Tag: fallimento

Dom

12

Mag

2019

Un fallimento

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sono una persona schifosamente sola. E tutto perché ho deciso io di esserlo, mi sono chiuso in me stesso per non so quanti anni.

Ho bruciato la mia adolescenza, non ho mai festeggiato Capodanno con amici o Pasquetta, per fare esempi stupidi. 

Le uniche persone che mi abbiano mai voluto bene dopo un po' sono diventate tossiche, e ho dovuto allontanarle a malincuore, perché erano anche le uniche persone con cui riuscissi a trovarmi bene e che mi facevano distrarre. 

Mentre coloro con cui mi trovo a uscire o a cui interessa un minimo di me sono completamente diversi da come sono fatto io e non mi ci trovo affatto bene. 

Anche i più "sfigati", scusatemi la parola eccessiva e offensiva, ormai sono pieni di amici e conoscenti. Io, d'altro canto, riesco ad andare d'accordo con tutti, a farmi una risata, a parlare. Ma nessuno è mai andato oltre a questo. 

In più mi piace da matti una persona, ma non ho il coraggio di fare una benché minima mossa (nonostante molti mi ritengano carino) perché ho paura che si avvicini troppo alla montagna di fallimenti che sono e che si allontani come chiunque, il che mi farebbe stare molto male. 

Mi dico sempre di cambiare, di essere più intraprendente, più espansivo, di dire sempre di sì anche quando mio fratello mi chiede di uscire (nonostante non mi piaccia la compagnia dei suoi amici), ma non ci riesco. Sia per timidezza che per paura di trovarmi male. 

In momenti come questo mi sento così di merda che mi verrebbe voglia di scrivere a tutta quella gente che ho dovuto allontanare, che conosce le mie debolezze. Poi mi ricordo di tutto quello che mi hanno fatto.  

Oppure penso di avere bisogno di uno psicologo, ma mi vergogno a dirlo alla mia famiglia, che mi ha sempre visto come una persona forte che non si piega di fronte a nulla. In più non voglio far spendere soldi, visto che non stiamo benissimo economicamente. 

Perciò eccomi qua, a parlare con sconosciuti. Perché nessun altro mi ascolta. E chissà se avrò mai un riscatto nella vita. 

Sab

30

Mar

2019

Pensieri neri

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Difficile dire cosa non va.

La rabbia, per esempio la rabbia. Quella è scomparsa. La vita mi si è rivoltata contro, ho dovuto darmi una calmata...e anche la rabbia piano piano si è assopita. 

La tristezza e il senso di fallimento, quelli ancora no. La decisione di mandarmi via (non andarsene) è stata sua, io non potevo fare altro. Spesso mi sono sentita una fallita, anche lui me l’ha detto, intanto che mi mandava via. E lui è andato avanti con la sua vita, molto molto velocemente.

L’invidia, anche questa ancora spunta, di frequente. Per la vita che sognavo e che adesso non mi appartiene più.

Mi sento una fallita ovunque, anche se ho la mia vita. Che non è quella che avrei voluto.

E nonostante questo il tempo è passato, ma io non so più chi sono, non so più qual è la mia strada, cosa devo fare.

Adesso ho solo paura. Di andare avanti, di non farcela da sola, del domani, delle persone, del male che possono fare.

Ma ho anche paura della solitudine. 

Né carne né pesce insomma.

E dall’altra parte è come se non volessi capire che magari ho un’altra possibilità, altre possibilità.

Sembra che mi piaccia crogiolarmi in questi pensieri. Che non riesca a lasciarli andare. 

Vedo tutti che vanno avanti e io invece no.

Vedo che le vite continuano e io faccio la vittima, come se mi divertissi a essere compatita.

So che è controproducente, ma non riesco a uscirne.

So anche che dovrei essere diversa,  ma adesso non ce la faccio.

Vita buttata? C’è speranza per tutti? Pensiero positivo?

Non so perché sono uscita fuori così male, si sono dimenticati di mettermi una vite? Un bullone? Qual è il mio problema? 

 

Gio

28

Mar

2019

Mi sento una fallita

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Oggi è stata una giornata molto pesante per me.

