Cinerea

Ven

12

Feb

2016

Mia la vita, mie le scelte.

Sfogo di Avatar di CinereaCinerea | Categoria: Ira

Discutendo animatamente con mia madre, oggi mi sono trovata a contemplare il mio futuro.

Detta così fa molto effetto, certo. E' una di quelle frasi che suonano un gran bene e che poi, ridotte alla loro sostanza - spogliate del significante e ridotte al significato - si riducono a qualcosa che vuol dir tutto e non vuol dir niente. Quindi, specifichiamo.

Io del mio futuro lo so cosa voglio fare. Io voglio fare la cantante d'opera. E' questo gran problema?

Voglio fare il conservatorio, voglio farmi un mazzo quadro per studiare le cose che amo, e voglio riuscirci. 

E questa mia volontà non nasce da nulla che alcuno dei miei insegnanti mi abbia detto. Io lo voglio fare perchè AMO la musica classica.  

Cara mamma, so che stai aspettando che passi la "fase". Ma vorrei gentilmente farti presente che la mia è una "fase" che dura da dieci anni, ed il mio amore per la musica non accenna a spegnersi. Anzi. Ogni opera che ascolto, ogni messa, ogni nota, mi induce ad amarla sempre di più. Quando mi esercito sono felice. Anche quando sbaglio, sono felice quando mi correggo. Sono felice quando acquisisco in potenza, in vibrazione, in dinamiche. Il tempo vola quando studio, e possono passare dieci minuti come dieci ore, andrei avanti all'infinito. Mi interesso di storia della musica, desidero ardentemente studiare armonia e solfeggio. 

Allora, mamma, mi dici perchè mi vuoi abbattere così fin dal principio? Tu, che non mi senti emettere un fiato da quando avevo sei anni? Lo so che la lirica non ti piace, ma questa è la mia vita.

Sarà arrogante, da parte mia. Ma non tollero che tu e il papà mi diciate che cosa devo farne. Io ho deciso che voglio almeno provarci. Magari fallirò, ma non voglio che sia perchè non ho nemmeno tentato. Guardando te, piena di rimpianti nel pieno dei tuoi 50 anni passati, piena di bile per un lavoro che odi, sento in corpo una gran paura di seguire le tue istruzioni. Perché di istruzioni si tratta, eh.

Posso accettare che la lirica non ti piaccia. Posso accettare tutto. Hai ragione ad avere i tuoi dubbi, hai ragione a temere per me. 

Ma tu non puoi, e ripeto, non puoi, perché non te lo lascerò fare, distogliermi dal mio obiettivo. Tu non puoi decidere cosa io dovrò o non dovrò fare da adulta. E' la mia vita, e decido io; e se ti sta bene ne sono felice, altrimenti mi spiace ma è così lo stesso. Te ne farai una ragione, prima o poi.  

Ho già detto che farò anche l'università. E allora perchè ci tieni così tanto, perchè persisti nel tuo atteggiamento? Perchè influenzi anche mio padre, che per il suo quieto vivere ti dà ragione incondizionata? Perchè mi vuoi abbattere così? Non ti fidi del mio giudizio?

Non mi sembra di essere mai stata manchevole, nell'autocritica. Ho un'infinità di difetti, tra cui probabilmente di tanto in tanto rientra qualche sprazzo di superbia. Ma io so di avere i piedi per terra, da questo punto di vista. Io so a cosa vado incontro. Io so chi sono e cosa devo cambiare. L'hai ammesso anche tu. 

Hai persino chiesto a mia cugina di scoraggiarmi. "Lascia perdere il conservatorio", mi ha detto, "è una cosa così di nicchia!". E intanto tu insistevi con il "Ma no, ti sostengo. Ti pago le lezioni, no?".

Eh, no. Anzi, recentemente hai anche smesso di negare che non mi sostieni. Credo che tu sia terrorizzata dall'idea del conservatorio.

