Dom
10
Nov
2019
Cosa c'è che non va in me?
48 anni, una vecchia. Da quando ne ho 5 ed ero all'asilo non ho fatto altro che sentirmi invisibile, prendermi cotte pazzesche per bimbi poi ragazzi che nemmeno mi vedevano poi innamorarmi pazzamente e mettermi con chi di me si accontentava soltanto e infine sposarmi con un uomo che per me era 'almeno tu nell'Universo' per scoprire ancora di essere poco importante, un fastidio. Vorrei solo potermi sentire amata. Una sola volta amare meno di quanto un uomo ami me, deve essere bellissimo provare per una volta l'amore vero di un uomo, il suo sguardo perso negli occhi, invece no... io sogno soltanto, da sempre. Inguaribile idiota romantica ho dato tutto di me, sono anche bella nonostante tutto di me gli uomini hanno solo usato un corpo e dopo hanno gettato tutto, per noia. Ormai ho perso le speranze e la voglia di credere nell'amore, quello vero, quello che vedo nei film, standa di sognare mi sono incattivita e mi crogiolo nell'autocommiserazione. Ho smesso di amarmi sempre di più, ho male al cuore, ma proprio fisicamente. Spero dopo l'ultima batosta di non riprendermi mai più, morire di crepacuore e basta. Nessuno mi ha mai davvero amata. Cosa ho che non va? Me lo chiedo sempre e da sempre. Potevo scegliere ogni uomo che volevo anni fa e ora pure qualcuno potrei trovarlo ma tanto finirei comunque per scegliere di nuovo uno Spock brutto intelligente e anafettivo, emotivamente stitico. Sono una stronza autolesionista e non so perché. Il mio cuore e morto, mi odio per le scelte che ho fatto. Ma ora basta. Prima o poi mi rialzeró da questo ennesimo inferno, da questa sensazione orribile di non essere speciale come in Creep dei radiohead o chi diavolo sono... ma non permetteró mai più a un uomo di ferirmi cosi, meglio morta o da sola, ho sprecato una vita a sorridere positivamente e a crederci nell'amore ma l'amore io l'ho sempre solo dato. Miodio come sono stanca, come sono stanca, morissi ora sarebbe un sollievo
3 commenti
Ho letto il tuo sfogo con inusuale attenzione e ho provato una grande pena per te. Per te che hai gettato la tua vita inseguendo il romantico miraggio assassino dell'amore romantico, nel voler pervicacemente nutrirsi, per vivere, di energie altrui chiamate "amore". L'amore come nutrimento della vita deve provenire in primis da noi stessi e poi anche dagli altri, ma questi deve essere un riempitivo, un valore aggiunto.
Ti dedico una canzone di Gaber, si intitola "L'impotenza": ti invito a rifletterci sopra.
Io ti sfioro e non so quanto sia emozionante
tu mi guardi e mi chiedi se sono presente
io penso alla nostra impotenza ad un gesto d'amore. Si quel senso vitale che un po' si conosce
qualche cosa di dentro che affiora che cresce
la voglia di credere ancora ad un gesto d’amore. No non dico l'amore che sappiamo un po' tutti
no non dico l'amore che ci capita spesso
per amare io devo conoscere e amare me stesso. Camminare in un posto mangiare una cosa
sentire che sei in una stanza
Adoprare le mani toccare un oggetto
capire la sua consistenza. Imparare a sentire il presente
in un tempo così provvisorio
esser giusti su un metro di terra
sentire che il corpo è in perfetto equilibrio. Peccato io non so mangiare peccato io non so dormire
non so camminare in un prato
non so neanche amare peccato. Io ti sfioro e non so quanto sia emozionante
tu mi guardi e mi chiedi se sono presente
io penso alla nostra impotenza ad un gesto d'amore. Io ti passo la mano sugli occhi un po' stanchi
poi mi accosto al tuo viso al tuo seno ai tuoi fianchi
e cresce la voglia di unirci in un gesto d'amore No non dico l'amore che possiamo anche fare
ma l'amore.
Soldatojoker alle 08:43 del 11-11-2019
carissima non sei l unica,fidati,leggo il tuo sfogo e mi sembra di averlo scritto io.
Anonimo alle 22:53 del 11-11-2019
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Vedi?
Vedi che hanno ragione quelle che fanno le stronze e si sposano per soldi? Tanto nella vita non c'é altro perché gli uomini si innamorano della figa, non della persona. SEMPRE.