Tag: relazioni

Mar

22

Nov

2016

Cosa vuoi da me

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Io non capisco sinceramente cosa vuoi da me.

Io ho un compagno. Tu sei single. Ci conosciamo blandamente. Tu mi contatti, in qualche modo reperisci il mio numero e mi scrivi sporadicamente. Io ti rispondo cortesemente e ogni tanto parliamo del più e del meno. Null'altro. Inutile dire che ti trovo affascinante, lo sei ai miei occhi e forse se mi hai scritto pensi lo stesso di me. Io però non mi monto la testa, anche perché ho un ragazzo che amo e quindi mi fermo ovviamente all risponderti quando mi scrivi. Però non capisco cosa tu voglia da me. Premettendo che non credo all'amicizia uomo-donna, soprattutto alla nostra età (più di 30 anni) e soprattutto scaturita dal nulla. Perché mi hai contattata... perché ogni tanto mi scrivi per parlare o chiedermi come sto o fare due battute se quando poi, RARISSIME volte, quando inizio io un vago discorso mi rispondi a monosillabi e in maniera tirata? Veramente: cosa vuoi, io non ti capisco. Mi pare di avere capito che di amiche ne hai con cui discorrere, perché scrivere a me.

Ven

04

Nov

2016

Mi ignori e io non capisco.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Non capisco questo tuo modo di essere. A me personalmente piace il confronto... se c’è qualcosa che non mi va o mi piace al 90% te ne parlo
te lo dico o chiedo spiegazioni, tu no.
I discorsi sono 2:

1) o non te ne fotte un cazzo di me... ma dopo 5 anni di relazione con progetti di vita mi sembrerebbe veramente molto triste e tendo
a non prendere in considerazione questa opzione...
2) metti in atto l’atteggiamento del: occhio non vede cuore non duole... a questo punto anche “orecchio non sente” cuore non duole.
Si perché quando c’è qualcosa che non ti piace o non ti va che io faccia, praticamente ignori la situazione, IGNORI ME.

Si capisce che magari ti sta sulle scatole che io esca quel sabato sera con amiche... o che magari non ci vediamo 5 giorni per miei impegni...
io te ne parlo, tento di spiegarti un po’ cosa farò e tu mi guardi con lo sguardo perso fai sì con la testa e non chiedi: “ma dove vai, ma dimmi un po‘ i tuoi impegni,
in che locale andrete, con chi esci”?
Non perché ti voglio geloso, non chiedo questo... nella nostra coppia non c’è bisogno di gelosia ci amiamo e fidiamo l’uno dell’altro (anche se
tu un po di me lo sei)
ma è proprio l’informarsi sulla persona che ti sta affianco! Io se devi fare qualcosa o uscire con qualcuno un minimo ti chiedo, anche solo
per parlare.
Tu glissi o cambi argomento. Mi dai l’impressione del superficiale in queste situazioni.
Sembra di parlare con un muro. Fatico quindi a capire se è perché non te ne frega niente di sapere della mia vita o se preferisci non sapere
i dettagli per non porti dei problemi.
Ripeto, non chiedo il 5° grado ma un po’ di complicità sì.
Ti ho detto che a breve andrò ad un concerto con un amica... la tua risposta è stata ”ahn ahn..” basta e hai iniziato a parlare di altro.
Ti ho dovuto chiedere se avevi capito che ti avevo detto del concerto e tu hai risposto, sì.

Boh.

Dom

30

Ott

2016

andare a letto?

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Scusate se faccio una domanda personale ma comunque qua si è tutti anonimi, quindi per favore potreste rispondermi sinceramente alla domanda da quando non andate a letto con qualcuno? Io sarà tre mesi e passa. Ho avuto una sola relazione che è durata per anni. Poi è finita e ho avuto un flirt. Ma Sostanzialmente mi sembra ancora di non sapere come funzioni "il mondo là fuori". Il fatto è che nessuno parla mai sinceramente di queste cose. Mi sembra di non avere nessuna nuova occasione per socializzare, vedo sempre le stesse persone. E mi fa paura pensare che anche se incontrassi qualcuno sarebbe o una cosa tipo scappatella e poi siamo senza sesso daccapo, oppure che si trasformerebbe nell'ennesima palla al piede, o che potrebbe anche diventare un amore non corrisposto. 

