Tag: amicizia
Gio
10
Lug
2014
non fidarsi é meglio
Praticamente sono amica di un gruppo da molti anni ormai,alcune le conosco anche dall'asilo,ma nonostante ciò sono sempre l ultima ruota del carro..tipo stasera mi avevano aggiunto su un gruppo per una cena insieme,l ho letto troppo tardi e ho chiamato una mia amica che mi da sempre un passaggio visto che ci passa davanti casa.mi ha detto che stava giá li e mi ha anche chiesto perche non sai come venire?gli ho detto no visto che ora l ho letto e il tutto ê finito li.non ho avuto il coraggio di dirle:brutta stronza perche non mi hai chiamato se ogni giorni usciamo insieme?Invece io povera illusa avevo pensato che lei stesse ancora a casa e che mi avrebbe chiamato e ci sono rimasta una merda..come sempre.
Lun
07
Lug
2014
mi prendono per il culo?
Ho 18anni e faccio parte di un gruppo di amiche da molti anni,alcune le conosco dall asilo.Due anni fa mi sono fidanzata e all inizio per un anno lui stava con noi e tutti erano amici.Le portavamo sempre con noi,poi da quando una delle mie anche si e presa la macchina non mi ha piu calcolato e io stavo male per questo fatto perché passava davanti casa e non mi hanno mai chiamato..io non sono una tipa molto schietta allora dopo averglielo detto un paio di volte e non aver visto risultato mi sono allontanata da loro.perche io non devo inviargli sempre un messaggio,lo possono fare anche loro.poi prima della fine della scuola mi sono ravvicinata con tutte e quattro anche se anche loro avevano litigato tra loro per altri motivi e mi sentivo diciamo inclusa,visto che mi dava anche qualche passaggio a casa lei.Domani una delle mie anche deve fare l esame orale e dobbiamo andarla a vedere.ho chiesto alle altre come avremmo fatto e ognuna mi risponde diversamente:una con il pullman,una con la macchina di chi doveva fare l esame e lei mi ha risposto dicendo che non c era posto per me,ma solo le altre e sarei dovuta scendere da sola con il pullman.mi sono incazzata e gli ho chiesto se ci potevamo stringere,mi ha detto di no.Allora l ho ringraziata le ho dwtto che chissà come mai ero sempre io quella esclusa che docevo arrivare fin la con il pullman e poi a piedi da sola.E subito dopo mi ha detto che due venivano con me.Ora dico io mi prendono per il culo?pensavo che non mi avrebbero trattato piu cosi e invece..
Lun
07
Lug
2014
Senza Titolo
Non ce la faccio piu la mia migliore amica e diventata insopportabile davvero!
contiinua a fare la stronza con me uscendo con altre ragazze e facendo sentire la nostra amicizia "in pericolo" , la cerco sempre io e lei mi risponde quasi sempre annoiata.
Tutte le volte che litighiamo o discutiamo pretende di avere ragione e alla fine l' unico modo per far smettere il litigio e essere d' accordo con lei.
se invece mi incazzo io, cosa che succede raramente perche solitamente mi tengo tutto dentro, lei fa scenate isteriche e va a finire che comunque o piange e mi fa sentire di merda, oppure cerca di rimediare e si incazza con me.
Quando le chiedo dov e e se usciamo va sempre a finire che lei e da un' altra sua amica.
ho gia provato a parlarle dicendole che sono gelosa delle altre ragazze e lei mi dice sempre che io sono la migliore e cazzate varie.
cazzate perche poi non dimostra nulla di quello che dice.
e se non mi facessi sentire io la nostra amicizia sarebbe gi aandata a puttane da un po.
