Mar

23

Ago

2016

S.O.S-vi racconto la mia vita

Sfogo di Avatar di stufastufa | Categoria: Ira

Questo post è chilometrico, ma chiunque avesse la pazienza di leggerlo avrebbe tutta la mia gratitudine. Non sono mai riuscita a farmi capire da nessuno, e lo so che allora è un po' stupido riversare la propria sofferenza in internet...ma il sito dice "sfoghiamoci" e allora io lo faccio in grande, no?

 

Sono nata da una madre e un padre che all’epoca avevano rispettivamente 39 e 54 anni. Lei con la terza media, proveniente da una famiglia povera del Veneto e con alle spalle gravi abusi fisici e psicologici da parte di mio nonno materno su tutto il suo nucleo famigliare. Mio padre lombardo DOC, proveniente da un paesino bergamasco dell’anteguerra e orfano a pochi anni di mio nonno paterno; passato per la seconda guerra mondiale nei primi anni della sua infanzia dato che è nato nel 1938. Queste condizioni sfavorevoli di vita li hanno portati a essere persone problematiche: ansiosi, angoscianti, freddi, sfiduciati e degli incompetenti emotivi totali. Mio padre non ha mai fatto carezze, dato baci o scherzato su qualcosa, non ha mai fatto un regalo se non precedentemente concordato; mia madre faceva qualche carezza, ma era sempre cupa e vittimistica, e passava il tempo a lavorare o andare a messa e confessarsi, dato che era cattolica estremista.

 

Nonostante ciò hanno fatto subito un figlio quando si sono conosciuti (mia madre aveva 19 anni…), poi per vent’anni basta, niente più figli, finchè alla soglia della menopausa precoce di mia madre, in quello che mi hanno detto essere stato l’ULTIMO dei loro tristi rapporti sessuali, sono stata concepita per errore.

La prima accoglienza che ho ricevuto in questo mondo, la prima emozione che ho sentito, anziché la classica gioia di due persone che stanno per diventare genitori, sono state la paura terribile di mia madre e la proposta di mio padre di abortire. E il fatto che lei abbia voluto tenermi solo per fare un dispetto a mio padre e perché aveva paura di andare all’inferno se si fosse presa delle libertà col suo embrione… non è di grande consolazione.

Poi se ne sono fatti una ragione e si sono buttati nell’impresa di crescere un altro bambino cadutogli fra capo e collo, ma intanto il danno era già fatto. Da che sono venuta al mondo, già dalla prima settimana in ospedale, mi sono rifiutata di mangiare. Ero deboluccia e non avevo la minima voglia di crescere come gli altri bambini, non passava più di un mese senza che mi venisse qualche malattia. Al nido e all’asilo piangevo e vomitavo tutte le mattine. Vivevo in simbiosi con mia madre, che mi “amava” ma al tempo stesso mi avvelenava col suo attaccamento perverso, con la sua ansia, con le sue paure irrisolte. Ora so che soffriva di depressione clinica e con tutta probabilità anche di psicosi, ma nemmeno questo è granchè consolante. All’epoca non lo sapevo e per me lei era una figura d’attaccamento mostruosa, una fonte di affetto tossica, da cui però dipendevo. Tutte le sere prima di dormire mi raccontava le atrocità che faceva mio nonno alla famiglia, mi faceva guardare i film horror, riteneva normale che io alla richiesta di disegnare “la mia famiglia” producessi una schiera di crocifissi.

Mio padre, invece, era ed è sempre stato assente. A volte provava a giocare con me, ma forse non ne aveva granchè voglia o si sentiva stanco e impacciato, perciò non ci si impegnava molto. Lavorava tutto il giorno, e anche mia madre ha ripreso a lavorare tutto il giorno quando io avevo pochi mesi. Sui suoi diari c’è scritto che ero una bambina buona, socievole, che non cercava granchè le coccole ma intanto saltava in braccio agli sconosciuti. Io aggiungo che già allora dimostravo di essere sveglia e intelligente, che ero curiosa di tutto e mi piaceva scoprire il mondo. Non ero granchè bella ed ero sotto gli standard di crescita normali, infatti credo che lo sviluppo dell’intelligenza sia più che altro una reazione al fatto di non essere ammirati per altre qualità come l’altezza o l’aspetto fisico. Non so se sia così per tutti, ma per me lo è stato di sicuro.

Cercavo in ogni possibile modo di essere amata, di ricevere quell’amore pulito e incondizionato che i bambini dovrebbero avere, e che io non ho mai conosciuto. L’amore che ricevevo era sempre legato a qualcosa che facevo o non facevo, mi veniva detto di darmi una calmata, di smetterla di piangere e star male, di star seduta e buona, di “mettermi nei panni di mia madre” ecc. Mio fratello, ormai grande, è uscito di casa quando io avevo 4 anni, enfatizzando la depressione e l’isteria di mia madre e inasprendo il clima famigliare.

La casa che ricordo è un appartamento che nessuno puliva, pieno di giochi e libri e quindi di stimoli cognitivi (non posso dire che i miei genitori me li abbiano mai fatti mancare), ma pieno anche di inquietudini e odio e vuoto di stimoli emotivi. Mentre io ero una bambina estremamente sensibile, che avrebbe preferito di gran lunga usare il canale emotivo e corporeo più che quello logico.

Appena ho imparato a parlare sono stata tirata in ballo nei litigi di coppia; appena ho avuto la schiena abbastanza dritta per reggermi su un seggiolino della bici sono stata sbolognata tutto il giorno all’asilo nido e poi all’asilo, e quindi fino a sera da mia nonna. Mi sentivo abbandonata e tradita, ma all’epoca queste emozioni non avevano questi nomi. Venivano fuori sotto forma di sintomi psicosomatici e di un senso di dolore e oppressione terribili, che mi facevano scoppiare a piangere disperatamente non appena qualcuno mi spaventava o mi criticava. Perché, pensavo, se non si accorgono nemmeno di me, se non conto abbastanza da valere un po’ del loro tempo, allora sicuramente sono io che ho qualcosa che non va.

Già allora avevo problemi coi coetanei. Da una parte ero un esserino giocoso ed espansivo, coinvolgevo tutti in giochi di ogni tipo e, devo dire, molto fantasiosi; dall’altra ero estremamente insicura e mi appiccicavo tutto il giorno alla porta a vetri per vedere se arrivava la mamma. Questo era dovuto al mio non sentirmi abbastanza amata, ma soprattutto al bisogno patologico che mia madre aveva instaurato nei miei confronti: mancandole il primo figlio e odiando il marito, io ero diventata il suo unico appoggio affettivo. E così si aggrappava a me, in un’età in cui se tiri troppo forte si spezzano le braccine e le mani. Non sono mai riuscita a reggere tutta la sua ombra, ma al contempo avevo un disperato bisogno di guarirla, volevo che stesse bene e che sorridesse, e che mi volesse bene… e nell’ideale di onnipotenza che hanno tutti i bambini, probabilmente mi ero messa in testa che era colpa mia se lei non stava bene, che se mi fossi comportata meglio o adeguata a ciò che mi chiedeva, allora avrei potuto operare il miracolo. Ovviamente non è stato così. Ma quella bambina di pochi anni crede ancora di poterlo fare, di essere la causa delle malattie mentali di una madre che a sua volta è stata maltrattata e abusata dalla famiglia.

 

Inevitabilmente, insieme alla voglia di prendermi cura di lei, in un’età inappropriata in cui avrei avuto io per prima bisogno di cure, è germogliato un senso potente di risentimento e di rabbia nei confronti di questa famiglia incompetente che mi lasciava maltrattare dalle suore (forse il termine corretto è abusare, dato che suor Giuliana mi portava in una stanza vuota, mi tirava giù i pantaloni e mi sculacciava per vari minuti sulla pelle nuda; oppure mi metteva al centro della classe e ordinava agli altri bambini di umiliarmi finchè non avessi smesso di piangere), che mi lasciava soffrire senza offrirmi un appoggio sicuro e fingeva di non vedere il mio dolore -o forse non lo vedeva davvero-, che mi diceva che il mio malessere era una sciocchezza, che mi faceva dubitare di me stessa e di ciò che avvertivo dentro di me (ancora adesso ho un grande bisogno che le persone mi credano quando gli dico le cose, tanto che mi sento in dovere di spergiurargliele anche quando sono vere e quindi sembra che io stia raccontando cavolate…), che non offriva nessun tipo di contenitore e di esempio per la mia personalità in formazione.