Non so nemmeno per che motivo mi faccio tanti problemi visto che occasioni non ne ho. Forse non so nemmeno io cosa cerco.

Se qualcuno mi può chiarire le idee mi fa un favore. 

Sab

22

Ott

2016

Non so più cosa fare

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

C'è questo ragazzo che mi piace da più di 4 anni. Non sono mai stata fidanzata (non per mia scelta) e continuo ad andare dietro a sto benedetto ragazzo.

In seconda media l'ho conosciuto (non proprio direttamente) e mi è piaciuto subito, non solo fisicamente. Avevamo molto in comune ma giustamente lui non l'ha mai saputo, visto che abbiamo parlato pochissimo. Mi basavo su quello che mi dicevano le altre persone o su quello che lui diceva agli altri in mia presenza.

Ad un certo punto una mia amica gli ha detto cosa provavo e lui le ha detto che avrebbe voluto conoscermi meglio.

Beh, questo non è mai successo. Abbiamo parlato qualche volta ma davvero poco e poi ero ancora una bambina, non avevo argomenti.

Non succede più niente, passa un anno e a capodanno gli scrivo un poema dicendogli che non ero riuscita a dimenticarlo e cose così, ma gli ho chiesto solo di provare a conoscermi meglio, di essere mio amico. Lui mi rispose con "non voglio stare con nessuno" e io lì ci rinunciai.

Alla fine della prima superiore non l'avevo ancora superata e allora ho deciso di scrivergli nuovamente con un approccio diverso. Mi ha risposto una volta e poi più niente.

Ora sono in terza e sono ancora nella stessa situazione di merda.

Non riesco ad accettare il rifiuto di una semplice amicizia. Non ci riesco.

Non capisco che cosa ho che non va. Lui è sempre andato d'accordo con chiunque o almeno ci provava, ma perché con me no? Va bene, la mia timidezza è un muro non insignificante ma si può superare con un minimo di sforzo. Un minimo.

E poi è così bello, cioè a me è sempre piaciuto per il suo carattere e la sua simpatia, ma anche l'aspetto fisico fa la sua parte. Non è la solita bellezza che potrebbe essere condivisa da tutti, non so, mi piace proprio tanto.

Lo vedo ogni santo giorno a scuola ed ogni volta è un colpo al cuore. Non riesco ad andare oltre ma forse non voglio neanche.

Perché? Perché sono una stupida. Non riesco proprio a capirmi.

La mia mente è un disastro

Vorrei solo che per una volta qualcosa mi andasse bene. Qualsiasi cosa, solo una volta. La mia vita è costituita solo da delusioni e insuccessi 

Tags: relazioni

Gio

19

Mag

2016

friendzone: Dio li fa e poi li scoppia...

Sfogo di Avatar di DumontDumont | Categoria: Altro

vi espongo la conversazione su facebook:

si parlava di tatuaggi..

 

M: io ho gia deciso che se arrivo al peso che voglio uno me lo faccio a stonfo.... come premio finale

quindi se mi vedi un tatuaggio sai che ho messo una crocetta sulle "cose terminate" .

A: he hehe dipende DOVE XD 

M: ahahahah penso che se vuoi lo troveresti XP 

A: he he he modestamente XD 

M: ahahahah Xp 

 

CHE NE PENSATE?????

io vi ho riportato la conversazione... il mio terrore è la friendzone e non so come evitarla... siamo già conoscenti di vecchia data... vorrei che l'evoluzione fosse "uscenti" e non amici...

 

 aiutatemi! 

Gio

12

Mag

2016

Ma il vero Amore, esiste??

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ho quasi 30 anni, diverse storie alle spalle, 1 storia importante e poi le classiche storie di pochi mesi entro i 20 anni, nulla di troppo impegnativo.

Posso dire di avere passato una storia IMPORTANTE 7 anni fa. Una storia che mi ha fatta crescere, mi ha insegnato a crescere.

Posso dire di essere legata, con un cordone ombelicale LUUUUUNGHISSIMO ad un altra persona che ora non sento più da anni, con cui c'è stato molto ma con la quale sono sicura non ci potrebbe essere niente ORA. Quella sorta di chimica mentale che funziona a distanza, quella sorta di rincorrersi a tempi alterni senza mai trovarsi.

