Banya
Mar
28
Feb
2017
Forever Alone
Warning: sfogo molto cretino. Potete pure ridere della mia sfiga u.u
Oggi ho superato un traguardo importante e anche inaspettatamente, lo avevo comunicato a pochi intimi. Le reazioni:
1. La mia migliore amica che "yeeee stasera festeggiamo!". Non prendo impegni per poter stare con lei. Mi manda un messaggio alle undici, poi sparisce. All'una le mando un "buonaotte" che era un "vaffanculo" e mi risponde che si era addormentata col telecomando della wii in mano. Grazie.
2. Il mio migliore amico? Manco se lo ricorda. Ovviamente. E così praticamente tutti gli amici e i parenti. Straordinariamente invece se lo ricorda una mia conoscente che vive dall'altra parte d'Italia e che mi manda un messaggio alle nove di mattina per sapere com'è andata.
3. La migliore di tutte: la coinquilina esapnsiva-amicona che "poi domani stiamo insieme e andiamo a cena fuori, il pomeriggio mi trovi!" invece non la trovo il pomeriggio. Torna a casa all'una di notte. Io le avevo tenuto da parte il mio dolce preferito, aspettando che lei tornasse per aprirlo e mangiarlo insieme. Me lo sto mangiando adesso da sola davanti a un episodio di Stray Dogs.
FOREVER ALONE!
Gio
08
Dic
2016
OmertÃ
Stasera non sono uscita per alcuni motivi, tra cui il restare a casa per studiare... e niente, fisso il foglio bianco da ore. Credo di essere di nuovo al limite di qualcosa e non riesco a far uscire tutta questa negatività... o meglio non posso.
Nell'ultimo mese sono successe un sacco di cose brutte. Ho provvisoriamente lasciato casa per andare a vivere da una parente in modo da essere più vicina alla nuova sede di studi intanto che cerco una sistemazione. Il posto dove vivo ora è molto degradato e ne capitano un po' di tutte... ho anche avuto le minacce da un uomo in strada (quelle in stile "aspetta che ti trovo da sola e ti faccio vedere") e che nonostante la minaccia di chiamare i carabinieri sosta abitualmente sotto il mio portone e a casa sono stata colpevolizzata e obbligata a stare zitta perchè se no si metteva in mezzo mio zio a difendermi e questo tizio lo accoltellava: me ne sono fregata, ho raccontato lo stesso cos'è successo allo zio e lui è intervenuto, ma non avete idea della reazione appena mio zio si allontana cinque secondi.
Poi è successa un'altra cosa brutta, molto brutta, che grazie a Dio si è risolta ma di cui sono stata obbligata a fare silenzio in modo tassativo ed assoluto. Per mesi mi sono svegliata di notte con l'ansia a mille e non ho potuto spiegare a nessuno che cosa era successo, perchè se no avrei scontato la questione aggiungendo solo altri problemi, ansie e dolore. Così sono sembrata una pazza furiosa per un mese buono, con crisi di nervi improvvise e che non potevo spiegare. Il fatto di cui sono stata obbligata a tacere si è risolto, ma non nella mia testa. E questi sono solo due degli episodi concentrati degli ultimi due mesi...
E così il mio obiettivo nella vita è tornato sopravvivere. Il mio goal della giornata è riuscire a dormire almeno 6 ore, riuscire a mangiare un pasto al giorno, non fare lite con nessuno e fare il conto alla rovescia a quando tutto finirà e sarà disponibile la prima stanza tra quelle che ho trovato... poi si pensa al resto, che se mancano le basi è inutile. Non riesco a studiare a mente serena, è diventato difficilissimo e ci riesco paradossalmente solo in treno dove mi sento completamente in un'altra dimensione: appena varco la soglia di casa non posso concentrarmi. Allo stesso modo tutte le altre cose che avevo avviato per crearmi un lavoro alternativo sono crollate perchè dopo l'accudire i parenti, badare alla casa, studiare e non dormire più di due ore a notte crollo. Resto come uno zombie a fissare il vuoto per ore.
