Tag: studio

Ven

04

Mag

2018

Sono in un vortice

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Dopo una triennale in economia presa a 24 anni per problemi personali e pressioni di parenti che mi facevano sentire ancora più in colpa per l'essere in ritardo, ho deciso di non continuare con la magistrale e buttarmi nel mondo del lavoro. Nel frattempo mi fidanzo con una psicopatica che mi avrebbe lasciato come un coglione 2 anni dopo all'improvviso, ma questa è un'altra storia 

Subito dopo la laurea trovo un impiego con contratto a progetto per 600 euro al mese a 50 km da casa  dopo 2 mesi e mezzo (in cui ho più volte risposto male ai superiori che pretendevano lavorassi anche da casa o nei festivi con quella paga del cazzo), mi ritrovo a casa disoccupato per 3 mesi, fino a trovare un lavoro nel mio luogo di residenza, ma con mansioni di routine e poco adatti alla mie qualifiche e aspirazioni, tipo stare al centralino e carichi di lavoro stressanti che mi portano a fare molti straordinari (pagati ).  Dopo 3 anni (ovvero nel 2017), vengo contattato da un'azienda più grande per un lavoro decisamente migliore ma anche più impegnativo a 60 km da casa. Decido di buttarmi e provare, ma vengo travolto da ansie, paranoie e dopo un mese torno nel mio vecchio posto di lavoro. Tutto ok per 10 mesi, poiché viene tenuta anche la persona che mi avrebbe sostituito...ma da un mese sono di nuovo solo in quanto a lui non è stato rinnovato il contratto, così mi ritrovo di nuovo a quel centralino di merda. 

Non mi piace avere a che fare con la gente e passare come uno sguattero, so di potere fare di meglio e mi pesa aver fallito quando ho avuto l'occasione del riscatto.

La consolazione è che da 2 mesi sto con una nuova ragazza stupenda, che vive e lavora a 60 km da casa mia e sebbene sia  presto Avrei voglia di cercarmi un nuovo lavoro per avvicinarmi a lei. 

Qui entrano in gioco altri pentimenti, come il non aver preso la laurea magistrale;  Mi sto guardando intorno e non so se dopo 5 anni sono in grado di riprendere gli studi, se avrà senso farlo così tardi e se avrò tempo di farlolavorando. Sono in un vortice da cui non vedo uscita 

 

Mar

17

Apr

2018

Studio? Lavoro? Preoccupata del futuro

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ciao, ultimamente sono un po' preoccupata. Mi sono lasciata da un annetto con un ragazzo che amavo tanto, ma che mi ha reso totalmente improduttiva (colpa mia che ho seguito l'esempio, per carità). A quasi 30 anni, durante 5 anni di relazione, avrà lavorato in totale una cosa come 6 mesi mentre io frequentavo l'università. Stavamo bene insieme ma ci siamo totalmente impigriti, io dopo esserci lasciati mi sono resa conto di aver buttato via un sacco di tempo, ho perfino cambiato corso perché non mi ritenevo più soddisfatta. 
Il mio problema è questo: il prossimo anno vorrei trasferirmi ma ho paura. Paura perché ho 23 anni, se per qualche motivi dovessi laurearmi in tempo, finirei a 26. Se volessi fare la magistrale, che è ciò che in realtà mi attira, finirei a 28/29. Non sono troppo vecchia? Ho paura di star sbagliando tutto. In più mi chiedo se non dovrei anzi provare a farmi il culo e dedicarmi a una cosa come informatica, che assicura lavoro, a costo di perdere però ancora più tempo. Ora seguo scienze della comunicazione. Sono in ritardo di 4 anni in totale. Il futuro mi spaventa. Ho anche paura di lasciarmi tutte le amicizie, costruite in tanti anni, alle spalle e ritrovarmi in una nuova città da sola. Cosa fare? Ci terrei davvero tanto ad avere opinioni di chi ha già passato fasi del genere o le sta affrontando adesso...

Lun

11

Dic

2017

Ma siete idioti?!

