Ven
06
Gen
2017
L'università mi ha tolto la voglia di vivere
Salve a tutti, ho 22 anni e provo un'angoscia terribile da quando apro gli occhi il mattino a quando vado a dormire la sera. Sto frequentando il terzo anno di Lingue e Letterature moderne e in questo periodo sto capendo che iniziare questo percorso è stato il più grosso errore della mia vita. Usci dalle scuole superiori poco convinto di ciò che volevo fare, in realtà l'idea era di viaggiare e non chiudermi in una fabbrica nella mia provincia come fanno in molti finita la scuola. Tuttavia forse per paura, forse per la pressione di mio fratello maggiore e la sua ragazza, forse per la voglia di scappare da questa provincia grigia: decisi di inizare l'Università. Il primo anno fu veramente difficile, diedi 3 esami giusto per raggiungere i crediti che mi permettono di non restituire la borsa di studio e lì per lì decisi di non voler più continuare. Ma poi arrivano le pressioni dei familiari: '' Porta a termine quello che hai iniziato'' e i soliti clichè. L'estate dopo il primo anno trovai un lavoro part-time in una fabbrica qui vicino e nel frattempo studiavo per recuperare gli esami non dati in precedenza. Durante l'estate mi arrivò una lettera del tribunale che dovevo presentarmi come testimone ad Aprile dell'anno dopo per delle faccende che non racconterò, non era assolutamente nulla di grave, ma in quel momento però la mia mente veniva occupata anche da questo problema. Recuperai due esami nella sessione autunnale (inglese e francese) e anche se ancora molto indeciso e pressato dall questione pocanzi descritta, decisi di andare avanti. Nella sessione di Gennaio e Febbraio 2016 recuperai ancora un esame lasciato indietro al primo anno e diedi un esame di Letteratura Spagnola del secondo anno(con ottimi risultati). Lì per lì ero contento, ma comunque mai pienamente felice di quello che stavo facendo. Alla fine del secondo anno avevo dato quasi tutti gli esami tranne 2 poiché decisi di fare una stagione a Londra in modo da migliorare il mio Inglese. Ritornai in Italia a settembre molto contento del livello di Inglese raggiunto e più convinto di quello che stavo facendo. All'inizio di questo terzo anno mi divertivo, uscivo, studiavo; ma poi caddi automaticamene di nuovo in quel baratro di angoscia e indecisione. Sono arrivato addirittura a pensare al suicidio. A Febbraio dovrei partire per la Spagna in Erasmus ma sono molto indeciso. Ho accettato la meta e vinto il borsa contributiva ma sono come in stallo. Voglio mollare tutto, partire e andare a fare qualcosa che mi piace. So benissimo che si deve soffrire nella vita, sono consapevole che nulla è facile: ma voglio faticare con il sorriso, sapendo di star facendo qualcosa con l'anima, con il cuore. Tutto questo mi ha veramente prosciugato le energie, anche il mio migliore amico se n'è accorto: da quando ho iniziato questo percorso mi ha visto molto più affaticato mentalmente e privo di fiducia in me stesso. Ho imparato molte cose certo: ho raggiunto un buon livello di Inglese e Spagnolo; ho avuto la possibilità di studiare la letteratura che sempre mi è piaciuta e che non ho studiato alle superiori poiché frequentavo un ITIS. Ma non sono stato felice. Sono certo che se avessi intrapreso qualcosa che mi fosse piaciuto, o perlomeno avessi tentato di capire ciò che mi piaceva veramente, avrei imparato molto di più.
Ora non lo so se partire, questi conflitti interiori te li porti dentro ovunque. Sto pensando di dare questi due esami, in modo da non dover restituire la borsa di studio e poi chiudere tutto qui. Al solo pensiero che tra una cosa e l'altra mi laurerei nel 2018 mi da sui nervi. Ho capito che l'Università va intrapresa solo se c'è qualcosa che ci piace VERAMENTE. Dobbiamo ascoltare noi stessi la nostra ANIMA e non quello che ci dicono gli altri. Coloro che si credono adulti e in grado di dare consigli non bisogna ascoltarli. L'unico consiglio che possono darti è: ASCOLTA TE STESSO. Invece ti depistano e basta, pensando che devi fare quello che hanno fatto loro perché per loro è giusto così, perché quel foglio ''serve'', perché non riescono a pensare a un modello di vita diverso da questo. Fanculo. Per forza poi serve un foglio per farsi strada nel mondo: perché ci è stato inculcato che solo così ci si fa strada nella vita, ma non è così! Almeno ho capito questo.
2 commenti
ti capisco ho avuto un percorso simile al tuo, sono perfettamente d'accordo che l'università va intrapresa quando c'è davvero un qualcosa che ti piace e senti il bisogno di approfondire, non sono scelte facili oggigiorno con questa mancanza di lavoro...valuta bene il da farsi anche in base a ciò che ti conviene a questo punto, oltre che per il tuo benessere...buona fortuna
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Non è mai troppo tardi per ascoltare se stessi. Forse il tuo futuro non è in pezzo di carta ma neppure in un reparto di una fabbrica.