La mia unica gioia è la cagnolina, una barboncina sempre felice e giocosa.
Avevo proprio bisogno di uno sfogo... molti ultimamente li scrivo e non li pubblico, ma credo che parlarne con qualcuno è un primo piccolo passo per migliorare in questo caso. Non ce la faccio più a stare in silenzio.
Sab
02
Lug
2016
Quarto Comandamento
Vorrei chiamare un amico e sfogarmi ma... sono senza un euro su cellulare e a facebook non posso accedere se no poi vedono l'orario di accesso ed è peggio quindi... caro sfoghiamoci.com, eccomi qui!
Di recente mia madre è stata molto male, immobilizzata a casa, e io sono rimasta a casa per dare un po' di sostegno. Lei è una persona molto indipendente e orgogliosa e non ha apprezzato affatto, sin dal primo giorno nonostante non potesse camminare ha provato a rifiutare il mio aiuto e poi l'ha sostituito con quello di una sua amica. Sono rimasta comunque vicino a lei, in caso avesse bisogno di qualcosa, o cercando di farle compagnia a modo mio... mi sono sentita dire da lei che invece è solo una scusa per stare a casa a non fare un cazzo, che non è vero che l'aiuto, che lei fa tutto da sola e se fossi preoccupata starei attaccata a lei 24 ore su 24. Lei non ha idea di quanti pianti mi sono fatta quando è stata al pronto soccorso e nei giorni successivi quando la sentivo gridare nel sonno, mio padre mi ha detto di non mostrare niente ansie altrimenti poi stava peggio. In genere mi sono detta di portare pazienza, perchè lei sta male e parla per rabbia, magari non pensa quello che dice.
Poi è successo che, mentre lei finalmente può camminare anche se sta ancora male, mi sono sentita male io per una settimana. Reazione: non tieni niente, non c'è bisogno che ti facciamo compagnia. Credo di aver beccato una sindrome influenzale, niente di che, ma un giorno sono quasi svenuta: ieri notte, nonostante tutto, mamma voleva andare al mare e poi al centro commerciale e l'abbiamo accontentata partendo alle dieci per fare tutto stamattina. Io stamattina sono stata così male che non potevo stare in piedi: ora mia madre se n'è andata al mare incazzata con me perchè crede che ho finto di stare male per attirare l'attenzione, evitare di andare a fare shopping a quel cazzo di centro commerciale e starmene a casa sul divano a chattare con chissà chi. Mi ha chiuso la porta in faccia prima che potessi ribattere qualcosa e questo è l'unico motivo per cui non sono esplosa rinfacciandole che l'ho accudita per un mesetto... per fortuna. Tanto che posso fare, posso starmene solo a contorcermi sul divano. Come se potessi decidere io a comando quando sentirmi male perchè sono una fottuta masochista e mi piace soffrire e rovinarmi le vacanze, dopo che già ho rinunciato alla mia unica estate senza quei cazzo di esami per accudire mammina, già. Ha capito proprio tutto! Inutile dirlo, io e lei siamo due opposti polari e ho rinunciato da tempo a qualsiasi tipo di chiarimento e confronto... che se ne faccia una ragione di non avere il tipo di figlia che desiderava.
Vorrei avere le forze per alzarmi e prendere il primo treno per una città a caso e sparire un due giorni almeno.
Lun
21
Mar
2016
Sola soletta
L'atteggiamento che hanno a casa mia nei confronti della depressione è molto sconfortante...
Voglio capire a cosa serve negare il responso del medico. La vedono come una sconfitta personale avere una figlia in depressione? Ormai credo sia così... molto meglio negare l'evidenza e fingere che la malattia non esista, che sia una di quelle cose che capitano solo a chi ha disgrazie gravissime e inappellabili.
