Gio
19
Set
2019
Nessuno lo sa
Per problemi personali gravi (violenze in famiglia, dover andare via da casa e andare subito a lavorare) non ho terminato gli studi.
Essere in quarta e lasciare pur di andare via è stato sicuramente un errore, ma necessario.
Fortunatamente negli anni ho fatto mille corsi, studiato tanto, mi sono messa in gioco imparando a coprire varie figure professionali da autodidatta e tutto mantenendo un lavoro da dipendente a tempo Indeterminato e mille altri lavori extra dormendo pochissimo.
Questo stile di vita mi ha portato ad esaurire energie, fare i conti con la stanchezza, con malattie che si sono presentate a causa del troppo stress ecc...
Ma nonostante ciò, per l'ennesima volta mi sto cercando di risollevare.
Sono stanca di essere in un angolo, sul bordo di un gradino.
Voglio crescere, anche professionalmente, voglio darmi una possibilità....
Ma mi vergogno terribilmente di ammettere il mio livello scolastico, di dire che frequenterei una scuola serale. Non lo sa nemmeno la mia migliore amica, tanto è la vergogna, lei, con doppia laurea e master, che con un marito ingegnere chiede a me perché secondo lei "io so tutto"....
C'è gente che mi chiama secchiona, leggo, partecipo a conferenze, mi iscrivo a corsi...
Non riesco a dire che ho lasciato la scuola...e che ora mi tocca tornare sui banchi se voglio migliorare la mia vita...
15 commenti
In un mondo (soprattutto quello del lavoro) popolato di persone che non sanno di non sapere, tu sei una delle poche che non sa di sapere.
Hai il mito delle persone laureate solo perché tu non hai potuto completare gli studi ma credimi che hai fatto molta ma molta più strada. Non mi stupisco affatto che la tua amica con tre lauree in famiglia tra lei e il marito venga a chiedere cosulenza a te che hai la terza media.
Nel mio piccolo ti dico, ho la laurea in lettere ma da decenni lavoro nell'informatica e fior fiore di ingegneri vengono a chiedere a me come risolvere le questioni più spinose perché sanno che io una soluzione la trovo, sempre. E spesso si tratta delLa soluzione.
A cosa servono due lauree oggi? chi ha il tempo di prendere due lauree? Che diavolo ci fai con due lauree? Parlo in età lavorativa naturalmente. A conclusione della carriera è invece una bella sfida, ampliare il proprio sapere invece di sfondarsi di bianchi al bar.
Prenditelo il titolo di studi, ma fallo per tua soddisfazione e sanza alcuna vergogna. Ti porti ancora il senso di insormontabilità che ti accompagna dall'adoloscenza ma, credimi, dopo tutto quello che hai fatto e che fai è una passegiata di salute che può essere resa più ardua solo dalla tua scruplosità. Creerai magari le condizine per toglierti lo sfizio di prenderti una luarea quando la tua carriera sarà conclusa. Magari una di quelle importanti da quadrivio: Matematica, Filosofia
La vergogna la proveranno i tuoi colleghi quando misureranno la propria incompetenza e la sostanziale inutilità del proprio titolo di studi.
Testa alta: te la puoi permettere alla grande
Sinceramente non credo che un titolo di studio abbia altra utilità se non quella di aiutarci a lavorare. Una volta che il lavoro è ottenuto (e magari è soddisfacente) non capisco cosa ti importi di cosa pensa la gente.
I corsi serali fai bene a frrquentarli ma perché ampliano le tue possibilità.
Scusami andrò contro corrente ma nel leggerti ho colto tutto il tuo affanno,quasi una corsa contro il tempo,ho colto molto bene il forte stress che puoi aver provato e tutte le sfide, che ti fanno onore, ma la domanda è:perché? Cioè perché vivere con tanta "ansia" un campo, quello della conoscenza, che per sua stessa natura è il semplice frutto della passione e della voglia di esplorare? Non so se sto riuscendo a spiegare quel che voglio dire, la mia tra L altro è una domanda retorica, dal momento che hai già spiegato la partenza familiare da cui sei fuggita, ma è proprio su questo che voglio portarti l attenzione, su questo senso di fuga che in origine aveva un suo perché ma che ancora non ti sei scrollata di dosso, utilizzando la cultura e la conoscenza ancora per un senso di fuga e compensazione dall vicende familiari.
