Tag: lavoro
Dom
06
Ago
2017
Il lavoro che ti cambia la vita
Siamo amici da 8 anni circa, e ho sempre lavorato da dipendente. Prendevo uno stipendio medio nella norma, sui 1000€, lavorando notte e giorno. Non avevo quasi mai il tempo di godermi i frutti del lavoro. Quelle volte che riuscivo a trovare il tempo per svagarmi, lo chiamavo e uscivamo. Lui non lavorava quindi non mi sembrava giusto fargli mettere mano al portafogli, quindi ho sempre provveduto il più delle volte io. Non mi ha mai seccato, lo ritenevo giusto. Lui è -anzi era- un buon amico, sapeva ascoltare, ci consigliavamo a vicenda e ci facevamo tante risate. È da 1 anno che ho intrapreso la strada come lavoratore autonomo per inseguire i miei sogni, tentare di guadagnare di più e non avere "superiori". Le difficoltà sono enormi tanto che solo dopo 1 anno sto incominciando a vedere la metá di un mensile da dipendente, e non è neanche una cosa fissa, quindi c'è da lavorare e c'è da sopportare. Ora che ci penso ti ho sempre raccontato di tutte le mie attivitá lavorative, inizio quasi a pensare che tanto era la tua invidia, da portarmi sfortuna, comunque sia, sono scelte e non me ne pento. Sono scelte esattamente come quella intrapresa dal mio "amico" di lavorare come dipendente, ormai da quasi 2 anni. È un lavoro che gli piace, attinente ai suoi studi (non come il mio precedente) che però gli toglie tutto il tempo. Inutile dirvi che guadagna esattamente il mio stesso ex stipendio, con la differenza che il tipo di lavoro che svolgevo non richiedeva quali capacità tecnico/scientifiche, beh, tranne il penultimo, dato che ho dovuto gestire un'azienda di imp/exp per 2 anni. Cosa dicevo? Ah sì! Morale della favola? Lui è convinto di essere il più ricco del mondo, sfoggiando carte di credito - che di credito non è trattasi di Superflash :') - pavoneggiandosi dei soldi che anticipa per "viaggi" vari, parlando dell'azienda dove lavora dicendo "la mia compagnia" - ma perché? Sai cosa vuol dire avere una compagnia? Che tasse paghi? Hai a che fare con commercialista e stato? - Non mi ha mai invitato neanche a mangiare una pizza da quando lavora. L'ultima volta che ha offerto un caffè? E chi se lo ricorda, ultimamente mi chiamava per farsi accompagnare a tagliare i capelli ahahahaha . È diventato altezzoso ed arrogante, mai mi sarei aspettato un simile comportamento da lui. Il lavoro gli ha dato alla testa. La verità sapete qual'è? Lui è triste e solo, affiancato solo dalla sua pessimista, scorbutica, acida, mal pensante -pure brutta- compagna.
Io non sono solo... Ho una bellissima compagna, ottimista, guarda al futuro insieme a me. Ho amici con cui mi sento regolarmente ogni sera. C'è il mio amico/socio in affari che è la vita mia. Insieme condividiamo tanti bei momenti, momenti che un tempo condividevo con lui e ora che abbiamo preso strade diverse, difficilmente ricondivideremo.
Da te invece caro amico mi sto allontanando ogni giorno di più, in maniera silenziosa perchè il tuo comportamento mi lascia senza parole, tuttavia ti auguro di trarre il meglio dalla vita e dalla strada che hai intrapreso ricordandoti giusto appunto due cose :
1. La "bella vita" che ho fatto, i luoghi del mondo che ho visitato, i posti dove ho vissuto, le donne che ho avuto, sono sempre stati oggetto della tua invidia, nonostante tutto questo l'avessi comdiviso con te.
2. Non hai lo yatch a mare mio caro. Hai un telefono rotto che paghi a rate da 2€ al mese da 2 anni, vesti male, non sai guidare e segui un'alimentazione che prima o poi ti porterà un infarto.
Quindi, non provare a guardarmi dall'alto verso il basso. Tu sei nel palmo della mia mano e believe me or not ti schiaccio quando voglio.
Se queste cose voglio dirtele di persona dici?
Potrei. Misura però bene la tua eventuale risposta, altrimenti mi tocca utilizzare il più rozzo e rudimentale dei mezzi per farti "intendere" il mio punto di vista. Adios.
Ven
04
Ago
2017
La gioia di vederti autolicenziata
E finalmente ti sei licenziata!