Io ho trovato il coraggio di dire ai miei della depressione dopo anni e non sono creduta, pensano voglio solo attirare l'attenzione e fuggire dai miei problemi. Ma non è così! Ho chiesto aiuto anche al medico dopo un attacco di panico e sto cercando in tutti i modi di risollevarmi con le mie forze! Ma nessuno mi aiuta, mi sento incompresa e sola nell'affrontare questo "nemico"...
Lun
21
Mar
2016
Senza Titolo
L'atteggiamento che hanno a casa mia nei confronti della depressione è molto sconfortante...
Voglio capire a cosa serve negare il responso del medico. La vedono Com una sconfitta personale avere una figlia in depressione? Ormai credo sia così... molto meglio negare l'evidenza e fingere che la malattia non esista, che sia una di quelle cose che capitano solo a chi ha disgrazie gravissime e inappellabili.
Io ho trovato il coraggio di dire ai miei della depressione anni e non sono creduta, pensano voglio solo attirare l'attenzione e fuggire dai miei problemi. Ma non è così! Ho chiesto aiuto anche al medico e sto cercando un tutti i modi di risollevarmi con le mie forze! Ma nessuno mi aiuta, mi sento incompresa e sola nell'affrontare questo "nemico"...
Gio
01
Ott
2015
Una settimana anni '70
Aaaah... la settimana scorsa si è rotto il mio cellulare definitivamente.Una tragedia, penserete: invece no, io ero felice. Non per il cellulare rotto chiaramente, era vecchio sì ma ci tenevo comunque e ripararli costa quasi quanto comprarne uno nuovo, ma per il fatto per una settimana non ho avuto quei trilli continui, quelle minacce da "se mi ignori o non rispondi subito allora vaffanculo", niente agitazioni supplementari rispetto a lavoro e università.Ho finalmente avuto il pretesto per rincontrare vecchi amici andando sotto il portone o in piazza senza troppi avvisi, squilli, conferme e riconferme via SMS, e soprattutto parlare con loro il giusto tempo. Niente rompicoglioni mentre lavoravo. E in più sono stata da sola col mio gatto tutta la settimana a casa, se escludiamo appunto le uscite coi miei amici.Ma poi sono tornati i miei, stressandomi per il fatto che mi devo sbrigare a trovare una soluzione per questo problema del cellulare, che devo mettere la sim da qualche parte, chiamare tutti e soprattutto stare disponibile 24 ore su 24 anche per loro che se no si preoccupano... già solo davanti a queste pressioni mi è venuta l'ansia.Ora mi sento incredibilmente agitata al pensiero che continueranno i 15 squilli di fila a persona, i "ma cazzo non hai visto il messaggio?!", le litigate al cellulare.Quanto vorrei che non fosse così "obbligatorio" avere il cellulare acceso 24 ore su 24, è molto meno necessario di quello che si pensa... ma vabbeh, tanto io lo spengo lo stesso. PS: non c'entra niente ma volevo ringraziare chi aveva risposto allo sfogo precedente ;___; avevo perso la password e non sono entrata per un sacco di tempo, ma ho avuto modo di leggere i commenti e mi sono tirata su! Grazie a tutti, ragazzi!
Mer
20
Mag
2015
Alcatraz
Non è uno sfogo intelligente, ma ho bisogno di parlarne a qualcuno... onestamente! E onestamente non posso parlare con nessuno, purtroppo, perchè rischierei di ferire inutilmente altre persone.
Comincio col dire che sono fuoricorso da due anni per colpa di un unico esame, l'ultimo, che non avevo nemmeno volutamente lasciato alla fine (era semplicemente l'ultimo rimasto), dopo una carriera tutta 30 e lode, in regola e esami passati brillantemente senza mai doverli ripetere (tranne due, ma alla seconda volta ho comunque preso 30 e non mi sono abbattuta)... e per questo a casa adesso vengo vista come una nullità. E' cominciato tutto il giorno che ho chiesto la tesi: da allora non so per quale anatema, non sono mai riuscita a passare quel maledetto ultimo esame e mi sto vedendo ogni giorno passare davanti deficienti che non hanno mai studiato... e siccome non ce l'ho con nessuno vado anche alle feste di laurea di ciascuno di loro, mi complimento dei loro successi, ecc.
