Tag: esistenza
Gio
04
Gen
2018
La notte รจ il mio incubo.
La giornata è giunta al termine. Tra risate,scherzi, vari. La sera è ormai scesa. Torno a casa e mi accomodo vicino la stufa,con un libro e il mio plaid che mi accompagna fin dalla mia infanzia. Questa è l'atmosfera ideale per il mio spirito. La mia anima si rilassa,si raccoglie,immagina grazie alla lettura,inventa,vive storie,passioni,cose mai vissute,di cui non ha neanche un barlume di speranza di vivere. Arriva mezzanotte. Dopo aver fatto una doccia,mi metto a letto. L'immaginazione e la quiete dell'anima avuta mediante i libri lascia spazio ai pensieri negativi. Sul futuro. Sulla solitudine.
Da circa due mesi e mezzo sono in cura presso uno specialista. Le varie sedute e la cura intrapresa hanno giovato molto al mio umore. Sono più serena. Non ho più pensieri di morte e la fissazione di essere una fallita si è affievolita notevolmente. Ottimi risultati in soli due mesi di cura! Sento però un granello di tristezza,rimasto in fondo alla mia anima.
Riesco ad affrontare la giornata. Leggo parecchio,trascorro del tempo con la mia famiglia. La notte però mi frega. Giunta una certa ora,la mia mente ritorna a prestare attenzione ai soliti grandi interrogativi,che mi accompagnano da tempo: che futuro avrò? Avrò un lavoro? Avrò mai un amore? Un'amicizia vera? La parte più pessimista di me risponde a queste domande. Mi sento impazzire.
Mar
21
Giu
2016
Voi vi sentite vivi?
Mi fa piacere aver trovato questo sito, e’ una grande opportunita’ di sfogo e di confronto con se stessi e con un pubblico indefinito, lettori e commentatori anonimi, il che rende piu semplice l’atto di confessarsi e fare i conti con se stessi e con i nostri sensi di colpa. E’ un po’ come essere ascoltati, non si sa bene da chi, ma poco importa; agevola molto il processo, anche perche un lamento o uno sfogo con se stessi difficilmente avviene e, anche se avvenisse, non ci sarebbe ne il confronto ne la lucidita. Salvo questa breve premessa superficiale, volevo condividere questo ‘sfogo’ con questo pubblico o questo grande inconscio collettivo. Mi sento una persona profondamente egoista, che pensa a se stesso e a come spuntarla sempre durante la vita di tutti i giorni, spesso evitando a pie pari le varie responsabilita’ che la vita ci mette davanti. Faccio una premessa, mi viene molto piu semplice a parlare di me in terza persona, quasi come se fosse un altro, la dissociazione aiuta a vedere meglio i difetti e le difficolta. Nonostante questo forte attaccamento alla mia persona e questo egoismo, quello che regna e’ un grande vuoto e una grande insicurezza. Il vuoto di non avere niente di stabile, di non trovare qualcosa o qualcuno che possa riempirlo e la dura lezione che sto imparando e’ quella che spesso, questo vuoto, non potra’ mai essere colmato da nessuno, se non da noi stessi. E’ un vuoto che non mi tiene ancorato a terra, una sorta di malinconia e depressione; non qualcosa che non mi capacita di vivere o di comportarmi come un essere umano normale (che poi, cosa e’ la norma? La si usa solo nelle statistiche e nelle materie scientifiche, una chiara invenzione umana che cerca di razionalizzare tutto), ma ben piu profondo. E’ come se la mente e il corpo fossero scollegate. Non ho paura della morte, non la ricerco nemmeno anche se spesso ho avuto desideri suicidi, semplicemente se dovesse accadere a causa di un evento rischioso, la cosa non mi smuoverebbe dalla mia essenza. Parlando di morte, parlo anche della pre-morte e di tutte quelle situazioni di pericolo che possono accadere. E’ come se mancassero le emozioni o se queste fossero tenute a bada; non mi capita spesso di provarne di forti o di piangere, ma quando accade, avviene spesso senza un senso logico, come un corpo estraneo. A detta dei miei familiari e dei miei parenti, ero spesso un tipo irrequieto, piagnone e molto emotivo da bambino e da ragazzo, ma tutto questo e’ svanito, un lontano ricordo di una persona che non esiste piu’.
