Dom

07

Lug

2019

Uno sfogo sulla vita difficile

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Che periodo. Da alcune settimane lavoro 12 ore al giorno senza gratificazioni (a parte rari casi). La gente non si accorge di quello che faccio e anzi, mi chiede di più.

In più c'è da considerare che non mi so vendere. Sul lavoro non me la cavo male, mi faccio il culo, mi aggiorno, ho studiato molto in particolare certi argomenti. Eppure non riesco a far valere le mie conoscenze, non riesco a mostrare quello che faccio e quello che valgo.

Anche ad incontri con altri colleghi non parlo con nessuno, non ho rieisco a costruirmi un network che mi sarebbe molto utile per crescere professionalmente.

Qualche giorno fa al pranzo di un congresso se non fosse stato per una mia collega non avrei fatto una parola con gli sconosciuti con qui eravamo al tavolo, non mi viene proprio da parlarci. Non ho abilità nello "small talking". Io non ho niente da comunicare alle altre persone, non mi interessa di parlare con qualcun altro che non sia di qualcosa di estremamente specifico. Ho grossi limiti nelle abilità socio-comunicative ma mi sto sforzandomi e sto facendo qualche progresso... Però è come cercare di far diventare un fantino un sollevatore di pesi. Non è la mia natura, il margine di miglioramento è veramente poco.

Questo è un limite anche nella vita privata. Il fatto che parli così poco mi fa apparire come una persona antipatica, fredda e che se ne frega degli altri. La verità è tutta il contrario! Sono una persona molto sensibile, che empatizza molto (spesso anche troppo) con chi ha problemi e quando posso aiuto tutti.

Mi sento una persona diversa, a un estremo della gaussiana. Non ho interessi per le cose che interessano alle persone normali, non trovo divertente fare cose che loro trovano divertenti.

Il sentirmi un extraterrestre mi fa vivere male, probabilmente ci sono gli estremi per parlare di depressione. Ogni giorno quando mi sveglio e realizzo che sta per iniziare un altro giorno mi viene il magone. Poi mi stordisco con 12 ore di lavoro (e da un certo punto di vista mi va bene, così tengo il cervello occupato e non penso). Qualche volta è capitato che tornato a casa da lavoro mi mettessi a bere fissando il vuoto in terrazza. Per fortuna è capitato poche volte, non voglio cadere in qualche dipendenza. Però questa cosa è sintomatica della necessità di evadere dalla mia vita.

Il momento più bello della giornata arriva di notte. Finalmente posso andare a letto e evadere dalla vita ("morire") per qualche ora.

Solo che poi tutto rincomincia. Vivo per fuggire al giorno successivo, sperando di avvicinarmi sempre più all'ultimo. La mia vita è arrancare controvento ogni giorno aspettando e sperando che tutto finisca.

Le uniche cose che mi fanno andare avanti sono la curiosità (di vedere cosa succederà poi, di imparare qualcosa di nuovo, di vedere come evolvono certe cose) e la speranza che tutto questo un giorno o l'altro finirà. 

Alterno periodi in cui riesco a galleggiare un po' meglio ad altri, come ad esempio oggi in cui non ce la faccio più. 

Non ricordo l'ultima volta in cui ho pensato "sono felice" e non riesco a immaginarmi come possa essere vivere felici e sereni e se esiste qualcuno sulla faccia della terra che lo è. Vorrei provare a vivere qualche momento di serenità e felicità per scoprire che sapore ha.

Che dire... spero che le cose possano migliorare, o se proprio non migliorano... Finire.

Scusate per i pensieri disordinati, un po' a flusso di coscienza. 

4 commenti

Conosco la sensazione. Se poi sei figlio unico con genitori non presenti causa lavoro o altro, è tutto amplificato.

Purtroppo non so aiutarti, in quanto sono in una situazione simile e, considerato poi che la vita mi ha portato a guardare gli altri con sospetto senza scoprire i propri punti "deboli", rapportarsi con gli altri è davvero difficile

Avatar di AnonimoAnonimo alle 23:02 del 07-07-2019

Conosco la sensazione. Se poi sei figlio unico con genitori non presenti causa lavoro o altro, è tutto amplificato. 

Sì, figlio unico di genitori non sempre presenti (in particolare uno). Non era la famiglia ideale, anzi... Tra i miei genitori c'era clima sempre teso, violenza verbale, ma soprattutto bugie e un rapporto non sano. Forse anche questa atmosfera ha contribuito a rendermi una persona introversa che preferisce stare da sola e evitare di aorursi agli altri.

 

 

Purtroppo non so aiutarti, in quanto sono in una situazione simile e, considerato poi che la vita mi ha portato a guardare gli altri con sospetto senza scoprire i propri punti "deboli", rapportarsi con gli altri è davvero difficile

Solidarietà! E un abbraccio virtuale caro fratello/sorella di sventura

Avatar di AnonimoAnonimo alle 23:39 del 07-07-2019

(moderato) 

Notte 

Avatar di WormWorm alle 03:08 del 08-07-2019

Tranquillo, è tutto normale. È la vita che fanno tutti, non se ne esce e bisogna conviverci. Saremo sempre a metà strada tra la bestia e il divino, basta accettarlo. Che poi lo small talk che caspita è? Dire cagate? Sai chi può evitare di farlo? Quelli con 30 anni.di servizio.

Non se ne può uscire, bisogna imparare a minimizzare la miseria, quindi dormire per ricaricarsi, mangiare sano e qualche volta una birra. Nada mas. 

A me aiuta suonare. 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 15:39 del 08-07-2019

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