No, non sono invidiosa, non di tutti almeno: alcuni hanno veramente meritato la laurea e per me la loro vittoria, dato che sono amici miei, è anche una vittoria mia. Ma degli idioti no, non lo sopporto. Gente che era al mare mentre io studiavo l'ultimo esame, gente che non ha mai aperto un libro, gente alla mia stessa facoltà che ha passato quello schifo di esame in cui sono bloccata io COPIANDO (io non ho 1010 di vista e nemmeno uno smartphone, ahimè, non posso copiare da internet... ma solo dai bigliettini, che non bastano) e ora... osano pure farmi la predica!!!
La predica! Ma come si permettono?!
"Eh ma sei troppo negativa, eh ma studi troppo, eh ma devi fare come dico io". Come dico io? Tirarmela perchè ho uno straccio di laurea preso per un pelo mentre quando io ero una studentessa modello ti vergognavi anche solo di provare a tirare fuori l'argomento? E' sempre uno schifo vedere come gente che prima mi trattava normale ora mi guarda dall'alto in basso. Il primo anno fuori corso (prima e seconda bocciatura all'esame) riuscivo a sostenere tutto questo, ma al secondo anno fuori corso (questo, con la terza bocciatura consecutiva) dopo essermi abbassata anche ad accettare le ripetizioni (che è una cosa che MAI avrei voluto fare) pur di trovare aiuto, ho cominciato a cedere. Non voglio vedere nessuno, non voglio che nessuno mi parli dell'università o mi faccia domande sugli esami, non posso nemmeno uscire o andare in vacanza perchè vivo con i miei in una città di merda isolata dal mondo e non sia mai dico loro che prendo un treno e vado al nord dai miei amici che poi non studio! Non so come descrivervi questo ultimo anno, ma è stato l'anno peggiore che io abbia mai subito: fino a due anni fa ero indipendente, vivevo completamente da sola in una cttà meravigliosa, avevo tanti amici, ero serena dopo anni di oppressione familiare... ma ora i soldi non ci sono e sono dovuta tornare a casa, sono perennemente sotto il controllo dei miei, col tempo hanno fatto in modo di impedirmi ogni passione che coltivavo: una volta avevo interesse per i viaggi, ma non posso andarmene in giro senza soldi ovviamente, poi i raduni di appassionati di generi (concerti metal, raduni cosplay, ecc), la lettura (ora se non mi vedono leggere libri dell'università sono guai), la scrittura... la scrittura è l'unica che ho difeso con le unghie e con i denti, scrivendo a notte fonda di nascosto sul pavimento del bagno, per quanto possa sembrare ridicolo: ed è quella che odiano più di tutte, perchè mi isola. Come hanno sempre fatto, mi hanno impedito di vedere i miei amici con metodi subdoli: adesso non posso nemmeno telefonare o usare il pc se non quando loro escono, e nell'era in cui se non rispondi subito a un messaggio sei uno stronzo questo mi è costato liti con tante persone... in breve tempo i miei rapporti sociali hanno raggiunto quasi lo zero e quei pochi amici che ho capiscono e sopportano le mie lunghe assenze, ma dagli altri vengo costantemente rimproverata per ogni cosa che faccio (non hai chiamato, non ti fai sentire, non mi hai detto, non hai fatto) che ormai ho il terrore anche solo di vederne uno prima che dica all'altro "ho parlato con Banya" e l'altro "Banya, sei una stronza, hai parlato con Tizio e hai ignorato me!!". Senza contare che tutti mi fanno "ribellati ai tuoi genitori!" come se ci volesse lo schiocco di dita: sì, mi ribello, e poi che faccio? Vado a vivere sotto un ponte? Non trovo lavoro anche se lo cerco e non ho un minimo di risparmi da parte per potermi pagare un mese di affitto da sola... e non parliamo dell'università con le sue tasse. Insomma, piano piano ho cominciato a perdere interesse in ogni cosaa, ora non mi fa alcuna differenza passare una giornata o un'altra e le feste sono solo una gran seccatura: il mio medico mi ha diagnosticato la depressione e a casa, tanto per cambiare, nessuno la prende sul serio. Via di "devi tirare fuori le palle!" e nessuno vede che io ho tentato e ogni tentativo viene ostacolato o non è sufficiente: io da sola non ce la faccio, ho avuto la decenza di chiedere aiuto. Purtroppo per me tutti scambiano l'aiuto con ciò che a loro più conviene per tenermi fuori dalle palle, tutti mi volevano bene quando ero successful e adesso che sono depressa.
