Tag: delusioni
Gio
20
Giu
2019
Che fare, ragazzi?
sono una ragazza di 18 anni e scrivi qui perché non so bene a cos'altro appigliarmi. Sono fidanzata con un ragazzo da un anno e poco più, il tutto incorniciato da 2 anni di serenissima amicizia, la più sana e benevola che abbia mai vissuto. Decidemmo di iniziare una relazione quando - dopo per l'appunto anni di amicizia - capimmo che cercare attorno la persona compatibile che ci rendesse sereni e soddisfatti fosse inutile, perché svoltato l'angolo ci saremmo trovati uno di fronte all'altro. Nei primi tempi, come ogni relazione che si rispetti e più, fu tutto meraviglioso: la voglia di stare assieme riempiva le nostre giornate, passare del tempo insieme era ciò che bastava per sanare ogni male, ogni forma di tristezza o di distruzione; ricordo ancora che lo definii come colui che mi insegnò il peso della leggerezza e il senso della serenità, il mio portatore di luce insomma. Tuttavia, come si suol dire, tutte le cose belle hanno una fine e con il tempo la relazione l'abbiam resa man mano un mattoncino da trascinare in attesa che la corda, a cui è superficialmente legato, si spezzi. Ma facciamo qualche passo indietro. Premetto d'essere una ragazza molto sensibile e tendo, man mano con il passare del tempo, a donare sempre più alla persona che amo. Lui è molto simile a me, è una persona buona, e per i primi tempi avevo la sensazione - per la prima volta - che tutto il bene che facevo mi tornasse indietro con tanto di interessi. Con il tempo però e con i primi litigi, le prime tensioni, la sua persona ha preso il sopravvento all'interno della relazione: ha capito d'avermi in pugno. Con le mie concessioni, con i miei accomodamenti dati dalla frenesia d'amore, ha intrapreso l' ''arte'' della manipolazione. Sapendo che io volessi in qualunque modo evitare discussioni con il timore della fine della relazione, ha iniziato a impormi divieti e ad usare modi tutt'altro che da gentil uomo. Per i primi tempi, essendo inverno, il fatto che si sentisse infastidito dalla mia voglia continua di uscire e di passare del tempo con gli amici non rappresentò ai miei occhi un problema, perché senza pensarci due volte decisi di assecondarlo e mettere da parte la mia smania di movimento per un po'. Passano i mesi, mesi felici perlopiù, e con una delle sue prime vacanze invernali in cui ha riservato per me un trattamento indecente, capendo che del rispetto dato non me ne tornava che una briciola - uscendo cercando la distrazione - iniziai a rendermi conto del fatto che forse avrei dovuto cercare di vivere di più la mia vita al di fuori la relazione. Passo importante, se solo avessi seguito il mio istinto. Ebbene si ragazzi, perché il suo ritorno bastò per deviare la mia decisione e far tornare le cose dove dovevano essere poste, a suo parere e - in particolare - per suo volere. Tuttavia questa vacanza lasciò il segno: la relazione si ingelidì per un lungo periodo e io riuscii in qualche modo a sentirmi resposabile e ad addirmi come la causa principale. Questo non portò ovviamente che ad un mio continuo avvicinamente e ad una sua continua repulsione, repulsione accompagnata però da una continua e costante gelosia. Passano i mesi, ci riavviciniamo ed allontaniamo sporadicamente, ci amiamo e ci detestiamo, ciò che resta costante è la pesante gelosia e ciò che aumenta sono i suoi modi e gli atteggiamenti irrispettosi nei miei confronti, di cui probabilmente neanche riesce a rendersi conto. Parlare dei miei sentimenti con lui è diventato inutile, è come fare un monologo difronte ad un velo d'aria trasparente e impalpabile. Preferisce che io passi giorni e giorni in casa a farmi mangiare dalla noia, piuttosto che lasciarmi libera di uscire e svagarmi anche senza di lui, come lui fa senza di me. Preferisce che nessun'altro mi abbia, quando forse non vuole avermi affianco neanche lui. Ciò che più li preme durante le mie giornate non è tanto come io stia o come si senta, quanto cosa faccia, dove sia, e con chi mi trovi in qualsiasi momento. Pretende, ed ottiene, castelli di rispetto ma me ne riserva solo una torretta. Dunque vi starete ovviamente chiedendo, che ci fai lì? Direte, scappa! Fosse facile ragazzi, vi ho raccontanto solo di una faccia della medaglia ed è proprio l'altra che mi tiene così tanto ancorata a lui.
