Mar

07

Feb

2017

Valigie

Sfogo di Avatar di ColeridgeColeridge | Categoria: Altro

Ci si lascia. Vabbè ma come ci si lascia.

Sì ok, la cosa migliore è la ragionevolezza. Evitare drammi e isterismi; pianificare per tempo l'uscita di uno dei componenti  della coppia (ok vabbè non proprio uno a caso); tenere d'occhio le spese e ritararsi gradatamente in maniera da starci dentro. 

Tutto giusto. Ma vuoi mettere la goduria di prender su, afferare i primi trolley che cadono giù dallo scaffale in cima all'armadio e infilarci, con studiata casualità, tutte le sue stramaledettissime cianfrusaglie: troppo tempo le hai tollerate, troppe volte hai accarezzato l'idea di prendere e gettarle fuori dalla finestra. Troppe, per resistere a questa tentazione. Pigiama usato con camicie stirate, calzini puliti e calzini barzotti, pantaloni arrotolati in un unico immenso fagotto, mutande con elastico lento che stavano lì da anni, relegate ad inutile accessorio da cassetto. E poi, vuoi mettere: i suoi regali, quel cazzo di intimo rosso regalato a capodanno, le lettere bugiarde, i pensierini riparatori e quelli fuori tempo massimo. Fuori tutto. Fuori da me. Fuori dalla mia vita. Fuori da questa casa. Fuori dai coglioni.

Non è pensabile saltare questo passaggio, non abbandonarsi alla catarsi di un rito che celebri la fuorisucita dalla tua vita della persona responsabile della tua infelicità, della tua insoddisfazione e della tua insicurezza, quella che ti ha rubato la gioventù e alla quale hai dedicato i miglior anni della tua esistenza. E' una ghigliottina virtuale che celebra la fine di una lunga agonia e l'inizio di una nuova era. E tu potevi rinunciarci?

Certamente no, dico tra me e me mentre, in questo esatto momento, sto nel mio letto d'albergo con tutte le valigie aperte, ma non disfatte (ma che scherzi?) rimandando a domattina la disperata ricerca di qualcosa da mettere abbinata a cazzo di cane il meno possibile.

E così anche per me inizia una nuova vita.

Nel frattempo buona notte 

101-143 commenti di 143 totali

Anonima delle 9:38

Anch'io credo che sia tu quella vera che l'ha contattato in pvt e che Cktc sia un  nick creato apposta da lui per pararsi il didietro. Sono con te, è questione di rispetto della privacy. A questo punto, che dire... Fidarsi è bene, ma non fidarsi, è meglio! 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 19:05 del 18-02-2017

Coleridge ma cosa mi combini? Avevo tanta fiducia in te. Ero certa che avresti portato avanti la tua storia e il tuo ruolo di pifferaio fino al ciglio della scogliera e invece mi cadi in un così grossolano errore. Adesso ci sono troppe persone a dubitare di te, che peccato... Forse, però, sei ancora in tempo per farmi sognare ancora. Dai, coraggio che nulla è irrimediabilmente perduto: impegnati e togli quel coniglio dal cappello!

Avatar di calliopecalliope alle 19:07 del 18-02-2017

Anonimo delle 13,15 lui si è comportato male questo è vero e ribadisco che volevo solo fare amicizia e nulla più. Però non facciamo tragedie, la cosa fondamentale è che metta un freno alla sua voglia di esporre i miei fatti personali.

Avatar di CktcCktc alle 19:11 del 18-02-2017

Avatar di sterminator2sterminator2 alle 19:17 del 18-02-2017

Avatar di sterminator2sterminator2 alle 20:24 del 18-02-2017

@sterminator2 ha scritto  - - >"mi sa tanto che codesto sia tu... "

Ho avuto lo stesso dubbio...   

Avatar di gagenoregagenore alle 20:50 del 18-02-2017

allora l'affare del rene è andato a monte. qualcuno si incazzerà moltissimo: chi sbaglia paga. come facciamo con gli amici di Palermo?

Avatar di OldJoeOldJoe alle 21:34 del 18-02-2017

......." e togli quel coniglio dal cilindro....."si pero prima finisci il whiskey!!

Avatar di dariodario alle 22:58 del 18-02-2017
Figli

Passo indietro. L'altra sera, dopo essere tornato a casa e in procinto di andare a letto, non mi ero accorto che Laura mi aveva già inviato 4/5 di messaggi su Whatsapp. Cazzo, ci siamo lasciati di merda e non le ho neanche inviato due righe. Peggio. Mi era venuto in mente e subito passato, talmente ero preso a leggere, replicare, modificare permessi sul mio profilo di sfoghiamoci. Brutto segno amico. Nei messaggi di Laura un crescendo rossiniano di incazzatura non solo per dover essere stata la prima a contattarmi, ma, soprattutto, per non avere ottenuto uno straccio di risposta. La sentenza, inesorabile e inappellabile, arriva: "Sei sempre lo stesso", seguita da un "meglio se non ci vediamo domani". Ecco. Altro giro, altra corsa sulla Merry Go Round e manco posso darle torto.

La discussione via sms riprende la mattina successiva (ieri) e miracolosamente, trovo il modo di disinnescare la solita escalation. Devo dire che qualcosa è cambiato adesso rispetto a prima. Se il portare le liti alle estreme conseguenze poteva in precedenza portare all'esito, che poi si è materializzato, della rottura definitiva, oggi questa rottura è di fatto già in atto. Ogni discussione e lite adesso consolida questo stato di fatto e, dopo la paura della scorsa settimana, ho la sensazione che lei sia più propensa a giungere a più miti consigli. Il che mette me di fronte alle mia responsabilità.

Siamo d'accordo che mio figlio sarebbe venuto da me a pranzo. Come ho già detto altre volte, non lo vedo da due settimane. Lui ha fatto la maturità l'anno scorso e adesso studia fuori. Torna per il weekend ma la scorsa settimana non c'è stata possibilità. L'avevo anche invitato ma il fetente era già diversamente impegnato. 

Nemesi beffarda. Per molti versi sembra il ripetersi a parti invertite di quello che è capitato a me con mio padre. Avveniva negli anni Ottanta, vale a dire ieri, quando lui aveva più o meno la mia età. Ha un amante da tempo e, una volta scoperto, propone sfacciatamente a mia madre di continuare con questo menage. Lei lo spedisce, giustamente, e così va via di casa. Questo avveniva lontanissimo da dove, a quel tempo, studiavo e dove ho continuato a vivere fino ad oggi. E va bene questo lo dico: sono siciliano. Iniziava per lui una nuova vita fuori dalla famiglia. I miei rientri a casa per le feste dovrebbero includere anche un giro nel suo nuovo appartamento ma io evito. Del resto lui, a quel tempo, non sembra curarsi della cosa più di tanto, preso com'è dalla nuova vita in coppia e dai figli della sua amante. Per farla breve non ci siamo sentiti per due anni e non è nemmeno venuto alla mia laurea. Negli anni successivi ha pagato con gli interessi questa cosa. Ma poi, pezzo di disgraziato, anche se soffriva, aveva la capcità di mantenere sempre uno sguardo disincantato e beffardo sulla vita che pure lo stava mazzolando con infarti, operazioni al cuore, diabete, problemi ai reni e così via in un'escalation che se l'è portato via ormai più di cinque anni fa, diventando stabilmente il mio fantasma personale. Che Dio lo benedica.

Adesso, a parti invertite capisco come possa bastare un attimo per preciptare in uno stato di cose che si è sempre creduto lontanissimo da sè e dal proprio vissuto. Mio figlio ha sempre costituito, per Laura e per me, il fulcro della nostra vita e il nosto unico autentico orizzonte esistenziale (il che potrebbe anche far sorgere qualche domanda ma non divaghiamo oltre). Su di lui abbiamo investito tutto. Eppure da quando questa storia è cominciata mi sorprendo a pensare a lui solo nei ritagli di tempo, a dimenticarmi di fargli uno squillo o un messaggio di quelli che vengono replicati con una risposta che raramente va oltre il bisillabo.