Gio
03
Lug
2014
sono diventata troppo diffidente
per via di diverse delusioni (in amore e in amicizia, soprattutto in amicizia) sono diventata molto diffidente.
malgrado io abbia solo 22anni ho avuto diverse delusioni che onestamente mi hanno fatto svegliare dal mondo dei sogni in cui vivevo -.- (ero convinta che tutti fossero buoni e che nessuno mai avrebbe tradito la mia fiducia, questo proprio in virtù del fatto che io sono sempre stata buona e non ho mai tradito la fiducia di nessuno.) e mi hanno fatto soffrire molto. dopo diverso tempo (e diverse amicizie cestinate)mi sono tenuta stretta quelle vere e per quanto riguarda l'amore non mi sono fidata di nessuno prima dell'arrivo del mio amore (stiamo insieme da 4 anni).
nonostante io mi fidi ciecamente di lui, però , ancora ogni tanto ricomincio col farmi film mentali che mi fanno vivere male alcune cose...vorrei poter vivere tranquilla con la consapevolezza che se anche la gente che ho attorno mi prendesse in giro allora vuol dire che non merita il mio tempo.
bene...lo dico ma non lo penso :(
forse la verità è che ho paura di soffrire e restarci male perchè a volte mi sento di essermi fidata troppo.
p.s non so se capita anche a voi , ma a volte quando faccio una confidenza ad una mia amica stretta e fidata(ne ho 2 di cui mi fido molto, le conosco da anni, una in particolare la conosco dalle elementari) mi sento in colpa!
quasi come se avessi fatto un guaio..
(forse perchè quando avevo14 anni raccontai una cosa che non dovevo raccontare ad una ragazza di cui mi fidavo e lei era andata a raccontarla in giro? il bello è che questa cosa che le raccontai non era niente eclaante!! semplicemente e dopo avermi giurato di non dirlo a nessuno..la voce è girata ed ho scoperto che aveva parlato!)
ma dico io...se lo fai per ste stronzate come ci si può fidare di te per cose serie?
direste voi ma è una stronzata! bhè mettetevi nei panni di una ragazzina di 14 anni che aveva fatto una "confidenza"(all'epoca pensavo fosse importantissima-.-) e che si aspettava un determinato comportamento(ovviamente tutto tranne tradire una promessa)
delusione delusione delusione
anche adesso ricordandomi di questa cosa di 8 anni fa, mi fa schifo. io non l'avrei mai fatto!
Ven
27
Giu
2014
ho bisogno
ho bisogno di voler bene a qualcuno, e che questo qualcuno ne voglia a me; amicizia o amore è uguale, ma roba seria è; qualcuno per cui valga la pena di esistere ancora.
l'ho scritto di getto!
Mar
10
Giu
2014
sola..
Sì, sono sola...figlia unica ma vabè, questo è l'ultimo dei problemi...ho una mandria di cugini, ma in realtà neanche uno -a proposito, ho appena saputo che uno di loro ha tentato di tagliarsi le vene, beato lui che ne ha avuto il coraggio-...neanche questo però è un problema, così come non lo è il non essere mai stata fidanzata...anzi, secondo me il motivo è che sono segretamente bi, ma non ne sono certa...la realtà è che non ho mai cercato un ragazzo...ma non mi si possono toccare le amicizie..nel senso, non ho mai avuto tante amicizie, non hi mai voluto coltivarle...ma alle medie ho iniziato un pochino, poi alle superiori ne ho scoperto l'importanza...una migliore amica, durata 2 anni, poi una pseudo, durata teoricamente tutti i 5 anni di liceo...insomma, io devo "innamorarmi" di una persona per poterle dare tutto, e quel tutto, credetemi, è tanto...insomma mi sono innamorata, in questo senso, l'anno scorso...una compagna di classe che non so descrivervi, la perfezione, secondo me...la scorsa, soprattutto grazie a lei, è stata la mia estate più bella...ah, è estremamente etero, di famiglia cattolico-bigotta fino al midollo, quindi nessuna possibilità in altri sensi, mi ci sono rassegnata, ma in fondo poco importa.
