Tag: vacanze
Mar
12
Nov
2019
Giramondo a casa mia.
Domanda a tutti i giramondo felici vacanzieri. Quando siete via, cosa provate veramente? Raccontatemi di quelle emozioni così forti che rendono bello un viaggio e vi asciano la voglia di iniziarne uno nuovo.
Io, quando sono via, sento solo il bisogno di tornare a casa. Ricordo i posti dove sono stato solo perché, per sistemarle, riguardo le foto. Dopo un paio di giorni inizio a sentirmi male, non so più dove e come stare. Arranco fino al quarto o quinto giorno poi devo assolutamente tornare.
Lun
16
Set
2019
Lasciarlo prima o dopo le vacanze?
Ragazzi ho un problema enorme.
Il mio ragazzo abita a 5 ore di distanza da me, e sono 4 mesi che non ci vediamo a causa del lavoro.
Io non provo più gli stesi sentimenti per lui e ho deciso di lasciarlo, cos che vorrei fare di persona. Lui si è accorto che sono diversa ma nonostante ciò ha prenotato senza dirmelo dei biglietti e un appartamento per passare 5giorni insieme in Grecia. I biglietti non sono rimborsabili (ho verificato), l appartamento idem.
Ora non so cosa fare :lasciarlo per telefono disdicendo anche la vacanza e facendogli perdere i soldi e rovinandogli le ferie / andare in Grecia e lasciarlo durante la vacanza rovinando comunque tutto è poi passare 5 giorni insieme da "lasciati" / aspettare la fine della vacanza e lasciarlo, passando un po' per un ipocrita e approfittatrice che si fa la vacanza e poi lo molla!???
Premesse :la vacanza l ha pagata lui perche e fatto così, anche se mi sente distante o fredda ha deciso di fare questa cosa. Nonostante ciò io posso permettermi benissimo quei biglietti e quelle vacanze, dunque l ultima opzione non è dettata effettivamente da una voglia di approfittarsene anche perché fare una vacanza con un oche vuoi lasciare te la fa vivere male.
Seconda premessa :Se dovessimo passare la vacanza assieme non ci sarebbero litigi o momenti brutti perché comunque non c'è l ho con lui, non lo odio, non litighiamo mai, non ci sno cose che mi danno così tanto fastidio in lui. Anche lui è molto civile e calmo. Semplicemente la storia è finita, ma non sarebbe comunque una vacanza in cui magari ci si urla addosso o si litiga.
Sab
14
Set
2019
Peccati d'estate
Mi chiamo Sara, ho 43 anni. Sono una donna che ama tenersi in forma ma sono stata sempre fedele a mio marito: uomo che ho sposato da vergine 8 anni fa e che ha sempre avuto un debole per il mio lato B, non piccolo ma rotondo e sodo, anche per le tante vasche in piscina fatte ogni settimana. Tuttavia non gliel'ho mai concesso, nonostante le sue insistenza e nonostante qualche mese fa mi abbia promesso in cambio un'auto nuova (classe A) in regalo.
Quest'estate avevamo prenotato una vacanza a Corfù lui per motivi lavorativi non è potuto venire più, ci sono andato con una miaamica e collega, anche lei sposata.
Una sera, da sola in camera, Chiamai il massaggio in camera e ai presentò un bel ragazzo di 33 anni di origine algerina. Mi sono lasciata andare e lui, complice la mia eccitazione , il suo saperci fare, si prese tutto, anche il lato B. Tradimento più vassurdo non poteva capitarmi, non avevo mai minimamente pensato di poter tradire
Gio
19
Lug
2018
Pacco
Sono una maledetta egoista, mannaggia se lo sono.
Ma ho una relazione a distanza. 2 ore e mezza di treno. Anche di più, a seconda delle coincidenze dei treni.
Mi faccio un paiolo tanto per avere un lavoro, arrivo a rinnegare i mieo sogni nel cassetto pur di sembrare motivata a imparare nuove mansioni (che ehi,male non fanno)
Amore mio tu, invece, proprio tu, non riesci, non ce la fai. Non hai voglia di fare una beneamata minchia. Tre mesi che ti chiedo, dell'alto della tua terza media, di fare un qualsiasi dannato corso per una qualsiasi ignorante specializzazione. Trovati un cazzo di lavoro porca miseria.
"Sí,lo faccio! Sisì! Ora vado."
Ciliegina sulla torta? La cisti infetta. Strano che un'infezione sia venuta a te, che il groviglio di pus in questo periodo ce lo dovrei avere io, dal nervoso che ributto giù. Per un taglio da 5 punti sulla schiena hai paccato il mio compleanno, una festa scolastica, un evento artistico, un altro compleanno, un concerto e le vacanze che io (IO OVVIAMENTE) stavo progettando.
Non ci vediamo da un mese, nemmeno ti impegni a sentirti in colpa.
