Tag: sofferenza
Sab
13
Ago
2016
Il male che porto dentro ... nessuno me lo toglie.
Ad ogni parola o opinione che esprimo mia madre, le persone che mi odiano ( e sono tante! Qualcuno potrebbe dire: " Si vede che te lo meriti" o "Fai cose che ti fanno odiare", siiii, certo, ho fatto tanti esami di coscienza ed esperimenti e la conclusione é che non faccio altro che esprimere solo una mia opinione sulla realtá che mi circonda come fanno gli umani! Basta psicanalisi, ve lo chiedo sin d'ora!) tutti a criticare e a dirmi, sostanzialmente, "Hai rotto i co*****i". Non voglio fare il solito discorso razzista, ma nel mio caso credo che un po' c'entri: anni di sofferenza in un altro paese, una famiglia mi adotta, mia madre di tanto in tanto mi vuole bene, altre volte mi odia (non sono come mi voleva lei, mi dice che sono "ridicola", che sono "una debole" perché cerco di rispettare gli altri e perché non sempre riesco a rispondere a tono a chi, come lei, mi odia; non sono "fashionista", per me sono importanti altre cose e l'aspetto fisico per me non é una mia prerogativa; sono una romanticona, amo la solitudine, non mi piacciono le folle di persone in cui sono tutti amici ma a nessuno importa niente di te, mi piacerebbe avere amici, pochi, sí, ma con cui sto bene), non "faccio rumore" ma di tanto in tanto partecipo anche io alla vita e quando capita che apro bocca lo sguardo del malefico/a di turno si accende per poi dirmi "Vabbé, e che considerazione avresti fatto? Ti sei accorta che hai parlato anche troppo? La gente intorno a te si stanca a sentirti! Pensaci!" E io lí a chiedermi "Ma ho espresso un'opinione come TUTTI VOI!" E mi faccio certi pianti! Ora ho capito: per loro me ne dovrei tornare da dove sono venuta, dall'Inferno. Eh no, cari! La vostra superioritá razziale non vi consente di cacciarmi semplicemente perché essa é una vostra convinzione, essa non esiste. Nei gruppi, a scuola, all'Universitá e ora al lavoro c'é sempre stato chi ha voluto farmi tacere, appena mi vedono scatta in loro l'ira, una voglia di rivalsa e di dominio che é tipico di chi é a casa propria e deve far pisciare sotto chi ha "una faccia strana come la tua". Sará la voglia sfrenata di rifarsi del male subito su qualcuno di piú debole? Ma quando il debole si rivela un essere pensante questo deve essere, semplicemente, soppresso, vero? Una volta mi sputarono addosso e il ragazzo con cui mi frequentavo ha negato tutto. Mi ricordo lo schifo e la vergogna che provai. Poi mi lasció pure per una ragazza piú bella e ricca. Un altro mi disse che i miei genitori adottivi lo dovevano ringraziare per stare con una straniera come me ,figlia, in realtá, di nessuno, e venuta dal nulla come altri bambini adottati ed era per questo che mia madre lo trattava come un principe quando veniva a casa nostra, per dimostrargli riconoscenza del sacrificio che faceva. Per non parlare dello scimmiottarmi mentre mangiavo (mi successe una volta ad una festa), del ridermi in faccia perché "metti persino in modo strano le labbra mentre parli!" o del sentirmi dire co disprezzo "Ma chi é questa qui?" in occasione di una cena in pizzeria con persone che avrei voluto conoscere: ricordo che non avevo piú né entusiasmo né fame, me ne volevo andare via correndo, tornare nella beata e rigenerante solitudine della mia camera e dirmi che non sarebbe stato sempre tutto cosí, che il futuro sarebbe stato migliore. Insomma: niente amore e niente rispetto. Risultato di questa vita di merda? Non godermi la vita. Non vivere felice. Non sentirmi libera. Di niente. Di farmi una risata, di mettermi in costume da bagno, di andare in giro a testa alta, di mettermi addosso qualcosa che mi piace, di guardare gli altri negli occhi, di dare un giudizio, di esprimermi. E ho pensato al suicidio. Sí, lo ammetto. Soprattutto quando ho avuto dei problemi anche con i miei. Ma poi mi ha salvato un'altra "cosa": la realtá che non si vede, l'amore infinito di chi mi ha amata veramente e se n'é andato dall'atra parte ma che mi incoraggia ad andare avanti e mi fa capire che non sono sola. Il calore e l'amore di chi ci ha amato ci avvolge sempre e si fa piú forte quando stai male. Esso non finisce mai. Ma dato che io non sono l'essere perfetto che biblicamente parlando dovrebbe "porgere l'altra guancia" io VI MALEDICO VOI TUTTI CHE MI AVETE FATTO DEL MALE E CHE FATE DEL MALE A CHI RISPETTA TUTTO E TUTTI E CHE PER QUESTO CREDETE DEBOLI, CHE POSSIATE PAGARE CARO OGNI SINGOLO GESTO MALIGNO, non riesco né a dimenticare né a perdonare, é tutto registrato qui nella mia memoria e scalfito nel mio cuore. Il mio odio sará sempre con voi, avete instillato in me odio, odio, odio, mi avete fatto capire che vi do fastidio, ebbene, sappiate che le carte in tavola sono cambiate e che voi date fastidio a me, vi ricordo tutti e per tutto, per filo e per segno e spero che vi ricordiate anche di me, di quella che avete odiato soltanto perché viveva, esisteva, e voleva vivere una vita come la vostra, come quella di tutti perché dopo l'Inferno credevo di avere trovato il Paradiso e invece ha vissuto lo stesso Inferno ma sotto altra forma. Aspetto novitá su di voi, maledetti. Ricordatemi. So che capirete perché perché il male che porto dentro nessuno me lo toglie. Questo mostro lo avete creato voi.
