Tag: depressione

Lun

03

Set

2018

CONFESSIONE

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

QUESTA LETTERA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE INTENDANO BENEFICIARE DELLA MIA ESPERIENZA DI VITA, IN MODO TALE DA NON RIPETERE I MIEI STESSI ERRORI

 

Siccome non sarei capace di esprimere a parole ciò che sento, ho deciso di farlo in forma scritta. Mi chiamo ****** e al momento di scrivere ho 21 anni e 9 mesi circa. In questo scritto non voglio raccontarvi dettagliatamente la mia vita, bensì confessare il mio stato d’animo e cercare di capire insieme a voi come sia potuto arrivare ad un livello così pietoso ed umiliante. Dico confessare perché nessuno in realtà mi ha mai conosciuto, sono sempre stato un individuo estremamente riservato e restio a mostrare i propri sentimenti, sebbene non sia affatto sicuro di averne mai avuti. Questa mia incapacità di relazionarmi con il mondo, con i miei simili e di mostrare affetto alle persone care è forse il lato peggiore del mio carattere, nonché la principale causa della mia depressione attuale. Piano piano mi sono sempre più isolato da tutto e da tutti, fino a diventare completamente indifferente a ciò che mi circonda. Non cerco più la compagnia dei miei coetanei o dei miei familiari, convinto che ormai nessuno possa più darmi il calore umano di cui avrei bisogno, ma che in fondo so di non meritare. Ero convinto di poter convivere con la solitudine, di poter indurire il mio cuore a tal punto da non provare più dolore, rabbia e amarezza, ma mi sbagliavo. Gli esseri umani non sono fatti per vivere da soli come dei reclusi o degli eremiti e se adesso soffro a causa dell’isolamento è solo perché ho allontanato tutti quelli che mi erano vicini.

Sono nato da un matrimonio senza amore, probabilmente frutto più di convenienza che di altro, da due genitori ormai quarantenni che forse non si aspettavano neanche più di avere un figlio e che si sono guardati bene dal farne un secondo. Per tutta l’infanzia non ho avvertito queste mancanze, ma durante l’adolescenza qualcosa si è rotto e col tempo ho capito come stavano realmente le cose in casa mia. Non ho mai conosciuto i miei nonni, né quello paterno né quello materno, una cosa di cui mi rammarico molto, mentre le mie nonne non mi hanno accompagnato nemmeno fino all’adolescenza. Per quanto riguarda gli altri parenti, la maggior parte vivono in un’altra regione mentre uno zio vive all’estero. Li vedo e li sento pochissimo. Ci sarebbe anche mio cugino, ma sebbene da piccoli fossimo decisamente più affiatati adesso siamo quasi due estranei.

E’ vero, mi sento estremamente solo: ho pochissimi amici e ormai non so neanche se considerarli veramente tali. Non riesco più a fidarmi di nessuno. La maggior parte delle persone che ho conosciuto dall’infanzia all’età adulta passando per l’adolescenza sono state solo fugaci comparse: a volte mi sono illuso che fossimo veramente amici, ma quasi sempre sono stato smentito dai fatti. Alcuni mi si sono addirittura rivoltati contro, la maggior parte non mi ha mai considerato. Sono stato ignorato e messo in ombra così a lungo da un numero così elevato di individui diversi che a volte mi sono sentito un fantasma, il che si addice bene alla mia attuale vita. Il rapporto con i parenti è ormai inesistente, quello con i miei genitori irrimediabilmente compromesso e non trovo nessuno che abbia veramente voglia e tempo di ascoltarmi, tanto meno di capirmi.