Ma chi cazzo è che si fa operare una ciste pilonidale a metà giugno???
Mi direte: mollalooH!
Sí dovrei. Ma non ho voglia di litigare. Non ho voglia di lasciarmi, sentirmi ancora sola, di ricominciare daccapo nelle relazioni.
E poi ho troppi impegni, 3 lavori, insomma, sono già abbastanza deconcentrata cosí, non peggioriamo le cose.
Sono un'egoista stronza, la salute viene prima di tutto, in fondo,no?
Egoista e tristemente pigra.
Mer
11
Apr
2018
Per favore rispondetemi non ne posso più
Allora l’anno scorso sono andata i un campus in vacanza con dei miei amici, ad un certo punto alla sera alcuni tirano fuori dagli zaini delle sigarette e altri dell’alcol... io ero molto scettica... ma dopo essermi fatta fare il lavaggio del cervello ho deciso di fare un tiro (per la prima volta) poi me ne sono subito pentita e non lo ho più fatto... una delle mie amiche quella stessa sera si è ubriacata e non riusciva quasi più a camminare, tutti le stavano addosso e hanno cominciato a insultarci (e anche se era giusto) anche me solamente perché stavo con quei ragazzi...La mia amica ad un certo punto ha cominciato a sentirsi poco bene e a vomitare... fatto sta che per distrarre l’attenzione su di lei io e una mia amica prese dal panico abbiamo fatto finta di essere brille per distogliere l’attenzione da lei. Il piano ha funzionato alla grande ma gli altri miei compagni hanno cominciato a diffondere le voci di ciò che era successo. Qu’est sennò mio fratello parteciperà allo stesso campus e ho paura che possa scoprire tutto e dirlo ai miei genitori... io non so cosa fare perché ho paura che loro lo scoprano e io non voglio perché io non ho fatto niente di tutto quello che si dice ma penso che loro non ci crederebbero.... in questo periodo ho forti attacchi di panico e ho periodi in cui mi rifiuto di mangiare e altri in cui affogo nel cibo.. per favore rispondetemi con un parere sincero, non c’è la faccio più a tenermi tutto dentro! Datemi un parere sincero... grazie!
Dom
25
Mar
2018
Che palle... voi cosa fareste al posto mio?
L'anno scorso non sono potuta andare in ferie perché non avevo soldi, quest'anno invece i soldi li avrei per fare qualcosa, ma per un motivo e per l'altro non ho la compagnia... ho davvero bisogno di partire, ma da sola? Voi partireste sole o evitereste la vacanza? Che palle...
Dom
24
Set
2017
Aiuto ho preso una sbandata
Ho 22 anni e la settimana scorsa sono andata in vacanza con i miei genitori per poter passare una settimana di puro relax. Sono fidanzata da quasi 4 anni e oltre alla solita settimana di vacanza con il mio fidanzato ho deciso di andare in Spagna con i miei perché per molti anni non siamo riusciti ad andarci, ed essendo molto legata a loro ho deciso di accompagnarli. Noi siamo sempre stati abituati a viaggiare molto, ma questa volta volevamo solo rilassarci e siamo andati in un villaggio in Spagna per una settimana. Ma veniamo al dunque: questa settimana è stata divertentissima per me, perché trovando tutti gli animatori miei coetanei mi sono legata molto a loro e oltre al relax a cui auspicavo dopo mesi di studio, ho conosciuto persone molto simpatiche che mi hanno fatto divertire un mondo e per quanto io fossi timida sono riuscita ad aprirmi di più e a fare amicizia. Il problema è questo: il giorno dell'arrivo ho notato un animatore, mio coetaneo; era bellissimo, ma lì per lì non i ho dato peso. Premetto anche che sono fidanzata da 4 anni con un ragazzo meraviglioso, che amo alla follia da molto tempo, praticamente perfetto ad eccezione di piccoli difetti (come io ho i miei), ma che non ci hanno mai dato alcun problema. comunque, tornando al racconto, il secondo giorno di vacanza questo animatore era sparito ed non vedendolo nemmeno per i 3 giorni successivi ho pensato che fosse ripartito. Pero, ben 5 giorni dopo, è ricomparso. La gente che è stata in un villaggio sa benissimo come funziona: gli animatori vanno in giro, ti coinvolgono, chiacchierano con TUTTI, si siedono al tuo tavolo, ecc. Questo ragazzo quindi il quinto giorno di vacanza è venuto a chiacchierare con me e mia mamma: man mano che lo guardavo mi accorgevo di quanto fosse bello, era anche simpatico e nonostante alcune sue idee/pensieri potessi non condividerli, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Dopo una chiacchierata di un'ora in cui lui parlava quasi solo con mia mamma, a pranzo si è messo al nostro tavolo. Anche lì si è dimostrato un chiacchierone, io lo fissavo e lui ricambiava gli sguardi e sorrideva, ma parlava quasi solo con i miei genitori, come se non mi degnasse di uno sguardo. Capii quindi che forse non era