Gio
08
Feb
2018
Come diventammo esibizionisti
Eravamo in ferie noi due soli. Caldo, relax, posti mai visti prima... nessuno ci conosceva. Eppure io sapevo bene che lì vicino c'era una famosa spiaggia nudista della Toscana, poco distante dallo splendido golfo di Braratti. La mia mente porca e perversa ha meditato per giorni su come proporre quell'insolita esperienza a Diana. Lei che di lì a poco sarebbe diventata mia moglie, è una donna che non si tira cercamente indietro di fronte a nuove esperienze, ma fino a quel momento non si era mai dimostrata particolarmente interessata all'esibizionismo esplicito. Si, perché se ammetto che il nudismo, quello vero e praticato secondo la filosofia nudista e naturista, nulla ha a che fare con l'esibizionismo, riconosco tuttavia che per me l'intento non era certamente così nobile. Ed allora una sera a cena, tra un bicchiere di vino e l'altro, chiesi a Diana: "che facciamo domani? visitiamo una spiaggia nuova?". Lei capì dal mio sguardo che qualcosa bolliva in pentola... incuriosita, mi domdandò cosa stavo tramando. "sai, ho visto per caso che c'è un'oasi nudista qui vicino... mi ha sempre incuriosito quel genere di posto...". Rimasi davvero sopreso dalla rapidità con cui Diana mi rispose "ah... davvero? si potrebbe provare". Forse era il vino a parlare, ma prima ancora che potessi farmi questa domanda ero già eccitato e su di giri. Fingendo di non conscere più di tanto il posto, le dissi che l'indomani saremmo andati al Nido dell'Acquila. Fu un'intensa notte di sesso quella che seguì la cena, certamente alimentata dalla curiosità di ciò ci avrebbe aspettato il giorno seguente.
Arrivammo alla spiaggia dopo quello che ci sembrò un interminabile sentiero nella tipica pineta toscana. Un po' spaesati, approcciammo la zona nudista in tutta calma. Prima a una ventina di mentri dal "limite" delinato da un cartello che non lasciava dubbi e da qualche individuo posizionato in maniera perimetrale. Poi, studiata la situazione e la popolazione che animava la zona, prendemmo coraggio e ci trasferimmo tra i nudisti. Diana era tesa e già infastidita da qualche falegname che continuava a girare attorno ad altre coppie. Ci sedemmo poco distanti da un "ragazzo" sui 45 in compagnia di una splendida mora, almeno dieci anni più giovane di lui. Una coppia piacevole, abbronzata in un modo che lasciava intendere una certa abitudine a stare senza veli. Io ero in fibrillazione, ma tentavo in ogni modo di non lasciarlo a vedere. Avrei voluto possedere Diana in quello stesso istante, davanti a tutti. Faticavo a contenere la mia eccitazione. Mi voltai verso Diana per controllare che tutto fosse a posto. Lei mi sorrise da dietro gli occhiali scuri, aprià leggermente le gambe e ciò che vidi mi soprese ancor più: un luccichio illiminava la sua vulva depilata. Diana era bagnata.
A quel punto non riuscii più a trattanermi e fu evidente la mia erezione. Diffiicile nasconderla, completamente nudo e in possesso di attributi più che dignitosi. La coppia di fronte a noi notò la scena, ci sorrise. Lei si alzo e venne verso di noi con una sigaretta in bocca. Avevo il cuore in gola. Seguii le sue anche oscillare fino a me, ma appena passò oltre guardai lui che, divertito, si era raccolto con le gambe piegate e le ginocchi al petto, lasciando ciondolare il suo gingillo barzotto.
La mora si fermo mezzo metro alle mia spalle, di fianco a Diana. Si accovacciò e le chiese da accendere. La sua vulva aperta verso di me, rasata e scura. Diana prese l'accendino, la mora le chiese il suo nome. Si presentarono, poi guardandomi chiese "possiamo farvi compagnia?". Io non riuscivo a proferi parola e da dietro gli occhiali da sole attendevo che Diana desse indicazioni.
Dopo un primo, imbarazzato, scambio di battute sul meteo e altri luoghi comuni, eravamo tutti e quattro nudi a poca distanza a mangiare del gelato industriale. Loro erano una coppia di amici intimi. Lui suonava nel locali delle Versilia ed era "sceso" San Vincenzo per godersi qualche giorno di relax in compagnia della sua amica. Quella sera ci saremmo visti a cena, ma questa è un'altra storia. La coppia si congedò un paio d'ore più tardi. Noi restammo a pranzare in spiaggia. Nudi, eccitati. Diana diversa. Non l'avevo mai vista così disinvolta nel cercare lo sguardo altrui. Era come se avesse assaportato un frutto nuovo e cercasse con insistenza un altro boccone, mai sazia di quel nuovo sapore.
