Tag: colpa
Gio
02
Lug
2015
Sentirsi in torto anche quando si ha ragione, e per giunta starci male
Prologo Non lo so, sarà che son fatto male io, oppure che sto attraversando un periodo da schifo che mi ha reso ipersensibile (piu di quanto non lo sia già di mio), sarà che ormai tutto mi appare ostile, sarà che alla mia ormai veneranda età sto finalmente iniziando un percorso di autocoscienza che altri magari hanno già terminato in fase adolescenziale.
Fatto sta che ho di recente notato un aspetto antipaticissimo del mio carattere, che rende la vita quotidiana molto più complicato di quello che dovrebbe essere.
Il fatto. Una persona che conosco e con la quale sono in confidenza (diciamo pure con la quale ho un rapporto di amicizia - non stretta però) si è rivolta a me in maniera maleducata. Al che le ho fatto notare che poteva anche utilizzare toni più educati. Mi ha risposto che non intendeva essere scortese (e qui ci siamo) ma ha aggiunto, vistosamente risentita, che data la mia reazione (peraltro pacata) d'ora in avanti avrebbe mantenuto un atteggiamento più formale (in breve ha fatto l'offesa).
Conclusione. Io so di aver ragione, insomma il suo modo di fare è stato oggettivamente maleducato (intendiamoci non che mi abbia insultato o cose simili solo che poteva utilizzare un minimo di gentilezza), so di aver fatto bene ad evidenziare che i modi utilizzati mi hanno infastidito. Ciò nonostante la sua reazione mi ha fatto sentire in colpa. E ci sto male. E tutto questo non ha senso.E questo mi fa stare ancor più male.
Ora, credo che la situazione si risolverà da se, un po di distanza gli animi si acquietano e poi si torna alla normalità (almeno spero) ma non lo so, non credo sia una reazione "normale" la mia. Forse sarebbe stato meglio avessi taciuto?!
Ven
13
Feb
2015
non mi piacciono i suoi amici d'infanzia.
Ciao ragazzi... il titolo dice tutto... per vari motivi tipo mi parlano dietro, all'inizio gli suggerivano di lasciarmi (8 anni di relazione), fumano canne e ciò che gli capita davanti (perdonatemi sono bigotta si, pace.), bevono assenzio e ogni occasione è buona per bere (scusate, range età 26-30 anni) sono single (porca biip! e voi direte e a te?? no sono bigotta quindi va così non mi va che esca solo con loro senza me, sparatemi!).
... quindi? cosa faccio? lui non ci esce per me, li sente, ma non esce... e gli dispiace... e a me vengono i sensi di colpa... poi penso e mi infurio (letteralmente)... una psicopatica affetta da disturbi bipolari si (leggete bene ho scritto gli amici di infanzia non del calcetto del lavoro etc comprese amicizie femminili nel rispetto di tutti ovviamente).
Io vorrei che li cancellasse... ma non so se accadrà mai dopo tutto gli vuole bene... a me non piacciono proprio però :-(
adesso abbiate pietà, ho bisogno di consigli, non di insulti, cosa è obbiettivamente giusto fare? lasciarlo andare ogni tanto? non farlo? uscire solo tutti insieme?
grazie a chi risponderà!
Moni
Gio
28
Ago
2014
Coerenza 0.
Sono una ragazza di 18 anni e adoro il cibo. Pesavo 89 kg, poi c'è stato un periodo dove spinta da non so che cosa non ho mangiato e sono arrivata a pesare 61 kg, ero fiera ormai del mio corpo, tutti i ragazzi mi guardavano, mi scrivevano. Piacevo e mi piacevo. Poi è arrivata questa fottutissima estate..sto mangiando come non ci fosse un domani e piango e mi dispero. Pratico il calcio ma quando torno a casa sono più affamata di prima. Voglio trattenermi ma non ci riesco.. devo trovarmi un hobbie al più presto! CONSIGLIATEMI COME DISTRARMI.
