Lun
04
Nov
2019
Scelgo la vita
Metto la testa a posto, vado avanti, rigo dritto, scelgo la vita. Già adesso non vedo l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, Natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.
44 commenti
Ma voi chi?
e poi...
poi hanno fatto il secondo film.....
Bello trainspotting eh?! Quoto otelloboy.
@otelloboy e @Anonimo 12:39
😉
Quanti ricordi. Questa frase sembra semplice, ma a me ha sempre suscitato varie riflessioni e interrogativi. 1) è davvero legittimo pensare che la vita standardizzata e socialmente accettabile sia meglio della vita di un tossico? Molti direbbero di sì, solo perchè nel primo caso non si rischiano malattie, dissesto finanziario, isolamento personale, guai con la giustizia. Ma se ci si pensa bene le stesse cose possono accadere a chi vive tranquillamente secondo i canoni della società. Malattie, imprese economiche mal riuscite e debiti, rapporti finti, forse solo i guai con la giustizia sono meno frequenti. Allora perchè dovrebbe scegliersi quella modalità di 'vita'? Solo per la rassicurante sensazione di essere come gli altri, perchè se le scelte che fai sono uguali a quelle della generalità dei tuoi simili, non sei tenuto a interrogarti sul fatto che possano essere giuste o sbagliate. 2) una persona con una storia di dipendenza alle spalle cambia davvero? Secondo me no. Resta sempre una parte dentro che trova terribilmente irresistibile quel soave distacco dalle miserie quotidiane.
@Spleen
La penso come te:
https://www.filmtv.it/film/14864/trainspotting/recensioni/965653/#rfr:none
@spleen
Per come la vedo io un tossico non vive la vita, fugge da essa o la vuole sfidare e diventa uno zombie.
Le rogne gli capitano addosso per forza di cose e difficilmente può scappare da esse.
Chi fa una vita regolare non se le va a cercare.
Poi ciascuno viva come gli pare ma visto che tutti facciamo parte della stessa società, se tu tossico fai una vita che mette a repentaglio anche quella degli altri o gli altri devono sprecare soldi ed energie per colpa tua, allora non ci sto. Abbiamo tutti il dovere di formare una società migliore. Cosa che ultimamente purtroppo non è.
il punto non è conformarsi alle scelte della società, ormai molte coppie stanno insieme senza sposarsi, si sposano senza fare figli. nessuno ti obbliga a fare nulla se tu non vuoi. il punto è non fare qualcosa che distrugga lentamente il nostro organismo! allora, se l'alternativa a questo tipo di vita deve essere una tossicopendenza, meglio il matrimonio sinceramente. ma ci sono tante diverse scelte che si possono fare che non implichino l'autodistruzione.
@spleen
Interessante ciò che dici, ma nel film è molto enfatizzato ma il fulcro sta nel tuo titolo. Scelgo la vita, qualsiasi sia standardizzata o fuori dal comune ma scelgo la vita. L'eroina non è la vita ma l'esatto opposto, annienta tutti i tuoi bisogni primari e aumenta solo la voglia di farsi, la voglia di disfarsi.
è questo il senso, scegli quel cazzo che ti pare ma scegli la vita e non la morte.
2-una persona con una storia di dipendenza alle spalle cambia davvero? il discorso non è nel cambiare ma semplicemente nel capire. Il dare il giusto peso alle cose. Vuoi o preferisci una spada in un braccio oppure un figlio o una famiglia?
Ogni persona sana comprende il valore diverso delle due cose, un tossico no. Quindi se smetti di essere tossico è perchè hai capito e non perchè sei cambiato.
ciao ciao
bravo otello, condivido in pieno.
Quando leggo cose del genere mi viene da piangere,ma capisco che chi vede quel film ne comprende solo la parte anticonformista.
La chiave è nel titolo"Scelgo la vita",che per quanto sia piena di compromessi è vita vera.
Un tossicodipendente vive per la droga e basta,e dopo anni ed anni sarà lui a dirti che non ce la fa più a vivere ,svegliarsi,alzarsi solo per lei.
I tossici, spesso sono persone deboli che non hanno saputo affrontare la vita con i propri mezzi,ma la società non li aiuta ma li emargina... perché la pensano come anonimo 13.28.
Si può essere anticonformista anche senza far scelte drastiche,ma farlo nelle piccole cose.Fatte attenzione a non fare troppa confusione.
Otello abbiamo detto le stesse cose.
Vedo che ho scatenato un dibattito interessante. A me il finale del film ha dato la sensazione di un falso lieto fine: lui forse riuscirà a salvarsi da droga, dalle amicizie sbagliate e dalla criminalità, ma per farlo dovrà uniformarsi ad un'altra non-vita, più tranquilla e sicura ma vuota e omologata. Alla fine, dovunque uno si giri, sbatte la testa. Questo senso di disagio profondo stemperato con l'ironia grottesca è reso bene da Danny Boyle.
