Sab
21
Set
2019
Faccio schifo
Mi faccio schifo perché sono brutta dentro e fuori. Provo a stringere relazioni i amicizia e non ci riesco mai. Evidentemente devo avere qualcosa che non va. Mi curo tantissimo esteticamente e cionostante risulto passabile, qui di figuriamoci se mi mostrarsi così come sono. Farei scappare tutti.
Se nessuno mi sta intorno deve esserci un motivo: a nessuno piacciono le persone cattive e credo proprio di esserlo.
Il risultato è che me ne sto sempre per u fatti miei. Così non posso far conoscere a nessuno lo schifo che faccio.
Di conseguenza eccomi qui. A scrivere a voi che forse non leggerete e se lo farete mi giudicherete. Io che temo il giudizio di chiunque. Io che nella mia inettitudine non posso fare altro che compatirmi. Non voglio sforzarmi di essere ciò che non sono o per forza simpatica a qualcuno. Il mio più grande difetto è che non posso fare a meno di dire quello che penso, se mi viene chiesto. Onestamente non riesco a sorridere a chi detesto. Non sono un animale sociale.
8 commenti
Secondo me sono cattiva perché tendo a concentrarmi su tutti i torti subiti e vedo nemici nel mondo circostante. Quando qualcuno si rapporta con me, il mio primo impulso è quello di stare sulla difensiva. Sono pronta a difendermi da tutti senza che ce ne sia bisogno. Sono dunque cattiva e pronta a vedere il male negli altri. Mi giustifico, tra me e me, pensando che è a causa di come sono cresciuta : emarginata e derisa. Ma la verità è che sono rovinata. Non posso più cambiare. Nella vita la costante è il cambiamento, questo è vero, ma credo anche che non si possa mutare la propria indole. Ci sono cicatrici poi che ti segnano. Sento sempre che qualcuno mi disprezzi. Ovunque.
A mio parere le persone che fanno schifo son quelle che non guardano oltre il tuo stare sulle difensive,che può essee più che legittimo visto che ci sono persone che non guardano in faccia a nessuno pur di arrivare ai loro scopi.L'importante è saperlo riconoscere e tenerli a distanza.E apprezzare chi è autentico e sincero
Sono l'anonima delle 12:42, vero, nessuno può cambiare la propria natura, però può potenziarla, prendendone il buono. Io partirei comunque dal presupposto che un vero cattivo non starebbe di Sabato su sfoghiamoci a confessare di essere cattivi. La vera cattiveria, ahi ahi, in questo momento sarà in giro ad arrecar danno agli altri, perche quella è la vera matrice de "cattivo" (teniamoci questo termine infantile ma che rende L idea): andare nel mondo, con tanto di stratagemmi,macchinazioni, strategie e quant altro, con L intento di "fregare" gli altri,oppure scaricando sugli altri le proprie frustazioni, o usando gli altri unicamente per i propri scopi, oppure offendendo gratuitamente e deliberatamente. Per intenderci, è più probabile che se proprio qualche cattivello si trovi a passare da sfoghiamoci, stai ben certa che lo troverai tra i commenti giù, e quasi mai tra gli sfoghi come il tuo, di "auto-denuncia". È tra i commenti offensivi, o che offendono gratuitamente, o che giudicano in maniera spietata, o che umiliano chi aveva solo bisogno di un aiuto. Spero che sia riuscita a rendere L idea, e restò convinta, almeno dal tuo tipo di descrizione, che la tua non sia cattiveria, ma ipersensibilità che si traduce in permalosità, magari con una punta di cinismo e disillusione che porta a riconoscere il male in tutti (che Comuqnue c è, è reale, ma si tratta di spostare L atttenzione laddove vi è il bene, che anche c è). Un grande abbraccio con simpatia
Mia cara,
io credo che tu sia confusa. Sei giovanissima e si nota (se sbaglio fammelo sapere). E' evidente che hai problemi, ma sono risolvibili. Credo che finora ti sia mancato il confronto con persone disponibili ad aiutarti e in grado di farlo (ambedue le condizioni devono verificarsi).
Il tuo errore, se vogliamo chiamarlo così, è quello di essere giunta a delle conclusioni da sola per mancanza di confronto.
Da quello che scrivi si capisce che sei stata ferita. Fatti, persone, circostanze... Di certo non sei colpevole di essere vittima.
Vado ad analizzare il testo del tuo ultimo commento e scrivo cosa ne evinco (siamo in fase di anamnesi).
Facciamo conto che io sia uno psicoterapeuta: non lo sono ma m'interesso di psicologia principalmente a scopo di autoguarigione, e riscrivo il tuo testo a parole mie; lo traduco in base a quello che ho capito.