Quando ero in anonimo una volta vi ho scritto della mia fobia di telefonare e rispondere alle email (sì, ero io) e, a differenza di altri, siete stati molto comprensivi e mi avete dato qualche consiglio serio (che non fosse "E che ci vuole, basta che fai il numero"). Ho provato a lavorarci su, ma continuo a nascondermi quando sento trillare il telefono troppo a lungo e mi sento estremamente a disagio a rispondere alle email formali: ho deciso di andare da uno psicologo come uno di voi mi ha suggerito, ed eventualmente capire se il problema è più profondo. Coi soldi della laurea, se ne avrò una .-.
Comunque tornado al motivo per cui ho visto rosso e ho sentito il bisogno impellente di sfogarmi: ho avuto l'invito all'ennesima laurea di un'incapace, sui cui demeriti non mi dilungo perchè nonostante tutto è riuscita a terminare prima di me... ci conosciamo da bambine ma non ci siamo mai frequentate perchè siamo sempre state l'opposto: lei è la classica persona festaiola, iper-attiva ed espansiva, che dormirebbe in un sacco a pelo ovunque e ama la baldoria, gli alcolici e la casa piena di amici, io sono solitaria e non amo la confusione - una volta mi adattavo alle feste ed ero molto socievole, ora invece vorrei semplicemente mi lasciassero in pace e non mi forzassero, non so come spiegare, ma non voglio vedere nessuno e l'idea di vedere qualcuno con cui non mi trovo bene, perdendo magari tre giorni di studio (perchè questa vive fuori) con gente di cui non me ne frega un cazzo quando non posso vedere I MIEI amici... mi irrita. Mi irrita tantissimo. Volevo rifiutare l'invito ma non posso: come l'ultima volta mia madre ha promesso AL MIO POSTO che sarei andata e che ero felicissima di andarci e che se non ci vado creo problemi in famiglia e se non vdo pensano che sono invidiosa eccetera eccetera, e quando ho provato a rifiutare... "Eh ma Banya che sicuro fai amicizia!" "Ma dovresti uscire di casa!" "Ma quella è gente a posto, mica come quegli sfigati dei tuoi amici!" "Eh ma perchè sei sempre così negativa! Non ti sai divertire!" ...stavo per esplodere!!!
Senza contare che non m'ha manco invitata di persona e manco se ne frega se ci vado o no alla festa.
Ma vaffanculo voi, le feste di laurea, l'onore della famiglia e pure la prof della tesi che per i continui 'ma Banya vergognati non hai fatto niente' di MIA MADRE (non della prof!) non riesco a contattare nemmeno perchè l'idea di presentarmi con l'ennesimo insuccesso in due anni quando ero la sua più brillante studentessa mi fa sentire una merda... ma andate tutti a fanculo!!! Voglio andarmene via in un posto che nessuno di loro conosce e soprattutto dove nessuno mi conosce e ricominciare daccapo 25 anni di vita completamente sbagliata!