interessato a me. Il mattino dopo però stessa cosa: chiecchierate infinite in spiaggia, qualche saluto e qualche sguardo dal momento che io lo fissavo costantemente. Poi, a cena, si è seduto di nuovo al nostro tavolo, cosa che praticamente non accade mai visti gli innumerevoli clienti di un villaggio. Anche lì abbiamo chiacchierato moltissimo ma lui guardava quasi solo i miei genitori, se non poche parole scambiate solo con me, perché per il resto erano solo chiacchere di gruppo. Lì però ci ha raccontato di quanto lui fosse timido e di come riuscisse solo a chiacchierare con le persone così, in gruppo. Poi, la sera (l'ultima mia sera) sono andata a bere qualcosa con alcuni ragazzi che avevo conosciuto lì e dopo un po' sono arrivati tutti gli animatori. Però poi l'unico ad essersi unito al nostro tavolo è stato lui: non so se fosse stato chiamato dai miei amici (che già mi prendevano in giro dicendo che questo animatore mi stava sempre accollato), fatto sta che stato lì con noi senza praticamente professar parola: io lo fissavo intensamente, lui mi guardava e sorrideva, ma più che poche chiacchiere (gli ho detto che ero fidanzata) non è successo nulla. Ci siamo salutati veloce dicendoci che ci saremmo visti alla mia partenza la mattina dopo. La mattina dopo l'ho visto di sfuggita perché poi è uscito subito fuori Poco dopo però mi è arrivato un suo messaggio su facebook in cui mi diceva se volevo bere un caffè fuori: io pensavo intendesse lì fuori con tutti gli altri, ma non avevo realizzato che il bar del nostro hotel non fosse aperto a quell'ora e che lui intendesse un bar all'esterno. Fatto sta che non ho potuto perché il mio pullman partiva 5 minuti dopo, quindi due baci, un ciao ciao e basta, è finita lì. Io poi gli ho risposto l messaggio perché prima non mi si prova la chat, dicendogli: scusa l'ho letto or. E lui mi ha risposto con un : ahah tranquilla :) Per tutto il giorno sono stata malinconica e ho continuato a pensare a lui. Non è normale, perché io amo il mio ragazzo, ma pur non vedendolo da una settimana era come se non mi mancasse per niente, come se non volessi rivederlo. Poi però la sera mi sono tolta uno sfizio e ho inviato un messaggio a questo ragazzo, dicendogli solo: comunque mi avrebbe fatto piacere. Lui mi h risosto: anche a me, con due faccine imbarazzate e subito dopo mi ha chiesto come va. Io gli ho risposto quasi subito che essendo tornata a casa non stavo molto bene, con faccine ironiche, poi gli ho chiesto: e tu? Lui dopo due minuti ha visualizzato e basta. Da ieri sera non mi ha più risposto. è entrato un paio di volte su messenger, ma nulla. Io non capisco, giuro è stata la persona più inscrutabile che abbia mai conosciuto. Ma il problema che ora ci penso continuamente. Non riesco a togliermelo dalla testa, voglio far finta di essere triste perché è finita la vacanza ma in realtà penso sempre e costantemente a lui. Perché ora non mi risponde? Io non sono affatto presuntuosa, non pretendevo mica di piacergli per forza, sia chiaro. Ma allora perché quel messaggio ieri mattina?Davvero, non riesco a capirlo. Qualcuna può darmi conforto? io amo il mio ragazzo ma è come se ora come ora mi dessero fastidio tuti i suoi difetti. Forse è un bene aver visto l'animatore solo gli ultimi due giorni, perché se fossimo stati così per tutta la settimana, a chiacchierare e a fissarci, non so come sarebbe finita...ma vi prego di aiutarmi e consigliarmi come smettere di pensarci, perché il fatto di non ricevere risposta mi ha messo ancora più tristezza. Forse dovevo evitare di scrivergli , sarei stata meno male. Aiuto :(
Gio
07
Set
2017
Sentore d'autunno
Sabato 2 settembre - Noci fresche. Le ho trovate stamattina al supermercato a un prezzo accettabile considerando che, di solito, queste primizie se le fanno pagare uno sproposito. Ancora umide di mallo. Sfiziosissime, ne mangerei il triplo se non fosse per la seccatura dello spellamento a unghia dei gherigli. Me le sgranocchio nervosamente a tavola, a pranzo concluso. Laura non le ha neanche assaggiate ed è andata su a riposare. Per lei sono ricominciati i collegi docenti e in questi giorni, tra l'altro, non sta bene, quindi era piuttosto provata. Figlio, appena arrivato, è ripartito stamattina per un altro corso di perfezionamento, quindi a tavola sono da solo a sgranocchiare noci, sorseggiarmi un gutturnio dopo tante settimane (d'estate quasi solo birra, poco vino e mai rosso) in attesa di svuotare lavastoviglie sbarazzare tavola riempire lavastoviglie prepararmi un caffè dotarmi di felpa e fumarmi una pipa in terrazzino tempo permettendo. Più autunno di così.