La voglia di annullamento e di autodisitruzione è causata dal vuoto esistenziale, dalla noia e dall'alienazione del protagonista
Quoto moon. Anch'io l'ho sempre visto così.
"Alla fine, dovunque uno si giri, sbatte la testa"
come è già stato detto, sì come ti giri, qualunque scelta farai, incontrerai dei problemi. E allora? meglio non vivere e morire con un ago infilato nel braccio? non credo proprio.
@Rizzo
Ma hai visto il film?
@Rizzo
Meglio sarebbe non essere costretti a scegliere una delle due cose. Meglio sarebbe una terza via, emancipata, che non soffochi l'individualità, che non promuova l'individualismo, che riempia veramente la vita di appagamento che non sia solo materiale, che non ti porti a 50 anni a guardarti indietro e pensare "ma io esisto?". Questo è il punto del film.
sì l'ho visto molti anni fa, e ammetto che non ricordo bene tutto, la fine sì però.
se parliamo esclusivamente del film, dunque, posso commentare fino a un certo punto.
se parliamo d'altro, della vita vera, non ho capito chi è che ti impedisce di di vivere una vita appagata se non te stessa e le scelte che fai. certo, alcuni risvolti ed evoluzioni della vita dipendono dalla fortuna, anzi, dalla sfiga.. ma molto dipende da quello che fai e scegli.
Buon film, godibile, leggero ma sopravvalutato.
Mischia situazioni goliardiche ad altre più drammatiche senza prendere una posizione.Quando deve far ridere ci riesce parzialmente,quando deve disturbare o far riflettere si trattiene per non urtare troppo lo spettatore.Strizza furbescamente l'occhio,rendendo facile l'immedesimazione a quella fascia adolescenziale reduce delle prime sballate.Il messaggio finale è fastidiosamente positivo ,pregno di un anti-anti-conformismo ruffiano, coronato da un monolgo d'effetto ma innopporutamente rassicurante.
Tecnicamente corretto ma senza alcun guizzo registico,colonna sonora dimenticabile e con una fotogria che sembra assente.Recitato discretamente.
Quando vedo un film che tratta del tema voglio che mi resti addosso e in testa per giorni.Che mi faccia provare il disagio,lo schifo e la tristezza che accompagna la tossicodipendenza.Voglio che sia realmente carico di un'intensità e potenza narrattiva che a Trainspotting manca. I 6:20 di della colonna sonora composta da Clint Mansell comunicano più dell'intero film di Boyle. Voglio che sia il funerale di un sogno.@DramatisPersonae
Ci fosse una sola cosa che hai detto sul film sulla quale io sia d'accordo, e invece...abbiamo visto due film diversi mi sa. Certo che mi viene da ridere. Della scena finale non credo tu abbia colto l'ironia. Sul fatto che non faccia ridere, bah, ci sono situazioni talmente grottesche che se non ti suscitano ilarità è perchè hai una scopa infilata su per il deretano. Sul fatto che non faccia impressione...non so...la scena in cui trovano il figlio di SickBoy morto e in decomposizione nella culla? Sulla regia non sono d'accordo, a metà tra Uli Edel e Terry Gilliam. Sulla colonna sonora...esticazzi! Iggy Pop, Lou Reed, New Order, Underworld, Primal Scream, Blur e Brian Eno e tu mi vieni a dire che è mediocre? Ma che cazzo...
@DramatisPersonae
Ho quasi 23 anni, mai avuto "sballate", al massimo qualche sbronza, mai frequentato certi ambienti, eppure il film mi è piaciuto molto. Dei giovani che lo idolatrano me ne frego, quasi sicuramente non hanno colto il vero significato del film, come quasi sempre fanno gli adolescenti del cazzo. C'è molto di più dell'esaltazione dello "sballo" in quel film. Non è un film cult per caso. I filmetti giovanili, tranne rari casi, nom diventano cult
DramatisPersonae gusto personale + mancata comprensione di intento del film= recensione?! Quanto al fatto che non ti sia rimasto addosso, che le scene non ti abbiano colpito: probabilmente c'è un gap emozionale tra te e il regista, per cui la tua sensibilità non ne è stata colpita e non l'ha percepito e colto come lo stesso regista avrebbe voluto. Sulle colonne sonore...mi rifiuto di commentare quanto hai scritto.
vabbè.
faccio 2 recensioni.
carino il finale di trainspotting. finisce col discorso della scelta.
ma di film sulla droga ce ne son altri, meno famosi, che sono più lineari.
Radio Freccia mi è piaciuto di più, poi Amore tossico, e i film spagnoli del genere cine quinqui.
