Tag: racconto

Sab

02

Nov

2019

Evacuare i brutti ricordi

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Oh caro!! 

 

Mi ricordo alcuni mesi fa, quando tornavo a casa, nella "nostra" casa....ogni volta mancava qualcosa di tuo. Non mi ricordo l'ordine di sparizione....ma ogni volta il tuo armadio era più vuoto della volta precedente. A un certo punto mancarono i costumi: eravate andati alle Terme tu e la zoccola? E il ridicolo è che eravamo ancora sposati. Però forse mi avevi già fatto scrivere dal tuo avvocato, 15 giorni giorni dopo che sei diventato matto, 17 giorni dopo che mi professavi il tuo grande amore. Cosa si prova a vedere un armadio che magicamente si svuota di giorno in giorno? A sentire da quella vecchia befana che non sa dove sei andato? Ah, non so spiegarvelo cosa si prova. Mi sembra  che sia qualcosa che ti consuma dentro come il Polonio. Solo che non muori. Mantieni più o meno il tuo aspetto esteriore, ma dentro non hai piu nulla, se non l'impulso a respirare. Non sei morto, ma rinasci mostro, con tanto di quell'odio dentro che se si vedesse faresti paura. Poi passa.

Povero infelice.  Sei dovuto scappare via dalla moglie,. Quello che non ho dovuto ascoltare da sua madre poi. Mentre lo stronzo se ne andava alle terme. Benissimo. Nessun problema. 

Volevo raccontare qualcosa di me.

Ciao! 

Tags: racconto

Lun

15

Feb

2016

Come allo specchio

Sfogo di Avatar di RorschachRorschach | Categoria: Lussuria

                                                             COME ALLO SPECCHIO

Sono sdraiata qui da non so quanto tempo, distesa su un prato, riparata da un albero con le sue foglie che lasciano passare qualche tassello di sole, è caldo di quel caldo che sembra coccolarti. Non so perchè sono qui, non so cosa fare, forse aspetto qualcosa o qualcuno.

Sento un rumore di pagine che vengono sfogliate, mi volto e vedo una ragazza seduta su una panchina, rapita dalle parole stampate su un libro che sottolinea con una matita, studio la sua figura: dei calzoncini di jeans una camicetta e da sotto un capello di paglia spuntano dei capelli biondi.  

In un attimo di pausa dalla lettura come per tornare alla realtà, alza lo sguardo e nota che la sto guardando, io imbarazzata dall'essere stata scoperta abbasso lo sguardo di colpo per poi rialzarlo timidamente poco dopo perchè la curiosità mi domanda se lei mi stia guardando ancora, e sì, mi sta guardando;  mi accorgo che adesso è lei a studiare la mia immagine, dai sandali risalendo con lo sguado le mie gambe il mio busto le braccia fino a rincontrare i miei occhi; mi fai un lieve sorriso, io accenno un sorriso a mia volta.

Ti noto attenta a ciò che vedi, mi tocco i capelli e vedo che segui i mie movimenti, giochicchi con la matita tra le mani, dimostri un misto di eccitazione e tensione. Inaspettatamente ti alzi e cammini verso me e d'un tratto il battito mi accellera, e nemmeno il tempo di ipotizzare cosa fare che tu mi sei davanti e con uno sbarazzina voce mi dici:Ciao!
Io rispondo con un timido che mi si spezza in gola: Ciao a te! 
Tu: Posso sedermi accanto a te?
Io sempre più agitata: Sì certo!  

Ti siedi sul prato così vicino a me che solo adesso mi accorgo del profumo della natura di questa imminente estate; ti togli il capello che appoggi accanto noi e posi il libro.

Mi dici: Bella giornata oggi!
Io senza riuscire a pensarci rispondo: Sì, si sta bene qua! 