Da quando sono entrato al lavoro mi hai sempre trattato male, eri la mia capa ma non mi hai insegnato quasi niente, perché dovevi fare da maestrina ai lecchini falsi che ti correvano dietro, che a loro volta si prendevano gioco di me.
Ma ora sei sparita! E mentre io ho imparato a lavorare con le mie forze raggiungendo i tuoi livelli, chi pendeva dalle tue labbra non sa fare nulla e sta sprofondando nella melma com'è giusto che sia. La pacchia non gli è durata e per me può continuare a sprofondare. Ora che posso sto aiutando chi avevi escluso insieme a me, vedere la loro contentezza è la mia vendetta più bella.
Ven
04
Ago
2017
"Ho la faccia da stronza" così dicono.
Sono arrivata al limite in tutto e per tutto, odio tutti a parte la mia famiglia e il mio ragazzo, nel momento del bisogno mi hanno lasciata tutti sola, ho attacchi di ansia e ansia continua... Ho sempre paura che accada qualcosa, quando c'è un periodo dove tutto va più o meno bene succede sempre qualcosa di brutto che mi fa ritornare a stare male... Io non ne posso più, ho sempre problemi su problemi, ma cazzo ho solo bisogno di avere delle amicizie, ho sempre dato il culo in amicizia e non mi è mai stato ricambiatonulla... Vorrei lavorare, sono una parrucchiera di 20 anni e vivo in una citta buco di culo. BASTA. Ma com'è possibile che certi stronzi hanno tutto dalla vita e io che ho sempre aiutato il prossimo mi ritrovo sola come una scema? Sono diventata estremamente intollerante a tutto, mi scaldo per delle cose assurde, sclero come una matta a volte perché voglio cambiare ma non trovo La spinta. basta.
Mer
02
Ago
2017
No vabbè io strippo qui, ciao.
Oggi: ultimo giorno di lavoro. Oggi in ufficio ci sono 31 gradi alle 10 del mattino (immaginatevi nel pieno pomeriggio) e... no... non abbiamo i condizionatori (solo 1 ventilatore). Macchine che buttano su calore continuo. NON NE POSSO PIU'. Sono arrivata alla frutta, non ce la faccio più. Sono mentalmente e fisicamente stanca. Dopo un anno che mi faccio ininterrottamene il culo e mai assenze o ferie. Vedo le 18 di oggi come un miraggio. Ieri non avevamo lavoro, sono stata tutto il giorno con un caldo ASSASSINO a girarmi i pollici sembrava tutto silenzioso tutto e tutti già iN FERIE. Alché il mio pensiero è stato "se domani è così dai... oh, non va tanto male". Oggi arrivo, apro la mail 1000 ordini, 1000 cose da fare... tutto urgente tutto subito tutto ora! Dio se mi girano i maroni. 20 telefonate, la titolare che sembra impazzita: fammi questo fammi quello, finisci questo... BASTA non ce la faccio più sto strippando.
Ma perché è sempre così? Ma perché sempre tutto all'ultimo?
Dom
30
Lug
2017
Nullafacente, ma davvero per la crisi, o altro?
Buonasera a tutti. Compirò 29 anni a breve.
La mia è una storia un po' particolare. Sto con lui da 5 anni, era iniziata come una storia a distanza.. Lui lavorava con suo zio e fin qui nessun problema. Poi la ditta si è fermata (amatissima crisi) e da tre anni a questa parte è fisso a casa mia, con i miei ovviamente.... Io non lavoro perché sono in attesa di un dannato corso di formazione che la Regione non vuole far partire (si spera settembre..). Lui invece è fisso a casa, non lavora, non gira per lavorare, questo non lo vuole fare, questo gli scoccia, quello pure. La mattina lo butto dal letto io perché manco si vuole alzare... Dormire e giocare con la playstatio sono le due uniche attività. Vero è che lavora solo di sabato.. Ma si deve accontentare di quello? Lui si giustifica dicendo che non c'è lavoro. I miei non gli dicono proprio nulla.
Allora ho qualche problema io, o loro tre messi insieme.
Io vedo tutte le mie amiche che si sistemano e si sposano, e lui che dorme.... premetto che ne parliamo ma lui urla che non devo rompere e lavoro non c'è ne.
Voi cosa mi consigliate ... Me ne vado proprio io da questa casa?