Lun
08
Ago
2016
La mia vita è ancora mia?
un altra volta mi è capitato di sfogarmi qui per un problema che ancora adesso non sono riuscita a risolvere. Per molte persone potrei essere una stupida, una rammollita.. Ma io davvero non riesco a porre fine alla mia storia. La mia storia fatta di gelosie e privazioni, che mi ha escluso completamente dal mondo, che mi ha lasciato due o tre amiche al massimo, che mi ha precluso l'uso di qualsiasi social, che ha eliminato la mia libertà.. Una storia che mi ha rinchiuso in una gabbia dorata in cui devo giustificarmi per COME DOVE PERCHÉ QUANDO E CON CHI faccio una cosa. Il motivo per cui stiamo ancora insieme è chiaro, io sono ancora innamorata di questa persona. Non che in me non ci sia la consapevolezza di quanto tutto questo sia sbagliato ma entrano in gioco altre cose. 1) la paura di restare sola: in questi anni mi sono allontanata un po' da tutto e da tutti ed è come se l'animale sociale che è in me fosse morto. Sono molto più timida e chiusa in me stessa (cosa che prima della mia relazione non ero) 2) la paura in generale: ogni volta che stavo per chiudere tra di noi lui piangeva , si disperava, non accettava minimamente la mia decisione. Veniva sotto casa e ci stava finché non scendevo per parlare con lui. Dopodiché o mi aspettava qualche scatto di rabbia (di cui molte volte sono stata impaurita anche se non c'è stato mai nessun segno di violenza) o un pianto a dirotto su come potessi fare una cosa del genere . Risultato ? Sono punto e daccapo. Ho paura che possa screditarmi in giro, dirne di tutti i colori su di me (anche se in realtà non ho mai fatto nulla di sconvolgente , certo è il mio ragazzo ma non sono mai andata oltre quello che io sentivo di fare e aprendo un altra parentesi lui fa molte pressioni)
insomma io tuttora non sto ancora bene con me stessa , mi sento persa e in un momento cruciale della mia vita si potrebbe dire che non mi conosco affatto, che non mi sto evolvendo come persona , e tutto questo mi fa soffrire. Penso anche al tempo che passa , a questi miei giorni che non sto vivendo a pieno perché troppo presa da una persona che vuole solo tenermi tra 4 mura. Ogni volta che esco vuole sapere cosa mi sono messa, se mi sono truccata , cosa sto facendo, perché ...quando esco con un'amica è una tragedia assurda, i ragazzi manco a parlarne, neanche li devo nominare ! Controlla il mio telefono ogni momento, mi chiama sempre e se non rispondo chiama a casa e dovunque possa chiamare.
ieri ho visto una ragazza a cui il fidanzato tirava letteralmente i capelli dalla testa, e le prendeva il telefono dalle mani, per poi andarsene, lei intanto scappava e lui dopo è ritornato in quel punto ma non l'ha trovata più , e cercava come un pazzo, correndo in ogni angolo della strada. Vedendo questa scena ho pensato a me, sono come lei? Prigioniera di tutto questo.. O la mia vita è ancora mia?
Lun
18
Lug
2016
Frustrazione per un ragazzo conosciuto in rete
Ho diciottanni e fino ad adesso ho avuto esperienze pari a zero, pensate che non ho mai baciato un ragazzo. Il motivo? Non raggiungo quella giusta affinità che mi permetta di fidarmi di loro, in quanto negli anni precedenti sono sempre stata presa di mira per il mio carattere particolare e anche per la bellezza, chè fiorita negli ultimi mesi. Ecco,non avendo questa particolare fortuna ho abbandonato la mia quotidianitá dietro una chat anonima con un ragazzo, che poi è continuata su un social. Nei primi tre giorni mi son sentita una regina perché parlando mi ero accorta che avevamo gli stessi interessi, peccato però che stesse dall altro capo d' italia. Fatto sta che improvvisamente è venuta a mancare la sua presenza , forse perché voleva solo un pochino soffocare la noia e divertirsi, io invece come una pera cotta ci son cascata. Ora mi sento molto frustrata e stupida. Perdo tempo a controllare un suo messaggio che non arriva, sono consapevole che lui abbia una sua vita e che non mi considera come lo considero io, però sono molto destabilizzata. Non ho voglia di uscire con i miei amici e addirittura avevo preso in considerazione l'idea di andare nella sua città per poterci incontrare. Mi manca parlare con lui e mi fa ancor più male tutta la situazione. Cosa posso fare
Ven
15
Lug
2016
Arrabbiata con la vita
Ho sempre amato la vita, l'ho sempre voluta vivere in pieno, ma diventa sempre più dura.
Ho perso la persona che amavo, e non riesco ad amare nessun altro.
Ho dovuto lasciare la mia famiglia e i miei amici per il mio lavoro che mi porta a stare lontana.