Ho fatto l'università per 2 anni e poco più, ma l'ho mollata per vari motivi. Quello che stavo studiando mi interessava anche, ma l'ambiente, la mole di lavoro, il mio senso di inadeguatezza e tutto il resto più la necessità di dovermi allontanare da casa, hanno fatto in modo che per me proseguire diventasse un calvario; non riuscivo davvero ad uscirne, ero molto depressa per non sentirmi mai all'altezza, mai allo stesso livello dei miei compagni e quindi ho mollato. Beh, oggi ho visto che tutti i miei compagni si sono laureati e mi ha fatto molto male. In più, questa mattina ho sostenuto un colloquio di lavoro pessimo a causa dell'ansia. Per tutte queste cose, è tutta la giornata che non riesco a togliermi di dosso questo senso di profondo fallimento. Non so fare niente. Sono inutile, non sono abbastanza intelligente né per studiare né per lavorare. La mia vita è un susseguirsi di fallimenti imbarazzanti e sinceramente mi chiedo per quale motivo resti al mondo. A chi posso giovare? Troppo stupida per laurearsi e troppo inadatta per trovarsi un lavoro perché eccessivamente ansiosa e timida. 

So che questo sfogo risulta solo un'enorme poltiglia di autocommiserazione, ma sono davvero giù di morale e non ho nessuno con cui parlarne che mi prenda sul serio. Mi fa stare male non essere stata abbastanza forte da finire l'università e odio la consapevolezza di avere un carattere evidentemente penalizzante per riuscire a trovare un lavoro. Lavoro che, voglio precisare, cerco attivamente e da molto..è più di un anno ormai che passo le mie giornate a mandare curricula e girare negozi; sono motivata, ho voglia di imparare, ho voglia di lavorare davvero, voglio diventare indipendente e sentirmi parte del mondo anche io, ma non basta. Il mio carattere vanifica tutto..troppo ansiosa, troppo timida, troppo poco "furba" e per di più senza uno straccio d'esperienza. 

Mi chiedo se riuscirò mai ad uscire da questa situazione e sinceramente inizio a perdere le speranze. 

Sab

23

Feb

2019

Quando ti laurei?

Sfogo di Avatar di PepPep | Categoria: Altro

Oramai è da un anno e mezzo che vivo con questa forte pressione. Vedo molta gente(anche e sopratutto della mia facoltà) che si laurea in tempi regolari o con un anno fuoricorso , che si lascia alle spalle l'università per entrare nel mondo del lavoro, che ha la possibilità di acquisire una stabilità economica. E poi ci sono io che a 26 anni(quasi 27) suonati che gli mancano ancora 2 esami come procedura civile e diritto commerciale, più la tesi. Se non si è capito, faccio giurisprudenza. E per giunta alla federico secondo, università che brilla per rigidità e non per organizzazione e umanità dei professori, almeno per quanto riguarda la mia facoltà. La mia carriera universitaria è stata davvero parecchio difficile cercando di dare del mio meglio, ma credo che ora posso vedere un piccolo bagliore in questa caverna infernale. Tuttavia, il fatto che molte persone che conosco siano riuscite a laurearsi prima di me(nel mio corso intendo), mi fa stare parecchio giù, come se fossi anormale. Inoltre mi sento incolpa per i miei genitori, che mi pagano le tasse, nonostante mi adorino e non si fanno problemi. Già in passato dei miei ex amici mi hanno criticato per il mio lento andamento negli studi, per il semplice fatto che non potevo esserci in certi giorni per uscire a causa dello studi. Non vorrei che abbiamo ragione..... 

Mar

08

Gen

2019

Ho perso la mia strada o forse non l'ho mai vista

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

 