Ci provo ad essere sereno, ma sono un po' avvilito e un po' incazzato. A dire il vero non sono incazzato solo un poco, ero forse un po' incazzato con Laura negli scorsi giorni, ma ora sono molto, ma molto incazzato con me stesso. E sono avvilito. Piuttosto avvilito. Avevo provato appunto a tirarmi su cucinando una pasta e fagioli e allestendo la tavola con il vino e le noci. Laura, come dicevo, appena rientrata ha mangiato svogliatamente un po' di pasta, non ha voluto vino, s'è presa un po' di prosciutto dal frigo ed è andata a letto. Ma, come dicevo, Laura non sta molto bene in questi giorni, mentre io, se non l'avessi detto, sono avvilito e incazzato. Con me stesso.
Settimana di vacanza
Era una settimana di vacanza questa. L'avevo preventivata proprio in vista del fatto che Laura avrebbe preso servizio a inizio mese. Avevamo stabilito di non fare grandi cose. Un po' di faccende di casa, un po' di tempo per noi e solo un paio di giorni al mare visto che le nostre vacanze ce le siamo fatte e sono costate pure un botto. Una settimana cominciata sotto i migliori auspici. Ci pensavo giusto qualche pomeriggio fa, nella sala d'attesa del pronto soccorso, mentre Laura era dentro a farsi visitare per un codice verde. Lo scorso fine settimana era ancora estate, estate piena. A questo pensavo. E noi, da soli a casa, avevamo ripreso a fare l'amore anche un po' rumorosamente. La sera, fuori per l'aperitivo, lei sfoggiava abbronzatura, sorriso radiante e umore delizioso. Agitava le spalle con la musica (lo fa di rado, la mia pianista classica), arrivando a sussurrarmi di aver quasi voglia di ballare assieme tra i tavoli.
Lunedì mattina partenza per le Cinque Terre. Albergo carino in centro paese, ci attrezziamo per farci il primo tratto di camminata del celebre sentiero che unisce i cinque borghi sul mare, su e giù per i costoni di roccia. Non proprio una passeggiatina amena, sotto il sole a picco. All'arrivo, nel primo pomeriggio, ci concediamo un meritato bagno a mare, un pezzo di focaccia col pesto e ce ne torniamo in treno all'albergo. Ci facciamo la doccia e restiamo a poltrire in accappatoio sul copriletto. Lei manifesta anche un proposito vagamente birichino ma è un po' in conflitto con la preparazione per la serata che è già in fase avanzata con capelli lavati e crema viso. Dopo qualche tentativo comico (i capelli!! fa gli occhiacci e ride) decidiamo di rimandare alla sera e ce ne andiamo in giro a bighellonare tra negozietti, anticipi di aperitivi, selfie sul molo, progetti per l'autunno, progetti per il futuro di Figlio, pettegolezzi su amici e passanti. E passa il tempo, passa talmente che tutti i ristoranti interessanti sono stracolmi di turisti. Si sa che i migliori sono in posizione sfigata, ma non vorremmo rinunciare alla vista mare, così troviamo un buon compromesso con un ristorante vicino al molo: sembra molto turistico ma il profumo non è male e si è appena liberato un tavolino all'esterno in posizione interessantissima. E' nostro. Servizio non speditissimo ma abbastanza compatibile con la quantità di gente. E poi non abbiamo fretta. Optiamo per il mezzo litro di bianco della casa. Di solito va più che bene. Non questa volta, E' un intruglio slavato dal gusto indefinibile. Chiediamo il cambio e prendiamo una bottiglia. Verso generosamente ad entrambi, lei protesta debolmente, ma poi lo beve tutto a stomaco vuoto. Non sempre le fa un buon effetto, dipende da come gira la conversazione. E la conversazione, per motivi insondabili, non stava prendendo una buona piega.
Cenetta
Non male gli spaghetti allo scoglio. Porzione per due. Molte cozze, che qui chiamano muscoli. Laura però non le mangia più da quando, alcuni anni fa, ne ha beccata una marcia che le ha provocato una tremenda indigestione. Quindi siccome tocca a me sbrigare la pratica mi do da fare, visto che sono anche piuttosto affamato. Lei mi guarda con un'espressione quasi schifata e sibila un commento che mi lascia basito. Mangi come fai sesso. Un po' le chiedo spiegazioni con gli occhi, un po' cerco di riportare la conversazione su tematiche più compatibili con un ristorante affollato.