Mer
19
Giu
2019
Non provo
Non tutte le cose da raccontare devono seguire un filo rosso. Molte circostanze avvengono solo per un maledetto gioco del caso, anche se sembra che a volte sia tutto fin troppo assurdo per essere casuale.
I primi di giugno: mia sorella ed io ci mettiamo al lavoro per questa stagione estiva come animatori, lei capo, sesta esperienza, io in ruolo, seconda esperienza. Parliamo con il nostro capo agenzia che ci affida un villaggio, a detta sua, acquisito. Organizzo la programmazione, gli incontri di formazione, i ruoli.. e veniamo a sapere che in realtà quest’occasione era stata persa e non avevamo impiego praticamente.
Mentre mia sorella parlava direttamente con il capo, mi mise in contatto con un’altra agenzia che, nonostante la mia giovane età, pareva molto ben disposta a tenermi. Questo altro capo mi aveva chiesto molte cose, entusiasta, voleva sapere della mia scorsa stagione, le mie qualifiche, e mi aveva già inserito nel nuovo gruppo dei suoi ragazzi.
Nel frattempo anche mia sorella ci ha rinunciato alla vecchia proposta e stava parlando con il nuovo capo agenzia per poter entrare in ruolo, anche in un villaggio diverso dal mio: io e lei eravamo in contatto con la nuova agenzia come persone distinte ed indipendenti.
Alla fine lei è stata designata come capo nel villaggio in cui io ero stato inserito. Tutto abbastanza normale, siccome so come vanno queste cose a volte. Ero pronto alla partenza nel giro di qualche settimana e ad un colloquio da lí a qualche giorno, ma il datore mi diceva che praticamente ero ingaggiato.
Quando mia sorella decide di controllare il suo contratto, non essendo soddisfatta, decide garbatamente di tirarsi indietro. Anche qui nulla di anomalo, anzi meglio per me, pensavo. A me dopotutto il contratto non interessa nemmeno, quanto più l’esperienza in sè.
Una di quelle sere esco con lei. Viene telefonata dal nuovo capo agenzia. Le dice che se lei non c’è, non se la sente di avermi a lavorare, lui dice, per la mia età.
Qui comincia il mio flusso di coscienza:
Ero pronto a partire, senza che mi importasse del contratto, anche da solo, ed ero tirato da tutta questa voglia di conoscermi del capo agenzia, quando vengo a scoprire che praticamente lui mi accosta a mia sorella.
Da un punto di vista personale mi sento preso in giro, siccome mi aveva ingaggiato per primo senza di lei, e io con lei non c’entravo niente, ma nonostante questo mi ha usato come ricatto per mia sorella affinchè pertisse anche con un contratto irregolare.
Ma da un punto di vista umano.. da un punto di vista umano mi sento ridotto a poco più che un numero, una convenienza, una transizione.
Non solo quest’uomo mi aveva illuso che sarei partito al 100%, ma mi ha reso anche disposto a lasciare la vecchia agenzia per la nuova, la vecchia un po’ problematica, ma almeno fidata da molto tempo e per la quale, salvo l’inconveniente che ho raccontato, avrei lavorato quest’estate.
E quando mi sono visto chiudermi la prima porta per un problema di terzi non ci sono stato benissimo..
Ma quando la seconda porta si è chiusa per un problema che mi viene additato a convenienza, che prima non esiste e poi mi compromette i piani, beh quando è successo questo..
Non ho provato, e non provo, niente.