Ora però è finita...questa bellissima amicizia sta giungendo al termine perchè lei, anche "grazie" a me, è cambiata...un cambiamento che non posso accettare, perchè se con gli altri può fare ciò che vuole, con me non può essere tanto superficiale, vanitosa e frivola...mi sento come il dott. Frankenstein, ho creato un mostro e ne pago le conseguenze...quali? Bè, ve l'ho già detto...ora sono sola, senza di lei mi sento così...certo, il sabato si esce, ma la tratto ormai con indifferenza...se le interessasse, me ne chiederebbe il motivo. Evidentemente no.
Mi sento sola, e aspetto con anch'io di trovare il coraggio.
Sab
07
Giu
2014
Quando vorresti bruciare i tuoi amici
La cosa che più mi infastidisce è quando un mio familiare mi dà dell'asociale solo perché non esco mai.
Non è che non esco mai, sono i miei amici che sanno contattarmi solo per fatti loro.
Secondo voi io 15 anni non voglio uscire? Specialmente adesso che è estate? Che posso farci se le mie amiche mi contattano solo quando devono uscire con tipi conosciuti su Facebook e vogliono anche me solo per non rimanere sole? Oppure quando vogliono usare la mia chitarra? Che ci posso fare?
La cosa triste è che poi se taglio i ponti con loro, sono definitivamente asociale.
E ci si mettono anche i miei che mi prendono per apatica.
Non so più cosa devo fare, in questo momento vorrei bussare alle porte delle mie compagne e bruciarle. Solo questo. Anche io vorrei uscire e divertirmi, andando in discoteca, andando nei pub..e invece niente, da sola in casa davanti al pc, che ormai è diventato il mio migliore amico.
Purtroppo veri amici li ho solo su Facebook. Peccato che sono tutti lontani! Mi sentirei meno sola!
Io già sono triste di mio che mi perderò il concerto più bello dell'anno a causa dei miei (a dire la verità per quell'infame di mio padre) , poi ci si mettono anche loro. Vi giuro non scherzo. Piango come un'idiota. Non so più cosa fare.
Scusatemi.
Mar
03
Giu
2014
secondo voi,uomini
Ho un quesito,più che uno sfogo,anche se alla persona interessata rode e parecchio!!!voi uomini rinunciereste a una bella sc#pata solo perché siete non dico amici ,ma frequentatori di un parente Dell interessata...con la scusa ,ho paura ho preso tante fregature,non voglio rovinare i rapporti (che sono praticamente assenti)con tuo fratello...mah...secondo me sono solo str#nzate,di che non ti piace e stop!!!giusto????
Ven
30
Mag
2014
autocommiserazione di una vita di nulla
Sarò il più lungo e disordinato possibile, perché non mi sento a mio agio ad aprirmi così.
Non so ancora quanti dettagli mettere, lo scoprirò durante il processo.
Se questo è un punto di partenza, dovrei cominciare dall'inizio. Dato che è infattibile perché ovviamente non ho ricordi che vanno così tanto indietro nel tempo, cercherò un altro punto significativo nel tempo.
L'asilo. Non mi ricordo molto, solo che sostanzialmente la parte problematica del mio carattere esisteva più o meno già: non conoscevo nessuno, e non mi facevo amici. Ci sono andato per non so quanto tempo, e l'unica cosa che ho sempre mai fatto è tentare far passare il tempo più in fretta possibile, non parlare a nessuno, e poi fuggirmene via. I ragazzi più grandi mi facevano paura, e con le suore, severe, non ci volevo avere a che fare.
Poi son venute le elementari, e la colonia. Quando mi hanno spedito in colonia (prima c'era andata mia sorella, quindi mi immaginavo sarebbe toccato anche a me) mi son spaventato, non comprendevo ci si potesse dividere così, non volevo andarci. E infatti una volta arrivato lì è andata da schifo perché c'erano dei ragazzi che mi prendevano in giro, ero come al solito solo (anche se son più o meno riuscito a farmi un amico, uno che veniva presi di mezzo più di me), e gli animatori non badavano a quelli "sullo sfondo" come me.