Attualmente sono in coppia con il mio compagno, siamo insieme da 5 anni e lo reputo la persona con cui costruire una famiglia, e passare la mia vita. Facciamo progetti di vita, pensiamo ad un futuro matrimonio, figli... parliamo di cose concrete.

Con lui sto bene, lo amo per come almeno credo di amare. Lui è un tipo un po particolare: non fa sorprese, sembra non darsi mai al 100% se non quando decide lui, ci vediamo con il contagocce anche se volendo ci potremmo vedere di più... perché si spende in benzina, restio ai complimenti o ai gesti plateali d'affetto, un po' orso, ma fondamentalmente rassicurante e concreto.

Quello a cui sto pensando è che però non ho mai provato e non provo tutt'ora quell'amore al 2000%. Quell'amore per il quale una persona farebbe qualsiasi cosa, quell'amore per il quale molleresti tutto e ti trasferiresti con lui oltre oceano per iniziare una nuova vita, quell'amore che ti fa prendere la macchina e guidare km e km per raggiungerlo e fargli una sorpresa. Quell'amore che ti corrode dal gran che è forte. Nè in passato nè ora posso dire di averlo sperimentato. Tanto che a volte mi chiedo ma QUELL' AMORE lo raccontano solo nei film, nei libri... nelle canzoni, o esiste? E' un sentimento romanzato e a volte portato all'estremo o esiste? Eppure mi sa che esiste! Ho una coppia di amici coetanei che si sono conosciuti e nell'arco di due anni si sono sposati. Complementari. Se li senti parlare si sono trovati, e parlano dell'uno e dell'altra con gli pieni d'amore ogni volta che viene l'argomento, si supportano, si spalleggiano, ridono, si amano da matti. (Certo, litigheranno anche loro.. nessuno è perfetto).

Forse non so cos'è l'amore, forse invece lo so ed è quello che sento per il mio ragazzo e che esprimo con lui. Ma in cuor mio, sotto sotto, sento che io potrei provare di più. Potrei forse ricevere di più. Sì perché sebbene siamo assieme da 5 anni (più per volere di lui) siamo caduti in una routine imbarazzante. Sembriamo quasi più amici che amanti. Io ci ho provato e credetemi ci sto provando tutt'ora a movimentare la coppia. Propongo cose nuove, provo a fare cose diverse a propormi in maniera diversa... lui lo vedo veramente stagnante nella quotidianità. Come se avesse imbroccato una strada e quella è. PUNTO. Tutto viene fatto con automatismo e c'è veramete poco di spontaneo e/o improvvisato, almeno da parte sua. (E notate che a me la routine e la sicurezza piacciono molto, per dirlo, vuol dire che è molto molto radicata).

Non so bene io cosa mi aspetti da una relazione. So solo che vorrei provare queste sensazioni una volta tanto in vita mia: fremere dalla voglia di vederlo, ridere come matti, pensare che nel perderlo perderei una grossa parte di me, sentirmi sorpresa ogni tanto, avere molti... molti punti in comune su argomenti e visioni di vita (su questo noi attualmente cozziamo), Stare delle ore al telefono, avere sempre qualcosa da dirci, fare l'amore quando ci viene voglia perché non possiamo più resistere dal desiderio, desiderarci fortemente, che lui mi sostenga e appoggi miei progetti o pensieri, trovarmelo sotto casa o fuori dal lavoro perché.... perché aveva semplicemente voglia di vedermi.

Non dico che tutto questo attualmente non ci sia, stiamo bene ma se devo dire di provare appieno queste cose sopra descritte... no. Da qui nascono i miei dubbi e pensieri su noi ma sull'Amore in generale. 

Trovo tra l'altro che in una coppia sia bello ridere insieme (non ridere sempre come idioti per ogni cosa, capitemi). Con lui non si ride quasi mai. Ridevamo molto quando eravamo amici prima di iniziare la relazione, era anche un lato che mi aveva sorpreso di lui. POI? Dopo anni se devo dire l'ultima volta che ho riso di gusto con lui neanche me la ricordo più. Un anno fa? Mah.

 

Io vorrei tanto che lui fosse quello giusto. Ci spero ancora. Ma forse non lo è... e do la colpa all'amore.