Ho sempre dovuto lottare duro per ogni singola cosa, ne vado fiera, ma sta diventando dura.
Non riesco a provare più amore, non riesco ad essere felice, voglio tornare a casa e non posso altrimenti dovrei lasciare il lavoro che mi sta dando un futuro.
Io non ce la faccio più a lottare. Esco e rido, torno a casa e piango, piango tutte le lacrime trattenute durante tutto il giorno, lacrime nascoste dietro un costante sorriso. Sono arrabbiata con la vita, che seppur cosi bella, continua a diventare sempre più difficile.
Non so più che fare, più tengo duro, più mi convinco di star bene e più sto male.
Soffro di ansia, attacchi di panico , di depressione. Già una volta ho dovuto ricorrere a psicofarmaci per riuscire a non mollare ed uscire da questa crisi. Amo la vita ma non ce la faccio cosi, mi sembra di morire sempre più dentro.
Frequento un ragazzo da un paio d anni , che vorrei amare e non riesco. Che vorrei lasciare ma ho paura, non ho il coraggio perchè se ho tenuto cosi duro fino ad adesso è grazie a lui, alla persona stupenda che è. Persona che non riesco ad amare, a cui sto rubando del tempo. E questo mi fa stare ancora più male.
Soffro di depressione, e questa bestia si è rifatta viva. Nessuno sa come sto, non posso dirlo alla mia famiglia ne ai miei amici, ne al mio ragazzo. Si preoccuperebbero ed io non voglio, non posso dirglielo.
Vivo con un finto sorriso ma non ce la faccio più. Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di una soluzione, ho bisogno di star bene. Non ce la faccio più.
Mer
29
Giu
2016
Non sopporto più questa situazione
E' cominciato tutto l'anno scorso,esattamente in questo periodo. Avevo "fatto pace" con la mia ex migliore amica con cui avevo litigato 2 anni prima,e niente,quest'altra mia amica ed un'altra persona si erano aggregate insieme a lei per formare un gruppo:una sera le incontro per la seconda volta in gelateria e finalmente vedo che la mia ex migliore amica mi riparla,scherza con me,sorride... Sono al settimo cielo,dopo un anno scolastico di merda,pieno di ansia e depressione ritrovo finalmente la voglia di tornare a vivere,la gioia vera e propria! Poi i mesi estivi passano e si succedono molte vicende,alcune volte si litiga un po' per alcune cose ma è normale:la mia ex migliore amica però mi sembra strana,non l'avevo mai conosciuta così a fondo come l'anno scorso,mi aveva detto che con la sua nuova classe delle superiori si trovava malissimo,ed ok ci sta,ma sparlava in continuazione anche di altre nostre coetanee del paese che reputava ragazze di facili costumi;ne diceva di cotte e di crude di loro. A me sinceramente questa cosa dava fastidio,perchè nonostante anche io non sopportassi queste persone,non intendevo odiarle all'infinito,oppure nascondendomi da loro se le avessi viste correndo a gambe levate:in questo modo aveva plasmato le menti delle altre,con odio,sentimenti negativi e soprattutto di vendetta,di sfiducia assoluta...Ma in particolar modo parlava sempre male di alcune anche mie ex migliori amiche,anch'esse hanno un gruppetto,non nego che quando le conoscevo io fossero spesso strazianti,ma arrivare a dire di volersi vendicare,quasi di ucciderle...Non lo potevo sentire. Ho sempre avuto un carattere spiccato,lei pure,molto acceso,ho capito solo dopo che aveva un diavolo per capello,inoltre era perennemente depressa,ma quando stava con noi alcune volte ed anche spesso,rideva e scherzava a tutto(penso conseguenza della tristezza). Odiava l'aspetto perfezionista del mio carattere soprattutto quando si facevano programmi per i weekend ecc ed io non sopportavo che arrivasse qualsiasi genere di imprevisti. Era arrivata dal dire "sei perfetta!Meravigliosa! penso tu sia una persona fantastica!"ad odiare pure me:quando arrivò Natale sentivo che era ora di chiarire qualcosa:il fatto che andasse sempre in palestra per la sua fissa sul peso,che io avessi bisogno della sua compagnia un po' per sminuire l'effetto negativo della mia tremenda ansia scolastica. Volevo solo stare un po' con lei,ma mi rifiutava,così le ho scritto un messaggio chilometrico per spiegarle come la pensavo su di lei,tutti i miei sentimenti,e che forse dovevamo prenderci una pausa. Penso sia stato un momento di rabbia o tristezza il mio,così il 2 gennaio di quest'anno le ho chiesto di nuovo se volevamo vederci,ma ha visualizzato e non ha risposto:pochi giorni dopo mi scrive un messaggio lungo dove arrabbiata mi spiega tutte le sue ragioni per esserlo,mi insluta,mi giudica fortemente...Alla fine le mando un messaggio vocale dove grido "Basta!" e tutto finì lì. due mesi dopo sento bisogno di chiederle scusa,lo faccio,abbassandomi a tutto,le prometto mari e monti,mi umilio quasi di fronte a lei,e le imploro il perdono con prudenza: ma niente,anzi,mi bestemmia di dosso in qualsiasi modo. Non ce la facevo più,ero andata parecchio giù anche fisicamente sia per quello che per