Sarà perchè le delusioni affettive della mia vita sono state tante, perchè tutti i miei amici sono fuggiti da me, alcuni mi hanno abbandonato dall’oggi al domani rivelandomi tutta la loro falsità e tutta la mia ingenuità, sarà forse perchè sono abituato alle brutte sorprese della vita, cosí abituato che non sono più sorprese, ma giuro che non ho provato niente, non tristezza, solo un grande senso di vuota rassegnazione, e ho continuato la serata con mia sorella come se nulla fosse, come se quella telefonata non avesse compromesso tutti i miei piani, i miei sogni e le mie aspettative per quest’estate.
Aspettative. Già, meglio non averne. Ma infondo sapevo che qualcosa sarebbe andato storto fino alla fine, come se le cose si allineassero giusto per non farmi godere la vita, e l’ennesima delusione spunta dal meno atteso, ma più ovvio, degli angoli.
Per finire, anche se ci tengo solo a sfogarmi senza troppo ritegno, anticipo qualche idea: lo so che dipende solo da me dare una svolta, lo so che se penso che le brutte cose accadranno poi accadono davvero, lo so che arrendermi a quest’età è assurdo..
Voglio solo nuotare in quella che, in mancanza di un termine migliore, si chiama “sfiga” a tutti gli effetti.
Se cambierà qualcosa di quest’estata dipenderà da me, dalla fortuna e dalla sfortuna, ma adesso, dopo un lungo brutto periodo, diversi incidenti di percorso e delusioni più o meno inattese, ho solo una grande voglia di casa.
Mi pento di essermi riempito di aspettative, anche se spero che sognare sia ancora lecito, e nel mio pentirmi mi lascio trascinare dalla corrente delle circostanze, solo un’altra volta..
Dom
06
Gen
2019
Il direttore.
Riassumo gli ultimi 10 anni : fino a 5 anni fa, vivevo da solo nella casa dove sono cresciuto, che potrei descrivere tranquillamente come una di quelle case di accumulatori compulsivi. Per me era "normale" benche fossi consapevole che qualcosa non andasse. Tutta quella situazione, è stata iniziata e portata avanti negli anni da mia madre, con la quale sono cresciuto la maggior parte del tempo. Scaldabagno? No, pentola d'acqua sui fornelli e via, insieme agli scarafaggi che ogni tanto venivano a farmi schifosamente compagnia. Una situazione di degrado "normale" visto che ero lentamente cresciuto in un ambiente del genere. Sempre alla ricerca di un lavoro, qualsiasi cosa per diventare anche minimamente autonomo, ma niente, non riesco ad affermarmi e la sensazione di inutilità cresceva sempre più. Mio padre era ignaro di quella vita che conducevo, in quanto separato da mia madre almeno vent'anni prima. Un giorno però, anche grazie ad eventi esterni, riesce a vedere dove vivevo. Senza pensarci due volte, mi fa trasferire in una SUA casa non abitata. Ho impiegato solamente qualche giorno per abituarma alla mia nuova sistemazione, e non ho mai sbagliato strada, neanche per abitudine, per tornare alla vecchia. Acqua calda, niente scarafaggi, un sogno. Però, c'è un però, continuavo (e continuo) ad avere problemi a trovare lavoro. Mi arrangio per come posso, non rifiuto nessun lavoro che riesco temporaneamente a trovare, che alla fine o non pagano, o sono sfruttatori che insultano e ti fanno pure sentire uno schifo più di quanto tu non ti senta già. Insomma, lavoro a singhiozzi, e quello che riesco a farmi entrare, copre a malapena il MIO contratto Adsl. Per mio padre, sono una delusione, per le SUE aspettative. Non manca occasione per rinfacciarmi quante volte sia rimasto illuso, finalmente in una mia possibile svolta o traguardo, che alla fine non arrivava. Non manca occasione per ricordarmi chi è che paga le utenze della casa, nella quale ho il timore di far passare anche amici adesso, perché se siamo al caldo, è grazie ai SUOI soldi che pagano i riscaldamenti della SUA casa. È importante capire che avrebbe assolutamente ragione, se me ne stessi approfittando, abusando, pretendendo o se fossi stato uno di quei figli che chiedono e basta. No, non chiedo nulla, e non mi sono mai permesso di chiedere soldi ne per uscire ne per mangiare; riesco a provvedere da me. Il problema è che ogni cosa su cui poggiano i miei occhi è SUA, e sento la sua voce che mi rinfaccia incessantemente tutto. Mi sento continuamente ospite, in quella che credo dovrei considerare ormai come casa "mia", cosa che invece non accade. Non trovo lavoro, è solo quello il problema. Non fumo, non mi drogo, sono sempre gentile con il prossimo, ma l'unica persona che vorrei fosse comprensiva con me, mi butta giù ogni tanto sempre di più. Non ce la faccio più a sentirmi continuamente così inutile ed impotente.
