Dom

28

Lug

2019

Laurea magistrale e crisi esistenziale

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ho 25 anni e una storia travagliatissima con lo studio. Fin da piccola mi è sempre andato stretto l'ambiente scolastico e non ho mai particolarmente gradito studiare per interrogazioni e compiti, ma mi forzavo a dare un'apparenza da "brava bimba" solo per compiacere mia madre e i miei nonni, per avere i loro complimenti e sentirmi buona e amata. Sicché si è creata di me un'immagine quanto più lontana possibile dalla realtà: quella di "secchiona" amante dello studio, a cui non pesa affatto passare intere giornate sui libri e che punta solo ai voti più alti. Voti che ho preso: dalle elementari fino alla sudatissima laurea triennale in lettere classiche sono sempre riuscita a prendere il massimo, nonostante non avessi un vero metodo e la mia voglia fosse sempre pari a zero. Era la mia parlantina, era la fortuna o il riuscire ad assorbire tutto dalle spiegazioni in classe, non so. Semplicemente mi mettevo davanti ai libri per ore e ore - trascurando la mia vita sociale e qualunque attività alternativa - e tra un pensiero deconcentrante e l'altro qualcosa mi rimaneva. Era molto più facile quando qualcosa suscitava un minimo interesse in me, altrimenti era dieci volte più complicato riuscire ad assimilare anche solo un misero concetto. Fatto sta che la materia che mi riusciva meglio era italiano: non per un particolare impegno ma perché i miei temi (sproloqui di pagine e pagine; rigorosamente tema libero) piacevano agli insegnanti e amavo leggere di tutto. Così si è aggiunta un'altra sfumatura alla mia maschera: quella di appassionata di letteratura, quella che deve assolutamente frequentare il liceo classico e poi una facoltà umanistica, altrimenti avrebbe perso il suo enorme "potenziale". Per ribellarmi, piuttosto inconsciamente, a questo diktat, inizialmente mi sono iscritta a mediazione culturale, studiando francese (non so per quale ragione, dato che la mia preparazione risaliva alle basi delle medie) e tedesco. Tempo un semestre e mezzo e, anche a causa di una mia compagna del liceo che mi stalkerava letteralmente all'università, pur avendo preso 30 a tutti gli esami dati decido di smettere perché mi faccio prendere dalla trappola de "Ma la tua passione non erano le lettere? Che ci fai lì?!". Ennesima scelta di merda. Mi sarebbe bastato rendermi conto del fatto che invidiavo da morire quelli che studiavano giapponese, che ero così interessata (per la prima volta davvero) che mi feci fare venti euro di fotocopie dei loro appunti, per fare una scelta decisamente più sensata: cambiare francese con il dannato giapponese e non abbandonare la facoltà di lingue. Niente di tutto questo. Mi iscrivo a lettere classiche ormai completamente in balia degli eventi e ci resto, perché dopo aver voluto la bicicletta dovevo necessariamente pedalarla. Nonostante esami tostissimi, professori severi e la solita mancanza di forte interesse e motivazione riesco a terminare la triennale a pieni voti. Non mi laureo neppure che già sto frequentando la magistrale, senza pensarci, senza darmi tempo di capire cosa diavolo sto facendo e cosa voglio fare davvero - perché tanto devo fare per forza l'insegnante dopo questo percorso di studi, no? La magistrale la scelgo in filologia moderna (in pratica, la magistrale di lettere moderne) perché