Gio

28

Apr

2016

Ancora più incavolata!!!

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Assieme da più di 5 anni, ancora non 30 enni.

dopo l'amplesso: wow...amore..dovremmo farlo più spesso! (1 volta alla settimana).

- ma no.

 -come, ma no???

-no.

Partendo dal presupposto che mi sembra io ti piaccia ancora fisicamente, che la sintonia in quei momenti ci sia e che non mi sembra ti forzi qualcuno con la pistola a farlo... CHE PROBLEMI HAI?

La tua donna ti fa capire di "intensificare" e tu rispondi "ma no"?

-perché dici di no, scusa? Solo quando pare a te? (1 volta max 2 alla settimana, nei momenti in cui va a lui, ripeto)

-sì.

-io veramente vorrei poterlo fare di più...

-no. (categorico e incazzato)

 In questi momenti ti lascerei su due piedi.

Gio

10

Mar

2016

Amo ancora profondamente il mio ex ragazzo

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ciao, mi chiamo Debora.

Ho bisogno di sfogare ciò che sento, e anche se forse nessuno mi darà il supporto che cerco, è già abbastanza poterlo esprimre esplicitamente. Scrivere di qualcosa che ti fa male, in un modo o nell'altro, ti impone di accettare quel dolore. Quando io e il mio ex ragazzo ci siamo conosciuti io avevo 16 anni e lui 14. Eravamo immaturi ovviamente, ma ci siamo sempre sentiti diversi dalle altre persone per il vizio di "pensare troppo". Comunque ci siamo conosciuti ad un comicon, e abbiamo stretto amicizia sin da subito. In realtà, anime e manga a parte, non avevamo molti interessi in comune. Lui era un patito di videogiochi, di pc e informatica, frequentava un istituto industriale ad indirrizo informatico appunto, e desiderava diventare un programmatore. Io amavo leggere, la scrittura è sempre stato il mio interesse principale (scrivo storie da quando avevo 7 anni), mi piacevano le serie Tv e frequentavo un liceo classico. Tuttavia ciò non ci ha impedito di intessere un bel rapporto; pur non avendo interessi particolari in comune, avevamo una forte affinità caratteriale e questo non ha fatto altro che facilitare la rispettiva conoscenza. Ridevamo, scherzavamo insieme, ci introducevamo l'uno negli interessi dell'altro, e lo stesso umorismo e ironia ci hanno permesso di diventare amici. In realtà, migliori amici. Parlavamo di tutto, dalle cose più stupide agli argomenti più seri. Ci raccontavamo del nostro passato e ci supportavamo vicendevolmente. Sviluppavamo nostre opinioni personali sugli argomenti esistenziali, e non vedevamo l'ora di trascorrere del tempo insieme. Ed è così che mi sono innamorata di lui.

Dopo un po' di tempo di questa amicizia, non ce l'ho fatta più e gliel'ho detto. Sapevo di essere ricambiata perché un nostro amico me lo aveva confidato, certo che io provassi lo stesso per lui. Ah, sì, ho omesso questa cosa: lui mi aveva presentata ai suoi amici e io ai miei, e andavamo d'accordo con tutti. Così ci siamo messi insieme. Ero la persona più felice del mondo perché avevo trovato a 17 anni ciò che la gente cerca per tutta la vita. Era il mio ragazzo e il mio migliore amico e le cose non potevano andare meglio di così. Tuttavia la nostra non è mai stata molto semplice. Per un annetto di relazione i suoi genitori si sono costantemente ostacolati al nostro rapporto perché non condividevano il nostro "appiccicume" e poco prima di diventare maggiorenne interrompemmo i contatti perché i suoi minacciavano di denunciarmi essendo loro figlio ancora minorenne. Inutile dire che lui provava un'ostilità profonda verso questi atteggiamenti, e ovviamente anche io. Tuttavia ho sopportato qualsiasi invettiva e offesa (anche pesante) mi rivolgessero perché lo amavo. Quel mese di lontananza è stato straziante. Non sapevo dove fosse, cosa facesse, ed ero terrorizzata all'idea che smettesse di amarmi, o che, in qualche modo, non riuscendo a reggere quella situazione cedesse sotto le pressioni dei suoi genitori. Fortunatamente i suoi capirono cosa era successo e che avevamo smesso di sentirci, e di vederci. In quel periodo eravamo entrambi distrutti. Così i suoi lentamente allentarono la presa, e cominciarono a dimostrarsi più bendisposti nei miei confronti. Io e lui tornammo a sentirci e vederci cercando in tutti i modi di non indispettire i suoi genitori, e in realtà, ben presto iniziarono a comportarsi gentilmente con me, invitandomi a cena, salutandomi quando ero al telefono con lui, interessandosi a me e ai miei gusti. Così mettemmo tutti una pietra sopra a ciò che era successo.

