Lun

13

Ago

2018

Cotturotti

Sfogo di Avatar di ColeridgeColeridge | Categoria: Altro

Quest'anno ho deciso di andare a casa mia per le vacanze. Non lo faccio da anni nonostante la casa della mia famiglia sia sul mare in una località balneare. Mi sparo milleduecento km in macchina, ho deciso. Me la prendo molto comoda il mio primo giorno di ferie, non ho deciso quando partire ma approfitto dell'unico fatto positivo di non avere nessuno con cui sincronizzarmi. Mio figlio doveva venire con me, ma all'ultimo momento ha deciso di no. Alla fine mi muovo verso le sette di sera. Con il ricorso ad opportune soste in autogrill, si rivelerà una scelta azzeccata. Viaggiare di notte da soli, tra l'altro, ha sempre il suo fascino. Passato e futuro si mescolano nella nostra mente in modo molto più potente di quanto non avvenga di solito, mentre i contorni dei vari scenari si avvicendano sotto uno spicchio di luna. In un modo o nell'altro diventa un momento in cui, quasi inconsapevolmente, si fa il punto sulla propria esistenza, almeno fino all'arrivo delle prime luci dell'alba. Ho ripensato a tutto quello che è successo in quest'anno.
Alla fine di questo mese, difatti, sarà passato esattamente un anno da quella fatidica cena in Liguria con Laura. Questo periodo di separazione è stato un ottovolante di stati d'animo. Ci sono stati riavvicinamenti promettenti e picchi di tensione e incomprensione altissimi. Mai come quello che stiamo vivendo dall'inizio di luglio e soprattutto da un paio di settimane. Nel frattempo altre cose sono accadute. La vita ha seguito inevitabilmente un suo corso. Nuove persone sono diventate importanti. Ci sono stati incontri. Non ho vissuto male questo anno. Sto vivendo male questi giorni, nonostante mi trovi a casa mia a mare, in contatto quotidiano con i miei cugini che sono soprattutto miei amici storici.

 

L'inguaribile monogama
Fine della A1. Imbocco la Caserta-Salerno. Sono le tre di notte e mi sono appena fatto due  ore di sonno in un'area di servizio. Non molte ma sufficienti per scacciare i colpi di sonno per le tre ore successive. Nell'oscurità si stagliano chiari i contorni del Vesuvio e non può non tornarmi in mente la mia grande amica vulcaniana. Anche stasera ci siamo sentiti al telefono e mi ha accompagnato per una parte del viaggio. Avevo parlato di lei durante l'ultimo sfogo dichiarandomene innamorato. Ci siamo tenuti compagnia per tutto l'inverno e tutta la primavera. Sempre rigorosamente per messaggi. Lunghi messaggi di un carteggio che se fosse fisico riempirebbe un bauletto. Poi a un certo punto è stata lei a suggerire di passare su Whatsapp. E da lì abbiamo cominciato a sentirci anche per telefono. Avevo sperato in una svolta di altro tipo per un certo periodo, ma mi sono scontrato con la sua determinazione. Vive una storia disperata di dipendenza affettiva da una persona. Un rapporto a distanza i cui elementi di disfunzionalità sono chiari soprattutto a lei. Ma non meno chiara per lei è l'inesorabilità del suo stato. Quando parla razionalmente del suo amato è la prima a stupirsi e rammaricarsi del fatto di essersi fatta rovinare la vita così. Tutto la divide da questa persona. Cultura, interessi, determinazione, Tutto tranne la chimica che, al contrario, la lega a lui in un modo quasi inesorabile. Si definisce perdutamente monogama. Quando la storia con lui è cominciata ha praticamente mandato all'aria il proprio matrimonio unilateralmente, entrando in una situazione di limbo affettivo che ancora perdura. Sembra la plastica rappresentazione (ma portata alle estreme conseguenze) di quello che qui abbiamo sostenuto tante volte. Non è vero che il sesso è secondario in un rapporto. Il sesso è tutto. E' il resto che va in subordine. Adesso il nostro è diventato un rapporto da vecchi amici. Conosciamo le rispettive inflessioni di voce, i tic comunicativi. Ce le cantiamo chiare, ci diciamo tutto, ci prendiamo in giro e ci sosteniamo. Non potrei mai rinunciare alla sua amicizia e non ho intenzione di farlo. Abbiamo deciso anche che ci incontreremo tra qualche tempo. Senza fretta. Nessuno ci corre dietro.