Sab
09
Ago
2014
mi sento cosi' in colpa
uffa...mi sento cosi' in colpa.
tutti i miei famigliari (mamma,papa',2 fratelli maggiorenni) hanno fortunatamente 1 lavoro ma tornano a casa stanchi morti (casalinga,muratore,meccanico,cuoco) e io conoscendo questa situazione mi permetto di andare in giro x i negozi con mia mamma e ogni tanto di prendere vestiti o cose cosi'...frivolezze da ragazzina ecco!!
mi sento felice perchè io amo appunto queste frivolezze qua ma allo stesso tempo mi sento in colpa...anche io vorrei trovarmi un lavoro tipo a 14/15 anni come babysitter,xk me la cavo con i bambini...ditemi come la pensate io mi sento male ma comunque sono attratta da queste cose...aiuto!!
Ven
30
Mag
2014
autocommiserazione di una vita di nulla
Sarò il più lungo e disordinato possibile, perché non mi sento a mio agio ad aprirmi così.
Non so ancora quanti dettagli mettere, lo scoprirò durante il processo.
Se questo è un punto di partenza, dovrei cominciare dall'inizio. Dato che è infattibile perché ovviamente non ho ricordi che vanno così tanto indietro nel tempo, cercherò un altro punto significativo nel tempo.
L'asilo. Non mi ricordo molto, solo che sostanzialmente la parte problematica del mio carattere esisteva più o meno già: non conoscevo nessuno, e non mi facevo amici. Ci sono andato per non so quanto tempo, e l'unica cosa che ho sempre mai fatto è tentare far passare il tempo più in fretta possibile, non parlare a nessuno, e poi fuggirmene via. I ragazzi più grandi mi facevano paura, e con le suore, severe, non ci volevo avere a che fare.
Poi son venute le elementari, e la colonia. Quando mi hanno spedito in colonia (prima c'era andata mia sorella, quindi mi immaginavo sarebbe toccato anche a me) mi son spaventato, non comprendevo ci si potesse dividere così, non volevo andarci. E infatti una volta arrivato lì è andata da schifo perché c'erano dei ragazzi che mi prendevano in giro, ero come al solito solo (anche se son più o meno riuscito a farmi un amico, uno che veniva presi di mezzo più di me), e gli animatori non badavano a quelli "sullo sfondo" come me.
Alle elementari... Possiamo pure dire che in prima è andata meglio, ero più allegro, più vivace. In seconda sono successi dei casini: ad una delle due maestre muore il marito, lei non la prende affatto bene, ed oltre a trovarci un'atmosfera davvero di cacca per tutti gli anni successivi, veniamo maltrattati, strattonati. Io non capivo molto, ero uno cretino, sapevo solo che avevo paura ad andare a scuola, e ogni mattina raccontavo sempre la stessa scusa a mia madre. Poi è successo che una delle mie compagne è cominciata a piacermi, molto, e un giorno l'ho raccontato ad un'altra compagna, e questa l'ha urlato a tutta la classe (per la cronaca, abbiamo usato la parola che comincia per A). Per ora quello che mi va di aggiungere è: cara X, tu non ricordi, io non scorderò mai.
Da allora ho sempre desiderato la compagnia una ragazza; sotto quel punto di vista son maturato più in fretta degli altri, nononstante non abbia mai neanche tentato.
Se avessi passato le elementari da solo sarebbe andata meglio di quel che è invece è successo, perché come "amico" (e permettetemi di usare i doppi apici) ho avuto un... disadattato, le persone strane le attiro tutte io. Spero solo ora sia meglio di com'era allora. In ogni caso, i rapporti con gli altri compagni sono quasi inesistenti.
Per la cronaca, poi la maestra si è suicidata.