Dicevo dei miei genitori: purtroppo non andiamo per niente d’accordo. Loro ormai mi considerano un fannullone, un buono a nulla, un freddo calcolatore, probabilmente una specie di aberrazione. Sono fermamente convinti che io li odi entrambi, soprattutto mia madre che non mi perdona di averle intimato in un momento d’ira ed esasperazione di andarsene di casa. Ora è lei che non vede l’ora di buttare me fuori di casa. In effetti ci sono stati dei momenti in cui ho provato un  forte risentimento verso di loro, ma adesso non posso far altro che ammettere di sentirmi in colpa nei loro confronti e di averli delusi profondamente. Da piccolo, nonostante il caratteraccio, promettevo bene: ero considerato un bambino intelligente e dal carattere forte, che nella vita avrebbe sicuramente fatto strada. Ahimè come si sbagliavano. La mia rovinosa caduta è cominciata a metà del secondo anno all’università. Dopo un inverno dispendioso a causa dello studio mi sono sentito stranamente prosciugato, ho iniziato a studiare sempre di meno, ad auto-escludermi dalle (poche) compagnie che frequentavo, ad evitare conoscenti e “amici”, per poi cadere nel vortice della depressione: la mia vita mi appariva vuota, priva di scopo, inutilmente flaccida e noiosa nel suo monotono incedere, ogni giorno era uguale a quello precedente e a quello immediatamente successivo…mi sentivo inutile e privo di stimoli, uno stupido essere insignificante senza sogni da realizzare e senza niente di interessante da offrire, con una vita grigia e un futuro privo di senso. Allora mi sono guardato indietro e ciò che ho visto mi ha atterrito: analizzando la mia vita a ritroso ho capito di non aver mai veramente vissuto, ma di aver passato i miei primi 20 anni dietro ai libri ad ammazzarmi di studio per sopperire alla mancanza di una vita sociale, di affetti sinceri e persino delle cotte che un qualsiasi ragazzo dovrebbe provare. Tutt’oggi non mi sono mai innamorato di una ragazza, non ho mai provato quelle sensazioni che dovrebbero accelerarmi il battito cardiaco, costringere la mia fantasia a voli pindarici e spingermi a compiere gesti al di là dei limiti imposti dalla mia indole chiusa e rigida. L’unica ragazza per cui abbia mai provato dei sentimenti (ma io stesso non saprei dirvi che genere di sentimenti) non lo ha mai saputo, non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi, nascondendomi dietro alle scuse più varie (non le interesso, non è il mio tipo, ormai è passato troppo tempo, siamo incompatibili come carattere, è superficiale…e altre barzellette tragicomiche per nascondere la mia mancanza di palle). Contemporaneamente a queste rivelazioni, mi sono trovato completamente solo: nessuno si era accorto del mio stato d’animo e nessuno ha preso sul serio le mie implicite richieste d’aiuto. Sono finito persino da uno psicoterapeuta per qualche mese, ma non è servito a un cazzo, per lo meno nel lungo termine. Sono riuscito a fatica a rialzarmi, ad andare avanti e a lasciarmi alle spalle tutta la tristezza che in poco tempo mi aveva ridotto ad un miserevole invertebrato, ma il prezzo da pagare è stato alto: sono cambiato, se possibile in peggio. Sono diventato più cinico e pessimista, mi sono incupito ulteriormente e ho perso completamente la fiducia nel prossimo, maturando l’egoistica idea di potermela e dovermela cavare da solo, facendo a meno degli altri. Questa filosofia nichilista e insieme materialista però non mi ha portato lontano, infatti, nonostante i miei voti non siano affatto bassi, riesco a dare pochissimi esami, non ho più la forza di volontà di mettermi a studiare con furore e competitività come facevo una volta, mi riprometto in continuazione di tornare lo studente brillante di un tempo ma all’atto pratico qualcosa mi blocca, mi sento svogliato e inerme, come se non avessi più obiettivi da raggiungere, un traguardo a cui mirare, o semplicemente l’ambizione di arrivare in  alto. Non riesco a dare un senso alla mia vita, ho paura di ciò che mi aspetta: riuscirò a laurearmi di questo passo? Cosa succederà dopo l’università? Farò un lavoro che odierò, semplicemente per portare a casa i soldi che mi permettano di sopravvivere? Ma troverò un lavoro, o farò il parassita a spese dei miei genitori? E anche se riuscissi a sistemarmi, cosa mi aspetta? Che prospettive ho? Che senso ha la mia vita? Vivrò e morirò da solo, dimenticato da tutto e da tutti come se non fossi mai esistito? Soffocherò lentamente nel grigiore della mia ridicola esistenza? Avrò mai una famiglia? Dei figli? Una donna che mi ami per quello che sono? Ma chi sono io? Chi potrebbe mai amare un essere insignificante come me?