Stiamo parlando e nemmeno capisco di cosa, probabilmente ci siamo presentate ma ora non ne sono sicura, tu sembri così disinvolta e io così tesa, guardo solo le tue labbra che si muovono morbide e la lingua che ogni tanto compare nella penombra della tua bocca. E mentre sono assorta nei miei pensieri mi accorgo che tu non parli più e tornando alla realtà ti chiedo il motivo, tu sorridi nel vedermi tornata al dialogo, mi guardi, mi sposti una ciocca di capelli, mi accarezzi il collo, le guance, mi sfiori le labbra col pollice e ti avvicini a me, io faccio quasi per scansarmi, tu con le labbra atterri sulla mia guancia destra, mi appoggi una mano sulla spalla e perchè no lo faccio pure io a te, ormai è tardi per tornare indietro. 
Dici facendomi sentire il tuo calore nell'orecchio: Mi piaci!

Adesso siamo faccia a faccia a pochi centimetri, ci avviciniamo, socchiudo gli occhi, millimetri ormai e finalmente le nostre labbra entrano in contatto e un brivido mi eletrizza il viso, una vampata di calore mi arrossice le guance e mi strizza le orecchie.

Riapro gli occhi e sei così vicina che non riesco a metterti a fuoco, tu tieni ancora gli occhi chiusi mentre le nostre bocche restano incollate, e le nostre labbra si muovono senza staccarsi.
Poi ci fermiamo, adesso anche tu riapri gli occhi, ci stacchiamo qualche secondo, ci sorridiamo, e come in astinenza da noi ci riafferriamo; che bello stringerti e abbracciarti e baciarti.

Pian piano tra le tu labbra comincia a farsi spazio la lingua, che io accolgo sfiorandola con la mia come ad assaggiarci a vicenda, e quanto mi piace, e si intrecciano.

Penso che è ora di agire e faccio la mia mossa, ti sdraio sul prato e adesso ti sono sopra; sposto le labbra dalla tua bocca e mi dirigo verso le guance, il collo, e comincio a farti mia come un predatore con la sua preda conquistata.

Sbircio tra i bottoni della tua camicetta che ora voglio liberartene; con le mani scendo dalle tue spalle fino a sentire il rigonfiamento del tuo seno e arrivo alla tua vita, arrivo al primo bottone che libero dalla sua trappola, poi il secondo, ad ogni bottone liberato vedo sempre più pelle intanto che ti guardo negli occhi con intensità, terzo bottone e trovo il tuo ombelico, quarto bottone quinto, fino a riuscire ad aprirti la camicetta sul davanti e ammirare il tuo seno stretto in un reggiseno rosa; passo la mano sul tessuto e mi soffermo sul rigonfiamento del capezzolo e lo stuzzico da sopra, già ti sta facendo effetto.

Questo reggiseno da fastidio ad entrambe, scavalco le tue spalle ed arrivo al gancetto, è un gioco da ragazzi, pardon, da ragazze, slacciarlo al primo tentativo, l'elastico scatta, le spalline scendono, fremo dal riempire i miei occhi delle tue forme.
Il tuo seno ora è libero di essere ammirato da me, è una quarta abbondante, credo di avere in questo momento una espressione da ebete: hai un seno sodo e roseo. 

Risalgo con le mani i tuoi fianchi e ritrovo il tuo seno, con la punta dellle dita percorro la curva dall'ascella fino al centro del tuo sterno, le mie mani sono piene, hai una pelle liscia, calda; gioco coi tuoi capezzoli, mi dedico al tuo seno destro, lo massaggio e lo bacio poi vedo il sinistro solo e dedico a lui le stesse attenzioni, vorrei avere due bocche per succhiarli conteporaneamente.
Ti sussurro quanto mi piaccia toccare la tua pelle.

Strofino il naso tra il solco dei tuoi seni, "stanca" e desiderosa di scoprire altro riparto scendendo di bacio in bacio soffermandomi nel tuo ombelico, lo bacio e stuzzico come primo approccio alle tue cavità; ma non è quella la mia meta finale.

