Ven
23
Ott
2015
Una situazione come tante, ma non doveva andare così
Mi assale ora una tristezza profonda, incontenibile, e non riesco a pensare ad altro che a scriverla, per darle forma, ché di sostanza ne ha fin troppa.
Con la mia compagna stiamo insieme da 12, conviviamo da 6, sposati da 3, abbiamo una bimba di nemmeno uno, un percorso tutto sommato normale (siamo vicini alla quarantina); dopo un inizio travolgente il rapporto si è assestato su ritmi più lenti, l'entusiasmo è un po' calato, inizialmente da parte mia, poi anche lei si è raffreddata decisamente, è colpa mia no hai iniziato tu, cose così, ma siamo andati avanti, la convivenza, la casa, i viaggi (mai abbastanza, ma insomma...), il matrimonio, la gravidanza, infine la bimba. Ad ogni passaggio l'ho vista entusiasmarsi, ma ogni volta è durata un po' meno. Gradualmente sempre più incazzata, ossessionata dal futuro, programmatrice, incapace di godersi il qui e ora, "non ce la farò mai", e invece è arrivato tutto, casa, matrimonio, lavoro, risoluzione (grazie a me, mi permetto) di grosse beghe legali che ci hanno visto coinvolti, figlia; l'opposto di me, che con il tempo sono diventato sempre più incline a lasciarmi andare al momento, a piegarmi alle folate della vita per rialzarmi subito dopo, il lavoro che ora va benino ora meno, ho anche qualche debito -e guai a farlo sapere- ma cerco di pagarli, l'umore sempre pronto a spedirmi nell'abisso ma non si vede (per tutti sono una persona molto intelligente, sensibile, ma decisa e robusta, e un bell'uomo),pronto a sentirmi felice quando le cose vanno minimamente bene, per un'ora d'aria, un tuffo al mare, una passeggiata, una risata di mia figlia.
Ora, nostra figlia: per me bellissima, si vede che ha un caratterino, e vuole stare insieme a me, a lei a noi, piange e si scoccia facilmente per quello che non le piace, ma dio mio, è così piccola, e sta volentieri con altre persone, e ride, e gioca, e mangia, e dorme nel lettino senza grandi storie, e non si lamenta del pannolino sporco, insomma una bimba normalissima, né perfetta né imperfetta, perché la perfezione si applica ad un pezzo meccanico, ma alle persone no, sono come sono e basta, i figli si possono educare al meglio, ma sono come nascono e non si possono buttare e rifare se non ti piace come sono venuti.
Ma per lei no, la vuole perfetta, che non pianga se non per "valide ragioni", che non le faccia perdere tempo quando devono uscire, che stia sul seggiolone tutto il tempo senza protestare, che le lasci tutto il tempo per cucinare e rassettare, perché tutto deve essere perfetto, e se non lo è prima si butta la croce addosso, si dà della stupida, dell'incapace, poi una volta rassicurata che non è così si sfoga sugli altri che non la aiutano, non la supportano, non le portano le soluzioni. Io sono diventato quello che non l'ha mai appoggiata, non l'ha mai supportata materialmente, che le fa perdere la stima in sé stessa, buono solo a criticare nel modo sbagliato senza proporre una soluzione, a filosofeggiare senza pratica.
Tutte o quasi cose che mi e ci conosce sa quanto siano false: si, sono un po' precisino ma cerco di trattenermi e lasciare andare, ma sono anche paziente, aiuto quanto posso a casa -se c'è da cucinare cucino e bene, faccio la spesa, aggiusto-, gioco con la bimba, la cambio, sopporto le mille parole di mia moglie che non è contenta mai, per qualunque cosa: la lavatrice che ci mette troppo, il termosifone che non scalda esattamente quando e quanto vuole lei, la luce che è troppa e viene il mal di testa, o troppo poca e viene la depressione, l'acqua che non viene subito calda o viene troppo calda, l'aria che è troppo umida o troppo secca per le narici, la bimba che dorme troppo o che non dorme quando dovrebbe; e anche il fatto che in certi periodi lavoro troppo, mentre in altri ho meno lavoro e allora "perdi tempo", che non guadagno mai abbastanza e lei pensava di più, che all'amica il marito fa sempre regali costosi (i miei invece dopo un giorno se li scorda), che gli altri padri fanno questo e quello e quell'altro, che lei non può decidere nulla perché poi io non approvo (e invece quando lei decide e compra qualcosa, io non critico mai, dico davvero mai).
Ma tutto ciò ho deciso nel tempo di sopportarlo di buon grado, almeno fino a quando fossi riuscito, ce l'ho quasi sempre fatta, e sul quasi sto lavorando, sto migliorando, a non dire niente anche quando non sono d'accordo, purtroppo qualche volta non riesco a nascondere la mia contrarietà, ma un buddah, imperturbabile, sto diventando.