Sono sempre stata la ragazzina che sapeva cosa fare da grande, la ragazzina con una marea di hobby, questo, però, da ragazzina, quando ancora ero sognatrice e mi sentivo predestinata a qualcosa di grande, chissà poi per quale motivo. Ora ho 22 anni e tutto quell'orgoglio spregiudicato non so che fine abbia fatto davvero. Dopo le superiori non ero ancora abbastanza matura e ho scelto un percorso universitario solo per assecondare le mie passioni, scelta che non rinnego ma che ora di tanto in tanto non mi fa dormire più serenamente. Adoro quello che studio ma non è l'unica cosa che adoro, le tante passioni che avevo sono rimaste e anzi, mi sembra sempre di non avere abbastanza tempo per tutto ciò che vorrei fare. Da piccola volevo fare la scrittrice e mi sentivo tremendamente portata con le parole, questo fino a quando non mi sono accorta di non saperci fare per nulla, ho provato a scrivere qualcosa, tutta la capacità che dicevo di avere era solo frutto della mia immaginazione e la verità era che non sarei potuta arrivare a scrivere qualcosa di decente neppure con anni e anni di esercitazione. Questa presa di coscienza è stato un fallimento, il mio fallimento. Penso sia questo il motivo per cui ormai mi diletto a far tutto, disegno e amo disegnare, avrei voluto esprimere tutto con il disegno, sostituire la scrittura proprio con il disegno ma anche in questo non sono capace, solo mediocre.  Ultimamente mi sto appassionando al cinema, ingoio più film che cibo e quando comincio a voler far fruttare questo, cosa accade? Non so fare quelle recensioni che vorrei. Provo con la magia, con lo skate, con lo sport, con la musica, ma sono circondata da cose che mi fanno sentire solo meno che mediocre, io che vorrei trovare qualcosa in cui eccellere. Non la prima, non l'unica, non la sola, ma solo essere qualcuno facendo qualcosa che mi riesca bene.  Ho perso la mia strada e fino ad ora mi sono cullata soltanto con dei miraggi. Io, qual è la mia strada, non lo so. 

Mar

25

Dic

2018

Senza Titolo

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Accidia

Non c'è la faccio più ragazzi.A vivere mentendo,a me stessa,ai miei figli e a mio marito.

Io non lo amo piu! E la beffa più grande e'che mi sento pure in colpa per qualcosa che non ho potuto controllare.Io non ho scelto di non provare più niente, è accaduto .La colpa è mia?sua?Oramai a poca importanza.Questo matrimonio mi sta spegnendo.Sto male amici miei,sto male e non riesco più ad uscirne.

Dom

23

Set

2018

Università

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Aver superato il test ma non essere entrata comunque per mancanza di ulteriori posti :(

Lun

03

Set

2018

CONFESSIONE

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

QUESTA LETTERA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE INTENDANO BENEFICIARE DELLA MIA ESPERIENZA DI VITA, IN MODO TALE DA NON RIPETERE I MIEI STESSI ERRORI

 

Siccome non sarei capace di esprimere a parole ciò che sento, ho deciso di farlo in forma scritta. Mi chiamo ****** e al momento di scrivere ho 21 anni e 9 mesi circa. In questo scritto non voglio raccontarvi dettagliatamente la mia vita, bensì confessare il mio stato d’animo e cercare di capire insieme a voi come sia potuto arrivare ad un livello così pietoso ed umiliante. Dico confessare perché nessuno in realtà mi ha mai conosciuto, sono sempre stato un individuo estremamente riservato e restio a mostrare i propri sentimenti, sebbene non sia affatto sicuro di averne mai avuti. Questa mia incapacità di relazionarmi con il mondo, con i miei simili e di mostrare affetto alle persone care è forse il lato peggiore del mio carattere, nonché la principale causa della mia depressione attuale. Piano piano mi sono sempre più isolato da tutto e da tutti, fino a diventare completamente indifferente a ciò che mi circonda. Non cerco più la compagnia dei miei coetanei o dei miei familiari, convinto che ormai nessuno possa più darmi il calore umano di cui avrei bisogno, ma che in fondo so di non meritare. Ero convinto di poter convivere con la solitudine, di poter indurire il mio cuore a tal punto da non provare più dolore, rabbia e amarezza, ma mi sbagliavo. Gli esseri umani non sono fatti per vivere da soli come dei reclusi o degli eremiti e se adesso soffro a causa dell’isolamento è solo perché ho allontanato tutti quelli che mi erano vicini.