E così non posso che essere d’accordo con i miei genitori quando mi attaccano e mi umiliano denigrando la vita mollacciona e da mantenuto che sto conducendo, così come devo ammettere che in realtà a loro io voglio bene, anche se non gliel’ho mai detto, perché altrimenti non mi importerebbe del loro giudizio. Vorrei che ogni tanto spendessero parole di elogio nei miei confronti, che mi sostenessero di più e mi abbracciassero quando sbaglio, invece riversano su di me tutte le loro frustrazioni e le loro aspettative deluse. E non ho deluso solo loro, ma tutti coloro che credevano in me: amici come ******* e *******, che mi hanno sempre considerato una persona intelligente e colta anche se io non li ho mai aiutati come avrei dovuto e potuto; le mie maestre e professoresse di italiano di elementari, medie e superiori che mi hanno sempre stimato e apprezzato; le docenti di inglese e francese dell’università, con cui avevo un ottimo rapporto; mio zio, che mi ha sempre considerato come il nipote più giudizioso e intelligente e che si aspetta da me grandi cose; le uniche due amiche che io abbia mai avuto, ma a cui non detti mai l’importanza che meritavano per colpa della mia cecità e grettezza; e tutti coloro che ho fatto soffrire con il mio atteggiamento distaccato e a cui non ho dato l’importanza che meritavano. Chissà se ogni tanto pensano ancora a me, chissà se potranno mai perdonarmi.

In questo ultimo anno e mezzo ho cercato di sfogare la mia inquietudine dedicandomi a cinema, musica, mostre, a ciò che credevo potesse riempire la mia vuota routine, ho provato a rimettermi in carreggiata con tutta la buona volontà che possiedo ma è stato inutile, mi sento più solo che mai, sto perdendo la voglia di uscire di casa e di vedere altre persone, mi vergogno persino di espormi al giudizio altrui: che cosa potrebbe mai pensare di me chi mi vede per la prima volta, ora che sono l’ombra di me stesso, l’ombra di un uomo solo? E chi mi ha conosciuto in passato cosa penserebbe vedendo come sono appassito? Non mi va di parlare di me stesso, perché non ho niente da raccontare e ciò che potrei rivelare non mi piace per niente. Non vado fiero di ciò che sono diventato.

Saltuariamente ho anche pensato al suicidio, ma ho troppa paura di affrontare il dolore della morte e il nulla che mi attenderebbe dopo; anche se la mia vita non ha senso ho ancora la flebile speranza che qualcosa possa cambiare, che la scintilla che una volta animava i miei gelidi occhi possa tornare a bruciare, ma in fondo so che è solo un’illusione.

Se avete letto fino in fondo questa mia confessione spero che possiate imparare dai miei errori e non ripeterli: non crediate di potercela fare da soli, abbiate cura di chi vi ama, tenetevi stretti le persone che vi vogliono bene e non lasciate mai che la timidezza, la scontrosità, i pregiudizi, l’orgoglio o la paura vi impediscano di mostrare i vostri sentimenti, ma soprattutto non chiudetevi egoisticamente in voi stessi per schermarvi dalle intemperie della vita, o diventerete dei fantasmi come me.

Lun

27

Ago

2018

Depressione e bassa autostima

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sto perdendo i capelli e la cosa fa crollare completamente la mia autostima, tanto che (paradossalmente) avrei voglia di rasarmi a zero stile Britney Spears !!! Sono l'unico pazzo?