La mia giovane amica
E poi c'è lei, la mia giovane amica. Un lungo periodo di contatti sul virtuale. Parlando di sé stessi, leggendo le proprie storie ed i propri problemi. Un passato e un presente difficili per lei che ha dovuto lottare con disordini alimentari e con altri guai abbastanza seri che deve combattere con l'assunzione quotidiana di farmaci. Conduce la propria vita normalmente, con un coraggio e una determinazione da leonessa, ma è attraversata da un senso di precarietà della vita che mi impressiona per la sua giovane età che è davvero solo anagrafica. Il passaggio in chat con lei mi fa conoscere una persona nuova. Spiritosa, uso dello strumento praticamente professionale. Conia hashtag come panini e se li uso io mi impone una tassa sui diritti. Sto siparietto è andato avanti per settimane. Abbiamo cominciato a sentirci in qualsiasi momento del giorno. Per definire il nostro rapporto adottiamo la brillante definizione di squirrel-friends (sua trovata dall'idioma urban che lei padroneggia). Nei miei confronti lei è dolce è spietata. Dice di me che la definizione di narcisista mi calza a pennello. Ma almeno mi risparmia il patologico e non mi dà del manipolatore (un passo avanti decisivo rispetto a come mi vede la mia ex).
L'incontro nella piazza della sua città lo ricordo ancora come un momento magico. Uno incontro all'altro, avanzando lentamente dai due lati opposti della piazza guardandosi dritti negli occhi. Tre ragazzi che ci tagliano inconsapevolmente la strada e noi che, subito dopo, ci ritroviamo in un lungo abbraccio senza dirci nemmeno una parola. Ci eravamo sentiti protetti dalla diversità di orientamento sessuale, dall'età e dal fatto che nessuno di noi due cercava nell'altro qualcosa di diverso da una bella amicizia. Non è andata così. Le cose ci hanno preso la mano.
Ci siamo incontrati altre volte, condividendo qualcuna della cose buffe che abbiamo detto ci piacerebbe fare assieme come giocare a scacchi e dama o leggere brani di libri ad alta voce. Altro ancora rimane nella lista delle buone intenzioni, tipo una lista sterminata di film da vedere assieme. Ma il punto è che, alla fine, ci siamo incontrati anche su un altro piano, il più inaspettato. E' capitato già più di una volta. E' diventato un gioco da adulti che non sappiamo definire e non sappiamo con precisione come né quando si concluderà. Non si è creata una vera e propria intesa su questo piano. O quantomeno va a sprazzi. Ci sono stati dei momenti anche molto intensi, ma poi ogni tanto lei si aiuta con la buona volontà e io con il tad@l@fil (ormai un compagno quasi fisso da vari mesi). Allo stesso tempo c'è un legame. Difficile definirlo amore, però è qualcosa di profondo. Io adoro le piccole cose che facciamo insieme come, ad esempio, l'ultima volta che ci siamo visti, quando ci siamo messi a ballare come scemi sulle note di Soul sister (https://www.youtube.com/watch?v=kVpv8-5XWOI).
Il fatto è che, in fondo, anch'io non mi sono ancora affrancato da quella perduta monogamia di cui mi parla la mia amica vulcaniana. Il fatto è che la mia giovane amica non ha affatto cambiato orientamento. Il fatto è che abbiamo piazzato la parentesi aperta e sembra che non sappiamo con precisione dove e quando infilare la chiusa. Il fatto è che, comunque, tengo a lei e le voglio un gran bene.