Sono nato da un matrimonio senza amore, probabilmente frutto più di convenienza che di altro, da due genitori ormai quarantenni che forse non si aspettavano neanche più di avere un figlio e che si sono guardati bene dal farne un secondo. Per tutta l’infanzia non ho avvertito queste mancanze, ma durante l’adolescenza qualcosa si è rotto e col tempo ho capito come stavano realmente le cose in casa mia. Non ho mai conosciuto i miei nonni, né quello paterno né quello materno, una cosa di cui mi rammarico molto, mentre le mie nonne non mi hanno accompagnato nemmeno fino all’adolescenza. Per quanto riguarda gli altri parenti, la maggior parte vivono in un’altra regione mentre uno zio vive all’estero. Li vedo e li sento pochissimo. Ci sarebbe anche mio cugino, ma sebbene da piccoli fossimo decisamente più affiatati adesso siamo quasi due estranei.

E’ vero, mi sento estremamente solo: ho pochissimi amici e ormai non so neanche se considerarli veramente tali. Non riesco più a fidarmi di nessuno. La maggior parte delle persone che ho conosciuto dall’infanzia all’età adulta passando per l’adolescenza sono state solo fugaci comparse: a volte mi sono illuso che fossimo veramente amici, ma quasi sempre sono stato smentito dai fatti. Alcuni mi si sono addirittura rivoltati contro, la maggior parte non mi ha mai considerato. Sono stato ignorato e messo in ombra così a lungo da un numero così elevato di individui diversi che a volte mi sono sentito un fantasma, il che si addice bene alla mia attuale vita. Il rapporto con i parenti è ormai inesistente, quello con i miei genitori irrimediabilmente compromesso e non trovo nessuno che abbia veramente voglia e tempo di ascoltarmi, tanto meno di capirmi.

Dicevo dei miei genitori: purtroppo non andiamo per niente d’accordo. Loro ormai mi considerano un fannullone, un buono a nulla, un freddo calcolatore, probabilmente una specie di aberrazione. Sono fermamente convinti che io li odi entrambi, soprattutto mia madre che non mi perdona di averle intimato in un momento d’ira ed esasperazione di andarsene di casa. Ora è lei che non vede l’ora di buttare me fuori di casa. In effetti ci sono stati dei momenti in cui ho provato un  forte risentimento verso di loro, ma adesso non posso far altro che ammettere di sentirmi in colpa nei loro confronti e di averli delusi profondamente. Da piccolo, nonostante il caratteraccio, promettevo bene: ero considerato un bambino intelligente e dal carattere forte, che nella vita avrebbe sicuramente fatto strada. Ahimè come si sbagliavano. La mia rovinosa caduta è cominciata a metà del secondo anno all’università. Dopo un inverno dispendioso a causa dello studio mi sono sentito stranamente prosciugato, ho iniziato a studiare sempre di meno, ad auto-escludermi dalle (poche) compagnie che frequentavo, ad evitare conoscenti e “amici”, per poi cadere nel vortice della depressione: la mia vita mi appariva vuota, priva di scopo, inutilmente flaccida e noiosa nel suo monotono incedere, ogni giorno era uguale a quello precedente e a quello immediatamente successivo…mi sentivo inutile e privo di stimoli, uno stupido essere insignificante senza sogni da realizzare e senza niente di interessante da offrire, con una vita grigia e un futuro privo di senso. Allora mi sono guardato indietro e ciò che ho visto mi ha atterrito: analizzando la mia vita a ritroso ho capito di non aver mai veramente vissuto, ma di aver passato i miei primi 20 anni dietro ai libri ad ammazzarmi di studio per sopperire alla mancanza di una vita sociale, di affetti sinceri e persino delle cotte che un qualsiasi ragazzo dovrebbe provare. Tutt’oggi non mi sono mai innamorato di una ragazza, non ho mai provato quelle sensazioni che dovrebbero accelerarmi il battito cardiaco, costringere la mia fantasia a voli pindarici e spingermi a compiere gesti al di là dei limiti imposti dalla mia indole chiusa e rigida. L’unica ragazza per cui abbia mai provato dei sentimenti (ma io stesso non saprei dirvi che genere di sentimenti) non lo ha mai saputo, non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi, nascondendomi dietro alle scuse più varie (non le interesso, non è il mio tipo, ormai è passato troppo tempo, siamo incompatibili come carattere, è superficiale…e altre barzellette tragicomiche per nascondere la mia mancanza di palle). Contemporaneamente a queste rivelazioni, mi sono trovato completamente solo: nessuno si era accorto del mio stato d’animo e nessuno ha preso sul serio le mie implicite richieste d’aiuto. Sono finito persino da uno psicoterapeuta per qualche mese, ma non è servito a un cazzo, per lo meno nel lungo termine. Sono riuscito a fatica a rialzarmi, ad andare avanti e a lasciarmi alle spalle tutta la tristezza che in poco tempo mi aveva ridotto ad un miserevole invertebrato, ma il prezzo da pagare è stato alto: sono cambiato, se possibile in peggio. Sono diventato più cinico e pessimista, mi sono incupito ulteriormente e ho perso completamente la fiducia nel prossimo, maturando l’egoistica idea di potermela e dovermela cavare da solo, facendo a meno degli altri. Questa filosofia nichilista e insieme materialista però non mi ha portato lontano, infatti, nonostante i miei voti non siano affatto bassi, riesco a dare pochissimi esami, non ho più la forza di volontà di mettermi a studiare con furore e competitività come facevo una volta, mi riprometto in continuazione di tornare lo studente brillante di un tempo ma all’atto pratico qualcosa mi blocca, mi sento svogliato e inerme, come se non avessi più obiettivi da raggiungere, un traguardo a cui mirare, o semplicemente l’ambizione di arrivare in  alto. Non riesco a dare un senso alla mia vita, ho paura di ciò che mi aspetta: riuscirò a laurearmi di questo passo? Cosa succederà dopo l’università? Farò un lavoro che odierò, semplicemente per portare a casa i soldi che mi permettano di sopravvivere? Ma troverò un lavoro, o farò il parassita a spese dei miei genitori? E anche se riuscissi a sistemarmi, cosa mi aspetta? Che prospettive ho? Che senso ha la mia vita? Vivrò e morirò da solo, dimenticato da tutto e da tutti come se non fossi mai esistito? Soffocherò lentamente nel grigiore della mia ridicola esistenza? Avrò mai una famiglia? Dei figli? Una donna che mi ami per quello che sono? Ma chi sono io? Chi potrebbe mai amare un essere insignificante come me?