quella classica mi ha svenato. Inizio a bomba col solito 30, il primo corso mi piace e mi impegno sul serio. Da lì, una discesa nel baratro. Iniziano corsi assurdi senza capo né coda. Comincio a chiedermi cosa ci faccio lì, come se fossi in terra straniera. Tutti mi tartassano dicendo che il voto della triennale non conta, conta solo quello della magistrale, e che quindi avrei dovuto prendere una sfilza di 30 per assicurarmi un altro 110 e lode. Per la pressione, per l'essere completamente sola in un ambito totalmente diverso, per la mancanza di senso di questa magistrale, inizio pian piano a scivolare nella depressione. Evito le mie (già poche) amiche, sparisco, non rispondo più a nessuno, mi chiudo in casa, piango ogni giorno; soprattutto, non riesco più a studiare. Apro il libro, qualunque libro, e nonostante non sia nulla di così difficile rispetto a quello che mi costrinsi ad imparare alla magistrale non riesco ad andare oltre le due righe. Fisso le pagine, con occhi da morta. La mattina devo mettere una decina di allarmi sul cellulare per convincermi ad alzarmi, la sera non voglio andare a letto per il terrore che verrà domani e sarà un altro giorno in cui cercherò di studiare senza successo e dovrò vedere quei libri di cui non mi importa nulla. Disturbi psicosomatici iniziano a minare la mia salute, fino ad allora abbastanza buona. Gastrite cronica, cisti, tiroidite, disturbi intestinali, infiammazione alla colecisti, emicrania: a 24 anni la mia vita si consuma tutta tra ospedali e decine e decine di dottori. Vado in crisi col mio ragazzo. Per completare il quadro, pensieri suicidi spuntano come se fosse la cosa più naturale del mondo. Mi costringo comunque a fare altri due esami e dopo l'ennesima crisi esistenziale vado da uno psicologo. Per lui devo finire subito questa magistrale, dato che ormai sono in ballo, e smetterla di piangere perché "non c'è tempo". WOW. Davvero, non l'avrei mai detto. Ma se sono da te evidentemente è perché questa cavolo di magistrale non riesco a finirla in fretta, saltellando sulla mia crisi come una lepre marzolina! Ora, un anno dopo, sono esattamente allo stesso punto di prima, anzi, la situazione (fisica e mentale) sembra peggiorare di giorno in giorno. Non credo ormai che abbandonerei, anche se non mi interessa nulla di quello che studio, se non altro per orgoglio. Vorrei solo...prendermi una pausa. Fermarmi un attimo a riflettere e dirmi "Si può sapere dove sto andando?". Vorrei darmi da fare lavorando di più di quanto faccio, acquisire esperienza del mondo - che non ho -, sviluppare delle competenze CONCRETE. Sono vent'anni che sto studiando ininterrottamente e controvoglia, senza nessuno svago, senza nessuna valvola di sfogo, in un ambiente familiare disastrato da violenze fisiche e psicologiche, droga e malattie mentali. Non incolpo i miei familiari di nulla, però. La colpa è mia che non ho saputo prendere in mano le redini della mia vita, non ho avuto la forza di distaccarmi da quelle dinamiche e pensare a me, alla persona con cui devo passare l'intera esistenza. Come ho detto, l'unico studio stimolante probabilmente sarebbe stato il giapponese alla facoltà di lingue. Quel treno è passato e ora è troppo tardi. Alla luce quindi di quello in cui ormai mi ritrovo, come potrei dire a mia madre che è tempo per il mio bene di prendermi anche una piccola pausa dall'università? 