la scuola,perchè io tenevo a lei;penso sia stata l'unica persona in tutta la mia vita finora che mi abbia fatto sentire me stessa,mi sentivo un libro aperto con lei. Le altre mie amiche del gruppo sono sempre state delle superficialotte,e come tali,hanno sì cercato di farla ragionare,ma in modo blando,tutto è stato chiarito fra me e loro due solo poco tempo fa,ad inizio giugno. L'unica persona che ancora mi accettava era lei,Valentina,le altre due se ne sono andate ripudiandomi in malo modo,nonostante non avessi fatto loro nessun male. Ma il fatto che Valentina ora continui ad uscire con loro piuttosto che con me,mi urta,mi fa male,soprattutto perchè lei non capisce che io non ho più nessuno ultimamente. Una migliore amica ce l'ho,ma sta a 600 km da me,è l'unica che io abbia e che non mi ha abbandonato mai negli anni. ora la mia ex migliore amica mi ha indotto pure lei odio,sì,ma verso lei e quelle del gruppo. Valentina non capisce che deve prendere una decisione,si sta anche lasciando plasmare bene da lei,sta diventando la sua copia,un mostro. Ora però la mia ex migliore amica non esce più così tanto come faceva con me,che la portavo ovunque,si è sempre lamentata di essere sola,di qualsiasi cosa,ma ora so,che nonostante anche io provi solitudine,lei sta peggio di me:sto cercando di rifarmi una vita,ma è dura,durissima,e cado spesso con gli altri che mi abbattono in continuazione. Spero solo di uscire da tutta questa mer** e un giorno di vedere tutte le persone che mi hanno ferita che possano capire il male che stavano facendo, e che forse col tempo,gli si sia pure ritorso contro.
Dom
08
Mag
2016
Confusione d'amore
Sono in completa crisi.....io e questo ragazzo abbiamo avuto una breve storia ma lui non ha voluto continuare per la differenza di età....il problema è che per quanto sia finita quello che c è tra me e lui non è finito e ora ci siamo ritrovati in una brutta situazione.
Abbiamo litigato a lungo perché diventare comuni amici era impossibile e perchè quando poi ci ritroviamo insieme quella complicitá e quel legame speciale si fa sentire....finiamo per baciarci e fare l amore come se non ci fossiamo mai lasciati realmente. Io ero anche molto arrabbiata con lui perchè aveva intrapreso la nostra relazione e poi si era tirato indietro e poi per altri motivi che non sto a dire se no non finisco più ahahah. Gli avevo detto che se non gliene fregava più allora basta...nessuna amicizia nulla... solo odio per quello che aveva fatto. Ora abbiamo fatto pace ma lui ora sta cercando una ragazza per sistemarsi e ci sentiamo ma non è più quello di prima...se scherza poi diventa freddo però quando usciamo ci ricomportiamo allo stesso modo....questa sistuazione mi distrugge io non riesco a frequentare altri ragazzi; lui prova a frequentare e poi se la prende con me perchè il nostro rapporto non glielo permette e non ci fa andare più avanti.... è così brutto odiarsi e poi io sono una vendicativa e comunque abbiamo provato a distaccarci, a tenerci il muso, ma è una tortura!!! ma nemmeno così da amici e amanti si sta bene perché quello che c è tra me e lui non è finito...non so cosa fare... è una sofferenza unica!!! Non possiamo separarci o stiamo male ma nemmeno stare insieme perchè non possiamo essere semplici amici....non so che fare e sto malissimo per questa cosa....
Lun
04
Apr
2016
Innamorato dell'amante? Ma ho dei segreti...
Ciao a tutti, mi sono messo in un bel casino.
Premetto che sono consapevole del fatto che mi sto comportando da vero pezzo di m.., scrivo per consigli e opinioni, ma so che inevitabilmente arriveranno critiche.
Ho 28 anni e sono fidanzato da 5 anni. La mia ragazza, Maria, 25 anni, è la più brava ragazza di questo mondo, mi ha sempre fatto stare bene anche se non mi sono mai sentito particolarmente attratto fisicamente da lei. Ho sempre pensato che lei fosse la ragazza ideale con cui costruire una famiglia, e non ho mai avuto l'intenzione di lasciarla. Ultimamente la passione tra noi è ulteriormente diminuita, e non sento più una grande attrazione. Questo mi ha portato a chattare con altre ragazze su facebook, in modo da poter provare quelle emozioni sopite da tempo, senza però rinunciare a Maria. Non cercavo solo sesso, ma soprattutto emozioni.
Ho conosciuto una ragazza di nome Giovanna che si è mostrata molto interessata a me, sia fisicamente che mentalmente. Questo mi ha lusingato molto, anche perché nessuna ragazza ha mai mostrato grande interesse dal punto di vista fisico come invece fa lei con me. Abbiamo iniziato a frequentarci e col tempo Giovanna ha iniziato a piacermi sempre di più. A un certo punto lei mi ha detto di essersi innamorata di me. Col tempo ho iniziato a provare quelle emozioni che cercavo, che non avevo mai provato con Maria. Credevo di poter gestire la cosa, credevo di essere in grado di lasciare quest'amante in qualsiasi momento. Mi sbagliavo.