Lun
16
Lug
2018
#dimenticare
Sono rimasta bloccata con la mente a tre anni fa, da allora non riesco più ad andare avanti.
Tutto ha perso il proprio colore da quando non ci sei più, e con la vita stessa anche io.
Mi sono innamorata di te dal primo momento in cui ti ho visto, non ti conoscevo e dopo un'ora eri l'amore della vita, il fatto che sia qui a scriverlo significa che non mi sbagliavo.
Ho provato a dirti addio innumerevoli volte, ma non riesco a lasciare andare il tuo ricordo, mi ritrovo da sola a piangere solo pensando a come ridevi, al modo buffo in cui ti addormentavi accanto a me, a quella bellissima e triste espressione che avevi ogni volta che ti pensavi a tuo padre.
Troppe cose ci hanno divisi, troppe situazioni ci hanno allontanato sempre di più, ma per tutto questo tempo c'è sempre rimasto un collegamento tra di noi, un sentimento che ci ha spinto sempre a volerci cercare, a sentirci, a parlarci, nonostante la distanza che per più di un anno non ci ha fatto neanche incontrare per strada, tu mi hai cercata! Ed è stato come nascere dinuovo per me.
Rivederti è stata forse una delle preghere più belle mai esaudite, ho immaginato quella scena per un anno intero da quando me ne sono andata ed è accaduta esattamente come l'avevo pensata tante e tante volte.
Ma sei dovuto andare via, dinuovo, come fai sempre da tre anni, da quando sei cambiato, e tu sai quando è successo, sai a quale giorno sto pensando.
Sono rimasta bloccata a tre anni fa, quando non eri una persona cosi, quando non avresti mai tradito le persone che ami, quando non mi avresti abbandonata se avessi avuto bisogno di te. E anche se ti amo ancora, so che non mi piace l'uomo che sei diventato.
Mi hai incotrato ed è stato come la prima notte quando ci incontrammo, non riuscivi ad andare via tanto era bello stare insieme, come la prima volta, come tre anni fa.
vorrei poter tornare a sognare come prima. ma non riesco più a dormire, c'è una lama dietro la schiena per ogni giorno che ti ho conosciuto.
Perciò anche se ti amo, so che devo lasciarti andare e non so come farò in questo mondo grigio senza più il ricordo del tuo sorriso...
Mer
31
Gen
2018
Forse così mi sento meglio
Ciao a tutti, vorrei avvisarmi questo è uno sfogo mio, ti racconterò tutta la mia vicenda per farti comprendere al meglio.
Tutto ebbe inizio un anno e cinque giorni fa io mi chiamo andrea e lei chiara. Il 25 gennaio 2017 mi fidanzai con questa ragazza.. era tutto perfetto, il giorno prima di fare in nostro primo mese mi lascia.. con un messaggio un sabato sera.. senza spiegazioni solo lasciato.
Qualche giorno dopo da una sua amica venni a conoscenza del fatto che mi aveva lasciato per il suo ex ragazzo si erano baciati. Una settimana dopo lei torna dicendo che ha fatto uno sbaglio, che voleva tornare con me, che gli mancavo. Io la perdonai.. rinizio ad essere tutto perfetto la mia vita aveva un senso con lei. Ero proprio felice. Qualche settimana dopo ci lasciammo reduci da un litigio finito male. Ma anche li senza motivo.. successe così altre 3 volte..
