Tag: amore

Dom

16

Lug

2017

Laurea over 30

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Accidia

Mi sento schiacciato dal dubbio. Ho 27 anni e ho appena conseguito la laurea triennale in Psicologia. Ho intenzione di continuare e specializzarmi, è quello che voglio fare, arrivare alla fine ed immettermi nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo sono preoccupato per la mia condizione. Nel migliore dei casi avrò 29 anni al momento della laurea magistrale (e il migliore dei casi non si verifica mai), 30 all'iscrizione all'ordine. "Laureato dopo i 30." Questa cosa continua a rimbombarmi nella testa. Ho cercato informazioni in giro per il web (con gli ovvi discordanti e inconcludenti risultati) e tra le mie conoscenze. Sul web passano dal descriverti l'inferno che sarà il resto della tua vita a meno che non molli tutto ed inizi a lavorare ora, adesso, prima dei 30, qualunque cosa purché sia un lavoro, al dire quanto l'età non conti nulla, che anzi a 30 anni sei uno spruzzo di sole appena nato e che puoi prenderti pure fino ai 40 anni per laurearti ed oltre. Tra le mie conoscenze ho trovato invece pareri ed esperienze più rassicuranti ed omogenee: C'è chi a 34 anni non si è ancora abilitato alla professione per vari motivi, ma non condivide le mie ansie sull'importanza dell'età; C'è chi dopo 7 anni di duro lavoro comunque ben retribuito ha onorevolmente deciso di passare al part-time per iniziare un percorso di studi a 27 anni (siamo coetanei) lavorando, andando a lezione, e studiando (è incoraggiante quanto colpevolizzante); C'è chi un percorso di studi non l'ha mai intrapreso, e comunque o non è riuscito ad entrare seriamente nel mondo del lavoro anche in 10 anni, o non lavora affatto; C'è chi si è laureato in tempo e col massimo dei voti, ma non lavora, e chi è nella medesima situazione con il medesimo titolo di studi, ma lavora; E ci sono i fuori corso come me che per un motivo o per l'altro hanno perso 6 anni alla triennale (mi sono iscritto a 21), sentono il peso degli anni iniziare a farsi sentire, e smettono, o si intestardiscono sui loro sogni (il mio maledetto caso). Per prendere 2 piccioni con una fava avevo pensato di iniziare a lavorare durante gli studi, così da essere già dentro il mondo del lavoro a laurea magistrale conseguita, ringalluzzire un po' il mio ego, e guadagnarmi finalmente la tanto agognata indipendenza economica, se non fosse che la mia università ha costellato il corso magistrale di laboratori a frequenza obbligatoria che iniziano alle 9 del mattino e finiscono alle 19, limitando di parecchio le mie opzioni (più di fare il banconista al Mc Donald et similia non penso di poter fare, nonostante non mi dispiacerebbe l'esperienza, adoro fare cose nuove e vivere nuove esperienze e conoscere nuove persone, anche se per poco tempo). È anche un'opzione fortemente osteggiata dai miei finanziatori, i miei genitori, convinti che mi farebbe solo perdere tempo in più e non costituirebbe un vantaggio sul lungo termine, visto che chi assume psicologi non credo che guardi se sai vendere un panino, e mi hanno chiesto di continuare sulla strada del solo studio. Oltre a tutto questo vi sono naturalmente i sensi di colpa. So benissimo che la mia condizione è principalmente colpa mia, e che avrei potuto laurearmi praticamente in tempo se non mi fossi praticamente congelato per 2 anni e mezzo. Ebbi un crollo nervoso, che mi fece perdere pressoché tutti gli amici (ero diventato davvero intrattabile), che mi fece restare solo, che mi fece cadere in depressione, che mi fece perdere la mia fidanzata con la quale avevo una lunghissima storia, che mi fece perdere pure la voglia di vivere, congelandomi per 2 anni, al termine dei quali mi è morto il gatto al quale ero affezionatissimo (non sto scherzando, quel gatto era l'unica cosa vivente che mi era rimasta), durante una sessione d'esami. Adesso ho recuperato quasi tutto, ho la laurea, ho le mie tresche amorose, sono circondato di nuovi amici, ho pure dei nuovi hobby, e non ho intenzione di perdere un secondo di più. In una singola sessione ho dato quello che mi mancava, ho impugnato la laurea e adesso mi sto preparando per l'esame di ammissione... Dovrei essere contento, ma non faccio che ripetermi che si, forse ho toccato il fondo del barile psicologico, e la depressione è una brutta bestia che non auguro a nessuno (non sarai mai più quello di prima), forse perdere città natale (fuori sede), amici, fidanzata, restare assolutamente solo (non ricevere nemmeno un sms per mesi perché non esisti per nessuno è schiacciante), finire fuori corso, e perdere il gatto tutto in sequenza non è stata una rilassante successione di eventi, ma farmi abbattere è stata colps mia, IO ho rinunciato, IO non mi sono nemmeno accorto che stavano passando gli anni, IO, e avrei dovuto essere più forte, c'è chi lo è. Ma non mi posso fermare...e non voglio fermarmi, per nulla al mondo. Non ho paura di fare la gavetta fino a 45 anni, e di dover lavorare di più per farmi valere: quello che c'è da fare sarà fatto. Ho paura che comunque vada il mio destino lavorativo sia segnato ugualmente alla precarietà, indipendentemente da quanto lavorerò, e che ormai sia tardi. Ho paura di guardarmi allo specchio e vedere il colpevole. Ho paura di morire in povertà

