Ven
19
Ago
2011
Non riesco più ad essere felice
"Make mistakes. Mistakes are important. It doesn't matter how smart or skilled or talented you are, if you don't make mistakes, you're vegetating in your comfort zone instead of living."
Queste frasi, trovate in un sito, mi hanno colpito molto. L'anno scorso ho avuto la più grossa delusione della mia vita (la fine di un'amicizia... l'unica persona - al di fuori della mia famiglia - alla quale ero veramente affezionata, in modo incondizionato e disinteressato, mi ha ferito e dimostrato di non provare niente per me) e ho reagito malissimo... ho perso la testa, dicendo cose orribili che non pensavo, passando dalla parte del torto con atteggiamenti scorretti. Da un anno soffro ancora, continuamente, e piango quasi ogni giorno... non tanto per la perdita subita quanto per il senso di colpa ed il crollo di certezze che ha comportato. I rimproveri e le accuse che mi sono state fatte mi rimbombano in testa dalla mattina alla sera. Credevo di essermi lasciata alle spalle simili crisi esistenziali con la fine dell'adolescenza, ed invece, ancora una volta non so più chi sono.
Una persona cara la pensa proprio come chi ha scritto quella breve riflessione in inglese: è come se io, per 22 anni, avessi vissuto nel mio piccolo mondo perfetto, e solo dal momento in cui ho commesso degli errori di cui mi sono pentita (prima d'allora infatti non avevo nessun rimorso o rimpianto significativo), ho affrontato la vita vera, fatta di persone che vanno e vengono, di equilibri instabili, di situazioni che cambiano in continuazione, senza alcun punto fermo al di fuori di noi stessi e la nostra coscienza.
Io sono sempre stata una ragazza lunare, solitaria, egocentrica, ma amavo tutto della vita, e quest'amore trapelava procurandomi un carisma, che mi rendeva interessante agli occhi altrui quanto bastava per rendermi felice. Ora invece mi sento spenta, vuota. Guardo e invidio le altre persone che sembrano tutte felici, soddisfatte... soprattutto quelle che sono uscite dalla mia vita e possono fare benissimo a meno di me... quando prima non mi era mai fregato nulla di quello che fanno gli altri, anzi ero tutta concentrata su me stessa.
Apparentemente non ho nessun problema... l'università va a gonfie vele, ho degli hobbies che amo ed i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla, in particolare i soldi per viaggiare. Ho visitato mezzo mondo... potrei sembrare una persona piena di esperienze, saggia, ed invece mi sembra di essere nata ieri. Mi sento una piccola bimba indifesa che della vita non ha capito un cavolo.
Questa persona cara (il mio ragazzo, che non vedo spesso perché vive all'estero) mi ha infine spiegato che rassegnarsi significa accettare quello che è successo, trarne insegnamento, smettere di soffrire, apprezzare la vita per quello che si è rivelata... ed io chiaramente ancora non ci sono riuscita, ma non so come fare. Sento che quest'esperienza non mi ha isegnato niente, rimpiango le mie illusioni, il passato, e stagno in queste condizioni da troppo tempo.
Come si fa?
5 commenti
Adesso non piango più ma cmq ci penso ancora, quasi ogni giorno, e mi chiedo se effettivamente ci sarà un'ULTIMA lacrima (anche in senso figurato)... siamo sicuri che prima o poi il dolore si esaurisce da solo? Chi mi sta vicino non ne può più di vedermi così... non ne parlo più ma il mio corpo ancora rende palese questo dolore... con i suoi miseri 48 kg (che fino ad un anno e mezzo fa erano 55, per 1,71 m).
Sono soddisfatta della mia vita ma non veramente felice... mah.
se vuoi che si esaurisca si, pero' devi smetterla di vedere le cose dal tuo unico punto di vista.
ti propongo un esercizio, magari puo' tornarti utile.
respira profondamente 5 volte, poi inizia a rilassarti, pensando ad ogni singola parte del tuo corpo. parti dai capelli e scendi fino ai piedi. immagina un raggio di luce che illumina le parti del tuo corpo, e concentrati sulla parte che stai rilassando. continuando a respirare profondamente.
quando hai rilassato tutto il corpo e il respiro e' sempre rilassato, osserva il pensiero doloroso. osserva il ricordo, come se stessi vedendo un film di te stessa e della situazione. e i risultati che ha portato.
cerca di capire cosa e' andato storto, perche' e se c'e' qualcosa da fare o meno.
ti assicuro che piano piano perdera' l'effetto mordente che questo dolore ha su di te. ma devi avere occhio critico.
e ora torno a te... perche' non sei felice? hai fatto un errore di valutazione col metro delle persone ma... nessuno nasce imparato, le esperienze ci insegnano, molto spesso dolorosamente, come nel tuo caso.
vedi la cosa dal lato opposto - sicuramente in futuro sarai molto piu' cauta nell'affidare i tuoi sentimenti a qualcun altro.
Quello stesso identico esercizio me l'aveva consigliato mio padre XD 6 anni fa, però...
Beh, ma io non ho mai affidato i miei sentimenti a nessuno oltre a lui ed il mio ragazzo.. sono sempre stata fin troppo cauta, tanto più che non ho amici veri, ma forse non li voglio nemmeno... mah... Adesso sono ancora più diffidente di prima e temo che finirò con l'isolarmi completamente. Non ho problemi a conoscere nuove persone, ma le tengo sempre molto lontane.
Comunque, cosa è successo di preciso, è spiegato nel mio primo sfogo...L'errore di valutazione l'ha fatto lui :( e non riesco ad accettarlo
Inserisci nuovo commento
Iscriviti!

Il dolore per la perdita, fisica o meno di chi si ama, soprattutto di chi in cui si crede e' del tutto personale. Ognuno la elabora a modo suo.
Pero' spesso, troppo spesso, le persone non sono come le crediamo. E questo perche' noi conosciamo solo un lato degli altri, quello a noi visibile. Ignoriamo il non visibile, l'implicito, il nascosto. E solo difficilmente riusciamo a conoscere fino in fondo qualcuno.
Ecco perche' si usa dire "conoscenti molti, amici pochi".
Non ti fare un cruccio per avere riposto la fiducia nella persona sbagliata, errare e' umano.
Piangi? Soffri? E' giusto che sia cosi', devi piangere fino all'ultima lacrima perche' e' necessario per potersi rialzare piu' forti di prima. Quando non hai piu' lacrime, quando non ne puoi piu' di soffrire, non hai che da rialzarti e ripartire.