Tag: nichilismo

Mer

09

Gen

2019

Ritengo di essere superiore a questa stupida esistenza che la società ti vende al caro prezzo della vita stessa.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Superbia

Insomma, chi non lo crede? 

Non è perchè sono nato per errore quando mia madre aveva sedici anni. Non è perchè mio padre non mi voleva crescere ed erano sempre tutti e due al lavoro e poi i loro hobbie. Per sette anni mi ha insegnato a fare il figlio che doveva prenderle, senza darmi attenzioni, facendomi assistere ai suoi tradimenti.

Non è perchè poi hanno divorziato e mia madre s'è trovata un altro peggio di lui, più grande e più cattivo. Si fumava le canne, picchiava anche lei, io ero il suo obiettivo preferito, anche li sempre solo. Lui era camionista, quando tornava trovava il modo per deridermi provocarmi, insultarmi e poi picchiarmi. Mi piaceva sognare, quello si, amavo la musica e la letteratura, quando potevo scappavo nel bosco dietro casa e li mi sentivo al sicuro. Anche a scuola dovevo difendermi dagli altri che, divertendosi, mi bullizzavano perchè me ne stavo per i fatti miei, ma se mi istigavano diventavo cattivo e violento, così mi vedevano come un fenomeno da baraccone, un'animale da addomesticare. Ho sempre rifiutato di far parte del loro branco, di fumare le loro canne o come dicevano loro "bruciare" e andare al bar anzichè a lezione. Non riuscivo a studiare, non provato interesse perchè il corso Itis non l'avevo scelto io: lui voleva così, io volevo fare il liceo. Siamo riusciti a scappare, avevo 15 anni. L'anno dopo ho dovuto lasciare gli studi per iniziare a lavorare - lavoravo durante l'estate da quando avevo 11 anni, così non mi sono nemmeno opposto. Leggevo tanto quando tornavo a casa, tanta filosofia, psicologia, narrativa, fantasy e i grandi classici. Cosi ho deciso di mettere via un po' di soldi nascondendoli per iscrivermi ai servizi sociali di nascosto.

Non è perchè quel mucchietto di amici con cui avevo stretto delle amicizie si è sgretolato pian piano, e non è nemmeno per le relazioni disastrose che ho avuto con le ragazze.

Mi sono diplomato con quasi il massimo dei voti, ora sono all'università, ho purtroppo perso il lavoro per la chiusura dell'ufficio. La mia relazione sentimentale s'è conclusa dopo cinque anni e adesso, a venticinque anni mi sento vecchio dentro, guardo gli altri e li vedo felici, mi chiedo come possano essere così entusiasti di un'esistenza cosi patetica, fondata sul denaro, sull'avere. Poi penso, pazienza riuscirò a laurearmi e allora poi mi costruirò un lavoro per aiutare gli altri e realizzarmi. Ma realizzarmi in cosa? A me non interessa avere l'auto bella, avere una casa grande, avere tanti soldi per comprare la prima cazzata che senti alla pubblicità, o andare a ubriacarsi la sera con "gli amici" direi più colleghi o quant'altro per fare chiacchiere morte o seguire una partita del calcio che ho sempre detestato! Come dicevo ho letto tanto, ho capito che la verità è impossibile da trovare: è relativa così come la scienza che dice solo cose esatte fino a prova contraria. Ho compreso il nostro periodo nichilista ed il capitalismo che ormai s'è consolidato in questa società di consumi. Guardo il mio gatto e penso che forse lui se la vive meglio senza tutte queste idiozie.  Io vorrei solo sedermi accanto a qualcuno come me e poter condividere la felicità di un tramonto, qualche parola profonda che vada al di là della superficialità dello specchio d'acqua del lago che siamo tutti abituati a considerare come realtà. Vorrei poter andare al di là delle apparenze. Passare una giornata intera a leggere sdraiti su di una coperta all'aria aperta.. ridere, baciarsi, comprendere quanto sia importante la relazione affettiva al di la dei regali costosi e delle promesse stupide. Mi piacerebbe davvero, ma sono giunto a comprendere che neanche l'amore esiste, perchè vi ho creduto fino alla fine in questa relazione, ma i problemi, i problemi non finiscono mai e alla fine è sempre questione di soldi, di incomprensioni e di una perversa voglia di focalizzarsi sui difetti più stupidi e renderli un handicap per la coppia. Io non credo in nessuna religione, credo che come sono nato un giorno morirò ed il bello sta proprio nel mezzo di potersi vivere il momento, ma non conosco nessuno in grado di comprenderlo, qualcuno che vada al di la del senso comune. La verità è che mi sento sopra a tutta questa illusione perchè ho capito e sento di sprecare il mio tempo in ogni cosa che faccio in ogni cosa in cui ho investito affetto, interesse, amore. Il fatto è che mi sono sempre visto come un funambolo in equilibrio sullo scenario della tristezza e le piccole pennellate qua e là di felicità erano gli uccelli che, di tanto in tanto, passavano e volgevano lo sguardo verso di me provando un po' di empatia, vedendomi li senza ali, ma nonostante tutto compagno del loro paesaggio. Ho sempre amato lo sport, la canoa, l'arrampicata, il trekking, la musica in grado di darti libertà.. ma.. Non è per tutto ciò che mi sento superiore, o forse lontano, alieno a tutta questa finzione. Ed è per questo, perchè ho paura per questo futuro asettico, inoltre non voglio cambiare per essere interessante o sentirmi giusto a questa società individualista conformista. Sto sprecando la mia vita lo sento, non riesco a colmare questo mio vuoto dentro, questa insoddisfazione, questa solitudine, questo mio sentirmi lontano e completamente differente, forse sarebbe meglio farla finita dico a me stesso. Eppure io questo mondo lo amo, c'è così tanto da poter condividere..

