Tag: ombraliquida

Mer

04

Set

2019

D come dolore, D come dolcezza.

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Nuovo look, taglio di capelli diverso, mi sento bene, potrei dire perfino addirittura bello, ieri primo giorno di palestra dopo non so quanti decenni di poltronismo, sono uno straccio, dolore dolore dolore, ma un dolore perfidamente piacevole, nutriente, appagante, quasi dolce, un dolore che mi urla "tu sei vivo", un dolore che mi fa sorridere, un dolore che mi vuol bene, mi tiene compagnia, mi vezzeggia mi coccola mi avvolge con un abbraccio ruvido di spine, un dolore che mi fa stare bene, un dolore che non ha pietà, un dolore stolto che non sente ragioni, che non mi da ragione.

D come domaniciritorno..

 

Sab

17

Ago

2019

120

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Giornata di sole, sabbia nera, mare mosso. Quinta fila ombrellone 120..

Occhiali da sole sul naso, mano destra  sul volto, come a trattenere un pensiero ribelle evaso. Lei è lì ad un metro da me, e non sa che quella mano sul volto sta solo asciugando una lacrima calda e salata che vuole tornare al mare, non lo sa e non lo saprà mai. 

Ven

02

Ago

2019

La banalità rassicurante.

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

A volte, ci si rifugia nella banalità  come forma di difesa, per soffrire di meno, il problema è che ci si abitua a tutto, a qualsiasi nefandezza, in un mondo dove si ha tutto e subito la banalità è la scelta più naturale.

Non voglio dire che si stava meglio quando si stava peggio

anzi no, è proprio questo che voglio dire, essere banali dopotutto ha i suoi vantaggi. 

Mer

31

Lug

2019

Ti ho sorpresa per una attimo.

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Parole come sassi scagliati da bocche inferocite, ogni volta oramai è così, vomitiamo un'anima acida bollente che vuole distruggere consumare in un fuoco inestinguibile l'altro, parliamo urliamo piangiamo ma non comunichiamo, è così oramai da anni, ognuno accusa l'altro di ottusità e di non capire, errori tanti, da tutte e due le parti, credo fermamente che parliamo due lingue diverse, ancora le stesse parole, le stesse accuse il solito sentiero di dolore da percorrere e ripercorrere immutato ed immutabile, dolore, dolore, dolore, veleno mortifero senza alcun antidoto.

Ogni incontro scontro è un copione scritto da tanto tempo, una lotta sbilanciata, si usa la bocca ma non le orecchie, inutili ammasso di cellule ai lati della testa che si rifiutano di ricevere quel che dice l'altro, abbiamo solo dolore da offrire l'un l'altra, eppure una volta dicevamo di amarci di volersi, di fare tutto insieme, una volta vedevi la dolcezza di un pensiero nei miei occhi, vivevamo di attimi d'infinito, di voci calde sensuali avvolgenti, le mani  che ogni volta si meravigliavano del panorama che si stendeva sotto di esse, la mappa del tuo corpo era scolpita sul palmo delle mie mani, le mie dita aravano il tuo corpo lo facevano fremere, caldi sospiri  nascondevano il tuo nome, un vento caldo di desiderio dalla tua bocca inebriava i miei sensi, il vento del pensiero di te investiva la mia mente possedendola in ogni angolo senza tregua, traboccando meraviglia ogni volta.

poi più nulla

nulla

nulla ed ancora nulla

il nulla è rimasto ora.

il tempo dei perchè è finito da un pezzo oramai, eppure...

Stavolta qualcosa di nuovo è uscito, e proprio dalla mia bocca, una parola strana, al di fuori del copione che pensavamo di non possedere, che non poteva far parte del nostro vocabolario, ti ho sorpresa per un attimo, la tua bocca ha taciuto, le urla si sono spente, il tempo è sospeso e rimane in attesa di quel meccanismo sconosciuto che si è attivato con quella parola, mi guardi incredula e mi chiedi, come fosse la prima volta che mi parli, come fosse la prima parola mai detta al mondo.

"cosa vuoi dire con separazione legale"? 

ti guardo, mi guardi, e per la prima volta ti accorgi del nulla anche tu.

Questo silenzio buio come  petrolio e duro come la morte è insopportabilmente pesante, ci schiaccia senza pietà, e le nostre anime perdendo consistenza si consumano nel...

...

...

Nulla! 