Mer
25
Mar
2015
Stronzate sui fumetti
So che è una stronzata e vorrei sempre avere problemi solo di questo tenore ma...
Mi volevo sfogare su certe rappresentazioni dell'amore nei Media... per una volta non quello alla "Albakiara" e "Melissa P.", lo faccio qui perchè se ne parlo con qualcuno che conosce il genere vengo brutalmente linciata... non si può fare conversazione con nessuno se hai opinioni diverse!
Questa volta ce l'ho con una serie di merda: "Docchi mo Docchi. Same Difference", presunto manga e drama scritti e diretti per lettori omosessuali e non un BL o uno yaoi per una volta. Un miracolo mi ero detta! E il primo capitolo comincia bene: ironico, divertente, prende in giro i luoghi comuni del genere e poi...
Lo schifo.
A cominciare dal romanticiiiissimo "Anche se mi odi, TU SEI MIO!" (e questo sarebbe un presupposto per una storia d'amore? Come se dopo migliorasse, eh), via di luoghi comuni! E dei più beceri anche: stupro sexy, Sindrome di Stoccolma (un evergreen del trash), rappresentazione dei gay secondo criteri vergognosi... non fraintendetemi, io sono pro LGBT, ma la rappresentazione che viene fatta di queste categorie nei media a volte mi pare snaturata e mi infastidisce parecchio. Avete presente quelle scene in cui uno è l'uomo e l'altro è la donna con il pene? Ecco. Ma non la donna normale. La donna dell'amore cortese, tipo verginella pura fuori dal mondo che non sa neanche cos'ha tra le gambe, che arrossisce, lacrima e balbetta come una fanciulla e viene trattata... scusate, trattato... in un modo maschilista dal suo partner, che ovviamente la prende contro la sua volontà dicendole che è amore.
Che bella visione (contorta) che danno dell'immagine di una relazione... e va bene, sono media, nessuno diventerà uno stupratore leggendo una serie stupida come Same Difference, ma è davvero così difficile fare un prodotto di qualità basandosi per una volta su una storia NORMALE con una storia d'amore che non è un rapporto in cui un partner abusa dell'altro? O magari dare una visione un po' più realistica? A volte penso che il mercato ci ritenga idioti e ed effettivamente idioti sono quelli che "OMG ma è troppo fikoh Tizio che stupra Caio!!!".
Perchè sto facendo questo sfogo? Perchè non ne posso più di sentire le mie compagnie d'università parlare di queste serie di serie Z (ci sono dei BL belli ma sono rari, non faccio di tutta l'erba un fascio) tutte contente, ispirate, quando poi io invece parlo di, che so, un libro di Tanizaki (l'autore de "La Chiave", quella trasposta da Tinto Brass per intenderci) tutte subito "Nooo ma che schifo quei libri sono per maniaci!" ...e poi magari mi sento pure dire "Voglio un uomo come lui", PRENDETEVELO, VE LO REGALO, che io l'ho avuto veramente il pretendente maniaco, stalker, manipolatore e possessivo, ma è stato un incubo!E poi per la delusione cocente di aver perso tempo a leggere una serie che pensavo fosse bella e invece si è rivelata uno schifo quando avrei potuto impiegare quel tempo a leggere qualunque stronzata di calibro superiore.
AAAAAAH... mi sento meglio! ^^
(Il "Ti sei pentito" ovviamente è riferito all'averlo letto)
Dom
22
Mar
2015
Friendzone
Ho scritto varie volte confessioni con l'anonimo, alla fine ho deciso di iscrivermi e farlo con il nickname.
Sono molto contenta che qui nessuno mi abbia mai aggredita e che, anzi, voi abbiate cercato di darmi qualche consiglio perdendo qualche minuto del vostro tempo per i miei sfoghi, pur non conoscendomi... e spero che questo non cambi le cose.