Dom

26

Ago

2018

Stanca

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sono triste e mi faccio schifo. Voglio cambiare la mia vita, ma non so da dove iniziare e non so minimamente come fare, spesso credo che l'unica soluzione sia farla finita. Ho 21 anni, é sabato sera e sono a casa da sola, con il mio gatto a piangermi addosso, mentre fuori c'è una musica che proviene da chissà quale festa e questo mi rende ancora più triste, perché mi sbatte in faccia la triste realtà che non ho amici e che sento di star sprecando la mia vita. Invidio le ragazze che passano sottocasa mia dirette alla festa, e penso a quanto sarebbe bello se fossi normale come loro.. Ma purtroppo sono qui, senza amici, a studiare, o almeno a provarci. In tutto questo mi pervade anche la nostalgia delle vecchie amiche che avevo, con le quali uscivo e confidavo qualsiasi cosa, ma che il tempo, la distanza e i contrasti di idee mi hanno portato via. Vorrei soltanto essere normale, avere una vita normale, ma sembra che io stessa me lo impedisca. Ho problemi di autostima, per problemi legati al bullismo di tanti anni fa, ma di cui tutt'oggi ancora non sono riuscita a cancellare dalla testa tutti quei giudizi negativi che subivo in giovane età. Si aggiunge anche il fatto che rifiuto l'invito di qualunque ragazzo per insicurezza, perché non mi sento all'altezza di nulla. Non c'è la faccio più, odio tutto questo. Vorrei urlare, gridare fino a perdere la voce, fino ad essere stanca. Sono consapevole che non sono problemi gravi, ma sono cose che mi fanno vivere negativamente la mia vita, non riesco più a trovare un motivo per continuare, non so cosa fare.. 

Gio

16

Ago

2018

Sono asociale a 16

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sono asociale dall'inizio della prima superiore (ora devo fare la terza). Il sabato sera non esco praticamente mai e preferisco essere chiuso in casa a giocare ai videogame. Non sono mai stato sicuro di me, ansi, mi vergogno di quel che sono dato che è dalle medie che sono sempre stato in carne. Non mi faccio vedere senza maglia da nessuno da almeno 2 anni, cosa che implica il non farmi il bagno quando vado al mare. Guardandomi allo specchio ho sempre provato disgusto ed è da qualche mese che ho deciso di dimagrire per tornare in carreggiata (ho perso almeno 18 kg in 5 mesi). I miei hobby sono guardare anime e giocare ai videogiochi (hobby molto diversi rispetto a quelli dei miei coetanei). Non odio il calcio, anzi, lo seguivo ossessionatamente fine ad un annetto fa. Il vero problema è che quando esco di casa, ho sempre l'impressione che la gente guardi solo me, che mi giudichi e che pensi cose brutte nei miei confronti. Non mi reputo un ragazzo brutto, l'unico problema è il mio peso (1,79 per 101 kg. Ora sono 1,83 per 89 kg [ovviamente questo è il peso dato dalla bilancia, come massa grassa ho perso di più]). Cosa che non aiuta è il fatto di essere in una scuola con solo maschi(la maggior parte cuozzi) e pochissime femmine (tutte vrenzole). Soffro di solitudine e vorrei avere una ragazza, di amici ne ho pochi ma buoni che vengono nella mia stessa classe (ironia vuole che vivano tutti lontano da me e quindi organizzarsi per uscire è davvero difficile). I miei genitori non aiutano, dato che per risolvere questo problema, l'unica cosa che mi consigliano di fare è di uscire e socializzare (peccato che nel mio paese ci siano solo cuozzi e sono sicuro di questa cosa dato che fino alle medie uscivo sempre con altri miei amici cuozzi). Il fatto è che vorrei trovare persone con i miei stessi interessi, cosa quasi impossibile. Ovviamente sono a conoscenza del fatto di essere complessato e l'unica cosa che sto facendo per risolve questi complessi è quella di dimagrire. Infatti penso sempre che diventare magro sia la soluzione ai miei problemi. Vorrei sapere voi come la pensate e vi prego di non insultarmi, questo era un mio post sfogo ed è una delle poche volte che mi apro in questo modo