Tranne che per quanto riguarda nostra figlia. Quello no. Sopporto abbastanza, certi toni un po' aspri, ma d'altra parte non tutti hanno un carattere dolce come il mio (burbero, ma dolce; non saprei com'è che chi conosce dimostra di volermi bene, altrimenti), ma quando sento urla e toni che già sento degnerare ("Ancora! Perché non puoi mai fare come ti dico?! Io sono stanca di questo pianto! Dobbiamo uscire e la giornata sta iniziando male!") non ce la faccio. Devo dire che non mi va bene. Che non voglio che lei urli in faccia a mia figlia, che la minacci con il pugno chiuso, che la sbatta con rabbia sul letto, tutte cose che le ho visto fare. Non mi va bene che inizi e continui a dirle che lei è sbagliata, perché non fa questo o fa quello, che la accusi perché è lei, mia moglie, a non stare bene. E' mia moglie che non sta bene, che è depressa, lo vedo io e lo sa lei, la bimba non ha colpe, non ha chiesto lei di venire al mondo, l'abbiamo chiamata noi e lei ha risposto.
E quando dico questo, e non posso certo ponderare le parole perché mi prende un groppo allo stomaco, la belva sfuria, mi urla contro tutto il suo rancore, come una iena, sbatte, prende a calci le cose di casa, e mi accusa di non capire, che quella è la sua valvola di sfogo per non fare peggio (picchiarla? ucciderla?), e che ora la giornata è guasta per causa mia, e che tutto si sarebbe aggiustato da sé se io avessi taciuto.
Non doveva andare così. So che ci separeremo. So che piangerò, perché sono un buono e nonostante tutto ci spero sempre, in un minimo sindacale di felicità, che per me è già abbastanza -avevo grandi ambizioni, mi sono dovuto ricredere e accettare che mia mamma aveva ragione quando diceva, e ancora dice, che la vita è dura, bella ma dura. Ma già piango, e sono tutt'altro che facile a mostrare le emozioni, perché non potrò stare accanto a mia figlia come vorrei e potrei, per far sì che diventi tutto ciò che può e vuole diventare, un fiore nel mondo.
Ho gli occhi pieni di lacrime, stamani, mentre scrivo. Non doveva andare così.
M.
53 commenti
Ciao, mi hai commossa, e mi dispiace per la tua situazione. Io sono donna, moglie e mamma, ma la tua e' insopportabile...sono rimasta di stucco x come si comporta con la bimba (urla, la sbatte sul letto!?) prende a calci le cose?? Glielo devi impedire assolutamente, perche' la bambina che esempio ha? Quando diventera' grande, con una mamma cosi (nevrotica, scusa il termine, e anche un po' viziata?) soffrira' tantissimo. Con i figli bisogna avere pazienza, tanta e lei e' una persona insofferente...mai contenta mi sembra.
Meno male che tu sei cosi, tua moglie e' fortunata, sta vicino a tua figlia...
ecco, sono io
Sono io che ho postato lo sfogo, non ero iscritto.
Purtroppo non posso impedire i comportamenti di mia moglie, so che sono sbagliati, cerco di dirle che tocca a noi adulti risolvere i problemi e affrontare le situazioni, non ai bimbi, ma non funziona. Urla, sbatte, e tutto come sopra. Nei casi peggiori mi sono imbufalito sul serio e ho fatto la faccia durissima (ne sono capace), ma niente, per il dopo non cambia niente, anzi si accumula sempre più tensione che prima o poi sfocia.
Aggiungo: poi lei si dispiace, si mortifica, mi manda messaggi per far capire che le dispiace (mi risulta difficile anche aprirli), io non la perdono ma cerco di andarle incontro, capendo che anche lei passa un momento difficile (appena perso il lavoro) e provando a ricominciare. Lo faccio per mia figlia, perché da quando è nata sono rinato anche io, e perché in fondo vorrei essere solo felice insieme a loro, tutte e due perché a mia moglie voglio bene (l'amore è diventato ora un concetto un po' confuso nella mia testa), ma non so quanto potrà durare.
Quoto Santa...e aggiungo che tua figlia avrà sempre un porto sicuro in cui approdare, non è affatto poco.
che lavoro fa?
Una persona buona come te si chiama sicuramente Marco.
ti auguro il meglio
ti capisco.
Sembra lo abbia scritto io...
Mi sento come te e hai descritta quasi tutte le stesse cose che succedono a me...
Solidarietà da parte mia e tanta tanta grinta oltre alla pazienza. Altri consigli non ne ho. Perchè servono anche a me...
E ora la iena mi scrive che non ne può più perché "ha dovuto dormire tutto il pomeriggio sul letto con la bimba".
Ma impiccati.