Ora, venendo a noi, se senti di volerti prendere la laurea (oltre al diploma), fatti un piano di studi e di budget prima per la serale e poi per una triennale. Non so la tua età esatta, ma insomma metti in conto gli anni necessari,ma ti prego di viverla con la giusta serenità, con la bellezza che una materia da te particolarmente amata può riservare,con passione e serenità nel cuore. Ti auguro di completare il ciclo a cuor leggero ecco, senza dover dimostrare niente a nessuno, senza temere il giudizio di nessuno, ma sentendoti sempre fiera di te stessa. Questa è la vera laurea della vita, quando si raggiunge quel senso di equilibrio e libertà mentale che ti rendono sempre fiera di te, perché sai che la tua persona vale, lo sai dentro, non fuori. In bocca al lupo per tutto e sei fortissima
Fai bene a voler prendere sto benedetto diploma, ma non tanto perché senza non te la caveresti. Secondo me perché in te si è innescata una sorta di tara che ti costringe ad affannarti per dimostrare che vali e questa è una pessima dinamica, sia per la tua salute, sia per i rapporti con gli altri. Non so se lo hai mai notato, ma la gente che SA molto e che vale non corre a destra e a manca per dimostrare ciò, ne tantomeno cerca ogni minima occasione per averne conferma. Quindi se ti serve la qualifica superiore per sentirti finalmente apposto, prendila, se non altro per risparmiarti l'ansia del dover apparire brillante anche nelle conversazioni con i plurilaureati per compensare. Ci sono già fin troppe persone che per colpa della sensazione di aver perso il treno finiscono per trasformare le conversazioni in una sorta di prova della loro coltezza o del loro successo della vita. E lasciamelo dire, quell'affanno si sente, quindi non è detto che la pacca sulla spalla da parte di qualcuno che ritieni di dover impressionare sia genuina. Quando lavoravo nel ramo della ricerca, alla signora che serviva il buffet ai meeting di progetto piaceva tanto disquisire con gli scienziati sulle leggi della fisica, perché lei appunto mollò lo scientifico al quarto anno. Per quanto mi riguarda era sicuramente una persona sveglia e dotata in un intelletto maggiore rispetto a tanti altri che hanno un pezzo di carta in tasca. Però detta come va detta questi pezzi da novanta della scienza le dicevano che era brava unicamente per placcarla e potersene tornare a mangiare i pasticcini che serviva. Perciò vedi tu se disperdersi in ogni cosa sia davvero il modo migliore per rafforzare il proprio bagaglio di conoscenza.
@fucktotum. Non è vero quello che dici. Mi risulta che un avvocato parli volentieri della propria professione, un ingegnere idem e gli insegnanti pure. Tutti amano parlare della propria vita e alcuni parlano volentieri della propria passione se non hanno potuto fare della propria passione una professione. Certo che se guardi una cameriera per quello che fa pensando che il lavoro che fa sia proporzionale a quello che è allora certo, dal tuo altissimo piedistallo ti fa compassione che magari abbia una genuina passione per la fisica. Ma questo solo perché è la tua spocchia a fartela sminuire ai tuoi occhi. Le persone non si giudicano per il tema preferito delle conversazioni, tantomeno per il lavoro che fanno, ma per quello che dicono. Punto.
quindi
tirando le somme stai dando più importanza ad un pezzo di carta piuttosto che a te stessa. Pensaci
ciao
Non ti conosco ma mi ispiri tutto tranne che vergogna. Non sono assolutamente queste le cose di cui vergognarsi, anzi, devi andarne fiera!
Tu frequenti corsi, vai a conferenze, ti prendono per secchiona perché evidentemente lo sei, non c'è bisogno di master per esserlo. Fai molte più cose tu rispetto a parecchia gente col pezzo di carta che finge di sapere e di fare, e all'atto pratico conta meno di zero.