Credo sia per questo che dentro di me c’è sempre stato un lato libero, indipendente e selvaggio; e insieme un altro molto instabile e impaurito, tipico di chi non ha avuto delle fondamenta stabili all’inizio della sua vita. La terza cosa che è nata in me in quel periodo, oltre al desiderio di guarire la mia famiglia e all’odio, è il senso di colpa per non essere riuscita nel mio intento. E’ da lì che nasce la mia idea di essere sbagliata. Non sono riuscita a compiacere la mia famiglia abbastanza da farmi desiderare e amare… abbastanza da farmi quantomeno accettare per quello che sono… e quindi ne ho concluso che se nella mia vita qualcosa va male l'imputato sono sempre io.

Dopo l’asilo è arrivata la scuola. A scuola stavo bene. Facevo amicizia abbastanza facilmente, ero più sicura che all’asilo, mi piaceva studiare e mi stavano simpatiche le maestre. Le elementari sono state effettivamente il periodo più tranquillo della mia infanzia. Avevo dei momenti in cui ancora piangevo a dirotto o manifestavo un’insolita timidezza, però nei miei ricordi sono molti di più i momenti belli di quelli negativi. Il mio disagio si era momentaneamente addormentato e veniva fuori solo nei disegni e nelle tematiche macabre dei miei giochi. Il resto erano compiti, attività in classe, intervalli in giardino. Ero molto creativa, molto brava in tutte le materie (tranne educazione fisica, cosa comprensibile dato che la mia famiglia non ha mai considerato il corpo o l’ha mortificato, e mi diceva sempre di star seduta e non essere “irruenta”, anche se magari stavo facendo una semplice corsa per casa o al parco come fanno tutti i bambini…). Non sono sicura che siano nati qui i primi problemi di invidia dei miei compagni verso di me, ma probabilmente dalla quinta elementare ho iniziato a rendermi conto che io ero più avanti degli altri e che se “esageravo” nel mostrare la mia intelligenza loro ci rimanevano male e mi escludevano.

Questa cosa è invece esplosa alle medie, soprattutto gli ultimi due anni. Le medie sono state in assoluto il periodo peggiore della mia vita. Nei primi mesi no, non ancora, perchè ci dovevamo tutti ambientare e a me piaceva l’idea di studiare materie un po’ più “difficili”, anche se in classe quasi sempre mi annoiavo dato che la mia testa correva avanti e (senza falsa modestia) molte cose le sapevo già. All’inizio infatti alzavo la mano continuamente per rispondere alle domande, facevo temi lunghi e dettagliati, sproloquiavo di materie scientifiche e, a parte la solita ora di educazione fisica dove i miei coetanei si prendevano tutte le loro rivincite, ero la migliore della scuola.

E’ stato allora che i miei compagni hanno iniziato a odiarmi. Prima gli davo solo fastidio, col passare del tempo l’intera classe (tranne le mie uniche due amiche) ha deciso che era ora di mettermi un freno. Così tutti hanno iniziato col parlarmi alle spalle, poi in faccia apertamente; a prendermi in giro per qualunque cosa mi mettessi addosso o mi piacesse (poteva essere un libro, un astuccio, una felpa, una musica… qualunque cosa). Non mi invitavano più alle feste, e se io gli portavo comunque un regalo di compleanno loro lo buttavano nel cestino davanti a me; mi scrivevano offese sul banco, mi nascondevano le cose o le buttavano via, una volta sono tornata dall’ora di educazione fisica e ho visto che qualcuno mi aveva vomitato nello zaino. I maschi più violenti mi minacciavano anche fisicamente, chiedendomi se volessi botte, facendo cricca all’ingresso della scuola e spaventandomi quando uscivo. Fra loro e fra mia madre che mi ripeteva continuamente di quanta gente ci fosse nascosta dietro i cespugli pronta a saltarmi addosso, il semplice tragitto casa-scuola per me si trasformava in un bagno di paura.

Il risultato è che io mi sono isolata sempre di più e, come difesa, ho idealizzato la mia intelligenza. Mi ritenevo un essere superiore, troppo particolare per scendere a patti con gente del genere e col loro mondo fatto di parolacce, fotografie di attori, sputi, bigiate e minacce. La mia prima adolescenza è costellata di ricordi solitari, di me che mi chiudevo in classe a leggere anche quando c’era l’intervallo, di me da sola nella mia stanza che facevo i compiti e mi intrattenevo con le mie fantasie, di me che scrivevo e vincevo premi letterari e partecipavo a show televisivi, ma intanto non avevo praticamente nessuno con cui parlare senza essere giudicata, senza la preoccupazione di dover essere “simpatica, easy, una ragazzina come gli altri”.

 

Quello è anche il periodo in cui ho ricevuto un sacco di critiche sul fatto che ero troppo seria, che dovevo muovermi a farmi degli amici e uscire per fare “cose da ragazzi” con loro, che dovevo vestirmi da adolescente e ascoltare musica da adolescenti e -per piacere!- non eccellere in ogni cosa, altrimenti tutti mi avrebbero odiato a morte!

E io invece, col carattere guerriero che ho, anche se dentro ero spezzata in due e mi sentivo triste come non so cosa, ho perseverato nel prendere tutti voti massimi, nell’ascoltare la musica che volevo e nel vestirmi come cavolo mi pareva. Era quel meraviglioso periodo in cui non accettavo di scendere a patti con le critiche. Non mi scivolavano addosso: le prendevo tutte in pancia come delle frecce e mi ferivano tantissimo, ma quantomeno non gli sottostavo. In quel periodo ho iniziato ad andare dalla psicologa, perché non sapevo dove sbattere la testa e mi sentivo un alieno totale rispetto al mondo che mi circondava.

 

A scuola era uno schifo, tornavo a casa e trovavo una situazione sempre più degenerata, con due persone ormai quasi estranee che si urlavano contro e mi coinvogevano nei loro meccanismi malati; con mio fratello distante e con un figlio da crescere, un fratello a cui non veniva detto mai niente su quello che stava succedendo in casa; senza un vero amico se non quelli che stavano dentro la mia testa e senza nessuno che mi desse un esempio o un modello da seguire.

La psicologa è stata una benedizione per me, e probabilmente grazie a lei ho imparato ad avere fiducia nella psicologia. Mi ha aiutato a finire le medie senza rimanerci secca, anche quando i miei compagni sono passati dalle parole ai fatti e, l’ultimo giorno di scuola, mi hanno lanciato un banco addosso. Anche quando per urlare il mio odio ai miei genitori e al mondo ho bevuto un flacone di detersivo e sono finita in ospedale. Quando finalmente è passato quel periodo, ho fatto un anno di liceo classico, buttandomi nello studio in un modo talmente maniacale che sono crollata appena finito un semestre. La situazione a casa era sempre peggio. Litigavamo tutti con tutti, tutti i giorni. Mia madre faceva gesti teatrali come inseguirmi con un martello o lanciare oggetti per terra, mio padre faceva la “roccia” e la ignorava, facendole venir voglia di strillargli dietro ancora di più per smuoverlo e fargli dire qualcosa (un comportamento che purtroppo capisco, dato che lo sto attuando pari pari a mia volta…).

 

Io mi chiudevo nella mia camera e scrivevo. Nell’estate tra le medie e il liceo ho scritto il mio primo romanzo, senza dire niente a nessuno. I miei genitori non hanno saputo niente, se non quando un editore l'ha pubblicato a proprie spese tre anni dopo… quando l’ho finito ho brindato da sola con me stessa, in cucina, nel buio della notte. E' stato il momento più felice della mia vita.