@sarp ho gia commentato ma volevo riesprimerti la mia solidarietà. Ho riletto il tuo sfogo forse 10 volte, è davvero instenso... spezza il cuore.
Non sono cosa voglia dire avere un figlio e sentire questo amore così grande, cosa vuol dire vedere la speranza di una vita bellissima denteo due occhi che sono proprio uguali ai tuoi... posso solo dire che se avessi avuto un papà come te probabilmente la mia vita sarebbe stata diversa e migliore e che spero che il padre dei miei figli, il mio compagno sia come te.
La tua compagna ha dei problemi, potrebbero essere ancora le braci di una depressione post partum non notata, riaccese dalla perdita del lavoro. Stalle vicino se puoi, non sei innamorato di ciò che lei è ora, di ciò in cui la depressione la ha trasformata, ma sono sicura che ami ancora la persona che hai sposato.
Proponile un terapista, magari inizialmente una terapia di coppia in modo da farle sapere che le stai vicino, per poi indirizzarla verso una direzione personale e privata.
Un abbraccio a te e alla tua fortunatissima bimba
Grazie Santa,
lo so che lei non sta bene, purtroppo temo che il problema sia anche più antico, sicuramente ne faccio parte anche io, a torto o ragione.
Ora credo che sia incazzata perché infelice, e infelice perché incazzata; un altro doppio legame impossibile da spezzare per chi come me ne è parte. Dopo un altro di questi "sfoghi" (chiamiamoli così) le ho detto che saremmo dovuti andare in terapia di coppia (nell'ottica poi che lei continuasse anche da sola, per rimettere le cose in prospettiva), ma figuriamoci, sostiene che queste cose non funzionano per lei.
Avere un bimbo, o una bimba, che ha i tuoi occhi, e vedersi accanto allo specchio, con lui o lei che ti guarda stupita o felice: te lo auguro di cuore, te lo meriti sicuramente, dato che spendi il tuo tempo per comprendere e confortare uno sconosciuto.
Un abbraccio a te e grazie anche a tutti gli altri, per le loro parole e umana solidarietà.
sarp, non saprei, tua moglie mi sembra che abbia bisogno di molto aiuto. Ma se non vuole farsi aiutare, sei sicuro che la cosa migliore sia starle a fianco? Parlo per esperienza personale (ho una zia che ha avuto problemi pesanti e non si è mai fatta curare). Per quanto sia scontato, queste cose, se trascurate, non migliorano, anzi! Non sarà semplice separarsi, ma forse è il caso di pensare al bene di tua figlia.
Criseide,
ne sono consapevole, io stesso ho visto il peggioramento nel tempo, quando ci siamo conosciuti non era certo così, o almeno non sembrava.
Separarsi: la parola già vola nell'aria, lei l'ha pronunciata più volte e sembra si stia quasi affezionando all'idea, tanto deve stare male accanto a me che la vede come una soluzione. A me, nonostante tutti i sacrifici che è costata, non importerebbe dover vendere casa, cambiare tutto un'altra volta, se questo fallimento risolvesse i problemi; ma lasciare la bimba a lei... ho paura che ne faccia una sua copia o peggio, e sicuramente se ne andrebbe a stare lontano, dai suoi o chissà dove, lontano da me, e non lo potrei sopportare.In caso di separazione giudiziale (che non posso permettermi) la bimba sarebbe affidata a lei di sicuro, sai come ragionano i tribunali dei minori, e consensualmente non me la lascerebbe mai (non dubito che creda di volerle bene, anzi penso gliene voglia, ma non va come si comporta). Per il bene di mia figlia sarei disposto a rinunciare ad averla vicina ogni giorno; ma con questa mamma, mi posso fidare? E' peggio che lei veda queste scene, ma almeno con me che dimostro di volerle bene in modo coerente, o che gliele eviti lasciandola alla mamma? Non so davvero.Ma tant'è, chi è causa del suo mal dolga sé stesso, me la sono cercata, potevo pensarci finché ero in tempo ecc ecc., e dovrò scegliere tra la padella e la brace, se non sceglierà lei per me prima. Mi spiace per mia figlia, alla quale comunque vada non riuscirò a dare l'ambiente familiare che ogni bambino si merita (il mondo fuori fa già abbastanza schifo).
Grazie anche a te.
Ma in quanti hanno pianto?
Solo Santa?
Speravo in un racconto più interessante, ma alla fine si tratta dei classici motivi per la quale può capitare una separazione.
Credo che alla fine la separazione sia meglio per tutti, per il bene della "famiglia".
Quella non è la separazione, ma la morte di uno dei coniugi LoL
ciao sarp nell'esprimerti massima solidarietà e vicinanza, mi avventuro anch'io nel cercare di darti un consiglio.