Dato che molti parlano delle proprie esperienze negative con "ragazze che mi hanno ingannato" o "le donne sono tutte troie, mi hanno usato" vi voglio raccontare la mia esperienza, così potete leggere anche l'altra faccia della medaglia.
Ho frequentato per un buon periodo di tempo un ragazzo (nome di fantasia: Luca) principalmente perchè lui non ha voluto mollare. Non abbiamo cominciato nel migliore dei modi: io non avevo mai avuto un ragazzo o un'esperienza di alcun tipo, lui al terzo appuntamento mi chiuse in macchina e mi mise le mani addosso dicendo che io dovevo capirlo che per portarmi fuori tre volte lui di certo non lo faceva senza un interesse e che a tutte le tipe che frequentava lui piaceva il suo modo di fare; la cosa finì, neanche troppo sorprendentemente, con uno spintone per lui e io che sono uscita dalla macchina senza salutare. Lui se la prese con me, dandomi della bambina, che quelle come me manco all'asilo nido, e che dovevo dirgli subito che non mi piaceva se no poi soffriva. Ebbene, io gli dissi la verità: punto uno, poteva cercarsi le donne adeguate alle sue esigenze, punto due, non mi piaceva, lo conoscevo troppo poco e soprattutto mi sembrava una scusa per dirmi 'senti non voglio perdere tempo con una che non me la da, dimmelo subito così passo a un'altra'.
A lui stranamente questa cosa è piaciuta assai e da allora si è intestardito.
Nonostante io all'inizio fossi restia, complice un'amica di merda mia e il suo cugino, alla fine ci incontrammo di nuovo e cominciammo a uscire un po' più spesso. Studiavamo in due città diverse e quindi non ci vedevamo molto di frequente, se sommassi le nostre uscite potrei racchiuderle in un mese diciamo: capisco che lui comincia ad affezionarsi troppo, cerco di mettere un po' di distanza e preventivamente gli ricordo che io lo vedevo come un'amico. Anche se non mi invitava mai in vacanza con lui, non mi invitava alle feste (ci andava solo coi suoi amici e guai se mi autoinvitavo) e in generale in qualunque posto che non fosse l'unico dove non potevo andare, ossia casa sua quando era libera.
Lui, l'ho capito molto dopo, non mi ascoltava: il semplice fatto che non gli togliessi il saluto sembrava un 'prima o poi ci sta'. Alternava momenti romantici in cui davvero ero sul punto di cadere ai suoi piedi credendolo il mio uomo ideale a momenti di assoluto trash in cui mentre camminavamo per strada all'improvviso mi sbatteva contro un cancello per provare a fare cose, dicendo che finalmente non c'era un tavolo a separarci e che in fondo lui si sentiva rifiutato dai miei continui "no".
E poi via con la tiritera: se mi rifiuti mi spezzi il cuore, ecc. voleva farmi sentire in colpa, ma gli volevo bene, più di un amico, e anche se non mi attraeva fisicamente ero disposta a passarci su. Gli dico comunque che continuo a vederlo come un amico e per sempre sarà così per me, se non gli stava bene potremmo non vederci più: e lui, di nuovo, che era tutto ok. Ma questo solo perchè non c'era ombra di altri uomini all'orizzonte e si credeva l'unico.
Alla fine mi baciò: lui per me è stato il primo, non avevo mai baciato nessuno e... non ho provato assolutamente nulla. Bruttissimo campanello d'allarme. E lì ero ancora più decisa a fermarlo prima che fosse tardi, anche se avevo capito che ormai avrebbe sofferto molto: come se non bastasse, quando provai a dirglielo lui mi fermò dicendo che se gli davo una risposta negativa allora lui avrebbe sofferto per mesi e non si sarebbe laureato, che da me dipendeva la sua laurea, ecc. Sarò stata sciocca, mi sentii in colpa e lo presi in parola: non volevo che si rovinasse i suoi brillanti studi e che, in un periodo così stressante, lui avesse anche da soffrire una delusione amorosa; gli dissi che il giorno della sua laurea gli avrei dato una risposta, perchè lui insistette che dovevo dargliela il giorno della sua laurea.