Mi ricordo tantissimo, ma proprio sulla pelle, quanto soffrivo in quel periodo a causa della mia età. Nessuno mi dava retta perché dicevano che ero troppo giovane, ero minorenne e quindi per lo Stato non esistevo e non potevo firmare da nessuna parte, quando scrivevo su internet mi scambiavano per un troll che si “spacciava per una ragazzina”. Mi sono sentita dire che le mie poesie erano troppo complicate e troppo tristi per una della mia età, che le femmine non devono scrivere cose così paurose o violente, che sembravo depressa o autistica, che mi dovevo vivere la mia vita e imparare a godermela. Tutto questo ovviamente detto da gente che non aveva la minima idea di quanto fosse vasta la gamma delle emozioni che provavo, di quanto fossi sensibile e di come godessi di cose che loro nemmeno capivano, come l’estasi della bellezza di una musica, trovare un buon libro in biblioteca, stare nella natura che mi è sempre piaciuta da morire, stare coi miei due amici a PARLARE di noi stessi e condividere le nostre giornate e il nostro affetto, anziché a ubriacarci e drogarci.

 

Mi piaceva viaggiare, mi piaceva vedere i quadri e i musei, adoravo leggere e giocavo ai videogiochi (di tutti i tipi, dai medievali e fantasy al simulatore d’aerei) come se non ci fosse stato un domani. A guardarmi da fuori adesso, a distanza di tempo, avrei detto a me stessa che ero una ragazza assolutamente normale, che magari si vestiva con tute larghe o maglie etniche anziché stivaletti e calzamaglie, che traeva nutrimento e vita da cose più “mature”, che era un po’ taciturna ma quando si trovava nell’ambiente che le piaceva allora si trasformava nella più solare delle persone.

Ma allora ero davvero convinta di essere diversa, e dannata. Non sapevo cosa fare per piacere di più agli altri, non sopportavo più di vivere in casa coi miei genitori, non sopportavo la mia vita. Ho iniziato un altro periodo di protesta verso la mia famiglia, con un comportamento anoressico che in realtà era un vero e proprio sciopero della fame, in cui mi sono ridotta a poco più di 30 kg e sono finita di nuovo in ospedale con la chiara intenzione di morirci.

Ma non è successo. In ospedale è scattato qualcosa e ho ripreso a mangiare. Sono andata a casa e ho espresso chiaramente ai miei che me ne volevo andare. Ho preso possesso dei soldi che mi aveva lasciato mia nonna e a 16 anni ho comprato una piccola casa, la MIA casa. Ho trovato lavoro in panificio, cosa che mi costringeva ad alzarmi all’alba e spararmi tre ore complessive di treno e pullman al giorno, ma ero felice. Vivevo come volevo io, mangiavo quello che mi piaceva (ero vegetariana da un paio d’anni e mia madre era sempre stata contraria a questa scelta), potevo usare i soldi che guadagnavo per tutto quello che mi serviva. I primi tempi ho avuto paura di non farcela, mi sono scontrata con le bollette da pagare e il fatto che io non potessi avere un conto in banca poiché minorenne; con la solitudine di una casa vuota, col fatto che ovviamente la gente non si risparmiava i commenti sul fatto che solo una disadattata o una sfigata va a vivere da sola a quell’età…

 

Dopo un anno e mezzo di quella vita, ho deciso che lavorare andava bene, ma forse era meglio anche finire le superiori e prendermi un diploma. Così ho messo in pausa il lavoro serio e ho fatto solo lavoretti saltuari, mentre recuperavo gli anni come privatista. E’ stato davvero, davvero difficile. Ero stanca morta, avevo pochi soldi, ma ce l’ho fatta comunque. Sono uscita con 97 su 100.

Il diploma mi aveva caricato molto. Ormai mi ero stabilizzata in casa mia, stando separata dai miei genitori riuscivo a parlarci di più, avevo deciso che avrei provato il test di medicina e che intanto per quell’estate avrei fatto una festa e viaggiato. La festa del diploma è stato l’ultimo momento di pace che ricordo. Eravamo tutti nel giardino a casa di mia madre, con fiori e candele, un sacco di cibo e persino un illusionista che avevo invitato per intrattenere gli ospiti. Ho delle foto di tutti noi con corone di foglie in testa e dei bellissimi sorrisi, sorrisi che non ho mai visto nella mia famiglia.

E poi la mazzata, perché quell’anno del cazzo era il 2011. L’anno in cui ho fallito il test di medicina per un punto e mezzo. L’anno in cui non sapendo cosa fare come università, anche perché quasi tutte erano col test di ingresso e ormai le date erano passate, ho deciso di trasferirmi vicino a Bologna per fare erboristeria e ho affittato la mia preziosa casa a un ragazzo che si è rivelato essere un delinquente. L’anno in cui la mia famiglia mi ha taciuto il tumore mortale di mia madre, per abbastanza tempo da farmi portare tutte le mie cose a centinaia di chilometri da Milano per poi farmi cadere dal pero in una serata di settembre, quando l’ho trovata in bagno che vomitava feci e siamo corsi immediatamente in ospedale, e allora sono stati costretti a dirmi cosa stava succedendo.

 

Immaginatevi me, in una casa in affitto in Emilia-Romagna, che inizio un’università nuova senza il minimo appoggio morale di nessuno, e intanto provo a cercare lavoro a Bologna, e nel mentre vengo a sapere che mia madre sta morendo e che il mio inquilino, che non mi paga e mi sta sfasciando la casa, va sfrattato con una procedura legale lunga e costosa.

Le uniche cose che mi hanno salvato in quel periodo sono state la scrittura e la spiritualità. Frequentavo un gruppo neopagano, una cosa che mi ha arricchito molto e che mi ha aiutato a pensare alla morte come una porta che da un’esistenza conduce a un’altra. Che mi ha aiutato a vedere un po’ di magia e di sacro in ogni angolo del mondo e in ogni stadio della vita umana, anche quelli più difficili.

Mia madre è morta quasi subito, il giorno di Natale del 2011. Sono stata io la prima a trovarla morta. Già da un bel po’ le somministravano morfina e quindi non si rendeva conto delle cose, ma ricordo che quella mattina aveva gli occhi perfettamente assennati, anche se immobili, e un’unica lacrima che le scendeva da una palpebra. Sono sicura che si sia resa conto di cosa stava capitando. Proprio il giorno dopo è morto anche il mio coniglietto, dopo dieci anni di onorata vita. Ho sempre detto che me li immagino insieme nell’aldilà, con lei che cerca il trifoglio per il suo piccolo amico. Finalmente libera. Finalmente sana. Finalmente se stessa.

 

Io ho retto il colpo abbastanza bene, anche se pure a distanza di anni continuo a piangere. Credo invece che mio fratello non si sia più ripreso. Nella mia famiglia le donne non sono mai state molto considerate e il loro “posto” è sempre stato la pelatura delle patate in cucina, ma sotto sotto tutti i maschilisti venerano la propria madre e, in sua mancanza, affibbiano le sue competenze (anche affettive) alla diretta erede. Cioè io. L’ultima donna rimasta fra i parenti stretti.

Questo è un ruolo che io ho rifiutato subito. Secondo i fratelli di mia madre, io avrei dovuto prendermi cura di loro come faceva lei, anche se ormai sono belli che adulti; secondo mio fratello, io avrei dovuto fare la badante di mio padre e prendermi cura di lui ora che lei non c’era più, nonostante loro due si fossero detestati apertamente e negli ultimi mesi prima che lei si ammalasse avessero (finalmente!) scelto di vivere separati anche se la religione cattolica vieta il divorzio.

Io ho detto a tutti che nessuna di queste “mansioni” mi passava nemmeno per la testa.

Sono tornata a Milano, sentendomi dire da mio fratello che ero una pazza che non finiva mai quello che portava a termine (eh sì, contorto il ragazzo… da una parte voleva che io mi prendessi cura di mio padre, ma dall’altra non gli stava bene che io tornassi a Milano. Bah). Ho trovato un lavoro che pagava bene e ho preso una casa in affitto in città, nel mentre che sfrattavo l’inquilino imbecille.

E intanto ho provato, per la seconda volta, il test di medicina. Però stavolta ho voluto andare sul sicuro e ho fatto anche quelli di professioni sanitarie e di psicologia, sperando che almeno in uno sarei entrata…medicina no. Inarrivabile. Ma sono entrata negli altri due, fisioterapia e psicologia. E ho scelto psicologia. Così sono passati i miei primi due anni di università, un anno con un po’ di lavoro, poi un periodo senza lavoro, poi un periodo massacrante di lavoro in un ristorante in cui ho perso un sacco di esami. La vita non andava bene, anche se avevo pubblicato il mio secondo romanzo, facevo teatro ed ero riuscita a riprendere possesso della mia casa. Non ero riuscita a farmi un solo amico all’università, odiavo Milano e abitavo comunque a più di un’ora di treno+pullman dalla città. Mi sentivo isolata e molto, molto sola.

