Tag: lettere

Mar

17

Mag

2016

Oggi voglio raccontarvi una storia.

Sfogo di Avatar di IracomaIracoma | Categoria: Ira

Chiedo innanzitutto scusa ma scrivo da una tastiera straniera per cui mancheranno gli accenti dovuti.

Mi é venuto in mente oggi un'esperienza che io definirei cancerogena avvenuta un anno fa o poco piú, studiavo in quel cesso sellino di Bologna e stavo per incontrarmi con un tizio conosciuto su grindr, sembrava molto carino di viso per cui ho deciso di incontrarlo. Appena lo vedo mi cadono le palle, nessuna espressione idiomatica sarebbe piú adeguata: la spocchia, la checcaggine e l'isteria (anche nel senso etimologico del termine) maschile erano ben visibili giá al primo sguardo. Un tipo mingherlino, bel viso, maglia a righe casual, presentabile. Ci mettiamo seduti per un noiosissimo drink e Dice di "volerne sapere di piú su di me"e allora  inizia questo dialogo, certe persone amano cagare in testa alla gente con la scusa di scambiare idee, quel che fanno realmente é fare sfoggio di arroganza e saccenteria.Dopo avermi chiesto perché non amassi leggere romanzi (ma preferissi la linguistica) passa, con aria vagamente stizzita, ad un argomento a me caro: la musica.
Mi chiede quali siano i miei generi preferiti, quali artisti io ascolti e ad ogni risposta annuisce con spocchia come se non avessi detto nulla di rilevante.
Mchiede se ascolto musica classica, dico un "No" secco ma sereno e vedo un ghigno levarsi su quella faccetta da cazzo, ecco, il terrone di lettere puó soddisfare quell'appetito malsano di rivalsa ´cher tanto gli fa sbrodolare la fichetta che ha nel cervello: PUÓ DARMI DELL'IGNORANTE.
Sfila una serie di pregiudizi e castrionerie sulla musica elettronica e una serie di dogmi su ció che é classico e colto che ancora  provo crampi al duodeno per la diarrea che mi viene se ci penso.
Arriva persino a dire che la musica elettronica é fatta da suoni finti, che un sintetizzatore non é uno strumento.
Signori abbiamo un uomo che é a contatto con la veritá assoluta e non lo sapevamo.
Vorrei dirti caro coglione che ció che é classico puó essere criticato ma non solo, puó anche semplicemente non piacere ad un livello soggettivo. Vorrei tornare indietro e dirti che uno strumento non é vero o falso, uno strumento serve a produrre un suono e nonostante siano apprezzabili le doti dei compositori classici anche la musica elettronica conosce i suoi geni e merita i suoi riconoscimenti.
Mi sono rotto le palle di questi meridionali provenienti da paeselli sperduti che aprono una paio di libri e subito si adagiano sulle paroline dell'autore x come fossero oro colato, per poi ripeterle a pappagallo come dogmi cristiani al primo povero ignaro volenteroso solo di dialogare sul serio.
Se avete gusto a farvi evirare dall'istruzione scolastica e volete sacrificare ogni vostro spontaneo moto di pensiero in favore di parole gia´dette mi dispiace per voi e per la vostra bassissima autostima che ha evidentemente bisogno di una stampella chiamata "Autoritá culturale" per stare in piedi. Intendete bene, non sto criticando nessun autore, sto criticando l'uso acefalo che certe persone fanno della cultura, che arriva a diventare una fonte di pregiudizi, di arroganza, di saccenza, quando invece dovrebbe colmarci di tuttaltro.
Vaffanculo, terroncello di merda.