Laura
Il mio mese di esilio a Bari, alla fine dello scorso anno, doveva servire a calmare gli animi e a non prendere decisioni affrettate. Ha sortito l'effetto esattamente opposto. Punta nell'orgoglio Laura si è incattivita come non mai. All'inizio di quest'anno ho cercato casa e mi ci sono trasferito. La sto ancora arredando con una lentezza estenuante. Un po' perché voglio fare le cose per bene e creare un posto accogliente, un po' perché questo processo è diventato la mia personale Tela di Penelope. Dopo i primi due mesi di battaglie, per la definizione del ricorso, gli animi si calmano e un po' alla volta ci riavviciniamo. Il giorno della festa del Papà viene a casa mia e mi porta le zeppole di San Giuseppe. Per il suo compleanno le regalo una sottoveste di seta che inauguriamo quella sera stessa e che poi nel giro di un paio di giorni mi restituisce (si trova ancora in un mio cassetto). Ci allontaniamo di nuovo. Lei mi dice che non metterà più piede a casa mia. Si passa al silenzio stampa, non ci sentiamo per settimane. Poi ci riavviciniamo, facciamo di nuovo l'amore e litighiamo di nuovo. Il ricorso è ancora lì in ballo. Finalmente decidiamo di sottoscriverlo. Ci vediamo a ridosso del mio compleanno. Scegliamo un ristorante. La discussione, inizialmente serena, ritorna sulle solite tematiche e gli animi si accendono. Le suggerisco di archiviare la pratica prima di cominciare a mangiare. Diventa un pranzo di lavoro. Una firma qui, una sigla qui. Mangiamo sempre alternando discussioni amene e discussioni accese. Quando torniamo in macchina mi chiede di fermare, mi da il suo regalo di compleanno e lo arricchisce con un bracciale di cuoio che mi lega personalmente al polso ingiungendomi di non toglierlo mai più. Piange. La riaccompagno a casa e facciamo l'amore con una passione quasi senza precedenti nel nostro ventennale matrimonio. Tutti i problemi e le incomprensioni che avevano condito quella rottura plateale lo scorso anno in Liguria, quell'esasperazione manesca che aveva innescato quella mia maledetta reazione, tutto completamente svanito. Il satiro perverso e la fanciulla pudica non esistono più, sostituiti da due amanti che finalmente si donano completamente e senza remore, godendosi reciprocamente in modo finalmente pieno e dolcemente osceno. Ma il tempo passa e io adesso sono confuso ed incerto sul da farsi. Nello stesso tempo provo delle sensazioni nei confronti di qualcun altro. Sensazioni che non so ancora definire. Nei giorni successivi le cose si fanno ancora più ingarbugliate. Ci riavviciniamo, ma io continuo a mantenere i miei rapporti epistolari e non solo più epistolari di cui sopra. Vedo la mia giovane amica e per la prima volta dopo vent'anni ho rapporti intimi con qualcun altro. In occasione dell'appuntamento mi invento una scusa che lei non digerisce fino in fondo. E' disorientata. Mi sente vicino e sfuggente perché, in realtà, sono vicino e sono sfuggente. Ci rivediamo e lei è visibilmente contrariata e preoccupata. Però sento che sta crescendo in lei la determinazione di superare tutto. Infatti la sera ci lasciamo sotto casa mia con un bel bacio. Non vuole salire. Mi propone di andare da lei ma declino con la scusa dell'alzataccia il giorno successivo. Il giorno dopo, la sera, prova a chiamarmi, ma io sono al telefono con la mia giovane amica. Mi messaggia dopo, dicendomi che era in giro e che sarebbe voluta passare a casa da me. Nel frattempo sto per avere la mia prima telefonata con la mia amica vulcaniana. Dopo sei mesi passati a scriversi sto per sentirla al telefono per la prima volta e non ci rinuncerei per niente al mondo. La telefonata è lunghissima e piacevolissima. Ma Laura nel frattempo stava continuando a chiamarmi. Capisce che c'è qualcosa di nuovo: il mio record di durata nelle telefonate non era mai andato oltre i dieci minuti e lei era abbondantemente più di un'ora che provava a telefonarmi senza successo. Mi chiede con chi parlassi. Bofonchio qualche scusa che palesemente non regge. Mi risparmio la patetica arrampicata sugli specchi e le dico che devo parlarle. Non lo avrei più fatto perché lei non ha mai più voluto sapere cosa avevo da dirle.