Premesso che da quello che scrivi vuoi un bene dell'anima a tua figlia, vuoi ancora bene a tua moglie (poi se sia amore o meno è altra questione) ma soprattutto hai la volontà di risolvere la situazione, tra spare da alcuni passaggi la consapevolezza di entrambi della depressione di lei e anche se contorta ed irrazionale anche la volontà di lei di porre fine alla situazione (avendo l'errata convinzione che la separazione risolva i suoi problemi invece che aggravarli)
vorrei farti presente che la strada, a differenza di quello che pensi, non è già segnata quel "ci separeremo" non è inevitabile, anche perche come paventi anche te la bimba resterebbe sola con lei e ad occhio questo non è un bene.
Quindi in breve il consiglio è di rivolgerti ad un consultorio o struttura simile nei paraggi e far presente la situazione ed ascoltare i loro consigli
(tu sei parte del problema, o cmq ci stai dentro avere un'occhio esterno e professionale non puo che fare bene)
Potrebbe non essere una cattiva idea coinvolgere anche i suoi genitori (ma questo ssapranno dirtelo meglio al consultorio)
Buona fortuna
Sarp non è che poi se vi separate la questione economica migliora. Siete caduti in un feedback di recriminazioni che non portano da nessuna parte anzi, penso che potreste pentirvene.
In queste dinamiche il dialogo non funziona, non c'è comprensione sopratutto quando si oltrepassa il limite, questo è un punto variabile in ciascuno di noi che è difficilmente rilevabile quando ancora si è presi ciecamente da questo "amore". Spuntano solo dopo certi vizi di comportamento, non si spiegano e sono inaccettabili per entrambi.
Le donne sono brave a mantenere le staffe quando si tratta di rispettare la prima delle promesse, quella che ricorda di sostenersi "nella gioia e nella malattia" mentre spesso non comprendono la seconda "nella buona e la cattiva sorte". mi pare di aver capito che state attraversando appunto un momento difficile sul lato economico, e a quanto pare sembra che spetti a te in toto l'onere di questa responsabilità.
Per noi è anche normale, in fondo per secoli si è sempre fatto così. Lui fuori a lavorare, lei a casa, a gestire i mille problemi. E anche quando nella coppia si lavora in due, sembra che il secondo introito quello di lei sia visto un pò come una aggiunta per soddisfare sfizi e capricci, o quantomeno per ampliare il tenore di vita della famiglia (vacanze, abiti, e altre cose di questo genere). Oggi sono in molte le donne che lavorano, addirittura pare che non si possa realizzare una relazione stabile se non con l'apporto di due entrate. E si sono aggiunte molte più esigenze di prima, che rientrano e sono considerate immancabili nella vita quotidiana. Quando si fa questo discorso ti senti dire, si ma non è più come una volta.
Questo è quello che poi viene sottovalutato spesso da molte donne tra quelle che rimangono e lavorano a casa, perchè nello stupore di chiedersi come sia possibile per gli altri fare determinate cose, non ci si rende conto che se entra più denaro poi è anche naturale che si veda nel tenore di vita della famiglia. Però non bisogna dimenticare che quando tu sei fuori a cercare le soluzioni, lei è a casa, da sola a cercare di capire come far funzionare le cose, fosse anche solo il problema di cosa mettere in pentola se non ci sono provviste, è assai alienante questo sentimento, lei soffoca.
I debiti, quando viene a mancare uno stipendio oppure le cose vanno male è chiaro che poi vengono fuori, sopratutto perchè per isteresi si tende a mantenere le stesso tenore, e anche gli amici ti coinvolgono in quel girone interminabile di spese scartabili. Adesso lei non vuole che se ne parli, non vuole rinunciare a quello che dice "gli altri lo fanno" ed è anche una sua debolezza lo so, ma lei si è affidata anche alle tue promesse (che giustamente tu stai facendo anche a te stesso), speranzoso di poter riuscire con questo sforzo. Così tutto si ripercuote a casa perchè deve avere comunque uno sfogo.
Non credo che una madre, per quanto severa nella sua educazione possa comportarsi così con un figlio piccolo. Per ora è disorientata e tu non te ne accorgi in quanto coinvolto emotivamente, i problemi? Prima il rapporto si allenta perchè non è alimentato nell'intimità, dopo cade tutto come un castello di carte. Ci si chiede per quale motivo stare ancora insieme se è già tutto in malora, non c'è neanche cuore e capanna. Questa voce continua a girarle in testa, lei è disorienta e stanca.
Il mio consiglio sarebbe quello di parlarci, accettando in toto tutte le sue recriminazioni, perchè il suo sfogo e meglio che ricada su di te che in fondo hai le spalle più larghe. Nel contempo ti suggerisco di chiedere l'aiuto di una amica, della sua famiglia anche, ecco qui è uno di casi dove la famiglia può dare un apporto positivo. il consultorio va bene ma lei a quanto pare non lo accetta.