Dom

16

Lug

2017

Laurea over 30

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Accidia

Mi sento schiacciato dal dubbio.

Ho 27 anni e ho appena conseguito la laurea triennale in Psicologia.

 Ho intenzione di continuare e specializzarmi, è quello che voglio fare, arrivare alla fine ed immettermi nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo sono preoccupato per la mia condizione. Nel migliore dei casi avrò 29 anni al momento della laurea magistrale (e il migliore dei casi non si verifica mai), 30 all'iscrizione all'ordine.

"Laureato dopo i 30."

Questa cosa continua a rimbombarmi nella testa.

Ho cercato informazioni in giro per il web (con gli ovvi discordanti e inconcludenti risultati) e tra le mie conoscenze. Sul web passano dal descriverti l'inferno che sarà il resto della tua vita a meno che non molli tutto ed inizi a lavorare ora, adesso, prima dei 30, qualunque cosa purché sia un lavoro, al dire quanto l'età non conti nulla, che anzi a 30 anni sei uno spruzzo di sole appena nato e che puoi prenderti pure fino ai 40 anni per laurearti ed oltre. Tra le mie conoscenze ho trovato invece pareri ed esperienze più rassicuranti ed omogenee:

C'è chi a 34 anni non si è ancora abilitato alla professione per vari motivi, ma non condivide le mie ansie sull'importanza dell'età;

C'è chi dopo 7 anni di duro lavoro comunque  ben retribuito ha onorevolmente deciso di passare al part-time per iniziare un percorso di studi a 27 anni (siamo coetanei) lavorando, andando a lezione, e studiando (è incoraggiante quanto colpevolizzante);

C'è chi un percorso di studi non l'ha mai intrapreso, e comunque o non è riuscito ad entrare seriamente nel mondo del lavoro anche in 10 anni, o non lavora affatto;

C'è chi si è laureato in tempo e col massimo dei voti, ma non lavora, e chi è nella medesima situazione con il medesimo titolo di studi, ma lavora;

E ci sono i fuori corso come me che per un motivo o per l'altro hanno perso 6 anni alla triennale (mi sono iscritto a 21), sentono il peso degli anni iniziare a farsi sentire, e smettono, o si intestardiscono sui loro sogni (il mio maledetto caso).

