Gio
06
Lug
2017
I got plenty o' nuttin'
Oggi ho provato a sfogarmi con una mia amica raccontando vecchie esperienze di pianoforte.Siccome non mi ha calcolata proprio e si è tornati subito a parlare di cose tristi e di lei, lo racconto a voi. Così se tra voi c'è qualche pianista che pensa di mollare o ha paura di suonare in pubblico magari riesco a fermarvi dal desistere, con lei non ce l'ho fatta. E se solo io potessi tornare a suonare... quando sento i pianisti che 'non sono bravo, mollo', non hanno idea di che darei per poter riprendere il pianoforte come lo suonavo una volta. Lo sfogo è unicamente perchè non sono stata ascoltata, non è per il racconto in sè. Mio zio è un musicista, quando seppe che io (anzichè i figli) avevo cominciato a suonare disse a tutti che ero promettente e che mi dovevano venire a sentire... e un giorno si radunarono i parenti a casa, che tenevano le aspettative dello zio. C'era anche mio nonno, che ora non c'è più, era un artista anche lui e siccome venne lui ci tenevo a fare bella figura. Chiesi al maestro di farmi studiare un pezzo difficile (al primo anno) e lui che mi vide motivata scelse "I got plenty o' nuttin" di George Gershwin, un pezzo jazz; a me piaceva tantissimo, ma era difficilissimo per una studentessa del primo anno e a metà brano mi bloccai. da dietro qualcuno mi fece "mah, forse non sei tanto portata..." e "perchè non suoni una cosa più normale? tipo lucio battisti?" ...non ho più suonato per ERE davanti a loro! Poi mi vergognavo a mettere mano a quel brano perchè mi ricordava la figura di merda, ma era l'unico brano allegro che imparai a suonare...Dopo qualche tempo ho cominciato a suonare in una chiesa perchè il parroco mi sentì strimpellare quel brano con la pianola che avevano per i vespri e mi disse che mi voleva a suonare tutti i rosari con i brani che volevo: un po' mi passò l'ansia di suonare in pubblico... non del tutto, ma quello aiutò, e il parroco così facendo mi restituì un sacco di fiducia in me stessa che avevo perso. Devo ancora molto a questo parroco e a come si scagliava contro le vecchiette per difendere gli aspiranti musicisti di quella parrocchia, troppo 'moderni' per i loro gusti.
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Ma allora anziché Banya dovevi chiamarti Pyana