Ven
05
Ago
2016
Senza Titolo
Invidio i giovani 25enni sociali che hanno un gruppo di amici. Quelli che sanno organizzare eventi per gli amici, chiacchierare in gruppo e essere apprezzati dagli altri per le loro battute pop e adeguate al gusto di tutti. Invidio chi sa smussarsi all'occorrenza per entrare bene a far parte del gruppo, chi sa ingoiare lo schifo che la gente si porta appresso inevitabilmente e allo stesso tempo trovare spunti interessanti in tutti. Invidio i trentenni miei coetanei che decidono di andarsene in vacanza insieme perché se lo possono permettere. Li invidio perché trovano l'espediente più accettabile per mostrare in tutti i canali sociali che possono permettersi una vacanza in villa con piscina in qualche buco di Europa. Li invidio perché poi sembra che si divertano pure a stare a tavola a parlare del nulla, a commentare brandelli di notizie che arivano in frasi sconnesse sui cellulari. Li invidio perché sanno stare tra di loro riuscendo a reprimere l'odio reciproco, o a evitare i conflitti che naturalmente si generano esprimendo opinioni personali. Li invidio perché riescono a ridere su battute prevedibili e ormai già sentite esattamente come se fosse la prima volta che lesentono. Li invidio perché sanno essere falsi, inautentici e ipocriti pur sembrando esattamente l'opposto. Instagram rende autentico il tuo momento, anzi è tanto più autentico quanti più likes ricevi. Li invidio perché gli altri milioni di amici che hanno e che non sono venuti in vacanza, guardano le loro foto postate ovunque anche su per il cessobook e scrivono dicendo di invidiarli e che vorrebbero essere con loro. Li invidio perché non stanno tra di loro e non sentono il bisogno di venire a qui a sfogarsi.
4 commenti
io non li invidio affatto.. questa è la classica gente che si rompe il culo al lavoro per i 4 spiccioli al mese, che durante l'anno non spendono 1 euro di caffè per poi fare 15 giorni di vacanza manco fossero gli sceicchi arabi. Poi passata la vacanza, ritornano nella loro misera vita da schiavi nella quale l'unica cosa in cui sono bravi è l'unica che guarda caso è gratuita e non costa nulla, la parola.
Sanno dire la parola giusta nel posto giusto al momento giusto con le persone giuste. E tutto finisce lì. Parolanti un intero anno nella loro misera e patetica vita.
Quoto bardei. La categoria di persone che invidio io, e che anche l'autore dovrebbe invidiare, è un'altra: quelli che, pur stando nel mondo dei social, non si vedono troppo spesso. Quelli il cui mondo, fatto di colori tenui e oggetti elegantemente semplici, si intravede tramite qualche foto su Instagram o Flickr, o qualche frase su Tumblr o Facebook. Quelli che hanno un blog o un canale YouTube sensato, quelli che hanno interessi e hobby, magari creativi, e che viaggiano solo dove e quando se lo possono permettere, immergendosi per un po' nella realtà del luogo, osservando e fotografando. Quelli che hanno una fotocamera coi fiocchi e sanno come usarla. Quelli che leggono, che scrivono, che frequentano ancora i forum e che chattano in privato in piccoli gruppi elitari senza rompere le tasche al prossimo. Quelli che nei bar e nei ristoranti spengono i cellulari: cellulari che hanno rinnovato adeguandosi agli ultimi modelli solo per avere Telegram (che è il WhatsApp dei riservati) o Snapchat. Elitari senza essere elitisti.
Quoto bardei. La categoria di persone che invidio io, e che anche l'autore dovrebbe invidiare, è un'altra: quelli che, pur stando nel mondo dei social, non si vedono troppo spesso. Quelli il cui mondo, fatto di colori tenui e oggetti elegantemente semplici, si intravede tramite qualche foto su Instagram o Flickr, o qualche frase su Tumblr o Facebook. Quelli che hanno un blog o un canale YouTube sensato, quelli che hanno interessi e hobby, magari creativi, e che viaggiano solo dove e quando se lo possono permettere, immergendosi per un po' nella realtà del luogo, osservando e fotografando. Quelli che hanno una fotocamera coi fiocchi e sanno come usarla. Quelli che leggono, che scrivono, che frequentano ancora i forum e che chattano in privato in piccoli gruppi elitari senza rompere le tasche al prossimo. Quelli che nei bar e nei ristoranti spengono i cellulari: cellulari che hanno rinnovato adeguandosi agli ultimi modelli solo per avere Telegram (che è il WhatsApp dei riservati) o Snapchat. Elitari senza essere elitisti. Nostalgici dell'epoca internettiana più bella, il Web 1.5, con tanti contenuti e meno social.
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non è detto però che stiano bene con loro stessi... non tutto l 'oro è quel che luccica....