Lun

13

Ago

2018

Sono triste perché ho il compleanno

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

allora,il 20 agosto e il mio compleanno....ma non aspetto quel giorno perché di sicuro nessuno non mi darà regali..ma a me non interessano:regali,torte,sorprese,etc.A me interessano soltanto due parole:buon compleanno.Sono 4 anni che nessuno non me lo dice neanche mia madre,gli amici,mia sorella..😢non so che fare io ogni parola che dico in casa mia madre mi dice che cerco attenzione,tutti mi odiano...non so che fare sono depressa e da 2 mesi che non esco di casa,menomale che c’è questo sito che mi possa sfogare adesso mi sento almeno 43% meglio!

P.S=scusatemi se trovate errori,e che quando sono nervosa e mi sfogo così tanto faccio errori😶❤️ 

Dom

12

Ago

2018

Terribilmente sola

Sfogo di Avatar di AlidaAlida | Categoria: Altro

Una settimana fa si è chiusa la storia più importante della mia vita. Ci siamo visti e dichiarati amore a Vicenda, decretando come solo questo sentimento non potesse bastare. Non è vero.

Lui, il primo uomo per me. Una storia importante vissuta in famiglia ( da veri meridionali quali siamo). 

Credo di non aver mai dato tanto ad un uomo.

Poi l’anno scorso, la botta di arresto. Un trauma che non dimenticherò mai.Porto dentro di me i segni di un anno terribile, passato tra psicoterapeuta e gocce di ansiolitico, il pensiero ossessivo di non provare lo stesso sentimento verso di lui, e un calo del desiderio a cui rispondeva con una totale chiusura nei miei confronti. Il colpo finale l’ho sferrato io: ho deciso di non andare convivere con lui, ho scelto di pensare ancora a me stessa, di realizzarmi professionalmente lontano dalla mia terra.

E lui non ha accettato la mia scelta. 

 E ora eccomi qui, sola, amareggiata, distrutta. Distrutta dalle stesse ceneri della mia storia, dalle promesse che ci eravamo fatti.

Speravo, nonostante tutto, le cose potessero appianarsi. Che brava idiota sono stata. 

Ha voltato pagina, facendolo nel modo più immaturo possibile. Ha cancellato il suo vecchio profilo Facebook e facendone uno nuovo, ha rimosso tutte le foto dai social e mi ha dimenticato. In una settimana.

E io qui, a singhiozzare.

A preparare un esame- forse l’ultimo- prima del trasferimento al tanto sognato ateneo del nord, a pregare che la mia domanda di ammissione non sia scartata, a scrivere uno sfogo in un portale mai visto prima.

Mi sento vuota. Il mondo gira intorno a me eppure non lo vedo.

Sento ancora di amarlo. Ma so che è finita.

Il pensiero mi sta devastando  

 

 

Ven

10

Ago

2018

Sfogo

Sfogo di Avatar di PhiliamPhiliam | Categoria: Altro

Ciao, sono un ragazzo di 20 anni che sta scrivendo per sfogarsi.

Sono un ragazzo bassino (1,72 m), con gli occhi piccoli e marroni, un nasone un po' a patata e soprattutto affetto da circa 6 anni da un raro tipo di acne infiammatoria che ha fatto in modo che il mio petto e la mia schiena (e inizialmente anche il mio volto) siano stati completamente ricoperti da foruncoli tumidi: ho avuto molta difficoltà a gestire la situazione i primi anni, non era solo un problema di estetica o autostima, ma era anche causa di dolori fisici, fortunatamente la situazione è migliorata parecchio, ma la mia pelle è ancora visibilmente sfregiata da discromie, cicatrici ed eritemi e sono ancora presenti molti brufoli (notevolmente meno gonfi di quelli dei primi anni).