Sab
29
Lug
2017
Ho lasciato il lavoro
Ho 33 anni, per ben 7 anni ho operato nel ramo paghe e contributi con contratti a termine. Ho lasciato un ottimo ricordo nei miei colleghi e nei miei capi, mi sono dimostrata sempre capace, attenta, zelante, precisa. Dopo un contratto a termine con il job act sono rimasta ferma per più di un anno incontrando tante difficoltà nel ricollocarmi lavorativamente. Ho voluto ottimizzare il mio tempo iscrivendomi all'università per conseguire la laurea in economia, un mio sogno. Da due mesi lavoro presso uno studio commercialista dove i titolari sono due soggetti molto stressati dal figlio affetto da autismo e malformazione cardiaca (lei l'ha avuto a 45 anni). Il clima è pesante: lui si lamenta delle mie prestazioni lavorative anche se gli ho detto che facendo paghe non sapevo niente di fiscalità, urla con la moglie e i clienti, perde molto tempo in scansioni, nomi dei files, non dorme ed è depresso e pieno di farmaci. Appena vede un file rinominato con uno zero in meno urla, si mette le mani in faccia. Ad inizio contratto mi è stato detto che sono rumorosa, dava fastidio il bracciale che quando digitavo urtava la tastiera, il modo veloce in cui digitavo faceva troppo chiasso e loro, così mi hanno detto, evitano anche di parlare perché amano il silenzio. Quindi me ne sto senza contratto regolare, 10 ore al giorno saltando la pausa pranzo (perché sono sempre in ritardo), facendo cose che non capisco arrabattandomi da sola in silenzio... lui spiega con "questo va messo qui e poi lo devi confrontare con questo" senza dirmi che cosa sia questo fantomatico questo. Il tutto sempre con urla, verso chiunque. Mi sento mortificata e lavorativamente sminuita, mi tratta come l'handicappata che mai sono stata nella mia vita non solo lavorativa.
Mal mattino vuole trovare pc acceso e caffè pronto, se non lo trova perché non ho fatto in tempo chiede con fare inquisitorio il perché questo non è stato fatto. Nelle multinazionali dove ho lavorato queste cose non le ho mai viste, neanche i manager HR hanno mai chiesto di fare il caffè, trattato una collaboratrice in malomodo... mai! Il 7/8 di chiuderà per le ferie e io non ho la benché minima intenzione di tornare a patire questi soprusi. Una volta mi ha tirato la coda dei capelli e quel giorno sono tornata con una crisi di panico, piangendo e singhiozzando. Volevo buttarmi sotto un autobus dalla disperazione.
Nella vita ho già sofferto tanto, la sofferenza mi ha resa forte e non arrendevole. Ho lottato per ogni cosa... Ma questa esperienza mi sta logorando.
Perché mai una persona dovrebbe sacrificare la propria integrità psichica in nome di uno stipendio? Io voglio lavorare tanto, non importa se non farò più lavoro che ho fatto, non mi spaventa la fatica... mi spaventa di più perdere la serenità che a fatica mi sono creata.
Mer
26
Lug
2017
MI SONO PERSA
Che stupida che sono stata. Mi sono illusa di poter fare tanto, raggiungere vette che altri non hanno raggiunto, invece non ho concluso niente. Parenti e amici che fanno pressione, che mi dicono di muovermi e finire questi studi. Io che volevo studiare archeologia e poi viaggiare e fare ricerca l. Invece, sono qua, senza aver nemmeno raggiunto la triennale. Strada deviata anche dall'amore. Mi ero immaginata davvero diversa e montata da qua alla mia età. Mi ero fatta mille castelli e tutti, senza eccezioni, sono caduti, distrutti. Volevo raggiungere obiettivi altissimi. Mi credevo all'altezza, invece, sono precipitata appena ho fatto il primo passo. Mi sono illusa di essere migliore della vecchia me, di potermi far notare in questo settore, invece, non riesco nemmeno a terminare gli studi. Ora mi sento persa. Ho la mente che ogni giorno cerca di dissuadermi e farmi vivere come se tutto fosse possibile, quando invece, a 25 anni nulla è più possibile. Avevo scelto questa strada perché avevo un sogno e non volevo fare un lavoro qualunque solo per soldi, volevo fare un lavoro che avrei amato, invece, mi ritrovo senza nulla in mano. Solo critiche e litigi per questa università. Mi mancano pochi esami, ma tanto gli anni sono passati e non potranno mai più tornare. Ormai non so davvero più cosa fare. A volte vorrei lasciare tutto, ma anche se sto cercando lavoro, non riesco a trovare nulla, purtroppo alla mia età è tardi cominciare a lavorare senza avere una laurea o esperienze pregresse. Non so come abbia fatto a farmi scivolare via tutto dalle mani. È stata così veloce, che nemmeno mi sono accorta del tempo che passava. Sono sempre stata una persona efficente, puntale nelle cose, seria e che non ha mai preso nulla sotto gamba. Non credevo che sarei affondata così in basso. Non so davvero come fare per poter riemergere...aiutatemi