E così non posso che essere d’accordo con i miei genitori quando mi attaccano e mi umiliano denigrando la vita mollacciona e da mantenuto che sto conducendo, così come devo ammettere che in realtà a loro io voglio bene, anche se non gliel’ho mai detto, perché altrimenti non mi importerebbe del loro giudizio. Vorrei che ogni tanto spendessero parole di elogio nei miei confronti, che mi sostenessero di più e mi abbracciassero quando sbaglio, invece riversano su di me tutte le loro frustrazioni e le loro aspettative deluse. E non ho deluso solo loro, ma tutti coloro che credevano in me: amici come ******* e *******, che mi hanno sempre considerato una persona intelligente e colta anche se io non li ho mai aiutati come avrei dovuto e potuto; le mie maestre e professoresse di italiano di elementari, medie e superiori che mi hanno sempre stimato e apprezzato; le docenti di inglese e francese dell’università, con cui avevo un ottimo rapporto; mio zio, che mi ha sempre considerato come il nipote più giudizioso e intelligente e che si aspetta da me grandi cose; le uniche due amiche che io abbia mai avuto, ma a cui non detti mai l’importanza che meritavano per colpa della mia cecità e grettezza; e tutti coloro che ho fatto soffrire con il mio atteggiamento distaccato e a cui non ho dato l’importanza che meritavano. Chissà se ogni tanto pensano ancora a me, chissà se potranno mai perdonarmi.

In questo ultimo anno e mezzo ho cercato di sfogare la mia inquietudine dedicandomi a cinema, musica, mostre, a ciò che credevo potesse riempire la mia vuota routine, ho provato a rimettermi in carreggiata con tutta la buona volontà che possiedo ma è stato inutile, mi sento più solo che mai, sto perdendo la voglia di uscire di casa e di vedere altre persone, mi vergogno persino di espormi al giudizio altrui: che cosa potrebbe mai pensare di me chi mi vede per la prima volta, ora che sono l’ombra di me stesso, l’ombra di un uomo solo? E chi mi ha conosciuto in passato cosa penserebbe vedendo come sono appassito? Non mi va di parlare di me stesso, perché non ho niente da raccontare e ciò che potrei rivelare non mi piace per niente. Non vado fiero di ciò che sono diventato.