Però tu devi dimostrare che sei disposto a fare un passo nella sua direzione, ad ascoltare qualcuna delle sue idee. Se c'è qualcosa da fare, togliersi una cosa a cui sei abbituato, fosse anche l'abbonamento alla paytv, non so se c'è ma è un esempio, in modo che lei possa capire che cederai qualsiasi cosa per venirle incontro, devi dare valore alla vostra relazione, devi darle speranza e nel contempo devi liberarle le mani perchè lei possa crederci e reagire.
Io sono convinto che involontariamente gli stai facendo pressioni perchè lei non è esattamente come vorresti, perciò gli stai imponendo dei modi che lei non accetterà mai, puo essere?
hai detto che a mano a mano nel tempo l'entusiasmo è calato e tutto quanto, però non ho capito se il parto è stato un punto dopo cui è cambiata significativamente
la bambina per lei cosa rappresenta?
Mi verrebbe da dirti di giocare sporco e riprenderla mentre tratta male la piccola. Almeno, se vi separerete avrai qualcosa di concreto su cui basarti. Non è così scontato che i tribunali lascino i figli alla madre, soprattutto se gli si fornisce una buona motivazione per non farlo.
Non so, la mia opinione resta quella. Hai già provato a parlarle e a risolvere, ma se non vuole ascoltare, è inutile accanirsi, fai solo del male a te e a tua figlia.
Probabilmente c'è del vero nelle analisi di tutti quanti: lei no che non sta bene, e lo sa, e per questo si comporta così, a volte riesco a comprenderla e pensare: bisogna aiutarla.
Altre volte, quando si tratta di come si comporta con me (schizofrenicamente tra disprezzo e miao miao), non posso fare a meno di pensare: è una iena, maledetto quel giorno.
Probabilmente, è una iena che non sta bene, quindi da aiutare se non altro per il bene di nostra figlia.
A distanza di quasi due settimane ritorno a riflettere sulla situazione, che nel frattempo ha avuto una ricaduta a seguito della quale ho chiesto aiuto alla sua famiglia. Temporaneamente le cose sembrano migliorare, un po' di sollievo dalle faccende pratiche aiuta a non accumulare tensione; ma poi, appena la novità non è più tale, rieccoci: mania del controllo, ossessione di fronte a qualsiasi oggettivamente minima difficoltà, già vedo che cerca anche di tagliarmi fuori dal rapporto con la bimba, che urla di gioia quando mi vede e con lei non lo fa (ma dico, se la sgridi o peggio...) e che io riesco a gestire molto più facilmente.
Farsi aiutare da un esperto sarebbe quelle che ci vuole, ma lei non vuole sentirci, almeno per ora; e ogni tanto per reazione mi scappa detto qualcosa di tagliente (devo migliorare ancora, si) e facciamo un passo avanti e uno e mezzo indietro.
Non ho buoni presentimenti, la notte fatico a dormire (mai successo) e il giorno vivo preoccupato.
Mi auguro tanta fortuna. Grazie a tutti per la comprensione e i commenti, mi aiutano a riflettere.
Se questa storia è recuperabile, qualcuno della sua famiglia potrà trovare la chiave per sbloccare lo stallo, perchè se lei non ha delle vere ragioni dovrebbe arrivare a capire anche te . Ne avrei di "belle" da scrivere anche io, ma nel tuo caso non voglio :), sarebbe solo per rincarare la dose. L'augurio è sempre che si possa risolvere tutto per il meglio.
@sarp
Ciao,
se posso integrare quanto già scritto vorrei sottolineare che dall'esperto puoi andarci anche te da solo per il momento.
Lei ha problemi OK ma guarda che in questa situazione ci sei con tutte le scarpe anche te. Un parere esterno oltre che esperto può aiutarti a gestire meglio la situazione a cercare di "curarla" già di tuo o magar iconvincerla una volta per tutte ad ammettere di essere in difficoltà.
Un abbraccio forte
TomTom,
il tuo commento mi sta facendo molto riflettere; è vero, il problema non è solo suo ma anche, totalmente, mio, e mi accorgo di riuscire sempre meno a stare nella situazione con spirito costruttivo.
Quindi, devo farmi aiutare se voglio riuscire ad aiutare. Lo farò.
Grazie di nuovo a tutti.