 

E’ stato in quel periodo che ho conosciuto su internet un’amica torinese. Siamo entrate subito in sintonia, eravamo molto curiose di conoscerci e scambiare esperienze. Lei era una persona un po’ triste e anche lei con una famiglia del cavolo, ma abbiamo allacciato subito una di quelle amicizie intime, brucianti, praticamente da sorelle. Dunque mi sono trasferita a Torino a finire la triennale, sia perché avevo sentito parlare bene dell’università di psicologia e avevo l’intenzione di farci la magistrale, sia per stare vicino a lei. Ho fatto abbastanza fatica coi documenti per l’università, ho fatto una grande fatica a dirlo a mio padre e a mio fratello.

 

Entrambi erano assolutamente scettici sul fatto che io finissi l’università, mio fratello mi ha proprio detto in faccia che tanto sarei tornata a Milano dopo qualche mese con la coda fra le gambe, proprio com’era successo con Bologna. Ma non l’ho fatto. Ho affittato prima una mansarda in centro e poi una casa più grande, dove sto scrivendo in questo momento. Ho incontrato finalmente delle amiche serie che facevano psicologia come me, e con loro posso dire di aver vissuto veramente i momenti di apprensione, follia e giovinezza della vita universitaria. Penso che loro, in particolare una, siano state le uniche persone al mondo ad accettarmi veramente, con tutti i miei casini e il mio passato problematico, senza volermi aggiustare, cambiare o distruggere.

 

L’anno scorso mi sono messa a dare esami a raffica per recuperare il tempo perso e riuscire a laurearmi. Ho ottenuto il mio risultato, mi sono laureata in corso e con un voto più che dignitoso. Ma intanto mi sono lasciata indietro un sacco di momenti di vita, di rapporti umani non vissuti, di giorni sereni che ho riempito solo con ansia e stress.

Mio padre e mio fratello hanno reagito alla mia laurea con un “ah ok, brava…”. Niente regalo, niente festa. Ovviamente. Non so bene per cosa mi voglia punire mio fratello, so solo che da quando sono a Torino non è mai venuto a trovarmi e non mi parla più nemmeno al telefono. E i suoi figli non vogliono vedermi. Quelle rare volte che ci vediamo dicono che io sono la zia “pazza e strana”. 

E mio padre…ho cercato con tutta me stessa di aggiustare le cose, parlarci, provarci, risvegliare UN MINIMO di calore in lui. Ma non serve a niente. Lo odio. Lo odio in un modo antico, potente, vulcanico che è molto difficile da controllare. Non riesco a starci insieme per più di un giorno senza avere il desiderio di spaccargli la faccia, di ucciderlo pur di rompere quel cazzo di guscio che si è costruito attorno e non lascia uscire né entrare niente, né il calore di un qualsiasi rapporto umano, né le parole, né le emozioni o la vita.

Sto andando nuovamente da uno psicologo da un anno, ma non sento molti miglioramenti e fra noi c’è tantissima distanza. Lo vedo come un rapporto professionale, ma empatico solo a tratti. E sono cambiata, tanto cambiata. L’amicizia con la mia amica torinese si è arrestata quando ho capito che mi faceva più male che bene, perché non era quello che era stato all’inizio: era una relazione a senso unico in cui lei stava sempre male e voleva che io mi prendessi cura di lei (un po’ come mia madre insomma).

Per il resto sono una creatura morta. Ho buttato via i mei vestiti etnici perché ero stufa di come mi guardava la gente quando li mettevo e perché mi ricordavano tutte le prese in giro delle medie, respiro aria orribile, dopo ben 10 anni di felice vegetarianesimo ho ripreso a mangiare la carne solo per fermare quel fiume di gente che ogni volta che mi sedevo a tavola mi faceva il processo sulle carote che soffrono, mi tempestava di domande che non erano curiosità ma frecciate, e augurava il cancro a me e ai miei poveri figli (quali figli poi non si sa, dato che non ne ho e non ne voglio…); che mi dava dell’idiota, della malata di testa, della persona mentalmente chiusa o della puritana.

Ho iniziato a bere e ubriacarmi per lo stesso motivo. Se prima bevevo una birra artigianale o un liquorino ogni tanto perché gradivo il gusto che avevano, l’anno scorso ho iniziato a mandar giù qualunque roba alcolica e ubriacarmi fradicia, girovagando per serate e locali che odiavo, solo perché così sono “come tutti gli altri ragazzi giovani”.

Ho dimenticato completamente la spiritualità, non scrivo più da un anno, non promuovo i miei libri e le mie capacità teatrali non sono state più coltivate. Sto diventando un’ombra, triste, aggressiva, piatta come il resto delle teste di minchia che popolano questa nazione. Non riesco a capacitarmi che qualcuno mi voglia bene e infatti do ingiustamente addosso anche alle poche persone che me lo dimostrano, facendo gaffe bestiali e buttando su di loro i miei sbalzi di umore.

 

Ho 24 anni e mi sento vecchia e stanca, non ne posso più di dover curare la casa, di dover cercare lavoro mentre studio, di dover fare l’adulta e poi passare subito in modalità ragazzina scialla se no ai miei coetanei non piaccio. Mi sento male perché sono l’unica della mia età a non pensare sempre a scopare, non ho un ragazzo o una ragazza, ho una sessualità tutta particolare e non ho ancora trovato nessun partner che la capisca o che veramente sia in grado di volermi bene e instaurare con me una relazione paritaria. Ho bisogno d'affetto come tutti gli altri, anche se sono indipendente e matura, ma i miei coetanei (diciamo pure anche quelli fino a 35) sono dei ragazzini mentalmente limitati, e se sono più in là con l'età mi vedono solo come una dolce "bambina" da fottersi- scusate il francese-.

 

E io, in sostanza, non so più chi cazzo sono.

Ho scritto questo bel papiro perché voglio urlare che le cose stanno così. CHE IO STO MALE, e non è una “boiata”, un “lamentarsi a vuoto”, è un dolore atroce che probabilmente neanche conoscete e io non permetto più a nessuno di sminuirlo dicendo che “boh, forse un giorno passerà, sei così giooovaneeee”. E’ tutta la vita che sto male e io non ne posso più. Non so cosa fare, veramente certe volte non vedo via d'uscita e vorrei soltanto addormentarmi dolcemente.

 

Se sei arrivata/o fino a qui, hai veramente una grande pazienza e probabilmente la curiosità o la voglia di ascoltare e capire. Magari dimmi cosa ne pensi di tutto ciò, che cosa faresti tu… anche solo una riga o due. Mi aiuterebbe davvero, davvero tantissimo in questo momento buio.

 

Grazie mille... 

46 commenti

Sei stata molto sfortunata,ma non arrenderti

Ciao :) io sono uno di quelli che ha letto la tua storia dall'inizio alla fine e anch'io ho 24 anni,per quanto riguarda la tua famiglia non ho parole sui loro comportamenti idioti e a tratti anche infantili,ma ce ne sono tante famiglie così e se hanno questa mentalità (soprattutto tuo padre) purtroppo non puoi farci nulla nè puoi cambiarli. Ma parliamo di te che è più importante,cazzo ti sei laureata,un traguardo importantissimo nella tua vita..e..cioè che tu ti alcolizzi in giro per locali e ti fai vedere ubriaca cosa risolvi? Vuoi far capire agli altri che hai bisogno di affetto e attenzioni dimostrandolo in questo modo? Naaaaaa questo è un pò buttarsi via...tu sei una ragazza che vali cazzo e vali molto,solo che nessuno fino ad ora lo ha capito davvero. Fregatene di quello che dice o pensa la gente se dovessimo vivere in funzione di quello che dice o pensa la gente non saremmo noi stessi ma persone costruite...purtroppo ancora nessuno ha capito quanto amore e affetto sei in grado di dare agli altri e di quanto ne hai bisogno. Tu non sei una persona sbagliata ti hanno inculcato questa cosa per anni nella tua testa,sei semplicemente molto sfortunata,hai tanto affetto da dare e tanto te ne servirebbe,ma fai un favore a te stessa,non buttarti via.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 13:56 del 24-08-2016

letto fino alla fine. Ho anche smesso di lavorare per leggere (non é stato poi cosí difficile, smettere di lavorare, intendo).