Dom
16
Lug
2017
Laurea over 30
Mi sento schiacciato dal dubbio. Ho 27 anni e ho appena conseguito la laurea triennale in Psicologia. Ho intenzione di continuare e specializzarmi, è quello che voglio fare, arrivare alla fine ed immettermi nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo sono preoccupato per la mia condizione. Nel migliore dei casi avrò 29 anni al momento della laurea magistrale (e il migliore dei casi non si verifica mai), 30 all'iscrizione all'ordine. "Laureato dopo i 30." Questa cosa continua a rimbombarmi nella testa. Ho cercato informazioni in giro per il web (con gli ovvi discordanti e inconcludenti risultati) e tra le mie conoscenze. Sul web passano dal descriverti l'inferno che sarà il resto della tua vita a meno che non molli tutto ed inizi a lavorare ora, adesso, prima dei 30, qualunque cosa purché sia un lavoro, al dire quanto l'età non conti nulla, che anzi a 30 anni sei uno spruzzo di sole appena nato e che puoi prenderti pure fino ai 40 anni per laurearti ed oltre. Tra le mie conoscenze ho trovato invece pareri ed esperienze più rassicuranti ed omogenee: C'è chi a 34 anni non si è ancora abilitato alla professione per vari motivi, ma non condivide le mie ansie sull'importanza dell'età; C'è chi dopo 7 anni di duro lavoro comunque ben retribuito ha onorevolmente deciso di passare al part-time per iniziare un percorso di studi a 27 anni (siamo coetanei) lavorando, andando a lezione, e studiando (è incoraggiante quanto colpevolizzante); C'è chi un percorso di studi non l'ha mai intrapreso, e comunque o non è riuscito ad entrare seriamente nel mondo del lavoro anche in 10 anni, o non lavora affatto; C'è chi si è laureato in tempo e col massimo dei voti, ma non lavora, e chi è nella medesima situazione con il medesimo titolo di studi, ma lavora; E ci sono i fuori corso come me che per un motivo o per l'altro hanno perso 6 anni alla triennale (mi sono iscritto a 21), sentono il peso degli anni iniziare a farsi sentire, e smettono, o si intestardiscono sui loro sogni (il mio maledetto caso). Per prendere 2 piccioni con una fava avevo pensato di iniziare a lavorare durante gli studi, così da essere già dentro il mondo del lavoro a laurea magistrale conseguita, ringalluzzire un po' il mio ego, e guadagnarmi finalmente la tanto agognata indipendenza economica, se non fosse che la mia università ha costellato il corso magistrale di laboratori a frequenza obbligatoria che iniziano alle 9 del mattino e finiscono alle 19, limitando di parecchio le mie opzioni (più di fare il banconista al Mc Donald et similia non penso di poter fare, nonostante non mi dispiacerebbe l'esperienza, adoro fare cose nuove e vivere nuove esperienze e conoscere nuove persone, anche se per poco tempo). È anche un'opzione fortemente osteggiata dai miei finanziatori, i miei genitori, convinti che mi farebbe solo perdere tempo in più e non costituirebbe un vantaggio sul lungo termine, visto che chi assume psicologi non credo che guardi se sai vendere un panino, e mi hanno chiesto di continuare sulla strada del solo studio. Oltre a tutto questo vi sono naturalmente i sensi di colpa. So benissimo che la mia condizione è principalmente colpa mia, e che avrei potuto laurearmi praticamente in tempo se non mi fossi praticamente congelato per 2 anni e mezzo. Ebbi un crollo nervoso, che mi fece perdere pressoché tutti gli amici (ero diventato davvero intrattabile), che mi fece restare solo, che mi fece cadere in depressione, che mi fece perdere la mia fidanzata con la quale avevo una lunghissima storia, che mi fece perdere pure la voglia di vivere, congelandomi per 2 anni, al termine dei quali mi è morto il gatto al quale ero affezionatissimo (non sto scherzando, quel gatto era l'unica cosa vivente che mi era rimasta), durante una sessione d'esami. Adesso ho recuperato quasi tutto, ho la laurea, ho le mie tresche amorose, sono circondato di nuovi amici, ho pure dei nuovi hobby, e non ho intenzione