Non aver paura di morire, e’ questo il coraggio? Francamente credo di no, anzi, a dirla tutta credo sia l’esempio piu’ palese di codardia. Mi sto immaginando la situazione in cui una persona, trovandosi in una situazione di pericolo, non la affronta di petto, ma preferisce scappare o fare a patti con il suo aggressore; il classico esempio di persona poco coraggiosa, di codardia. Secondo il mio punto di vista, invece, bisogna aver coraggio per vivere e per tenersi salva la vita e questi gesti sono un esempio, seppur minimo, di coraggio. Niente a che vedere con quello che ho cercato di scrivere poc’anzi. Codardo, secondo me, e’ colui che agisce in maniera indifferente nei confronti della vita, che non vive quel breve istante che ci separa dalla morte (o dalla vita eterna se qualcuno e’ religioso), colui che e’ inconsciente, ovvero non conscio del proprio essere e del proprio corpo.
Mi rendo conto di aver scritto molto e i concetti sono racchiusi all’interno delle varie digressioni, la domanda che volevo porvi era;
Voi vi sentite (vivi)? Come si fa ad essere piu’ umani?
Gio
02
Lug
2015
Sto esistendo ... senza vivere
La mia vita è totalmente cambiata da due anni a questa parte. Ho conosciuto l'amore, quell'amore che letteralmente ti cambia la vita. Ero pazza di lui, innamorata follemente, e ho fatto di tutto per starci insieme. Ora mi sembra però di non aver fatto la scelta giusta. Questa persona mi ha rinschiuso in una bolla di sapone, lontana da tutto e da tutti. Non ho più amiche amici, non esco più se non con lui, e ho perso qualsiasi interesse per la vita, per programmare qualcosa con gli altri. Mi sento profondamente sola, e bloccata nella mia stessa vita. Non so come fare.. ho provato mille volte a parargli, a fargli capire che io necessito di quelle piccocle cose, anche i socil network, ma lui niente.. ha detto sono fatto così. E io non so come uscire da questa situazione, che mi rende sempre più infelice e sola...
Gio
23
Gen
2014
L'olocausto del pollo
riapro gli occhi e sei ancora li, disteso nel mio piatto con le gambe all'aria, come spesso capita su un letto di patate.
eravamo sicuramente due estranei, non so chi fossi, cosa facessi nella vita, chi era la tua compagna o le cose belle che hai fatto ma alla fine le nostre strade si sono incrociate, era destino.
poi alzo lo sguardo verso l'insegna... "PAOLINO" .... e tutti i tuoi amici li, sullo spiedo, girano girano girano e girano....
e allora rifletto, mentre tiro fuori dalla busta coltello e forchetta di plastica... che valore ha la vita? chi decide se la vita di un pollo vale più di quella di un essere umano? io? ma chi sono io? sicuramente non dio! ma se un pollo dovesse scegliere tra salvare me oppure un altro pollo... cosa farebbe? e chissà quanti milioni di polli muoiono ogni giorno per noi!!! è pur sempre una vita che si spegne!! e se fossi un credente non sarebbe giusto domandarmi se sia giusto spegnere una vita????
è un ciclo.... mangime, uova, pollo, cibo concime, mangime, uova, pollo, cibo. concime!
ma allora cosa siamo noi? un insaccato d'acqua, proteine, cellule che unite tra di loro cercano disperatamente di soffrire il meno possibile in attesa di ritornare a fondersi con la terra...??!!? cosa abbiamo di diverso da un pollo???? ma allora tutto quello che abbiamo vissuto, le speranze, le passioni, le delusioni, la felicità, tutto...sarà cancellato da li a poco la nostra morte?!?!?!? tutto quello che ho fatto, verrà spazzato via dal tempo!?!!?? abbiamo solo un modo per diventare immortali...
ti penso mentre ti mangio pollo... e mi dispiace per te e per i milioni di tuoi fratelli che muoiono e che continuano a morire. forse un giorno ci reincontreremo, nella terra oppure lassù, e diventerai il mio migliore amico. nel frattempo non avermene.
ma si può stare così solo per un pollo??!?!?
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