Cosa farei io. La tua richiesta é forse la piú saggia da chiedere ad un estraneo, probabilmente, l´unica che potrebbe darti.

Forse mollerei tutto per un pó, il tempo di fermare il mondo, capire che non fugge (se non ci si ferma troppo), ascoltare te stessa e capire dove vuoi arrivare. Rendere quello che rimane parte della tua vita, e dei tuoi pensieri, solo se nel futuro che vorresti che fossere parte di te, e potrebbero essere parte di te. Troppi ingredienti non fanno bene alla cucina italiana.

Un abbraccio di quelli virtuali, che regalano un piacere di mezzo secondo.

Avatar di mmHgmmHg alle 14:11 del 24-08-2016

Hai vissuto più tu di persone di mezza età o anche più vecchie ragazza Stufa. Ma hai SOLO 24 anni e la vita è lunga ancora. Può riservarti tante cose che io ti auguro, affetti che sono mancati, rivincite professionali e con l'esperienza che hai maturato tu potresti esser d'aiuto a tante persone con la professione che ti sei scelta. Lo so che in questo momento l'aiuto, il conforto, l'amore serve a te per andare avanti ma ti prego di non "mollare", non rinunciare a vivere, non lasciarti andare perchè da emerito sconosciuto quale sono posso solo dirti che VALI MOLTO!!! 

Avatar di PanoramicoPanoramico alle 14:16 del 24-08-2016

ho letto tutto....in certi passi sembri spell...

voglio darti un consiglio e farti qualche domanda se vuoi ne parliamo in pvt... 

-la religione di cui pparli è wicca?(questa è pura curiositá e un consiglio...non stare dietro a 4smandruppate esaltate...la gente che crede nella magia non è propriamente wicca...ma questo è un altro discorso su cui non voglio dilungarmi)

-credi nella magia,nel destino,nella spiritualitá....bene...leggi molto bene quello che hai scritto...ricorda....trova una correlazione con tutto quello che è successo...la tua vita ha un motivo...

-non trovare mode da sfigata moderna...TU CHI SEI?tu sei quella che si vuole vestire etnico e che vuole mangiare vegetariano?bene...fallo...ti guardano strana?fottitene...non diventi migliore se segui la massa...questo è un consiglio...

-hai voglia di bere?bevi,ma nn farti del male...una sera ci sta una bottiglia da sola...più sere no!

-i tuoi nn ti calcolano?sbattitene!hai fatto scelte diverse nella vita...sei cresciuta grazie a te,non grazie a loro...molte volte le persone che ti stanno vicine non sono i parenti,ma gli amici...

hai24anni...sei abbastanza adulta da fare quello che ti senti...

la spiritualitá,se è quello che vuoi veramente ritornerá,prima però devi scoprire chi sei e che cosa vuoi...fottitene di chi ti guarda stano sul tuo modo di vestire...fottitene di tutti....lavora su te stessa...nn sugli altri...

vorrei veramente dirti100e più cose ma in pubblico nn me la sento... 

 

Avatar di spellspell alle 15:08 del 24-08-2016

Sei un diamante. Splendi,  alla faccia loro. Non inseguire ciò che ti appartiene, e non cercare l'approvazione di chi non può e non vuole apprezzare il tuo valore.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:59 del 24-08-2016
Errata corrige

Inseguire ciò che non ti appartiene 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 17:00 del 24-08-2016

Intanto grazie a tutti per l'impegno e per la gentilezza nel rispondermi...uno pensa che in internet sia tutto istantaneo e superficiale, e invece ci sono persone che passano un quarto d'ora del loro tempo a leggere la lunga storia di una sconosciuta e poi le rispondono! Grande :)

@Anonimo e Panoramico, grazie per l'incoraggiamento. Sembrate convincenti nel dire che io valgo. Ci sono periodi in cui sono più consapevole di questo valore, altri in cui mi sbatto giù fino fino al centro della Terra. Anche se non ci conosciamo e questa è una piattaforma online, quel "dai cazzo tu vali!" vi assicuro che ha il suo effetto.

@mmHg, ci stavo pensando sai? Ho sempre fatto tutto di corsa, studio, lavoro, obiettivi, restare viva, e non sono mai riuscita a staccare veramente la testa dal "dover fare" per dimostrare a me stessa e al mondo che non me ne sto con le mani in mano. Ci rifletterò, è una delle possibilità per i prossimi mesi. Grazie anche a te. 

@spell, dunque dunque: il gruppo non era wiccan ma un gruppo celtico, è solo vagamente imparentato alla wicca per il lavoro con gli elementi e il cerchio. Non mi va di fare nomi o riferimenti in pubblico e nemmeno io voglio dilungarmici troppo, comunque non era wiccan. Quello è un ambiente che mi attrarrebbe al limite solo per il lavoro in solitaria, perchè le persone che ne fanno parte non sono sulla mia lunghezza d'onda.

Per il resto hai ragione nel dire che dovrei sbattermene, andare avanti per la mia strada e bon, e infatti è quello che ho fatto per tanti anni, ma sotto c'è un desiderio latente e disperato di approvazione, di integrazione, di appartenenza. E ogni tanto crollo. Fare sempre le crociate contro il mondo che ti vorrebbe omologato è stancante, senza contare che anch'io ho bisogno di qualcuno che mi apprezzi, anche se sono indipendente e gran parte del tempo me ne sto a perseguire i fatti miei. Comunque grazie anche a te, se vuoi scrivermi un mp puoi farlo (dovrei averli abilitati)  

Avatar di stufastufa alle 17:10 del 24-08-2016

Anch'io ho letto tutto e ti faccio i complimenti: sei riuscita a raggiungere i tuoi obiettivi lottando contro tutti e senza l'aiuto di nessuno. Sei in gamba come poche persone!

Ora, dopo tanti sacrifici che al momento non sono stati completamente ripagati, ti senti stanca ed è normale, ma non cambiare solo per adeguarti alla massa. Vestiti, mangia e divertiti come ti piace e come vuoi: non devi rendere conto a nessuno. Non sei sbagliata preferisci passare una serata a leggere un libro piuttosto che a ubriacarti, anzi!

Sono sicura che presto supererai anche questo momento: te lo auguro di cuore! 

Avatar di InquietaMenteInquietaMente alle 17:11 del 24-08-2016

stufa...se nn accetti la richesta nn si può scrivere in pvt...ok...capisco in solitaria...ti do ragione ....pensavo invece che facessi parte dei gruppi di esaltate!

non cercare approvazione di chi ti vuole simile a se!per molti annisono stata come volevano gli altri,ma lo stesso ero la diversa...quella strana...ora a 31anni sto cercando di essere io...fare quello che mi piace(beh...ora mi è un po'impossibile,causa forza maggiore),ma purtroppo è più difficile ritrovarsi alla mja etá...fallo ora tu che puoi...

ps...il cerchio ni... 

Avatar di spellspell alle 17:19 del 24-08-2016

@InquietaMente, grazie anche a te :)

@spell, ho accettato. Sono da poco sul sito e quindi devo prenderci un po' di confidenza. Ho fatto "parte" del gruppo, se è questo che intendi, ma non era di esaltati o esaltate (?). Erano persone facenti parte di un'associazione con cui si studiava, e c'erano i rituali in date fisse, chi voleva poteva prenderne parte. Gran parte del lavoro era individuale, anche perchè ognuno aveva le sue idee sulla spiritualità e la declinava nel proprio modo personale (e il gruppo lasciava libertà di fare questo). Grazie anche dei consigli personali, spero che anche tu possa fare il meglio che puoi nella situazione in cui sei. 

Avatar di stufastufa alle 17:27 del 24-08-2016

Sono di corsa, ma questo sfogo, dopo averlo letto, merita un commento.

Tu incarni due delle qualità che più apprezzo nelle persone: il coraggio e l'indipendenza. Per fare quello che hai fatto tu, ci vogliono due palle tante. Per imparare a vivere con alle spalle una famiglia del genere ci vuole una "sete di indipendenza"e una voglia di vivere immane.  