Il problema è che in realtà io e lui non eravamo più gli stessi. Tendenzialmente siamo sempre stati un po' troppo predisposti al sacrificio, ma credo che dopo quel momento la situazione ci sia completamente sfuggita di mano. Definivamo l'amore come anteposizione del bene dell'altro al proprio e forse è così, ma per dei ragazzini di 16 e 18 anni era un concetto troppo difficile da comprendere. Così abbiamo esagerato, e gli eccessi non sono mai una cosa positiva. Io ero terrorizzata dall'idea che a lui non importasse di me; non so perché questa ossessione si era insinuata così prepotentemente in me dato l'amore che mi aveva dimostrato e la fiducia che aveva riposto nella nostra relazione, ma accadde. Ero convinta che preferisse i suoi interessi a me, che preferisse gli amici, la famiglia, tutto quanto, e che io fossi in fondo alla lista dei suoi pensieri. Desideravo essere una priorità, ma sentivo di non esserlo e questo mi distruggeva. Pretendevo che lui trascorresse molto più tempo con me, e che dedicasse meno attenzione alle altre cose, che reputavo una distrazione da me. Lui inizialmente non sapeva come gestire il mio temperamento, e desiderava solo placare quel turbinio che mi aveva sovrastata, così acconsentiva alle mie richieste. A tutte le mie richieste, anche quelle più difficili, che non voleva, sottomettendo la sua volontà alla mia serenità. In realtà so perché accadde: perché lui è sempre stato realmente ossessionato dai suoi interessi. Preferiva di gran lunga trascorrere il suo tempo giocando al pc che in mia compagnia, e questo è un parere abbastanza oggettivo. Dopo il periodo di distanza cui eravamo stati costretti io non desideravo altro che la sua presenza. Sentivo però, che il desiderio non era ricambiato, non perché non mi amasse più, ma perché i suoi interessi risucchiavano la maggior parte del suo tempo e delle sue energie. Così con il tempo, quando si rese conto di non riuscire a stare dietro a tutte le mie richieste, iniziò a mentire.

So che avrei dovuto percepire il suo amore senza bisogno di "prove concrete", tuttavia ero convinta che il concetto di amore fosse legato a "ciò che sei disposto a fare per me". Lui mi mentiva, giorno dopo giorno, su ogni minima cavolata, e quando iniziai a rendermene conto e a rimproverarlo per questo, lui esasperatamente diceva che non voleva farmi del male. Così io sono diventata tutto ciò che non avrei mai voluto diventare, e lui anche. Io ero una stalker disgustosa, e il solo ricordo di ciò che ero mi crea ribrezzo. Appena finivo di studiare gli imponevo di trascorrere tutto il pomeriggio con me, senza vie di eccezione. Gli controllavo il cellulare, la cronologia google, gli ultimi accessi sui social e se qualcosa non mi quadrava diventavo una furia. Mi fa schifo anche solo parlarne. Lui mentiva sempre di più; fondamentalmente le sue bugie alimentavano le mie insicurezze, le mie insicurezze alimentavano il mio bisogno ossessivo di controllo, e il mio stalkeraggio alimentava le sue bugie. Era un circolo vizioso da cui non riuscivamo più a uscire. Dopo circa sei-sette mesi di questa situazione, ho iniziato a capire di averlo ridotto a uno straccio. Certa del suo amore, e ripugnata da ciò che ero diventata, cessai tutti i miei atteggiamenti negativi. Cercai di farmi andare bene anche le cose che mi facevano male e iniziai ad anteporlo a tutto e tutti, anche a me stessa. Ed è questo il secondo grave errore che ha portato al misero fallimento del nostro rapporto.