Attenzione. Non sto dicendo che non voglio far nulla, come se fossi una viziata a cui è sempre stato dato tutto perché NON È COSÌ. Vorrei solo CAPIRE. E fare qualcosa che per me abbia significato e mi faccia sentire realizzata nonostante le difficoltà.

Questo è il mio sfogo. Grazie.

13 commenti

Questo sfogo mi consente di fare un abbozzo di diagnosi psivologica (grazie alla buona esposizione che fa da anamnesi). 

 

Ti dirò che penso.

 

Hai studiato per compiacere i familiari. 

È una condanna abbastanza comune quella di fare qualcosa per compiacere, appunto, i familiari.

In teoria i familiari dovrebbero crescere i bambini dando loro amore incondizionato. 

Accettando quindi pecche di qualsiasi tipo, limitandosi ad aiutare i bambini senza stressarli.

Dicono che in quel modo la personalità si sviluppa correttamente, e l'adulto che ne viene fuori sarà in grado di badare a se stesso e sarà pure in grado di prendersi cura della prole, in un ciclo generazionale ideale (idilliaco, direi).

Questa teoria mi è sconosciuta. In pratica le cose vanno diversamente. Sono andate diversamente a me e vanno diversamente a un sacco di gente.

Andiamo al punto; il bambino cresce in un ambiente dove, diversamente dall'ideale, è amato se soddisfa certi criteri che variano da famiglia a famiglia. Molto comune la richiesta di un buon rendimento scolastico.

Il bambino ha bisogno di amore e si impegna a soddisfare gli  adulti in ciò che gli chiedono. 

Tu ti sei impegnata nello studio. 

Dimenticavo: sottoposto a pressioni inadeguate, e abituato a compiacere gli altri, l'individuo non sviluppa una piena coscienza del sé né raggiunge una normale maturazione. Resta indietro. Facile che non sappia cosa vuole. 

Nel proseguire gli studi l'indirizzo letterario ti è stato suggerito. Sei andata avanti per quella strada senza che ti interessasse.

Andiamo poi al probabile evento che ti ha messo in crisi.

L'apprendere che i voti ricevuti fino ad un certo punto del percorso non contassero un caxxo. Si ricomincia da capo. Contano i voti nuovi. Il tuo precedente impegno non è servito a un granché. Si deve ricominciare da capo. Sotto con studi e esami su argomenti che non ti interessano.

Troppo stress, delusione, tilt. 

E siamo al presente. 

Vorresti fermarti: un bell'anno sabbatico ci starebbe bene, infatti.

I rimpianti si concretizzano nel mancato studio del giapponese, che a mio parere è diventato più un simbolo del "treno perso" delle scelte autonome non fatte (io, ad esempio, preferisco la lingua francese). 

E l'anno sabbatico, il voler fermarsi a riflettere è ostacolato dal chiarimento che vorresti con i tuoi familiari e che ti appare difficile.

Ambiente disastrato, violenza, droga, anni e secoli che studi e non ti svaghi.

Il colpevole è sempre il maggiordomo. I tuoi problemi sono in famiglia. Se vuoi capire comincia a ragionare sull'ambiente familiare e cosa vogliono da te, cosa vuoi tu, cosa si può fare per risolvere questo conflitto dello studio per inerzia che ti ha stressato. 

Un periodo di pausa ci starebbe bene. 

Poi fare quello che si vuole davvero dà certi risultati in termini di costo/ beneficio. 

Fare qualcosa che non ci piace, di cui non si vede l'utilità costa di più e il beneficio è minimo.

Ma tu ti stai avvicinando al finale, e forse ti sei resa conto che hai studiato non per te ma per far contento qualcuno, e l'hai fatto per talmente tanto tempo che ti chiedi cosa farai quando ti mancherà il ruolo della studentessa. L'inconscio c'è atrivato sicuramente. A livello conscio hai bisogno di una pausa, un chiarimento coi tuoi, e "capire" qualcosa su te stessa. 

Credo nella mia analisi. Dimmi tu che ne pensi. Anzi, riflettici. Non è obbligatorio che tu mi dica nulla. 

Non hai nessun obbligo verso nessuno, se non hai figli. Questa è la base. 

Avatar di OldJoeOldJoe alle 06:29 del 28-07-2019

Diagnosi: te foora ad testa (sei fuori di testa). Tutta la vita che studi cose inutili solo per compiacere gli altri e ti stupisci se sei andata in crisi? A 24 anni non hai mai lavorato e quindi vissuto a SCROCCO sulle spalle della famiglia e questo completa il quadro. Consiglio: metti in standby gli studi (tanto queste materie non ti daranno alcun sbocco professionale) cercati un lavoro MANUALE e FATICOSO, così ti disintossichi da tutto questo intellettualismo e quando ti sei ripigliata concludi il percorso scolastico. Tanto sul mercato del lavoro non frega un cazzo a nessuno se ci hai messo5 o 7 anni sono facoltà inutili, che vanno bene solo a fini culturali. Anzi se emergerà che nel frattempo hai lavorato sarà un'upgrade agli occhi di potenziali datori di lavoro o enti o cazzy&mazzy vari