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Ira

Sapete solo dirmi queste tre cazz...e ogni volta che mi vedete? 

"Eh, dovresti prendere tua sorella come esempio, lei usa la testa". Oh ma che c...o, se lei ha scelto di studiare saranno anche affari suoi! Io invece, il poveretto che ha scelto di fare il bottegaio, sono un bruto troglodita che non sa pensare. Ma siamo fuori?

Mai sorella poi non si permetterebbe mai di dirmi un'idiozia del genere. Poi scusate parenti cari: cominciate a pensare ai vostri figli che a 28 anni sono ancora a fare i deficienti ai festini universitari con le diciottenni neo iscritte. Loro sono fuori corso, svegli come una sogliola e non hanno mai mosso un solo dito per guadagnarsi qualcosa. Ma loro "usano la testa", uuuh che argomentazione. 

Io almeno ho un lavoro e arrotondo facendo fiere con pezzi miei che mi studio e mi preparo. Rispetto per chi si sbatte zero. Siete davvero come un gatto isterico nelle mutande. 

Ven

24

Nov

2017

giovani senza futuro (dottori di ricerca)

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Ira

Sono all'ultimo anno di dottorato. Avevo iniziato, come forse molti altri, perché amavo la ricerca e l'insegnamento. Grazie all'incoraggiamento di professori, anche.

Avevo iniziato per passione, e ora mi ritrovo in un mondo di solitudine e scoraggiamento, in cui io e i miei colleghi siamo divisi tra quelli che hanno già capito come va, quelli che si illudono ancora e quelli che hanno già la carriera pronta. Ai tutor non frega assolutamente nulla di noi, se non nella misura in cui possono sfruttarci come segretari/assistenti/portaborse/tuttofare o usarci come bersagli facili su cui sfogare frustrazioni e malumori.

Gli studenti sono ignoranti da paura, ma non mi sento di dare la colpa solo a loro: non hanno stimoli da nessuna parte, i professori inseriscono nei programmi le cose che sanno già senza pensare minimamente a quello che potrebbe essere in linea con il loro percorso di studi, entrano in classe con questi assurdi power point pieni di testo copia/incollato dai libri che gli studenti hanno già, ripetono le solite quattro stronzate. Non sono tutti così, naturalmente, e quelli che non lo sono spesso si vedono contestare i metodi troppo "innovativi". Io che faccio tutorato agli studenti e tengo lezioni coinvolgenti, come una persona di 28 anni (che sono), gli studenti mi ringraziano dal vivo o per mail, vengono a sfogarsi con me e piangono perché si sentono senza futuro.

 Ma come posso consolarli io, che il futuro davanti a me non lo vedo? Come faccio a spiegare ai futuri datori di lavoro (la carriera accademica ormai ho capito che è una chimera) che durante il dottorato si impara a fare 1000 mestieri e non solo a scrivere? Come faccio a dire loro che i dottori di ricerca sono in grado di fare i segretari, gli istruttori, gli scrittori di testi tecnici, gli ispettori di documenti, i correttori di bozze, i PR, i selezionatori di personale, i traduttori, gli interpreti, i motivatori, gli insegnanti... e tutto ciò per paghe da fame? Come faccio a non farmi dire "il suo curriculum è sovra-qualificato"? 

E non crediate, in vita mia ho fatto mestieri di ogni tipo: ho lavorato in fabbrica, in gelateria, in boutique, all'adidas, in reception, non ho mai avuto pregiudizi verso lavori per i quali non occorre la laurea. Ho voluto studiare per passione, e ora vedo le porte dei mestieri "da laureati/dottori" che si chiudono per l'eccesso di raccomandazioni e la mancanza di fondi e i lavori da "non laureati" che mi rifiutano per eccesso di qualifiche. 

Odio quei maledetti professori che non si schiodano dalle loro poltrone, che ci trattano come zerbini, che ci illudono quando siamo giovani, brillanti e pieni di speranza, odio me per non sapere cosa fare, odio quelli che parlano senza aver provato le cose sulla propria pelle, odio chi ci ha portato via il futuro e adesso ci dice che siamo pigri e fannulloni. 

