voglio essere una persona corretta. Il mio coinquilino mi piace un sacco: il suo odore, il suo sorriso, la voce, tutto. Ma lo conosco pochissimo, e non siamo mai andati oltre il Buon Giorno, Buonasera Come va e il pour parler. Non ho ancora buttato tutto a puttane. Ma ora vago per casa perennemente in allarme e nervosa. Ho deciso di fare di tutto per evitarlo. Se lo trovo in corridoio entro di corsa in camera e mi ci chiudo. Se è in cucina con i suoi amici piuttosto salto il pasto o mangio a orari improbabili. Non voglio nemmeno avere la tentazione. Ma tanto non mangio comunque più, o mangio poco. Ho perso peso. La notte dormo male. Piango, sto male, sono agitata. Cerco di resistere e più resisto più lui diventa un tarlo. Siamo passati da "è carino ma penso un sacco al mio amore" a "è carino porca puttana non riesco a pensare ad altro".
Mi sento sporca, mi sento una troia, e NON HO FATTO NULLA, anzi faccio di tutto per evitarlo, ma continuo a pensarci, e a non pensare più a lui, in Italia. Gli scrivo "ti amo" e mi sento vuota dentro. "Gli scrivo mi manchi" e so di essere una bugiarda, perché non è vero.
So che l'Erasmus non è la vita, è una parentesi. So che poi dovrò tornare alla vita vera. E d'altraparte, non so nemmeno se questo coinquilino vive quello che vivo io, se è interessato, se è fidanzato, Niente. Magari butto via una relazione, la mia prima relazione, il mio primo ragazzo a ventuno anni dopo tutti i miei sforzi per diventare carina e smettere di essere la sfigata racchia e cicciona, e il mio coinquilino manco mi sopporta. E poi, se non reggo una relazione a distanza a tempo determinato, come potrei sopportare una relazione a distanza di due paesi che non si sa quando ci farà incontrare di nuovo?
Quindi deve smettere. Perché se cedo e accade l'inevitabile, mi farò così schifo da voler morire. Ma voglio morire già ora. Preferisco ammazzarmi sapendo che non ho ferito nessuno tranne me stessa piuttosto che farlo dopo aver tradito la fiducia di una persona che mi vuole bene.
Vi prego non chiedo un giudizio so di fare schifo, me lo dico da sola tutti i giorni. Ho bisogno di aiuto.
Dom
11
Set
2016
Fidanzata in Erasmus
Cercherò di essere breve e conciso: io e la mia ragazza stiamo assieme da più di due anni, durante i quali io sono stato varie volte lontano da casa, ma anche da lontano ci siamo amati tantissimo e quelle volte che ci vedevamo eravamo affiatatissimi. Dopo questi vari periodi all'estero finalmente per un periodo di tempo siamo stati vicini e il nostro amore è continuato a crescere. Adesso però è iniziato il "dramma": lei è partita in erasmus per solo 4 mesi, e già mesi prima di partire mi aveva confidato la sua paura di voler provare quella "libertà" che le mancava. Premetto che non solo io ero felicissmo che partisse, ma anzi l'ho spronata ed aiutata affinchè lei andasse, perchè so per esperienza personale quanto può essere gratificante un esperienza all'estero. Non sono un tipo possessivo ne estremamente geloso, visto che anche io volevo la mia libertà quando ero lontanto, sempre però rispettando chi mi aspettava a casa.
I giorni prima di partire li abbiamo passati sempre assieme, con lei che mi continuava a promettere amore eterno e che non mi avrebbe tradito per nessun motivo al mondo. Frasi d'amore, poesie e sesso a più non posso.
Adesso, dopo neanche 3 settimane dalla sua partenza durante le quali ci siamo sentiti poco per via di problemi ad internet, è tornata a manifestarmi questa sua voglia di "libertà", perchè chiaramente ha visto come funzionano le cose durante l'erasmus. Ha però continuato a dirmi che non vuole cadere in tentazione e che mi ama alla follia, che fin quando starà con me non farà assolutamente nulla, ma si dichiara "preoccupata" per questa situazione.
Io però adesso non so che fare: lasciarla definitivamente?
Chiederle di essere una "coppia aperta" e ognuno si diverte quanto si vuole, e alla fine del periodo si stendono le conclusioni?
O sperare che mi sia fedele, senza però averne la certezza effettiva?
Ven
20
Nov
2015
asocialità
sono una ragazza di 23 anni che esce molto poco e ama stare a casa facendosi i fatti suoi. Ho un fidanzato, forse un amico/a e il resto li considero conoscenti. Ma che problemi avete? Io sto benissimo così non uscendo anche per giorni e giorni!! Mi piace stare nella mia casetta accogliente a guardare film o giocare ai videogiochi, perchè essere una studentessa universitaria giovane deve per forza convertirsi in coca e migno**e tutta la notte?? Trovo un sacco di persone che vogliono convertirmi e portarmi in giro per locali.... Ma fatevi i fatti vostri
Mer
11
Mar
2015
Erasmus e coppia
Salve, come da titolo, vorrei dire la mia sul conflitto naturale che sussiste fra una coppia (seriamente impegnata) e l'erasmus.
I due sono nemici naturali, come cani e gatti, come gli scozzesi ed altri scozzesi. Come uomini e donne.
Scherzi a parte, vi darò la mia opinione sull'argomento (anche se già l'ho fatto in un altro sfogo) e, più di ogni altra cosa, vorrei sapere il vostro punto di vista, che sia simile al mio o totalmente l'opposto non m'importa, sono solo curioso di conoscere la vostra opinione.
Per farla semplice: erasmus e coppia non possono, secondo me, sussistere insieme. La frase "Se non la/lo lasci andare in erasmus, la/lo privi di un'esperienza e sei egoista." mi fa venire l'orticaria. Dal mio punto di vista, è come dire "Lei/lui ha deciso di darti un calcio sui denti. E' una sua scelta, se glielo impedisci, sei uno/a stronzo/a."
Perchè l'erasmus è una bellissima esperienza, estremamente formativa, aiuta con la capacità di relazionarsi col prossimo e con le competenze linguistiche, oltre a fare curriculum ed aiutare con il punteggio di laurea. Però è, l'ho già scritto e lo ripeto, su stessa ammissione di chi è andato, una specie di lunga vacanza. Gli esami si passano abbastanza facilmente e più che altro (giustamente) ci si diverte.
Quel "giustamente" fra parentesi, però implode e scompare nell'etere nel momento in cui si lascia nel paese natio il proprio, o la propria, partner ad attendere il ritorno dell'amato/a. Le stronzate del "eh ormai c'è internet, eh ormai ci sono gli aerei, eh ormai le distanze si sentono meno..." lasciamole fuori dalla porta, per favore. Perchè fanno puzza. Puzza di ipocrisia. Un rapporto a distanza è problematico, per tante ragioni. Punto.
Il problema è che, SECONDO ME, l'egoismo sta dalla parte di chi parte. E scusate la cacofonia. Se vuoi andare in erasmus, accomodati, ma non lasciare qualcuno ad aspettarti a casa. Perchè possiamo fare tutti i discorsi aperti e moderni che ci pare, ma il "partente" prende comunque volontariamente la decisione di farsi i cazzi suoi facendo qualcosa di non necessario e divertente (per lui/lei). Chiarisco che ci si deve dividere per tot mesi per un'importante offerta di lavoro all'estero o semplicemente in un'altra città il discorso cambia radicalmente. Ma un erasmus no. Mi dispiace.
Ora, sono curioso di conoscere la vostra opinione: prego, commentate.