Gli preparo la pasta alla 'nduja che è la mia specialità e che di solito viene onorata con bis tris e pulizia della padella. Laura la detesta, anche se molto meno di quanto dà a vedere quando ce l'ha con me. Quando è incazzata con me soffre tutte le mie abitudini personali, dall'ascolto della radio a colazione alla mia seduta pomeridiana in balcone a farmi una bella fumata di pipa. Ognuna di queste sembra un rito che celebra la sua esclusione dalla mia vita. Vabbè. Infatti le ho chiesto se voleva venire anche lei e mi ha detto che il menu non era di suo gradimento. Si può cambiare. No ho da fare.

Il fagiolone mio arriva puntuale. Da chi ne avrà preso. A casa magari stiamo assieme e non ci si fila anche stando assieme sul divano mentre con gesto ciclico legge i messaggi sul suo samsung, scorre qualche schermata e lo rimette via fino al bing successivo. Qui, a casa, dovremo per forza trovare qualche argomento di discussione.

Gli chiedo di darmi una mano. Da quando abita da solo adesso si cucina qualcosa. Niente di particolare perché Laura trascorre tutto il weekend a preparare i sughi per tutta la settimana. A me sembra sempre imbranitissimo, mannaggia a lui, non posso credere che sul suo strumento faccia cose impensabili per la maggior parte dell'umanità e poi si perde a grattuggiare un po' di formaggio. Argomento ragazze è tabu. Neanche a me piaceva. Eppure sul suo profilo whatsapp scrive che non è vero che i migliori sono tutti fidanzati: lui è single. Mi piacerebbe che si aprisse ma naturalmente evito di insistere. Comunque ci facciamo due belle birrozze, lontano dai rimbrotti. Si scofana lo scofanabile. E alla fine condividiamo un bel Toscano del Presidente nella bella terrazza che utilizzo per la prima volta. So che si compra i toscanelli ma ancora non ha capito come si fuma, fa boccate ampie tossisce e sputa. Siamo già d'accordo che la sera andrò a mangiare a casa. S'è fatta una certa, mi dice. Lo riaccompagno.

Avatar di ColeridgeColeridge alle 09:27 del 19-02-2017

La pipa...  Come maigret/cervi,  uno dei miei idoli da ragazzino. 

Avatar di gagenoregagenore alle 10:04 del 19-02-2017

Magari usi la dunhill...  Come Simenon...  La 10?

Avatar di gagenoregagenore alle 10:10 del 19-02-2017

Non so quale sia la 10: forse quella curva piccola. Se così ce l'aveva mio padre e non so dove sia andata a finire. 

Io ho una curva artigianale con svasatura fiammata. Fumo quasi solo quella perché lo faccio solo nei weekend e in vacanza. Per il tabacco preferisco una miscela di perique. Sei un cultore Gagenore?

 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 11:46 del 19-02-2017

No assolutamente,  é  un ricordo nostalgico della mia infanzia televisiva legata a maigret,  l'altra protagonista del telefilm era appunto la pipa,   quella di simenon/maigret é  dritta...  

Non ho mai fumato in vita mia,  ma se dovessi iniziare tassicuro sarebbe una pipa.  

Avatar di gagenoregagenore alle 12:12 del 19-02-2017
Di nuovo in guerra

Un episodio atroce nell'attuale conflitto in Siria: in vista di una tregua, le forze russe e siriane avevano intensificato i bombardamenti radendo al suolo le città e uccidendo indiscriminatamente civili, donne, bambini e chiunque si trovasse a stare per lo mezzo. Una strategia (un classico di tutte le guerre, purtroppo) per trovarsi in una posizione di forza al momento di negoziare.

In letteratura le metafore belliche vengono utilizzate per spiegare le dinamiche d'amore da molto tempo prima di Tasso. Nelle grandi epopee, come in tutte le mitologie, amore, odio, guerra e morte si intersecano e intrecciano in un tutt'uno spesso indissolubile ed indistinguibile.

Gli scacchi rappresentano una metafora meno cruenta, e anche più efficace, di una relazione in cui i contraenti vogliono ottenere un vantaggio (ne esistono di altro tipo mi chiedo?). Tra grandi giocatori, anche a livelli non eccelsi, non si arriva mai allo scacco matto: si vince semplicemente quando l'altro abbandona. Lo scopo del gioco, infatti, non è altro che acquisire vantaggio rispetto all'avversario e consolidarlo fino a non consentirgli alternative.

Tutte le relazioni, tutti i sistemi tendono alla stabilità, che però è quasi sempre asimmetrica. Nelle famiglie, nelle coppie, da quelle che si sono appena formate a quelle con decenni di matrimonio alle spalle, la stabilità è garantita dalle posizioni che si è riusciti a guadagnare. La parità, invece, è spesso un'illusione perché l'uguaglianza che noi tutti cerchiamo è quasi sempre quella del maiale di Orwell (tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri). E così le unioni e le famiglie vanno avanti consolidando rapporti e consuetidini in cui, quasi sempre, uno dei due contraenti impara a convivere con il disagio di una subalternità che non riesce a ribaltare. L'altro, al contrario, patisce la debolezza del primo. In questo sito c'è un campionario formidabile di persone che soffrono per sentirsi trascurate o, all'opposto, per dover sopportare dei partner deboli ed eccessivamente accondiscendenti.

Non poteva durare, sapevo che non poteva. In questi giorni in cui ci siamo ritrovati così vicini dopo una rottura tanto traumatica, non avevamo affrontato nessuna delle questioni che erano rimaste sul tavolo. Il nostro riavvicinamento ha avuto, dal mio punto di vista, qualcosa di miracoloso. A simboleggiarlo, il modo in cui abbiamo fatto l'amore, con una passione, un'intensità e un'intimità che forse non avevamo mai raggiunto in precedenza. Ma adesso è il momento dei puntini sulle i. Adesso è il momento che prelude alla tregua in cui entrambi cerchiamo di guadaganre delle posizioni perchè volgiamo ricominciare, certo, ma senza gli errori del passato. Sembra che si voglia diventare ragionevoli e invece siamo qui a fare stragi per acquisire una posizione di forza prima della tregua.

Laura pretende delle scuse. Non con me, Non adesso. In generale arriva un momento in cui sente che qualcuno, tra gli affetti più prossimi, non ha sufficientemente riconosciuto una sua esigenza. Si sente calpestata. Ritiene che qualcosa di offensivo nei suoi confronti è avvenuto. E si offende. Taglia i ponti per un periodo oppure concede delle gelide conversazioni telefoniche. Traccia col gesso un segno sul pavimento e afferma che non si andrà avanti se chi l'ha offesa non oltrepassa prima quel segno con il capo cosparso di cenere. Naturalmente questo non avviene mai, anche perché quando succede (come nel mio caso, di solito), non è mai come lei lo vorrebbe. Non si accorge che lo stesso fatto che si pretendono delle scuse per moto spontaneo produce un paradosso: nella migliore delle ipotesi potrà essere la cosa giusta fatta per il motivo sbagliato, ossia su richiesta, quindi non spontaneo quando la richiesta era che fosse spontaneo.

Quando ci siamo rivisti per la prima volta dopo la rottura, ci siamo abbracciati di improvviso e a me è venuto naturale mettermi in ginocchio per pregarla di riavvicinarci. Questa cosa le è rimasta impressa. Per lei è stato il segno di quelle scuse che lei aspettava come precondizione per ricominciare. Adesso però ne chiede conto. A quel gesto associa un preciso impegno a voler cambiare da parte mia. Di nuovo il segno col gesso e il capo cosparso di cenere. Io penso di essere ragionevole, le chiedo di non fare più così, ma non mi rendo conto di perseguire lo stesso obiettivo. Anch'io voglio ripartire con condizioni diverse, anch'io voglio riguadagnare posizioni. Sembra una dinamica dalla quale più rifuggi, con la retorica del passo indietro da compiere entrambi, più rimani invischiato.