Inziò un balletto di uomini soli, più o meno decenti, attorno a noi. A turno ruotavano attorno alle coppie, prediligendo quelle giovani come noi. Non ce ne erano poi molte under 40, quattro o cinque al massimo, ma tutte di bella presenza.
Chiesi a Diana se fosse infastidita da quel continuo rodeo di guardoni, ed effettivamente un poco lo era, sebbene non facesse nulla per celarsi al loro sguardo. Le suggerii di sdraiarsi, chiudere gli occhi e posizioarsi il cappello di paglia sul viso, coprendolo. Così fece e dopo pochi istanti, mentre un ragazzo si era seduto a una decina di metri da noi, le chiesi se avessi potuto spalmarle della crema solare addosso. Diana annuì con un mugugno.
Presi la crema e partii dalle spalle. Lei seduta a pancia in su era totalmente abbandonata al tepore del sole. Scesi sui seni, massaggiandoli dolcemente. Passai al ventre, poi ai fianchi e alle cosce. Fu allora che, sfruttando il movimento del massaggio, le aprii le gambe. Era fradicia. Guardai davanti a noi e notai che il ragazzo era seduto, a gambe rannicchiate al petto e si stava delicatamente massaggiando il pene, ormai eretto.
Sorrisi divertito e sussurrai a Diana che c'era un ragazzo in deciso apprezzamento del nostro teatrino. Si irrigidì un istante, ma poi si abbandonò immediatamente al mio massaggio e mi disse "vorrei tanto che mi infilassi qualcosa...". Non me lo feci ripetere due volte e, senza dare nell'occhio, inserii il dito medio dentro di lei. Diana era un lago. Io stavo impazzendo di eccitazione. Le dissi che volevo possederla e lei mi risposi di si.
Raccolte in fretta le nostre cose andammo in pineta. Senza seguire la strada principale, ci posizionammo poco distanti ma ben nascosti tra i cespugli. Lei, ancora completamente nuda, si chinò in avanti appoggiandosi ad un piccolo arbusto. Io non dissi nulla e in un attimo fui dentro di lei. L'eccitazione era tale che in poco tempo versai il mio seme sulla sabbia, mentre la gente passava a meno di 30 mentri da noi sul sentiero principale, senza vederci.
Cercammo di ricomporci e tornammo al nostro appartamento in un misto di imbarazzo reciproco che mai avevamo provato prima. Ci sentivamo sporchi ma estremamente complici. Dopo una doccia ci guardammo dritti negli occhi e senza dire nulla tornammo a cercare l'amplesso. Poco prima di godere, ricostruimmo insieme l'accaduto di quella giornata in preda ad un'eccitazione sempre più forte, ad ogni ricordo sempre più veemente.
4 commenti
ma la smettiamo di pubblicare ste stronzate?
Moderatori, e basta!
Io spero sia un fake sto sfogo, al pensiero che possano esistere tristi figuri che orbitano intorno a ste coppie giovani della spiaggia nudisti per sfogare la libido in forma solitaria... Mi viene il voltastomaco...
Lo comprendo benissimo che un corpo nudo in se non è intrinsecamente fonte di pensieri libidinosi, ma e la cultura del divieto che crea il piacere della trasgressione, se dovessi raccontare sta storia a quelle tribù centro africane, amazzoniche o della nuova guinea che se ne vanno nudi tutto il giorno sai le risate che si farebbero... E ciavrebbero raggione...
Bel racconto, ma inventato di sana pianta. Io e mia moglie frequentiamo da anni il Nido dell'Aquila e, purtroppo, è impossibile divertirsi, un po'' per i falegnami che ti assaltano se ti solo ti spalmi la crema, un'altro perchè è frequentata da tantissime famiglie con bambini. Se mai, l unica cosa che può succedere, verso l imbrunire, è qualcosa in pineta, oppure, piu frequente, ci si conosce e ci si da appuntamento in un altra zona. Il nido dell'aquila è l unica spiaggia italiana dove prendere il sole nudi è permesso da ordinanze comunali che si rinnovano anno per anno. Basta un deficiente a rovinare tutto.
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di lì a poco sarebbe diventata mia moglie
e dopo non molto ex (ma questa è un'altra storia)
avrei voluto essere su quella stessa spiaggia
ma grazie al tuo racconto è stato come esserci
engioi