E ho paura. Ho maldettamente paura di cosa accadrà quando la borsa di studio sarà finita. 

Dom

19

Nov

2017

ultima spiaggia

Sfogo di Avatar di PrivatoPrivato | Categoria: Altro

Ciao,
Non so quanto sia intelligente la cosa che sto per fare.

Sono una studetessa universitaria fuori corso, che non ha la forza di chiedere aiuto alle persone che mi circondano, quindi chiedo aiuto a voi.

Cerco una persona che si trova nelle mie condizioni, ovvero con ha più la voglia/ forza di studiare, ma non vuole affogare. Cerco quindi qualcuno che con cui condividere ogni giorno il programma di studio e poi confrontarci e spronarci a vicenda. 

Si lo so, anche io rileggendo il testo mi rendo conto dell'assurdità di quello che ho scritto, ma in questo momento non vedo un'altra alternativa.

 

Vi prego, persone con intenzione non richiedeste, evitate di scrivere commenti. 

( ps. per gli admin: lo so questo non è una pagina per incontri ( infatti non è quello che sto cercando)

Tags: aiuto, studio

Ven

10

Nov

2017

Che futuro?

Sfogo di Avatar di Capitan AubreyCapitan Aubrey | Categoria: Superbia

Vi propongo un gioco, sparate pure la prima cosa che vi viene in mente. Ormai conoscete un pochino la mia follia.

La domanda è: secondo te, che cosa dovrebbe fare Capitan Aubrey della sua vita? Che cosa dovrebbe studiare, che lavoro dovrebbe fare, in quale anculo (lapsus intended) di mondo dovrebbe emigrare?

Sparate pure a caso, anche le idee più stupide, anche insulti. Brainstorming completo. Magari mi aiutate ad avere l'illuminazione e intanto mi diverto un po'. 

Buona serata ^^ 

Ven

03

Nov

2017

L'ho fatto

Sfogo di Avatar di Capitan AubreyCapitan Aubrey | Categoria: Avarizia

Ho firmato la rinuncia all'università. Era una cosa da fare, inutile pagare ancora tasse per qualcosa che non porterò a termine.

Andava fatto, eppure mi sento tanto triste. Intanto perchè da oggi inizia la grande recita col mio "mecenate" (non posso dirgli che non vado più in università, se non voglio che mi tagli i fondi). E poi perchè ricordo le selezioni un annetto fa: la gente si ammazzava per quella ventina di posti e mi fa stare male il pensiero che io ce l'ho fatta, sono entrato a pieni voti e il posto ce l'avevo, ma poi mi sono arreso. Sicuramente sembrerò a tutti i miei colleghi di corso un folle e un coglione.

Però questa cosa del "posto" conquistato al numero chiuso, finisce che è la stessa mitologia del posto fisso al lavoro. Tutti lo vogliono, ma una volta che l'hanno strenuamente ottenuto magari si scoprono lo stesso infelici. 

E adesso ho sul conto solo quello che mi basta per mangiare, ho davanti a me un vuoto cosmico e non so che minchia farne della mia vita ahahaha. Però sapete? In un certo senso è liberatorio stare sospesi in questo limbo. Forse è una fase che devo attraversare ed è più lunga del previsto. Devo smetterla di annaspare e lasciarmi portare dalla corrente. A volte, il continuare a sbagliare strada, non può portarti in un posto migliore di quello che andavi cercando?