Il mio collega tamil
Il giorno prima della partenza per le vacanze vado al cinema all'aperto per rilassarmi. Ci sono rimasto male perché, come ho detto, il giorno precedente mio figlio mi aveva comunicato la decisione di non venire con me e francamente ci speravo, anche se un po' me l'aspettavo. Film mai sentito prima che si rivela una bella scoperta: The Big Sick, sul problematico amore tra un attore comico pakistano e una studentessa americana bianca. Le difficoltà sono legate soprattutto alle abitudini familiari di lui che prevedono matrimoni combinati. Una galleria di ragazze che si presentano all'ora di cena invitate per caso. Alcune anche molto belle e interessanti. Mi fanno tornare in mente il mio nuovo collega Srilankese. Un tipo davvero in gamba.  E' arrivato in Italia a 12 anni, di etnia tamil, non cingalese. E' cresciuto in sicilia e ha un accento catanese marcatissimo. Già questo me l'aveva reso simpatico. Ma è una persona di un'eleganza rara. Sa il fatto suo ma non sgomita per mettersi in mostra. Al contrario è sempre molto collaborativo e comunicativo. La sua presenza ha reso migliori i rapporti in ufficio. E' anche elegante nel modo di vestire, con abbigliamento, acconciatura e rasatura sempre sorvegliatissimi, ma esibiti con molta disinvoltura. La settimana di lavoro passata insieme in Svizzera ha cementato i nostri rapporti. Ci ha portato a mangiare in un ristorante srilankese. Cibi molto piccanti tra i quali mi è rimasto impresso questo Khottu Roti (una specie di piadina con pollo verdure e spezie piccanti), soprattutto per il nome, che da allora in poi è diventato un tormentone. Cotturotti per colazione, si si tutto molto buono, ma certo dopo il cappuccino  ci vorrebbe un bel Cotturotti. E cose così. Lui a casa lo prepara personalmente e, a base di Cotturotti, era il pranzo per un evento al quale ci aveva invitato. Il primo compleanno della sua bambina. Una roba che manco un pranzo di nozze. Proprio nei giorni in Svizzera aveva speso un capitale in abbigliamento tradizionale, orecchini d'oro a 900 carati, tutto finalizzato a questa festa. La moglie è una bella donna della stessa etnia. Lui in precedenza aveva avuto storie con altre donne anche italiane ma alla fine è rimasto nel solco della tradizione. Alla festa non sono andato alla fine, ma un po' me ne sono pentito. Una roba pletorica con duecento invitati, ristorante con piscina. Speso un capitale, ma senza battere ciglio. Gli eventi sociali legati alla famiglia sono una voce irrinunciabile del suo bilancio familiare. Da allora ho ribattezzato questo stile di vita come lo stile di vita Cotturotti, in cui tutto viene canalizzato all'interno di rigidi binari che ti imprigionano ma che ti guidano in un percorso di saggezza. Lo paragono al mio anno all'insegna delle passioni e delle incomprensioni che hanno fatto deflagrare la mia vita e la mia serenità. Non farei il cambio, intendiamoci, ma certe volte mi sorprendo a farmi delle domande.


