Lun
07
Nov
2016
C'era una volta un bimbo adempiente ed obbediente...
Probabilmente la nullafacenza di stamani mi ha portato a redigere quanto segue...non lo so. Non so più niente oramai. C'è stato un tempo in cui credevo che la logica conseguenza di un impegno e il rispetto per gli altri mi avrebbero portato chissà quale frutto. La verità è che non ho mai capito nulla...da quello che avrei voluto fare, a quello che avrei voluto essere (come uomo, nei rapporti sociali. ecc.). Mi ritrovo ora (a 30 anni compiuti) profondamente disorientato e pigro...faccio un lavoro (?), il praticante avvocato, che non mi piace...praticamente ho sgobbato sui libri per il nulla. Eppure mi sono sempre fatto in 4 per studiare e raggiungere l'obiettivo. Ora, di quegli anni mi rimane poco...non mi interessa il mio campo, le cose che dovrei sapere, le notizie del tg che dovrebbero riguardarmi...giorno dopo giorno lo scibile che avevo acquisito svanisce e lascia il posto ad un senso di vuoto e di frustrazione. Non vedo alternative se non mortificazioni.Nella mia mente sogno cambiamenti radicali che mai avverranno...lavori umili in una cittadina di chissà quale paese europeo, la vita di qualcun altro. E mi chiedo cosa sia successo...dal punto di vista sociale non va chissà come. Pochissimi amici, esco poco...la verità è che vorrei una stanza tutta per me, con un letto enorme e trascorrerci le ore (dico che la noia è un concetto relativo se sai stare al tuo posto). I problemi che prima mi ponevo (circa gli altri, i miei genitori e i loro sacrifici) hanno lasciato spazio al menefreghismo più totale...sono diventato egoista e non posso farci nulla. Faccio le cose che devo fare perchè costretto dalle convenzioni sociali...ripeto, fosse per me me ne starei chiuso da qualche parte. In altre parole, il futuro non è roseo. Se esistesse un bottone per porre fine a tutto questo lo premerei. La verità è che sono troppo vigliacco per farla finita nei modi tradizionali...sono stanco, troppo stanco di dover pensare, fare i conti con ansie e preoccupazioni per la minima cosa. Non ne sono capace. Non so incassare...che cavolo ci faccio qui? Il mio sentirmi inutile mi porta a scartare ogni ipotesi di relazione o di confronto. Ragiono in termini di sliding doors (avete visto il film?)...
6 commenti
Incredibile, anche gli avvocati hanno un cuore e soffrono!
Scusa la battuta...
Hai 30 anni cazzarolaaa! Molla tutto e vai via. Se non hai niente che ti lega qui, prendi, parti e vai! Mal che vada, puoi sempre tornare, ma non puoi vivere così tutta la vita, vivresti di rimpianti tutta la vita... Tira fuori le palle. Ciao
non se il solo
Facendo volontariato all'estero ho incontrato molte persone laureate, che avevano scoperto tardi che il loro lavoro era noioso, estremamente stressante o semplicemente non adatto a loro; così sono partiti cercando lontano qualcosa di diverso (mantenendosi con i soldi messi da parte o tramite lavori dal pc).
Non sei il solo a sentirti così, penso che dovresti finire cosa hai cominciato e poi fermarti a riflettere su cosa vuoi veramente, solo tu puoi scoprirlo.
Ci vorrebbe
forza di volontà, coraggio, spirito di sacrificio, merito, determinazione, grinta, idee, amici, famiglia, amore, responsabilità, fortuna... Detto questo, secondo me hai paura della vita e cerchi di fuggire, e qualcuno diceva che tanto le nostre paure/debolezze ci seguono ovunque andiamo. L'esame di stato che dovrai sostenere ti spaventa giusto? Affrontalo, massacralo, dai il massimo diamine! Vuoi buttare tutto al cesso? Davvero? Non ci credo... E poi il lavoro di avvocato può essere molto gratificante sai? Inventalo, dagli nuove forme e poi un po' di dignità ti prego.
ti capisco..
abitassimo nella stessa cittá ti chiederei di uscire
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hai scoperto che la meritocrazia è solo teoria e che vince sempre il marchese del grillo.
sbaglio?