Finalmente dopo essere tornata l'ultima volta.. rinizio ad essere tutto perfetto con lei sono felice davvero molto. Viene in vacanza con me. Li ancora più perfetto. Iniziavo a pensare che era la ragazza giusta dopo 7 mesi iniziavo ad avere queste idee. Arriva novembre lei consce un nuovo ragazzo.. da li iniziamo ad litigare ogni giorno. Ogni santo giorno. Per un mese e mezzo poi arrivò.. il giorno in cui abbiamo fatto un anno lei disse di volere cambiare che non mi abrebbe fatto più stare male. Chr vuole dabbero una storia con me. Puoi solo immaginare quanto è durata. Per 5 giorni ho riassaggiato cosa vol dire essere felici per poi tornare a stare male per colpa di questa persona. (Se tu lettore hai un consiglio da darmi o semplicemente vuoi dirmi la tua bhe contattami)
Sab
22
Lug
2017
Non provo invidia, ma questa cosa mi urta. Anche al più piccolo sbaglio, il karma mi colpisce, ma non a certa gente che ha fatto parte del mio passato... (purtroppo)
Per farla breve: avevo due amiche con cui ho condiviso alcuni miei anni dell'adolescenza. Mesi fa, per un motivo stupidissimo, litigammo e non le sentii più. Non ho sentito la loro mancanza, se non cinque mesi dopo per circa una settimana, poi fortunatamente è passato: loro mi dissero di volere soltanto il mio saluto, io avevo ribadito che nemmeno quello volevo dal momento che mi hanno trattata da perfetta sconosciuta. Adesso le vedo che hanno già fatto il loro gruppo di amici, se ne escono, mentre io passo le giornate chiusa in camera mia, sebbene ci fosse l'opportunità di uscire ma le mie insicurezze si impadroniscono di me e della mia personalità, mostrandomi tutt'altro per ciò che realmente sono, perché io non sono solo una persona insicura e complessata, posso anche essere molto di più (positivamente parlando)! Della mia città mi è rimasta solo un'amica (vita sociale molto simile alla mia, se non uguale se non fosse per il fatto che lei ha un ragazzo), per il resto amici virtuali. Non capisco perché io da un momento all'altro mi sono ritrovata a stare sola, a piangere di nascosto e a passare un'altra estate di merda. So che se non esco gli amici non vengono a bussare sotto casa mia, però che cazzo, buona vita a loro, ma se sono così sfigata ci sarà del buono anche per me? Chissà.
Lun
26
Set
2016
amici o no?
Esistono tipi di persone che non riesco a catalogare in qualche modo.
Catalogare forse non è il termine esatto, più che altro (per me stessa) vorrei trovare una collocazione adeguata nel mio cervello per quanto riguarda il tipo di rapporto che ci unisce, univa. Forse nel profondo già l’ho trovato il posticino adatto a loro, ma non voglio ammetterlo. Ancora.
Amici, compagni di liceo e università. Li conosci da una vita, quel tipo di gruppetto che ti fai nell’adolescenza, a scuola e di cui ti fidi, quel tipo di amicizia da film anni 80, se rendo l’idea.
Quelli con cui condividi senza problemi tutto, perché sai che l’uno c’è per l altro e dopo millemilioni di finte simpatie ti senti quasi sicura di poter pensare finalmente, si cazzo! Pochi ma buoni, ma li ho anche io degli amici. Dopo tutto ho solo avuto sfortuna prima.
Passano gli anni e come è normale dopo l’universita, ognuno prende la sua strada. Questo non vuol dire perdere i contatti, ci si vede ancora ci si sente, poi ci si sente solo, poi scopri che sei tu quella che non si fa sentire … Come? Vabbé ... Insomma le cose cambiano. Le persone cambiano. Non sempre in meglio o anzi si rivelano.