Tuo testo: "Secondo me sono cattiva perché tendo a concentrarmi su tutti i torti subiti e vedo nemici nel mondo circostante. Quando qualcuno si rapporta con me, il mio primo impulso è quello di stare sulla difensiva. Sono pronta a difendermi da tutti senza che ce ne sia bisogno. Sono dunque cattiva e pronta a vedere il male negli altri. Mi giustifico, tra me e me, pensando che è a causa di come sono cresciuta : emarginata e derisa. Ma la verità è che sono rovinata. Non posso più cambiare. Nella vita la costante è il cambiamento, questo è vero, ma credo anche che non si possa mutare la propria indole. Ci sono cicatrici poi che ti segnano. Sento sempre che qualcuno mi disprezzi. Ovunque. "
Tuo testo modificato da me: "Mi sento in colpa perché ricordo vari torti subiti e sto sulla difensiva. Non sempre gli altri sono davvero dei nemici, allora quando mi accorgo che non ho bisogno di stare sulla difensiva mi sento colpevole per questo mio pregiudizio. Poi mi giustifico (ed hai ragionissima) pensando che questo mio modo di fare è conseguenza dei traumi subiti. Questo me li riporta alla mente. Mi fa un po' paura e capisco che ho subito un danno. Per paura estremizzo e mi giudico rovinata. Mi coglie lo sconforto e la butto là un po' troppo grossa: non posso più cambiare (ma questo non è vero e forse in fondo lo so che non è vero, però ipotizzo che dovrò impegnarmi molto e non sarà facile). La vita è cambiamento, è evoluzione. Lo capisco, però il mio passato mi pesa e mi ostacola. Certi vissuti sono pesanti e lasciano segni. Ho l'impressione di essere disprezzata. Mi succede ovunque."
Che ne pensi?
Sono la sfogante.
Non so chi tu sia OldJoe ma, leggendo le tue parole, mi sono sentita meno sola e incompresa. Ciò che hai scritto è stato estremamente chiarificatore. Come nuvole che un po' si dissolvono. Guardare da angolazioni differenti.
Voi tutti mi avete dato conforto in questo periodo un po' buio per me. Ve ne sono molto grata.
Sento che nulla va come dovrebbe. Improvvisamente mi scopro in preda alla malinconia , perdo la pazienza anche con chi non mi ha fatto nulla.
Ho 23 anni. So di non essere una ragazzina. Vari problemi personali, mi hanno portato a soffrire di attacchi di panico, da un anno a questa parte. Mi sento sola anche in mezzo alla gente.
La verità credo è che io non abbia mai trovato qualcuno con cui parlare davvero. A casa i miei genitori sono presenti ma a modo loro. Nel senso che sono genitori che non mi hanno mai fatto mancare il pane dalla tavola ma purtroppo siamo è saremo per sempre divisi da mentalità completamente differenti. Non li biasimo per questo ma vuol dire che non ho mai avuto una parola di conforto. Mio padre è sempre stato verbalmente molto violento, i litigi con lui sono scenate che sembrano sempre quasi sfiorare la tragedia. Ho vuto veri problemi di bullismo dagli 8 ai 13 anni a scuola. Poi cambiai città, vita e ricomincia. Da allora però non ho più saputo instaurare un legame. Sono stata un'adolescente solitaria. I miei unici amici erano i libri. Quei libri, in cui mi nascondo ancora oggi che studio lettere, sono il mio scudo dal mondo.
Non ho mai raccontato a nessuno i miei più intimi pensieri. Nemmeno al mio ragazzo che sento potrebbe lasciarmi. Per questo dico che sono sola. E non potrebbe essere altrimenti perché solo così so vivere io. Insoddisfatta mi crogiolo in questi pensieri.
Regassa, se non credi in te stessa, pensi che lo facciano gli altri? Sarà anche banale come consiglio ma la vita è come uno specchio, ti sorride se la guardi sorridendo, ti imbroncia se la guardi imbronciata, e la gente lo percepisce subito.
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Non solo non andrebbe giudicato mai il prossimo,ma se proprio dovessi esprimere un giudizio, ipotizziamo su richiesta, tra le due io direi che mi sei più simpatica che altro. Non simpatica nel senso di far ridere, sorridere, di fare la battuta e così via, simpatia nel senso etimologico della parola greca "sun-pathos", che significa "con lo stesso stato d animo", "comprendendo lo stato d animo altrui".
Il fatto che tu dica onestamente quel che pensi è solo un punto a tuo favore, una virtù, non un demerito, sebbene in società finisca appunto con il rendere di solito poco simpatici (stavolta nel senso comune del termine). La società è una giungla in cui vigono altre regole. Ci sono ambienti in cui è apprezzata L'onesta, ma non di solito in piazza o al bar del paese, giusto per fare un esempio. Se ad esempio tu fossi un magistrato (sto parlando per esempi) sarebbe ben diversa la questione. Ora, se posso farti una domanda, giusto per vedere se magari anzi sicuro ci sono potenzialità nascoste che "dal di dentro" non stai vedendo, cosa ti fa pensare di essere cattiva?