Arrivata alla vita ti massaggio l'interno coscia, premo sui tuoi pantaloncini, slaccio il bottone e tiro giù la zip, non ho voglia di aspettare, tu sollevi il bacino per aiutarmi, e te li sfilo togliendoti le scarpe..

Ho caldo e mi levo la maglietta e i miei pantaloni di cotone, tu mi aiuti, ne approfitti per toccarmi il seno, ma non è ancora il loro momento.

Ora sono lì dove tutto nasce, sento da sopra le mutandine (rosa abbinate al reggiseno) che sei umida e sono contenta; sfioro e bacio la trama e sento il calore, vedo una smorfia di impazienza nel tuo viso, ti sorrido rassicurante.

Infilo la mano ai lati, afferro i due elastici, lentamente ti sfilo questa stoffa pudica e pian piano che scende vedo i primi ciuffi; distendi le gambe e le mutandine sono tolte del tutto.

Sembra un sole splendente, un fiore bagnato di rugiada, che accarezzo dolcemente per paura di scottarmi e appassirlo.

Mi avvicino e sento il suo odore, mi appoggio alle tue cosce, ti bacio dal fianco e mi accentro, giro intorno, mi soffermo sui margini ; scopro il tuo clitoride che stuzzico dolcemente come fosse una gemma preziosa, mi addentro con un dito curioso che poi lascia posto alla mia lingua.

Ti assaporo e ad ogni affondo vedo te che socchiudi gli occhi e inarchi la schiena, muovi il tuo corpo per farmi centrare il bersaglio, cerco la combinazione del tuo piacere.

Ti sto dando tutto il desiderio che ho di te! Quante mani e quante bocche servirebbero al tuo corpo!
Non so da quanto sono qui, il tempo sembra interminabilmente troppo breve.

All'improvviso ansimi più forte, stringi le mani sui miei capelli, ti contorci... ti contrai.. sei carica... e finalmente si libera tutta la tua voglia, una sorgente calda, una scossa fatta di piacere.

Mi ubriaco del tuo orgasmo dal calice della tua femminilità, il tuo piacere sulla mia bocca è il mio trofeo; rallento.

Il tuo respiro si normalizza, ti guardo da quaggiù e ti sorrido mentre cerchi di tornare lucida.
Abbandono quel mondo e ti ritorno sopra, lasciando una mano lì come sentinella.

Ti bacio avida come per farti assaggiare il tuo nettare indecifrabile: queste tue due bocche, queste tue labbra dai diversi sapori.
Ti avvinghi a me, le nostre gambe si incrociano, mi bagno di te, sfilo la mano, rotoliamo un mezzo giro e adesso sopra ci sei tu, non sto aspettando altro....

Le tue mani mi frugano intrepide, mi stringi il reggiseno e infili una mano sotto una coppa.... ho un primo brivido! Afferri il capezzolo fra due dita e lo strofini. Mi inginocchio il tempo di slacciarmi e sfilarmi il reggiseno, noti che è un po' più piccolo del tuo ma non mi sembra un problema per te, ora sei tu ad avere le stelline negli occhi, mi risdraio. Prendo la tua testa fra le mie mani ancora umide di te e la indirizzo sul mio collo e tu lo baci, poi ti faccio scendere sul mio petto mi mordicchi il capezzolo e poi lo lecchi come per scusarti, brividi come scintille.

Ti faccio scendere ancora più, mi baci tra le fossette delle costole, fai sollettico; una mitragliata di baci insaziabili nella pancia, anche tu ti soffermi sull'ombelico, ti avvicino sempre più..ho voglia! Ho voglia! 

Trattengo il respiro mentre la tua mano si infilano nei miei slip, finalmente arrivi lì, e ci squazzi.  La tua mano è stretta tra gli slip e il mio pube, la mia leggera peluria ci graffia finemente.

Sento un tuo dito esplorarmi, entrare ed uscire. I tuoi movimenti, a volte rotatori a volte tamburellanti mi portano su un altro mondo, sai cosa mi piace e te lo confermo a voce.