Fondamentalmente compresi che non dovevo diventare un ostacolo ai suoi interessi, ma integrarmici, esattamente come quando eravamo solo amici. Così cercai di rassicurarlo condividendo tutti i suoi interessi e questo lo rese felicissimo. Giocavamo ai videogiochi insieme, mi insegnava le basi di programmazione e mi parlava di tutti i suoi progressi e di ciò che imparava. Non ne capivo nulla, ma mi piaceva ascoltare. Il problema in tutto questo è che mi convertii a ciò che lui desiderava che io fossi, dimenticando totalmente chi ero. Non leggevo più, non scrivevo più, non compravo più manga, nè guardavo anime. Risparmiavo i soldi per fargli dei regali e per il nostro futuro insieme, rinunciando a qualsiasi forma di interesse mi aveva contraddistinta prima di conoscere lui. Nonostante i miei sacrifici in lui si era innescato un processo troppo profondo per essere bloccato. Continuava a mentirmi su tante cose, non riusciva ad essere sincero e quando gli chiedevo perché continuasse a farmi questo lui piangendo diceva che aveva paura di perdermi. Fondamentalmente le pressioni che avevo esercitato su di lui in quel periodo si sono trasformate in questo: nel terrore di perdermi. Credo avesse anche percepito che in realtà mi stavo forzando ai suoi interessi perché diceva che non ero felice, diceva che era un male per me. La verità è che io pensavo lo stesso di me.

Così, quando ripresi ad autolesionarmi (cosa che non facevo da quando avevo 14 anni ormai) ho capito che era arrivato il momento di dire basta. Un rapporto dovrebbe rendere felici, non distruggere così. Avevo cercato di recuperare il rapporto che avevamo nei primi anni di amicizia e relazione, ma era tutto inutile. Lui non era più la stessa persona, e la mia presenza non faceva altro che ferirlo. Inoltre io avevo perso di vista me stessa e i miei interessi, quelli veri, mi mancavano disperatamente tanto. A dispetto della paura di perdermi che dichiara così spudoratamente, so che in realtà voleva lasciarmi. Lo so perché più volte litigando disse che voleva chiudere, che non ce la faceva più, che stava impazzendo. Così sopperii alla sua codardia trovando io stessa quel coraggio. Ero più grande e mi sono assunta la responsabilità di diventare io "il mostro". Così l'ho lasciato, ma siamo rimasti amici. Quando ho capito che anche in un rapporto di amicizia subiva le stesse pressioni, ho costretto me stessa, andando contro tutta la mia volontà, a troncare ogni rapporto e contatto. E quando ci siamo detti addio, è quel giorno che la mia vita si è fermata. 

Per un anno non ho fatto che pensare a lui, e ho rifiutato qualsiasi ragazzo mi si sia proposto perché mancava completamente la complicità che avevo con il mio ex. Qualsiasi persona fosse, pensavo solo che non era lui. L'ho sognato in continuazione, e al risveglio era straziante avere a che fare con quei ricordi, e accettare che appartenevano ad un passato a cui non si poteva più tornare. Per un'infinità di volte ho desiderato riscrivergli, contattarlo, cercare un dialogo, ma non potevo farlo. Lo amavo troppo per imporgli di nuovo la mia presenza. Sapevo che era la cosa giusta, che stava ritrovando se stesso, e che si stava disintossicando da me. Doveva riappropriarsi della sua vita e imparare a volersi bene come prima non era mai riuscito a fare. Ed è questo che mi sono sempre ripetuta quando volevo scrivergli. Faceva malissimo, ma ho sopportato perché lo amavo. Dicono che l'amore è restare, ma non è così. A volte amare vuol dire lasciar liberi. E so che è difficile da capire, ma fa un male terribile andar via da qualcuno che ami solo perché quello è il suo bene. Eppure a volte l'amore è questo. E fa male.