di perdere un secondo di più. In una singola sessione ho dato quello che mi mancava, ho impugnato la laurea e adesso mi sto preparando per l'esame di ammissione... Dovrei essere contento, ma non faccio che ripetermi che si, forse ho toccato il fondo del barile psicologico, e la depressione è una brutta bestia che non auguro a nessuno (non sarai mai più quello di prima), forse perdere città natale (fuori sede), amici, fidanzata, restare assolutamente solo (non ricevere nemmeno un sms per mesi perché non esisti per nessuno è schiacciante), finire fuori corso, e perdere il gatto tutto in sequenza non è stata una rilassante successione di eventi, ma farmi abbattere è stata colps mia, IO ho rinunciato, IO non mi sono nemmeno accorto che stavano passando gli anni, IO, e avrei dovuto essere più forte, c'è chi lo è. Ma non mi posso fermare...e non voglio fermarmi, per nulla al mondo. Non ho paura di fare la gavetta fino a 45 anni, e di dover lavorare di più per farmi valere: quello che c'è da fare sarà fatto. Ho paura che comunque vada il mio destino lavorativo sia segnato ugualmente alla precarietà, indipendentemente da quanto lavorerò, e che ormai sia tardi. Ho paura di guardarmi allo specchio e vedere il colpevole. Ho paura di morire in povertà
Dom
16
Lug
2017
Laurea over 30
Mi sento schiacciato dal dubbio.
Ho 27 anni e ho appena conseguito la laurea triennale in Psicologia.
Ho intenzione di continuare e specializzarmi, è quello che voglio fare, arrivare alla fine ed immettermi nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo sono preoccupato per la mia condizione. Nel migliore dei casi avrò 29 anni al momento della laurea magistrale (e il migliore dei casi non si verifica mai), 30 all'iscrizione all'ordine.
"Laureato dopo i 30."
Questa cosa continua a rimbombarmi nella testa.
Ho cercato informazioni in giro per il web (con gli ovvi discordanti e inconcludenti risultati) e tra le mie conoscenze. Sul web passano dal descriverti l'inferno che sarà il resto della tua vita a meno che non molli tutto ed inizi a lavorare ora, adesso, prima dei 30, qualunque cosa purché sia un lavoro, al dire quanto l'età non conti nulla, che anzi a 30 anni sei uno spruzzo di sole appena nato e che puoi prenderti pure fino ai 40 anni per laurearti ed oltre. Tra le mie conoscenze ho trovato invece pareri ed esperienze più rassicuranti ed omogenee:
C'è chi a 34 anni non si è ancora abilitato alla professione per vari motivi, ma non condivide le mie ansie sull'importanza dell'età;
C'è chi dopo 7 anni di duro lavoro comunque ben retribuito ha onorevolmente deciso di passare al part-time per iniziare un percorso di studi a 27 anni (siamo coetanei) lavorando, andando a lezione, e studiando (è incoraggiante quanto colpevolizzante);
C'è chi un percorso di studi non l'ha mai intrapreso, e comunque o non è riuscito ad entrare seriamente nel mondo del lavoro anche in 10 anni, o non lavora affatto;
C'è chi si è laureato in tempo e col massimo dei voti, ma non lavora, e chi è nella medesima situazione con il medesimo titolo di studi, ma lavora;
E ci sono i fuori corso come me che per un motivo o per l'altro hanno perso 6 anni alla triennale (mi sono iscritto a 21), sentono il peso degli anni iniziare a farsi sentire, e smettono, o si intestardiscono sui loro sogni (il mio maledetto caso).
Per prendere 2 piccioni con una fava avevo pensato di iniziare a lavorare durante gli studi, così da essere già dentro il mondo del lavoro a laurea magistrale conseguita, ringalluzzire un po' il mio ego, e guadagnarmi finalmente la tanto agognata indipendenza economica, se non fosse che la mia università ha costellato il corso magistrale di laboratori a frequenza obbligatoria che iniziano alle 9 del mattino e finiscono alle 19, limitando di parecchio le mie opzioni (più di fare il banconista al Mc Donald et similia non penso di poter fare, nonostante non mi dispiacerebbe l'esperienza, adoro fare cose nuove e vivere nuove esperienze e conoscere nuove persone, anche se per poco tempo). È anche un'opzione fortemente osteggiata dai miei finanziatori, i miei genitori, convinti che mi farebbe solo perdere tempo in più e non costituirebbe un vantaggio sul lungo termine, visto che chi assume psicologi non credo che guardi se sai vendere un panino, e mi hanno chiesto di continuare sulla strada del solo studio.