Quelli spagnoli sono i più realistici. Con tutto quello che ne consegue. Ci sono scene da paura.
@OldJoe
Non credo che Trainspotting volesse semplicemente essere un film "realistico", altrimenti non avrebbe scelto un registro narrativo grottesco
@Moonmadness bravo, la questione vita normale/tossicodipendenza è solo il livello più superficiale. Il vuoto, il nonsenso accompagnano l'esperienza da tossico di Renton, che non fa delle scelte meditate ma si trascina tra il torpore e la voglia di provare qualcosa. La stessa impulsività senza senso c'è anche alla fine, quando ruba la borsa con i soldi agli amici, ma non sa nemmeno lui cosa farne. è un'eterna promessa di felicità che non si realizza mai, perchè non sa guardare dentro sé stesso. è chiaro che non è un lieto fine, la sua condizione interiore è invariata, solo che esteriormente può assumerne una meno squallida. Poi, siamo d'accordo che drogarsi fa schifo e non è altro che accogliere la morte a rate, ma la prospettiva descritta nel monologo finale non è diversa. Penso che molte persone 'normali', alienate dai propri veri bisogni, non facciano altro che attendere di morire proprio come un tossico.
@Spleen ,quel gesto di rubare la borsa con i soldi ,io l' ho letto in un'altra chiave : cioè che quelli non erano suoi amici,ma compagni di sventura di cui infondo poco gli importava, così poco che valeva la pena rubarsi tutto.E questo si collega al fatto reale che un tossicodipendente non nella sua dipendenza non ha amicizie ma solo persone con cui drogarsi.
E scegliere di andarsene altrove è in modo per scappare da se stessi e da quell'ambiente.Poi,che sia molto ironico sul finale concordo,ma parla sempre di vita,che immagina solo in termini di omologazione.
ciao
io nel discorso finale ci vedo anche un altra cosa, lui parla di uniformarsi al resto del mondo come se ci fossero solo due vie una è la droga e l'altra è la classica "borghesia". nel suo discorso lui quasi si preoccupa della vita che verrà, ostenta il fatto che sia riuscito a scappare ma gia nelle sue parole c'è della maliconia nel lasciare quel mondo e "uniformarsi" alla classe media/borghese.
Diciamo che per un tossico è cosi, deve avere qualcosa su cui aggrapparsi per uscire da quel mondo. Per uscire dal buco ha bisogno di una forza esagerata e la trova nelle sicurezze di una vita standardizzata.
Un ex tossico quando esce dalla droga non ha molte altre possibilità. Dopo anni che c'è uscito può fare quello che vuole ma subito non ha molta scelta, o la vita o la morte e la vita racchiude di per se delle sicurezze che in questo discorso vengono fuori dall'uniformarsi.
penso che sia questo il messaggio di fondo non puoi entrare nel mondo dell'eroina starci per tanto tempo e poi pensare di uscirci cosi senza nessun danno.
piccole coriosità:
- è dimostrato che le persone che hanno una dipendenza da droga hanno un QI più alto.
- è dimostrato che non è tanto di per se la droga a dare dipendenza ma le situazioni di merda che un tossico deve affrontare ancora prima di farsi la prima siringa ( vedere e leggere tutti gli scritti sull'eroina degli esperimenti fatti in Vietnam)
Amo molto una canzone dedicata all'eroina, che però ne parla al passato.
Molto godibile, cantata in giro dai ex consumatori.
Si in titola Se dejaba llevar. E' di Antonio Vega e la trovate sul tubo.
Veramente una chicca.
Per interpretarla è necessario conoscere la parola slang sulla quale si basa il doppio senso: caballo (Spanish - cavallo ma anche eroina)
@OldJoe
In inglese "Doing horse" (farsi il cavallo) significa drogarsi
E credo proprio farsi di eroina
@otelloboy in effetti chi vive esperienze del genere ci mette anni a rimettersi in contatto con sè stesso, quindi aspettarsi che il personaggio da un momento all'altro maturasse cognizione di un preciso progetto di vita sarebbe stato inattendibile. Mi hai dato una visione positiva del finale che fino ad ora non avevo.
Ci sarebbe da aggiungere che il film é tratto dal libro di Welsh, al quale hanno fatto seguito altri libri che hanno continuato la storia di alcuni personaggi, vedi Porno, l´artista col coltello, etc. Libri non incernierati sui singoli personaggi, ma che raccontano di scelte politiche e sociali importanti, non celando critiche aperte alla ldy di ferro, tanto per citar qualcuno.
Ma l´anticonformismo mal inteso si associa meglio a un paio di ore dinanzi allo schermo e all´illuminazione della vita con l´apposita citazione "non letta".
@anonimo 15.27 il discorso degli amici secondo me vale un po' per tutti, non c'entra la droga
@OldJoe in tema di canzoni su quella roba lì secondo me 'In your room' dei Depeche Mode esprime molto bene il concetto.
