Dom
18
Ago
2019
l’invidia forza motrice del mio successo
Sono una ragazza di vent’unanni, quindi in realtà forse ancora non ho vissuto abbastanza per sapere con certezza cosa stia per affermare qui di seguito.
Comunque sia, in questi ultimi due anni “la forza motrice”, ciò che mi ha motivata e spinta ad ottenere ciò che volevo e desideravo, è stata l’invidia nei confronti degli altri.
E con altri intendo davvero chiunque: amici, familiari, sconosciuti visti per strada, conoscenti di amici di cui ho sentito parlare... letteralmente, qualsiasi persona che avesse quel qualcosa in più di me faceva scattare questa molla nel cervello che prontamente mi ordinava di fare qualsiasi cosa per averla anche io.
Purtroppo dopo il diploma ho dovuto ritardare gli studi all’università a causa di ristrettezze economiche, avendo solo un genitore che percepiva uno stipendio medio, perciò mi sono rimboccata subito le maniche trovando lavoro in un locale.
E propri qui è iniziato il mio tormento.
Mentre io ero “rimasta indietro”, i miei amici benestanti con famiglie perfette andavano all’universitá, andavano sempre in discoteca, per locali esclusivi, vestivano bene e così via.
A me non era mai mancato nulla e questa differenza non l’avevo mai sentita così pesantemente finché non mi sono sentita incastrata nella mia vita di merda.
Cameriera, single, che a 19 anni doveva pagare metá dell’affitto e le bollette, senza patente, senza macchina, pochi amici perché estremamente timida, l’universitá se la volevo fare doveva essere pagata di tasca mia ed ero stressata ed invidiosa di tutto e di tutti fino all’insopportabile.
E allora mi sono detta che era necessario fare qualcosa.
Ho iniziato a fare due lavori full time, uno diurno e uno notturno in nero...non avevo tempo per nient’altro se non il lavoro, ma almeno mi ha portato tanti soldi, mi sono fatta la patente, mi sono comprata la macchina.
Lavorare tanto mi ha fatto dimagrire tantissimo, arrivando a pesare 44 kg per 1.74.
Sono sempre stata consapevole di essere molto bella e con un volto particolare, quindi con il drastico dimagrimento mi sono convinta ad investire in un book fotografico.
mi sono lanciata nell’ambito della moda, gli unici momenti liberi che avevo venivano adibiti ai casting.
non ero mai a casa, non vedevo più la mia famiglia tantomeno i miei amici.
avevo tante relazioni con il pubblico, con la gente, ma niente di personale. mi sono sentita vuota e triste per tanto tempo, un annetto, ma ciò che mi spingeva a continuare era l’idea che io dovevo essere come loro, dovevo avere anche io ciò che avevano loro, mi fossi dovuta spezzare la schiena e farmi in quattro per tutta la vita.
poi dopo qualche mese hanno iniziato a chiamarmi per shooting editoriali, pubblicità.
ma non era abbastanza, nei miei amici, nei passanti per strada, trovavo sempre qualcosa che io non avevo.
capeli più sani, unghie più belle, vestiti di qualità migliore, stronzate del genere, ma le dovevo avere anche io.
invidisa del successo delle mie amiche con i ragazzi, dei tanti fidanzati che potevano vantare, della sicurezza con cui si muovevano, del gran carisma che le caratterizzava ho deciso di lasciarmi andare e smetterla di di chiudermi in me stessa.
e anche se tutt’oggi sono ancora timida e terrorizzata quando devo ordinare la pizza o prendere un appuntamento dal medico, sono molto più aperta, solare, vivo tuto con più tranquillità, tutto ciò solo perché volevo essere come loro.
però non mi bastava mai, ero diventata veramente ossessionata, accecata dall’invidia. pensavo tutto il giorno, tutti i giorni a cosa avevano gli altri più di me, beni materiali e non, e come avrei potuto ottenerli anche io.
anche se piano piano stavo ottenendo tutto ciò che volevo ero profondamente infelice.
e poi ho conosciuto lui, che mi ha scossa da tutto ciò che stavo passando, che mi ha fatta sentire perfetta anche così com’ero, con le cose che avevo.
non so se sia stata la mia rovina o la mia fortuna questa mia improvvisa invidia generale verso l’intero pianeta, però ora sto per iniziare l’università dei miei sogni, pagata con i miei sforzi, sono completamente indipendente, con tanti soldini messi da parte, un lavoro che mi appaga e mi diverte, il guardaroba che la mia anima da ricca ha sempre sognato ed un lui che mi piace chiamare come “quello giusto”.
volevo solo raccontare tutto ciò per dire che secondo me, ci sono tanti tipi di invidia.