Sab

27

Lug

2019

TIC ~ TOC

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Tic                   Toc.                       Tic.   Toc.      Tictoctictoctictoctictoc.

 

Dritti, simili ad aghi d'acciaio, da un cielo  bleu, solido come il fumo di una pipa caricata con tabacco Virginia in purezza, proiettili umidi saettano in un cielo che trattiene il respiro,  grosse gocce d'acqua percorrono una corsa iniziata centinaia di metri più su, sibilando nell'aria, nella loro traiettoria perfettamennte priva di esitazioni, realizzano il loro desiderio di perpendicolarità impattando sull'asfalto come un kamikaze ebbro di saké, per un istante parte dell'energia cinetica della goccia d'acqua travasa sulla superficie dura e viene subito restituita, la goccia che oramai ha perso la sua unicità mischiandosi con l'acqua al suolo, per un unico istante spande la sua sostanza abbracciata al suo asse verticale in un ventaglio circolare... In quell'attimo l'immagine si fissa sulla retina dell'occhio per poi sparirne subito dopo. Ballerine le chiamavamo noi bambini, poiché sembravano un esercito di trasparenti danzatrici con il loro vaporoso tutú, sotto il ticchettare della pioggia, benevola danseuse étoile. Non potevi catturarle con lo sguardo... Si fissava un'area del suolo e poi aspettavi passivo con gli occhi desiderosi, finché una "ballerina" s'infilava nel tuo campo visivo al centro del tuo sguardo, un inchino un sorriso un saluto e poi via nel nulla, sotto l'applauso scrosciante della pioggia di un caldo pomeriggio d'agosto, perso nella memoria di un bambino con la bocca spalancata piena di meraviglia. È uno dei miei ricordi confortevoli, li uso quando ne ho bisogno, è buffo come un fenomeno talmente effimero si renda persistente nella memoria di uomo.

Quando ho letto della morte di Rutger Hauer, mi sono ricordato della prima volta che lo vidi in Blade Runner, Roy Batty replicante della serie nexus 6, ed in particolare il discorso delle lacrime nella pioggia.

Vi prego guardatelo, dura 59 secondi, c'è lui insieme alle mie amiche.

https://youtu.be/Rvqm_1NhgR4  

 

Gio

18

Lug

2019

Perché

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

La nostra società impone modelli e comportamenti, filtri senza i quali sarebbe impossibile guardare le altre anime, sorrisi protocollari autoimposti di serie, congratulazioni, rammarichi, condoglianze, auguri, tutto secondo un disciplinare rigido e convenuto tra le parti, anche i giudizi lo sono, si dice quel che ci si aspetta venga detto. Ed a questo non si sfugge...

 Tranne che qui, qui è possibile guardare il sole direttamente, qui le anime si aprono, mostrano la parte molle, la nudità totale, bella o brutta non ha importanza, qui si è liberi, si è crudi, implacabili, deboli ed oscenamente esposti  in tutta la nostra miseria o nobiltà se c'è. 

Perché mi chiedo perdere tempo nel giudizio, nel mostrare pollice verso, nel mostrare la propria moralità o perbenismo, perché non restare in muta contemplazione del dono della verità che ci viene offerto, perché deve essere così difficile anche qui, non basta quello che c'è nel mondo fuori? 

A volte vorrei che ci fosse la possibilità di inibire i commenti.

Voglio essere libero di far vedere quanto sono brutto, la mia discesa negli inferi sta continuando, e non finirà finché non sarò diventato tutto un cumulo di sterco, allora potrò guardare ancora verso l'alto. 

Mer

17

Lug

2019

Brava!

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Alla fine ci sei riuscita, lo ritenevo impossibile,  ma la costanza produce effetti, nonostante i miei sforzi, i miei mille tentativi, la mia cocciutaggine, il non arrendermi mai, nonostante ti abbia contrastato in ogni modo, con ogni mezzo, alla fine hai vinto tu, e te ne sei accorta, c'era nei tuoi occhi, scritto tutto chiaramente, ci sono voluti anni, ma chi la dura la vince, il giusto compenso prima o poi premia colui che si dedica alla causa.

 Alla fine ci sei riuscita a perdermi. 