Suona il cellulare. E' il mio. Mia madre. Cazzo, non la sento da giorni e l'ultima volta l'ho pure liquidata sbrigativamente senza poi richiamarla. Avevo provato a chiamarla io nel pomeriggio. Non ha risposto e mi richiama, come al solito, al momento meno indicato. Devo rispondere. Le dico subito che sono a cena con Laura e che poi ci saremmo sentiti con calma. E tuttavia mi sento un po' in colpa a riattaccare così dopo l'ultima volta. Come va? Le chiedo con un tono sbrigativo, sottintendendo che non si andasse troppo oltre i convenevoli. Inutile. Attacca con un diluvio di lamentazioni a getto continuo che non riesco ad arginare in alcun modo. Se provo a interromperla non mi sente nemmeno e non posso alzare la voce. Imploro con gli occhi la comprensione di Laura che è pochissimo indulgente quando si tratta di mia madre. Non si parlano da anni. E' visibilmente contrariata. Comincia ad agitarsi. Parla a mezza voce con me, ma senza rivolgersi a me. Alza leggermente il tono. Minaccia di andarsene se non riattacco subito. Se ne va. Io finalmente riesco a trovare un varco nel profluvio di parole prive di un contesto intellegibile e, finalmente, riesco a chiudere la telefonata. Non mi muovo. Tanto le chiavi della stanza ce le ho io. Non per molto. Dopo qualche minuto Laura torna indietro, doppiamente incazzata per essere stata costretta a farlo. Reclama le chiavi senza neanche sedersi. Gliele do con ostentata nonchalance e resto seduto al mio posto. Dopo un po' arriva una sua telefonata. Riattacco. Faccio lo stesso anche ai successivi tentativi.
La ragazza che ci aveva servito arriva cinguettante per proporre il menu dei dolci e dei liquori e capisce subito l'antifona. La signora torna? Non credo. Va via un po' delusa. Le stavamo simpatici. Di solito siamo particolarmente cordiali, soprattutto quando, a servire ai tavoli, troviamo ragazzi che si pagano gli studi. Quando siamo in buona naturalmente, e non era più aria. Pian piano il numero dei clienti si assottiglia. Pago il conto ma resto al tavolo a finire la bottiglia di bianco. Faccio segno alla ragazza che può sbarazzare. Alla fine resto l'unico ciente sul tavolino di plastica che sta fuori dal plateatico sul ciglio della strada.
Il locale chiude e la ragazza mi saluta cercando di celare un filo di sconcerto. Laura prova a chiamarmi ancora e poi mi manda un messaggio dicendosi preoccupata. Le rispondo subito dicendo che sono lì esattamente dove mi ha lasciato. Mi augura la buona notte. E' un braccio di ferro sterile che mi vede perdente. Sono fuori dal B&B e non ho le chiavi del portone, quindi mi deve aprire lei e il telefono si sta scaricando. Le comunico assertivo che sto tornando, quindi di aprirmi. E' l'una e mezza passata quando rientro e mi infilo nel letto senza dire una parola. Alle 2 mi addormento. Alle 4 mi sveglio, stanco morto ma con una rabbia sorda che mi impedisce di dormire. Mi alzo, mi vesto con gli stessi indumenti rintracciati a tentoni ed esco. Non c'è una vera e propria hall. Mi metto sul terrazzo col computer, Non funziona nemmeno il trucco del lavoro. Di solito per prendere sonno elaboro cervellotiche procedure che mi sfiniscono. Non questa volta. Troppa adrenalina. Le sei. La strada chiusa al traffico di giorno è attraversata di continuo dai furgoni dei fornitori e dai camioncini della nettezza. Comincia a fare giorno e decido di andare sul lungomare a passeggiare. Ripercorro le stesse strade deserte attraversate la sera prima passeggiando mano nella mano. Verso le 8 mi manda un messaggio chiedendomi di tornare in stanza.
Precipitoso rientro
L'idea originaria era quella di passare l'intera giornata a mare e rientrare con calma nel tardo pomeriggio. Tutto saltato. Si torna a casa immediatamente: ognuno di noi ha minacciato l'altro e ci si è quindi trovati sorprendentemente d'accordo. Mentre vado a prendermi un cappuccino e scegliere una brioche da tutta la generosa colazione del buffet, lei decide di preparare già i pochi bagagli invece di raggiungermi. Pago il conto al titolare che in modo circospetto mi chiede se la signora farà colazione anche lei. Il tono della nostra prima discussione mattutina deve essere giunto alle sue orecchie. Gli rispondo che credo di sì. In realtà usciremo dalla stanza solo per dirigerci, con i bagagli, direttamente al parcheggio. Non dopo esserci urlati nuovamente i nostri rispettivi disappunti. La nostra rabbia è tanta. L'inconfessata consapevolezza di essere in fondo due imbecilli, capaci di rovinare tutti i momenti più belli con le proprie mani, peggiora le cose.