Ma perchè io non posso provare a realizzare i miei sogni? Io non sto andando allo sbaraglio chissà dove, io voglio studiare! E lo farò, prima o dopo che sia, a prescindere da chiunque me lo voglia impedire.

C'è un motivo se salto i pasti a scuola e metto via i soldi. Almeno al limite non potrai ricattarmi. Fidarsi è bene, ovvio; ti voglio bene, e tutto ciò che vuoi. Ma "per il mio bene", o per ciò che ritieni essere tale, credo che saresti in grado di usare la retta come arma contro di me. 

Ed è difficile andare avanti, o meglio, è brutto essere consapevoli di quanto sarà difficile andare avanti quando le cose si faranno sempre più complesse e mi verrà voglia di lasciar perdere, di arrendermi, e nessuno mi dirà: "fermati, non mollare, vai avanti, noi ci siamo, siamo con te.". 

Io SO che dovrò fare tutto DA SOLA. 

Gli studi musicali sono duri, meravigliosi, a volte frustranti, di per sè. Non ho bisogno anche di doverli portarli a termine con anche la mia famiglia che ha un atteggiamento della serie "Uh, sì. Ok, ma se fallisci non saremo troppo sorpresi". Cioè, grazie per la fiducia. 

(E ci tengo a ricordarti che ogni volta che tu non hai creduto in me, in qualsiasi situazione, io ti ho sbattuto i miei ottimi risultati in faccia. Magari un po' di fiducia ogni tanto non guasterebbe, giusto per darmi un minimo di sicurezza in più. O no?)

Detto questo, cazzo, se te la farò vedere. Farò da sola, se è necessario, e dannazione, anche stavolta ti sbatterò i miei risultati in faccia. E, che il ciel mi aiuti, speriamo che siano buoni. 

..Quanto sono confusa, mentre scrivo tutto ciò. Non so nemmeno se dovrei essere arrabbiata. Non so nemmeno se questi miei sentimenti siano giusti, perchè è troppo "a caldo" perchè possa valutare oggettivamente. So che hai le tue ragioni, mamma, ma io ho le mie. E come comprendo le tue, credo nelle mie.

E soprattutto, mia cara mamma, ti vorrò bene sempre. Qualsiasi cosa tu dica o faccia. 

Mer

10

Feb

2016

Caro papĂ 

Sfogo di Avatar di CinereaCinerea | Categoria: Altro

Caro papà,

questa è una lettera che, auspicabilmente, non leggerai mai. Ma ci tengo lo stesso a scriverla, scrivertela, dato che i casi della vita sono infiniti.

In realtà, se la leggessi, penso che finiresti per fraintendermi e basta, come al solito. Smettendo di ascoltare a metà discorso, saltando alle tue conclusioni ed abbarbicandotici, asserragliandoti dietro la tua semi-sordità come dietro ad una cancellata. Ma credimi, il problema non è certo il tuo timpano non funzionante. Il fatto è che negli anni tu ti sei abituato a non ascoltare. 

E c'è una grande differenza.

Non è che non ascolti solo me. Non sono cieca, e non serve una gran vista per vedere che il tuo matrimonio con mia madre si regge insieme con lo sputo. Sento l'infelicità e la solitudine di mia madre in ogni parola che scrive - ma anche lei ha la sua dose di responsabilità, non credere; e sento la tua frustrazione quando esci da solo la sera, per andare a suonare o a sentire qualche concerto. Ogni tanto vengo con te, perchè mi dispiace farti andare da solo. 

Percepisco la tua rassegnazione nel momento in cui non chiedi nemmeno più a tua moglie di uscire con te perchè lei accampa scuse su scuse; percepisco la crescente tristezza di mia madre nel momento in cui lei cerca di fare una battuta e tu non la cogli, e lei si limita a sorridere al vuoto mentre io cambio argomento dopo un momento di silenzio imbarazzante. 