Sono stato molto preso in giro, sia per il mio aspetto fisico sia per via del mio carattere timido e introverso, col tempo ho imparato a non dare valore al giudizio degli altri quando non costruttivo, ora lo percepisco come infondato e come un modo per sfogare insicurezze che non si riescono a gestire; in passato però ho lasciato che condizionasse il modo in cui vedevo me stesso facendo si che mi accompagnasse in un circolo vizioso che continuava a mettere in dubbio il mio valore e le mie capacità fino a rinnegarle completamente, ad un certo punto mi autoconvisi addirittura di avere un handicap.

Se mi trattano così è perché sono così, il mio modo di pensare era quello, ero precipitato in uno stato mentale tetro e irragionevole che mi ha impedito di esprimere il mio potenziale, ho provato un'esperienza come apprendista elettricista e in seguito a studiare cambiando anche scuola, ma a causa della mia condizione psicologica ho perso 4 anni non riuscendo a superare nessuna delle strade che ho provato a seguire.

Sono comunque cresciuto molto, ho imparato a preoccuparmi meno di darmi un'identità, ho imparato a riconoscere le mie capacità e ho trovato un po' di quiete iniziando, in quest'ultimo periodo, a studiare per conto mio filosofia e psicologia.

Mi sono iscritto a un'altra scuola che dovrei iniziare tra poco, spero finalmente di riuscire a portarla a termine e di non ricadere nei processi nocivi che mi hanno portato in passato all'autodistruzione.

Ultimamente mi sento piuttosto bene, oscillo tra momenti di benessere e momenti di depressione e frustrazione, solitamente la scintilla che accende la miccia che fa esplodere il mio malessere è il confronto con il mio aspetto fisico, specificatamente con il mio problema alla pelle: non so fino a che punto possa effettivamente migliorare, e non so fino a quanto dovrò sopportare il fatto di avere un corpo che suscita schifo, mi sento come se mi fosse stata privata la possibilità di piacere e di poter trovare una ragazza che mi apprezzi per come sono, lo so che l'aspetto fisico non è tutto, ma conta anche quello e nel mio caso non è una faccenda che può essere facilmente lasciata da parte, inoltre non sono affatto bravo a socializzare, fortunatamente ho comunque degli ottimi amici, ma non ho sicuramente una personalità loquace, solare o sicura di sé che mi aiuti.

 Non sono sicuro del perché abbia sentito il bisogno di rendere questo sfogo pubblico, comunque ecco qua.

Gio

09

Ago

2018

Infelicità.

Sfogo di Avatar di QueenXXQueenXX | Categoria: Altro

Salve a tutti,
Oggi scrivo per esporre il mio più grande problema dopo l'altro che ho già scritto qui.
Dovrei essere felice, ho trovato lavoro, nel frattempo studio estetica per poter finalmente lavorare in un centro, convivo con l'uomo che amo nonostante tutti i problemi e le cose che NON SOPPORTO. Ma convivere significa anche questo, No?
Tralasciando tutto ciò; sono infelice.
Perché?
Sono andata da uno psicologo per capire che caz*o di problemi ho, è saltato fuori che ho PROBLEMI PSICOSOCIALI e soffro di tricotillomania (mi strappo le sopracciglia e ciglia quando sono in uno stato d'ansia) per non parlare degli attacchi di panico.
Ci sono giorni dove ho voglia di fare tante cose, altri dove vorrei morire.
Ultimamente penso più di una volta al giorno di farla finita, non riesco a vivere così! Non tanto per me quanto per il mio ragazzo...
Non so raga, avevo voglia di sfogarmi e raccontarvi sta chicca..
Boh

Mer

08

Ago

2018

esistenza infelice

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Salve a tutti

Sono una ragazza di appena vent’anni e scrivo qui perché non ho nessuno che sia disposto ad ascoltarmi, nessuno che si preoccupi di come sto realmente. Sono sempre stata forte, fin da piccola ho avuto la forza di affrontare cose più grandi di me, in più ero davvero speranzosa: avevo molta fede, ogni giorno quando mi svegliavo e mi trovavo ad affrontare tutto il male che mi capitava,avevo il coraggio di credere che il giorno successivo sarebbe stato migliore. Ma quel giorno non è mai arrivato..