Con Giovanna siamo anche stati in intimità, anche se non abbiamo mai avuto un rapporto completo. Non so se le sensazioni fisiche che mi ha fatto provare mi annebbiano la vista, non so se sto ragionando solo con gli ormoni oppure se mi sto davvero innamorando di questa ragazza. Io le ho detto che anch'io l'amo, ma non so se è amore... in effetti provo qualcosa di molto forte, ho sempre voglia di vederla, di sentirla, sono geloso di lei...All'inizio non provavo queste cose, lei per me era solo uno svago ma adesso non so più cosa provo, se amore o semplice attrazione fisica.
Tuttavia, con Giovanna ho dei segreti. Innanzitutto, non sa che sono fidanzato. Inoltre lei sa che ho 22 anni, e non 28, ho mentito sull'età per evitare che lei rinunciasse a conoscermi per la troppa differenza di età (ne ha 19). Altro problema, abitiamo molto distanti, e riusciamo a vederci solo 3 o 4 volte al mese. A lei pesa questa distanza, dice che mi vorrebbe più vicino, e che soffre per questo. Una volta decidemmo di lasciarci proprio per questa sua grande sofferenza dovuta alla distanza, ma poi lei cambiò idea perché disse di non poter stare senza me.
Il problema è che negli ultimi giorni Giovanna si fa sentire molto poco, è fredda, ed io temo che stia pensando di lasciarmi nuovamente, stavolta per sempre. Stavolta però io sto male per questo, perché i miei sentimenti per lei nel frattempo sono cresciuti, e non posso sopportare l'idea che lei non sia più mia.
In tutto questo, i miei sentimenti verso la mia ragazza Maria si stanno raffreddando sempre più, anche se non me la sento di lasciarla perché una come lei non la troverei mai più...
Aspetto qualche vostro parere.
Regan
Gio
10
Mar
2016
Amo ancora profondamente il mio ex ragazzo
Ciao, mi chiamo Debora.
Ho bisogno di sfogare ciò che sento, e anche se forse nessuno mi darà il supporto che cerco, è già abbastanza poterlo esprimre esplicitamente. Scrivere di qualcosa che ti fa male, in un modo o nell'altro, ti impone di accettare quel dolore. Quando io e il mio ex ragazzo ci siamo conosciuti io avevo 16 anni e lui 14. Eravamo immaturi ovviamente, ma ci siamo sempre sentiti diversi dalle altre persone per il vizio di "pensare troppo". Comunque ci siamo conosciuti ad un comicon, e abbiamo stretto amicizia sin da subito. In realtà, anime e manga a parte, non avevamo molti interessi in comune. Lui era un patito di videogiochi, di pc e informatica, frequentava un istituto industriale ad indirrizo informatico appunto, e desiderava diventare un programmatore. Io amavo leggere, la scrittura è sempre stato il mio interesse principale (scrivo storie da quando avevo 7 anni), mi piacevano le serie Tv e frequentavo un liceo classico. Tuttavia ciò non ci ha impedito di intessere un bel rapporto; pur non avendo interessi particolari in comune, avevamo una forte affinità caratteriale e questo non ha fatto altro che facilitare la rispettiva conoscenza. Ridevamo, scherzavamo insieme, ci introducevamo l'uno negli interessi dell'altro, e lo stesso umorismo e ironia ci hanno permesso di diventare amici. In realtà, migliori amici. Parlavamo di tutto, dalle cose più stupide agli argomenti più seri. Ci raccontavamo del nostro passato e ci supportavamo vicendevolmente. Sviluppavamo nostre opinioni personali sugli argomenti esistenziali, e non vedevamo l'ora di trascorrere del tempo insieme. Ed è così che mi sono innamorata di lui.
Dopo un po' di tempo di questa amicizia, non ce l'ho fatta più e gliel'ho detto. Sapevo di essere ricambiata perché un nostro amico me lo aveva confidato, certo che io provassi lo stesso per lui. Ah, sì, ho omesso questa cosa: lui mi aveva presentata ai suoi amici e io ai miei, e andavamo d'accordo con tutti. Così ci siamo messi insieme. Ero la persona più felice del mondo perché avevo trovato a 17 anni ciò che la gente cerca per tutta la vita. Era il mio ragazzo e il mio migliore amico e le cose non potevano andare meglio di così. Tuttavia la nostra non è mai stata molto semplice. Per un annetto di relazione i suoi genitori si sono costantemente ostacolati al nostro rapporto perché non condividevano il nostro "appiccicume" e poco prima di diventare maggiorenne interrompemmo i contatti perché i suoi minacciavano di denunciarmi essendo loro figlio ancora minorenne. Inutile dire che lui provava un'ostilità profonda verso questi atteggiamenti, e ovviamente anche io. Tuttavia ho sopportato qualsiasi invettiva e offesa (anche pesante) mi rivolgessero perché lo amavo. Quel mese di lontananza è stato straziante. Non sapevo dove fosse, cosa facesse, ed ero terrorizzata all'idea che smettesse di amarmi, o che, in qualche modo, non riuscendo a reggere quella situazione cedesse sotto le pressioni dei suoi genitori. Fortunatamente i suoi capirono cosa era successo e che avevamo smesso di sentirci, e di vederci. In quel periodo eravamo entrambi distrutti. Così i suoi lentamente allentarono la presa, e cominciarono a dimostrarsi più bendisposti nei miei confronti. Io e lui tornammo a sentirci e vederci cercando in tutti i modi di non indispettire i suoi genitori, e in realtà, ben presto iniziarono a comportarsi gentilmente con me, invitandomi a cena, salutandomi quando ero al telefono con lui, interessandosi a me e ai miei gusti. Così mettemmo tutti una pietra sopra a ciò che era successo.