Gio

14

Set

2017

Senza Titolo

Sfogo di Avatar di ShawnShawn | Categoria: Altro

Salve a tutti, ho 16 anni e qualche mese fa ho pubblicato un post che purtroppo non riesco più a trovare in cui parlavo della mia vita e delle mie incertezze. Innanzitutto voglio ringraziare gli utenti che mi hanno risposto e che mi hanno motivato, anche se non se lo ricordano.Questo non è proprio uno sfogo ma è quello che ho intenzione di fare in risposta al rapporto che ho con i miei compagni di classe.L'anno scorso ho studiato il minimo indispensabile e sono miracolosamente stato promosso senza debiti, ma quest'anno ho deciso che mi dedicherò esclusivamente alla scuola e alla mia passione, cioè la musica, dato che ho capito che sono le uniche cose che in questo periodo possono darmi delle soddisfazioni.Alla maggior parte dei miei compagni non sto simpatico, e non penso di voler cambiare questa situazione cercando di entrare nel loro gruppo; certo ci sono due o tre persone con cui mi trovo bene ma con loro comunque non esco mai perché abitano lontano da me.Così mi butto il più possibile sullo studio lasciando da parte i rapporti personali. Sembrerà una cosa triste ma penso sia la cosa migliore da fare per me.Come ho detto non è proprio uno sfogo, volevo solo poter dire tutto questo a qualcuno e anche chiedere la vostra opinione.Grazie ancora.

Dom

16

Lug

2017

Laurea over 30

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Accidia

Mi sento schiacciato dal dubbio. Ho 27 anni e ho appena conseguito la laurea triennale in Psicologia. Ho intenzione di continuare e specializzarmi, è quello che voglio fare, arrivare alla fine ed immettermi nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo sono preoccupato per la mia condizione. Nel migliore dei casi avrò 29 anni al momento della laurea magistrale (e il migliore dei casi non si verifica mai), 30 all'iscrizione all'ordine. "Laureato dopo i 30." Questa cosa continua a rimbombarmi nella testa. Ho cercato informazioni in giro per il web (con gli ovvi discordanti e inconcludenti risultati) e tra le mie conoscenze. Sul web passano dal descriverti l'inferno che sarà il resto della tua vita a meno che non molli tutto ed inizi a lavorare ora, adesso, prima dei 30, qualunque cosa purché sia un lavoro, al dire quanto l'età non conti nulla, che anzi a 30 anni sei uno spruzzo di sole appena nato e che puoi prenderti pure fino ai 40 anni per laurearti ed oltre. Tra le mie conoscenze ho trovato invece pareri ed esperienze più rassicuranti ed omogenee: C'è chi a 34 anni non si è ancora abilitato alla professione per vari motivi, ma non condivide le mie ansie sull'importanza dell'età; C'è chi dopo 7 anni di duro lavoro comunque ben retribuito ha onorevolmente deciso di passare al part-time per iniziare un percorso di studi a 27 anni (siamo coetanei) lavorando, andando a lezione, e studiando (è incoraggiante quanto colpevolizzante); C'è chi un percorso di studi non l'ha mai intrapreso, e comunque o non è riuscito ad entrare seriamente nel mondo del lavoro anche in 10 anni, o non lavora affatto; C'è chi si è laureato in tempo e col massimo dei voti, ma non lavora, e chi è nella medesima situazione con il medesimo titolo di studi, ma lavora; E ci sono i fuori corso come me che per un motivo o per l'altro hanno perso 6 anni alla triennale (mi sono iscritto a 21), sentono il peso degli anni iniziare a farsi sentire, e smettono, o si intestardiscono sui loro sogni (il mio maledetto caso). Per prendere 2 piccioni con una fava avevo pensato di iniziare a lavorare durante gli studi, così da essere già dentro il mondo del lavoro a laurea magistrale conseguita, ringalluzzire un po' il mio ego, e guadagnarmi finalmente la tanto agognata indipendenza economica, se non fosse che la mia università ha costellato il corso magistrale di laboratori a frequenza obbligatoria che iniziano alle 9 del mattino e finiscono alle 19, limitando di parecchio le mie opzioni (più di fare il banconista al Mc Donald et similia non penso di poter fare, nonostante non mi dispiacerebbe l'esperienza, adoro fare cose nuove e vivere nuove esperienze e conoscere nuove persone, anche se per poco tempo). È anche un'opzione fortemente osteggiata dai miei finanziatori, i miei genitori, convinti che mi farebbe solo perdere tempo in più e non costituirebbe un vantaggio sul lungo termine, visto che chi assume psicologi non credo che guardi se sai vendere un panino, e mi hanno chiesto di continuare sulla strada del solo studio. Oltre a tutto questo vi sono naturalmente i sensi di colpa. So benissimo che la mia condizione è principalmente colpa mia, e che avrei potuto laurearmi praticamente in tempo se non mi fossi praticamente congelato per 2 anni e mezzo. Ebbi un crollo nervoso, che mi fece perdere pressoché tutti gli amici (ero diventato davvero intrattabile), che mi fece restare solo, che mi fece cadere in depressione, che mi fece perdere la mia fidanzata con la quale avevo una lunghissima storia, che mi fece perdere pure la voglia di vivere, congelandomi per 2 anni, al termine dei quali mi è morto il gatto al quale ero affezionatissimo (non sto scherzando, quel gatto era l'unica cosa vivente che mi era rimasta), durante una sessione d'esami. Adesso ho recuperato quasi tutto, ho la laurea, ho le mie tresche amorose, sono circondato di nuovi amici, ho pure dei nuovi hobby, e non ho intenzione di perdere un secondo di più. In una singola sessione ho dato quello che mi mancava, ho impugnato la laurea e adesso mi sto preparando per l'esame di ammissione... Dovrei essere contento, ma non faccio che ripetermi che si, forse ho toccato il fondo del barile psicologico, e la depressione è una brutta bestia che non auguro a nessuno (non sarai mai più quello di prima), forse perdere città natale (fuori sede), amici, fidanzata, restare assolutamente solo (non ricevere nemmeno un sms per mesi perché non esisti per nessuno è schiacciante), finire fuori corso, e perdere il gatto tutto in sequenza non è stata una rilassante successione di eventi, ma farmi abbattere è stata colps mia, IO ho rinunciato, IO non mi sono nemmeno accorto che stavano passando gli anni, IO, e avrei dovuto essere più forte, c'è chi lo è. Ma non mi posso fermare...e non voglio fermarmi, per nulla al mondo. Non ho paura di fare la gavetta fino a 45 anni, e di dover lavorare di più per farmi valere: quello che c'è da fare sarà fatto. Ho paura che comunque vada il mio destino lavorativo sia segnato ugualmente alla precarietà, indipendentemente da quanto lavorerò, e che ormai sia tardi. Ho paura di guardarmi allo specchio e vedere il colpevole. Ho paura di morire in povertà