Medie: non sono più in classe con X, ma c'è Y... Forse non c'entra molto nella storia, ma questo è uno sfogo e mi voglio sfogare. Y è una ragazza bella come poche, simpatica come poche, e sempre sorridente (una delle cose che mi piace di più). È una di quelle combinazioni rare... Tanto per chiarirci: quelle poche volte che ci siam visti mi ha salutato, e senza neanche rivolgermi una smorfia di disgusto. Il suo posto nella storia è questo mi ha fatto mettere i sentimenti al secondo posto: avrebbe avuto molto più senso innamorarsi di lei, invece che di X, ma quello che provo è solo un enorme rispetto.
Durante il tragitto casa-scuola sul pullman, ho sempre 'contemplato' X, ma non credo di aver mai pensato di poterci fare qualcosa, di poterci interagire. La guardavo, fine. Le ragioni ci sono: tranne alcune eccezioni, sia alle elementari che alle medie le ragazze erano... ostili. Non ti ci potevi avvicinare. Non lo so se era un complotto, semplicemente non si... Non, fine. Semplicemente non. E la cosa mi ha fatto male, soprattutto considerando che le altre classi erano... attive. Addirittura nella gita a Venezia c'era una coppia che scopava. Curiosità: lui è finito a chi vuol essere milionario o il quiz venuto dopo.
Non solo son rimasto parecchio confuso (perché nessuno fa niente?), ma non aver mai ricevuto uno sguardo, il riconoscimento di esistere, della consapevolezza della mia presenza da X, col senno di poi, mi ha fatto veramente male.
Alle medie mi son fatto un altro amico (correzione, la causalità è inversa: l'ha deciso lui), ovviamente lo strano della classe (ancora più di me). La sua amicizia (in tutta la mia vita forse è l'unico che ho potuto chiamare 'amico', per quanto non comprenda a fondo bene il significato di questa parola) è durata fino al poli, da allora non ci siamo praticamente più visti. Forse ogni tanto sento la sua mancanza. Il bello è che abita a tipo 5 minuti da me, ma no, forse di meno -- se abita ancora coi suoi.
Passano le medie, il mio amico mi convince ad andare all'itis, e poi mi convincerà ad andare al politecnico.
All'itis però ci assegnano in due sezioni diverse; ovviamente ci vediamo, ma il non essere in classe assieme ci allontana un pochettino. Lui però mi fa conoscere dei suoi amici, con cui poi condividerò quasi tutto il poli.
Le superiori non vanno troppo bene: vengo preso di mezzo durante il tragitto sul pullman, soprattutto nel ritorno a casa, e in classe ho due diciottenni vandali (nelle altre ci sono degli spaccini, figuriamoci). In prima e seconda certe lezioni proprio non si possono tenere. In questi anni il mio amico in classe è un altro strano. In terza cambiano alcune persone, non ci sono più i vandali e il mio amico, che è andato a far meccanica.
Il triennio dell'itis merita un periodo suo. Sostanzialmente è stato una specie di periodo di maturazione, ho cominciato - ma proprio solo cominciato - a capire che esistono persone al di fuori di me, persone che non pensano quello che penso io, ecc, e soprattutto ho cominciato ad interessarmi, appunto, a tali persone.
Una piccola grossa nota: non avendo mai avuto più amici o comunque non avendo avuto amici 'normali', non sono mai uscito. Per me era normale fare casa-scuola e poi scuola-casa, fine, nonostante i miei genitori mi dicessero "esci". Ma cosa significa "esci"? Non ho presente cosa vuol dire. Dai discorsi dei miei compagni, ad esempio il ballare, ho intuìto che dovevano uscire la sera, ma la cosa non è mai andata oltre. Anche per quanto riguarda trovarsi chessò al baretto al mattino, o fare per una volta un giro diverso per andare a scuola... Mai fatto nulla del genere, e sono decisamente delle occasioni per socializzare.
Viene il politecnico. Il primo anno passa, poi mi sento senza energie, vuoto, senza voglia. Alcuni compagni vanno avanti, altri mollano. Dopo qualche anno nel limbo, mollo anch'io. È stato molto difficile capire i miei sentimenti, ma già allora avevo dedotto che doveva essere la mia solitudine. Solo di recente ho capito in che modo, qual è l'importanza di avere dei contatti umani -- quasi.