Il problema è che in realtà io e lui non eravamo più gli stessi. Tendenzialmente siamo sempre stati un po' troppo predisposti al sacrificio, ma credo che dopo quel momento la situazione ci sia completamente sfuggita di mano. Definivamo l'amore come anteposizione del bene dell'altro al proprio e forse è così, ma per dei ragazzini di 16 e 18 anni era un concetto troppo difficile da comprendere. Così abbiamo esagerato, e gli eccessi non sono mai una cosa positiva. Io ero terrorizzata dall'idea che a lui non importasse di me; non so perché questa ossessione si era insinuata così prepotentemente in me dato l'amore che mi aveva dimostrato e la fiducia che aveva riposto nella nostra relazione, ma accadde. Ero convinta che preferisse i suoi interessi a me, che preferisse gli amici, la famiglia, tutto quanto, e che io fossi in fondo alla lista dei suoi pensieri. Desideravo essere una priorità, ma sentivo di non esserlo e questo mi distruggeva. Pretendevo che lui trascorresse molto più tempo con me, e che dedicasse meno attenzione alle altre cose, che reputavo una distrazione da me. Lui inizialmente non sapeva come gestire il mio temperamento, e desiderava solo placare quel turbinio che mi aveva sovrastata, così acconsentiva alle mie richieste. A tutte le mie richieste, anche quelle più difficili, che non voleva, sottomettendo la sua volontà alla mia serenità. In realtà so perché accadde: perché lui è sempre stato realmente ossessionato dai suoi interessi. Preferiva di gran lunga trascorrere il suo tempo giocando al pc che in mia compagnia, e questo è un parere abbastanza oggettivo. Dopo il periodo di distanza cui eravamo stati costretti io non desideravo altro che la sua presenza. Sentivo però, che il desiderio non era ricambiato, non perché non mi amasse più, ma perché i suoi interessi risucchiavano la maggior parte del suo tempo e delle sue energie. Così con il tempo, quando si rese conto di non riuscire a stare dietro a tutte le mie richieste, iniziò a mentire.
So che avrei dovuto percepire il suo amore senza bisogno di "prove concrete", tuttavia ero convinta che il concetto di amore fosse legato a "ciò che sei disposto a fare per me". Lui mi mentiva, giorno dopo giorno, su ogni minima cavolata, e quando iniziai a rendermene conto e a rimproverarlo per questo, lui esasperatamente diceva che non voleva farmi del male. Così io sono diventata tutto ciò che non avrei mai voluto diventare, e lui anche. Io ero una stalker disgustosa, e il solo ricordo di ciò che ero mi crea ribrezzo. Appena finivo di studiare gli imponevo di trascorrere tutto il pomeriggio con me, senza vie di eccezione. Gli controllavo il cellulare, la cronologia google, gli ultimi accessi sui social e se qualcosa non mi quadrava diventavo una furia. Mi fa schifo anche solo parlarne. Lui mentiva sempre di più; fondamentalmente le sue bugie alimentavano le mie insicurezze, le mie insicurezze alimentavano il mio bisogno ossessivo di controllo, e il mio stalkeraggio alimentava le sue bugie. Era un circolo vizioso da cui non riuscivamo più a uscire. Dopo circa sei-sette mesi di questa situazione, ho iniziato a capire di averlo ridotto a uno straccio. Certa del suo amore, e ripugnata da ciò che ero diventata, cessai tutti i miei atteggiamenti negativi. Cercai di farmi andare bene anche le cose che mi facevano male e iniziai ad anteporlo a tutto e tutti, anche a me stessa. Ed è questo il secondo grave errore che ha portato al misero fallimento del nostro rapporto.
Fondamentalmente compresi che non dovevo diventare un ostacolo ai suoi interessi, ma integrarmici, esattamente come quando eravamo solo amici. Così cercai di rassicurarlo condividendo tutti i suoi interessi e questo lo rese felicissimo. Giocavamo ai videogiochi insieme, mi insegnava le basi di programmazione e mi parlava di tutti i suoi progressi e di ciò che imparava. Non ne capivo nulla, ma mi piaceva ascoltare. Il problema in tutto questo è che mi convertii a ciò che lui desiderava che io fossi, dimenticando totalmente chi ero. Non leggevo più, non scrivevo più, non compravo più manga, nè guardavo anime. Risparmiavo i soldi per fargli dei regali e per il nostro futuro insieme, rinunciando a qualsiasi forma di interesse mi aveva contraddistinta prima di conoscere lui. Nonostante i miei sacrifici in lui si era innescato un processo troppo profondo per essere bloccato. Continuava a mentirmi su tante cose, non riusciva ad essere sincero e quando gli chiedevo perché continuasse a farmi questo lui piangendo diceva che aveva paura di perdermi. Fondamentalmente le pressioni che avevo esercitato su di lui in quel periodo si sono trasformate in questo: nel terrore di perdermi. Credo avesse anche percepito che in realtà mi stavo forzando ai suoi interessi perché diceva che non ero felice, diceva che era un male per me. La verità è che io pensavo lo stesso di me.