Tu sei una vincente, a prescindere da ciò che ti dice la società, indipendentemente da cOme ti fanno sentire gli altri. Tutto quello che hai fatto fino ad adesso, il fatto che tu sia in piedi, da sola, ma in piedi, ti rende una persona vincente.

Arrivati a questo punto, cercare un equilibrio e il calore umano è assolutamente normale. Avere dei momenti difficili è umano, n on condannarti e sii più indulgente con te stessa.  

Un abbraccio grande  

Avatar di AuroraAurora alle 17:34 del 24-08-2016

Anch'io ho letto tutto lo sfogo (non lo faccio quasi mai con sfoghi così lunghi).

Concordo pienamente con Aurora, tuttavia leggendo questo:

-----------------------------------------
E ogni tanto crollo. Fare sempre le crociate contro il mondo che ti vorrebbe omologato è stancante...
-----------------------------------------

Mi chiedo: come mai dopo quello che hai passato e superato (e soprattutto considerando che hai raggiunto l'autarchia assoluta e puoi fanculare chiunque) hai tanto a cuore l'approvazione degli altri? 

E' più importante fare cose che ci facciano stare bene o cose che ci facciano apparire normali agli occhi degli altri? quale dei due approcci è prioritario?  

forse la risposta a questa domanda non è sempre così banale come sembra.

PS: comunque complimenti per tutto ciò che sei riuscita ad ottenere con le tue sole forze(che oggettivamente ha un certo valore al di là di ogni ragionevole dubbio).

A differenza tua non sono vegetariano, non amo particolarmente la psicologia, non aderisco ad alcuna religione (sono ateo) ma stimo fortemente le persone così energiche e determinate che mantengono le redini della propria vita anche quando questa scalcia a più non posso per disarcionarle.

Avatar di OzymandiasOzymandias alle 18:00 del 24-08-2016

@Aurora, la tua risposta è commovente. Grazie :') "sii più indulgente con te stessa" è necessario che me lo tatui in fronte, guarda...

Avatar di stufastufa alle 18:01 del 24-08-2016

@Ozymandias, grazie per aver letto tutto. Naturalmente possono esserci differenze fra le persone, non per tutti vanno bene le stesse cose (che invece è quello che vorrebbe farci credere il mondo di oggi). Spero di poter recuperare l'"energica" e il "determinata" quanto prima. Come dici la risposta non è banale, perchè per me lo stare bene a volte passa anche per l'essere accettata e accolta, e non sempre derisa o catalogata al margine della normalità. E' una bella domanda il perchè ho ancora tanto bisogno di ciò nonostante l'indipendenza...non posso rispondere adesso, ma qualche idea posso farmela. Grazie per lo spunto intanto ;) 

Avatar di stufastufa alle 18:09 del 24-08-2016

Non mi sembra il caso che una persona cosí in gamba e che scrive cosí bene si addormenti dolcemente. Riparti dalle tante cose positive che hai costruito: gli studi che ti hanno dato tanto, la scrittura, le esperienze lavorative, le capacitá oggettive che hai e che -si vede- sono tante, il vegetarianesimo -che ti fotte se ti criticano? Anzi evitali questi soggetti e soprattutto evita di omologarti alla massa di ubriachi strafatti che vivono sui social e si fanno i selfie, la tua bellezza sta nella tua diversitá.

Avatar di AileenAileen alle 18:09 del 24-08-2016

Ho letto tutto: credo che mi hai fregato il record di sfogo più lungo, uffa! :D

Mi piace molto questo sfogo, le autobiografie schiette senza "inutili ornamenti floreali" sono i miei preferiti.

In qualche tuo aspetto/pensiero mi ci sono ritrovato (per esempio la parte logica nel periodo elementari-medie).

Mi viene da "valutarti" dicendoti che ti sei consumata e hai bisogno di vivere la parte "positiva" della vita, hai bisogno di ricaricarti, "depurarti" dalle fatiche; hai lasciato indietro (non per colpa tua) qualcosa di te che ora ti manca e che necessiti.

Tutti gli esseri umani hanno bisogno di essere accettai e accolti.

così a caldo mi vengono in mente queste cose, poi magari qualcosa non ho afferrato.

Avatar di RorschachRorschach alle 18:14 del 24-08-2016

Hai centrato il punto @Stufa!

Ho percepito proprio questo cambiamento radicale, da tutta la tua storia mi è parso di capire che sei sempre andata avanti come un treno nonostante avessi tutti (ma proprio TUTTI) contro, a partire dalla famiglia fino ai compagni di scuola ed i successivi amici.

Leggendo l'evoluzione della tua vita sembrerebbe quasi che in passato la mancanza di considerazione/approvazione quasi ti spronasse, mentre ora (sembrerebbe per la prima volta) ammetti di essere (appunto) stufa e di cercarle.

Non è che magari (più o meno consapevolmente) hai sempre lottato per farti "accettare" e ora stai gettando la spugna perché ti stai rendendo conto che i tuoi sforzi sono stati vani?

In ogni caso comunque il tuo disagio (seppur in misura minore) posso comprenderlo: al giorno d'oggi (ma credo che in passato non cambiasse più di tanto) vieni accettato proporzionalmente a quanto sei vicino al centro della gaussiana: ogni comportamento nel quale ti allontani dal modello insulso, superficiale, mulinoso e bigotto della società viene inevitabilmente mal visto.

In bocca al lupo per tutto... spero di continuare a leggerti su questo sito.

Avatar di OzymandiasOzymandias alle 18:21 del 24-08-2016

Ho letto anch'io il tuo scritto e hai tutta la mia stima, perché sei una donna davvero in gamba (volevo scriverti "con le palle" ma non so come la prenderesti ;-)) continua così,  non mollare mai e vedrai che prima o poi arriverà anche l'affetto che cerchi e tutto l'amore che meriti. Vai per la tua strada a testa alta e non badare troppo ai giudizi degli altri. Forza! Per il resto, quoto un po' tutto quello che ti hanno già scritto gli altri. Un abbraccio,  Ciao

Avatar di SiLaDoMaQuiNoSiLaDoMaQuiNo alle 18:23 del 24-08-2016

Ci sono un sacco di belle persone su questo sito, mi state sorprendendo positivamente. Non che pensavo che foste tutti dei cretini, eh, intendiamoci XD Ma pensavo di non trovare molta considerazione per uno sfogo così lungo e che tocca tante cose. Devo ricredermi :)  

@Aileen e SiLaDoMaQuiNo (due nomi molto belli ognuno nella sua maniera :P), grazie anche a voi per l'incoraggiamento.

@Roschach e Ozymandias, probabilmente avete trovato uno dei nodi, ossia che al momento sono a corto di energie. Ma non solo energie fisiche e mentali: inizio a rendermi conto di tanti bisogni che prima ignoravo, in tutti e due i sensi che questa parola ha in italiano. Ora invece devo ristabilire cosa significa farmi "accettare", se per quello che sono e da poche persone, o per come mi vogliono a costo di sofferenza individuale (e con probabile fallimento, dato che ognuno mi vorrebbe in modo diverso). Devo prendere le distanze col passato senza sputarci sopra e rasserenarmi un po'.

Grazie per le vostre risposte :) 

Avatar di stufastufa alle 18:36 del 24-08-2016

=Ci sono un sacco di belle persone su questo sito=
Facciamo la corsa coi sacchi allora!

 =Ora invece devo ristabilire cosa significa farmi "accettare=
Vuoi farti accettare per sentirti a tuo agio, per sentire del calore umano dato dal sentirsi al proprio agio con gli altri, o per creare legami di fiducia?

Cos'è secondo te più difficile accettare? il tuo carattere o i tuoi gusti?

=dato che ognuno mi vorrebbe in modo diverso= 
Questo capita a molti: capita soppratutto a chi essendo "diverso" non trova un gruppo di persone simile con cui relazionarsi, e deve dunque "attingere" un po' qui e un po' la.