Avatar di AnonimoAnonimo alle 06:53 del 28-07-2019

Fai sembrare effetto di un semplice atto di volontà il conseguimento di una laurea con i massimi voti. Se così fosse la stragrande maggioranza di chi legge qui (me compreso) è un perfetto inetto, potrai anche aver realuzzato il desiderio di altri non lo metto in dubbio, ma non dirmi che tu avresti potuto dare lo stesso risultato per qualsiasi disciplina, perché se è così sei un genio... È un momento di esaurimento, (nel senso letterale) hai terminato le energie psichiche fisiche e mentali, ti sei avvitata in un processo di autosabotaggio, non metto in dubbio che in questo momento non hai energie, quel che metto in dubbio, è il fatto che questa laurea non sia la "tua" laurea...  Alla fine dello sfogo esibisci chiaramente qual'è la tua priorità..  CAPIRE,  questa è la strada...

Un abbraccio! E un in bocca al lupo. 

Avatar di gagenoregagenore alle 08:52 del 28-07-2019

Gagenore inetto sarai tu quindi parla per tu. Qui dentro c'è gente con lavori importanti che sa fare un sacco di cose, ad esempio Ozymandias ed Hyper

Avatar di AnonimoAnonimo alle 11:13 del 28-07-2019

Ahahahah Egohayper

Avatar di AnonimoAnonimo alle 11:37 del 28-07-2019

Altro che ego le' vera (è vero). Ricordo che sono sempre disponibile a un incontro reale per confermare ciò che scrivo. Uomini donne gay bambini e minorenni no, per me nessun problema!😈

Avatar di AnonimoAnonimo alle 12:01 del 28-07-2019

Hyperego e le 50sfumature dei suoi pseudo lavori

Avatar di AnonimoAnonimo alle 12:28 del 28-07-2019

Ipermercato tu lo sai che l'ego è inversamente proporzionale a...

Dai su... Mica è una colpa avercelo piccolo... 

Avatar di gagenoregagenore alle 12:40 del 28-07-2019

Gagenore lo vuoi vedere? Ovviamente dal vero, non in cam....poi c'è il rischio che abbocchi...voi vekki perbenisti vi gusta l'uccello πŸ˜’

Avatar di AnonimoAnonimo alle 13:09 del 28-07-2019

 Hai il cervello esposto ipermercato? 

 

Classica risposta da 14enne con lacne, non deludi mai ipermercato, ptevedibile come sempre. 

Avatar di gagenoregagenore alle 14:00 del 28-07-2019

Anche te nella  siffatta situazione saresti prevedibile...😏 E mi fermo qui altrimenti la Sylla mi sgrida😘

Avatar di AnonimoAnonimo alle 15:04 del 28-07-2019

Addirittura proposte gay alla luce del sole.

Questo forum non è più come una volta. 

Piove. Sono da solo sul letto. Ora che mi sono abituato ad allargare le braccia e a assumere certe posizioni, mi darebbe fastidio dover rinunciarci per la presenza di una femmina.

 

È il famoso discorso dello scapolone che si abitua a stare solo e inselvatichisce, non è più adatto alla vita di coppia.

Al mattino prima sgassa poi ci pensa. Potrebbe succedere anche una mattina che c'è un'ospite. 

Voi prima sgassate e poi ci pensate oppure prima ci pensate e poi sgassate?

 

Una volta non ero così... 😭

Avatar di OldJoeOldJoe alle 16:30 del 28-07-2019

14enne... Appunto. .  Come volevasi dimostrare.... 

Avatar di gagenoregagenore alle 16:51 del 28-07-2019

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