Comunque, durante tutto questo tempo faccio qualche conoscenza, ogni tanto mi diverto anche, ma non capisco, non ho gli strumenti. La mia vita è sempre casa-scuola-casa, non ho mai fatto nient'altro. Ogni tanto qualcuno mi dice: "sono stato costretto a casa per una settimana, che palle", "son due settimane che non esco, sto morendo", e tutto quello che riesco a pensare è: perché ti stai annoiando? Anzi, perché dovresti uscire da casa?
Questo mi fa venire in mente i versi di una canzone che mi piace:
Growin' up, you don't see the writing on the wall
Passin' by, movin' straight ahead, you knew it all
But maybe sometime if you feel the pain
You'll find you're all alone, everything has changed
Cioè ho ignorato quello che da adolescente mi suggerivano, e ora son comparse le bandierine rosse. Ma ignorato un corno, se mi permetti; non l'avrei ignorato se fossi stato capace a farlo. Chiusa parentesi.
Durante la mia sosta sempre al suddetto poli (anzi, ai, plurale), faccio la conoscenza forse più importante e lunga fino ad ora. Ha qualche sfortuna anche lui, ma non è nella mia situazione. Dico che è la più importante perché lui mi permette di cominciare a suonare la batteria, cosa che ho sempre voluto fare, mi ha introdotto credo due anni fa ad altri suoi amici (le uniche persone che frequento), perché grazie a lui ho un lavoro, mi ha anche portato ad concerto. Non credo serva continui, è una delle poche persone con cui abbia mai fatto qualcosa, che mi abbia fatto vivere un po' di vita, e mentre lo scrivo, porca puttana, sento arrivare le lacrime.
Intanto vengo a conoscenza di alcuni fatti, cioè che il mio amico delle medie ha una ragazza, cosa che mi sorprende perché non solo è sempre stata forse la persona meno interessata di questo mondo a certe cose, ma ha avuto i suoi problemi ed aveva un carattere decisamente difficile. Poi vengo a sapere che X si è fidanzata, ma oramai lì i sentimenti li lascio come stanno, e che un ex-compagno delle superiori si è suicidato.
Ripartiamo un attimo dall'inizio, prima di proseguire, sono necessari alcuni dettagli in più. Fin da quando son nato ho problemi col cibo. Le cose che il mio stomaco tollera son poche, e ogni tanto diminuiscono. Poi c'è il problema del gocciolamento retronasale, o quello che è. Ce l'ho da sempre, ma nell'ultimo periodo del poli è peggiorato gravemente. Poi c'è karate, una ferita aperta e sanguinante. È una delle mie tre passioni, e l'ho dovuta interrompere, tra le altre cose, perché mi facevano male le ginocchia. Non ho mai fatto nulla a riguardo, ovviamente, questo è il mio stile.
Anche i miei genitori notano le mie difficoltà all'università, mi chiedono che voglio fare. Voglio lavorare. Passa un periodo durante il quale chiedo, mi iscrivo, poi come accennato prima vengo consigliato ad un'azienda e trovo lavoro.
Dopo un anno di contratti a cazzo comincio l'apprendistato. Stanno succedendo alcune coincidenze, nel frattempo. Nonostante tutto, ho molti hobby, tra cui i libri, e c'è una libreria che ogni tanto organizza riunioni per discutere di libri. Vedo la pubblicità di un corso di scrittura: decido di parteciparci, è forse la prima cosa che faccio da solo e per me stesso. Faccio che ritornare all'argomento: di esponenti del gentil sesso, se ne intravede l'ombra la prima lezione, poi smammano. Una delle occasioni che mi concede questo corso è visitare il museo dell'informatica, carino.