Oltre a tutto questo vi sono naturalmente i sensi di colpa.
So benissimo che la mia condizione è principalmente colpa mia, e che avrei potuto laurearmi praticamente in tempo se non mi fossi praticamente congelato per 2 anni e mezzo.
Ebbi un crollo nervoso, che mi fece perdere pressoché tutti gli amici (ero diventato davvero intrattabile), che mi fece restare solo, che mi fece cadere in depressione, che mi fece perdere la mia fidanzata con la quale avevo una lunghissima storia, che mi fece perdere pure la voglia di vivere, congelandomi per 2 anni, al termine dei quali mi è morto il gatto al quale ero affezionatissimo (non sto scherzando, quel gatto era l'unica cosa vivente che mi era rimasta), durante una sessione d'esami.
Adesso ho recuperato quasi tutto, ho la laurea, ho le mie tresche amorose, sono circondato di nuovi amici, ho pure dei nuovi hobby, e non ho intenzione di perdere un secondo di più.
In una singola sessione ho dato quello che mi mancava, ho impugnato la laurea e adesso mi sto preparando per l'esame di ammissione...
Dovrei essere contento, ma non faccio che ripetermi che si, forse ho toccato il fondo del barile psicologico, e la depressione è una brutta bestia che non auguro a nessuno (non sarai mai più quello di prima), forse perdere città natale (fuori sede), amici, fidanzata, restare assolutamente solo (non ricevere nemmeno un sms per mesi perché non esisti per nessuno è schiacciante), finire fuori corso, e perdere il gatto tutto in sequenza non è stata una rilassante successione di eventi, ma farmi abbattere è stata colps mia, IO ho rinunciato, IO non mi sono nemmeno accorto che stavano passando gli anni, IO, e avrei dovuto essere più forte, c'è chi lo è.
Ma non mi posso fermare...e non voglio fermarmi, per nulla al mondo.
Non ho paura di fare la gavetta fino a 45 anni, e di dover lavorare di più per farmi valere: quello che c'è da fare sarà fatto.
Ho paura che comunque vada il mio destino lavorativo sia segnato ugualmente alla precarietà, indipendentemente da quanto lavorerò, e che ormai sia tardi.
Ho paura di guardarmi allo specchio e vedere il colpevole.
Ho paura di morire in povertà
Mar
04
Lug
2017
arrivata all'ultima spiaggia, non so cosa fare....
Ho 26 anni, laureata e lavoro da 8 anni come cameriera e banconista. Con l'ultimo lavoro speravo di fare il salto di qualità e poter finalmente passare dalla sala ad un.lavoratorio artigianale per poter apprendere. Tanti sacrifici, tante ore, tanti.straordinari, pochissimi soldi. Tutto nella.norma. e poi? Poi.sono tornata a fare la.banconista e cameriera, con il risultato che sono più depressa di quando ho iniziato l'ultimo "nuovo" lavoro. Fosse solo questo il provlema, nulla di che.... peccato che lavori in un ambiente fatto di persone molto subdole, amiche tra loro e sempre pronte a darsi man forte e a coalizzarsi sotto un'unica bandiera nelle.occasioni di loro interesse. Facendonorari tappabuchi ai loro, poche volte li incontro e ben poche volte godo della compagnia di un collega o titolare che sia. Oggi ho.commesso un.errore e sbra.quasi che abbia sgozzato qualcuno in negozio.... e si sono.coalizzati tutti.contro di me. Di nuovo... tutte le volte che o.gira aria strana o qualcuno sbaglia,non so.come e non so il.perché, io.fungp da capro espiatorio. Rispetto reciprocomanco a parlarne, non vengo manco chiamata x nome ma solo"ehi...." oppure "ouh! tu...." e alla mia richiesta di.chiamarmi x nome la risposta è stata "be, forse...... si vedrà...."....... cosa? Si vedrà cosa? insomma, una britta situazione..... Emi sono rotta...
Non so.cosa.fare.... rimango? tengo.duro e sopravvivo? vado via? o mi.butto e mi apro qualcosa di mio? ....bah, il questo momento vorrei solo.dormire per mesi e mesi e mesi.... e fanculo.tutti.
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