Lei è fuori dalla grazia di Dio. Ammette di avere esagerato il giorno precedente ma mi incolpa di non aver voluto arginare l'escalation negandomi al telefono, e poi chiama in causa tutta una serie di mie mancanze, sia storiche, sia recenti. Tralasciando le prime mi accusa di aver concesso che la telefonata con mia madre durasse più del dovuto durante una cena a due e, poi, di averle versato da bere troppo e di averlo fatto nonostante le sue rimostranze, ma cosa pensavo di fare, farla ubriacare per disinibirla? Ma che stai dicendo Laura. Sì, perché c'è questo tuo modo di porti così fisico così... da porco. Non ci sto e le chiedo se non sia impazzita. Non sto contribuendo a calmare le acque e questo ha su di lei il solito effetto. Urla, si avvicina, agita le mani. Usa le mani. Un colpo in testa. Siamo alle solite ma io sono esasperato. Le prendo le braccia, gliele metto dietro la schiena e la avviso, a brutto muso, di mettere in atto quello che da tempo minaccio di fare. Laura io un giorno ti darò un ceffone, uno solo, ma te lo ricorderai per un bel pezzo. Devi tenere le mani a posto. Raccattiamo le ultime cose e ce ne andiamo. Partiamo di buon mattino per andare a casa, dove avremmo passato l'intera giornata che avevamo deciso di trascorrere a mare.
Parlando di sesso
Il tecnico di laboratorio ha detto che c'è perdita ma che devo aspettare la dottoressa. Me lo comunica via WhatsApp Laura. La mattina successiva è voluta andare da sola all'appuntamento con la specialista, fissato al pronto soccorso il giorno prima. Accolgo la notizia con apparente calma, chiedo qualche spiegazione in più e poi, con la stessa calma, mi dirigo in cucina e assesto un pugno al lampadario di alluminio spaccando la lampadina. Ma torniamo al giorno in cui abbiamo lasciato l'albergo.
Dopo queste sfuriate la nostra modalità di sblocco è sempre la stessa. Io me ne sto chiuso a riccio senza spiccicare parola ad aspettare che il suo nervoso sbollisca ottenendo l'effetto esattamente opposto, fino a quando non si arriva ad un nuova litigata che si esaurisce per sfinimento e porta entrambi a più miti consigli. Stavolta mi accorgo un po' per tempo e prendo io l'argomento già in macchina, approfittando anche del fatto che sta guidando lei (le mie due ore di sonno non favoriscono alternative). I toni si distendono un po', anche se siamo molto distanti da una riappacificazione. Le frasi smozzicate, le frecciatine velenose rendono evidente che c'è dell'altro e che la sostanza è proprio tutta nel taciuto. Continuiamo a parlare per tutta la giornata. Parliamo di aspettative tradite. Di fraintendimenti. Di taciti accomodamenti e celate insoddisfazioni. Di tutto quello che in questi anni non ci siamo mai veramente detti, che non abbiamo mai veramente approfondito. I ricordi restituiscono un vissuto distorto e piegato alle proprie aspettative deluse. Non esiste una verità dei fatti. Esistono desideri inespressi e non capiti. Incomunicabilità. Superficialità e incapacità di calarsi nei pensieri dell'altro. Ma non è assurdo che proprio adesso, quando il sentore d'autunno della nostra esistenza comincia appena ad essere avvertito, non si riesca ad apprezzare la meraviglia di un tempo d'estate che ancora, nonostante tutto, è vivo e presente, talvolta anche con un tepore più avvolgente e piacevole rispetto al vigore dei nostri trent'anni?
E così discutiamo. Torniamo sugli episodi recenti e remoti facendo balenare all'altro una versione dei fatti inedita quando si riesce a fare capolino tra i vari fammi finire, parli sempre tu, ma se non sai cosa voglio dire ecc. ecc. Parliamo soprattutto di sesso.
Perché ti sei fermato l'altro giorno. Sai che non mi piace quando mi prendi da dietro. Sai che detesto quando mi baci dietro e mi infili la lingua nel culo! A volte esageri anche quando lo fai davanti. Mi hai fatto venire, bravo ci sei riuscito, e allora perché non hai finito? No, dovevi prendermi anche davanti, dovevi vedermi in faccia, ma cosa pretendevi, di baciarmi dopo che mi hai baciato il culo tutto il tempo?
Come cambiano i punti di vista. Le stavo facendo un massaggio sulla schiena. Avevo virato su questa modalità hot e lei sembrava gradire molto. Ogni tanto si ritraeva e poi si riapriva. Il coito da dietro è sembrato il naturale esito. Più volte, in passato, mi aveva detto che in questo modo non godeva, se non con un aiuto davanti. Ho pensato che ero io a sbagliare indugiando troppo su un movimento lineare. Così avevo privilegiato quello rotatorio con un effetto che sembrava aver decisamente apprezzato. Così, dopo il suo orgasmo, avevo deciso di cambiare posizione e sceglierne una più gradita a lei che, però, avendo un tipo di orgasmo molto 'mascolino', visibilmente non aveva più voglia. Quindi non ho avuto più voglia nemmeno io. Le dico che non avevo minimamente capito che la cosa le avesse dato fastidio. Ho provato a dirtelo, ma tu insisti, cosa avrei dovuto fare? Un po' vedo che fa piacere a te, un po' probabilmente mi piace anche in quel momento, ma in un modo animalesco, che poi mi fa sentire a disagio. Forse non sono io la donna per te. Guarda, forse dovresti trovarti qualcuna con cui fare sesso, te lo dico davvero, capisco che non riesco a soddisfarti. See, come no Laura.