Alle elementari... Possiamo pure dire che in prima è andata meglio, ero più allegro, più vivace. In seconda sono successi dei casini: ad una delle due maestre muore il marito, lei non la prende affatto bene, ed oltre a trovarci un'atmosfera davvero di cacca per tutti gli anni successivi, veniamo maltrattati, strattonati. Io non capivo molto, ero uno cretino, sapevo solo che avevo paura ad andare a scuola, e ogni mattina raccontavo sempre la stessa scusa a mia madre. Poi è successo che una delle mie compagne è cominciata a piacermi, molto, e un giorno l'ho raccontato ad un'altra compagna, e questa l'ha urlato a tutta la classe (per la cronaca, abbiamo usato la parola che comincia per A). Per ora quello che mi va di aggiungere è: cara X, tu non ricordi, io non scorderò mai.
Da allora ho sempre desiderato la compagnia una ragazza; sotto quel punto di vista son maturato più in fretta degli altri, nononstante non abbia mai neanche tentato.
Se avessi passato le elementari da solo sarebbe andata meglio di quel che è invece è successo, perché come "amico" (e permettetemi di usare i doppi apici) ho avuto un... disadattato, le persone strane le attiro tutte io. Spero solo ora sia meglio di com'era allora. In ogni caso, i rapporti con gli altri compagni sono quasi inesistenti.
Per la cronaca, poi la maestra si è suicidata.
Medie: non sono più in classe con X, ma c'è Y... Forse non c'entra molto nella storia, ma questo è uno sfogo e mi voglio sfogare. Y è una ragazza bella come poche, simpatica come poche, e sempre sorridente (una delle cose che mi piace di più). È una di quelle combinazioni rare... Tanto per chiarirci: quelle poche volte che ci siam visti mi ha salutato, e senza neanche rivolgermi una smorfia di disgusto. Il suo posto nella storia è questo mi ha fatto mettere i sentimenti al secondo posto: avrebbe avuto molto più senso innamorarsi di lei, invece che di X, ma quello che provo è solo un enorme rispetto.
Durante il tragitto casa-scuola sul pullman, ho sempre 'contemplato' X, ma non credo di aver mai pensato di poterci fare qualcosa, di poterci interagire. La guardavo, fine. Le ragioni ci sono: tranne alcune eccezioni, sia alle elementari che alle medie le ragazze erano... ostili. Non ti ci potevi avvicinare. Non lo so se era un complotto, semplicemente non si... Non, fine. Semplicemente non. E la cosa mi ha fatto male, soprattutto considerando che le altre classi erano... attive. Addirittura nella gita a Venezia c'era una coppia che scopava. Curiosità: lui è finito a chi vuol essere milionario o il quiz venuto dopo.
Non solo son rimasto parecchio confuso (perché nessuno fa niente?), ma non aver mai ricevuto uno sguardo, il riconoscimento di esistere, della consapevolezza della mia presenza da X, col senno di poi, mi ha fatto veramente male.
Alle medie mi son fatto un altro amico (correzione, la causalità è inversa: l'ha deciso lui), ovviamente lo strano della classe (ancora più di me). La sua amicizia (in tutta la mia vita forse è l'unico che ho potuto chiamare 'amico', per quanto non comprenda a fondo bene il significato di questa parola) è durata fino al poli, da allora non ci siamo praticamente più visti. Forse ogni tanto sento la sua mancanza. Il bello è che abita a tipo 5 minuti da me, ma no, forse di meno -- se abita ancora coi suoi.
Passano le medie, il mio amico mi convince ad andare all'itis, e poi mi convincerà ad andare al politecnico.
All'itis però ci assegnano in due sezioni diverse; ovviamente ci vediamo, ma il non essere in classe assieme ci allontana un pochettino. Lui però mi fa conoscere dei suoi amici, con cui poi condividerò quasi tutto il poli.