Mi sfili gli slip che sono solo d'intralcio; adesso che sono tutta nuda l'erba mi pizzica la schiena le gambe, si infila dove non dovrebbe. Ho la tua testa fra le cosce, sei assettata del mio piacere. Premo sulla tua nuca come per farti entrare in me, sento la tua lingua capace. Ti liberi dalla mia presa, mi fai girare di schiena e ti stendi su me; mi baci partendo dal collo e un brivido mi percorre tutta la spina dorsale; scendi, afferri le mie natiche e continui il percorso verticale di baci, provo un misto di imbarazzo e godimento, sollettico e brividi, sto sentendo mille sensazioni ed emozioni contemporaneamente.

Mi fai girare un'altra volta, adesso ti stendi su di me, finalmente ritorniamo faccia a faccia e posso baciarti.

Col braccio sinistro mi circondi la testa, mi baci il collo in una presa che mi blocca; la tua mano destra ridiscende il mio corpo e ricomincia il suo lavoro, sa che manca poco e quanto io ormai sia inerme al suo volere.

Hai una frenesia nei movimenti, hai una mano che realizza ogni mio desiderio coi suoi scatti e sfregamenti, in un paio di dita che entrano ed escono in me hai tutto quello di cui ho bisogno adesso, stai usando tutta la tua energia per me.
Ti ripeto che mi piace.

Sospiro sempre più forte, mi avvicino al culmine del piacere, dai manca poco, ancora un po' sì...
Una fitta alla pancia, una stretta all'inguine che si stringe intorno alla tua mano... e vengo! Vengo come lo scoppio di un incedio alluvionale che mi distacca dalla realtà, un orgasmo che mi elettrizza dalle dita dei piedi alle punte delle orecchie, emetto gemiti di godimento e parole senza senso mentre cerco la tua bocca e ti bacio con un coinvolgimento onirico, come se nella tua bocca ci fosse l'ossigeno di cui ho bisogno. 
Ho il cervello surriscaldato e la mente drogata di questo piacere.

Mi sento tutt'una con la natura e la vita.  

Rallenti col ritrmo; mi accarezzi lì come per controllare se è tutto a posto, riapro gli occhi e rivedo i tuoi dopo questo sogno del mio corpo. Poi ti fermi e lasci libera la mia lei di riposarsi.

Ci abbracciamo strette baciandoci e guardandoci negli occhi, i nostri seni schiacciati l'un l'altra, forme su forme, pelle su pelle; siamo avvinghiate, bagnate e sudate, un unico essere. Siamo come allo specchio. 
Ci accarezziamo spalmando i nostri sapori e umori su tutti i nostri corpi.

Uno spiffero di vento fresco e ombre lunghe ci riportano alla realtà e al tempo trascorso nella nostra pausa dal mondo circostante; ci rivestiamo portando attaccati a noi dei fili d'erba, mi dispiace veder scomparire il tuo corpo sotto i vestiti.

Questa cosa nuova e inaspettata per me, ora mi sembra così naturale, starei ore e stagioni abbracciata a te, a stretto contatto .

Ci sediamo sulla panchina che prima fu solo tua, restiamo abbracciate, ci baciamo, ci baciamo...ci baciamo mentre il sole toglie luce a questa giornata.

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Ok è un racconto, diciamo che è uno sfogo della fantasia.

Lun

03

Nov

2014

Un racconto.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Lussuria

Sapeva che non doveva essere li..

La testa le diceva di andare via prima che succedesse ancora l'inevitabile..perché Lui la desiderava e lei lo sapeva..poteva sentirlo nell'aria..e lei lo voleva e lo temeva allo stesso tempo.

Cosa sarebbe successo una volta che lui sarebbe sceso da quel treno e le fosse andato incontro?Sarebbe riuscita stavolta a dirgli quel "No" che doveva dirgli perché "è giusto così",perché "è così che le brave donne fanno"?

