Mar
24
Mag
2016
Una parte di me
Una sensazione di freddo intenso, brividi lungo tutta la schiena. Per un attimo, intanto che cercavo di afferrare la notizia, c'è stato il vuoto di una perdita inimmaginabile.
Dopo 20 anni di sacrifici, di rinunce, di impegni, di ore e ore. Dopo aver sostenuto e sopportato e tirato la cinghia, dopo aver amato e odiato, sempre con orgoglio per i risultati ottenuti e sofferti. Dopo pianti solitari e nervoso a non finire, ma anche dopo soddisfazioni e strette di mano e incontri, progetti e crescita continua.
Dopo tutto questo e molto di più ieri la mia azienda è stata dichiarata fallita, per merito di una banca (niente fido, niente azienda!). Piango anche ora mentre scrivo: è dura accettare l'idea che questa creatura, in cui ho creduto e per cui ho dato tutto, muoia in un'aula di tribunale dove degli estranei, che non conoscono la mia storia e ciò che mi ha portata fin qui, decidono in meno di cinque minuti di buttare sul fuoco 20 anni di lavoro. E sì che ho lottato per mantenerla in vita, ci ho messo del mio fino a non averne più. Ma non è servito.
Piango e piango, e non mi riesco a fermare. Non sono la prima e non sarò l'ultima che si trova in questa situazione. Fa male, cavoli se fa male. Non mi rendo ancora conto di quello che è successo, non lo capisco, non lo accetto. Ma un inchino lo voglio fare: cara banca grazie, grazie di tutto. In fondo mi sta bene.
3 commenti
accidenti che botta
dici che te lo meriti perché?
Cavoli, brutta cosa.
Spero che la tua fosse una società di capitali e non di persone (o in quest'ultimo caso che tu non sia rimasta esposta di molto nei confronti dei creditori).
Concordo con Hyper nel consigliarti di non farne un problema affettivo (le questioni personali andrebbero tenute fuori dal contesto professionale).
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In Italia bisogna passare oltre alla stigma del fallimento come un 'infamia. Il fatto che da popolo latino ci mettiamo il sentimentalismo un po' daperttutto un po' come il cacio sui makkaroni, ma quando si tratta di lavoro e business bisogna evitare. Dal tuo scritto si evince che il tuo sia più un problema affettivo, se la tua azienda non aveva più la caratura per stare sul mercato è fisiologico che sia andata così. Del resto la banca se avessi avuto i numeri te lo avrebbe concesso a voja il fido, è il loro mestiere così come tutelarsi fa parte del loro mestiere appunto. Se ritieni che il tuo business sia valido perché non riapri con un prestanome magari? Così fai anche pulizia di dipendenti fankazzari e di fornitori esosi. Vedila come una sorta di pulizia. Anzi il fallimento è propedeutico a ripartire con più slancio. Per come la penso sarei hyper-favorevole al fallimento ( o più figamente detto default) di questo stato italiano di ladroni e parassiti. Vedi dopo che pulizia e quanti rami secchi cadono a terra!! Ed è la volta buona che poi magari facciamo anche questa benedetta secessione 😍 I have a dream...I still have a dream..