Partiamo dalla mia infanzia, cresco tutto sommato in una buona famiglia se non fosse per mia madre,che soffre di disturbi di personalità. Da piccola non riuscivo mai a capire i suoi comportamenti e ne soffrivo tanto ma quando sono cresciuta ho cominciato a capire.

Ho capito che lei non era come le altre mamme,aveva uno strano modo di volermi bene, mi faceva del male e lo ha fatto più di qualche volta senza una reale motivazione.

Mi ha fatto sempre soffrire tanto, da piccola non ho mai ricevuto una sua carezza. Alcune volte per via dei suoi disturbi ho come l’impressione di non conoscere chi sia,altre volte dimentica di avere dinnanzi la figlia trattandomi peggio di un’estrenea. La convivenza con lei è diventata insostenibile perché i suoi disturbi la rendono terribilmente insopportabile (ma purtroppo non ho possibilità di andare via). Lei per me non c’e mai stata, non è mai stata un punto di riferimento,ho fatto sempre tutto da sola.

 Quali sono i ricordi che compongono la mia infanzia ? I suoi deliri. Io riuscivo ad affrontarli e superarli perché nel mio cuore c’era la convinzione che l’amore della mia vita mi avrebbe portata via da quell’inferno. Sognavo che,una volta cresciuti e passato del tempo, saremmo andati via assieme.

Io ho conosciuto l’amore della mia vita quando avevo solo 5 anni: lo vidi per la prima volta con gli occhi da bambina e,nonostante la giovanissima età, nacquero dei sentimenti molto forti e soprattutto vero. Vi assicuro che nonostante l’immaturità legata all’età,io ero innamorata davvero di lui a tale punto di non degnare neanche di uno sguardo gli altri. Quest’amore era ricambiato, eravamo entrambi dei bambini timidi che arrossivano ogni volta che ci scambiavamo una parola. Siamo cresciuti assieme, io conoscevo di lui dettagli che agli altri sfuggono: sapevo che era un genio in matematica, conoscevo le sue manie,i suoi pensieri,ogni suo comportamento. Lo amavo perché era diverso dagli altri, perché arrossiva, perché era speciale. Lo era già da piccolo,poi è diventato un ragazzo meraviglioso,il sogno di ogni ragazza. Siamo cresciuti e ci siamo un po’ distaccati (per via di altre questioni), ma io continuavo ad amarlo. Nonostante questo distacco,io ero sicura che prima o poi noi due ci saremmo ritrovati. Forse perché credevo nel destino,credevo nel fatto che lui fosse la mia anima gemella (sentivo che mi apparteneva come nessun altro).

Un maledettissimo giorno, 3 anni fa, l’amore della mia vita viene a mancare perché aveva una malattia congenita,nonostante la giovane età. Il mondo mi crolla addosso, ogni cosa su questa terra sembra non avere più senso, la mia vita sembra non avere più senso.

La mia vita diventa un incubo più di quanto lo fosse di suo, svegliarsi la mattina diventa un dovere. Ogni giorno vivo con un dolore che mi soffoca il cuore, vivo soffocando una voce dentro di me che vorrebbe urlare. Vivo un dolore senza termine,un dolore distruttivo. E poi la mancanza,la nostalgia,il rimpianto...

Ogni sera chiudo gli occhi immaginando a come sarebbe potuta essere una vita assieme, alcune volte immaginando noi due assieme in un posto meraviglioso, altre volte mi capita di trovarmi a pregare Dio affinché possa sognarlo per sentirlo vicino a me. Per due anni ho vissuto con questo dolore (come anche adesso) che non riuscivo nè a controllare nè a gestire.