Inizialmente scene del tipo -tu vivi lontano e non hai la macchina, noi l’abbiamo ma possiamo venire a trovare gli amici (gli altri, conosciuti da due mesi) solo nel paese vicino al tuo, magari prendi tu i mezzi pubblici per vederci all’estremo opposto di dove vivi, in un’altra occasione, cosi usciamo insieme. Oppure potresti uscire con questi altri amici a far cose che sappiamo benissimo che a te non piace fare e rifiuterai sicuramente.-
Sai tra amici ci si può dare un passaggio o venirsi incontro, ma va bene cosi pensi che le esigenze cambiano, frequentano persone e posti differenti non è detto che loro debbano rinunciare a qualcosa per te o peggio sentir di averti come palla al piede. Situazioni simili e arrivi a sentirti dire che sei tu che sei sparita. Diciamo che gradualmente ci sono arrivata per conto mio. Un amichevole mobbing.
L’inizio della fine di questo bellissimo, utopico gruppetto di amici veri con cui avresti affrontato il cattivissimo Pennywise, senza riserve.
Da qui in poi scoperte spiacevoli, confermate da loro stessi in diverse occasioni, chiacchierate con conoscenti in comune, parlando del periodo scolastico o su facebook e ammissioni con me stessa di situazioni o atteggiamenti, a cui non ho mai dato peso per la fiducia che nutrivo ingenuamente.
Non voglio di certo dilungarmi nella moltitudine di segnali che poi mi hanno fatto arrivare a riflettere nel corso degli anni, diciamo solo che alla fine ho capito di essere un’amica “conveniente” brava a scuola, disponibile, da sfruttare insomma. L’epilogo più scontato. Poi ho smesso di avere quelle caratteristiche che mi rendevano amica ai loro occhi e puf.
Ad ora il mio rapporto con loro è esclusivamente su facebook, o neanche perché evito di utilizzarlo nel modo “social”, soprattutto perché loro lo utilizzano in modo macchinoso volto solo a carpire informazioni sulla vita altrui.
E’ buffo perché pur essendo cosciente del poco valore che ho per loro, le definisco ancora come “amiche”, ma per l’idea che ho io del nostro rapporto passato, o forse perché era il rapporto d’amicizia più importante che ho mantenuto, in cui mi sono impegnata, il più sincero ( da parte mia).
Che palle essere come me!Non riesco a smettere di pensarci!
Sab
30
Gen
2016
Mi puoi dimenticare?
Te lo voglio dire. Non voglio stare più zitto con chi mi ha sempre gettato merda addosso, nonostante sia stato sempre gentile. E stupido, aggiungo. Non voglio fare il diplomatico con chi voglio fuori dalla mia vita, almeno avrò la soddisfazione di dirti che mi fai schifo. Perché tu mi fai schifo. Non m'interessa se qualcuno s'incazzerà perché dovrà evitare di frequentarti, io non riesco più a tenermelo dentro, devo dirtelo, a te come ad altri. Voglio urlare al mondo quanto mi fate schifo,
Ven
22
Gen
2016
Mi sento frustrata per la mia condizione amorosa
Ciao, ho 17 anni e faccio il liceo classico. Vado molto bene a scuola, sono una ragazza solare, sorridente, con abbastanza amiche e sono a detta di tutti una ragazza molto bella. Ma non riesco proprio a liberarmi da questa sensazione di frustrazione, che mi abbassa sempre di piu' l'autostima e mi riempie la testa di domande. A 13-14 ho iniziato a frequentarmi con i primi ragazzi, sempre stata con intenzioni serie, mai fatta usare, sono ancora vergine. Il problema è che, nonostante mi sia sentita con circa 10-15 ragazzi (alcuni sono stata io a lasciarli stare dopo poco, perchè avevo capito che non mi piacevano) con NESSUNO di quelli con cui sembrava fosse tutto rosa e fiori è durata. Se ne sono TUTTI andati dopo massimo un mese, e la maggior parte senza motivazioni chiare. Il primo era abbastanza immaturo ma ne ero innamorata davvero, aveva lasciato "per me" (cosi diceva) la ragazza con cui stava da due anni. Ci si è rimesso comunicandomelo per messaggio. Il secondo, problema simile, si era appena lasciato, dopo poco si è rimesso con lei per poi rilasciarsi, ma non ha voluto continuare a