Guardiamoci in faccia: nessuno vuole cedere.

Avatar di ColeridgeColeridge alle 22:56 del 23-02-2017
Una giornata al mare

Una giornata al mare

Sabato mattina finalmente la simpaticona tace. No no: parlo della sveglia che ha l'abitudine di buttarmi giù dal letto alle cinque e un quarto. Di solito nei giorni di festa mi sveglio comunque prestissimo ma, stavolta, ho dormito abbastanza e abbastanza bene. Mi sveglio per le otto ben riposato. Bing del cellulare lasciato in sala. Poltrisco un po' prima di andarlo a prendere. Whatsapp: 

Laura: Sei sveglio?

Io:Eccomi, avevo lasciato il telefono in sala

Laura: Hai qualcosa di particolare da fare oggi?

Io: Decisamente no. Di particolare proprio niente. Perché?

Laura: Vi volevo proporre di andarcene al mare 

Io: forse sei un genio 

Davvero mi sembra un'idea fantastica. Mio figlio è a casa per il weekend, la giornata è splendida, le temperature si stanno alzando e il profumo di primavera comincia finalmente ad essere pervasivo e non solo percettibile. Tutti insieme, come nei momenti migliori. Tranquilli e rilassati per un po', prendere un po' di sole, sciogliere le tensioni, insomma, perfetto. Appuntamento per 10:30/11:00  a casa. Ci saranno poi 200 km da percorrere per raggiungere il mare. Cacchio però ho anche un paio di commissioni. Colazione, lavatrice, l'ultima camicia che avevo visto coi saldi (ho tutto sotto casa visto che in questo momento abito in zona pedonale, ma durante la settimana non ci sono mai). Devo poi raggiungere a piedi la macchina parcheggiata in stazione, passare a prendere anche un'anta della cucina di casa che avevo fatto rivernicare. Morale, arrivo a ridosso della forchetta che ci eravamo dati per la partenza ossia alle undici meno cinque. Nel frattempo messaggi, ma insomma quando arrivi.

Nella mia esperienza le partenze per vacanze e weekend sono forse i momenti più critici per la serenità delle famiglie. Ancora ricordo le urla di mia madre prima degli spostamenti a mare: si incazzava con tutti, con mio padre e con noi figli. Tutto si calmava, non sempre con effetto immediato, appena si saliva in macchina. Naturalmente anche noi non ci siamo mai fatti mancare niente, soprattutto in occasioni di partenze a ridosso di mie consegne al lavoro, quando riuscivo ad essere disponibile per l'organizzazione solo all'ultimo momento.

Insomma, per farla breve. partiamo male. Malissimo. Arrivo a casa e avverto già aria pesante. Mio figlio con la faccia storta, Laura agitata, ma insomma è mai possibile che dobbiamo ridurci sempre all'ultimo, questo era l'orario di partenza, magari saremmo arrivati quei dieci minuti prima. Dieci minuti prima per fare cosa, mi chiedo. Ma sto zitto.

In macchina la tensione stenta a stemperarsi. La maggior parte dei tentativi di introdurre una conversazione amena si scontra conro un muro di monosillabi, repliche piccate o commenti infastiditi sulla stupidità del tema proposto. Finalmente riusciamo ad arrivare a mare, a trovare un buon parcheggio e a farci rapinare dal parcometro. Andiamo dall'altro lato dell'istmo, sulla Baia del Silenzio. La spiaggia è piena di persone con abbigliamenti che vanno dal piumino alle canotta a seconda del tipo umano. L'unico bar ristorante sulla spiaggia è strapieno da un pezzo, alcuni si sono organizzati sul muretto con un vassoio e un paio di calici di prosecco. Molti stanno lì immobili, con gli occhi chiusi verso il sole, incuranti del casino e concentrati a godersi quell'attimo di pace da tempo agognato. Decidiamo di rinunciare alla vista mare e di spostarci in uno dei tanti ristoranti sulla strada principale. La scelta sembra azzeccata. Ci mettiamo nel plateatico chiuso dove non c'è nessuno. Il polpo e patate di antipasto è il più buono che abbia mai mangiato. Sembra che finalmente ci si stia rilassando e godendo l'attimo. Sembra. Poi, mio figlio, che ha l'antipatica abitudine (almeno con noi) di non entrare in una conversazione in modo pertinente all'argomento se ne esce, out of the blue, con qualcosa che riguarda il suo programma di studi. Laura replica in modo un po' seccato. In breve capisco che si tratta di un argomento delicato su cui avevano già discusso in mattinata. Cominciano a battibeccare e nel plateatico non siamo più soli. Faccio segno con la mano di abbassare i toni. Mio figlio va in bagno un attimo e improvvisasamente si apre uno scenario inatteso. 

Ce l'ha con te, mi dice Laura. Con me? Sì, stamattina quando ho proposto questa gita a mare si era detto entusiasta, fino a quando non ha saputo che venivi anche tu. Allora ha detto che preferiva stare a casa. Con te non parla, io alla fine mi devo beccare le sue sclerate anche quando non sono la destinataria. Ma magari si sfogasse con me, maledizione, invece di stare sempre lì come un merluzzo surgelato. Torna mio figlio e Laura ha un'alzata di ingegno: sentite, visto che io il secondo non lo prendo facciamo così, io vado sulla spiaggia a prendermi un po' di sole: non appena avete finito mi raggiungete. Figlio (gli dovrò trovare un nome, ma per adesso non mi viene in mente niente) si agita visibilmente. Ma dove va adesso? Non avevamo fatto sta pagliacciata per stare tutti insieme? L'idea di Laura era forse quella di farci parlare: ottima pensata, davvero. Trovandomi in ballo prendo l'argomento. Alla fine si dimostra lui il più lucido di tutti, l'unico che, avendo già capito l'antifona dalla sera prima, aveva già immaginato come sarebbe andata a finire. Pago, mentre lui raggiunge la madre in spiaggia. Arrivo anch'io. La gente è ancora aumentata, ma non dà una sensazione di oppressione. Mentre cerco la mia famiglia mi soffermo sui vari gruppi e mi sorprendo a pensare che, se escludo le coppie di anziani, mi ritrovo un po' in tutti, in varie fasi della mia vita. Le comitive di ventenni che fanno casino, le coppiette innamorate e quelle imbronciate, le coppie che portano il pupo a respirare un po' d'aria di mare, dopo le influenze invernali: lei che si gode una sigaretta in splendido isolamento, prendendosi una vacanza dal suo prediletto incubo quotidiano di pappette e frignate, lui che lotta, imbranato, con il ciuccio che si insabbia di continuo. Poi le coppie di amici con figli grandi che un po' si fanno i cazzi loro, un po' provano a riprendere, senza troppa convinzione, i ragazzi che litigano, alzano la sabbia  e rompono piacevolmente i coglioni al prossimo. Infine noi. Laura è distesa come un stoccafisso sulla sabbia con il piumino, i rayban arancioni, lo scaldacollo in testa e un broncio percepibile distintamente da qualsiasi punto del golfo. Figlio in piedi anche lui rigido. Vado a comprarmi un accendino per concedermi una pipata che rischia di diventare l'unico momento di evasione di tutta la giornata. Quando torno Laura è sola. Figlio non è con te? No, vado a vedere dov'è mentre vado a cambiare il ticket della sosta. Whatsapp: Dove sei? Su una panchina. Chiamo. Quando squilla il telefono vedo una figura che si alza da un panchina non distante, attraversa la strada e si dirige verso il lungomare parlando ad alta voce al telefono. Lasciatemi stare. Sono stufo di fare la famiglia felice, è molto meglio starcene in tre case separate durante la settimana. Va nella stessa direzione del parcheggio, lo raggiungo, ma lui quando mi vede torna indietro. E' davvero esasperato. Lo lascio stare. Torno a farmi rapinare dal parcometro e poi di nuovo sulla spiaggia. Laura e nostro figlio sono seduti al sole sulla sabbia, appoggiati a un muro che li ripara dal vento. Hanno fatto pace e parlano vicini in modo confidenziale. Li riprendo e scatto loro qulche foto col cellulare. Non visto. Mi avvicino e propongo un caffé. Più tardi. Mi sento di troppo così vado a fumarmi la mia pipa sulla stessa panchina al sole dove prima era seduto Figlio. Non era esattamente questo il momento di serenità che mi ero immaginato. Niente di tutto quello che mi ero immaginato si è avverato se non esattamente al contrario. Arriva l'ora di tornare. Ci ancdiamo a prendere un caffé e un gelato. L'atmosfera è un po' più serena. In macchina, al ritorno, parliamo del più e del meno. Finalmente sereni. Tristi. Ma sereni. Sarà per un'altra volta.