E comunque a me piace quando veniamo insieme, mi dice. Il giorno prima eravamo stati benissimo, come non stavamo da tempo. Per quale motivo hai avuto necessità di prenderti la pillolina il giorno dopo. Eh, forse proprio perché il giorno prima ho avuto la sensazione di esserci arrivato per il rotto della cuffia. Laura, le cose per me sono cambiate in questi ultimi mesi. E' avvenuto tutto al di fuori del mio controllo e della mia volontà. Non posso ribadirle troppo che adesso l'unica cosa che davvero mi provoca un'erezione è l'odore del suo collo e la tenerezza del suo abbraccio. Certo che le farebbe piacere, ma quell'adesso, implica che fino a pochissimo tempo fa le cose non erano proprio così. Che un sedere tornito in palestra, che fa gli esercizi esattamente davanti ai miei occhi, prima mi provocava qualche accenno di tumefazione, mentre adesso posso tutt'al più ammirarlo con il distacco estetico di un pittore. Che il mio personale sentore d'autunno sta imboccando un percorso tortuoso, a metà tra l'erotomania dannunziana e una remota pace dei sensi che ha un che di malinconico ma anche di profondamente placido.
Non mi masturbo più. Questo glielo dico. Prima lo facevo regolarmente durante i lunghi periodi in cui non avevamo rapporti. Ma anche quando li avevamo. Il giorno dopo. Una sorta di celebrazione. Lo dico come la cosa più naturale di questo mondo e non mi avvedo di aver squarciato il velo di Maya su uno dei taciti segreti che più frequentemente caratterizzano il menage di una coppia sposata da anni. Ma i segreti di Pulcinella non andrebbero mai svelati. Cioè tu in tutti questi anni hai continuato a masturbarti. Preferivi fare questo invece che stare insieme, invece che cercare di riavvicinarci. Non è così. Provo a spiegarglielo. Da soli è una cosa diversa, più intima e più banale, meccanica: non soppianta in alcun modo lo stare assieme. Non lo capisce. Sembra completamente fuori dal suo orizzonte comportamentale.
Io non so più chi sei, mi dice. Ogni volta esce fuori qualche sorpresa. Ma tu ti ricordi quando i primi tempi io volevo stare assieme e tu mi dicevi che non è detto che si deve fare ogni sera. Quando ti ho detto una cosa del genere? Una sola volta, che poi è basatata a non farmi più riprovare. Non me ne rammento minimamente. Però ci può stare. In tutti questi anni sono tante le cose che sono successe. Le sensazioni provate. Le tensioni per i figli e il lavoro. E' capitato sì che non avessi voglia io.
E quindi adesso si spiega tutto. Lo dice rompendo un momento di silenzio. Prima ti sfogavi da solo e adesso scarichi tutte le tue voglie su di me. Prima ti guardavi i porno e adesso vorresti farli con me. Ma cosa dici, stai isolando spezzoni di discussione, elementi isolati e li stai rimontando in una sorta di realtà parallela. Questo è quello che mi arriva Coleridge. Come al solito hai rovinato tutto. Come al solito, quando inizio a fidarmi salta fuori qualcosa che mi trascina giù di nuovo.
L'hai detto e l'hai fatto
E allora? La porta di casa s'è appena richiusa e la raggiungo in sala. Cosa ti ha detto? Ha confermato quello che ha detto il tecnico di laboratorio. Cioè? Abbassamento abbastanza evidente della percezione sulla regione grave, infatti mi dànno fastidio i rumori di sottofondo come il motore della macchina. Tutto mi rimbomba in testa e domani iniziano i consigli. Guarigione? Ci vorrà un mese e mezzo: nel 90% dei casi si rimette tutto a posto da solo, altrimenti bisogna intervenire chirurgicamente. Naturalmente l'orecchio deve stare completamente all'asciutto, quindi attenzione in doccia e niente più bagni in piscina. E poi continuare con le gocce che mi ha prescritto ieri al pronto soccorso. Ho un controllo tra una decina di giorni, e poi un altro paio.
Laura insegna musica. Sta tutto il giorno tra classi di ragazzini e consigli. Quest'anno inizierà finalmente dei corsi per direzione d'orchestra per intraprendere i quali da anni le sto facendo una testa così. Questa situazione è una iattura, e speriamo che non si trasformi in una tragedia.