Le superiori non vanno troppo bene: vengo preso di mezzo durante il tragitto sul pullman, soprattutto nel ritorno a casa, e in classe ho due diciottenni vandali (nelle altre ci sono degli spaccini, figuriamoci). In prima e seconda certe lezioni proprio non si possono tenere. In questi anni il mio amico in classe è un altro strano. In terza cambiano alcune persone, non ci sono più i vandali e il mio amico, che è andato a far meccanica.
Il triennio dell'itis merita un periodo suo. Sostanzialmente è stato una specie di periodo di maturazione, ho cominciato - ma proprio solo cominciato - a capire che esistono persone al di fuori di me, persone che non pensano quello che penso io, ecc, e soprattutto ho cominciato ad interessarmi, appunto, a tali persone.
Una piccola grossa nota: non avendo mai avuto più amici o comunque non avendo avuto amici 'normali', non sono mai uscito. Per me era normale fare casa-scuola e poi scuola-casa, fine, nonostante i miei genitori mi dicessero "esci". Ma cosa significa "esci"? Non ho presente cosa vuol dire. Dai discorsi dei miei compagni, ad esempio il ballare, ho intuìto che dovevano uscire la sera, ma la cosa non è mai andata oltre. Anche per quanto riguarda trovarsi chessò al baretto al mattino, o fare per una volta un giro diverso per andare a scuola... Mai fatto nulla del genere, e sono decisamente delle occasioni per socializzare.
Viene il politecnico. Il primo anno passa, poi mi sento senza energie, vuoto, senza voglia. Alcuni compagni vanno avanti, altri mollano. Dopo qualche anno nel limbo, mollo anch'io. È stato molto difficile capire i miei sentimenti, ma già allora avevo dedotto che doveva essere la mia solitudine. Solo di recente ho capito in che modo, qual è l'importanza di avere dei contatti umani -- quasi.
Comunque, durante tutto questo tempo faccio qualche conoscenza, ogni tanto mi diverto anche, ma non capisco, non ho gli strumenti. La mia vita è sempre casa-scuola-casa, non ho mai fatto nient'altro. Ogni tanto qualcuno mi dice: "sono stato costretto a casa per una settimana, che palle", "son due settimane che non esco, sto morendo", e tutto quello che riesco a pensare è: perché ti stai annoiando? Anzi, perché dovresti uscire da casa?
Questo mi fa venire in mente i versi di una canzone che mi piace:
Growin' up, you don't see the writing on the wall
Passin' by, movin' straight ahead, you knew it all
But maybe sometime if you feel the pain
You'll find you're all alone, everything has changed
Cioè ho ignorato quello che da adolescente mi suggerivano, e ora son comparse le bandierine rosse. Ma ignorato un corno, se mi permetti; non l'avrei ignorato se fossi stato capace a farlo. Chiusa parentesi.
Durante la mia sosta sempre al suddetto poli (anzi, ai, plurale), faccio la conoscenza forse più importante e lunga fino ad ora. Ha qualche sfortuna anche lui, ma non è nella mia situazione. Dico che è la più importante perché lui mi permette di cominciare a suonare la batteria, cosa che ho sempre voluto fare, mi ha introdotto credo due anni fa ad altri suoi amici (le uniche persone che frequento), perché grazie a lui ho un lavoro, mi ha anche portato ad concerto. Non credo serva continui, è una delle poche persone con cui abbia mai fatto qualcosa, che mi abbia fatto vivere un po' di vita, e mentre lo scrivo, porca puttana, sento arrivare le lacrime.
Intanto vengo a conoscenza di alcuni fatti, cioè che il mio amico delle medie ha una ragazza, cosa che mi sorprende perché non solo è sempre stata forse la persona meno interessata di questo mondo a certe cose, ma ha avuto i suoi problemi ed aveva un carattere decisamente difficile. Poi vengo a sapere che X si è fidanzata, ma oramai lì i sentimenti li lascio come stanno, e che un ex-compagno delle superiori si è suicidato.