Metti una sera a cena
Il mio collega ha notato la mia sregolatezza che ogni tanto, ultimamente, si riflette anche in ambito lavorativo, ma abbiamo imparato ad apprezzarci reciprocamente. Ogni tanto mi guarda e si mette a ridere. Che cazzo ti ridi, gli chiedo divertito. E lui continua sornione scuotendo leggermente la testa. Ah e stasera non torni a casa, mi chiede. No, stasera vado in centro, esco a cena. Sorride sotto i baffi mentre esce dall'ufficio dopo avermi augurato buona serata.
E già stasera  cena sui Navigli. Ho dovuto chiedere il consiglio di Borromeo per andare sul sicuro. Un blind date con una persona che non ho mai visto che non mi ha mai visto e con cui abbiamo scambiato solo pochi messaggi. Così tanto per aumentare l'entropia e magari incasinarmi ulteriormente la vita. Cerco di derogare per un volta alla mia maledetta scarsa puntualità. Mi parrebbe pochissimo carino fare aspettare una donna in una circostanza simile.
Ristorante delizioso con un piccolo patio e un giardino interno, ma fino alle otto di sera battenti chiusi. Mi accomodo sul patio e osservo le persone che man mano arrivano. Ogni donna, mi chiedo se sia lei. Sarà mica lei! Vabbè ma anche se fosse. No, ma comunque non è lei. Mi avvisa che è un po' in ritardo. Del resto è coi mezzi e il ristorante è un po' distante dalla prima fermata utile. A un certo punto mi sembra di individuarla. Una figura non particolarmente appariscente che cammina di buon passo, che è già cosa degna di nota considerando la serata afosa. Noto che si guarda intorno non appena arriva e la chiamo. Mi sorride e ci salutiamo ma nel frattempo bisogna aspettare un attimo perché si è creato un po' di assembramento. La invito a sedersi accanto sul patio e lei, nel sedersi accaldata, sfodera un ventaglio per rinfrescarsi. Wow. E' un oggetto che trovo terribilmente seducente, mi riconduce a Catherine Zeta Jones in Zorro. E così ho modo di osservarla un attimo. Stile elegantemente etnico zingaresco con un top abbastanza succinto, pantaloni all'odalisca, infradito e un girocollo cromatico con una predominanza di turchesi. In pochissime parole un pezzo di figliola da paura. Espressione solare e sguardo intenso e sempre vivo, capelli sulle spalle che ogni tanto non riesce a contenersi dal tormentare con le dita. Tratti regolari con qualche imperfezione che ne aumenta l'interesse in modo esponenziale. Io al contrario penso di avere un'espressione da coglione stampata sul volto. Mi sforzo di essere naturale ma penso che l'effetto risulti più o meno come un'emiparesi. E' una chiacchierona che sa fermarsi ad ascoltare. Entrambi non amiamo il rosée (Borromeo fattene una ragione :P). Per il menu scegliete voi o vi affidate alle proposte dello chef? Beh visto lo stile della serata non possiamo che scegliere la seconda. Parliamo, tanto e di tutto. Conosciamo già abbastanza delle nostre cose intime per cui parliamo di quelle più superficiali e di quelle più dolorose e ci raccontiamo un po' di vicende della vita. Mi rammarico e allo stesso tempo sono contento di non avere qualche anno in meno. Se l'avessi incontrata da giovane scapolo penso che ci avrei tranquillamente perso la testa. E' caparbia, tiene il punto, ma stempera subito con l'ironia. E' aperta, terribilmente aperta mentalmente e sessualmente. Ha il piglio di chi prende la vita a morsi. Adoro ed invidio quel suo sguardo ardente di chi è ansioso di vivere il proprio futuro, nonostante sappia già quanto dura ed indigesta sa essere la vita. Le propongo di offrirle la cena ma capisco che non le va di fare la bambolina. Quindi le propongo il compromesso per il secondo giro da bere che offrirà lei in qualche locale verso il centro. Non riesco a non manifestarle quanto mi piaccia. Ci lasciamo andare a qualche contatto un po' più intimo. Le dita, le mani sui fianchi. Non rientriamo troppo tardi. La riporto a casa intorno a mezzanotte. Il bacio di saluto è enigmatico. Non dura molto ma è combattivo sul darsi e sul ritrarsi. Mi fa partire la brocca e devo metterci qualche minuto per riprendermi dopo che scende dalla macchina. Capisco che si è trattato di un bel capitolo aperto e chiuso e dubito che ci sarà un seguito. Ma che meraviglia di serata per il mio povero vecchio cuore.