Ancora una giornata triste
Un'altra giornata triste, dopo una notte caratterizzata da una breve discussione per un motivo assolutamente banale, sicuramente ho sbagliato io a dire ma cribbio, ero arrabbiato con me stesso in quel motivo e più che recriminare con qualcuno lo stavo facendo a voce alta.Tutto ciò dopo metà pomeriggio passato a cercare di sbrogliare problemi in primo luogo suoi, e poi nostri. Oggi nemmeno una telefonata, un messaggio, da parte sua, e sa bene che potrei rispondere e leggere/rispondere, al contrario di altre volte. Io almeno c'ho provato, a essere carino, con una chiamata. Avanti così, dritti, a scambiare lucciole per lanterne e a non vedere le lanterne. Dritti, verso la fine di tante altre storie, certo, non muore nessuno, ma di certo io non sto campando, lei probabilmente neppure, e quando arriveremo alla fine (non riesco proprio a pensare diversamente, in giornate come oggi) e mi chiederò perché, rimarrò sospeso tra il dubbio di aver sbagliato in tutto e quello di aver sbagliato qualcosa ma senza sapere cosa. Bah. Merda.
C...o. Averne, di tempo per recuperare. Mi sa che siamo già avanti, quasi alla frutta. Stanotte un'altra discussione, anzi ho risposto a muso duro alla solita sequenza di accuse e non tanto velate minacce di andarsene. Seguono da parte sua pianti in camera, da parte mia poche ore di sonno, e la sensazione di essere spinto lungo un piano inclinato senza riuscire a trovare appigli per risalire.
come puoi essere così sicuro che la bimba verrebbe data a lei?
Natale
Un bel Natale, proprio. Un'atmosfera di festa. Ormai, quando non litighiamo apertamente, la cosa più carina che mi sento dire è "non mi interessa/ non ho voglia di stare a sentire quello che pensi".
Oggi sarà una fatica mostrarmi un minimo sorridente con i miei (che comunque sanno tutto o quasi), mi dispiacerà il doppio perché oltre a sentirmi lo stomaco stretto per la situazione in sé avrò anche il pensiero di saperli dispiaciuti a loro volta per me.
In qualche modo andrà, ma non credo andrà bene.
Mi dispiace.
Bah, la situazione al momento NON SEMBRA peggiore di quella di fine 2015. Dopo un ulteriore peggioramento, abbiamo vissuto qualche qualche momento di quasi normalità, ma la sensazione è sempre quella di stare seduto su una frana: ogni smottamento fa precipitare irrimediabilmente un po' più in basso; più la frana si apre, più tende ad aprirsi; quando non peggiora, sei già contento, ma vivi con la preoccupazione che ogni telefonata, ogni ritorno a casa, ogni parola detta possa essere uno scivolone.
Eh sì che un motivo di felicità vera, di fondo, che fa passare tutto il resto in secondo piano, dovrebbe esserci, invece insieme non la viviamo come tale (singolarmente, per quanto mi riguarda, lo è; sui pensieri reconditi di mia moglie non mi azzardo a fare ipotesi; si passa da lamentazioni e scatti d'ira a professioni di amore per la bimba, ma mi paiono più sinceri i primi delle seconde, molto situazionali). Mah, stiamo a 'vedere'.
Schiantare. Devo solo schiantare, me lo merito per quando mi sono intestardito nel pensare che in fin dei conti il bello compensava qualche aspetto spiacevole del carattere.
A volte é piacevole abbandonarsi allo schianto... Si cerca di nuotare con tutte le forze controcorrente, poi quando l'ultimo grammo di forza ci abbandona ci si fa trasportare dalla corrente, aspettando la fine... Poi... Un attimo prima della fine c'è il "guizzo", il colpo di reni, e si trova la disperata voglia di sperare lì dove non ce n'era... Sarp... Posso solo dirti una cosa... Io prego per te, forse ti darà fastidio, forse non credi... Questo posso fare, questo faccio.
@gagenore, ognuno aiuta come può, è l'intenzione che conta.
Comunque, sempre peggio, ormai la miccia è sempre cortissima e l'unico modo che ho per non accenderla è stare attento a non dire mai niente di diverso da oggi fa freddo / oggi fa caldo (e nemmeno è detto, si potrebbe innescare una discussione sui termosifoni). Diversamente, si scatena il finimondo.
Facile a pensare è che così non è vita e dovremmo piantarla, per il bene di tutti e due. Ma c'è nostra figlia, mia figlia, e non riesco a concepire di rinunciare io a lei, da un lato, e di privare lei del mio amore, che senso ha?
Ho la pancia piena di sassi.
Credimi... Se ti dico che ti comprendo, ho un figlio di 16 anni, e sarebbe intollerabile viverlo a "turni"...
E siamo sempre qui. Sempre allo stesso punto, cioè sempre peggio, a mollo nel mare con la riva alla stessa distanza, ma più tempo stai in acqua più le forze calano. Ormai più o meno tutto, io, figlia, parenti, affini, colleghi, superiori, finisce a turno nel tritacarne, non vale a niente davvero niente fare qualcosa di buono, solo quel che non è fatto (ed è necessariamente, ontologicamente, sempre più del fatto) rileva.