Per prendere 2 piccioni con una fava avevo pensato di iniziare a lavorare durante gli studi, così da essere già dentro il mondo del lavoro a laurea magistrale conseguita, ringalluzzire un po' il mio ego, e guadagnarmi finalmente la tanto agognata indipendenza economica, se non fosse che la mia università ha costellato il corso magistrale di laboratori a frequenza obbligatoria che iniziano alle 9 del mattino e finiscono alle 19, limitando di parecchio le mie opzioni (più di fare il banconista al Mc Donald et similia non penso di poter fare, nonostante non mi dispiacerebbe l'esperienza, adoro fare cose nuove e vivere nuove esperienze e conoscere nuove persone, anche se per poco tempo). È anche un'opzione fortemente osteggiata dai miei finanziatori, i miei genitori, convinti che mi farebbe solo perdere tempo in più e non costituirebbe un vantaggio sul lungo termine, visto che chi assume psicologi non credo che guardi se sai vendere un panino, e mi hanno chiesto di continuare sulla strada del solo studio.

 Oltre a tutto questo vi sono naturalmente i sensi di colpa. 

So benissimo che la mia condizione è principalmente colpa mia, e che avrei potuto laurearmi praticamente in tempo se non mi fossi praticamente congelato per 2 anni e mezzo.

Ebbi un crollo nervoso, che mi fece perdere pressoché tutti gli amici (ero diventato davvero intrattabile), che mi fece restare solo, che mi fece cadere in depressione, che mi fece perdere la mia fidanzata con la quale avevo una lunghissima storia, che mi fece perdere pure la voglia di vivere, congelandomi per 2 anni, al termine dei quali mi è morto il gatto al quale ero affezionatissimo (non sto scherzando, quel gatto era l'unica cosa vivente che mi era rimasta), durante una sessione d'esami.

Adesso ho recuperato quasi tutto, ho la laurea, ho le mie tresche amorose, sono circondato di nuovi amici, ho pure dei nuovi hobby, e non ho intenzione di perdere un secondo di più. 

In una singola sessione ho dato quello che mi mancava, ho impugnato la laurea e adesso mi sto preparando per l'esame di ammissione...

Dovrei essere contento, ma non faccio che ripetermi che si, forse ho toccato il fondo del barile psicologico, e la depressione è una brutta bestia che non auguro a nessuno (non sarai mai più quello di prima), forse perdere città natale (fuori sede), amici, fidanzata, restare assolutamente solo (non ricevere nemmeno un sms per mesi perché non esisti per nessuno è schiacciante), finire fuori corso, e perdere il gatto tutto in sequenza non è stata una rilassante successione di eventi, ma farmi abbattere è stata colps mia, IO ho rinunciato, IO non mi sono nemmeno accorto che stavano passando gli anni, IO, e avrei dovuto essere più forte, c'è chi lo è.

Ma non mi posso fermare...e non voglio fermarmi, per nulla al mondo.

Non ho paura di fare la gavetta fino a 45 anni, e di dover lavorare di più per farmi valere: quello che c'è da fare sarà fatto.

Ho paura che comunque vada il mio destino lavorativo sia segnato ugualmente alla precarietà, indipendentemente da quanto lavorerò, e che ormai sia tardi.

Ho paura di guardarmi allo specchio e vedere il colpevole.

Ho paura di morire in povertà 

Sab

15

Lug

2017

Sensazioni

Sfogo di Avatar di FragilmenteForteFragilmenteForte | Categoria: Altro

Ho lasciato il mio fidanzato dopo 4 anni per tornare con il mio ex... 

2 xsone davvero differenti il dilemma del bravo e del cattivo ragazzo...

Ma non so ancora se ho fatto bene 

Mer

12

Lug

2017

Stufa di sentirmi la sfigata salvata dal principe azzurro!