A parte questo... Viene il momento del corso di sicurezza/lavoro/ecc per l'apprendistato. Con mia sorpresa, ci sono ragazze, neanche poche; diciamo che due di queste mi interessano. La coincidenza è che mi è capitato in mano, nel frattempo, un libro che parla di queste cose. Dice: sorridi ad una ragazza se ti vuoi mostrare interessato. Rimango sconvolto, non ci avevo mai pensato. Dice anche di più: potrebbe darsi che le ragazze siano interessate a stringere relazioni. Non so neanche spiegare come ci rimango, son confuso.
Vedo che una delle ragazze che mi interessa passa ogni tanto al ristorante in cui vado a pranzare quando sono a lavoro. Provo a sorriderle, lei mi sorride indietro, vivacemente. Sento una scossa in tutto il mio corpo, perdo quasi il controllo dei muscoli. Avrei potuto cagarmi addosso. Passo qualche giorno in stato confusionale, pensando, cercando di pensare. Le ragazze esistono, esiste un genere femminile.
Sono attanagliato dai pensieri per tutta la durata del corso, due mesi? Penso a cosa dirle, poi ci ripenso. È un periodo veramente difficile, proprio fisicamente. Sto male, ma è solo l'inizio della fine.
All'ultimo giorno del corso, l'altra ragazza che mi interessava spontaneamente attacca bottone con me. Dopo la fine del corso, all'uscita, riesco a prendere una decisione e le rivolgo la parola, anche se un po' tremolante; vorrei sapere alcune curiosità su di lei, non so come metterla. Parliamo per un po' di minuti, alla fine... Non ho capito come è finita, non sono in grado di interpretare. È troppo semplificante dire che mi ha dato il suo numero. A tutt'oggi, lei è l'unica ragazza con cui posso dir di aver quasi parlato. Di ciò mi è stato risposto, su questo sito, "tutto questo è assurdo".
Passano i giorni, continuo a vedere passare l'altro mio interesse. Mi saluta. Continua ad essere un periodo estremamente stressante, a causa delle emozioni estreme sono fisicamente provato, anche con delle conseguenze. Continuo a chiedermi quando rivolgerle la parola. Ogni volta che riesco a trovare la decisione, la posta viene alzata, perché la situazione si complica, e rinuncio.
Alla fine aver aspettato ha avuto senso, perché continuando a riflettere su cosa dirle ho a mano a mano abbassato il tiro fino a qualcosa di sensato. Per capire però mi ci son voluti dei mesi. Succede che un giorno, una bella giornata, la vedo come al solito arrivare; contemporaneamente un mio collega esce per andare fuori a parlare con un tizio che a lui interessa. La porta è aperta, lei è con la sua amica, ma oramai... Senza stare a menarla, cerco di alzarmi, e raggiungere l'entrata, dove mi chiedo che cazzo sto facendo. In un momento troppo veloce per riuscire a ragionare le parlo, lei risponde "sì, come amici". Sul momento non ho provato niente, non stavo nemmeno riuscendo a credere a quello che stavo facendo -- non son sicuro di riuscirci nemmeno adesso. La parte difficile arriverà dopo.
La parte ancora più difficile è che avevamo rimandato, io sono onestamente interessato a parlare con lei, ma non riesco a trovare le forze per riparlarle. Tra l'altro, la prima volta purtroppo c'era della gente che ci guardava, la cosa mi ha dato un fastidio indescrivibile.
Siamo a oltre 15mila battute, e di cose da dire ne ho ancora.
Ora come ora sono sempre vuoto, distrutto, bucherellato come un colabrodo, e a mano a mano sto cedendo. Non ho le energie per far nulla, per nessuno dei miei hobby. Non ho energie da anni, quando invece avrei potuto studiare, fare, diventare più bravo di quanto sono adesso. Invece son sempre distratto, triste. Più son triste più mi torturo, più mi torturo più son triste.