Vacanze
Oggi partiamo per le ferie. Sto prendendo atto che non c'è più niente da salvare. Parole carine (e attento a come le dici) o piccoli gesti di buona volontà non provocano reazioni apprezzabili (ma che pretendo...), ma una parola sbagliata, poco fortunata, provoca un'ondata di veleno. Il che non vuol dire necessariamente che finirà tra poco, o forse potrebbe anche essere che la cosa succeda e basta, e non potrò certo dire di non essere stato avvertito. Così sto da cani, se succedesse avrei (o quando succederà avrò) anche un grosso problema economico. Non mi sono fatto mancare niente.
Non ho abbastanza coraggio per farla finita, ma penso spesso che se un tir mi investisse non mi dispiacerebbe tanto, non lascio niente di buono a parte mia figlia.
Un giorno rileggerò questo thread che non è più nemmeno uno sfogo, non mi interessa che qualcuno lo legga, ormai è un diario privato che più pubblico non si può. Mi sono sempre piaciuti i paradossi.
Il mio matrimonio sta andando avanti come un morto vivente; agli altri può sembrare addirittura vivo, in certi momenti, a parte qualche segno, ma sotto le vesti c'è un essere che nelle giornate migliori è quasi tiepido, però con una puzza di antro buio che ne suggerisce la vera essenza. E la porta sul freddo buio si apre puntualmente, basta la parola sbagliata. Anzi, basta la parola, perché ognuna che non sia banale o condiscendente è sbagliata.
So che devo aspettarmi di essere impalettato (e impalato dalle conseguenze), ma non riesco ad abituarmi all'idea e attrezzarmi, né materialmente né mentalmente.
Bene, molto bene. Ennesima conferma del fatto che:
- vado bene quando sono preciso e perfetto nel fare le cose, ma non devo parlare sennò sono fastidioso, ripetitivo, e voglio avere l'ultima parola;
- è giusto e necessario che io ascolti lunghe tirate sul lavoro, i colleghi, parenti e affini, perché "io con chi altri mi dovrei sfogare?", ma argomenti che non siano di stretto interesse comune non ne posso affrontare perché "non mi interessa";
- se provo a ragionare su qualcosa che pur ci interessa, e magari nell'elaborare ripeto qualcosa, o cerco di metterlo a fuoco per amor di precisione e di conversazione, apriti cielo.
Cercherò di tornare a fa caldo/freddo, ma non credo che basterà.
Paura
Stanotte mi ha detto che la bimba NON DEVE piangere di notte, altrimenti rischia di farle del male. Stanotte non si è svegliata, io con il cuore in gola a lungo pregando (si fa per dire, non credo) che non succedesse; lei è stata un angelo e ha dormito di filata fino a stamani.
Ma io ho paura e non so cosa fare. Non riesco a pensare ad altro.
Tua moglie ha qualche problema e pure grosso, parlane con qualcuno, non rimanere isolato. Questa cosa che la bambina non deve piangere sennò chissà cosa succede è da fermare prima di subito.
Tanti in bocca al lupo, non farti mettere all'angolo e proteggi tua figlia.
Niente, c'è poco da fare, la situazione non migliora. Volano parole pesanti, poi qualche giorno in cui l'atmosfera diventa un po' più calda, e poi daccapo. Non ce la facciamo.
sarp
mi dispiace molto. è la prima volta che leggo questo sfogo. fatti consigliare da qualcuno. la bambina sta sicuramente soffrendo e in qualche modo devi proteggerla. i traumi infantili sono una cosa molto grave, e tua figlia rischia una brutta vita futura.
non aspettare, i bambini sono molto sensibili, basta che in casa non ci sia serenità e loro si traumatizzano.
mi riallacio a quanto scritto da Criseide. parla con un terapista di coppia, anche da solo.
ti faccio i miei migliori auguri.
Ciao sarp, non avevo mai letto il tuo sfogo, oggi si e mi hai commossa, ho letto anche qualche commento, non tutti ma da quel che ho capito la situazione non è affatto migliorata, anzi. Te l'hanno detto tutti, tua moglie ha dei problemi, non ci si comporta così con i bambini ed io lo so perché sono mamma. Con i figli ci vuole pazienza, amore e bisogna dare il buon esempio per fargli capire come bisogna comportarsi. L'idea della terapia di coppia era buona ma la tua lei è egoista e cocciuta, io non la capisco non so come si possa essere come lei. Per me devi parlarne con qualcuno che ti possa aiutare, fallo per la tua meravigliosa bambina e rimani per lei il padre dolce e affettuoso che sei.