Avatar di ColeridgeColeridge alle 13:42 del 26-02-2017

torna facile immedesimarsi nella tua vita. A differenza dei soliti sfoghi dove si gridano ai quattro venti le proprie frustrazioni senza altre informazioni di background, il tuo diario odora di vita vissuta. Una famiglia, tre case. Sarebbe bello sciogliere le incomprensioni e godersi i momenti belli, come una famiglia felice

Avatar di AnonimoAnonimo alle 14:09 del 26-02-2017

Ma figlio ce lha con te perché ti giudica responsabile di questa situazione? ... I "giochetti" e le "tecniche e tattiche operative" tra coniugi le comprendo (non sempre le giustifico), ma con i figli no, orpolina non aspettare loccasione creala tu, io ci sto pure a passare da coproforme con mio figlio, ma dopo che ha sentito le mie motivazioni, lo so... Hai ragione... Si é molto più lucidi con in "casi" degli altri che con i propri, é per questo che ti dico... Esci una sera con lui, oppure invitalo a casa (dove sei ora) oppure in territorio neutro, e digli tutto, non per avere il suo benestare, ma solo la sua attenzione e rassicuralo sul fatto che qualsiasi sia il tuo futuro, lui sarà sempre tuo figlio, non lo giudicare "grande", io sono in un momento della mia vita dove sono diventato il padre di mio papà, e ti giuro che ci sono dei momenti dove vorrei che mi prendesse ancora sulle sue spalle, uno dei primi ricordi che ho...  Coleridge muoviti! Ma subitoooooo!  Rassicuralo!  

Avatar di gagenoregagenore alle 15:00 del 26-02-2017
IMHO

mi associo a gagerone.

Ho letto tutto, Ridge!

mi sa che durante la querelle con la mogliera hai perso di vista tuo figlio.

Devi rimediare, Ridge!

non è neanche facile, il pupo rifiuta il dialogo, e la mogliera ne ha fatto l'alleato. probabilmente è convinto che suo padre sia uno spregevole individuo. 

dovete uscire insieme: vedi di sbloccarlo e parlarci in maniera esaustiva. una serata non basterà. datti da fare.

Avatar di OldJoeOldJoe alle 15:14 del 26-02-2017

Grazie ragazzi, innanzitutto per avere la pazienza di leggere. Mi rendo conto che i miei pensieri si stanno ingarbugliando. Ne risentono i miei post che stanno diventano sempre più lunghi e faticosi. Quindi apprezzamento doppio.

Nel merito @Gage e @OldJoe: terrò in molta considerazione quello che mi dite. Ho molto bisogno di pareri esterni e il vostro è sempre illuminate e, tra l'altro siete in due a dirmi la stessa cosa.

Ho un dubbio però. Cominiciare a far valere le mie ragioni rispetto a Laura, parlando con mio figlio, rischia di essere prematuro, controproducente e, temo, inutile, e vi spiego perché. Prematuro perché la storia non è ancora finita: se parto con la memoria difensiva adesso rischierei di assestare un colpo fatale ai miei tentativi di riavvicinamento. Controproducente perché una difesa non richiesta ti si ritorce sistematicamente contro. Aggiungiamo a questo che Figlio ha pochissima voglia di entrare nel merito delle nostre discussioni e, per finire, le ragioni non verrebbero ascoltate. E' falso che le relazioni di noi umani si basano su ragionamenti e spiegazioni, siamo ancora animali come hanno stabilito schiere di etologi e comportamentisti. Le nostre interazioni sono emozionali e istintive, siamo scimmie nude come diceva Desmond Morris mirabilmente citato in Occidentali's kharma (a proposito: capolavoro!). Un figlio non fa il giudice tra i genitori e se ne frega di distribuire torti e ragioni. E' inutile dire: su di me puoi sempre contare, bisogna desserci, in silenzio, anche quando senti che ce l'ha con te. E' quella la sfida durissima su cui cerco di cimentarmi.

Più semplicemente, comunque, mio figlio vorrebbe chiarezza: se siete separati, fate i separati e ci vediamo in momenti diversi, altrimenti tornate assieme. Non lo posso biasimare!

Comunque vada panta rei...  e singing in the rain

Namaste 

 

PS grazie anche a te anonimo, grazie davvero 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 00:33 del 27-02-2017
Coleridge

dalla tua risposta mi rendo conto che c'è un equivoco. io non intendevo quello che ai pensato tu. non credo che tu debba parlare a tuo figlio del rapporto che c'è fra mamma e papà, anzi, ti suggerisco di non coinvolgerlo.

dovreste invece parlare del vostro rapporto padre - figlio. sei stato fuori casa e gli sei mancato: anche se lui non dovesse ammetterlo è così. ha bisogno di sapere che se vuole parlare con te tu ci sei; siete in arretrato con i colloqui fra padre e figlio.

Avatar di OldJoeOldJoe alle 09:00 del 27-02-2017

Ho capito. No beh un po' più complicato di così. Lui da ottobre studia in un'altra città e torna grosso modo il weekend. Io sono uscito di casa, come del resto testimoniato in diretta da questo sfogo, all'inizio di questo mese. Ci vediamo comunque ogni fine settimana. Il dialogo fatica da un po' perché in questo periodo si sente in competizione con me, ha sempre la sensazione che io voglia dargli dei consigli e vuole dimostrarmi che ce la fa da solo. Naturlamente un po' è vero, da padre è così. Non ci troviamo tanto con glli hobby. Lui è patito di Basket che a me fa cagare. Ogni tanto parliamo di calcio, ma anch'io lo seguo poco. Mi piacerebbe fare qualcosa di sport con lui, ma è un pigrone. Cmq: tempo che deve passare: l'età è anche difficile. In questa pagina c'è un commento in cui parlo di quando lui è venuto a mangiare a casa mia. Penso descrivi abbastanza il nostro rapporto.