Così, quando ripresi ad autolesionarmi (cosa che non facevo da quando avevo 14 anni ormai) ho capito che era arrivato il momento di dire basta. Un rapporto dovrebbe rendere felici, non distruggere così. Avevo cercato di recuperare il rapporto che avevamo nei primi anni di amicizia e relazione, ma era tutto inutile. Lui non era più la stessa persona, e la mia presenza non faceva altro che ferirlo. Inoltre io avevo perso di vista me stessa e i miei interessi, quelli veri, mi mancavano disperatamente tanto. A dispetto della paura di perdermi che dichiara così spudoratamente, so che in realtà voleva lasciarmi. Lo so perché più volte litigando disse che voleva chiudere, che non ce la faceva più, che stava impazzendo. Così sopperii alla sua codardia trovando io stessa quel coraggio. Ero più grande e mi sono assunta la responsabilità di diventare io "il mostro". Così l'ho lasciato, ma siamo rimasti amici. Quando ho capito che anche in un rapporto di amicizia subiva le stesse pressioni, ho costretto me stessa, andando contro tutta la mia volontà, a troncare ogni rapporto e contatto. E quando ci siamo detti addio, è quel giorno che la mia vita si è fermata.
Per un anno non ho fatto che pensare a lui, e ho rifiutato qualsiasi ragazzo mi si sia proposto perché mancava completamente la complicità che avevo con il mio ex. Qualsiasi persona fosse, pensavo solo che non era lui. L'ho sognato in continuazione, e al risveglio era straziante avere a che fare con quei ricordi, e accettare che appartenevano ad un passato a cui non si poteva più tornare. Per un'infinità di volte ho desiderato riscrivergli, contattarlo, cercare un dialogo, ma non potevo farlo. Lo amavo troppo per imporgli di nuovo la mia presenza. Sapevo che era la cosa giusta, che stava ritrovando se stesso, e che si stava disintossicando da me. Doveva riappropriarsi della sua vita e imparare a volersi bene come prima non era mai riuscito a fare. Ed è questo che mi sono sempre ripetuta quando volevo scrivergli. Faceva malissimo, ma ho sopportato perché lo amavo. Dicono che l'amore è restare, ma non è così. A volte amare vuol dire lasciar liberi. E so che è difficile da capire, ma fa un male terribile andar via da qualcuno che ami solo perché quello è il suo bene. Eppure a volte l'amore è questo. E fa male.
È passato un anno da quando ci siamo lasciati. Ho 20 anni ora, e lui 18, e sono innamorata della stessa persona da quando ne avevo 16. Così non ce l'ho fatta più e l'ho ricontattato. Mi ha risposto, e abbiamo parlato dalle 15 di pomeriggio alle 23 disera. Riprendere a parlargli è stata una sensazione stranissima; il cuore batteva dentro il petto come le prime volte, e tremavo mentre leggevo ciò che mi raccontava e mentre condividevo con lui la mia vita. Gli ho raccontato che vivo in un'altra città, che frequento l'università di chimica, gli ho parlato dell'ambiente qui, delle persone, e delle amicizie che sto stringendo. Lui mi ha racontato della sua scuola, dei suoi nuovi interessi, della gente che ha conosciuto sui giochi online. Leggevo le sue parole e pensavo "cavolo, davvero avevo ancora un cuore?". Ma poi, in diverse occasioni durante la conversazione, lui ha ribadito di stare bene e che non gli importa più ormai, riferendosi a noi. Ed è vero, non c'era né affetto, né risentimento nella sua voce, e questo mi ha distrutto. Mi aspettavo che mi respingesse, mi aspettavo odio, rabbia, o dolore, ma non l'indifferenza. Forse in effetti era il sentimento più prevedibile. Quando gli ho chiesto di evitare di rinfacciare quanto stesse bene e il suo disinteresse si è riaperto un capitolo della nostra vita, e le ferite hanno ripreso a bruciare più vividamente che mai. Ha contraddetto se stesso più di una volta ripetendo prima di stare bene e che non gli importa più ormai, che è andato avanti e suggerendomi di fare lo stesso in caso non lo abbia fatto, ma poi sostituendo quelle parole con diversi "fa male", alludendo sia all'esperienza passata che al risentirci. Ma le parole più terribile sono state "sono stato deluso perché credevo davvero in noi, perché credevo che le cose sarebbero andate bene, perché mi fidavo di una relazione che ha ceduto". Ha detto che non mi accusa di nulla, anzi, mi ringrazia perché sa quanto dolore mi sia costata la mia scelta e sa che ho agito anche nel suo interesse. Ha detto di non avermi mai contattato perché gli faceva male, e quando l'ho accusato di esserci passato su in fretta, ha risposto che un anno non è in fretta. Ha anche detto di non volere relazioni per un bel po', ma che comunque è andato avanti. E che l'amore non è anteposizione dell'altro come entrambi credevamo, ma trovare qualcuno con cui si è in perfetta sintonia. Non ripeterà gli stessi errori, ha detto, e anche se sono stata molto importante per lui e non dimenticherà ciò che abbiamo condiviso, ormai sono solo un ricordo.