Dopo mesi
Sono passati mesi da quando ho scritto l'ultima volta. Come va? A leggere quello che ho scritto, rivivendo quello che ho passato, non posso che tirare un sospiro di sollievo. La bimba cresce, vivacissima e discola (e così sia!) ma amorososa, finalmente anche con la mamma, che quindi ora la accetta un po' di più (bene le vuol bene, credo, ma accettarla per com'è, è un altro conto) e quindi paiono sventate le situazioni di pericolo fisico serio.Certo, per esserne contenta mia moglie, a due anni dovrebbe obbedire come un soldato ed essere in grado di controllarsi come una di venti (quindi di fare di buon grado anche quelle cose che proprio non le vanno giù), e quindi so che nel retropensiero non ne è contenta. Ma insomma, non siamo tutti uguali, e forse sono io a essere troppo comprensivo e innamorato di mia figlia, e quindi potrebbe essere un compromesso accettabile. Ma come si dice, morto un bersaglio se ne fa un altro, e grazie al fatto che riesce nella rarissima impresa di farmi sbroccare (l'unico modo per non litigare è stare zitto, perché quando parlo qualcosa di storto, o inteso come tale, finisco sempre per dirlo), il nostro rapporto ormai è così incrinato che secondo me non c'è colla in grado di salvarlo, ogni tanto le ribalena l'idea della separazione (e annessa vendetta di separarmi da mia figlia, ovvio), minaccia alla quale non rispondo nemmeno. Ma questa è un'altra storia, se succederà avrò voglia a scrivere di nuovo.
com'era la tua donna prima della gravidanza?
Non ce la stiamo facendo. Tu sei così, non mi sostieni, e poi ecc ecc. Tutto vero, ho i miei difetti, ma questo non migliora la situazione.
No, decisamente, non ce la facciamo. Litigio brutto davanti alla bimba, scambio di intenzioni di andarsene ciascuno per proprio conto. Un altro strattone alla corda, prima o poi si romperà, diamine.
eccoci qua, un anno e cinque giorni dopo il mio precedente commento.
si avvicina un altro natale......
che tristezza
ma non lo dico per te sarp, ci mancherebbe
ma per come ad un certo punto un matrimonio prenda una piega storta e non si riesca a rimettere a posto le cose
per circostanze diverse, anche noi viviamo la stessa cosa, e anche io sono piuttosto stanca
christian....il Natale, l'unica cosa positiva è che ai bambini il Natale piace e finchè sono piccoli rimane accettabile, per il resto, si può passare tranquillamente alla mia festa, la befana!
marialuce
macché Befana. dai, non fare così...
Psichiatra con una cura "buona" che la faccia ripigliare+ babysitter subito e nonni e zii e parenti cui affidare la bimba come se piovessero+ eventuale periodo di separazione ad es. lei se ne ritorna dai suoi se ci sta bene e tu vivi con tua figlia finché lei non si riprende (così pensi a tutto tu, have fun fun fun fun!). Probabile che anche tu sia depresso tra l'altro perché mi sembra tutto esagerato, inoltre sembra che tu non le parli chiaro in faccia e invece dovresti e non ti nascondere dietro la bontà, per favore! La terapia di coppia la sconsiglio vivamente se prima non si supera un minimo la sua depressione con una cura giusta per lei a base di farmaci (ovviamente non psicofarmaci potenti che creano dipendenza e atterrano come cavalli).
Tranquillo se ne esce, ho un'amica con figlie tranquillone che è andata lo stesso in depressione post partum e l'hanno capito dopo quattro anni vabbè, un'altra con una figlia veramente veramente veramente ingestibile che fa uscire fuori di testa pure me eppure non è andata in depressione ma si ogni tanto le veniva il nervoso chiamava il marito e gli diceva "corri subito se no l'ammazzo". Io sono stata 24 ore con quella bambina e veramente ti fa impazzire, certo quest'amica è una maniaca del controllo della pulizia ecc. sua figlia preferisce il padre a lei, ma perché? perché il padre non la sgrida mai e la fa fare tutto ciò che vuole, a fine serata magari giocando e coccolandola e andando contro ciò che dice la moglie. Molto male! In ogni caso, chiunque rimanga tutto il giorno con i bambini si aliena abbastanza, anche con i bimbi tranquilli magari lagnosetti, soprattutto le mamme, poi se c'è una depressione in corso ancora peggio.
oooops mi sono persa passaggi vari, chiedo venia
Invece è proprio il caso di dirlo, che tristezza, me lo dico da solo. Quando all'astio si inizia ad aggiungere la sfiducia, reciproca, l'irritazione lievita e non scende quasi più. E io perdo la bussola e riesco quasi solo a peggiorare la situazione.
Maledico il giorno e penso che no, non vorrei morire perché in quel momento penserei che sto lasciando mia figlia, e questo mi terrorizza, ma in questa vita mi sono procurato bocconi troppo amari, dovunque guardo vedo solo mezzi fallimenti, nonostante l'impegno e i buoni propositi, per pensare che sono contento di viverla.
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Mi è venuto da piangere.
Resta il papà fantastico che sei, tua figlia ti amerà tantissimo.