Non è il pezzo di carta che ti dice cosa sei, se proprio ci tieni prendilo (scommetto che ci riusciresti) ma non è quello che definisce ciò che fai e ciò che sei, non saresti più brava perché lo sei anche senza.
10:21 che c'entra l'ingegnere, l'avvocato o l'insegnate che può essere chessò un musicista mancato, che scambia due chiacchiere con una cameriera che ha la passione per la musica, con un fisico che risponde per cortesia ad una cameriera che vorrebbe intavolare discorsi quantistici incalzanti senza averne i requisiti minimi. Dai, è come se uno che non ha manco finito il corso di cucina volesse disquisire con uno chef stellato dei segreti di un menu cazzuto. Un po' di coerenza per favore. Il fatto che la gente che si è fatta il culo di andare fino in fondo nel loro settore con tanto di studio e pratica pluriennale ti risponde per pura cortesia 'sì, sei sveglia anche tu' o 'a grandi linee fai dei ragionamenti tendenzialmente sensati' non significa automaticamente che spaziare per anni tra mille progetti per pompare un minimo il proprio bagaglio conoscitivo equivale ad uno sforzo mirato in cui ti fai per anni un mazzo tanto per essere qualcuno nel tuo settore. Sei mica l'autrice, perché la tendenza di evitare un discorso lineare la noto sia nello sfogo sia in questo commento. Se uno perde la freccia, la perde punto, e a quel punto può o scegliere di prendere il regionale, godersi il paesaggio ed esserne possibilmente felice oppure può rincorrere quelli che giocano in serie A e spendere la vita ad infilarsi nei loro discorsi.
@fuck: Direi io: che c'entra l'ingegnere ecc appassionato di musica? Io stavo parlando dell'ingegnere che fa il suo mestiere per vocazione e come tale ne parla volentieri. Certo, poi non si abbassa a parlarne con la cameriera del buffet che non si è fatta il culo tanto per arrivare a dove è lui perché, magari!, Per problemi economici, o forse per salute ecc ha dovuto interrompere gli studi. Ma non prendiamoci in giro che la gente coi pezzi di carta, quella che dice di essersi fatta il culo tanto e invece ha avuto solo il culo di avere le spalle coperte, può fregiarsi del prestigio del pezzo di carta solo perché quelli che non hanno potuto arrivarci, pur desiderandolo, li idolatrano. Quando invece i detentori di quei pezzi di carta sono degli ignoranti colossali che oltre il loro pezzo di settore non sa nien'altro. E sfido io che il fisico quantistico non si avventura a parlare con una che magari si aspetta la gnosi per eccellenza e invece fuori del suo piccolo ramo non ha un tubo da dire. E poi, per celare la loro ignoranza fa l' arrogante sprezzantie giusto per zittire la povera cameriera neofita. La verità è che ognuno di noi conosce il suo piccolo pezzo di mondo, conoscenza conquistata con un pezzo di carta o meno, e che certe conoscenze si ottengono con pezzi di carta che costano non più fatica di altri settori ma attenzioni mirate. E l'attenzione è sempre la stessa, indipendentemente dal pezzo di mondo in cui si decide di lavorare.
Non sono l'autrice dello sfogo, ma mi ha suscitato ammirazione per la determinazione e pure l'orgoglio che traspare. Invece mi suscitano disprezzo i soliti spocchiosi che non si azzarderebbero mai a parlare a chi non ha i requisiti minimi.... Ma per piacere, va!
Ammirare le persone che si rialzano suona bene ma questa donna che si è di fatto fermata alla terza media si descrive tramite le parole della sua amica plurilaureata come una che 'sa tutto', e rincorre l'approvazione dei colti a scapito della sua serenità.