Ferragosto! Ferragosto!
Credo che quel giorno di fine giugno in cui Laura mi ha cercato per telefono fosse, nelle sue intenzioni, destinato a segnare una svolta. Il fatto stesso che avesse deciso di passare da casa mia significava qualcosa di molto preciso. Credo davvero che lei volesse dirmi qualcosa rispetto al ricominciare. Era nell'aria da giorni. Andavamo spesso al pub insieme e parlavamo. Lei aveva deciso di sorvolare su una quantità di cose che non la convincevano pur di darsi un'altra possibilità. Ma sentirmi dire che dovevo parlarle era troppo. Si era già fatta tutti i film ed aveva deciso che, qualsiasi fosse lo scenario reale, non lo avrebbe accettato. I giorni immediatamente successivi, ai miei inviti rispondeva molto sinceramente dicendomi che, se avesse ascoltato il suo cuore, avrebbe accettato, ma che riteneva più opportuno evitare. Decide di partire in vacanza qualche giorno insieme a Figlio. I contatti diventano più rarefatti e si limitano al formale. In vacanza cambia le foto del profilo whatsapp sostituendole con dei selfie da cui traspare tutto il suo dolore nonostante il tentativo di apparire serena. Tornano e poi ripartono per il campo estivo che lei tiene ed in cui Figlio fa da assistente. Siamo ai primi di agosto. Io mi trovo in uno stato di totale lucido sbalestramento. Faccio una cosa stupida. Per passare una mia foto appena scattata in cui sono nudo, utilizzo temporaneamente la cartella condivisa con Laura. Non la utilizziamo quasi mai e non ho idea di quali notifiche sono legate al salvataggio di foto. In realtà non ho più voglia di essere prudente. Questa è la verità. Questo è il centro di tutti i problemi che si sono scatenati dal momento della possibile riappacificazione. Non avevo alcuna intenzione di tornare nelle vecchie dinamiche. Sono stato fedele marito per 21 anni e non avevo né intenzione né voglia di provare qualcosa di diverso. Mi sono trovato catapultato in una realtà in cui mi sono dovuto reinventare un orizzonte esistenziale almeno accettabile. Non l'ho trovato. Ma allo stesso tempo sono cambiato e non è pensabile ricominciare dallo stesso punto in cui ci eravamo lasciati. E quindi le telefonate con le mie nuove amiche fatte senza curarsi del fatto che lei potesse sospettare qualcosa. E quindi anche una cosa stupida come utilizzare la cartella condivisa comune per trasferire temporaneamente una mia foto nudo. Dovresti fare attenzione a dove condividi le tue foto. Che schifo. Il messaggio whatsapp fa evaporare qualsiasi dubbio. Le foto condivise vengono immediatamente notificate. Dico la prima cazzata che mi viene in mente. Era per te. Me la sarei dovuta risparmiare. Nei giorni successivi provo a contattarla per avere conferma della ricezione del regalo che le avevo fatto (lo striscione dedicato alla nuova edizione della manifestazione). Non aspettava altro. Mi manda a cagare e mi blocca su Whatsapp. Al ritorno e a ridosso della mia partenza scopro che ha coinvolto anche Figlio in questa riprovazione. Lui viene a chiedermi conto di come mi sono permesso di fare una cosa del genere a mamma. Gli dico che non sono affari suoi e mi comunica che non sarebbe venuto con me in Sicilia. Una sceneggiata già preparata: Laura l'ha accompagnato e lo aspettava giù forse senza nemmeno spegnere il motore come mi ha suggerito qualcuno. Io sentivo da tempo che questa nostra partenza insieme non si sarebbe concretizzata, aspettavo di sapere solo quale potesse essere il pretesto. Glielo ho offerto io, su un piatto d'argento. Non avrebbe mai dovuto coinvolgere nostro figlio in tutto questo. A prescindere da tutto, questo era un errore che non avrebbe dovuto commettere.

Ed è così che in questo momento sto in vacanza con un buco nel cuore. Faccio molta vita sociale. I miei numerosi cugini e perfino una rimpatriata con la mia classe del liceo dopo quasi quarant'anni. Nel frattempo fervono i preparativi per ferragosto. Grande tavolata con una trentina di persone. Ci stiamo distribuendo le varie pietanza. Quasi quasi chiamo il mio collega srilankese e gli chiedo la ricetta del Cotturotti.

101-116 commenti di 116 totali

In quel caso saresti tra i primi bannati gagenore, offendi l'intelligenza degli utenti. Le tue tendenze di fare l'avvocato del diavolo hanno stancato.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:32 del 14-08-2018

Se stufarsi delle menate di Coleridge è grave allora siamo freschi.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:40 del 14-08-2018

@Coleridge fino ad ora non avevo ancora letto i tuoi sfoghi ( il fatto che siano in sezione "altro" non me li aveva fatti capitare ), ora che ho letto questo e un paio di altri ho iniziato a capire meglio la tua storia, e soprattutto capisco quando dici che le nostre storie sono molto diverse: e' vero.