È passato un anno da quando ci siamo lasciati. Ho 20 anni ora, e lui 18, e sono innamorata della stessa persona da quando ne avevo 16. Così non ce l'ho fatta più e l'ho ricontattato. Mi ha risposto, e abbiamo parlato dalle 15 di pomeriggio alle 23 disera. Riprendere a parlargli è stata una sensazione stranissima; il cuore batteva dentro il petto come le prime volte, e tremavo mentre leggevo ciò che mi raccontava e mentre condividevo con lui la mia vita. Gli ho raccontato che vivo in un'altra città, che frequento l'università di chimica, gli ho parlato dell'ambiente qui, delle persone, e delle amicizie che sto stringendo. Lui mi ha racontato della sua scuola, dei suoi nuovi interessi, della gente che ha conosciuto sui giochi online. Leggevo le sue parole e pensavo "cavolo, davvero avevo ancora un cuore?". Ma poi, in diverse occasioni durante la conversazione, lui ha ribadito di stare bene e che non gli importa più ormai, riferendosi a noi. Ed è vero, non c'era né affetto, né risentimento nella sua voce, e questo mi ha distrutto. Mi aspettavo che mi respingesse, mi aspettavo odio, rabbia, o dolore, ma non l'indifferenza. Forse in effetti era il sentimento più prevedibile. Quando gli ho chiesto di evitare di rinfacciare quanto stesse bene e il suo disinteresse si è riaperto un capitolo della nostra vita, e le ferite hanno ripreso a bruciare più vividamente che mai. Ha contraddetto se stesso più di una volta ripetendo prima di stare bene e che non gli importa più ormai, che è andato avanti e suggerendomi di fare lo stesso in caso non lo abbia fatto, ma poi sostituendo quelle parole con diversi "fa male", alludendo sia all'esperienza passata che al risentirci. Ma le parole più terribile sono state "sono stato deluso perché credevo davvero in noi, perché credevo che le cose sarebbero andate bene, perché mi fidavo di una relazione che ha ceduto". Ha detto che non mi accusa di nulla, anzi, mi ringrazia perché sa quanto dolore mi sia costata la mia scelta e sa che ho agito anche nel suo interesse. Ha detto di non avermi mai contattato perché gli faceva male, e quando l'ho accusato di esserci passato su in fretta, ha risposto che un anno non è in fretta. Ha anche detto di non volere relazioni per un bel po', ma che comunque è andato avanti. E che l'amore non è anteposizione dell'altro come entrambi credevamo, ma trovare qualcuno con cui si è in perfetta sintonia. Non ripeterà gli stessi errori, ha detto, e anche se sono stata molto importante per lui e non dimenticherà ciò che abbiamo condiviso, ormai sono solo un ricordo.

Ci siamo "abbracciati virtualmente" alla fine della conversazione e quando ho ammesso di star piangendo ha confessato di essere commosso anche lui. Tuttavia so che le lacrime avevano emozioni diverse. Lui era commosso per aver chiarito un'ultima volta la nostra separazione, mentre io piangevo distrutta dall'idea che non potremo mai tornare insieme. È da una settimana che piango in continuazione, che non dormo, e che lo stomaco chiuso mi impedisce di mangiare davvero un pasto decente. Spesso mi assale un senso di nausea e devo reprimere la voglia di istigarmi il vomito pur di placare quei conati. Vorrei autolesionarmi, ma non me lo permetto perché nonostante tutto non ce l'ho con me. Ci siamo ripromessi di scriverci, ma non so se accadrà. So che lui non mi contatterà mai, e se non lo faccio io tutto scemerà via, scivolando definitivamente nel dimenticatoio.

Ogni fottuto giorno mi alzo con la speranza di essere privilegiata da Dio, e che sto rivivendo un giorno di due anni fa, quando tutto questo era ancora salvabile. E ogni giorno accetto che non è così. So di aver agito per il suo bene, so anche che lui ha recuperato la sua identità come io ho recuperato la mia. Ma come soffrivo quando avevo lui ma non avevo me, soffro ora che ho me ma non ho lui. Lui è andato avanti. Lui non mi ama più. E so che è normale, so che la vita sarebbe continuata comunque; e sentir dire dalla stessa persona che diceva di farsi schifo, di odiarsi, e di di aspirare al suicidio, che si ama e che prima di qualsiasi altra persona verrà sempre se stesso mi rende orgogliosa perché è esattamente ciò che desideravo comprendesse quando gli ho restituito la libertà. Ma proprio per questo so che non ripeteremmo gli stessi errori. So che se mi desse una seconda possibilità saremmo felici insieme. Avrei solo voluto si fidasse di me quando, di fronte alle sue bugie, gli disegnavo il futuro che si sarebbe prospettato se non avesse smesso. E quel futuro lì è questo qui.