@Nel caso specifico del tossicodipendente invece è molto più rilevante, perché quando è in quella condizione di dipendenza è attorniato solo da tossici, perché una persona pulita lo allontanerebbe,o lui stesso si autoemargina per non sentirsi dire che deve smettere.
Quindi di conseguenza si ritrova con una compagnia di tossici,non per affinità elettive o quant'altro ma solo per farsi tutti insieme allegramente.Quindi qui l'amicizia non esiste.Infatti chi ne vuole uscire da che quelle persone non dovrà più rivederle perché lo attirerebbero nuovamente in quel tunnel
*chi ne vuole uscire SA che quelle persone non dovrà più rivederle.
In risposta a Spleen.
Bel film. Il messaggio è la noia. I ragazzi lo fanno per noia. E perché la vita in se è finta e prevedibile. Quando sick boy parla del nome della rosa da un forte input:" Quello che sto cercando di dirti, Mark, è che il nome della rosa è solo un barlume di una altrimenti parabola discendente".
Chi si droga e non è stupido capisce il significato più prodondo della vita. Cioè che, se non per vivere da capolavori e auto superarsi, non vale la pena nemmeno mettersi in viaggio.
E quante persone che studiano e provano alla fine finiscono nelle solite aziende? Come? Una vita spesa a studiare e migliorarsi per poi tornare sempre a scuola.
Sono contento che Trainspotting sia conosciuto; mi dispiace che non siano conosciuti altri film sull'argomento.
Il primo in ordine cronologico è Un cappello pieno di pioggia, degli anni 50. Sono tantissimi. E Frank Sinatra faceva l'attore e interpretò il personaggio di un tossicodipendente da eroina in un altro film sempre di quegli anni. Il tipo si chiamava Frank Machine e faceva il biscazziere per la mafia.
E poi ricorderei French Connection II, polizziottesco italo francese.
Nessuno che cita la musica neo-psichedelica ?
C'è un misunderstanding.Sarò meno criptico.
L'accostamento di termini opposti non era casuale,cosi come il neologismo.Utlizzare la dipendenza da sostanze come metafora per criticare la società occidentale è un insulto ai tossici ed alla società stessa.Perchè liberi da ogni dipendeza economica e/o psicofisica abbiamo la concreta possibilità di scegliere tra un'enorme quantità di variabili.Perchè ipotizzando vari strutture sociali, la nostro è ciò che più si avvicina ad un equo compromesso tra individualità,libertà e doveri sociali.Perchè la droga è peggio della morte della coscienza della mediocrità dell'uomo odierno.E' inopportuno concettualmente nonchè puerile.
Furbo e rassicurante perl'hipster medio-borghese che si gongola nell'anticonformismo,nel tepore di casa,sul cesso dopo una lauta cena.
In ogni caso,come dice l'anonimo, l'arte è troppo personale per essere incasellata in un giudizio oggettivo.
Posso solo dire che Requiem è oggettivamente migliore sul punto di vista tecnico ma ciò non sempre coincide con un milgior apprezzamento del film (Revenant!?).In questo caso si però.
Si e non si parla solo di scelta della colonna sonora ma di come la si utilizza.Basta vedere l'epilogo da brividi.Il brano e le immagine sono monologanti.Il resto è superfluo.
Io sono un tossico (indipendente) non ho manco la televisione, ma ho tre piani pensionistici perché quando smetterò di lavorare voglio vivere sempre in vacanza su un confortevole camper. E quindi? Come mi incasellate? Ste formulette semplicistiche lasciano il tempo che trovano, vanno bene come imprinting riflessivo a un adolescente che ha iniziato da poco a farsi le canne, ma poi c'è la vita che è ben altra cosa, non un incasellamento ove alcuni items escludono altri, sarebbe troppo facile sennò e troppo prevedibile...
Se dejaba llevar - Lyrics
Azul, líneas en el mar, que profundo
y sin domar acaricia una verdad.
Eh, tú, no lo pienses más,
o te largas de una vez o no vuelves nunca hacia atrás.
Se dejaba llevar, se dejaba llevar por ti,
no esperaba jamás y no espera si no es por ti.
Nunca la oyes hablar, sólo habla contigo y nadie más,
nada puede sufrir, que él no sepa solucionar.
Temor, alcohol de quemar,
pon tus manos a volar o en tus ojos el terror.
Azul, vuelve a reflejar y fundido con el sol
reina un sueño con sonido a mar. Se dejaba llevar..
https://www.youtube.com/watch?v=5qn2sJSQAJE
Inserisci nuovo commento
Iscriviti!

Non durerai nulla, ne sei consapevole? 😂
A furia di reprimersi, poi si esplode! Attento