Penso che spendersi per accumulare cluster di conoscenza qua e là porta giusto a quel tipo di contentino, ovvero sentirsi ogni tanto dire da qualche studioso cazzuto che 'sai'. Mentre prendersi un impegno serio e studiare a testa bassa per tot anni per completare un serale è un tipo di fatica che porta a risultati molto meno appariscenti e di sicuro non avvicina la gente che ha appena sfiorato la superficie di un argomento con un mezzo corso base o dopo aver letto due cose in rete a chi ha studiato e approfondito la cosa con costante impegno per anni. Comunque non capisco 19:51 di ieri, perché insisti nell'elargire le tue conclusioni proprio ad una persona che si è (dall'alto della sua spocchia ovviamente 😂) accorta già due commenti fa che non hai i 'requisiti minimi' per portare avanti un discorso lineare. È un controsenso, non trovi?
Alla base del sapere dovrebbe esserci umiltà,e questa è una cosa che riscontro in molte persone,ad esempio nella mia famiglia ho perone che lavorano al CERN ,sono lanciatissime e parlano volentieri con me che conosco alcuni argomenti in modo molto superficiale,e mi piace il modo in cui ne parlano,senza mai farti sentire inferiore,con voglia di condividere...Mentre è più facile riscontrare spocchiosità in chi non sa molto ma deve perforza dimostrare qualcosa a chiunque,si chiama effetto Dunning Kruger,e non mi riferisco alla sfogante .Alla sfogante invece dico ,fallo per te stessa e non per dimostrare quanto vali agli altri.È bellissimo ammettere che non si smette mai di imparare,"Io so di non sapere"è il vero segreto della conoscenza.
Letterina, è invece possibile che la sfogante conosca l'effetto Dunning Kruger e abbia sotto la cintura altri concetti ad effetto che fanno, sì..tanto figo in una conversazione. Può anche darsi che abbia letto tutti i classici, abbia un'infarinatura di alcuni concetti di matematica,fisica, informatica, statistica o di quello che vuoi tu, oppure sappia elencarti a menadito i principali personaggi della storia dell'arte degli ultimi 200 anni. Ma se, da come lei stessa espone nello sfogo, acquisire in maniera dispersiva concetti fighi non compensa un'insicurezza di base derivante dalla mancanza di un percorso scolastico completato, farebbe forse bene a togliersi dal giro di contentini ricevuti in conversazioni brillanti e focalizzare su di un impegno mirato che la porterà al diploma. Penso che poter scrivere in un curriculum 'ho un diploma' abbia un peso diverso dal dire in giro 'una mia conoscente pluridiplomata ritiene che io so tutto'. Comunque, visto che la fuori c'è una miriade di persone con la terza media che si gode la tranquillità di un lavoro fisso, viaggia, coltiva interessi e dispone comunque di un discreto bagaglio culturale e gli va bene così, anche alla luce del fatto che in Italia uno su due laureati consegna pizze, tenderei a pensare che il malessere della sfogante derivi più dal non saper definire le proprie priorità e dalla non consapevolezza dei propri limiti. Credo non ci sia nulla di vergognoso nel riconoscere che mantenere un lavoro potrebbe anche significare scalare la marcia per quanto concerne una fame compulsiva di conoscenza con lo scopo di saper mantenere conversazioni brillanti, specie se ci si rende progressivamente conto che quello che in realtà servirebbe è completare il percorso scolastico. A meno che non si voglia spaziare all'infinito tra questi tre elementi e finire esauriti.
È che io non ho letto nel suo sfogo un bisogno di fare la fuga con argomenti interessanti,ma una voglia di farsi una possibilità,e crescere professionalmente.Ma l ha detto lei che si informa e legge per avere i contentino?O magari lo fa per il piacere di ampliare le sue conoscenze?
Cmq tu e l'anonima con cui hai discusso,avete una visione complementare,io son d'accordo con entrambe.❤️
*figa
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Ma beata te! Ti capisco sulla vergogna, ma se hai compensato in altri modi, e non ti interessa la laurea, prendi solo il diploma serenamente e non pensare al giudizio della gente. Ti sei data da fare seriamente nel mondo del lavoro e da autodidatta in vari campi o settori, non sai quanto ti invidio. Ho una laurea triennale che non serve a niente, e mi mancano tutte le meravigliose competenze di cui parli. Dovresti essere fiera di te stessa. Io di me non lo sono per niente.