Avatar di RorschachRorschach alle 18:57 del 24-08-2016

Non capisco, hai fatto molte scelte e hai lottato per seguire i tuoi percorsi, sei laureata..forse anche carina.. Hai sempre trovato lavoro, hai pubblicato dei romanzi..dovresti essere fiera di te. La vita è difficile un po' per tutti, forse io sono una persona " diversa" finché non ho mali seri vico serena..forse perché ho rischiato di avere un male troppo serio e non riesco a capire perché le persone soffrono quando non ci sono reali motivi

Avatar di AnonimoAnonimo alle 19:01 del 24-08-2016
Non buttarti via

Lieto di esserti stato utile..darei non sò cosa per incontrare una ragazza con la tua personalità e il tuo carattere..non come le 20enni di oggi immature psicolabili troie bambine che ho incontrato fin ora,forse..anzi senza forse..non ti rendi neanche conto di quanti vali davvero altrimenti certe cose nemmeno le penseresti,non svalutarti non buttarti via perchè veramente vali tantissimo,,e lascia stare le cazzate della gente dopo tutta questa esperienza da odissea ancora che ci resti male per quello che pensa e dice la gente? Ma che cazzo te ne frega non farti avvelenare dei pregiudizi,pensa a te stessa e se vuoi qualcosa,prenditela!

Avatar di AnonimoAnonimo alle 20:09 del 24-08-2016

"Vuoi farti accettare per sentirti a tuo agio, per sentire del calore umano dato dal sentirsi al proprio agio con gli altri, o per creare legami di fiducia?"

Penso entrambe le cose. Mi sembra più importante la seconda, la prima dovrebbe venire da sè in un ambiente in cui mi danno fiducia. 

"Cos'è secondo te più difficile accettare? il tuo carattere o i tuoi gusti?"

Da parte degli altri intendi, vero? Penso che quando si relazionano con me non riescono a inquadrarmi e questo li spaventa, li ha sempre spaventati. Si trovano di fronte a una vecchia giovane, con desideri di tutte le età, che non pensa come loro ma li ascolta e cerca di integrarsi.

Poi sì, anche i miei gusti e quello che mi da piacere, il concetto stesso di piacere e il funzionamento emotivo e mentale spesso non corrispondono. Spesso ma non sempre o almeno non su tutta la linea, fortunatamente.   

Avatar di stufastufa alle 20:54 del 24-08-2016

Ps: posso partecipare alla corsa coi sacchi? :D quanto tempo!

Avatar di stufastufa alle 20:55 del 24-08-2016

Te percepisci proprio che non vieni accettata (che quindi senti un ostruzionismo) oppure semplicemente non si interessano a te? perchè secondo me è diverso.
Poi vabbè, sicuramente ci saranno casi di entrambi i casi.

 Forse dovresti "accontentarti" di trovare varie persone con cui fare le diverse cose che vorresti fare.

 Sono tante le cose da poter analizzare.

=posso partecipare alla corsa coi sacchi? :D quanto tempo!= 
Sì dai, ognuno si divertirà un sacco! 

Avatar di RorschachRorschach alle 22:08 del 24-08-2016
Ciao piccolè.

Ecco! ...  Ho letto tutto! ... Sfogo e commenti...  Una piccola premessa!  Io credo tutto quello che hai scritto MA! ...  No nessun ma,  ti credo e basta!  

Come hai fatto a vivere da sola a 16 anni... Mio figlio ne ha 17... E lo vedo così  "piccolo"...  Ma forse come padre sono proprio l'unico che non sa non vuole e non può  giudicare. 

 Io non ci trovo nulla di male nel volersi concedere il desiderio di addormentarsi dolcemente,  e non svegliarsi più...  Lasciarsi cullare in un lungo interminabile sogno...  Dai colori pastellati,  dolci odori fragranze delicate...  Suoni gentili...  Ma le cose da fare non sono finite...  Bisogna svegliarsi...  e continuare a desiderare di addormentarsi. 

 Benvenuta piccolè...  Bacetto!  

P. S.  Orpolina!  tu non sai quanto vorrei chiederti come faccio a leggere i tuoi libri...  Ma l'anonimato quí  è  la materia più  preziosa...  Quindi...  Non te lo chiederò. 

Avatar di gagenoregagenore alle 22:16 del 24-08-2016

gage...si riesce...è dura,ma si riesce...

Avatar di spellspell alle 22:26 del 24-08-2016

Anche tu l'hai fatto piccolè?...  Farò  di tutto affinché  mio figlio non debba e non voglia mai farlo,  non finché  sarà  "piccolo",  il problema  è  che per me sarà  piccolo ancora per molto tempo. 

Avatar di gagenoregagenore alle 22:46 del 24-08-2016

Letto tutto, ammazza non ti sei fatta sfuggire nulla, ora conosco la tua vita fin dal momento del concepimento. Che dire, hai dovuto fare fronte a diversi traumi infantili, hai la fobia di essere rifiutata, non voluta bene, ma a quanto leggo t'impegni per curarla. 

A volte mi hai dato come l'idea di volerti mettere in una posizione di sola contro tutti, un pò per abitudine, un pò perchè ti crogioli in quel pantano.

non mi sembra il caso di fare complimenti o altro, tanti hanno vissuto vite dure, tutti in un certo modo hanno reagito, tu lo hai fatto, l'unica cosa che non ho ben chiara è questa da piccola hai coltivato la tua mente perchè ti sentivi in difetto fisicamente, ora che hai 24 anni dici che gli uomini vogliono solo fotterti,

il quesito è questo sei cosso o gnocca? 

Avatar di Ares881Ares881 alle 23:32 del 24-08-2016

sei troppo legata a quel pesante passato che finora ti ha condizionato

anche se non ti piace sentirtelo dire sei troppo giovane per sapere che ad un certo punto tu "rinascerai", senza volerlo la tua vita prenderà una piega che neppure avresti immaginato, cambierà tutto tanto da farti credere di non essere quella che fino a lì eri stata 

Avatar di acerbisacerbis alle 00:30 del 25-08-2016

Ehi ehi piccolè a chi? :P sembra bello il tuo "addormentarsi" Gagenore, è un po' come quello che sogno io. Ma effettivamente le cose da fare sono tante e forse non è ancora il momento. Comunque per vivere da soli l'età anagrafica non è un requisito. Io vivo da sola ormai da 8 anni e non cambierei questa cosa per nulla al mondo. Ho i miei spazi, la mia libertà, la mia aria, torno a casa quando voglio, faccio quello che voglio e non mi giustifico a nessuno (se non ai gatti che hanno fame XD). C'è gente che non saprebbe farlo nemmeno a 40 anni, non è correlato direttamente nè con l'età nè con l'intelligenza. Ti assicuro che si può fare, se è questo il bisogno/desiderio della persona o se le circostanze ce la costringono. Ah grazie per l'offerta di comprare i libri, purtroppo come dici l'anonimato è più prezioso dei diritti d'autore (sigh..$$) 

@Ares, coff coff, dice la prima legge della fallodinamica che gli certi uomini vogliono solo fottere a prescindere dal fatto che una sia gnocca o meno. In particolare, a molti interessa una persona che sembri piccola e docile (nell'aspetto estetico), quando non una vera e propria ragazzina o bambina. Ecco perchè negli anni ho incontrato tanti quarantenni/cinquantenni, che poi invece quando mi sentivano parlare e si accorgevano che non ero la loro "dolce bambinetta"...booom. Comunque non sono un cesso nè una fotomodella, se proprio devo precisare (scusa l'ignoranza ma che è "cosso"? XD) 

@Acerbis, sì, in effetti uno dei miei problemi è che ancora penso a tutte queste cose e replico certi schemi come se la situazione fosse ancora viva. Sul fatto che io sia troppo giovane per sapere quanto meravigliosa diventerà la mia vita uuuhmmm...permettimi di sperarci ma anche di dubitare. Nel senso, i processi che dici tu avvengono continuamente: oggi non ero più quella che ero ieri, ogni volta che mi sono trasferita è cambiato qualcosa, a ogni step importante è cambiato qualcosa. In queste complete "rinascite" ormai ci credo poco, casomai continui miglioramenti se uno imbrocca le strade giuste per se stesso. 

 

Avatar di stufastufa alle 01:15 del 25-08-2016

se cambi sempre un posto un motivo c'è...cercalo

Avatar di spellspell alle 01:30 del 25-08-2016

gage...non proprio per mia volontá,ma a 14anni nn ero più a casa con le mie bambole

Avatar di spellspell alle 01:32 del 25-08-2016

@Stufa

io non parlavo necessariamente di miglioramenti, nessuna vita meravigliosa ... solo un'altra

una che non sentirai più neppure tua tanto diversa dall'attuale 

Avatar di acerbisacerbis alle 08:35 del 25-08-2016

Intendevo cesso ma ho scritto cosso, ora so' che non lo sei. Hai una buona proprietà di linguaggio e se non erro vuoi diventare psicologa, gli strumenti li hai per spaccare sfruttali! 