Vorrei solo svegliarmi e sapere che è stato tutto un brutto sogno, e poter agire con la consapevolezza di poi per dirgli quanto lo amo. O piuttosto, vorrei non svegliarmi affatto.

Mar

23

Feb

2016

Depressione

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Salve a tutti sono una ragazza di 19 anni,che dopo varie ricerche su siti di "aiuto"si é convinta di rivolgersi a qualcuno. Di base sono una ragazza introversa per quanto riguarda i miei problemi,ma ho deciso che era arrivata l'ora di accettare che avessi un problema e che forse condividerlo sarebbe stato utile per me. Sono sempre stata una ragazza che ha sofferto di problemi di salute più o meno importanti,dall'età di due anni che combatto con dottori e ospedali nuovi. La mia famiglia purtroppo non è da meno,e a volte io mi sento solo un peso per loro dato che i problemi sono tanti e io non voglio aggiungermi con i miei. Non so precisamente cosa mi ha portata a sviluppare questo senso di inadeguatezza. Due anni fa é venuta a mancare mia zia,mi sono sempre detta che chi non ha mai avuto un rapporto così speciale con i propri zii come lo ho avuto io, non può capire il dolore che si prova quando uno di essi viene a mancare. Mia zia é morta di cancro ai polmoni,e durante i suoi ultimi mesi di vita sono stata accanto a lei, giorno e notte senza riuscire a ritagliarmi dei piccoli spazi di tempo per me. Durante questo periodo ho sviluppato una sorta di paura verso il mondo,non riuscivo e non riesco tutt'ora ad uscire di casa senza portarmi dietro un borsellino pieno di medicine per ogni evenienza,ho paura di sentirmi male e di trovarmi troppo lontano da casa senza poter far nulla. Questo mi ha inevitabilmente creato dei disagi con i miei coetanei che a volte non capiscono perché rifiuto di uscire,perché alle volte mi isolo. Nonostante le amicizie che ho accumulato con il tempo,non riesco ad aprirmi con loro. In questi anni sono stata fidanzata per circa tre anni con un ragazzo poco più grande di me,la nostra relazione é finita a causa dei vari litigi che riguardavano la sua gelosia esagerata e la sua possessivitá nei miei confronti. Nel periodo dopo la rottura ho cercato di conoscere altra gente,ho cercato di relazionarmi per poi arrivare alla conclusione che nessun ragazzo con cui parlavo era seriamente interessato a cosa avessi dentro. Me ne sono fatta una colpa perché sono sempre stata una ragazza buona con tutti,pronta ad ascoltare...però quando arrivava il mio turno si tiravano tutti indietro. Con il tempo mi sono chiusa in me stessa, in camera a provare a studiare o quantomeno a provare di preparare qualche esame universitario ma con scarsi risultati. Il pensiero ricorrente é di essere sbagliata,di non andare bene e sopratutto il pensiero che per me un lieto fine non ci sia. Non ho mai avuto l'occasione di dire veramente cosa avevo dentro ai miei genitori perché ad ogni tentativo mi si veniva detto che non mi mancava nulla,che esageravo e che a venti anni quasi si deve essere solo felici. Come se io non lo volessi,come se non volessi essere felice davvero. In passato,durante momenti veramente bui mi sono fatta del male da sola,non so il perché ma so solo che è successo...e ancora oggi mi salta in mente questa idea anche se cerco di farmi forza da sola. Ho pensato che condividere un pezzo di vita con voi e con chiunque mi leggerá mi avrebbe potuto aiutare,parlare e raccontare dei tuoi problemi a chi ha vissuto situazioni simili alla tua alle volte ti fa sentire meno solo. Non giudicatemi. Un abbraccio.

Mar

23

Feb

2016

SONO SOLA

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

ho problemi a relazionarmi con gli altri, non ho quasi nessun amico e ho un disperato bisogno di stringere rapporti, amicizie, di parlare e sfogarmi.. qualcuno di voi conosci un sito dove è possibile parlare in maniera anonima con ragazzi con i miei stessi problemi attraverso chat?