Cercavo spiegazioni e non ne trovavo,cercavo un senso a quello che era accaduto e non lo trovavo. Mi chiedevo perché lui non fosse accanto a me,perché lui non potesse più godere della luce del sole,di ogni piccola bellezza che offre la vita. Perché era così distante da me? E dov’era adesso? Stava bene? Perché mi aveva lasciata da sola?

Man mano ho cominciato a reagire a questo dolore, ho provato a conviverci gestendolo e ad accettare l’idea che lui non fosse più con me,che lui fosse la cosa più bella che mi sia capitata nella mia  vita,ció che è da portare nel cuore sempre, ma pur sempre un ricordo.

Dopo anni in cui i miei occhi cercavano solo i suoi, ho pensato di avere il dovere di provare ad essere felice e ho cominciato a guardarmi attorno. Solo da un anno ho avuto delle frequentazioni che sono però finite male. Mi mancava qualcosa, il mio cuore cerca quello che non potró più avere.

Non ho mai provato più quello che ho provato in passato per lui e quello che provo adesso : un amore sconfinato, che va oltre il corpo, un amore che mi lega alla sua anima. Io lo amo,ogni giorno di più, vorrei che fosse qui. Spero che un giorno la rabbia si placherà e mi rimarrà soltanto l’amore.

Tra un dolore e l’altro (la cattiveria di mia madre e l’assenza del mio amore), mi sto consumando giorno per giorno.

La vita non mi offre occasioni per riprendermi ed ogni giorno,io, non avendo più la voglia e la forza di lottare, comincio ad invocare la morte. Che senso ha vivere una vita colma di sofferenza? Una vita in cui lui non c’e ? Io odio il fatto che il sole continui s risorgere,che il cielo continui ad essere blu,che il mondo vada avanti senza di lui. Il mio mondo non va più avanti invece,si è fermato a quel giorno quando lui è volato via lasciandomi in questo mondo infame. Perché dovrei rimanere se la mia felicità è altrove?

Ho pensato qualche volta di sfuggita al suicidio ma io non riuscirei mai a commettere una cosa del genere e quindi vivo ogni giorno come un vegetale nella mia solitudine.

La persona che più amavo al mondo è andata via e nel momento di difficoltà sono scomparse anche quelle che consideravo e amiche ed eccomi qui,sola e addolorata senza la voglia  di andare avanti.

vi ringrazio tutti. 

Mar

07

Ago

2018

La depressione no è una cosa su cui scherzare

Sfogo di Avatar di sofsof | Categoria: Altro

mi dano fastidio gli adolescenti di oggi. che dicono in continuazione di essere tristi e depressi, e intanto escono, hanno una fantastica vita sociale, hanno persone accanto, per poi scoprire che questa loro "depressione" viena dalla, o dal, fidanzatino\a che l'ha lasciato\a.

se solo avessi io tutte queste cose, eppure loro si lamentano, facendo addirittura finta di tagliarsi, cosa che fanno con la plastica non tagliente, e andando a dire agli amichetti:

"ehy guarda, mi taglio e sono depresso!1!1"

Veramente?

io i miei tagli cerco di nasconderli perchè me ne vergogno, e loro se li disegnano con la matita per le labbra rossa, e tagliandosi per finta?

oppure un'altro tipo di conversazione:

"Oi, esci? XD"

"No, sono depresso"

"Perchè?"

"Lasciami stare, vado ad ascoltare sad di xxxtentaction perchè è morto e va di moda, ciao" 

Ci sono canzoni con anche del rap con significato però, ad esempio:

-Goner, dei twenty one pilots 

-Afraid, dei the neighbourhood

-Paralyzed, di NF

E molte altre, ma no ghali e la gucci gang, dai

"ti fai foto con la frase tattica d'amore, ma dai che sei una zozza quindi perfavore" che senso ha, non capisco.

vabbè, mi sono dileguata abbastanza, ditemi la vostra nei commenti.