Dom
06
Gen
2019
Il direttore.
Riassumo gli ultimi 10 anni : fino a 5 anni fa, vivevo da solo nella casa dove sono cresciuto, che potrei descrivere tranquillamente come una di quelle case di accumulatori compulsivi. Per me era "normale" benche fossi consapevole che qualcosa non andasse. Tutta quella situazione, è stata iniziata e portata avanti negli anni da mia madre, con la quale sono cresciuto la maggior parte del tempo. Scaldabagno? No, pentola d'acqua sui fornelli e via, insieme agli scarafaggi che ogni tanto venivano a farmi schifosamente compagnia. Una situazione di degrado "normale" visto che ero lentamente cresciuto in un ambiente del genere. Sempre alla ricerca di un lavoro, qualsiasi cosa per diventare anche minimamente autonomo, ma niente, non riesco ad affermarmi e la sensazione di inutilità cresceva sempre più. Mio padre era ignaro di quella vita che conducevo, in quanto separato da mia madre almeno vent'anni prima. Un giorno però, anche grazie ad eventi esterni, riesce a vedere dove vivevo. Senza pensarci due volte, mi fa trasferire in una SUA casa non abitata. Ho impiegato solamente qualche giorno per abituarma alla mia nuova sistemazione, e non ho mai sbagliato strada, neanche per abitudine, per tornare alla vecchia. Acqua calda, niente scarafaggi, un sogno. Però, c'è un però, continuavo (e continuo) ad avere problemi a trovare lavoro. Mi arrangio per come posso, non rifiuto nessun lavoro che riesco temporaneamente a trovare, che alla fine o non pagano, o sono sfruttatori che insultano e ti fanno pure sentire uno schifo più di quanto tu non ti senta già. Insomma, lavoro a singhiozzi, e quello che riesco a farmi entrare, copre a malapena il MIO contratto Adsl. Per mio padre, sono una delusione, per le SUE aspettative. Non manca occasione per rinfacciarmi quante volte sia rimasto illuso, finalmente in una mia possibile svolta o traguardo, che alla fine non arrivava. Non manca occasione per ricordarmi chi è che paga le utenze della casa, nella quale ho il timore di far passare anche amici adesso, perché se siamo al caldo, è grazie ai SUOI soldi che pagano i riscaldamenti della SUA casa. È importante capire che avrebbe assolutamente ragione, se me ne stessi approfittando, abusando, pretendendo o se fossi stato uno di quei figli che chiedono e basta. No, non chiedo nulla, e non mi sono mai permesso di chiedere soldi ne per uscire ne per mangiare; riesco a provvedere da me. Il problema è che ogni cosa su cui poggiano i miei occhi è SUA, e sento la sua voce che mi rinfaccia incessantemente tutto. Mi sento continuamente ospite, in quella che credo dovrei considerare ormai come casa "mia", cosa che invece non accade. Non trovo lavoro, è solo quello il problema. Non fumo, non mi drogo, sono sempre gentile con il prossimo, ma l'unica persona che vorrei fosse comprensiva con me, mi butta giù ogni tanto sempre di più. Non ce la faccio più a sentirmi continuamente così inutile ed impotente.
2 commenti
Hai avuto una vita difficile e hai capito ben presto che nessuno ti regala niente, neanche chi ti ha messo al mondo. Molto triste ma vero, ti stai impegnando al massimo e non hai niente di cui vergognarti. Riconda che se anche sei maggiorenne ma non hai un lavoro con cui sostentarti, tuo padre ha il dovere di mantenerti (la legge parla chiaro), e si la casa ti spetta di diritto. Tuo padre dovrebbe essere fiero di te. Vedrai anche tu avrai il tuo momento e lui si ricredera'.
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Sei un bravo ragazzo per quello ti senti così in colpa!Ma non mollare continua così vedrai che prima o poi un lavoro in sistema lo trovi!sai quanti anni ho passato a fare lavori di cacca, a lavorare senza essere pagata?solo per pagare affitto e mangiare accettavo di tutto!quindi sei in buona compagnia, che non significa dire nessuno trova.lavoro quindi che speranze ho io, NO!resta carico con la voglia di fare!i momenti down ci sono e ci saranno ma non mollare!!!e tuo padre sarà fiero!