Il giorno dopo il nostro rientro e dopo le eterne discussioni che hanno preso il posto di quella che doveva essere una giornata di vacanza, gli animi sembrano un po' rasserenati. La buona dormita sicuramente ha aiutato. Intraprendiamo attività di manutenzione casa. Deve passare il tipo a rimontare le zanzariere, io ho un po' di faccende in banca e posta, dobbiamo sistemare lo sgabuzzino con un armadio da smontare e portare in discarica. All'ora di pranzo decidiamo di fare una pausa e andare in piscina. Le parte l'embolo esattamente mentre stiamo raggiungendo la piscina in macchina, facendo un giro più lungo per un strada bloccata. Non ci posso pensare a quello che mi hai detto ieri. Ma chi sei? Ti rendi conto che non so più chi sei? Non so chi ho avuto accanto in tutti questi anni? Ma dovevi proprio dirmele quelle cose, non potevi tenerle per te? Sbraita. Urla. Non si dà pace. E quando arriviamo al parcheggio di nuovo diventa manesca. Mi faccio una nuotata per rinfrescarmi le idee e togliere occasioni in pubblico, mentre lei prende il sole. Torniamo a casa dove avevamo lasciato i lavori a metà. Devo smontare l'armadio che lei ha svuotato la mattina. Ma la situazione non è rientrata. La discussione riprende più virulenta di prima e lei è già entrata in modalità Super Sayian. Strabuzza gli occhi, urla, mi sputa addosso. Faccio quello che mi è già capitato di fare in situazioni del genere, ossia mi chiudo in bagno per far abbassare la temperatura. Lei va fuori di testa. Mi da' del vigliacco, pesca a piene mani da tutto il repertorio di insulti a cui è in grado di accedere. Io aspetto che si calmino le acque ed esco. Le acque non si erano affatto calmate. Si torna di nuovo alle mani. E allora cambio approccio. Mi avvicino a lei e le tengo le braccia. Poi tiro indietro la mano destra con un gesto inequivocabile e una minaccia che esprimo con gli occhi in un attimo sospeso in cui mi chiedo se darle seguito o al contrario, come al solito, farla sfumare. Opportunamente.
Ma quanto ci mette? Ho già sfogliato tre o quattro riviste. Ogni tanto passeggio in su e in giù. Un'umanità varia sta lì, in bilico tra
l'annoiato e l'impaziente. Qualcuno è stato fatto accomodare sulla sedia a rotelle, qualcun altro fa la spola con il distributore di bibite. Che vergogna. Dal vetro, poco dopo essere arrivati, vedevo lei che raccontava all'infermiere di una dinamica totalmente inventata. Fatti venire in mente qualcosa da dire, mi diceva mentre la portavo al pronto soccorso. Fino a pochi minuti prima mi stava urlando che mi avrebbe denunciato. Io sconvolto le ho replicato che mi sarei autodenunciato io, ma di andare perché qualcosa era successo. La sua reazione alla sberla che non ricordo neanche quando avevo deciso di darle, era anomala. Ricordo solo che in un attimo di lucidità avevo solo cercato di far caso a non colpirle l'orecchio. Evidentemente non c'ero riuscito. La sua rezione sorpresa e incredula era anomala, urlava, diceva che avvertiva un soffio continuo, le davano fastidio tutti i rumori.
Finalmente esce. Allora? Ha detto che deve vedermi domattina e che fino ad allora non si sbilancia. Devo prendere queste gocce. Ma come stai? Cosa ti ha detto? Mi guarda. Hai sempre detto che la volta che mi avresti dato una sberla me lo sarei ricordato. Sei stato di parola. Mi hai sfondato il timpano.
giovedì 7 settmbre: tra qualche giorno la prima visita di controllo. La situazione sembra molto migliorata. La mia vaga sensazione di essere una merda d'uomo, oltre tutte le possibili giustificazioni, mi accompagna a distanza ma non mi abbandona
Ven
09
Giu
2017
DI NUOVO
Ancora, un'altra estate a fare il colgione al mare ballando come uno scemo( cosa che odio fare ma lo devo fare per forza per i miei genitori). Avere amici falsi e mangiare male in uno stupido hotel a una stella, capito bene UNA. E svegliarsi in piena estate alle 6 per andare dentro acqua sporca, quindi vi rispondo con questo
FANC*LO
Gio
08
Giu
2017
BASTA!
ORA BASTA! Obbligato a fare tutto! Quella che vive di fronte a me è una grande zoccola e si vanta! Tutti i miei amici sono falsi quindi vaffanculo!Ma di loro non me ne frega nulla!!!! E' per i miei genitori! Sono maggiorenne, non obbligatemi ad andare a quel mare di schifo quando voglio andare in montagna a rilassarmi e non a vedere glis cemi, i bambini iper-attivi,la sabbia, e le musiche-degrado ad alto volume! BASTA!
Ora mi sono sfogato
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