Grazie ancora Old 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 09:10 del 27-02-2017

descrivA!!!!!! 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 09:12 del 27-02-2017
Pulizie di casa - interludio

Pulizie di casa - interludio  

Se fossi qui dipenderei

dalle tue tenerezze dette 

sul collo a bassa voce ma lo sai

l'amore porta guai 

si perde quasi sempre, c'è gente

che è facile non si riprede più 

ma tu

guarda me, 

prendo tutta la vita com'è

non la faccio finita ma incrocio le dita e mi bevo un caffè

 

E ammazzo il tempo provando con l'auto meditazione e canto un po'

nella testa oh oh oooo oh oh oooo oh 

e mi rimetto ripulendo il mio salotto dal terribile ricordo che resta di te

 

Se fossi qui mi lascerei

tentare dalle tue carezze

però ringrazio Dio che non ci sei

l'amore fa per noi 

ma separatamente, c'è gente 

che come me non si riprende mai, 

lo sai,

guarda te questo straccio di vita cos'è

non la faccio finita soltanto perché è pronto un altro caffè

 

E ammazzo il tempo provando con l'auto meditazione e canto un po'

nella testa oh oh oooo oh oh oooo oh 

e mi rilasso finché non ho più addosso quel terribile ricordo rimasto di te

 

Indifferente che mente c'è l'eco di quelle malelingue che…

mi han detto oh oh oooo oh oh oooo oh

ci sono cose su di lei che è meglio non sapere mai

sai che ricordo mi resta di noi

ma ci son cose su di me che forse non ci crederai

sai che ricordo ti resta di noi

Avatar di ColeridgeColeridge alle 14:36 del 04-03-2017
Thank God it's Monday

Martedì 7 marzo - Stamattina sono uscito dal portone di casa alle 6. Primavera! Ieri alla stessa ora era ancora buio, oggi è già l'alba. Non è l'unica differenza: ieri uscivo dal portone di casa mia, oggi da quello di casa di Laura, cioè, di casa mia mia. Ormai capita almeno un paio di volte a settimana. Ho dormito più spesso nel mio letto, abbracciato a mia moglie, in quest'ultimo mese che quasi in tutto il 2016, passato in gran parte sullo stesso maledetto divano letto al quale ieri sera, prima di andare a dormire, ho riservato una beffarda occhiata di rivalsa. Ieri avevo invitato Laura a cena, ma lei ha rilanciato proponendomi di vederci Montalbano sul divano di casa e quindi di andare a dormire insieme. Montalbano in realtà preferisco vederlo in differita: la sera la mia palpebra ha un'autonomia massima di una dozzina di minuti. Da lì fino alla fine è un penoso alternarsi di veglia e sonno che, dopo tre volte, mi porta a non capire più un cazzo della trama e a rovinarmi il finale. Tuttavia ho opposto una debolissima resistenza.  Laura mi è passata a prendere a casa, dove mi sono preparato una borsa con il cambio. Poi abbiamo bighellonato a fare bancomat, a cercare un pub dove rifornirci di una birra decente e infine a casa, dove ci siamo nutriti con quello che siamo riusciti a raccattare dal frigo. Mi dice Laura che Figlio è piuttosto desolato del deserto che si trova in frigo ultimamente. Capirai, prima eravamo una famiglia, ora siamo tre single, la spesa va di conseguenza. L'unica cosa che non manca mai è lo zenzero: esibisce tronfio tutti i suoi bitorzoli nel deserto del cassetto della frutta, accanto a mezzi limoni avvizziti, due zucchine e un sacchetto di mele che avevo comprato ancora io. Buono lo zenzero, per carità, ma io e Figlio lo detestiamo ormai. Laura lo mette ovunque, dalla tisana che hai la tosse e ti fa bene, alle zucchine a vapore al pollo con il porro. Improvvisiamo due spaghetti con l'avanzo dei sughi preparati per Figlio, mettiamo in lavastoviglie e ci spalmiamo sul divano in attesa del rracala-rracala-rracala (il bellissimo attacco di archi della sigla). Nell'attesa cominciamo ad accarezzandoci con gesto distratto e ripetitivo. Qualche bacio asciutto a fior di labbra, qualche annoiato allacciamento tenuto fin quando non si sta troppo scomodi e si cambia posizione. Poi, d'improvviso, come obbedendo a un segnale, uno schiudersi di bocche, un dolce azzannarsi di labbra, un accarezzarsi di lingue, che da languido e asciutto diventa umido di fiato caldo, oscenamente saporoso, frenetico e prepotente nel suo cercarsi e non bastarsi. Ormai il lunedì è diventato il mio giorno preferito. E' il giorno in cui Laura non va a scuola. La mattina accompagna Figlio in stazione dopodichè attacca con il milione di impegni che ha anche al di fuori della scuola. Questa riconquistata libertà, dopo aver passato il fine settimana a preparare sughi per tutta la settimana universitaria di Figlio, ultimamente la mette di un umore delizioso. A questo si aggiunga il fatto che continuiamo a vivere separati come fidanzatini. Sabato avrei dovuto lasciare casa ma le mie ricerche per una sistemazione stabile si sono arenate. Stiamo valutando se tornare assieme ma anche il ritorno a casa ci è sembrato prematuro. Quindi ho prolungato la mia permanenza, nell'appartamento dove mi trovo attualmente, di altre due settimane.Economicamente è un disastro, ma devo dire che non me la sto passando affatto male sotto altri aspetti. Dalla zona pedonale ci metto meno pochissimi minuti per raggiungere la stazione in bicicletta. A volte mi godo anche la solitudine serale nel prepararmi due spaghetti saltati come dico io e con l'adeguata quantità di peperoncino. Con Laura poi non va affatto male:  proprio la libertà di potersi mandare al diavolo, senza dover dormire sotto lo stesso tetto, è un formidabile deterrente per la degenerazione i contrasti. C'è una generale sensazione di maggior ragionevolezza.  E poi, c'è il ritorno della primavera che proprio di lunedì, in combinato disposto con gli altri fattori, propizia un po' di languorini tutt'altro che spiacevoli. Un paio di settimane fa, proprio di Lunedì, Laura è venuta a cena da me e la cena non è stato il piatto forte della serata. Non l'avevo mai vista così!  Quanto ieri stava avvenendo sul divano di casa, quindi, sembrava l'invitante aperitivo di un nuovo piacevole rito che avremmo consumato di lì a poco. Non è stato così. Improvvisamente Laura si è bloccata senza un apparente motivo. Ci siamo ricomposti e ci siamo visti la puntata tenendoci per mano in casta compagnia (come previsto io me ne sono perso un quarto). A letto ci siamo addormentati con la stessa modalità. Qualcosa ancora non torna.

Avatar di ColeridgeColeridge alle 09:53 del 09-03-2017
Sesso e denaro

Sesso e denaro - Si conclude la settimana e con Laura ci siamo visti ogni sera. Oggi torna Figlio ma ci vedremo comunque a cena al ristorante con altri amici, in occasione di un evento che Laura ha organizzato con la sua associazione. Nessuno di loro sa che attualmente siamo separati. Al contrario Figlio non sa che clandestinamente ci vediamo di continuo. Ieri anche cinema: Moonlight, il film che ha vinto l'Oscar (un pacco, per inciso).

E' periodo di ricorrenze pubbliche e private, Mercoledì scorso la Festa della Donna. Lunedì il compleanno di Laura. Tra non molto l'anniversario di matrimonio. Il mio appartamento è pagato fino al 18 del mese. Nel frattempo dovremmo decidere che cosa fare nella nostra vita da adolescenti in vacanza.

Molti passi avanti sono stati fatti, ma, come ho detto alla fine del precedente commento, qualcosa ancora non torna. Un problema finanziario legato a un mio grosso contenzioso con Equitalia è stato all'origine dei nostri litigi alla fine della scorsa estate. Il nostro patrimonio comune non ne risente, la casa è di Laura. Sono intaccate le mie quote ereditarie dell prorpietà di famiglia e, naturalmente, ci sarà un impatto sulle finanze quando avremo finalmente definito sta cazzo di rottamazione. Non so se ho parlato di questa storia, probabilmente no. Non lo farò neanche adesso. E' un problema. Grosso. E la responsabilità è mia anche se, ci tengo a precisarlo, il denaro che ho speso l'ho speso per la famiglia: no scommesse, no viaggi, no macchine no puttane, per intenderci. Tuttavia questo problema, a livello di contenzioso di coppia, è quasi superato perché la verità è che tanto Laura quanto io ce ne freghiamo abbastanza dei soldi. Non è un vanto (non è vero un po' lo è), ma in questo frangente torna utile.

Il nostro problema principale in questo momento è legato al sesso. Nonostante abbiamo ripreso a fare l'amore con intensità e reciproco appagamento, paradossalmente qui c'è un conflitto non risolto. 