C'è qualcuno che un po' si riconosce e che ha qualche consiglio? Qualcosa da dire? 

Sab

24

Set

2016

Tra nichilismo e paranoia

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ho 25 anni, studente di giurisprudenza (mi mancano ancora 6 esami), single e con una confusione per la testa che non immaginate nemmeno. Mi sembra di non aver raggiunto nessun obiettivo concreto. Nessun fidanzamento importante, nessuna amicizia particolarmente significativa (malgrado forse e teoricamente dovrei considerare certe persone "migliori amici" poichè conosciuti dai tempi del liceo?). C'è stata una persona che in poco tempo ha significato tanto per me. E' contata molto più delle mie ex seppure tra noi ci sia stata una semplice amicizia. Non so quale livello di follia avessi raggiunto. Con lei sentivo di potermi aprire. Poter dire tutto quello che per me avesse importanza... Non avevo nessun genere di attrazione nei suoi confronti nè qualunque genere di impulso che mi portasse a provarci. D'improvviso giorno dopo giorno mi ha emarginato dalla sua vita (era fidanzata e uscivamo spesso insieme... la cosa sembrava un po' insolita a dirla tutta). Al suo ragazzo appariva strano il nostro rapporto e in fin dei conti non posso non dargli ragione. Insomma lei è un capitolo chiuso da più di un anno ormai e ancora non dimentico ogni suo singolo sorriso, la sua voce nell'alternarsi di note più o meno acute interrotte dal suono magico della sua risata). Ok forse un po' mi piaceva. Ma insomma non ci ho mai provato nè avevo intenzione di farlo. Lei mi chiese di non contattarla più. Così feci.

Quando smisi di sentirla tutto  perse all'improvviso significato. Chiuso in camera nel tentativo di concentrarmi sui libri di studio, non trovavo più senso a quello che stessi facendo. Ogni cosa, dallo studiare al fare nuove amicizia al cercare di trovare una sorta di strada per il mio futuro... Ogni giorno mi chiedo: perchè fare tutto questo? Perchè faccio tutti questi sforzi per raggiungere banali stralci di momenti di felicità? Ecco si quella ragazza per me era la felicità. Non importava che non fosse la mia ragazza. Lei era il motivo per cui addormentarsi nel desiderio di vivere una nuova giornata. 

Non sono una persona sola, anzi. Paradossalmente conosco molte persone e ne ho frequentate davvero tante... Il mio modo di considerare le persone è sempre lo stesso. Tutti sono ombre più o meno simili. Non mi interessa neanche focalizzare su chi siano. Sono stanco di provare a far funzionare una relazione o di cercare una ragazza. In passato ho avuto delle esperienze un po' tristi, mettiamola così.

Ormai sono demotivato in ogni cosa che faccio. Guardo al mio futuro e mi dico: "si bene potrei fare questo lavoro, potrei fare quest'altra cosa o quest'altra ancora...". Ma tutto questo a pro di che? 

Io non vivo. Io sopravvivo prendendo le distanze da me stesso onde evitare di vivere nello sconforto più totale. 

Che cosa dovrei fare? E se dovessi fare qualcosa, per quale motivo varrebbe la pena farla?