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

La storia è molto semplice: lui è il classico tipo di successo, praticamente senza difetti, ha un ottimo lavoro pagato profumatamente ed è benvoluto da tutti. Io? Cenerentola. 

 

Non ho mai avuto fortuna nella vita. Ho la laurea sbagliata, sono sempre stata disoccupata/precaria/lavoratrice in nero, stagista quando andava bene. Sono anni che stiamo insieme, anni in cui questa differenza tra noi mi pesa come un macigno e mi ferisce.

Mi sento inferiore e  anche tutto il contesto non aiuta. I suoi parenti, per esempio, non fanno altro che ripetermi quanto sono "fortunata" (come se lui mi avesse fatto la grazia...)

Quando ci siamo conosciuti, da studenti, la nostra situazione di partenza era abbastanza simile, non mi creavo questi problemi e non avevo questi complessi, anche se le differenze già dal secondo, terzo anno di relazione sono cominciate ad emergere. Lui correva veloce e io restavo indietro. Siamo così diventati una coppia a due velocità. Ci sono ragazze che se ne fregano e che sono contente di vivere così, a rimorchio del fidanzato o del marito, io no, non ce la faccio. 

Mi sento sempre triste, a disagio, e non alla sua altezza. Sono invisibile per gli altri, perché vivo nella sua ombra. Splendo di luce riflessa. 

 

Ultimamente mi capita di pensare molto a com'ero 10 anni fa.

Rivedo le mie foto di allora e non mi riconosco. Ero felice, libera, ed ero IO, soltanto IO. Ecco, vorrei poter tornare indietro per tornare ad essere ME, con i miei sogni, le mie speranze, i miei pregi e i miei difetti.

Sono giunta alla conclusione che non è vero che l'amore, anche quello più vero e puro, porti la felicità... anzi, spesso è il contrario, purtroppo.

Tags: amore

Mar

11

Lug

2017

L'ira che è in me

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Ira

me la stai tirando tutta fuori.

Ultimamente mi stai veramente rompendo i coglioni. Sto con te da 4 anni e da 1 conviviamo ma mai come ultimamente ti sto mal sopportando.

Ultimamente TUTTO quello che faccio o dico non è  mai intelligente, fatto bene, giusto, corretto...ecc

Io non capisco mai. La tua frase clou degli ultimi mesi è "no ma Sara ma non capisco" "non è così" "sbagli" "tu non puoi sapere" "tu non sai" "non si fa così" e potrei continuare. Non ne posso più. Sembra io sia una cretina che non sa vivere, rapportarsi o avere idee giuste e coerenti. Ma cosa cazzo ti capita? Cosa cazzo vuoi da me? Nulla serve fartelo presente e anche litigare. Quante volte ti ho detto recentemente "mi stai rompendo la minch*a perché sembra sempre che io sia la cogliona di turno che non ne fa una o dice una giusta, possibile?". Perseverea. Io veramente, non capisco se è un momento o altro ma mi sto stancando. E' una situazione che non mi fa sentire adeguata, non mi fa sentire stimata soprattutto dalla persona che ho accanto perché mai che mi venga detto: sei stata proprio brava, o mi è piaciuto come hai fatto questa cosa o.. mi piace il tuo pensiero o... che giusto ragionamento che hai fatto! Hai sempre ragione te, tutto quello che dici è verbo e io dico solo cagate. Non so sinceramente cosa fare per rapportarmi a questo tuo comportamento.

Lun

10

Lug

2017

Mi sono messa con il fratello del mio ex

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Due anni fa mi sono conosciuta con un ragazzo più grande di me di 6 anni, mi innamorai di lui e iniziò una storia bellissima piena di nuove esperienze per me che all'ora avevo solo 14/15 anni..purtroppo l'avevo conosciuto in vacanza e quando l'estate finì io me ne tornai al mio paese.