Devo tornare su questo argomento nel prossimo commento: il treno sta per arrivare e devo schizzare a casa e mettermi pure qualcosa di decente: Laura mi ha detto che s'è messa in tiro. Non posso sfigurare.

Alla prossima

Avatar di ColeridgeColeridge alle 19:23 del 10-03-2017
Compleanno di Laura

Per il mio compleanno mi andrebbe una bella giornata alle terme da passare insieme. Non voglio altro. Mi toglie dall'imbarazzo Laura, anche se un regalo richiesto è sempre un'arma a doppio taglio: esegui, ma alla fine è un piatto pronto che non ti costa alcuno sforzo, quindi a rischio rinfacciamento alla prima litigata. Ho preso il mio giorno di ferie (ok è lunedì) e prenotato l'ingresso. Avevo pensato addirittura di passare la notte fuori insieme ma Laura non ha gradito e quindi faremo la giornata e basta. Ho dato un'occhiata ai pacchetti per coppie. Forse sarebbe meglio definirli pacchi per coppie. Massaggini a tempo + flutino di prosecco in jacuzzi mignon, ma andate a cagare. Ho chiesto a Laura cosa avrebbe gradito ma, come immaginavo, anche lei detesta queste prese in giro. Vedremo lì cosa fare: di lunedì non dovremmo trovare folle oceaniche.

E quindi, cosa ci metto di mio? Eccoci al punto. Questa è un'occasione irrepetibile per realizzare quello che ho in mente da tempo, da prima ancora della mia defenestrazione. Noi ci siamo sposati in Comune, non in chiesa, causa ateismo conclamato del sottoscritto. I suoi la presero malissimo al contrario della mia famiglia che è atea da generazioni. Qualche tempo fa lei ha avuto dei problemi di salute, non gravi, ma abbastanza importanti. Dimessa dall'ospedale mi espresse il desiderio di sposarci in chiesa. Io accettai volentieri ma poi ci si perse nell'organizzazione. Per me era una buona occasione per mettere una pietra sopra una serie di tensioni interfamiliari che perdurano da anni. Non intendevo porlo come una condizione, ma lei lo lesse proprio così. Non se ne fece più niente. E la cosa diventò un nuovo argomento da tirar fuori nella lista delle recriminazioni.

Adesso ho pronta un nuova proposta di matrimonio con tanto di anello di fidanzamento. L'ho dovuto acquistare in fretta per poterlo avere entro la data. Quello che volevo tra l'altro non era disponibile subito quindi ho dovuto ripiegare su un altro che mi è stato recapitato ieri ed è piuttosto anonimo. Ora ecco il dilemma. Il gesto in sé, se non smarrono tempi e aspettative come solo io so fare, le farà piacere, ne sono certo (almeno spero, accidenti). Tuttavia non si tratta di una proposta fatta tra ventenni squattrinati (oddio: ero meno squattrinato quando ero squattrinato): abbiamo una storia lunga e travagliata. Abbiamo un'età. Non sono così ingenuo da non capire che anche l'oggetto in sé ha la sua importanza. Non posso certo mettermi a farfugliare che ho dovuto scegliere in fretta, che non era quello che avevo pensato, se non ti piace possiamo cambiare, apprezza il pensiero e così via con tutto l'armamentario di scuse che rovinerebbero tutto. Forse non subito, ma in prospettiva sicuramente. D'altra parte, lei è in attesa di uno colpo di reni, di qualcosa che ci tolga da questa situazione di indeterminatezza. Sabato prossimo scade il mio afftitto. Se questa cosa si trascina troppo per le lunghe rischia di farci precipitare di nuovo in una situazione di conflittualità che a quel punto diventerebbe veramente difficile da gestire. Quindi il momento è questo.

Ho bisogno del vostro consiglio. Mi rivolgo soprattutto alle signore. Forse chiederò ospitalità alllo sfogo di Raffy per porre la questione.

Avatar di ColeridgeColeridge alle 16:09 del 11-03-2017

Ma la domanda, qual'é?

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:25 del 11-03-2017

Ridge, ho dato un occhiata a entrambi gli anelli e li ho trovati molto simili sia per fattura che per prezzo, anzi devo dire che personalmente preferisco quello che hai acquistato; quindi fosse per me, ti direi di andare tranquillo con quello.

Però, dato che quello che conosce i gusti di Laura sei tu, ti proporrei questo escamotage: falle la proposta come se fossi spinto dall'impulso del momento, dille che questo periodo di semiseparazione ti ha fatto capire che vuoi passare la tua vita con lei e che vuoi rinnovare le vostre promesse. Poi fingi di cercare un oggetto qualsiasi come pegno d'amore, va bene anche una margherita da cogliere al momento e da intrecciarle al dito; dille che ovviamente provvederai al più presto a sostituirlo con un vero anello, ma che non potevi aspettare oltre a farle la proposta.

Mi raccomando prova la scena varie volte davanti allo specchio: non c'è nulla di più spontaneo di un discorso recitato varie volte! ;)

Avatar di InquietaMenteInquietaMente alle 13:22 del 12-03-2017

@Inquieta ma sai che mi hai tirato su? Il consiglio mi sembra ottimo, adesso non so come esattamente riuscirò a metterlo in pratica, ma credo che farò più o meno quello che suggerisci. Grazie di cuore.

@anonimo. Hai ragione in questo sfogo ormai l'autoreferenzialità ha superato tutti il livelli di guardia. Ho posto la domanda nel topic di Raffy74 Regalo di compleano. Così oltre al mio rovino pure il suo topic :) (Raffy perdonami) 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 14:46 del 12-03-2017

Di nulla, Ridge, ma se devo dirla tutta, il consiglio mi è stato ispirato dal tuo tanto vituperato omonimo.

Tempo fa frequentò per un periodo Katie, sorella di Brooke, e le donò come pegno d'amore un nastrino che le legò al dito. Non ricordo perché non le diede un anello: è passato molto tempo e lui nel frattempo si è sposato e separato dalla sua ultima moglie, precedentemente sposata con un di lui fratellastro, quindi spero mi perdonerai se non ricordo i dettagli. L'importante è che il nostro ci abbia indicato la via per farti uscire da quest'impasse. 

Avatar di InquietaMenteInquietaMente alle 15:00 del 12-03-2017
Sirmione

Lunedì 13: Le premesse non sono molto incoraggianti. Nei giorni scorsi Laura s'è beccata un potente raffreddore / mezza influenza che non è molto indicato per passare la giornata alle terme stando all'aperto in accappatoio in inverno. E vabbé, facciamo il percorso benessere, sminuisco io. Una volta ci ride, la seconda si incazza. Ho già prenotato. Ma perché hai prenotato? Fai sempre tutto all'ultimo, giusto stavolta non hai aspettato. Chiamo per cancellare la prenotazione. Mi dispiace signore ma nelle ultime 48 ore la penale è del 100% allora cancello? Ma sta scherzando spero, ho già pagato tutto non cancello proprio niente. Eventualmente chiamerà all'ultimo momento per comunicare la cancellazione? Sisì come no, ci conti. Ma pensa te.

Lunedì mattina Laura accompagna Figlio in stazione e mi chiama. Va molto meglio, secondo me possiamo andare. Alleluia. L'anello? dove lo metto? scatolina? naaa dai, lo metto nel portafoglio e provo l'effetto sorpresa al momento opportuno.

Giornata di sole, ma inizialmente non calìdissima a Sirmione. Lunedì matina chi vuoi che ci sia mi chiedo. E nzomma, non è proprio deserta. C'è un chilometrino da farsi a piedi dal parcheggio. Gli ambulanti hanno l'aria di godersi un po' di riposo dopo le fatiche del weekend. Eppure di gente ce n'è nel delizioso centro storico, soliti innipresenti cinesi, tedeschi e, ormai sempre di più, russi e gente dell' est europa. Alle terme ci dotano di un orologino chiave che serve per pagare e aprire l'armadietto: un sistema un po' allucinante con una specei di porta-abiti borsa in cui bisogna infilare tutto e appanderlo in una specie di cassaforte con appendiabiti rotante (ho visto dei pantaloni per terra: chissà che casino avranno fatto per recuperarli).