Ripartiamo un attimo dall'inizio, prima di proseguire, sono necessari alcuni dettagli in più. Fin da quando son nato ho problemi col cibo. Le cose che il mio stomaco tollera son poche, e ogni tanto diminuiscono. Poi c'è il problema del gocciolamento retronasale, o quello che è. Ce l'ho da sempre, ma nell'ultimo periodo del poli è peggiorato gravemente. Poi c'è karate, una ferita aperta e sanguinante. È una delle mie tre passioni, e l'ho dovuta interrompere, tra le altre cose, perché mi facevano male le ginocchia. Non ho mai fatto nulla a riguardo, ovviamente, questo è il mio stile.
Anche i miei genitori notano le mie difficoltà all'università, mi chiedono che voglio fare. Voglio lavorare. Passa un periodo durante il quale chiedo, mi iscrivo, poi come accennato prima vengo consigliato ad un'azienda e trovo lavoro.
Dopo un anno di contratti a cazzo comincio l'apprendistato. Stanno succedendo alcune coincidenze, nel frattempo. Nonostante tutto, ho molti hobby, tra cui i libri, e c'è una libreria che ogni tanto organizza riunioni per discutere di libri. Vedo la pubblicità di un corso di scrittura: decido di parteciparci, è forse la prima cosa che faccio da solo e per me stesso. Faccio che ritornare all'argomento: di esponenti del gentil sesso, se ne intravede l'ombra la prima lezione, poi smammano. Una delle occasioni che mi concede questo corso è visitare il museo dell'informatica, carino.
A parte questo... Viene il momento del corso di sicurezza/lavoro/ecc per l'apprendistato. Con mia sorpresa, ci sono ragazze, neanche poche; diciamo che due di queste mi interessano. La coincidenza è che mi è capitato in mano, nel frattempo, un libro che parla di queste cose. Dice: sorridi ad una ragazza se ti vuoi mostrare interessato. Rimango sconvolto, non ci avevo mai pensato. Dice anche di più: potrebbe darsi che le ragazze siano interessate a stringere relazioni. Non so neanche spiegare come ci rimango, son confuso.
Vedo che una delle ragazze che mi interessa passa ogni tanto al ristorante in cui vado a pranzare quando sono a lavoro. Provo a sorriderle, lei mi sorride indietro, vivacemente. Sento una scossa in tutto il mio corpo, perdo quasi il controllo dei muscoli. Avrei potuto cagarmi addosso. Passo qualche giorno in stato confusionale, pensando, cercando di pensare. Le ragazze esistono, esiste un genere femminile.
Sono attanagliato dai pensieri per tutta la durata del corso, due mesi? Penso a cosa dirle, poi ci ripenso. È un periodo veramente difficile, proprio fisicamente. Sto male, ma è solo l'inizio della fine.
All'ultimo giorno del corso, l'altra ragazza che mi interessava spontaneamente attacca bottone con me. Dopo la fine del corso, all'uscita, riesco a prendere una decisione e le rivolgo la parola, anche se un po' tremolante; vorrei sapere alcune curiosità su di lei, non so come metterla. Parliamo per un po' di minuti, alla fine... Non ho capito come è finita, non sono in grado di interpretare. È troppo semplificante dire che mi ha dato il suo numero. A tutt'oggi, lei è l'unica ragazza con cui posso dir di aver quasi parlato. Di ciò mi è stato risposto, su questo sito, "tutto questo è assurdo".
Passano i giorni, continuo a vedere passare l'altro mio interesse. Mi saluta. Continua ad essere un periodo estremamente stressante, a causa delle emozioni estreme sono fisicamente provato, anche con delle conseguenze. Continuo a chiedermi quando rivolgerle la parola. Ogni volta che riesco a trovare la decisione, la posta viene alzata, perché la situazione si complica, e rinuncio.