Continuammo a parlare e io facevo il conto alla rovescia per vederlo..iniziò a scrivermi un suo amico e mi confessò che il mio ragazzo mi tradiva e che non sapeva che io fossi la ragazza con cui andava a letto di cui raccontava..mi sentivo una merda e non ci credevo..per mostrarmi le prove mi fece entrare con il suo profilo insta per leggere di persona la chat del giorno prima in cui gli diceva che non sarebbe uscito con loro perché era il compleanno della sua ragazza...mi sentii malissimo, ferita e cornuta.

lo lasciai subito dopo e gli spiegai il perché, inutile dire che negava il tutto..fatto sta che dopo ho saputo di peggio su di lui e la cosa finì lì anche se dentro tra rabbia e delusione lo amavo ancora.

quando andai in vacanza nel suo paesino lo incontrai ma manco mi fermai a salutarlo..facevo lunghe passeggiate da sola, stavo passando un periodo difficile e mio padre aveva il camcro..una sera me ne stavo seduta sul cornicione da sola e da a piangere e da dietro spuntò un ragazzo che iniziò a dialogare ecc..inutile dire che il ragazzo era il fratello e che tra noi nacque un rapporto di amicizia profondo..mi aiutò molto nel mio periodo buio, un ragazzo dolcissimo..quel ragazzo che qualsiasi ragazza sogna accanto a sè..inutile dire che si confessò per me ..io rifiutai ma lui continuava..rifiutavo perché non mi piaceva molto in quel senso..e che non provavo attrazione esteticamente.

dopo un pò mi convinse a provare..stiamo insieme da 5 mesi ora..io continuo a non provare attrazione fisica e a provare amore di due fratelli, migliori amici..amore forte ma non quel amore che provavo per il fratello ..mio padre non c'è più ora e sono sicura che se ci fosse stato sarebbe stato

molto deluso da me..ho paura di farlo soffrire, so che non troverò mai uno come lui..è un ragazzo perfetto diverso dalla massa e dal fratello 

Dom

09

Lug

2017

Per essere amate è necessario essere top model?

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

La domanda del titolo è emblematica. Ed è proprio quello che vi chiedo: per essere amate (quindi parlo di essere amate seriamente, trovare un uomo che mi voglia sposare e non uno che mi cerchi solo per una botta e via quando non trova di meglio).

Non sono grassa, almeno non nel senso stretto del termine. Secondo un medico sarei normopeso. Ma secondo la società di oggi, dato che la taglia accettata è la 38 max 40, la mia 42 max 44 viene considerata obesa. 

E ne ha risentito la mia vita sentimentale. Sono stata rifiutata da tanti ragazzi con frasi tipo "Sei troppo grassa", "Sei obesa", "Sei una cicciona" e li ho visti sbavare letteralmente dietro ragazze senza seno e con taglia 36. Sono stata presa in considerazione solo per una botta e via. E se non la do al primo appuntamento mi dicono anche "Ma guarda 'sta cicciona ha pure le pretese". 

Sono andata da un dietologo e lui si è rifiutato di prescivermi una dieta perchè per lui non ne avevo bisogno. Purtroppo lui era sposato quindi non era possibile fidanzarmi con lui.

Al giorno d'oggi pare che per essere amate seriamente siano necessari solo requisiti fisici (e tali requisiti fisici siano solo "altissima magrissima fisico da top model"). E poi allora quando hai 60 anni divorzi perchè perdi il fisico tonico di 30 anni prima? Però purtroppo gli uomini ragionano così. 

Conosco donne grasse che sono fidanzate, è vero, ma so anche che vengono trattate malissimo, il ragazzo le insulta e le ricatta "Fai come dico io se no non ci metto niente a trovarmi una più bella di te". Beh ecco, non accetto che per essere fidanzata devo essere maltrattata. Ma il rispetto è davvero destinato solo alle persone bellissime e fisicamente perfette?