Ci ritroviamo fuori dagli spogliatoi e ci infiliamo dritti nella piscina calda di acqua sulfurea che prosegue all'aperto. Finalmente ci si rilassa. Non oso pensare cosa sia la domenica, ma c'è un bel po' di gente per essere un lunedì, anche di italiani. Ci chiediamo quale può essere l'utenza italiana del lunedì. Eh già, parrucchiere, estetiste. Poi c'è un gruppo aziendale della Bormioli di Parma. Insomma c'è un po' di gente ma non è affatto fastidioso. Anzi. E' piacevole notare quella sorta di regressione adolescenziale che tutte le coppie, anche attempate (come noi, diciamocelo), subiscono dalla rilassatezza che ti procura lo stare dentro l'acqua calda all'aperto e al sole. La giornata poi va riscaldandosi. Proseguiamo il nostro giro sempre più rilassati e complici. Saune, bagno turco, fanghi, piscina di nuovo, insalatina, piscina. Ci stravacchiamo sui divani vista lago e ci ubriachiamo di tisana al finocchio e liquirizia. Morale le cinque ore dell'ingresso passano in un attimo e ci dobbiamo anche precipitare fuori se non vogliamo far scattare l'orario (ma che strozzini, mamma mia!).

Le quattro. Tardi per pranzare. Presto per cenare. Decidiamo per una cena al ristorante ma nei dintorni di casa nostra. E il mio anello? Aspetto la cena? No dai con questo bello scenario. Miracolosamente troviamo un albergo che fa servizio bar con tavolini su molo privato. Ci fiondiamo e prendiamo una cosa qualsiasi: non c'è molto, un caffè con biscottini confezionati. Lo scenario però merita. Sole ancora abbastanza alto proprio di fronte. Noi coi nostri sunglasses e io io col portafogli in mano. Che ci fai col portafogli in mano? Ah niente, non lo so, aspetta va, vediamo se c'è un bagno. Entro dentro e tiro fuori l'anello dal portafoglio e me lo metto in tasca. Quando torno il gesto è rapido e inatteso. Dopo averle preso la mano quasi distrattamente le infilo l'anello al dito e glielo dico che la voglio sposare di nuovo e voglio passare il resto della vita con lei. Colpita nel segno, oltre ogni più rosea aspettativa. Il matrimonio in chiesa non le interessa più, era una cosa che poteva aver senso alcuni anni fa nel contesto in cui ci si trovava, non più. Ma il desdierio di ricominciare quello è lo stesso che le ho dichiarato io. L'anello va leggermente stretto sulla nocca, ma poi calza a meraviglia e le sta anche molto bene: è un'altra cosa indossato. Glielo rimiro tutta la sera, a cena al ristorante e poi a casa, dopo aver fatto l'amore in modo così intenso e travolgente. Replicato il giorno successivo. Sono anni che non stiamo così.

E oggi è sabato. Oggi lascerò questa casa e, finito questo post, tornerò alle protagoniste di questo thrdad. Le valigie. Questa sera torneranno a casa e torneranno al loro posto in cima all'armadio. Il mio posto, invece, è a casa mia. 

Alla prossima ultima puntata. 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 10:51 del 18-03-2017

@Coleridge se fosse facile recuperare una crisi di coppia così, com'è successo a te, gli avvocati divorzisti farebbero la fame. Non so, ho seguito tutta la tua trafila e alla fine mi sembra che tu ti sia semplicemente preso una vacanza. Non leggo soluzioni di crisi... Ma è solo il mio umile punto di vista, che, per quanto credo, vale molto poco, visto i casini sentimentali in cui mi sono trovata e mi trovo tutt'ora. Bella storia... E vissero per sempre felici e contenti... O perlomeno te lo auguro! Ciao 

Avatar di SiLaDoMaQuiNoSiLaDoMaQuiNo alle 11:01 del 18-03-2017

Ridge, sono contenta che si sia concluso tutto per il meglio.

Anche se credo che tu e Laura siate due persone dal carattere piuttosto sanguigno, quindi non escludo nuovi colpi di scena.

Tienici aggiornati: i tuoi racconti sono piu` appassionanti di una soap! 

Avatar di InquietaMenteInquietaMente alle 13:22 del 18-03-2017

Inquieta e Silado. Interessanti spunti che non mancherò di approfondire. Adesso solo spazio per una piccola riflessione in tempo reale mette dono seduto sul divano di casa che sto lasciando. Il grosso del carico è già a casa mia. Ultime borse con le ultime cianfrusaglie. Devo organizzarmi per parcheggiare la macchina in cortile (questo appartamento è in zona pedonale) quindi consegna chiavi e addio.

Mi manca già. Mi piaceva quando Laura passava a trovarmi anche per 5 minuti. La confidenza che anche lei aveva ormai. Per andare a fare la pipì o frugare nel frigo o in dispensa per qualcosa da addentare. Ci ha fatto tornare per un attimo quello che siamo stati per pochissimo tempo: dei fidanzatini. Abbiamo fatto qui anche il sesso più selvaggio della nostra lunga storia. Ma è il momento di girare pagina: in fondo il periodo che di annunciava come tra i più brutti della mia vita è risultato essere tra i migliori. Vacanza Silado? Forse. Una cosa però la posso dire con certezza. In tutto questo c'è lo zampino di sfoghiamoci.com e non dimenticherò.

 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 16:08 del 18-03-2017

ci stai per salutare?... definitivamente?

orpolina!

Avatar di gagenoregagenore alle 16:14 del 18-03-2017

Gagerone, mai detto questo. Certo dovrò un po' rimodulare tempi e interventi. Ho concesso a questo passatempo uno spazio che non mi posso più permettere in questi termini. Inoltre non sarò più a casa da solo e detesto fare il clandestino che chiude il browser non appena sente passi sospetti. Ma non rimpiango il tempo dedicato che anzi mi ha aiutato a inquadrare la mia vita da una prospettiva nuova. In ogni caso non intendo smettere per adesso. Valigie finirà, come racconto/resoconto con la prossima ultima puntata. Resteranno i commenti e nuovi thread. Grazie davvero per l'interessamento comunque.

Avatar di ColeridgeColeridge alle 21:58 del 18-03-2017

Ohh Coleridge, sono proprio contenta che tu e Laura siate tornati assieme: alla fine l'amore trionfa sempre! Due amanti sono come due calamite: se girati nel verso giusto si attraggono sempre comunque; basta avere la pazienza di continuare a girarsi intorno finché, clack, scatta l'attrazione. Auguri, Coleridge, ma non ci lasciare, non mi lasciare, mi raccomando! 😘❤

Avatar di Raffy74Raffy74 alle 08:58 del 20-03-2017

Ridge....ti è mica avanzato del whisky???

 

Avatar di dariodario alle 10:17 del 20-03-2017

Quale whisky Dario. E' arrivato anche per te il momento di ribaltare il tavolo, andiamo!

Avatar di ColeridgeColeridge alle 10:27 del 20-03-2017
Anniversario

Ma che ci fa la camicia da notte sul letto? Boh. Mi dice. Oddio mi gira tutto. Stasera è stata eletta assaggiatrice e il cameriere non le ha mai lasciato il bicchiere vuoto. Ecco i risultati. Il tono di voce un po' alto, l'umore frizzantino ma, porca miseria, c'è stato anche il bicchiere di troppo. E poi comunque, non siamo soli a casa, Figlio domani ha un concorso e quindi è a casa. Ha festeggiato con noi al ristorante e adesso è di sotto che si sta sparando un'ultima partita alla Play.