conoscermi. Un altro dopo poche settimane per motivi incomprensibili è sparito, non si è piu fatto sentire. Un altro, un coglion* lo riconosco, siamo molto diversi e ha una vita senza regole, sembrava molto preso da me, ma ha fatto come tutti gli altri. ci vedevamo anche 4 volte a settimana, ma nemmeno con lui ha funzionato. infatti dopo settimane che si faceva sentire ad intervalli, ha detto che non voleva una storia seria e così ci siamo "salutati". potrei fare altri esempi. ammetto che la maggior parte delle volte me li sono trovati immaturi e senza cervello, ma non erano tutti cosi. Alla fine di questa estate ho conosciuto un ragazzo che mi sembrava speciale, diverso dagli altri,a detta di tutti un bravo ragazzo. sembravamo molto simili, lui era presissimo all'inizio come sembravano tutti gli altri ragazzi, ci siamo fidanzati dopo poco (il mio primo fidanzamento ufficiale ahahaha), ma esattamente un mese dopo il nostro fidanzamento (eh si, la sfiga mi perseguita) ci siamo lasciati. diceva che la relazione era "monotona" (ti credo, non mi chiedeva mai di vederci nell ultimo periodo), che l'attrazione non andava oltre quella fisica. Questa cosa mi ha buttata giu, sono sempe stata ottimista ma ci speravo dopo tutte queste delusioni. ormai sono diventata apatica, non mi ha toccata per niente quando ci siamo lasciati, per me era come un deja-vu, sembravano le parole che altri tre ragazzi mi avevano detto. sò che sono giovane, che le storie finiscono a questa età, ma non è nemmeno normale che sto a questi livelli. vedo tutte le mie amiche felicemente fidanzate, che fanno le loro prime esperienze... e io rimango "indietro", sempre più incredula. cosa non va in me? è vero, mi sono resa conto che magari a volte sono stata troppo disponibile, magari non troppo sulle mie, non me la tiro... ma non dovrebbe essere apprezzabile una ragazza cosi? nonostante ciò, ho capito i miei "sbagli" (non so se considerlarli tali, perchè non è mai stata colpa mia effettivamente) e con l'ultimo ragazzo ho cercato di applicare ciò che avevo capito. senza risultati. non so piu che fare.. perchè secondo voi mi va sempre cosi?
Sab
19
Set
2015
Anche se mi hai dimenticata, non sopporto il fatto che tu ora sia fidanzato, io ti amo.
Mi fa troppo male sapere che ora non sei più con me, pensavo che quel giorno fosse stato un litigio come sempre, che la sera subito facevamo pace, e il giorno dopo scopro questa notizia di merda, poi mi dici che mi ami ancora e lo ha fatto per dimenticarmi, ma io non ci credo. Secondo me vuoi solo divertirti, sei tu quello che mi ha fatto innamorare, io sono sempre stata contro alle storie a distanza, dicevo che dovevo fidanzarmi con qualcuno del mio paese, che non mi piace la cosa di stare lontano dalla persona che amo, ma invece stando con te mi sono dovuta ricredere, quello che provo per te non l'ho mai provato per nessuno, tutte quelle sensazioni, e ora mi lasci così. Non ho mai pianto per nessuno, mai, ma con te è successo, cosa mi hai fatto? Sono confusa sui miei sentimenti che provo per te, non so se odio te, perché nonostante tutto il male ti penso ancora e mi fai innamorare di te giorno per giorno, oppure se odio me, che come una stupida ci casco sempre. Vorrei sapere se davvero ti sei fidanzato per dimenticarmi, o se lo dici per divertirti. Vorrei sapere se mi pensi quanto ti penso io, se in ogni canzone rispecchi noi due, o lei, non lo so. Dicevi che tutto questo sarebbe stato per sempre, ricordi? "Una promessa è una promessa", ma tu l'hai buttata in aria, mentre io ci spero ancora, perché sono una stupida, non dovevo innamorarmi di te, mi davi delusioni su delusioni, e io ti perdonavo pensando che mi amassi, ma guardiamoci ora. Sembriamo il contrario di quando ci dicevamo che eravamo entrambi innamorati, qui l'unica innamorata sono io. Aspetto anche io di dimenticarti, ma nel frattempo ti penso.
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