Ci siamo "abbracciati virtualmente" alla fine della conversazione e quando ho ammesso di star piangendo ha confessato di essere commosso anche lui. Tuttavia so che le lacrime avevano emozioni diverse. Lui era commosso per aver chiarito un'ultima volta la nostra separazione, mentre io piangevo distrutta dall'idea che non potremo mai tornare insieme. È da una settimana che piango in continuazione, che non dormo, e che lo stomaco chiuso mi impedisce di mangiare davvero un pasto decente. Spesso mi assale un senso di nausea e devo reprimere la voglia di istigarmi il vomito pur di placare quei conati. Vorrei autolesionarmi, ma non me lo permetto perché nonostante tutto non ce l'ho con me. Ci siamo ripromessi di scriverci, ma non so se accadrà. So che lui non mi contatterà mai, e se non lo faccio io tutto scemerà via, scivolando definitivamente nel dimenticatoio.
Ogni fottuto giorno mi alzo con la speranza di essere privilegiata da Dio, e che sto rivivendo un giorno di due anni fa, quando tutto questo era ancora salvabile. E ogni giorno accetto che non è così. So di aver agito per il suo bene, so anche che lui ha recuperato la sua identità come io ho recuperato la mia. Ma come soffrivo quando avevo lui ma non avevo me, soffro ora che ho me ma non ho lui. Lui è andato avanti. Lui non mi ama più. E so che è normale, so che la vita sarebbe continuata comunque; e sentir dire dalla stessa persona che diceva di farsi schifo, di odiarsi, e di di aspirare al suicidio, che si ama e che prima di qualsiasi altra persona verrà sempre se stesso mi rende orgogliosa perché è esattamente ciò che desideravo comprendesse quando gli ho restituito la libertà. Ma proprio per questo so che non ripeteremmo gli stessi errori. So che se mi desse una seconda possibilità saremmo felici insieme. Avrei solo voluto si fidasse di me quando, di fronte alle sue bugie, gli disegnavo il futuro che si sarebbe prospettato se non avesse smesso. E quel futuro lì è questo qui.
Vorrei solo svegliarmi e sapere che è stato tutto un brutto sogno, e poter agire con la consapevolezza di poi per dirgli quanto lo amo. O piuttosto, vorrei non svegliarmi affatto.
Sab
27
Feb
2016
Gente ottusa e "tuttologa"
Ho molta pazienza, forse anche troppa ma ....oggi stranamente non ne ho!faccio un lavoro a contatto con il pubblico,incontro molti tipi di persone ma...tante sono troppo Ottuse!non vedono aldilà delle loro scelte....se hanno un figlio: " è bello averne uno:"se hanno più figli:"anzi averne 2 così giocano insieme:"se sono grassi e tu non lo sei:"è costituzione!te sei magra perché non mangi!:"se non hanno amici:"la gente è invidiosa:"se tu ne hai:"perché non sei sposata e non hai figli :"se lavorano:"lavoro solo io...poi ho la famiglia. .è dura:"se non lavorano: "ho una famiglia, non posso lavorare :"se non portano i tacchi e tu si:"ma come fai?e poi sei alta di tuo:"....insomma è dura!io sono per il vivi e lascia vivere! Mi piace la mia vita e non penso di essere "l' esempio da seguire " ognuno è libero di fare quello che vuole!ma perché imporre le proprie scelte alle altre persone?
Mar
09
Feb
2016
Semplicemente, sinceramente...scusa
Non credo di essere mai stata peggio in tutta la mia vita...certo, scriverlo su questo sito non aiuterà a cambiare le cose, quasi giunte a un punto morto...ma io voglio solo sfogarmi, in maniera sincera e diretta.
C'è una probabilità dello 0,00000001% che tu possa leggere sta cosa. Ma tanto, fa lo stesso, non vuoi sentire ragioni e mi eviti anche se cerco di parlare direttamente con te. Magari è il fatto di essere cresciuta mancando di amore il motivo per cui io non riesca a dimostrartelo correttamente. E il motivo per cui, in generale, esterno sempre i miei sentimenti in maniera molto contorta. O magari perché sono una persona di merda. Non facciamo i moralisti, non usciamo traumi di famiglia ed esperienze sconvolgenti...io sono una persona di merda. Nei tuoi confronti sono stata immatura, orgogliosa, incapace di gestire situazioni importanti...un vero e proprio disastro, dal quale si scappa a gambe levate.
Cosa c'è da perdonare in una persona di merda? Beh, sfortunatamente per te, quella persona di merda ti ama a tal punto da poter dare la vita per te. Quella persona di merda sta rovinando la sua di vita, si sta odiando furiosamente, con tutte le sue forze, perché tu hai deciso di allontanarla da te. Quella persona di merda ti chiederebbe scusa per cinquant'anni consecutivi. Da te non pretende una seconda possibilità, pretende almeno un ascolto.
Ho provato a chiederti perdono miliardi di volte e nulla, tu non vuoi ascoltarmi e io mi sento sempre più giù e incazzata con me stessa. Non so più come fare, ho paura che tu adesso mi veda come un danno di cui liberarti al più presto, ma io voglio dimostrarti in qualsiasi modo, anche il più estremo, che io a te ci tengo da morire...che l'orgoglio e tutte ste minchiate possono andare a farsi fottere, davanti alla tua mano nella mia, ai nostri baci, alle nostre notti d'amore...al nostro futuro e alle nostre promesse.
Mi manchi da morire. Voglio che sia tu l'unico a 'sopportarmi'. So bene che solo tu puoi rendermi una persona migliore.
E, ancora una volta, un'altra, sincerissima volta...scusa
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