Mi infilo sotto le coperte e mi avvicino. Lo sapevo, disgraziata, ha il body di pizzo e nulla più. Ecco perché quando mi ha chiesto se arrivavo e io le ho detto di essere già in pigiama mi ha risposto "In pigiama?". Quanto mi piace far finta di essere cretino (intendo del tutto cretino). Mah.. e allooora!! Mmh agita la testa in modo vezzoso, fa sempre così, quando fa ste sorpresine ma stavolta si aggiungono anche i capogiri. Infilo la testa sotto le coperte e l'avvicino alla sua gamba. La posizione è un po' scomoda ma decido di cimentarmi in un avvicinamento progressivo da amatore consumato. Mi muovo progressivamento con le labbra dall'inguine, schioccando qualche morbido bacio, e quindi indugiando con la punta della lingua quasi asciutta a lambire la fessura. Comincia a ridere, la sento da sopra le coperte. Continuo nella mia sapiente manovra e lei continua a ridere. Ma che ti ridi? le chiedo divertito (e un filino risentito) risalendo con la testa fuori dalle coperte a baciarla a fior di labbra. Non mi risponde e ride ancora, un po' rispondendo al bacio un po' girando la testa. Minchia che balla che s'è presa. "Hai sbagliato mira!" mi fa, smontandomi definitivamente, ma anche facendomi scompisciare (anche io non sto messo benissimo). Devo aprire le finestre della mansarda: la mia vecchia tecnica infallibile di far passare la sbornia dormendo con le finestre spalancate. Nel frattempo anche Figlio è andato a letto dimenticandosi di spegnere le luci in sala. Me ne accorgo quando faccio una puntata in bagno e lo rispedisco giù visto che ancora armeggia con lo smartphone. Torno a letto. Avremmo anche molta voglia di stare assieme ma qualche altro timido tentativo aumenta il mal di stomaco di Laura e quindi abbandoniamo qualsiasi velleità e ci addormentiamo sulla stessa unica pila di cuscini sul suo lato del letto, visto che se li è fregati tutti.

E così finisce la giornata del nostro ventunesimo anniversario di matrimonio. Tra compleanno di Laurea, anniversario, feste secondarie varie (donna, papà) il mese di marzo è un piccolo delirio ogni volta. Qualche giorno fa avevo il dubbio su cosa organizzare per una ricorrenza che quest'anno ha acquisito un valore particolare. Andare in giro in un infrasettimanale non è più possibile, abbiamo da poco festeggiato il compleanno alle terme. Ventuno rose da lasciare sul tavolo prima di andare al lavoro? Deve essere pronto tutto il giorno prima. Chiamo il fiorista dal lavoro e gli chiedo se posso passare dopo l'orario di chiusura. Non ce le ha neanche in casa. Richiami tra cinque minuti che verifico, comunque tenga conto che le gambo lungo vanno a 5 euro l'una. Occazzo, manco uno sconticino. Squilla il telefono. Con chi parlavi? Affari miei, che vuoi? Dimmi con chi parlavi? Sei sicura? mi gioco sta carta subdola di sputtanarmi tutto, tanto lo so che spendere tutti sti soldi per qualcosa che deperisce così in fretta non le va. Evvabbè te lo dico: ho chiamato il fiorista. Perché? no dai! E perché me lo dici? Perché se no mi fai il il terzo grado. Ma trova una scusa, no? Sì e tu ci credi. Non è vero, volendo me la cavo a mettere su una storia credibile ma stavolta volevo farmi sgamare. Ma non spendiamo tutti sti soldi dai, piuttosto andiamo a mangiare la sera, mi dice.

Alla fine optiamo per una cenetta al ristorante: un posto non troppo conosciuto (non per come meriterebbe) dove si mangia da Dio, sia ristorante che pizza gourmet (la migliore mai mangiata, incluso note pizzerie napoletane). La fortuna e la sfiga è che è proprio dietro casa sulla provinciale: con una scorciatoia a piedi saranno 200 metri. Ottimo se non ti va di andare in giro, non il massimo se l'uscita serale ambisce a diventare un piccolo evento. Ma l'altro vantaggio è che si può bere quanto si vuole alla faccia degli etilometri (noi ne abbiamo approfittato un po' troppo). Decidiamo di evitare il lume di candela, sarà con noi anche Figlio che, da qualche giorno, cominicia a rilassarsi e ad apprezzare il nostro ritorno insieme. L'altra sera ci guardava felice quando eravamo sul divano, mi ha detto Laura (che con lui ha una sorta di rapporto simbiotico). In generale ho notato anch'io che moltissima della tensione da parte sua si va sciogliendo.

Decidiamo anche di estendere il dopo cena ad una coppia di nostri amici che abitano vicino a noi. Lei combatte da anni con un tumore al seno che ha praticamente debellato., Glil ultimi esami avevano denunciato il riformarsi di una nuova formazione, ma, dopo una paura iniziale, la diagnosi è stata di angioma benigno. Quindi un festeggiamento doppio: la sua ritrovata serenità ed il nostro rientro ufficiale come coppia in società. E' il loro arrivo che ci fa ordinare una seconda bottiglia che però loro non toccano quasi: credo che avessere festeggiato per conto loro il giorno prima e fossero ancora sotto postumi. Risultato: Laura ed io (col piccolo aiuto di Figlio che però è più da birra), ci siamo scolati quasi due bottiglie di Traminer senza accorgercene.

Tornando a casa a piedi Laura, brilla e allegra più che mai, ondeggiava e si appoggiava alternativamente ai due uomini della sua vita. Tutti e tre felici verso casa.

Da una settimana quasi, da quando sono tornato è tutto così. Laddove prima qualsiasi puttanata era in grado di farci discutere inutilmente e a vuoto per ore, adesso tutto rimane soffuso. Ci sono già state le prime discussioni ruvide. Inevitabili dopo oltre un mese che si vive da soli, con tutto ciò anche di positivo che ciò comporta. Adesso sono tornate le montagne di roba da stirare. Lo sgabuzzino è tornato ad esplodere e così tutti i casini connessi al fatto che nessuno di noi ha tempo per fare niente. La novità è che ad ogni discussione seguono le scuse per aver esagerato. Tutto si ricompone con una velocità sconosciuta. Qual'è la formula della felicità? E' possibile che basti così poco? E' possibile che per un attimo siamo riusciti a carpirne il segreto.

E quindi è arrivato il momento perfetto. Quello su cui chiudere questa storia.

FINE 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 10:25 del 24-03-2017

Io aspetto da solo,  tutti lasciano la sala, il ragazzo che pulisce i popcorn dalla moquette mi guarda di sottecchi con laria scocciata... Aspetto La fine dei titoli... Magari c'è quel pezzettino alla fine.. Come si chiama? Contenuto extratitoli... Ho un sapore di dolce in bocca, ho un bisogno estremo di lietofine come questo. 

Alla vostra salute coleridge!  

Avatar di gagenoregagenore alle 11:54 del 24-03-2017

Ridge, e` sempre un piacere leggerti e sapere che la tua situazione si e` risolta nel migliore dei modi.

Auguro un futuro sereno e ricco di gioia a te e alla tua famiglia.

Avatar di InquietaMenteInquietaMente alle 18:28 del 24-03-2017

Gage. Ma lo sai che mi sono riletto il tuo commento cento volte e alla fine mi sono commosso.

Inquieta, tua hai avuto la pazienza di seguirni sin dall'inizio anche durante i miei momenti di delirio forumistico. Lo apprrezzo davvero. Ringrazio tutti quellio che hanno speso un po' di tempo a leggere le mie elucubrazioni anche in parte. Per me è stato molto gratificante.

Beninteso non esiste il e vissero tutti felici e contenti. Ho voluto fotografare un momento perfetto nella sua labilità. Vale quello che dicevi nell'altro post quindi, Inquieta. 

Avatar di ColeridgeColeridge alle 19:24 del 24-03-2017

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