l’invidia negativa ti fa star male, ti abbatte e ti deprime, non facendo altro che metterti in stallo e in un loop da cui è difficile uscire.
poi però c’e quella positiva, che al contrario ti spinge a fare di tutto per essere migliore di loro, migliore di te stesso, ti induce a superare i tuoi limiti e a non accontentarsi mai.
certo, se ora ripenso a come ho passato questi ultimi due anni....
depressa, infelice, sempre scontenta,
una pazza furiosa insomma, maniaca e ossessionata dall’apparenza.
e penso che avrei preferito saper gestire il tutto e contenere l’invidia in un sentimento normale e non così esasperato come l’ho vissuto io.
però davvero, se non fossi stata così invidiosa... chissà come starei adesso...
voi che ne pensate? succede anche voi di fare qualcosa di positivo o di raggiungere traguardi solo perché eravate invidiosi?
11 commenti
Si desidera ciò che si vede. [Hannibal Lecter - Il silenzio degli innocenti]
Culito veo, culito deseo.
Vizi privati pubbliche virtù.
Ovvio che l'invidia può dare degli stimoli enormi. Vale per tutti quelli che sono considerati peccati.
Boh, a me sembra tu invidi quello che la massa ti dice che devi invidiare. Comunque contenta tu buon per te, spero tu adesso abbia un po' di pace...
Beata te che hai reagito. Io non ci riesco
Teoricamente è giusto ma dipende molto anche dal contesto in cui si vive. Intendo paesi (non famiglia) spinta dal tuo stesso motore e dalla voglia di emergere nella società, ma ogni volta che ci provi per più e più volte qualcuno ti impedisce di riuscirci impedendoti di fare ciò che vorresti fare.
Finalmente una perla in un mare di merda...Sei una giovane volenterosa,continua così!💪
P.s. Se i fatti riportati corrispondono al vero questo sfogo è degno di essere applaudito🙌
Hai imparato a sgomitare, nella società di oggi è necessario. E a mia volta ti invidio questa tua capacità, probabilmente se ne fossi capace sarei in posizioni migliori con uno stipendio migliore (nel mio lavoro, a detta di tutti i colleghi con cui mi rapporto, sono francamente bravo) ma mi è sempre mancato il “killer instinct” che è quello che fa emergere le persone.
Che dire? E' giusto lottare per i propri traguardi. Ma non condivido questa tua "ossessione" verso gli altri: non siamo tutti uguali, e fare paragoni con persone che hanno un altro genere di "condizione generale", mi pare inutile. Ma se sei contenta così, ti faccio tanti auguri per il tuo futuro.
A volte non è solo invidia, ma voglia di riscatto. Vale soprattutto per chi è sempre stato disadattato e e emarginato. Io, quando mi capitò l'occasione per cambiare la mia vita, rivelai una tenacia e una volontà che non credevo di avere. Adesso comprendo chiaramente cosa mi dette la forza.
L'invidia positiva non esiste. L'invidia è negativa, nel senso che rende infelici per i successi altrui, cosa che, soprattutto nel caso di persone a sé vicine (parenti, partner, amici, ecc.) trovo ridicola e infantile, oltre che vile. Tuttavia, ci sono persone come te che non sanno reprimerla, e che soffrono talmente tanto da dover necessariamente attivarsi per trovare sollievo. Se non riesci a tollerare la felicità degli altri, i loro soldi e successo, ecc, sei immatura a prescindere. Nella vita non puoi avere sempre tutto, non puoi sempre "vincere". Questa è più un'ossessione dettata dall'insicurezza, o al limite da un desiderio di rivalsa, di cui sei dinventata schiava. Se pretendi di avere tutto, allora se improvvisamente dovessi perdere qualcuno o qualcosa che ti ha fatto raggiungere questo grado di soddisfazione e appagamento, ne usciresti completamente distrutta, perché sei TU ad aver deciso di attribuire un'importanza ECCESSIVA ad una marea di cose che, in realtà, contano fino ad un certo punto. Non si può vivere solo di soddisfazioni, di materialismo, di traguardi. Bisogna anche imparare a rilassarsi, accontentarsi, e soprattutto a sopportare le frustrazioni. In questo modo ci si svincola dalla società, non totalmente certo, ma il più possibile, e si può ricercare serenamente un equilibrio non più basato su ciò che la società ci propone, ma su ciò che è importante soltanto per noi stessi. Tu non hai fatto altro che inseguire gli altri, sì probabilmente ora penserai ne sia valsa la pena, ma alla lunga ti accorgerai che se lo pensi è perché sei sempre stata talmente fragile, che per sentirti in pace con te stessa hai dovuto omologarti.
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Ti invidio