 

Mar

16

Lug

2019

Fl0ra

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

"Fulcr000000" ... (da 30 metri di corridoio più in la), "beati gli occhi che ti vedono, ma dove sei stato?"... è Fl0ra, la mia collega "prediletta", Fl0ra ha qualche anno meno di me, è la più alta di tutte le altre donne, ed anche più alta di molti uomini (compreso me!?), ha detto così perchè ha bisogno della mia opera, lei fa parte di un ufficio specialistico, io del supporto,  lei cerca me (professionalmente parlando) e lo fa in un modo particolare, solo lei fa così, e mi fa sempre dei gran sorrisi, ha la pelle ambrata tipica di quelle della sua terra del sud bruciata dal sole, sotto un italiano perfetto trasluce la cadenza di una melodia lontana di antiche culture, occhi marroni limpidi e grandi da odalisca, delle sopracciglia perfette, un corpo "vikingo", vigoroso nell'impianto osseo, ben saldo, ma deve pure sostenere un bel po di robina, e lo fa in un modo eccellente, ad ogni suo passo sento distintamente il rumore del suo corpo: "femmina" "femmina" "femmina" "femmina" "femmina" "femmina" , Ahhhhh, Fl0raaaaaaa, deliziosa, profumata, morbida, bella! con un carattere a volte un po del cazzo!
la fisso sempre negli occhi (mania da minchione prima o poi qualcuna/o mi ci manda), ma appena distoglie lo sguardo veloce come un toporagno delle sabbie, la mia occhiata guizza veloce, saetta da tetta a tetta a bocca ed ancora sullo sguardo... poi quando mi cammina davanti, è uno spettacolo in multivision, sopratutto ora che si usano vestiti leggeri, il movimento asincrono dei glutei risponde ad una musica esotica, ma è strano la sento solo io, il mio sguardo palleggia da una sommità paradisiaca all'altra, è attraente così tanto che ha un campo magnetico tutto suo, e mi attira inesorabilmente, a volte è una lotta dura, devo concentrarmi quando sono seduto vicino a lei, e se non controllo la situazione a dovere non riesco più ad alzarmi.  Canta canta canta, sopratutto le canzoni di... no questo non lo dico.
Ne sono perdutamente invaghito, senza possibilità di redenzione, mi piace come donna, come persona e come femmina, c'è solo un unico piccolo insignificante dettaglio che la stragrande maggioranza di voi neanche si sognerebbe di rilevare. E' leggermente sposata, ma giusto un'ombra un pochino, non ha il minimo interesse per me, si vede da lontano, questo che avete letto era solo il preambolo, lo sfogo arriva ora.
Mi piacerebbe tanto dirglielo.
Qualcosa è cambiato dentro me.

Lun

15

Lug

2019

chewingum

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Cammino.

Passo lento cadenzato, come un granatiere di sua maestà, con questo caldo proprio uno col colbacco d'orso (voglio sperare sia sintetico) dovevo immaginare? 

I pensieri debordano, colano lungo la colonna vertebrale, come una goccia di sudore fastidiosa, spiccano un salto dal coccige e atterrano sul polpaccio, vanno giù scivolano sulla  scarpa e si attaccano sotto il tacco, appiccicano... Passo cadenzato e sento il cick ciack dei pensieri sotto le scarpe come chewingum ... È verde attaverso l'incrocio sotto il sole, passo cadenzato... Giubba rossa colbacco dritto un due un due un due...  Al centro dell'incrocio braccia indietro torso inclinato e schizzo via come Naruto dall'altra parte... 

 Parlare e non dire un cazzo!....  Lo adoro! 

Dom

14

Lug

2019

Il mostro

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Molti anni fa:

Era un tempo di bambini con i pantaloni corti, di foto in bianco e nero  di telefoni a gettoni nei bar e delle sue sedie di acciaio intrecciate con fili di plastica colorata.  Domenica: oggi si va tutti a fare una gita in centro, con l'autobus ovviamente, quello a due piani, orecchie a sventola sorriso sdentato e viaggio con mamma e papà sul tetto del mondo che si muove  per le strade , se dovessi dare un colore alla felicità sarebbe il verde cupo di quell'autobus ad averlo. Arrivati alla villa centrale visitiamo il parco, e da una parte c'è il museo civico di zoologia, edificio già carico di anni allora, l'ultimo stile architettonico di questo paese, un severo razionalismo del ventennio,  una scalinata sfrontata e vanitosa porta al piano rialzato, il sole estivo di tarda mattinata ci spinge a morsi nell'ampia entrata, dal sole accecante alla penombra, buio, il respiro per un attimo si interrompe, sento il rumore delle pupille che si dilatano affamate di luce, e poco alla volta tornano le forme, una stanza enorme sconfinata (così mi sembrava) "il soffitto sarà alto cento metri!"  papà mi guarda  sorride e non parla,  tipico dei bambini che vogliono darsi un tono ed usano le parole dei grandi a sproposito. La sala contiene teche di vetro, animali impagliati suppellettili, lance, mazze, scudi di pelli, residui bellici della sciagurata guerra d'Africa, la sala di sotto e quella sopra sono dedicate alle civiltà africane, lo vedo subito, è laggiù all'estremo opposto della sala, mi guarda con rabbia, mi angoscia, mi nascondo dietro mamma che mi tiene la mano, è una Testa di elefante attaccata al muro, posta due metri sopra l'accesso al pianerottolo della scala che porta al primo piano, quindi per andare di sopra bisogna necessariamente passare  sotto a lui, non guardo nulla di quella sala, solo l'angoscia che lievita ad ogni passo, la proboscide, le zanne, le orecchie enormi, quegli occhi di vetro che sembra mi seguano e minaccino ogni mio pensiero, comincio a piangere, i miei mi guardano incuriositi e preoccupati, glielo dico, papà mi prende in braccio mi dice che è morto non può farmi nulla, "chiudi gli occhi ti porto io su" ci provo, dopo due passi di papà riesplodo in un pianto a dirotto, anche se non lo vedo lui è li, mamma capisce "andiamo via dai", ma i capricci continuano, e non sono i miei stavolta ma quelli di papà, visto che ha pagato il biglietto non intende rinunciare, si trova un compromesso, io rimango giù col responsabile di sala, e loro vanno su, 5 minuti dopo ridiscendono, papà fa ancora i capricci perché mamma si è accorta di avermi lasciato con uno sconosciuto (altri tempi) è ha dato il pilotto a papà per scendere in fretta, usciamo dal museo, il sole di fuori ci stava aspettando e continua a bersagliarci, meraviglia dei bambini che rifioriscono subito, il verde di quell'autobus a due piani mi aspetta per il ritorno. 

 Diversi anni dopo:

Oggi si fa sega, c'è il "mattone" il prof di fisica che interroga, via al centro città, si va in villa a rimorchiare,  la caccia non ha avuto prede quel giorno (invece gli altri giorni 😔), e mi ritrovo davanti quell'edificio, i ricordi mi colpiscono con ferocia, ed una voglia di riscatto sale dallo stomaco prepotente "figurati se sta ancora li, lo avranno tolto quelciarpame,", salgo i gradini due a due, di corsa, entro veloce, dopo il buio la luce torna, entro, tutto l'edificio si è rimpicciolito per magia, il soffitto con sorpresa non è alto cento metri, non più di 6, lui inaspettatamente è ancora li, ignoro tutte le teche, le armi dell'esercito italiano le hanno tolte (per fortuna) , ma io  assaporo il momento, braccia lungo i fianchi come un pistolero, cammino a passi lenti lungo l'asse longitudinale del suo sguardo, ci passo sotto sorridendo, al di la del muro alzo la testa, una parte di me si aspettava di trovare  il resto del corpo, ovvio che non sia così, eppure ora questo cambia tutto, i pensieri cambiano colore, l'elettricità corticale cambia percorso, salgo la scala che conduce al piano di sopra, ogni gradino aumenta la consapevolezza, il sorriso di vincitore sparisce poco a poco, penso a questo animale maestoso e pacifico nella savana, ed un'altra creatura di una specie meschina e ignorante gli toglie la vita, per cibarsene? Per coprirsi? Per sfruttarne le risorse del corpo? Per venderne l'avorio? Per lucro? No...  C'è un motivo ancora peggiore, per vanità  per soddisfare il bisogno di esaltare la propria supposta superiorità, per attaccarne la testa in un museo dove non va mai nessuno,  la verità colpisce duro alla bocca dello stomaco, la mia  mano si alza aspettandosi un buco  che mi trapassa strappandomi via le lacrime di quel giorno raccolte li, quel giorno di tanti anni fa,  quel giorno in fotografia di carta ingiallita con i bordi seghettati, quel giirno... era lui che aveva paura di me. 

 

Il mostro 

 

P. S. Lo so è parecchio romanzato e melodrammatico, e parte dei ricordi saranno ricostruiti, ma i fatti narrati sono veri, tutte e due le visite.  

 

 

 

Succ » 1 2