Sab
19
Dic
2015
Coltivare significa saper aspettare.
Mi hai detto che l’amore ho bisogno di essere coltivato come una pianta e che coltivare significa saper aspettare.
Chissà cosa pensi io voglia da te… Chissà se pensi che io voglia a tutti costi che tu mi dica che mi ami, quando so benissimo che non è vero e probabilmente mai lo sarà.
Dici a me che coltivare significa saper aspettare… A me, che ti ho aspettato per mesi.
Se piango non è perché mi sono convinta di chissà cosa. Che non ti innamorerai mai di me non lo ho inventato io, è abbastanza evidente: non ci si innamora delle persone che non si stima, non ci si innamora delle persone di cui ci si vergogna, non ci si innamora delle persone che si reputano imbarazzanti o inopportune, ma non è questo il problema. So da tempo queste cose.
Piango perché ci sono delle cose del mio passato di cui ti parlai che mi fanno profondamente soffrire e non vorrei rivivere e non so cosa pensare con te. Non riesco a capire se sei ingenuo come vuoi far credere o se le ricordi benissimo, ma stai comunque facendo quello che vuoi, pur sapendo quanto questo mi possa fare male.
Credo sia la seconda. Oramai ho un intuito per queste cose. Ti ho visto evitare di parlare di certe cose, ti ho visto nasconderti a volte. So anche come la pensi, me lo hai detto giusto qualche giorno fa… le omissioni non sono bugie. Per questo probabilmente nella tua testa non stai facendo nulla di male.
Poi chiediti ancora perché piango…
Al contrario di quello che pensi io so aspettare. So aspettare che tu smetta di farmi del male perché, anche se di amore non ce ne sarà mai, almeno sei arrivato a tenerci a me.
So aspettare per non rendere questa storia un litigio continuo.
So aspettare perché non voglio essere esasperante, come non perdi occasione di farmi notare.
So aspettare perché spero che tu ti renda conto da solo.
So aspettare perché ho paura che se ti chiedessi di scegliere, non sceglieresti me.
Il fatto che io aspetti però non vuol dire che non soffra e se ogni tanto non ce la faccio più e piango, vorrei almeno non essere additata come pazza o presuntuosa perché non ne voglio parlare.
Questo è quello che vorrei dirti, ma oramai non ha neanche più senso.
Non posso più rincorrerti.
Non fai altro che trattarmi come una pezza, approfittando del fatto che il mio coinvolgimento è ben superiore al tuo. Mi hai detto delle cose talmente brutte che mi rimbombano nella testa ancora adesso, mi hai piantata in asso durante una discussione che tu hai voluto, venendo addirittura dove lavoro, senza capire l’imbarazzo di chi vorrebbe solo correre via e piangere. Dopo esserti lamentato della stessa cosa hai smesso di rispondere durante un litigio e sei scomparso oramai da più di un giorno.
E non sono neanche queste le ragioni che oramai mi hanno spinta lontanissimo da te…
Perché stare con una persona a cui fondamentalmente neanche piaccio? Una persona che pensa che io sia inopportuna, che a volte mi sopporta appena e glielo si legge in faccia. Una persona a cui probabilmente andrò davvero bene solo essendo diversa da quello che sono.
Perché stare con una persona che non mi desidera? Perché stare con una persona che non mi ha mai detto di avere voglia di fare l’amore con me? Che non mi ha neanche mai detto di aver voglia di scopare con me… mi sarei accontentata.
Perché stare con una persona a cui non ho mai neanche sentito dire “X, voglio stare con te”.
Che pena mi faccio… Che schifosissima pena a continuare a elemosinare…. Che cosa? Amore? No di certo. Forse qualche pallida attenzione… Così sono sicura di essere viva, sono sicura di esistere ancora.
Come un cane che continua a grattare alla porta di chi lo riempie di calci.
È stato tutto un errore, avrei dovuto lasciarti perdere, avrei dovuto starti lontana, sapevo come sarebbe andata, lo sapevo, mi avevi già respinta e quando ti sei riavvicinato mi sono solo illusa che le cose sarebbero magicamente cambiate…. Ma cosa mai avrebbe dovuto cambiare?
Non posso più andare avanti così, non mi posso permettere tutta questa sofferenza ora, non posso chiudermi ogni giorno nel retro al lavoro a piangere.
Io volevo solo stare con te, essere felice e serena, suonare, dormire, giocare ai videogiochi. Volevo prendermi cura di te.
Volevo che tu volessi le stesse cose.
E invece mi sono sempre e solo sentita un’intrusa, un fastidio. Una che, se è riuscita ad attirare la tua maledetta attenzione, è stato per la perseveranza e non certo per meriti particolari. Una che comunque non è una priorità.
Una che è pesante.
La verità è che sono solamente una penosissima zerbina.
5 commenti
Se ti tratta così lascialo, nessuno si merita di essere un peso!
L'unica cosa che stai coltivando è la distruzione della tua autostima. Si evince che sei ben consapevole di come lui ti consideri, ma non sei stanca di essere trattata così?
A volte, ci nascondiamo dietro un presunto innamoramento, "casualmente" non ricambiato per non affrontare noi stessi o situazioni che ci fanno paura. Capita, ma ad un certo punto bisogna essere in grado di dire basta!!
Ti capisco appieno..sono nella tua stessa situazione.
Se vuoi sapere come finisce, si legherà a te per la tua insistenza ma poi tra poco scoprirai che si vede anche con un'altra. Mi è capitato a fine luglio, e già stava con me da tempo. Auguri!
Elemosinare attenzioni ci riduce a zerbini.
I.
Bello sfogo.
Evito di tentare una psicanalisi chiedendoti e proponendoti delle domande come spunti di riflessione.
Come tu stessa hai quasi ammesso, e parafrasando il tuo titolo, sai che c'è poco da aspettare che cresca coltivando la cosa sbagliata sul terreno sbagliato.
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ora la domanda è: riuscirai a trovare il coraggio di mandarlo a fanculo?