Dom

16

Lug

2017

Laurea over 30

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Accidia

Mi sento schiacciato dal dubbio.

Ho 27 anni e ho appena conseguito la laurea triennale in Psicologia.

 Ho intenzione di continuare e specializzarmi, è quello che voglio fare, arrivare alla fine ed immettermi nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo sono preoccupato per la mia condizione. Nel migliore dei casi avrò 29 anni al momento della laurea magistrale (e il migliore dei casi non si verifica mai), 30 all'iscrizione all'ordine.

"Laureato dopo i 30."

Questa cosa continua a rimbombarmi nella testa.

Ho cercato informazioni in giro per il web (con gli ovvi discordanti e inconcludenti risultati) e tra le mie conoscenze. Sul web passano dal descriverti l'inferno che sarà il resto della tua vita a meno che non molli tutto ed inizi a lavorare ora, adesso, prima dei 30, qualunque cosa purché sia un lavoro, al dire quanto l'età non conti nulla, che anzi a 30 anni sei uno spruzzo di sole appena nato e che puoi prenderti pure fino ai 40 anni per laurearti ed oltre. Tra le mie conoscenze ho trovato invece pareri ed esperienze più rassicuranti ed omogenee:

C'è chi a 34 anni non si è ancora abilitato alla professione per vari motivi, ma non condivide le mie ansie sull'importanza dell'età;

C'è chi dopo 7 anni di duro lavoro comunque  ben retribuito ha onorevolmente deciso di passare al part-time per iniziare un percorso di studi a 27 anni (siamo coetanei) lavorando, andando a lezione, e studiando (è incoraggiante quanto colpevolizzante);