Ho sentito la consapevolezza colpirmi nel momento in cui ho ficcato il naso in affari che non mi riguardavano - ah, questi figli impiccioni! -, e lì ho realizzato che la vostra unione si regge sulla convenienza. Ci sarà mai stato amore? Da parte tua, sì. Non ne dubito, anche se non sono proprio nessuno nè per valutare nè per giudicare con cognizione di causa. Ma leggendo le parole di mia madre, che ammetteva parlando con se stessa (dannazione a me, ficcanaso del ca**o) che sposando mio padre si era condannata alla solitudine e che sognava ancora un altro a distanza di anni (il suo vero grande amore), un barlume di consapevolezza mi ha squarciato l'anima. Ma vuoi sapere una cosa? Adesso arriva il bello. 

A te non lo dirà mai, voi resterete insieme - e vi condannerete all'infelicità, insieme. E io non dirò una parola, perchè siete voi i responsabili della vostra vita. Non ho detto una parola quando ho trovato la finestra del sito di incontri aperta sul tuo computer (con tanto di parole chiave inserite del motore di ricerca!), non ho detto una parola quando ho letto le frasi scritte da mia madre. 

Caro papà, io a questo punto mi stupisco del fatto che mia madre passi ancora dalle porte. Ma dopotutto non riesco a condannarti - anche se in effetti non potrei farlo in qualunque caso, chi sono io per giudicare. 

Se, con gli elementi che ho a mia disposizione, dovessi cercare di capire chi è vittima e chi è colpevole, qui, ne hai voglia. Sarebbe una bella gatta da pelare. 

Quindi io mi trovo qui, con lo sguardo rivolto altrove perchè non posso proprio permettermi di dirvi nulla. Siete adulti, grandi-grossi-vaccinati-eccetera. Ma io da un giorno all'altro ho capito che sono la rappresentazione vivente dell'infelicità di mia madre. Io sono l'unica ragione per cui non siete andati per due strade diverse, sembrerebbe. (E queste ultime erano parole quasi-testuali).

Mi sento in colpa? Ma per carità.

Caro papà. Penso che non siate arrivati alla vostra età per farvi dire cosa dovete fare delle vostre vite da una diciottenne. Fate un po' voi.

L'unica cosa che mi dispiace (eufemismo) davvero è il vedere due persone che danno tutto ciò che possono per me, e che io amo a mia volta, essere ingabbiate così l'una dall'altra. Sarà giusto?

E in tutto questo, caro papà, anche se stravedi per me e non lo fai apposta, mi tratti come una bambina che non capisce, che non sa, che non vede, che non sente.. Perchè il mondo dei grandi è un brutto posto.. Perchè i grandi hanno tanti pensieri.

Vorrei dirtelo, vorrei dirti che so che non è come nelle favole, che so che l'infelicità è di questo mondo, che so più di ciò che credi io sappia; vorrei dirti che so che i matrimoni possono non funzionare e che non tutte le famiglie sono felici e contente e che so fin troppo bene che anche la finzione più spudorata non regge entro le mura di casa. Ti giuro che per accorgersene basta essere stati iniziati ai piaceri del QI a due cifre.

Vorrei anche dirti che non ho più cinque anni, anche se le tue opinioni su di me si sono cristallizzate più o meno lì, e nella tua mente si preserva l'idea della me di tredici anni fa. Ma io intanto sono cresciuta, e mi rendo conto di ciò che sta accadendo intorno a me. 

Ma tu non mi ascolti.

Quindi che parlo a fare? 

Con sincero affetto, nessuna rilettura e tante divagazioni, tua figlia. 

Tags: lettera

Mar

09

Feb

2016

Se nessuno ti salva

Sfogo di Avatar di CinereaCinerea | Categoria: Altro

Sono stata venti minuti con un salvadanaio in grembo e le unghie conficcate nel piumone, seduta sul mio letto. Il tutto dopo aver passato altri dieci minuti a fare avanti e indietro come una pallina da ping pong in giro per casa, combattuta tra il pensiero "esco e compro schifezze (cioccolato e fonzies)" e un "tieni duro, trattieniti" che proveniva dal profondo della mia anima. Un po' per orgoglio, un po' per rabbia, ho ficcato i soldi che sarebbero dovuti finire nell'acquisto delle suddette schifezze nel salvadanaio in questione, e così 4 euro si sono aggiunti al fondo adibito al pagamento dei miei studi musicali dopo la scuola. 

