Dom

14

Lug

2019

Il mostro

Sfogo di Avatar di Fulcr0Fulcr0 | Categoria: Altro

Molti anni fa:

Era un tempo di bambini con i pantaloni corti, di foto in bianco e nero  di telefoni a gettoni nei bar e delle sue sedie di acciaio intrecciate con fili di plastica colorata.  Domenica: oggi si va tutti a fare una gita in centro, con l'autobus ovviamente, quello a due piani, orecchie a sventola sorriso sdentato e viaggio con mamma e papà sul tetto del mondo che si muove  per le strade , se dovessi dare un colore alla felicità sarebbe il verde cupo di quell'autobus ad averlo. Arrivati alla villa centrale visitiamo il parco, e da una parte c'è il museo civico di zoologia, edificio già carico di anni allora, l'ultimo stile architettonico di questo paese, un severo razionalismo del ventennio,  una scalinata sfrontata e vanitosa porta al piano rialzato, il sole estivo di tarda mattinata ci spinge a morsi nell'ampia entrata, dal sole accecante alla penombra, buio, il respiro per un attimo si interrompe, sento il rumore delle pupille che si dilatano affamate di luce, e poco alla volta tornano le forme, una stanza enorme sconfinata (così mi sembrava) "il soffitto sarà alto cento metri!"  papà mi guarda  sorride e non parla,  tipico dei bambini che vogliono darsi un tono ed usano le parole dei grandi a sproposito. La sala contiene teche di vetro, animali impagliati suppellettili, lance, mazze, scudi di pelli, residui bellici della sciagurata guerra d'Africa, la sala di sotto e quella sopra sono dedicate alle civiltà africane, lo vedo subito, è laggiù all'estremo opposto della sala, mi guarda con rabbia, mi angoscia, mi nascondo dietro mamma che mi tiene la mano, è una Testa di elefante attaccata al muro, posta due metri sopra l'accesso al pianerottolo della scala che porta al primo piano, quindi per andare di sopra bisogna necessariamente passare  sotto a lui, non guardo nulla di quella sala, solo l'angoscia che lievita ad ogni passo, la proboscide, le zanne, le orecchie enormi, quegli occhi di vetro che sembra mi seguano e minaccino ogni mio pensiero, comincio a piangere, i miei mi guardano incuriositi e preoccupati, glielo dico, papà mi prende in braccio mi dice che è morto non può farmi nulla, "chiudi gli occhi ti porto io su" ci provo, dopo due passi di papà riesplodo in un pianto a dirotto, anche se non lo vedo lui è li, mamma capisce "andiamo via dai", ma i capricci continuano, e non sono i miei stavolta ma quelli di papà, visto che ha pagato il biglietto non intende rinunciare, si trova un compromesso, io rimango giù col responsabile di sala, e loro vanno su, 5 minuti dopo ridiscendono, papà fa ancora i capricci perché mamma si è accorta di avermi lasciato con uno sconosciuto (altri tempi) è ha dato il pilotto a papà per scendere in fretta, usciamo dal museo, il sole di fuori ci stava aspettando e continua a bersagliarci, meraviglia dei bambini che rifioriscono subito, il verde di quell'autobus a due piani mi aspetta per il ritorno. 

 Diversi anni dopo:

Oggi si fa sega, c'è il "mattone" il prof di fisica che interroga, via al centro città, si va in villa a rimorchiare,  la caccia non ha avuto prede quel giorno (invece gli altri giorni 😔), e mi ritrovo davanti quell'edificio, i ricordi mi colpiscono con ferocia, ed una voglia di riscatto sale dallo stomaco prepotente "figurati se sta ancora li, lo avranno tolto quelciarpame,", salgo i gradini due a due, di corsa, entro veloce, dopo il buio la luce torna, entro, tutto l'edificio si è rimpicciolito per magia, il soffitto con sorpresa non è alto cento metri, non più di 6, lui inaspettatamente è ancora li, ignoro tutte le teche, le armi dell'esercito italiano le hanno tolte (per fortuna) , ma io  assaporo il momento, braccia lungo i fianchi come un pistolero, cammino a passi lenti lungo l'asse longitudinale del suo sguardo, ci passo sotto sorridendo, al di la del muro alzo la testa, una parte di me si aspettava di trovare  il resto del corpo, ovvio che non sia così, eppure ora questo cambia tutto, i pensieri cambiano colore, l'elettricità corticale cambia percorso, salgo la scala che conduce al piano di sopra, ogni gradino aumenta la consapevolezza, il sorriso di vincitore sparisce poco a poco, penso a questo animale maestoso e pacifico nella savana, ed un'altra creatura di una specie meschina e ignorante gli toglie la vita, per cibarsene? Per coprirsi? Per sfruttarne le risorse del corpo? Per venderne l'avorio? Per lucro? No...  C'è un motivo ancora peggiore, per vanità  per soddisfare il bisogno di esaltare la propria supposta superiorità, per attaccarne la testa in un museo dove non va mai nessuno,  la verità colpisce duro alla bocca dello stomaco, la mia  mano si alza aspettandosi un buco  che mi trapassa strappandomi via le lacrime di quel giorno raccolte li, quel giorno di tanti anni fa,  quel giorno in fotografia di carta ingiallita con i bordi seghettati, quel giirno... era lui che aveva paura di me. 

 

Il mostro 

 

P. S. Lo so è parecchio romanzato e melodrammatico, e parte dei ricordi saranno ricostruiti, ma i fatti narrati sono veri, tutte e due le visite.  

 

 

 

6 commenti

Stile originale. Mi ci perdo. Lo valuto anche se non richiesto. Probabilmente quando scrivi hai in mente il corso degli avvenimenti, anzi sembra proprio che tu li riviva, ma così non è per il lettore che si perde nelle descrizioni delle sensazioni che provi tu, mancandogli l'elemento curiosità. Andrebbe bene se il lettore fosse incuriosito, allora ti seguirebbe. Invece viene di saltare qualche rigo per vedere dove vai a parare.

Bello il tuo stile descrittivo multisensoriale. Visya, udito, emozioni, salivazione, secchezza delle fauci. 

Bestiale.

Se introduci l'elemento suspence diventa una scrittura coi fiocchi. 

Ombraliquida è un buon nick: simboleggia bene il tuo stile. 

Vinci una notte d'amore con worm. È un premio letterario che abbiamo istituito noi del forum, ma puoi rifiutarlo, tranquillo. 

Avatar di OldJoeOldJoe alle 13:26 del 14-07-2019

L'uomo, quando vuole, è il più feroce degli animali. Spero che oggi la testa di elefante non sia più lì: è un simbolo d'inciviltà, non di superiorità.

Scrivi bene, Fulcro, mentre leggevo mi sembrava di essere lì in quel museo. Mi hai fatto ricordare sia i vecchi telefoni a gettoni sia le sedie di plastica colorata; secondo te, devo preoccuparmi per il fatto di averli visti dal vivo e di ricordarmi di loro?

Avatar di InquietaMenteInquietaMente alle 14:01 del 14-07-2019

Io e te che abbiamo fatto dei musei un luogo di stupore, gioie e dolore. Oggi che piove su questa terra assetata di sani bisogni, la tassidermia mostra la crudeltà dell'uomo assetato di violenza. 

I ricordi... No, i ricordi oggi non fanno più male, ci fanno amare la vita. 

Avatar di Raffy74Raffy74 alle 10:14 del 15-07-2019

La tasidermia la storia maledetta del nano di Termini, a Roma.

Si chiamava Semeraro di cognome, aveva recitato nel film Non si sevizia un Paperino.

Morì ammazzato da un giovane ricattato da lui. Era omosex e lavorava per la mafia.

Augias gli ha dedicato un capitolo del suo libro sui delitti di Roma.

Chi sa la storia?

@gage

 

Tu che sei di Roma, sai sta storia?

Avatar di OldJoeOldJoe alle 23:19 del 16-07-2019

A dire il vero no old... È la prima volta che lo sento, mi documento... 

Avatar di gagenoregagenore alle 08:36 del 17-07-2019

C'è un film pluripremiato che ne racconta la storia, (l'imbalsamatore del 2002) ho visto il trailer sul tubo... lo "cercherò", grazie per lo spunto Old!

ti sono ancora una volta in "debito"...

P.S. che poi... la parola imbalsamatore contiene "amatore" ... ma solo lì...

Avatar di gagenoregagenore alle 14:20 del 17-07-2019

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