Alla fine aver aspettato ha avuto senso, perché continuando a riflettere su cosa dirle ho a mano a mano abbassato il tiro fino a qualcosa di sensato. Per capire però mi ci son voluti dei mesi. Succede che un giorno, una bella giornata, la vedo come al solito arrivare; contemporaneamente un mio collega esce per andare fuori a parlare con un tizio che a lui interessa. La porta è aperta, lei è con la sua amica, ma oramai... Senza stare a menarla, cerco di alzarmi, e raggiungere l'entrata, dove mi chiedo che cazzo sto facendo. In un momento troppo veloce per riuscire a ragionare le parlo, lei risponde "sì, come amici". Sul momento non ho provato niente, non stavo nemmeno riuscendo a credere a quello che stavo facendo -- non son sicuro di riuscirci nemmeno adesso. La parte difficile arriverà dopo.
La parte ancora più difficile è che avevamo rimandato, io sono onestamente interessato a parlare con lei, ma non riesco a trovare le forze per riparlarle. Tra l'altro, la prima volta purtroppo c'era della gente che ci guardava, la cosa mi ha dato un fastidio indescrivibile.
Siamo a oltre 15mila battute, e di cose da dire ne ho ancora.
Ora come ora sono sempre vuoto, distrutto, bucherellato come un colabrodo, e a mano a mano sto cedendo. Non ho le energie per far nulla, per nessuno dei miei hobby. Non ho energie da anni, quando invece avrei potuto studiare, fare, diventare più bravo di quanto sono adesso. Invece son sempre distratto, triste. Più son triste più mi torturo, più mi torturo più son triste.
Sento che se fossi più felice saluterei, mi verrebbe voglia di essere più partecipativo, invece di essere uno zombi. I dolori cronici mi stanno togliendo tutto, l'unica cosa che mi hanno dato sono degli orrendi tic. Sono la prima cosa da indirizzare se davvero sono interessato a vivere, e forse mi son deciso a farlo. Dovrò gestire le complicazioni di come... Muovermi.
Per tutta la mia vita non ho fatto altro che tentare di non esistere, di essere invisibile. Mi sembro più un controsenso che una persona.
Quando parlo a qualcuno, la risposta standard è: "Eh?". Non riesco a farmi capire, devo pensare alle parole prima di dirle, ma la gente va di fretta. Non sono abituato a parlare.
Non sono capace d'uscire una volta, di far nulla.
Mi trovo buttato in questo mondo, ad essere un adulto, senza aver mai vissuto. Ho voglia di conoscere persone, non so come.
Soprattutto viene la questione... Calore umano, quello che può regalare una persona speciale. Il dolore per non aver mai neanche tenuto una mano ad una ragazza è straziante. Non esiste un modo facile per spiegare a quale assenza di umanità sono stato soggetto, o mi sono quasi intenzionalmente obbligato. Sono stato direttamente o indirettamente definito uno sfigato e molto altro; mi sa che c'hanno pure ragione.
E il problema viene soprattutto quando tutto attorno a te ti ricorda dei tuoi fallimenti, ogni giorno. Mi basta andare a lavoro, un mio collega parla di sua moglie, l'altro della sua fidanzata. Ovviamente non tollero la visione o comunque la consapevolezza di effusioni tra persone di nessun tipo, mi farebbe impazzire. Posso vivere, ma non così.
Recentemente le cose si son complicate per un cambiamento delle statistiche inaspettato: da quanto ho capito, la maggior parte delle persone che conosco ha o ha avuto un/una partner. Se la mia esperienza fosse stata normale, era un conto, ma diventare lo scemo del villaggio è tutt'altra cosa. In più, mi è stato fatto capire che le possibilità vanno parecchio scemando.
Ogni esperienza mi fa male, un esempio a caso: mentre ero al ristorante ho sentito una canzone, waiting for tonight: è piuttosto chiaro di cosa parla, e la cosa mi ha messo subito di pessimo umore.