C'è chi un percorso di studi non l'ha mai intrapreso, e comunque o non è riuscito ad entrare seriamente nel mondo del lavoro anche in 10 anni, o non lavora affatto;

C'è chi si è laureato in tempo e col massimo dei voti, ma non lavora, e chi è nella medesima situazione con il medesimo titolo di studi, ma lavora;

E ci sono i fuori corso come me che per un motivo o per l'altro hanno perso 6 anni alla triennale (mi sono iscritto a 21), sentono il peso degli anni iniziare a farsi sentire, e smettono, o si intestardiscono sui loro sogni (il mio maledetto caso).

Per prendere 2 piccioni con una fava avevo pensato di iniziare a lavorare durante gli studi, così da essere già dentro il mondo del lavoro a laurea magistrale conseguita, ringalluzzire un po' il mio ego, e guadagnarmi finalmente la tanto agognata indipendenza economica, se non fosse che la mia università ha costellato il corso magistrale di laboratori a frequenza obbligatoria che iniziano alle 9 del mattino e finiscono alle 19, limitando di parecchio le mie opzioni (più di fare il banconista al Mc Donald et similia non penso di poter fare, nonostante non mi dispiacerebbe l'esperienza, adoro fare cose nuove e vivere nuove esperienze e conoscere nuove persone, anche se per poco tempo). È anche un'opzione fortemente osteggiata dai miei finanziatori, i miei genitori, convinti che mi farebbe solo perdere tempo in più e non costituirebbe un vantaggio sul lungo termine, visto che chi assume psicologi non credo che guardi se sai vendere un panino, e mi hanno chiesto di continuare sulla strada del solo studio.

 Oltre a tutto questo vi sono naturalmente i sensi di colpa. 

So benissimo che la mia condizione è principalmente colpa mia, e che avrei potuto laurearmi praticamente in tempo se non mi fossi praticamente congelato per 2 anni e mezzo.

Ebbi un crollo nervoso, che mi fece perdere pressoché tutti gli amici (ero diventato davvero intrattabile), che mi fece restare solo, che mi fece cadere in depressione, che mi fece perdere la mia fidanzata con la quale avevo una lunghissima storia, che mi fece perdere pure la voglia di vivere, congelandomi per 2 anni, al termine dei quali mi è morto il gatto al quale ero affezionatissimo (non sto scherzando, quel gatto era l'unica cosa vivente che mi era rimasta), durante una sessione d'esami.

Adesso ho recuperato quasi tutto, ho la laurea, ho le mie tresche amorose, sono circondato di nuovi amici, ho pure dei nuovi hobby, e non ho intenzione di perdere un secondo di più. 

In una singola sessione ho dato quello che mi mancava, ho impugnato la laurea e adesso mi sto preparando per l'esame di ammissione...

Dovrei essere contento, ma non faccio che ripetermi che si, forse ho toccato il fondo del barile psicologico, e la depressione è una brutta bestia che non auguro a nessuno (non sarai mai più quello di prima), forse perdere città natale (fuori sede), amici, fidanzata, restare assolutamente solo (non ricevere nemmeno un sms per mesi perché non esisti per nessuno è schiacciante), finire fuori corso, e perdere il gatto tutto in sequenza non è stata una rilassante successione di eventi, ma farmi abbattere è stata colps mia, IO ho rinunciato, IO non mi sono nemmeno accorto che stavano passando gli anni, IO, e avrei dovuto essere più forte, c'è chi lo è.

Ma non mi posso fermare...e non voglio fermarmi, per nulla al mondo.

Non ho paura di fare la gavetta fino a 45 anni, e di dover lavorare di più per farmi valere: quello che c'è da fare sarà fatto.

Ho paura che comunque vada il mio destino lavorativo sia segnato ugualmente alla precarietà, indipendentemente da quanto lavorerò, e che ormai sia tardi.

Ho paura di guardarmi allo specchio e vedere il colpevole.

Ho paura di morire in povertà