 

Una donna che per costituzione non sarà mai una top model di Victoria's Secrets deve davvero rinunciare per sempre all'idea di essere amata, di crearsi una famiglia, di diventare madre?

Ven

07

Lug

2017

Nullità

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Io penso che se una persona ti ama non continua a scoraggiarti e a dirti che non vai bene. Mi sento una nullità.... Mi fa sentire così, non mi sento per nulla apprezzata e stimolata. Dice di amarmi tanto, ma io sento solo parole di sconforto da parte sua. 

Tags: amore

Gio

06

Lug

2017

E.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Lussuria

Anche se la differenza di età era di 10 anni, mi ero davvero affezionato a te. La ragazza più bella che mi avesse mai scritto, la ragazza più bella che mi avesse mai cercato. Io, che con le ragazze non sono mai stato playboy. Ci siamo conosciuti per caso a lavoro, mi hai scritto per un anno, eppure, hai sempre cercato scappatoie quando ti chiedevo di vederci da soli, forse spaventata dalla differenza d'età.

Fatto stà che oggi festeggi un anno con quello ed io, povero pirla, non ti ho mai dimenticata.

Avresti potuto farmi sentire quel sussulto nel petto che forse, a quasi 29 anni, non ho mai provato.

Mar

04

Lug

2017

non sono mai abbastanza

Sfogo di Avatar di neanchelessenzialeneanchelessenziale | Categoria: Altro

ciao,

è bello finalmente trovare un posto dove poter parlare senza essere giudicati.

Mi presento: ho 14 anni, sono alta e un po' in sovrappeso, ma non troppo, solo quache chilo in più, nulla di tragico.

Ho lunghi capelli biondi mossi e occhi di colore azzurro/verde. Non ho un brutto aspetto, non mi trovo indecente, ma c'è qualcosa in me che non va, che non mi permette di sentirmi bene. Sono molto brava a scuola, quest'anno sono uscita dalla terza media con 10 e lode e me la cavo bene anche negli sport e nel canto. Quando incontro gli amici dei miei genitori loro si complimentano con me, mi dicono che sono bravissima, che sono profonda e che ho una bella testa. Dicono ai miei genitori che sono fortunati ad avermi.

Magari lo pensassero anche loro.

Il mio problema non sono i bulletti adolescenti, ma l'opinione che hanno di me i miei genitori, soprattutto mia madre. Noi litighiamo spesso, io le rispondo male, lei mi tratta da schifo e finiamo per discutere.

Ma dovreste sentire cosa dice, e a quel punto piangereste anche voi come faccio io.

I vostri genitori vi hanno mai detto esplicitamente che fate schifo, che siete la vergogna della famiglia, che nessuno mai e poi mai vi prenderà con se?

Perchè mia madre l'ha fatto, e anche quando la imploravo ormai in ginocchio, completamente in lacrime di ritirarsi tutto, di non dirmi che facevo schifo, lei continuava e mi guardava disgustata.

Ora mi chiedo, cos'ho di male? Cosa ho fatto per essere così terribile agli occhi di mia madre? Perchè non riesco mai ad essere abbastanza per lei?

Ho molti amici e sono una ragazza socievole, ma non ho il coraggio di avvicinarmi ad un ragazzo e posso solo inventarmi relazioni immaginarie con l'aiuto della musica perchè ogni volta che lego con un ragazzo non va mai oltre l'amicizia (io non ci provo neanche perchè ho tremendamente paura del rifiuto).

Non so se questa mia "intolleranza" all'amore sia colpa di mia madre che non fa che ripetermi che non mi vuole nessuno oppure se sono io quella completamente sbagliata, ma a volte ci penso al suicidio.

Penso che dovrei darle un segno, farle capire che sta esagerando ma ho paura delle conseguenze, ho paura che possa arrabbiarsi con me per le mie scelte.

Non so cosa mi succede, cosa sbaglio, cosa dovrei cambiare.