Pensavo di essere uscita dal benedetto BED come anche dalla bulimia. E invece no. Scherzone, sono ancora nel magico mondo dei DCA. Intendo dire, i miei atteggiamenti sono sempre più sani ogni giorno che passa, almeno tendenzialmente. Dico tendenzialmente perchè giusto stasera stavo per inglobare qualsiasi cosa mi fosse capitata a tiro, indiscriminatamente; anche se ero nauseata dall'idea, anche se alla fine non l'ho fatto e ho ripiegato su un'insalata che nemmeno ho finito. Anche se nelle ultime 48 ore ho ingoiato qualcosa come 1000 calorie in totale. 

Ho paura che i miei disturbi non siano svaniti, ho paura che stiano semplicemente mutando forma. Il pensiero mi ha colpita come un fulmine insieme al capogiro, mentre la mia mente formulava il pensiero che dovevo costringermi a mangiare qualcosa. 

Non mi era mai successo. Tremavo e non me n'ero nemmeno resa conto, presa com'ero dal mio mantra: "resta a dieta. RESTA A DIETA.". 

Ho paura. Ho imparato, in questi anni, che nessuno arriva a salvarci magicamente. Eh vabbè, niente principe azzurro. Sai che perdita. E che nervi che mi fanno venire quelle (e quelli) che lo aspettano ancora - è una mia debolezza. Ho imparato che se non sei lì lì per tirar le cuoia, sono affari tuoi. Ho imparato che devo far da sola.

E intanto dentro di me sento solo un ringhio sordo, un moto d'orgoglio che mi spinge verso il buio. E ho paura.

Lun

08

Feb

2016

La amo, sto impazzendo

Sfogo di Avatar di CinereaCinerea | Categoria: Lussuria

Sono una ragazza di 18 anni, e mi sono innamorata di una mia insegnante di musica. Abbiamo 30 anni di differenza spaccati, e santo cielo quanto la bacerei. 

Sulle labbra, sul collo, sui capelli, ovunque; vorrei sentirla sospirare e gemere come nessuno la sente..

Vorrei prendermi cura di lei, vivere la mia vita insieme a lei, e non esagero; vorrei darle ogni cosa che posso donare. La amo e sto impazzendo, vorrei che mi rivolgesse quel suo bellissimo sorriso e mi stringesse a sè. Non ne posso parlare con nessuno, sto andando fuori di testa. Ma non riesco a reprimere questi miei sentimenti..

Non mi era mai successo di provare qualcosa del genere per una donna, per di più sposata (marito abbastanza assente, senza figli). Andiamo molto d'accordo, e non so perché dal nulla in me siano nate queste sensazioni. Ma fremo all'idea che lei mi sfiori, ogni volta che la vedo è come se qualcosa in me esplodesse. Tuttavia è molto più di una semplice attrazione fisica: lei è fantastica, ha una personalità spumeggiante, si infiamma facilmente, è una persona che si può definire "passionale". Io la amo, da ogni punto di vista.

Vorrei affascinarla come lei ha affascinato me, e Dio mio, quanto la desidero: con quella sua spontaneità travolgente, mi ha rapito il cuore, la mente, il corpo, l'anima. 

Non mi pento di ciò che provo, non mi pentirei se per qualche strano miracolo mi amasse a sua volta, non mi sento e non mi sentirò in colpa. 

Vorrei farmi avanti per conquistarla, un passo alla volta, senza alcuno sbalzo; vorrei che il mio amore si avvicinasse a me. Non so più cosa fare. Aiuto.

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