Ven
24
Mag
2019
Senza Titolo
Sto con una ragazza della mia stessa età da tre anni, c’eravamo conosciuti alle medie e dopo esserci persi di vista ci siamo reincontrati nella biblioteca pubblica della mia città per un incontro di lettura. Lei è fantastica, sempre solare, ma io so che quel sorriso che ha è falso.
I suoi genitori la trattano male, il bello è che non sembra, spesso la picchiano, io la vorrei proteggere, gli dico che ne possiamo parlare, ma lei mi abbraccia soltanto, mi dice che non vuole farmi soffrire.
Le ho proposto di vivere insieme, (abbiamo 22 anni), ma lei non vuole, dice che nessuno le pagherebbe l’università, io potrei pagargliela se vuole, vivo in buone condizioni economiche e spesso le dico di denunciarlo.
Mia madre essendo io figlio unico mi dice che dovrebbe denunciarli e io dovrei proteggerla, lei la vede come una figlia, io vorrei aiutarla, faccio di tutto, ma non so come convincerla a parlare.
Già alle medie giravano voci sul fatto che il padre la maltrattasse, ma io me ne fregavo altamente perché ero il ragazzino ricco che aveva tutto quello che voleva, e lei di certo non era il mio standard di persona.
Ma ora lei è l’unica cosa importante per me, io devo aiutarla, ma prima mi deve dire lei cosa le fanno i genitori e poi li denuncieremo, mio padre dice che forse me lo dirà quando si sarà laureata, ma manca un anno e ho sempre paura che i suoi genitori la obblighino a lasciarmi (non gli sto simpatico perché più volte ho affrontato il padre), consigli su come aiutarla? Io ho perso le idee...
8 commenti
Potrebbe anche trovarsi un lavoretto la fanciulla
E pagarsi gli studi. Se proprio quel senso di colpa è il problema.
Per me è inconcepibile studiare (quindi avere un impegno costante e quitidiano) e lavorare. Vorrebbe dire sacrificare tempo per ciò che mi piace fare nel tempo libero.
scusa lottascudo
Se mi permetto...Ma tu quindi vivi d'aria?
Grazie al ca...anche io vorrei stare a casa a non far niente tutto il dì
Vivo con i miei, che sono tenuti per legge civile poi e legge morale prima a mantenermi fino a quando non potrò farlo da solo, ovvero quando avrò un lavoro, che non accadrà prima di aver terminato gli studi, che sto proseguendo e finirò in corso, sia accademicamente che tempisticamente.
Dirò di più: i miei preferirebbero comunque avermi in casa anche quando lavorerò, almeno fino ai 30/32 anni in modo tale da potermi acquistare poi una casa, perché nella nostra concezione abitare in affitto significa prendere 500 euro al mese e gettarli nel cestino.
E i miei genitori sono persone sane, non si fanno gli affari miei se esco, se scopo, se vado in vavanza ecc.
Ma forse ci siamo capiti male. Io intendevo studiare e lavorare allk stesso tempo eh.
Se lei ha detto che le va bene così, significa che non è esausta dei suoi e che questa situazione è sopportabile, inoltre fa bene a non volersi far pagare nulla, segno che è una persona sana e non una approfittatrice.
Un anno vola, io fossi la lascerei concludere gli studi e trovare un lavoro, dopodiché potrete andare a convivere in tutta serenità.
* fossi in te
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Difficile aiutare cho non vuole essere aiutato.
Un po' come quelli che salvano chi vuole sucidarsi. A volte è giusto farsi gli affari propri, soprattutto se l'altro dice "lascia stare".