Una folata d'aria gelida la investì,facendole perdere il filo dei suoi pensieri e annunciandole l'arrivo del treno,col suo desiderato e temuto passeggero speciale: presa dal panico,le gambe molli,un vortice in testa,lei girò le spalle e percorse velocemente la banchina della stazione in direzione dell'uscita,ma,nemmeno due passi dopo,si sentì cingere la vita da un braccio forte. Era lui. "Non voltarti" diceva la mente..ma il cuore era un tam tam e desiderava perdersi negli occhi di lui..

"Smettila,ci abbiamo già provato e non ce la facciamo,lo sai" disse la sua voce calda,suadente,sfiorandole il lobo dell'orecchio col suo respiro. Il braccio era ancora più stretto,quasi le mancava già il respiro.

E allora lei si girò,nel suo sguardo c'era passione e rabbia allo stesso tempo..e lo baciò perdendosi nel suo abbraccio,nella sensazione di calore,che avanzava dallo stomaco a gambe,braccia,e alla pelle che avvampava.

Finalmente lui sorrise,con quel sorriso sicuro di chi ha già vinto il premio..quel sorriso bastardo che lei odiava e a cui non sapeva davvero resistere.

"Adesso andiamo" disse lui,"abbiamo poco tempo e devo ricordarti di chi sei davvero". 

Tags: racconto

Gio

09

Ott

2014

Sogno di una notte di rossa passione

Sfogo di Avatar di CopyCatCopyCat | Categoria: Lussuria

Il sole stava calando all'orizzonte ormai,l'acqua sfumata di rosso come un pensiero peccaminoso...E lei,distesa sulla sabbia,come una statua languida e spossata,guardava il ragazzo accanto a lei...Il respiro corto di entrambi fluiva col suono della risacca,lambite le gambe scomposte di onde tremule,giocose,spossate anch'esse.Era bastato uno sguardo,quando la caletta si era svuotata dalla gente accorsa lì a rinfrescarsi dalla calura opprimente,un desiderio più forte del comune senso del pudore li aveva fatti rischiare,azzardare,loro che pure nella vita di tutti i giorni erano anime quiete...La spiaggia era diventata un'immensa alcova,un asciugamano più comodo di scivolose lenzuola di seta,la brezza marina invitante come mille carezze.I costumi che scomparvero,persi in un cespuglio selvaggio,nella macchia mediterranea,l'offerta di una visione quasi ultraterrena,il corpo di lei,colline e avvallamenti in cui perdersi...Le mani di lui che percorrevano strade tortuose,a lungo anelate...In accordo con le morbide onde,toccare i seni impudenti,inturgidire quei capezzoli corallini,lisciare il busto serico,prendere a coppa i fianchi selvaggi,portare le labbra lì,nell'orchidea selvaggia.Berne il nettare più delizioso,sentire quella musica unica,gemiti,gabbiani in volo,piccole onde infrangersi sulla riva e quel movimento frenetico del bacino,più veloce,più incalzante,rapido...Colma di lui come egli era colmo di passione selvaggia,sentire l'umido recesso e non sapere che poteva confondersi con l'acqua marina che era calda,a quell'ora,proprio come gli umori di lei...E poi vederla,esperta cavallerizza,guidare il piacere più lentamente,impalandosi dall'alto al sesso di lui,cavalcare morbidamente i fianchi stretti pieni di peluria ispida,lambiti dalle piccole onde indiscrete,vedere il suo viso una maschera di piacere scomposto,il respiro corto ed affrettato,mentre lei andava su e giù,in un moto interminabile...E distendersi accanto a lui,cercare di riprendere fiato,immergere lo sguardo verso l'orizzonte rosso,come una voglia improvvisa appena consumata ed appagata...

 

Beh,che dite?Vi piace?Si lo so,non è volgarotto come quelli che leggiamo di solito,ma a me piacciono più i racconti di atmosfera ;) Bacioni!!!