Saltuariamente ho anche pensato al suicidio, ma ho troppa paura di affrontare il dolore della morte e il nulla che mi attenderebbe dopo; anche se la mia vita non ha senso ho ancora la flebile speranza che qualcosa possa cambiare, che la scintilla che una volta animava i miei gelidi occhi possa tornare a bruciare, ma in fondo so che è solo un’illusione.

Se avete letto fino in fondo questa mia confessione spero che possiate imparare dai miei errori e non ripeterli: non crediate di potercela fare da soli, abbiate cura di chi vi ama, tenetevi stretti le persone che vi vogliono bene e non lasciate mai che la timidezza, la scontrosità, i pregiudizi, l’orgoglio o la paura vi impediscano di mostrare i vostri sentimenti, ma soprattutto non chiudetevi egoisticamente in voi stessi per schermarvi dalle intemperie della vita, o diventerete dei fantasmi come me.

Mer

20

Giu

2018

Dico a te, che hai fallito

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

So che è dura da ammettere, ma so che anche tu hai fallito in qualcosa. Per quanto possa essere insopportabile questo verbo -fallire- devi prenderne atto e accettare la realtà.

Io conosco persone che non falliscono in niente. Gente che riesce bene in tutto: nelle relazioni, nelle amicizie, nel lavoro, nell’universitá.  Tanta invidia per loro, ma non sono questi i nostri modelli da seguire, contrariamente a quanto tu possa pensare. 

Basta con questa competizione ad ogni costo. Basta con questo spasmodico desiderio di essere il migliore in tutto. Basta con questa tendenza a voler essere i primi in ogni occasione. C’è a chi riesce, a noi no. Tu non sei peggio di qualcuno se hai fallito in qualcosa. Fallire è libertà. Noi siamo liberi in quanto falliamo. Qualcuno è prigioniero quando è privo di un diritto. Sbagliare è un nostro diritto. 

L’importante è darci un’altra possibilità. Anche se sembra tardi, anche se tutti ci danno per vinti. No, tu rialzati perché chi non crede in te è perché ha paura che tu possa farcela, a differenza sua. Tanto ci sarà sempre qualcuno migliore di noi in qualcosa: qualcuno più bello di noi, qualcuno più intelligente di noi, qualcuno più bravo di noi. Sempre. Chi se ne frega, a noi non ci interessa. Noi dobbiamo ambire al massimo delle nostre possibilità. Le nostre capacità hanno un limite, cerca di raggiungere quel limite e sarai felice 

Ven

20

Ott

2017

Io proprio non capisco...

Sfogo di Avatar di LonesomeLonesome | Categoria: Ira

Io proprio non capisco cosa non vada in me: okay, si sa che l'ansia attacca tutti prima o poi, si sa che non guarda in faccia a nessuno e che riesce a rovinarti tutto ogni volta, senza eccezioni naturalmente. Si sa che sa essere scomoda, in particolare ci gode ad essere molto scomoda nelle situazioni meno opportune ...

Solo 15 minuti fa ho mandato a puttane il colloquio più importante che mi sia capitato da mesi: un viaggio a New York per un progetto interessante ma purtroppo anche molto costoso ... e per avere una borsa di studio bastava un colloquio motivazionale, in inglese naturalmente. Nervosa da 48 ore, ho passato la giornata a ripetermi spunti o frasucce che avrei potuto dire per dare un'impressione almeno dignitosa, dignitosa col cavolo però! E' andata da fare schifo, ho sgrammaticato e detto delle cavolate assurde senza che me ne venisse in mente una delle cose che mi ero promessa di dire, sembravo una di quelli che imparano male la formuletta da dire a scuola, la cosa che mi fa stare male poi è che si trattava dell'inglese, la mia (me lo potete concedere?) crush fra le lingue che ho studiato/studio. La domanda è, che diavolo mi è preso in quel momento? Già le vedo la faccia di chi mi ha ascoltato, probabilmente adesso se la starà ridendo di gusto al pensiero di quella scema che le ha ripetuto più volte "sorry, I'm really nervous" ... E adesso voglio solo sprofondare, che poi come una cretina le ho anche detto che studio lingue!
Mi sento di aver fallito.