Avatar di Ares881Ares881 alle 13:14 del 25-08-2016

ho letto tutto. sto provando a scrivere un libro. mi piacerebbe un aiutino - consiglio ecc.

ti va di parlarne in privato?

 

Avatar di OldJoeOldJoe alle 14:46 del 25-08-2016

@Ares, aye :)

@OldJoe se vuoi sì, scrivimi 

Avatar di stufastufa alle 15:04 del 25-08-2016

sei una ragazza coraggiosa e intelligente...continua a lottare...prima o poi la luce arriverà anche per te. ti auguro tutto il bene di questo mondo.

p.s.: di che cosa parlano i romanzi che hai scritto?  

Avatar di AnonimoAnonimo alle 21:26 del 25-08-2016

Quel che cerchi, cerca te.

Siamo esattamente coetani - tanto anagraficamente - quanto forse come vissuto. Apro questo sito per gioco e trovo una storia interessante - e sopratutto una persona reale.

È sempre cosa deliziosa, trovare il vero in un contesto di caricature ed automi, ma l'ironia di farlo qua rende l'inatteso ancor migliore.
Anch'io ho mosso per un sentiero poco battutto e molte esperienze per la mia giovane età, sebbene molto diverso dal tuo.

Sarei felice di ascoltarti e di trovare in te un'amica di penna - e forse tu potrai esser felice d'ascoltare me, giovane piccola compagna 'vecchia'.

Un carteggio senza nulla chiedere e senza nulla volere, con un amico sconosciuto,ma semplice e sincero; sarebbe certo un rinfresco per l'animo.

Scrivimi se vuoi: gaev3@tutanota.com e potremo scambiare, solo niente 'stufa' come nome de plume, che ad agosto non servono altri termosifoni (':
A presto.

Ignis aurum probat..
-p

Avatar di RequiemRequiem alle 05:19 del 28-08-2016
Similitudini

Io non frequento questo sito come utente, ma ogni tanto leggo gli sfoghi sulle madri anche solo per non sentirmi la sola ad avere questo genere di problemi, ed è anche per questo che ho trovato la tua storia e l'ho letta tutta.

Mi assomigli molto o forse io assomiglio molto a te. Alcuni elementi delle nostre storie sono incredibilmente simili o sono (stati) simili i modi in cui li abbiamo vissuti. Sei una bellissima persona, ti prego non rovinarti bevendo, omologandoti o lasciandoti andare.

Sei colma di riflessioni e pensieri di spessore e profondità. E sei forte, sei una roccia. Ti ammiro.

Nel 2011 ho provato anch'io il test a medicina, sono entrata con l'ampliamento a febbraio 2012. Tu non sei riuscita ad entrare? Sicura? Hanno fatto molti subentri dalla prima graduatoria.

Ho la tua stessa età.

Mia madre e tua madre hanno comportamenti simili (quando hai descritto lei che mina di colpire con un martello per esempio).

Diversamente da te ho un buon rapporto con mio padre e col vento ho instaurato poche ma ottime amicizie, ma sia alle elementari che alle medie sono stata vittima di bullismo (non ai tuoi livelli, ma ero sempre emarginata e presa in giro).

Quando parli di scrittura su internet parli di fanfictions? Perché fino a qualche anno fa bazzicavo su EFP. Se sì, in che fandom scrivi?

Scusa il commento inorganico, sto facendo mente locale tra le nostre somiglianze e quando me ne viene in mente qualcuna la butto giù.

Che cosa ti consiglio? Di non arrenderti mai. Mai. Non dargliela vinta. Sono certa che puoi avere dalla vita tutto ciò che desideri nella maniera in cui la desideri e senza scendere a compromessi. Non arrenderti.

Entrerò su questa pagina per vedere se mi hai risposto. Mi piacerebbe sentirti ancora.

Ciao! 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 11:27 del 28-08-2016
splendida creatura

Ciao, nonostante tutto stai imparando da sola! A volte i genitori possono insegnare tanto, anche  quando non sono presenti come vorremmo. credo che diamo troppo peso all' educazione familiare. Siamo condizionati dall'immagine tipica del "mulino bianco" (che un dio ce ne' scampi).Viviamo in una società malata e tu te ne stai rendendo conto,un po' di fortuna e troverai i tuoi simili.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 12:28 del 28-08-2016
Hai sicuramente già letto

i libri di Louise Hay. Se non lo hai fatto,

fallo, leggili! Tutti! Mi hanno salvato la vita anni fa... Tu auguro ogni bene❤️ 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:29 del 31-08-2016
Sono rimasta scioccata

dalla sincronicità con cui questo sfogo mi è balzato agli occhi. Ho vissuto praticamente la stessa vita. Ho qualche anno in più di te (5 per l'esattezza) e mi trovo in UNA situatione simile alla tua. Il consiglio? Non farti abbattere dai guardiani della soglia, dalle ombre. Ogni tanto sbucano e ti fanno ciao ciao, ti testano per vedere a che punto sei. Ma non farti fregare. Vai avanti. Ricordati chi sei e fregatene dei commenti e dei giudizi (che sono solo ombre, appunto) e vedrai che stabilirai nuovi obbiettivi per te stessa. 

Un bacio e benedizioni :)  

Avatar di AnonimoAnonimo alle 18:48 del 13-10-2016
incudine e martello

Ragazza , sono una deragliata famigliare come te che ancora a quarant'anni sta combattendo per affermare il suo diritto di essere rispettata in mezzo ad un asilo di famigliari stretti e egoisti cum Laude.

Non ti aspettate un vero aiuto da nessuno è nemmeno un conforto valido....la ns vita è una merda ...e da buona tolkeniana tirimando alla domanda di frodo a gandalf sul perché sta carota nel posteriore fosse capitata a lui....

Ma siamo ancora qui bellezza per cui rimettiti lo zaino e ricomincia a salire come faccio io ogni giorno....la cavalleria non arriverà. Credimi.

Ti voglio bene r 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 22:44 del 13-03-2017
Scrivi un libro

Sei brava a scrivere

Sei psicologa

Hai un tuo vissuto personale

......che aspetti a scrivere una autobiografia

Spero di leggerlo al piu' presto ! 

Avatar di svuotatasvuotata alle 17:35 del 19-03-2017

Madonna, ma chi è ha scritto una cosa così lunga? Poi ho letto e sono rimasto di sale. Ho incominciato distrattamente in metropolitana e non sono più riuscito a staccarmi fino a quando non ho finito. Mamma mia. Ma che fine hai fatto, stufa? bazzichi ancora da queste parti, mi piacerebbe leggere ancora di te e da te.

Ti dico solo una cosa. Per la prima volta da quando frequento questi lidi, mi sono veramente rammaricato di non poter condividere un contenuto con le persone della mia vita reale. In un attimo mi hai fatto capire cose di mia moglie Laura che non sono riuscito a cogliere in anni di convivenza. La lucidità e la granularità della tua anlisi va molto oltre il tuo vissuto te lo assicuro. Quello che hai detto della tua infanzia è quello che da tempo lei ha tentato di farmi capire riguardo alla sua. Lei è ben lungi dal tuo terribile vissuto, sia chiaro, e tuttavia quello che hai detto per te si adatta alla perfezione alle sue sensazioni ed al suo senso di frustrazione, sebbene in un contesto molto meno estremo.

Insomma stufa. Se ci sei batti un colpo :)

Avatar di ColeridgeColeridge alle 08:50 del 20-03-2017

Inserisci nuovo commento



Attenzione: i commenti sono moderati per i non iscritti.

Statistiche:

Voto medio

7.00

2 VOTI

Iscriviti per poter votare questo sfogo.
 

Iscriviti!

Iscriviti
Iscriviti e potrai aggiungere commenti senza attendere approvazioni, votare gli sfoghi e gestire i tuoi post ed il tuo profilo senza limitazioni.
Clicca qui per aggiungerti