Fino ad allora non lo chiamai nemmeno una volta.
Mi sono fatta nove ore di treno da sola con cinque cambi muovendomi in una città che non conoscevo per non mancare: ero, in realtà, ancora indecisa ma ero felice di prendere parte alla sua laurea. Gli volevo comunque bene, e molto.
Però quel giorno, dopo un brillante 110 e lode, mi lasciò con i suoi amici che cominciarono a insultarmi perchè "non gliela da" e "ma manco il culo si fa toccare", vengo a sapere anche di un paio di ragazze extra di cui non sapevo niente (non gli facevo domande, lui invece era talmente geloso che mi telefonava di notte dicendo che mentivo e che ero con altri uomini a fare porcate) poi fece in modo di farmi perdere l'unico treno che avevo per tornare a casa in modo che fossi costretta a stare da lui anche se sapeva benissimo che non potevo e una volta a casa mi mise sul letto e provò subito a sdraiarsi su di me e baciarmi e... insomma, non resisteva e come capii dopo grazie a qualche frase degli amici suoi, aveva in mente questo sin dall'inizio e loro si erano organizzati per aiutarlo a rimorchiarmi (Mi avevano fatto anche bere un po', sfortunatamente per loro meno di quello che avrebbero voluto)
Due di picche fulminante, prendo la valigia e me ne vado.
Mi faccio di nuovo impietosire e il giorno dopo ne parliamo, ma non gli permetto di baciarmi. Sembrava tutto a posto... poi vado a casa, mi telefona, comincia a darmi della troia, che l'ho illuso, che per forza dovevo avere un altro, che lui aveva parlato coi suoi amici... ma, udite udite, che le donne che pensano non vanno bene!
Da lì ho smesso di parlargli. Con difficoltà, perchè ero molto affezionata a lui, ho smesso di rispondere ai messaggi, alle chiamate, ogni cosa. Era l'unico modo rimastomi per evitare che lui continuasse a soffrire: meglio una bella botta, ma affrontarla il prima possibile, non era ancora troppo tardi. E poi perchè, francamente, m'ero anche rotta dei suoi ricatti morali e avevo capito che non faceva per me, lui, la sua comitiva, la sua famiglia, non era la vita che volevo - e di questo, ovviamente, mi è stata fatta una colpa. Ok, laureato con 110 e lode, tenace, e poi? E' abbastanza per sentirsi obbligati a concedere la propria vita come "reward"? Ho fatto incubi per mesi in cui noi facevamo pace o in cui lui tornava a darmi della troia senza motivo, e mi sono chiesta a lungo quanto involontariamente crudele sono stata con lui.
Naturalmente per chiunque la vittima è solo lui, io sono la troia senza cuore. E' solo perchè sono stata onesta: ma che voleva da me? Che la risposta magicamente cambiasse? Che mi dovessi sentire obbligata a dirgli "Sì" o a dargliela perchè una volta mi ha offerto la pizza e per la tenacia di essermi stato appresso tanto tempo? Che la risposta o era quella che voleva lui o io ero una troia? E che magari lo illudessi di più, che lo costringessi a farmi regali costosi da fidanzamento, che fingessi di amarlo per vederlo contento dieci minuti e poi farlo soffrire peggio dopo? Ma che colpa ne ho io se ho provato in tutti i modi?! Ho provato persino a farmelo piacere! Avrei dovuto ricorrere al silenzio categorico sin dall'inizio? Ci ho provato, non me ne ha dato l'occasione... apprezzo la tenacia che ha avuto con me. So che non ne troverò un altro come lui, da questo punto di vista, e mi dico "meno male" per molti altri punti di vista.
Alla fine non sapeva più che dire di me e mi ha chiamata "troia". E lui non è un poco stronzo, scusate?
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