Sento che se fossi più felice saluterei, mi verrebbe voglia di essere più partecipativo, invece di essere uno zombi. I dolori cronici mi stanno togliendo tutto, l'unica cosa che mi hanno dato sono degli orrendi tic. Sono la prima cosa da indirizzare se davvero sono interessato a vivere, e forse mi son deciso a farlo. Dovrò gestire le complicazioni di come... Muovermi.
Per tutta la mia vita non ho fatto altro che tentare di non esistere, di essere invisibile. Mi sembro più un controsenso che una persona.
Quando parlo a qualcuno, la risposta standard è: "Eh?". Non riesco a farmi capire, devo pensare alle parole prima di dirle, ma la gente va di fretta. Non sono abituato a parlare.
Non sono capace d'uscire una volta, di far nulla.
Mi trovo buttato in questo mondo, ad essere un adulto, senza aver mai vissuto. Ho voglia di conoscere persone, non so come.
Soprattutto viene la questione... Calore umano, quello che può regalare una persona speciale. Il dolore per non aver mai neanche tenuto una mano ad una ragazza è straziante. Non esiste un modo facile per spiegare a quale assenza di umanità sono stato soggetto, o mi sono quasi intenzionalmente obbligato. Sono stato direttamente o indirettamente definito uno sfigato e molto altro; mi sa che c'hanno pure ragione.
E il problema viene soprattutto quando tutto attorno a te ti ricorda dei tuoi fallimenti, ogni giorno. Mi basta andare a lavoro, un mio collega parla di sua moglie, l'altro della sua fidanzata. Ovviamente non tollero la visione o comunque la consapevolezza di effusioni tra persone di nessun tipo, mi farebbe impazzire. Posso vivere, ma non così.
Recentemente le cose si son complicate per un cambiamento delle statistiche inaspettato: da quanto ho capito, la maggior parte delle persone che conosco ha o ha avuto un/una partner. Se la mia esperienza fosse stata normale, era un conto, ma diventare lo scemo del villaggio è tutt'altra cosa. In più, mi è stato fatto capire che le possibilità vanno parecchio scemando.
Ogni esperienza mi fa male, un esempio a caso: mentre ero al ristorante ho sentito una canzone, waiting for tonight: è piuttosto chiaro di cosa parla, e la cosa mi ha messo subito di pessimo umore.
Molto raramente son stato felice. Sorrido così di rado che quando lo faccio mi sembro un pirla; bastano 30 secondi e mi fanno male i muscoli facciali. La mia faccia esprime la stessa felicità di Amanda in Afternoon Delight; quando sono felice sembro arrabbiato. Se vogliamo vedere i lati positivi, potrei essere un ottimo giocatore di poker.
Alla fine desidero solo smettere di soffrire, riacquistare le mie energie e tornare a fare qualcosa, cazzo.
Più di una volta ho sentito sorgere odio, in generale, verso il mondo, e la voglia di pestare qualcuno per nessuna ragione apparente. Ma dato che convivere con me stesso è sempre stato difficile, ho sempre fatto attenzione a quello che provo, e su certe cose riesco a "svolgere la matassa"; se così non fosse, non so dove sarei, forse sotto psicofarmaci? Non sarei il primo.
Mi è anche capitato di detestare le donne? No, così tanto forse no, ma ho avuto qualche pensiero negativo.
Di questi tempi il momento più difficile è quando esco da lavoro, soprattutto se c'è sole ed è una bella giornata, perché m'ispira di libertà, che sto buttando nel cesso come ho fatto con tutti gli anni della mia vita.
Dicono: invecchiare da soli si diventa strani, e ora io ho paura... Infatti non credo che invecchierò più di tanto.
È venuto fuori il caso di Elliot Rodgers: 'sti cazzi. Ma sono indeciso a parlarne, a fare eventuali confronti, perché ha ucciso delle persone.
Non sono il tipo che esce di scena con una sparatoria, ma diventa tutta un'altra questione quando ti prendono in giro e ti fanno male.
Adolescenti che hanno la metà della mia età possono guardarmi dall'altro verso il basso perché hanno assaporato la vita più di quanto io non farò mai.