Molto raramente son stato felice. Sorrido così di rado che quando lo faccio mi sembro un pirla; bastano 30 secondi e mi fanno male i muscoli facciali. La mia faccia esprime la stessa felicità di Amanda in Afternoon Delight; quando sono felice sembro arrabbiato. Se vogliamo vedere i lati positivi, potrei essere un ottimo giocatore di poker.
Alla fine desidero solo smettere di soffrire, riacquistare le mie energie e tornare a fare qualcosa, cazzo.
Più di una volta ho sentito sorgere odio, in generale, verso il mondo, e la voglia di pestare qualcuno per nessuna ragione apparente. Ma dato che convivere con me stesso è sempre stato difficile, ho sempre fatto attenzione a quello che provo, e su certe cose riesco a "svolgere la matassa"; se così non fosse, non so dove sarei, forse sotto psicofarmaci? Non sarei il primo.
Mi è anche capitato di detestare le donne? No, così tanto forse no, ma ho avuto qualche pensiero negativo.
Di questi tempi il momento più difficile è quando esco da lavoro, soprattutto se c'è sole ed è una bella giornata, perché m'ispira di libertà, che sto buttando nel cesso come ho fatto con tutti gli anni della mia vita.
Dicono: invecchiare da soli si diventa strani, e ora io ho paura... Infatti non credo che invecchierò più di tanto.
È venuto fuori il caso di Elliot Rodgers: 'sti cazzi. Ma sono indeciso a parlarne, a fare eventuali confronti, perché ha ucciso delle persone.
Non sono il tipo che esce di scena con una sparatoria, ma diventa tutta un'altra questione quando ti prendono in giro e ti fanno male.
Adolescenti che hanno la metà della mia età possono guardarmi dall'altro verso il basso perché hanno assaporato la vita più di quanto io non farò mai.
Cosa faccio, adesso, comincio a vivere una nuova vita che non son mai riuscito ad avere? Sì, certo.
Mar
20
Mag
2014
sono sola, lo voglio davvero?
Ciao a tutti, sono una ragazza sola. Sola, sola, sola. Ho solo mia mamma, che è mamma, non amica. Tuttalpiù, condividiamo passioni, come le mostre di arte, o semplicente, abbiamo entrambe interessi pedagogici. Sono sola, non perchè io sia timida, anzi, è il contrario. Sono solare ed estroversa, e in ogni nuovo ambiente mi trovo a mio agio, e mi relaziono con persone sconosciute. La battuta mi viene facile, l'empatia pure. Sono anche sensibile e capace di ascoltare. Il problema, è che non sono intenzionata a continuare la relazione, e a proseguire nella frequentazione\amicizia. Sono rimasta scottata nel percorso elementari-medie-superiori, la mia migliore amica, mi abbandonava e mi riprendeva enne volte. Io l'ho vissuta come un lutto. Ora, a distanza di anni e anni, non solo sono non sono riuscita a superare la cosa, ma ogni volta che conosco nuove persone (maschi o femmine, è indifferente), prima sono culo e camicia, poi, abbandono la presa, mi allontano e sparisco. Ho sempre paura di essere di nuovo abbandonata, e per prevenire tale comportamento, lo faccio io per prima. La cosa si accentua, quando ho dei problemi o delle preoccupazioni, in quei momenti, mi isolo e non permetto a nessuno di aiutarmi e non condivido con nessuno i miei pensieri per paura di essere un peso. Risultato: posso apparire strana e di sicuro non costante, non una persona su cui contare. Sono amica di tutti e di nessuno. Vivo in una aridità, che solo il lavoro, lo studio e i libri possono colmare. Ma esistono le amicizie? Io ho solo incontrato vipere che ti pugnalano alle spalle, ti sparlano e addirittura alle superiori mi suggerivano sbagliato. Le poche perle rare che ho incontratp, per colpa di questi miei atteggiamenti, non le ho coltivate e le ho perse. Si può vivere senza amici? So che, per gli uomini, tutto ciò è più semplice, meno problematico, siete, infatti, più diretti. Si può essere sereni anche da soli? G.
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