Tuttavia riesco a capire e condivido gran parte degli stati d'animo che traspaiono, e noto che c'e' comunque un filo conduttore comune dal quali derivano: entrambi siamo uomini che volontariamente si sono messi in catene per molti anni e la cui vitalita' ad un certo punto e' esplosa con tutti i casini che cio' comporta ma che era anche inevitabile succedesse, e che ora si trovano in qualche modo in un turbine di emozioni contrastanti con cui stanno lottando.

Per questo, al di la delle grandi differenze nelle due storie, capisco cosa provi e mi rispecchio in molte delle tue parole seppur in un contesto completamente differente.

E una cosa e' certa, mal comune mezzo gaudio e' una stronzata pazzesca, ma sapere che non sei del tutto pazzo e che altre persone hanno nella testa e nel cuore le stesse emozioni fa comunque sentire un po' meno soli, un po' meno pazzi.

Avatar di sporaspora alle 16:51 del 14-08-2018

No no siete due pazzoidi, fidati spora.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:55 del 14-08-2018

Quanta cattiveria, mamma mia! Cinerea fregatene totalmente. 

Bentornato gigante!  

 

Avatar di ConfusissimaConfusissima alle 17:39 del 14-08-2018
Aggiungo

... così conquisto la seconda pagina, che non è un attacco ai singoli utenti, ma al sito. 

Avatar di ConfusissimaConfusissima alle 17:44 del 14-08-2018

Chissene delle tue opinioni svampita.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 17:51 del 14-08-2018

Com'è bello far l'amore da Trieste in giù.

https://tinyurl.com/r-carr-t-auguri

 

Avatar di OldJoeOldJoe alle 01:32 del 15-08-2018
demagogia dopo la shitstorm

COMPAGNI

propongo di togliere la scorta a Coleridge. Agli atti non risultano minacce di mafia né di mariti cornuti.

Sentiamo che votano. 

certo che la shitstorm ha coinciso pure con il temporale di ferragosto. un record. gli insultieri non sapevano che fa'. 

bekki. 

Avatar di OldJoeOldJoe alle 09:53 del 15-08-2018

Sei una testina piccola piccola anonimo, se leggi il contenuto di quello che ho scritto, senza vomitare corbellerie a caso, e scrivere solo perché c'é scritto gagenore, ti accorgeresti che non sono entrato nel merito, non ho detto ne cose a favore dello sfogo, ne a sfavore, nessuna arringa o tesi difensiva, (sempre ipotizzando che tu sappia cosa fa un avvocato), ho solo evidenziato la macchina del fango che avete messo su, ho criiticato il come lo avete detto non il cosa, ed anche li ci sarebbe molto da dire ma proprio per non fare lavvocato ho evitato, ma tanto è inutile, basta che voi leggiate un nick, e giu a fare terrorismo da poppanti delle elementari, che fai mi rubi la merenda? tutti a blaterare di privacy (disconescendo cosa in realtà significhi), e neanche una parola solo una su quello che è stato scritto. 

Ora basta, scrivi le fesserie che vuoi, se vuoi interloquire con me (sempre nella remota ipotesi che tu ne sia veramente interessato), iscriviti... Ah già dimenticavo... Sei gia iscritto utente del kaiser. 

 

Avatar di gagenoregagenore alle 10:14 del 15-08-2018

Olderone Coleridge ti paga in natura o avete optato per i buoni pasto?

Avatar di AnonimoAnonimo alle 11:17 del 15-08-2018

No che non ti leggono Gagenore e fanno bene. Le fesserie è sempre meglio ignorarle.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 11:57 del 15-08-2018

Gagenore quando vado a leggere i nuovi commenti e arrivo ai tuoi, li salto a piè pari.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 12:13 del 15-08-2018

ci abiamo sul sito, il Saltacommenti.

Avatar di OldJoeOldJoe alle 23:30 del 15-08-2018

Più di uno Old più di uno, anch’io salto da tempo Gagenore. Non tanto perché mi risparmio volentieri la pesantezza, ma perché non c azzecca mai e comunque ha la presunzione di insistere. 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 00:18 del 16-08-2018


    ottimo w la puglia allora !!!!!!!!! 

Avatar di seccobuonoseccobuono alle 20:59 del 30-10-2018

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