Cosa faccio, adesso, comincio a vivere una nuova vita che non son mai riuscito ad avere? Sì, certo.
Gio
11
Apr
2013
Lettera a un dolore...
Caro Manuel...ho deciso di scriverti,son passati anni,lo so bene...adesso...perché ho bisogno di dirti tutto quello che non ti ho detto,dal giorno in cui sei sparito dalla mia vita, ed hai lasciato un vuoto Immenso dentro me...al punto che il mio cuore è diventato un buco nero,che attira a se i sentimenti,li fagocita e li brucia...non ti vedo dal 25 aprile 2009...sono suonati 4 anni da quando mi hai lasciata x sempre,scaricandomi fuori dalla macchina come un pacco postale..quando ci siamo conosciuti uscivamo entrambi da una storia complicata...tu eri un Bellissimo,giovane uomo 30enne...senza un difetto fisico, neanche a pagarlo.. Alto,snello,curato..sempre sbarbato, profumato e liscio..simpatico,intelligente, ironico e colto...con quei ricci castani un po' dispettosi,sempre attentamente sistemati col gel...impeccabile nell'abbigliamento anche se si andava a tirare con l'arco in mezzo ai boschi...quel viso un pó spigoloso,a tratti misterioso,un naso perfetto,sopra a due labbra altrettanto perfette..ricordo tutti i particolari del tuo viso...passavo ore a guardarti...dio, quanto mi manchi... Quanto mi manca la tua voce, i tuoi grandi occhi castani...le tue carezze... Mi domando perché hai scelto di farmi soffrire così...dopo che mi sono innamorata come una stupida, senza capire che x te ero solo un ripiego...per te ero disposta a licenziarmi e cambiare città, trasferirmi con te e il tuo nuovo lavoro...subito.. Per venire da te ho comprato la macchina NUOVA... 13.000,00€ totali...rate di 200€ mese x 5 anni con 500,00€ al mese di stipendio...ma non ci ho pensato un attimo...appena mi hai detto che saresti partito e che saresti stato più tranquillo se io avessi avuto un auto nuova per venire da te e fare tutta quella strada ...son volata in concessionaria... E quella maledetta macchina è arrivata il giorno che mi hai detto addio... Di te mi son rimaste le rate mensili,una giacca sdrucita, usata x una carnevalata e qualche biglietto.. Tanti ricordi che , se potessi strapperei via dal cuore a mani nude...non sono più stata in grado di amare da quel giorno..mi sono distrutta di lacrime,ho perso 7chili in 2 mesi, non ho dormito per giorni, ho iniziato a bere alcolici tutte le sere e spesso rientravo a casa mezza ubriaca e ad orari indegni..avevo 28 anni...e il mio cuore è morto...è morto quando,davanti ad un panino sbocconcellato in un sudicio pub in centro, mi hai guardata e mi hai detto " dovró impegnarmi molto per questo dottorato di ricerca, non avrò abbastanza tempo da dedicarti, preferisco che ci lasciamo, non voglio che soffri..." Il mio cuore è morto quando ti ho chiesto se, visto che non più tardi di un mese prima, mi avevi detto che ero l'amore della tua vita, era cambiato il sentimento e mi hai risposto " no, non è cambiato niente ma è meglio così"... mi dicesti di far conto che fossi morto,di non cercarti e far di tutto x dimenticarti...ci sto ancora provando...sono andata a letto con almeno 10 uomini dopo di te, uomini che neanche mi interessavano...lo facevo x aggiungere una tacca al muro della mia vergognosa rovina e basta...ho fatto sesso con uomini che, se li vedessi oggi, probabilmente mi farebbero schifo...ho fatto sesso con un 20enne ancora vergine, innamorato pazzo di me, del quale non me ne fregava un fico secco,e lo sapeva...con un uomo fidanzato,uno sposato,con un 50enne...solo per dire "si, me lo sono fatto" e tutte le volte, ripensavo a te...a