Tag: filetto
Lun
08
Lug
2013
A pranzo
Ora di pranzo. Vado nel ristorante in cui sono solita andare. Non si mangia affatto male e mi hanno sempre trattata con la dovuta attenzione e il dovuto riguardo. Ordino 300 grammi nominali di filetto alla brace di manzo italiano. Costo: 12 euro, IVA inclusa. Non è un problema il prezzo, ma mi aspetto un prodotto degno di ciò che sto per pagare.
E invece… mi arriva un pezzo di carne duro e stopposo. C’è gente che muore di fame e loro si concedono il lusso di rovinare 300 grammi di ottimo filetto. E l’extracomunitario che me lo serve si permette anche di consigliare a me, rosarossa in carne e ossa, di non dare giudizi affrettati? Aspetti che lo mangi prima tutto, così poi mi dici “Ormai, lei avere mangiato la carne. Quindi, lei pagare”? Scema non sono di certo. Piuttosto che mangiare quello scempio, gli dico: “Mi faccia parlare con il titolare, grazie!”.
Arriva, gli spiego la situazione e gli faccio constatare che il filetto non è a regola d’arte. Per fortuna, non insiste più di tanto: “Mi scusi, signorina, abbia un po’ di pazienza. Provvedo subito a rimediare”.
Sì, grazie! Ma intanto mi è toccato restare lì 15-20 minuti in più perché un cuoco non ha saputo fare il suo lavoro. Se non avesse sbagliato, sarei stata ben lieta di mangiare e pagare e non sarei qui a chiedermi se hanno definitivamente perso una cliente. Certa gente dovrebbe essere licenziata senza possibilità di appello. Ho già il mio lavoro: non posso anche andare a insegnare a cuochi da strapazzo come si cucina.
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