Dom

06

Mar

2016

Invidio i decisi (e gli indecisi)

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Invidia

Invidio i decisi. Quelli che arrivati a questo punto sanno chi vogliono essere, cosa studiare, come arrivare ai loro obiettivi. Mai stata incerta, prima d'ora. 18 anni (che posson parer pochi ad alcuni, ma ma per me sono una vita) senza tentennamento alcuno: si è sempre trattato di riflettere e scegliere in modo razionale, ma anche solo di pancia. In modo più o meno equilibrato mi sono fatta guidare da razionalità e istinto, facendo scelte giuste e sbagliate, ma senza mai guardarmi indietro. Ora però, sento di essere arrivata ad un punto cruciale della mia vita. E non riesco a decidere. L'istinto è come annebbiato e la ragione arrugginita. Non riesco a muovermi. Io che preferivo andare incontro agli abissi, piuttosto che stare immobile a guardare, sono adesso legata da un'apatia totale. Lascio in sospeso la scelta. Sono come intrappolata in un limbo tremendo. Per la prima volta decidere mi è di peso. Quel traguardo lontano ormai è visibile, ma non prospetta niente alla fine. Medicina? Forse. Mi sono sempre vista come medico. Come psichiatra. È il destino verso cui mi sono proiettata da sempre. La psicoanalisi mi ha sempre affascinata.O forse no. Forse è il borghesuccio ignobile dentro di me che mi spinge a scegliere un lavoro sicuro. Lo faccio per soldi? Forse. I soldi non hanno mai contato di per sé, seppur mi hanno sempre attratto le cose belle, e lo sfuggire da questa città malata, immobile, stagnante. Lettere? È quello che lei si aspetta professore. Che lei ripete. Lei e gli altri. Ma d'altronde quegli altri non valgono un granché. Lei sa che l'arte per me non arte, ma sterile propaganda, se la si sottomette a messagera morale. Io lo so, lei forse l'ha già intuito, professore: fare il suo lavoro, con le mie idee, mi prosciugherebbe l'anima. E se scegliessi Lettere perché per pura accidia? In fondo è la materia che preferisco (quella in cui brillo), e il suo studio mi viene facile e leggero. E se scegliessi Medicina perché sono debole di carattere? Insomma, nessuno mi ha mai ascoltata volentieri, ma tutti avete fatto la fila per un consiglio, per una pacca sulla spalla, per raccontare un segreto, o solo per avere qualcuno che ascolti sul serio. Allora Medicina perpetuerebbe quella debolezza  (che poi  è parte integrante di me)? Sono pateticamente invidiosa di  quella bambina che in modo, forse leggero, forse testardo sapeva esattamente cosa volere (essere).

Mar

12

Gen

2016

Le tre lettere anonime

Sfogo di Avatar di enry80enry80 | Categoria: Altro

Una figura misteriosa avanza nel lungo corridoio delle sue convinzioni. Segue la direzione, sicura di trovare alla fine di questo, una porta che la condurrà alla luce. Avvolta dalla penombra. Celata e, forse, protetta, da un pesante mantello, non rivela nulla di se. Non si confessa, teme il giudizio degli altri. Le sue attenzioni servono a mascherare quel grosso peso che trascina. Ogni tanto rallenta il passo forse attratta dai problemi altrui. Regala parole giuste ricavate da un forziere di termini neutri. Il forziere è il suo bagaglio; nel tempo è diventato pesante e può solo trascinarlo. Il doppio fondo all'interno nasconde molte altre parole. Quelle sincere, quelle di verità che nessuno ha mai letto o sentito, e che nessuno forse, mai saprà. Le parole di verità aumentano con il passare del tempo, invecchiano arrugginendosi, attaccandosi al contenitore sempre appoggiato a terra ed annegato nell'umidità. Forse dovrebbe iniziare a liberarsi, raccontare almeno parzialmente la sua storia prima che la ruggine renda il contenuto un unico blocco irremovibile. In questo modo il forziere peserebbe meno, l'attenzione non sarebbe più sprecata per trascinare un'inutile peso nella direzione sbagliata, ma giustamente impiegata per vedere le innumerevoli uscite ai lati del corridoio. 

Xyz