com'era FARE L'AMORE con TE..non sono più riuscita a trovare uno che mi ammaliasse quanto te...solo a te mi sono concessa "dietro"....e credimi, sei stato dolce, delicato..lo volevo,ma la tua dotazione xl , mi ha fatto sanguinare per 3 giorni... Quando invece facevamo sesso... il giorno dopo avevo i lividi alle gambe e li adoravo, perché eri stato tu a procurarmeli, nell'impeto del desiderio....pensa che malata mentale che sono...adesso invece è tutto arido...vuoto...chiunque si affezioni a me, lo prendo, lo assorbo e lo espello...e sta facendo la stessa fine anche quello di adesso, con il quale, per poco, avevo sperato di poterti dimenticare...invece sei qui...maledetto...so che sei tornato con la ex prima di me...so che mi hai lasciata x lei...amici in comune ne sono rimasti!! Il pensiero che ti son servita x colmare un vuoto momentaneo è snervante e mi assale ogni notte che non ho sonno , ogni volta che piove, o ascolto i coldplay...ora sono disoccupata, orfana d'amore ma un po' più matura..forse..non so se ho bisogno di aiuto per superare tutto questo o semplicemente passerà col tempo...ma...vorrei tanto sapere se ognitanto pensi al male che mi hai fatto...se ti ricordi come sono fatta,almeno...almeno...vivo così...lambita ai bordi da questi ricordi taglienti come vetri.. che passando mi tagliano e sporcano di sangue la risacca dei miei pensieri...
Gio
28
Ott
2010
Mente vs corpo!
ho sempre provato un certo senso di colpa nell'autoerotismo... poi mi sono costruita un personaggio immaginario come "compagno" che mi aveva aiutato a superare quel senso di "sporcizia" a cui avevo sempre collegato la masturbazione...
ora ha iniziato a piacermi un ragazzo vero... uno che NON DOVREBBE PROPRIO PIACERMI!!!!! non perchè sia brutto o cattivo, tutt'altro, ma perchè non ho speranze di mettermi con lui...
e ora quando vorrei masturbarmi mi viene inconsciamente da pensare a lui... e non voglio, mi sento scorretta nei suoi confronti!! e quindi temo di essere ricaduta nel vecchio tunnel perchè ho difficoltà con l'autoerotismo, mi sento di nuovo in colpa! e poi temo che abbandonarmi a pensare a lui quando faccio certe cose mi faccia sentire più legata a lui e mi faccia confondere fantasia e realtà!!
Mer
22
Lug
2009
Mi sento in colpa perché non amo davvero una persona
Ecco, in realtà mi sento in colpa perchè sto con un ragazzo, ma non mi piace molto a dir la verità, ma siccome è la prima persona che si è dichiarata a me (in tutta la mia vita) ho accettato la sua proposta: quando parlo con lui mi annoio, ma nonostante tutto continuo ad "allettarlo" dicendo che ho voglia di lui ma in realtà non è che ho voglia di lui, ho solo voglia di baciare e di abbracciare, insomma sto male xD!
Sab
18
Lug
2009
Voglio sparire
Aiutatemi per favore: non ce la faccio più. la mia famiglia è uno schifo, e mi fa sentire in colpa per tutto quello che faccio, che dico... ogni volta che cerco di organizzare qualcosa col mio ragazzo mi mettono in mezzo un milione di ostacoli, e mi fanno sentire una figlia e una sorella degenere se insisto per fare quello che dico io.
Forse è davvero colpa mia però loro mi ignorano finchè gli conviene e poi se cerco di andare via trovano mille modi per bloccarmi. E al mio ragazzo non posso raccontare bene la storia, per come è fatto, monterebbe una storiona, però non posso nemmeno stare sempre a fargli bidoni porca miseria!
Ven
12
Dic
2008
sexy colpa
perchè l'autoerotismo mi fa sentire in colpa?
aiutatemi per favore, non riesco a vivere la cosa serenamente!...
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